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C.r. Puglia 28.07.2022
FILE TYPE: Video
Speaker : PRESIDENTE.
Buongiorno a tutte e a tutti, colleghe e colleghi. Riprendiamo il Consiglio regionale.
Hanno chiesto congedo i colleghi Dell’Erba e Metallo.
Avevamo detto che trattavamo subito la legge sullo screening neonatale super esteso alle immunodeficienze, poi saremmo passati alla proposta di legge al n. 6, Paolicelli, che è collegata alla legge n. 11… Allora, lo screening immunodeficienze doveva andare insieme allo screening del colon retto, poi la proposta n. 6, collegata alla n. 11, perché c’erano dentro gli emendamenti che lei aveva fatto che si collegavano alla n. 11, e poi di seguito, sostanzialmente la legge n. 8, n. 9 e così via.
Speaker : BELLOMO.
La n. 6, dovendo andare insieme alla n. 11, la facciamo…
Speaker : PRESIDENTE.
Prima lo screening, poi la n. 6 e la n. 11, dopodiché la n. 8, la n. 9 e tutto il resto.
Speaker : BELLOMO.
No, facciamo la n. 8, dopodiché facciamo la n. 6 e la n. 11.
Speaker : PRESIDENTE.
Problemi non ce ne sono, anche perché la n. 8 è semplice.
Speaker : BELLOMO.
Voglio ottimizzare. Siccome la legge sul Piano casa credo…
Speaker : PRESIDENTE.
Ci porterà a una discussione più ampia.
Speaker : BELLOMO.
E allora, tra virgolette…
Speaker : PRESIDENTE.
Se l’Aula è d’accordo, non ci sono problemi a seguire questa impostazione.
Speaker : BELLOMO.
Così, facciamo qualcosa prima…
Speaker : PRESIDENTE.
Tanto, la legge n. 11 è comunque dopo la legge n. 8, dall’ordine del giorno, quindi.
Grazie.
“Screening neonatale super esteso alle immunodeficienze congenite severe e alle malattie da accumulo lisosomiale”, relatore il presidente Vizzino. Prego.
Speaker : VIZZINO.
Presidente, la possiamo dare per letta.
Speaker : PRESIDENTE.
Se non ci sono interventi, procediamo al voto sull’articolo 1.
La votazione è aperta. Che è successo? Un attimo solo: la tessera della collega Di Bari non funziona. Ma non funziona al suo posto, o non funziona in nessun posto? Sostituita la tessera. Avete votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 30.
È approvato all’unanimità.
Articolo 2 (Tempi e modalità del prelievo).
Non ci sono interventi.
La votazione è aperta. Avete votato tutti?
La votazione è chiusa. Che è successo? Paolicelli, un attimo. Ha votato, Paolicelli, o no? Si aggiunge Paolicelli.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli… Il suo voto, consigliere Paolicelli? È favorevole. Si aggiunge il voto favorevole, 34.
È approvato all’unanimità. C’è anche il voto della consigliera Di Bari. La tessera ancora non funziona?
Articolo 3 (Tempi e modalità del test).
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 26, votanti 26, favorevoli 26.
L’articolo 3 è approvato all’unanimità.
Vi prego di continuare a votare.
Articolo 4 (Laboratorio di screening neonatale).
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 36, votanti 36, favorevoli 36.
È approvato all’unanimità.
Articolo 5 (Esito del test e analisi di conferma).
Non ci sono interventi.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 38.
È approvato all’unanimità.
Articolo 6 (Presa in carico).
Non ci sono interventi.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
È approvato all’unanimità.
Articolo 7 (Protocollo operativo).
Non ci sono interventi.
La votazione è aperta. Votiamo. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 37, votanti 37, favorevoli 37.
È approvato all’unanimità.
Articolo 8.
Non ci sono interventi.
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 39, votanti 39, favorevoli 39.
È approvato all’unanimità.
Ultima norma, articolo 9 (Norma finanziaria).
Non ci sono interventi.
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti? No. Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 38.
È approvato all’unanimità.
Adesso il voto sull’intera legge.
Non ci sono interventi.
La votazione è aperta.
Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 36, votanti 36, favorevoli 36.
È approvata all’unanimità.
Si vota per l’urgenza, con alzata di mano.
Chi si astiene? Chi è contrario?
È approvata all’unanimità.
Passiamo adesso al disegno di legge al punto n. 8: “Costituzione Albo regionale delle società benefit e relativi indirizzi su incentivi e creazione di apposito marchio”.
Relatore, il Presidente Paolicelli.
Speaker : PAOLICELLI.
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutte e a tutti.
Oggi è in discussione e in approvazione il disegno di legge sulle società benefit, un percorso condiviso con l’assessore Delli Noci in Commissione, dove abbiamo avuto audizioni e anche contributi importanti anche dal punto di vista nazionale. È arrivato il presidente delle società benefit a dare un contributo. È una legge nazionale. La Regione Puglia si adegua alla legge nazionale e formerà, dopo l’approvazione di questo disegno di legge, un Albo regionale delle società benefit, cioè le società che conciliano lo scopo di lucro con quello di migliorare il contesto ambientale e sociale nel quale operano.
Ci sono degli emendamenti proprio perché abbiamo recepito quelle che erano le indicazioni a seguito dell’audizione, pertanto non c’è nient’altro da aggiungere. È una opportunità per la Regione Puglia di adeguarsi a questa legge nazionale e di avere in dotazione anche qui in Puglia questo Albo regionale.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente.
Su questo disegno di legge abbiamo ricevuto diversi emendamenti, alcuni provenienti, anzi la maggior parte provenienti direttamente dall’Assessorato.
All’articolo 1 c’è un emendamento sostitutivo di alcune parole. Voi li avete tutti gli emendamenti. Assessore Delli Noci, vuole illustrare l’emendamento? Prego.
Speaker : DELLI NOCI, assessore allo sviluppo economico.
Sono singoli emendamenti, che avete nelle cartelline on-line, che riguardano il miglioramento rispetto alle sollecitazioni pervenute dalle associazioni del territorio e piccole correzioni per evitare di incappare in cose non previste dalla norma nazionale.
Come ha presentato il Presidente Paolicelli, è un’opportunità di cui la Regione Puglia si sta dotando. Siamo l’unica Regione italiana che sta costruendo un Albo, per recuperare anche un gap tra il numero di aziende benefit esistenti in regioni del nord rispetto a quelle del sud e perché il tema della sostenibilità ambientale è una delle bandiere che vogliamo portare avanti come Regione, in un partenariato pubblico-privato, e qui il ruolo determinante lo faranno le aziende private.
Chiederei all’Aula, se non avete opposizioni, di dare per letti gli emendamenti e procedere così all’approvazione uno per uno.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, Presidente Tammacco.
Speaker : TAMMACCO.
Mi ero prenotato prima, però non se n’è accorta.
Presidente, solo per fare un plauso all’assessore e al Presidente per l’istituzione, finalmente, delle società benefit. Uno potrebbe avere una considerazione riduttiva di quella che è l’importanza di essere società benefit. Il perseguimento dello scopo di lucro, associato all’utilità della comunità, sia sotto l’aspetto ambientale oppure sotto l’aspetto sociale o sotto altri aspetti, rende queste società veramente qualitativamente importanti.
Il fatto stesso che la Regione voglia in questo disegno di legge proporre non solo l’istituzione dell’Albo, ma anche del marchio per queste società renderà più consapevoli e responsabili le società stesse che si inseriranno in questo percorso. È per questo motivo che il voto non può che essere positivo, credo, da parte di tutti, perché riusciamo in questo modo a sanare alcuni aspetti della vita delle nostre società che vedono le poche società in Italia, credo che siano più o meno 2.000 in Italia le società benefit, partecipare ad un discorso un po’ più ampio.
È per questo motivo, assessore, che mi rivolgo a lei con una raccomandazione. Siccome sono previsti interventi finanziari su vari ambiti per quanto riguarda queste società, sarebbe bene che tutto il territorio conosca – quindi aprire quegli hub finanziari quanto più è possibile – quei punti di informazione per le società pugliesi, perché è fondamentale che capiscano l’importanza di essere società benefit e soprattutto i diritti e i doveri di queste società.
Insieme al bilancio va presentato anche il cosiddetto bilancio sociale, ciò che hanno costruito dal punto di vista socio ambientale, sociale o altro per l’anno precedente. È fondamentale che si sappia che queste società sono un fiore all’occhiello di tutte le regioni d’Italia. Purtroppo sono poche, sono solo 2.000, se non mi sbaglio, in tutta Italia e sono pochissime anche in Puglia. Dobbiamo incrementare, dobbiamo agevolare, sapendo che non ci sono agevolazioni fiscali e tributarie in merito, ma altro tipo di agevolazioni. Però, sono quelle agevolazioni che le nostre aziende oggi vogliono e che vogliono perseguire.
Le dico di più. Ci sono molte aziende pure che già perseguono finalità di utilità sociale e quindi informarle sulla opportunità e possibilità di essere inseriti in un albo, pure con un apposito marchio, rende sia la Regione che le società stesse uniche in Italia. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, presidente Bellomo.
Speaker : BELLOMO.
Alcune domande, assessore.
Noi in Commissione avevamo posto non delle obiezioni, ma dei temi di riflessione. Il primo: all’interno della legge è definito che la società che si costituisca come società benefit avrà, dal punto di vista del punteggio, delle priorità, chiamiamole come vogliamo… delle premialità, esattamente, grazie, nei bandi pubblici.
Come dicevo, si era d’accordo in Commissione eventualmente di proporzionarlo: un’azienda enorme, cioè, che versa un milione di euro a fini benefit ha un vantaggio rispetto a una società piccola, che magari opera diversamente. Ora, questo è il primo problema.
Secondo problema: il marchio. Su questo ho una leggera preparazione, perché avendo presentato un disegno di legge sul marchio tipico “ristorante di Puglia”, nell’ATN mi fu fatto rilevare che quando noi istituiamo un marchio regionale, prima di poter far entrare in vigore la legge stessa, bisogna aspettare 180 giorni. Non so se questo tema è stato inserito. Nel momento in cui si impegna il Governo, ritornando indietro, sulla premialità, che credo che sarà poi oggetto di delibera di Giunta regionale, prendiamo atto che dobbiamo differenziare anche le società piccole, che possono solo dare un contributo benefit minore, e possono però poi aderire proporzionalmente a quella che è la premialità della legge stessa.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore Delli Noci, prego.
Grazie, presidente Bellomo.
Speaker : DELLI NOCI, assessore allo sviluppo economico.
Grazie sia al collega Tammacco che a lei, presidente Bellomo.
L’istituzione di questa legge chiaramente rispetterà nel marchio i dettami previsti dall’Unione europea, rispetteremo tutte le tempistiche previste.
Rispetto alle premialità, in realtà il riconoscimento di società benefit non lo facciamo noi, lo fa lo Stato, e fa lo Stato con una legge. La premialità è una volta identificata già la società, è chiaro che sarà pro quota, proporzionale. Noi vogliamo costruire una condizione di vantaggio sociale rispetto a questa opportunità e rispetto al fatto che aziende decidano di costruire, insieme agli Enti pubblici una strategia di sostenibilità del territorio, facendo ognuno il suo.
Questo anche con la dotazione finanziaria che prima citava il consigliere Tammacco, che verrà utilizzata unicamente per diffondere questa opportunità, per fare in modo che il numero di aziende in Puglia che fanno questo passaggio sia sempre maggiore, infatti il budget è il minimo previsto nella legge, ma la nostra è una scelta di costruire le condizioni di diffusione, di spiegare questa legge, di spiegare i vantaggi dell’essere società benefit, andando in ogni singolo territorio e costruendo queste condizioni di vantaggio, che vogliamo restino alte, più che condizioni di vantaggio nei bandi o nelle altre premialità.
Lo abbiamo equiparato in Commissione a quello che viene messo come rating di legalità, costruire queste condizioni di riconoscimento di chi pensa al bene collettivo, e oggi il bene collettivo oggettivamente è il tema della sostenibilità ambientale.
Speaker : PRESIDENTE.
Al microfono, prego.
Speaker : DELLI NOCI, assessore allo sviluppo economico.
Possiamo anche fare in modo che la legge sia immediatamente in vigore e il marchio venga dato una volta riconosciuto dalla Comunità europea, quindi può presentare un emendamento da questo punto di vista.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore Delli Noci, voleva dire qualcosa?
Presidente Bellomo, prego.
Speaker : BELLOMO.
Essendo totalmente d’accordo sulla legge, mi ponevo il problema che, se noi facciamo l’articolo 8 così come oggi è formulato, la possano impugnare, perché da un’analisi tecnico-normativa di un’altra legge mi fu segnalato che dovevamo inserire all’interno dell’articolato che l’entrata in vigore dovesse essere spostata di 180 giorni, in attesa di un silenzio/assenso dell’Unione europea. Vogliamo rischiare lo facciamo. Io sono d’accordo per rendere la legge valida a tutti gli effetti, però magari nessuno obietta e possiamo andare avanti così. Mi ponevo questo problema soltanto.
Speaker : DELLI NOCI, assessore allo sviluppo economico.
Se la fa stare più tranquillo, e quindi rende tranquilli tutti quanti, possiamo emendare l’articolo 8 inserendo che la legge va in vigore e che il riconoscimento del marchio viene dato al riconoscimento dell’Unione europea. Lo possiamo emendare. Può anche fare un emendamento su questo e lo sistemiamo subito.
Speaker : PRESIDENTE.
Pongo in votazione l’emendamento all’articolo 1.
Votiamo. Avete votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 36, votanti 36, favorevoli 36.
L’emendamento è approvato.
Votiamo l’articolo 1, così come emendato.
Dichiaro aperta la votazione. Avete votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 32, favorevoli 32.
L’articolo 1 è approvato.
Sull’articolo 2 abbiamo un subemendamento all’emendamento.
Poniamo in votazione il subemendamento all’emendamento all’articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
Avete votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 34.
Il subemendamento all’articolo 2 è approvato.
Adesso pongo in votazione l’emendamento sostitutivo dell’articolo 2 (pagina 2).
Dichiaro aperta la votazione.
Avete votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
L’emendamento è approvato.
Pongo in votazione l’emendamento sostitutivo dell’articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione. Colleghi, votate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
L’emendamento è approvato.
Adesso pongo in votazione l’emendamento all’articolo 4 (pagina 4).
Dichiaro aperta la votazione.
Avete votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Prego? C’è? Aggiungiamo il voto del collega Zullo. Il voto? Del collega Ventola il voto com’è, favorevole? Il voto favorevole dei colleghi Zullo e Ventola. I colleghi Mazzotta e Pagliaro sempre favorevoli? Bene.
Presenti 29, votanti 29, aggiungiamo i 5 voti, quindi i favorevoli sono 34.
L’emendamento è approvato.
Votiamo l’emendamento di pagina 5, sempre riferito all’articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
Avete votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 27, votanti 27, favorevoli 27.
L’emendamento è approvato.
Sempre all’articolo 4, un altro emendamento, a pagina 6.
Dichiaro aperta la votazione. Francesco, hai votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
L’emendamento è approvato.
Ora votiamo l’articolo 4 come emendato.
Dichiaro aperta la votazione. Avete votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione. È ancora aperta? Non funziona?
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32. Mancano i voti di Ventola, Perrini, Tutolo e anche di Fabiano Amati. Sono quattro.
Favorevoli 36.
L’emendamento è approvato…
L’articolo è approvato.
Sull’articolo 5 c’è un emendamento a pagina 7.
Pongo in votazione il suddetto emendamento.
Dichiaro aperta la votazione. Avete votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 37, votanti 37, favorevoli 37.
L’emendamento è approvato.
Ora votiamo l’articolo 5 come emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
Avete votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 36, votanti 36, favorevoli 36.
L’articolo è approvato.
Sull’articolo 6 c’è un emendamento a pag. 8.
Pongo in votazione l’emendamento.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
L’emendamento è approvato.
Adesso votiamo l’articolo 6 come emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
Avete votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 34.
L’articolo 6 è approvato.
Passiamo ad un emendamento sostitutivo dell’articolo 7 di pagina 9.
Dichiaro aperta la votazione.
Avete votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 36, votanti 36, favorevoli 36.
L’emendamento è approvato.
All’articolo 8 è da aggiungere un comma 2, così come concordato con l’assessore.
Dichiaro aperta la votazione. Avete votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 36, votanti 36, favorevoli 36.
L’emendamento è approvato.
Sempre all’articolo 8 abbiamo un altro emendamento che troverete a pagina 10.
Dichiaro aperta la votazione. Votate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 37, votanti 37, favorevoli 37.
L’emendamento è approvato.
Ora, così come emendato, votiamo l’articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 38.
L’articolo è approvato.
Adesso votiamo la legge nel suo complesso.
Dichiaro aperta la votazione. Avete votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
Il Consiglio approva.
Torniamo alla proposta di legge n. 6, proponente Paolicelli: “Modifiche all’articolo 54 della legge regionale 30 dicembre 2021, n. 51”.
Relatore, il Presidente Campo.
Speaker : CAMPO.
Signor Presidente, la proposta di legge è molto semplice: è finalizzata alla correzione di alcuni errori di drafting occorsi in sede di presentazione dell’emendamento aggiuntivo alla proposta di legge di stabilità regionale, Nello specifico, individua alcune modifiche all’articolo 54 della legge regionale n. 51/2021, con cui si è inteso adattare il testo della legge regionale 27 luglio 2001, n. 20 “Norme generali di governo e uso del territorio”, alla luce dell’istituzione dell’Ente di area vasta della Città metropolitana di Bari, poi avvenuta con legge n. 56/2014, la cosiddetta “legge Delrio”.
La proposta di legge presente non comporta alcun onere a carico del bilancio. Il provvedimento ha acquisito il parere favorevole della Commissione e degli uffici. Si tratta davvero di rimediare unicamente ad alcuni errori, in buona sostanza, .
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Campo. Vediamo un attimo, sono stati presentati alcuni emendamenti, ma non sull’articolo 1.
Sull’articolo 1 non ci sono emendamenti.
Possiamo procedere con il voto.
La votazione è aperta.
C’è un voto contrario? Forse è un errore? Okay.
La votazione è chiusa.
Presenti 36, votanti 36, favorevoli 36.
L’articolo 1 è approvato all’unanimità.
C’è un emendamento aggiuntivo che contiene l’articolo 2: “Modifica all’articolo 82 della legge regionale n. 51”. Questo fa seguito ad un errore nella redazione del testo finale rinveniente dalla Giunta in Aula di numerosi emendamenti che hanno comportato un’elaborata attività di coordinamento formale. Non comporta oneri.
La votazione è aperta.
Avete votato?
La votazione è chiusa.
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 31.
L’emendamento è approvato.
Preciso, ovviamente, come avete sentito, che si trattava di un mero emendamento di drafting legislativo.
Certo, Joseph Splendido ha votato favorevolmente. Lo possiamo aggiungere? Lo chiedo ai nostri funzionari. Perfetto. Grazie.
Adesso c’è una serie di emendamenti che, in realtà hanno a che fare con il patrimonio edilizio e, come ha detto giustamente il presidente Bellomo, con la legge n. 11, la legge successiva, che riguarda il Piano casa.
Provo a chiedere al presidente Bellomo: ma questi emendamenti non si possono incardinare su quella legge, che sarebbero coerenti? Posto che la chiamiamo adesso? Chiudiamo con la legge incardinata al n. 6 e per quanto riguarda la legge del Piano casa, la chiamiamo adesso, al n. 11.
Non si possono incardinare lì? Sarebbe una formula anche coerente. Ovviamente, non le sto chiedendo di ritirarli, quelle sono sue valutazioni; solo che la incardiniamo nella legge coerente, posto che ci siamo arrivati.
Prego, il presidente Bellomo chiede di intervenire. Possiamo dare il microfono al presidente Bellomo?
Speaker : BELLOMO.
Grazie.
Presidente, accolgo il suo invito, però la legge n. 11… I miei emendamenti alla legge n. 6 li rendiamo emendamenti alla legge 11: giusto? Va bene. Però la legge 11 verrà al n. 11.
Adesso abbiamo altre leggi, prima… Noi avevamo detto che 6 e 11 vanno fatte insieme: seguendo l’ordine, la legge n. 8 viene prima della 11? Quindi facciamo la legge n. 6 da sola, senza i miei emendamenti; dopodiché, l’ordine del giorno scivola al n. 8; dopodiché, faremo la n. 11, con la legge del Piano casa e i miei emendamenti.
Adesso verrà la legge n. 6; poi la legge ARPA, la chiamo così; poi la legge sul Piano casa. Questo è l’ordine del giorno.
Speaker : PRESIDENTE.
Stavamo considerando che non tutti gli emendamenti che lei ha presentato fanno riferimento al Piano casa.
Collega Bellomo, può venire un attimo, Presidente? Un attimo soltanto, perché è arrivato un altro emendamento aggiuntivo che riguarda specificamente il tema della legge di cui stiamo parlando. Ve lo leggo.
Emendamento aggiuntivo alla proposta di legge Modifiche all’articolo 54 della legge regionale 30 dicembre 2021, n. 51”.
Alla proposta di legge 406 a) si aggiunge il seguente articolo: "Modifica all’articolo 29 della legge regionale n. 9/2017”. Lei l’ha letto, assessore Palese, questo? Sì.
“Al comma 7 dell’articolo 29 della legge regionale 2 maggio 2017, n. 9, Nuova disciplina in materia di autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio, all’accreditamento istituzionale e accordi contrattuali delle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private, dopo le parole ‘le strutture realizzate ai sensi del Regolamento regionale n. 4/2007, con il contributo del FESR’, sono aggiunte le seguenti parole ‘e qualificate all’ottenimento del medesimo finanziamento FESR come strutture per l’autismo’. La presente modifica non comporta oneri per il bilancio regionale”.
L’ha presentato il consigliere Stefano Lacatena. Ci sono interventi su questo? Lo divulghiamo? Lo diffondiamo. È il numero 10 già pubblicato. Ce lo facciamo illustrare dal consigliere Lacatena? Vuole esprimersi prima l’assessore Palese? Assessore Palese, prego.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Grazie, Presidente.
Sostanzialmente si tratta di un emendamento che riguarda solo ed esclusivamente strutture pubbliche che hanno avuto già un finanziamento FESR per la realizzazione di interventi di prestazioni sociosanitarie. Sostanzialmente si dice che queste strutture pubbliche che sono state realizzate sono autorizzate all’erogazione di prestazioni sanitarie non solo sociosanitarie, ma anche per l’autismo. Tutto qui. Pubbliche. Strutture pubbliche che sono di proprietà comunale. Assolutamente. Sono state messe a disposizione per poter realizzare, su base concorsuale, sono state accettate, fatti progetti, realizzati e quant’altro. Questa struttura, attualmente, in base al Regolamento, è autorizzata all’erogazione di prestazioni sociosanitarie, si dice bene anche per l’autismo, il cui fabbisogno è enorme.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Zullo. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : ZULLO.
Premesso, colleghi, Presidente, che io sono, con il mio Gruppo, disponibile a risolvere qualsiasi problema possa stare sul territorio, però, assessore Palese, se lei coordina la norma tra la norma originaria e l’emendamento, qui non siamo in presenza di sole strutture pubbliche… E no. La dobbiamo leggere. Io vi prego di leggerla, perché non sembri che io parli per fare il bastian contrario. Io vorrei che noi facessimo una norma che sia compatibile con quella che è l’esigenza. L’emendamento dice: “Al comma 7 dell’articolo 29, dopo le parole “le strutture realizzate ai sensi del Regolamento regionale n. 4/2007, con il contributo del Fondo FESR, sono aggiunte le seguenti parole”. Allora, io vado alla legge e dice: “realizzate dalle ASL, dai Comuni, dalle aziende pubbliche di servizio alle persone o dai soggetti privati, con il contributo del Fondo FESR”. Dopo il Fondo FESR noi scriviamo… Quindi, assessore, non è solo pubblico. E io penso che l’esigenza sia non tanto per risolvere il pubblico, ma per risolvere il privato. Io non metto lingua. Voglio dire, se c’è questa esigenza… Ma è bene che si sappia.
Ma c’è di più. Dopo aggiungiamo: “e qualificato all’ottenimento del medesimo finanziamento FESR come strutture per l’autismo”. Se io aggiungo dopo “e qualificata”, mi chiedo qual è la struttura qualificata all’ottenimento del finanziamento FESR. C’è già una struttura realizzata? Perché nella prima parte dice “e realizzata”. Che significa l’“ottenimento del finanziamento FESR”?
Io vi prego di coordinare la norma. Questo emendamento deve essere coordinato con la norma madre e la norma madre dice: “Le strutture realizzate anche da privati con il finanziamento FESR sono dichiarate ammissibili ai fini dell’accreditamento”. Quando tu aggiungi “e qualificate per l’ottenimento”, invece quelle sono realizzate con il finanziamento FESR. Non c’è un finanziamento successivo… E no. Io mica conosco l’esigenza. Io non sono contro, però fate una norma che sia leggibile. Voi conoscete la situazione, scrivetelo bene: questo vi voglio dire. Poi, alla fine io lo voto. Però, scrivetelo bene. Siccome io non conosco qual è il problema sul territorio, si rischia di scrivere delle sciocchezze. Però, si sappia che non è solo il pubblico, anche perché il pubblico non è che avrebbe bisogno tanto di una norma. Si tratta di quelle strutture… Nel tempo cioè sono stati finanziati dei privati con fondi FESR per attuare l’infrastrutturazione sociosanitaria. Ora, questo valeva soprattutto sul tema degli anziani: lo vogliamo qualificare? Scriviamo che questo vale anche affinché siano utilizzate per l’autismo, scrivi una cosa del genere, aggiustatelo bene. Capito, Rocco?
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, presidente Zullo.
Consigliere Lacatena, prego.
Speaker : LACATENA.
Ringrazio il presidente Zullo per le segnalazioni. L’obiettivo è quello di mettere in moto una struttura, o delle strutture che ci sono in Puglia, che sono state finanziate con i fondi FESR, sono attive, ma purtroppo non possono essere autorizzate allo svolgimento della funzione per la quale sono state bandite, in quanto è sopravvenuta la normativa che ha limitato l’autorizzabilità di queste strutture ai soli capoluoghi di provincia. Per rompere questo paradosso, si è pensato di consentire a quelle strutture che hanno avuto soldi pubblici, che sono pubbliche, di poter attivare le loro autorizzazioni, che oggi sarebbero bloccate dal Regolamento che stiamo provando ad emendare.
Vista però l’esperienza che avete, io non ho nessun problema a modificarlo in maniera tale da poter traguardare l’obiettivo, che è un obiettivo di evidente natura pubblica, perché queste strutture… Per esempio, ne abbiamo una sul mio territorio che sono tre anni che è finita alle attrezzature, ma non può essere autorizzata in ragione dei limiti della legge, perché è previsto che queste strutture per l’autismo, e credo che sia dilagante, il fenomeno, e noto a tutti, non possono essere attivate poiché non rientrano nel fabbisogno perché limitate dalla legge.
Questa è la sostanza: il 60-quater, infatti, giusto per entrare un po’ più nel merito, è stato introdotto successivamente all’avvio della procedura del finanziamento di questo intervento. Si pensava, quindi, insieme agli uffici, di ragionare in questi termini.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, presidente Zullo.
Speaker : ZULLO.
Io ritengo che bisogna agire sul comma 6 di quell’articolo, perché il comma 7 si riferisce a quelle strutture indicate nel precedente comma 6. Ora, nel comma 6 bisognerebbe inserire “strutture finanziate con i fondi FESR da qualificare per l’autismo”. Quello è, per l’autorizzazione al funzionamento, l’articolo successivo, però aggiustate.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Zullo.
La parola al Presidente Amati, prego.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente.
Non so se sbaglio, ma ho letto l’emendamento che dice al comma settimo dell’articolo 29, dopo le parole "delle strutture realizzate ai sensi..." sono aggiunte, ma se vado al comma 7 dell’articolo 29, io non trovo le parole in sequenza alle quali dovremmo aggiungere ciò che propone il collega Lacatena. Dove stanno? Al comma settimo dell’articolo 29, dove?
Lui non dice dopo FESR, dice "le strutture realizzate ai sensi del Regolamento 4 con il contributo del FESR", che qui non c’è. Sto attingendo dal portale del Consiglio regionale sul testo vigente.
Poi si aggiunge la qualificazione ai fini FESR, che è un concetto che francamente non riesco ad afferrare che significa. Questo facendo una premessa, perché l’esigenza mi sembra giusta, quindi che significa la qualificazione? Dopo aver capito innanzitutto in che contesto siamo, perché il comma 7 dell’articolo 29 è una norma transitoria, cioè regola un fatto transitorio, non regola un fatto strutturale di quella disciplina, invece mi pare di capire che il collega proponente vorrebbe appagare il fabbisogno per l’autismo giustamente attraverso queste strutture che sono state realizzate – immagino - con i fondi FESR, anche se poi leggo "qualificati ai fini dell’ottenimento dei fondi FESR" e lì mi perdo, perché non riesco a cogliere la questione della qualificazione.
Quindi, per quanto sia stata spiegata dal collega Lacatena la finalità concreta, che mi pare condivisibile, ma da un punto di vista testuale io ho difficoltà a interpretare, perché di qui ne potrebbero derivare, lo dico in particolare all’assessore, due questioni subito. Innanzitutto la questione del fabbisogno complessivo, perché nel momento in cui abiliti allo svolgimento di un servizio e ripeto quel servizio è indispensabile, c’è una questione del fabbisogno. Poi c’è un’altra questione, assessore, su cui avrei bisogno di un chiarimento. Se sono state strutture finanziate con il FESR vuol dire che sono state finanziate per quella finalità indicata dal FESR. Vorrei sapere se ci sono problemi di certificazione, perché poi potrebbero esserci problemi di certificazione, perché se non cambiamo la destinazione e magari non sono trascorsi tutti gli anni e già lì bisognerebbe fare una distinzione, bisognerebbe capire per quelli che sono trascorsi gli anni e per quelli che non sono trascorsi. Insomma, queste due questioni sono questioni rilevanti, ma proprio per far raggiungere il fine che il collega Lacatena vorrebbe raggiungere, perché altrimenti se scriviamo una cosa e non raggiungiamo il fine abbiamo perso tempo e credo senza nessun profitto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Palese. Prego.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Grazie, Presidente.
A me è stata spiegata la finalità. L’emendamento è stato dato nella mattinata. Mi sono confrontato con la struttura, con il Dipartimento e sostanzialmente la finalità è condivisibile da parte del Dipartimento. Le dico subito una cosa di cui è bene che il Consiglio prenda coscienza sulla situazione del sociosanitario. Si sono instaurati una serie enorme di diritti soggettivi di terzi che hanno presentato domande, perché se non ci fosse questa circostanza e questo dato tutto quello che è regolamentato sul sociosanitario andrebbe abrogato e riscritto totalmente nuovamente. Questo è quello che è successo in questa Regione. Tutto ciò che è regolamentato all’interno dei servizi sociosanitari per l’erogazione di queste prestazioni, autorizzazioni, accreditamenti, verifiche e quant’altro andrebbe riscritto da cima a fondo. Questo, purtroppo, non è possibile perché si sono instaurati diritti di terzi per chi ha presentato domanda, per chi ha fatto questo, eccetera.
C’è un ingarbugliamento all’interno di questi regolamenti che è stato creato dalle strutture tecniche. La politica poi non ho idea di quanto abbia influito. Orientarsi pressoché impossibile.
Noi quindi dobbiamo cercare in tutti i modi, in tutte le maniere, e io come Governo regionale, a non complicare ulteriormente quello che già si è complicato. Invito quindi il consigliere Lacatena a ritirare questo emendamento, o a sospenderlo, con l’impegno, da parte del Governo regionale, di cercare di risolvere questo problema.
Cara Presidente, anche questo è un altro argomento, un altro profilo. Infatti, se c’è questa esigenza, il Dipartimento è tenuto ad informare l’assessore che c’è questa esigenza sull’autismo. Io so che genericamente c’è il problema sull’assistenza all’autismo; che il fabbisogno delineato è enorme e che le strutture sono insufficienti…
Speaker : PRESIDENTE.
È notevolmente superiore alle strutture…
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Ma occorre anche che ci sia una formulazione, una proposta da parte delle strutture, mettendo nelle condizioni l’assessore di produrre le correzioni di questo tipo di situazione per poterlo verificare. Alla fine, il consigliere Lacatena, svolgendo legittimamente il suo ruolo di tutela del territorio e dei problemi del territorio, ha cercato, ha tentato, attraverso questo emendamento, di risolvere questo problema.
Ci rendiamo conto un po’ tutti, perché abbiamo dei dubbi, che forse che non lo risolve, ma che addirittura lo complica ulteriormente. Io posso semplicemente garantire al consigliere Lacatena di impegnarmi nei confronti del Consiglio regionale a prendere atto del problema esistente e di produrre, in un prossimo provvedimento, un emendamento con cui si dà questa certezza in un contesto generale che deve avere una tenuta diversa, una tenuta che riguarda la destinazione d’uso. Su quella non penso che ci siano grandi problemi, perché sempre di prestazioni sociosanitarie si tratta. Se quindi il programma, all’interno del FESR, era l’erogazione di prestazioni sociosanitarie, l’autismo rientra a pieno titolo.
Detto questo, però, se questo problema si supera, diverso è il problema invece di incastonarlo in un sistema autorizzativo, visto che è pubblica, visto che ci sono risorse pubbliche, visto che c’è il fabbisogno, visto che l’autismo è un problema di assistenza e quant’altro, dare l’accreditamento in via automatica. Di questo si tratta.
Io non immagino che in questo Consiglio regionale possa esserci una voce che possa essere dissenziente rispetto a questa esigenza, però va scritto nelle forme dovute. Altrimenti, creeremo problemi su problemi.
Per questo io prego il consigliere che Lacatena, al momento, di sospenderlo o di ritirarlo. Io me ne faccio carico: perché va scritto in maniera diversa molto probabilmente questo dato e attendo le decisioni del proponente.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Consigliere Lacatena, mi sembra che l’assessore Palese sia stato molto chiaro.
Speaker : LACATENA.
Io condivido quello che ha detto l’assessore, però la questione è abbastanza complessa.
Speaker : PRESIDENTE.
Scusi un attimo, devo informarvi che purtroppo fino all’ultimo momento, fino ad ora sono stati presentati emendamenti sulla legge sul Piano casa, la presentazione di emendamenti su una normativa così complessa fino all’ultimo momento, però, rende difficile la valutazione da parte degli uffici e dell’assessorato, per cui è bloccata la presentazione di emendamenti ulteriori sul Piano casa.
Questo è il limite, da ora in poi non se ne possono depositare più.
Prego, consigliere Lacatena, mi scusi, ma era necessario.
Speaker : LACATENA.
Allora, ho ascoltato con piacere la disponibilità dell’assessore Palese, però la vicenda è un po’ più complessa. Cosa è successo in questo caso (così il Consiglio regionale è edotto)? Che il Comune di Monopoli, o meglio l’Ambito del nostro Comune ha fatto una procedura di gara, si è candidato al finanziamento FESR quando non esisteva ancora la classificazione delle strutture per autistici. Per chi conosce la materia, nel regolamento c’è il famoso 60-quater, che disciplina in maniera specifica queste strutture.
Il Comune di Monopoli, però, l’Ambito, nel candidarsi al finanziamento, ha specificato in tutti gli atti che si trattava di un intervento destinato agli autistici, quindi al netto della regolamentazione che in quel momento non c’era, perché c’era soltanto la disciplina del 60 e non c’era il 60-quater, quindi era inevitabile inserirli in quella classificazione, tutta la gara, tutto il bando, tutto il FESR (quindi non si pone il problema di certificazione che ha posto il collega Amati, perché non conosceva la questione, giustamente ha posto un quesito importante), il FESR è stato finanziato per la realizzazione di una struttura per autistici.
Il problema si pone esclusivamente a livello autorizzativo, perché, successivamente all’indizione della gara per l’affidamento della struttura, è entrato in vigore il famoso articolo 60-quater del Regolamento, che ha disciplinato in maniera specifica i Centri per autismo e ha specificato altresì che possono essere presenti esclusivamente nei capoluoghi di Provincia. Tradotto, stiamo dicendo alla mano destra che non sa quello che ha combinato la mano sinistra, perché la Regione ci ha finanziato l’intervento, l’Ambito ha fatto la gara per fare il Centro per autistici e noi abbiamo oggi la Regione che giustamente, alla luce della normativa cogente, non può autorizzare il Centro.
Con questo emendamento cosa stiamo dicendo, e lo rispedisco. Stiamo dicendo che tutte le strutture che si sono candidate al FESR, ecco perché c’è l’indicazione specifica, che hanno previsto nella progettualità del FESR una determinata fattispecie, in questo caso il Centro per l’autismo, possano ottenere l’autorizzazione. Punto. Noi vogliamo garantire a questa struttura il funzionamento, perché sono solo tre anni che è buttata lì e sono buttati i soldi del FESR e non offriamo un’assistenza adeguata a un territorio che non è solo il Comune di Monopoli, c’è anche il Comune di Conversano e Polignano, che ci manda abbastanza in sofferenza, oltre che essere una porcata tenere una struttura chiusa. Quindi, l’intendimento è quello di consentire agli uffici di fare una semplice autorizzazione, non si sta chiedendo niente di più e niente di meno, rispetto a un finanziamento che ha previsto che lì fosse realizzata una struttura per autistici. Quindi, il FESR, la giusta osservazione che ha fatto il collega Amati è pertinentissima perché se io ti ho finanziato per fare una cosa, tu non puoi fare un’altra nei successivi cinque anni, in tutti i capitolati di gara è previsto che venisse realizzato un centro per autistici. Quindi, capisco le perplessità e sono pronto ad accettare i suggerimenti. Io al massimo sospenderei ora l’emendamento, ma lo vorrei chiudere oggi, assessore. Quindi, se ci riusciamo nelle more della seduta, consiliare a trovare una soluzione… Lo votiamo così? Perfetto. Io lo lascerei in votazione. Credo di essere stato abbastanza chiaro. Difficilmente mi soffermo a parlare di una questione specifica, però grida vendetta questa cosa, assessore. Grida vendetta perché sono tre o quattro anni che stiamo rasentando il ridicolo tra ambito che ci dice una cosa, i servizi sociali che ci dicono un’altra cosa, la grande disponibilità degli uffici regionali che vogliono provare ad aprire questo centro, abbiamo bambini e persone che hanno bisogno di assistenza e abbiamo i centri buttati. Questa cosa non è più sostenibile per chi, come noi, fa politica tutti i giorni e cerca di rappresentare anche le fasce più deboli delle nostre comunità.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Presidente Amati, prego.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente. Qui dobbiamo chiarire una cosa. Noi lo votiamo perché le perplessità che abbiamo sollevato noi dovrebbero essere perplessità… Qui non è che abbiamo invertito i compiti, cioè la funzione dei politici viene svolta dai dirigenti e la funzione dei dirigenti viene svolta dai politici.
Abbiamo posto due questioni a tutela della burocrazia regionale. Allora uno si aspetta che tutti i dirigenti dovrebbero stare, come è loro dovere, presenti qua in Consiglio, anche con riferimento alle questioni poste all’ordine del giorno. Scusate un attimo. Scusate un attimo. L’assessore ha dato una risposta, ma è una risposta politica. Noi abbiamo posto dei problemi tecnici, ma non c’è nessuno. Nessuno sa suggerire all’assessore la questione tecnica che abbiamo posto. Siccome noi fino a un certo punto possiamo supplire al lavoro dei dirigenti. Noi lo votiamo perché ci piace l’intendimento.
Però una cosa deve essere chiara, se mi fate finire: non è che alla fine del Consiglio regionale, chiamano i dirigenti dicendo “ma che cosa avete fatto?”, perché tra l’altro c’è anche questa supponenza di fare la giuria, di sollevare le bandierine, se abbiamo fatto bene o abbiamo fatto male. Abbiamo posto due questioni. Noi vogliamo votarla perché l’esigenza è un’esigenza sacrosanta. A tutela della struttura burocratica abbiamo posto una questione il collega Zullo e 1,5 io: possiamo sapere, dai dirigenti, suggerendolo all’assessore, affinché possa rendere più esplicito il suo parere, favorevole o contrario, alle signorie loro? Possiamo chiedere eventualmente qualche suggerimento affinché noi non assumiamo una decisione, che è una decisione che poi non raggiunge la finalità del collega Lacatena? Questa è la domanda.
Perché se poi non possiamo perché non c’è nessuno, o perché ci sono tante altre cose da fare, compreso il niente, per alcuni, noi andiamo avanti, lo votiamo e poi sono fatti loro. Questo è un punto veramente politico. Io, per esempio, sono stufo di svolgere funzioni surrogatorie dei dirigenti, che tranne qualcuno, dovrebbero stare qui, presenti – tra l’altro, lo dice pure il Regolamento – in applicazione a Regolamenti. Sono così bravi nell’indicare la virgola che non è rispettato… Dovrebbero essere presenti, invece non ci sono.
Questo è un problema. Dopodiché, lo dico all’assessore: assessore, non si impelaghi in un lavoro che non è il nostro. Se loro non sono nelle condizioni di dare un suggerimento tecnico che può essere utile, noi votiamo a favore, poi sono fatti loro.
Questo, Presidente del Consiglio, vale per questo caso; ma vale per tutti i casi in cui questo Consiglio regionale va allo sbaraglio per questa mancanza. Non vi dico quando facciamo la Commissione bilancio, per il bilancio, dove non ci sono, bisogna attenderli, pregarli per la refertazione tecnica; e potrei dilungarmi su questa questione.
Ma questo è il nodo tecnico: o lo risolviamo rapidamente, e l’assessore ci comunica; oppure noi lo votiamo. Non è che vogliamo passare per insensibili sull’autismo, noi che stiamo passando tutta la legislatura ad occuparci delle malattie e della sofferenza.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, presidente Amati.
Prego, presidente Tutelo… Lascia la parola all’assessore? Prego, assessore.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Grazie.
Ad onor del vero, il Consiglio, Presidente, mi consentirà per questa breve esperienza che io sto facendo di notare che qualche problema nell’attuale strutturazione della gerarchia tra il potere politico e il potere burocratico in questa Regione si pone.
Si pone perché si sono invertiti completamente i ruoli, totalmente, nel senso che è vero che la Bassanini e altre leggi dividono le competenze tra l’indirizzo politico e l’indirizzo gestionale, però qui qualcosa va rivisto, perché l’attuale sistema dei Dipartimenti non funziona come dovrebbe funzionare, a mio avviso, non funziona in maniera equilibrata (nessuno vuole limitare una cosa rispetto all’altro), e bisogna dirlo chiaramente, perché, se non si dice chiaramente, aggraviamo il problema, cioè i regolamenti del sociosanitario sembrano fatti per non dare delle autorizzazioni, non per darle.
Questo quindi non è un problema di natura politica, è un problema che va sanato, come stiamo tentando di fare. Nello specifico, è fin troppo evidente che, se non ci fossero tutti i Regolamenti, ci sarebbe da fare un emendamento di quattro parole, dicendo che le strutture dei Comuni a, b, c sono autorizzate all’erogazione delle prestazioni dell’autismo, che è la cosa più semplice di questo mondo.
Dobbiamo vedere quanto questo confligga con l’attuale impostazione della regolamentazione in atto. Per questo motivo io mi sono premurato di far venire presso la sede dell’Aula regionale (penso che stia arrivando) la dirigente preposta, in maniera tale che possa risolvere questo problema, perché è un problema che va risolto e, siccome di tempo se ne perde tanto, la mia proposta è di fermare che i lavori di questo Consiglio, cara Presidente, perché sono più importanti le strutture pubbliche ferme da tre anni, come dice Lacatena, come altre che ci sono, e staremo qui un po’ di tempo in più, ma oggi abbiamo il sacrosanto dovere di risolvere questo problema sia per la tutela delle risorse pubbliche, sia perché ci sono tanti bambini autistici che necessitano di questa semplice autorizzazione e accreditamento in via automatica, che questo Consiglio può fare e secondo me è tenuto a fare in maniera che corretta.
Questo in maniera tale che non possano essere creati problemi che su problemi e aggiungere un altro profilo all’interno delle modifiche di questi Regolamenti, con un unico risultato, che magari il Consiglio, come dice il Presidente Amati, lo può anche votare, ma se poi non raggiungiamo l’obiettivo rispetto all’autorizzazione e all’accreditamento in via automatica di queste strutture e quant’altro, perché trattasi di strutture pubbliche, di patrimonio pubblico, di proprietà pubblica e quant’altro, non abbiamo raggiunto l’obiettivo. Quindi, sommessamente, Presidente, io penso che sia il caso di attendere… Mi risulta che sta nei pressi del Consiglio. A lei e all’Assemblea, ovviamente, spetta la decisione. Io posso semplicemente suggerire questa proposta.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, assessore Palese.
Io ho altri iscritti a parlare, il Presidente Zullo e il consigliere Tutolo, ma ho la richiesta di sospensione del Consiglio per attendere il parere del dirigente.
Potete intervenire. Benissimo. Siamo d’accordo.
Prego, consigliere Tutolo. No, prima il Presidente Zullo.
Speaker : ZULLO.
Grazie, Presidente.
L’assessore Palese mi ha preceduto. Io volevo dire le stesse cose. Sul piano politico abbiamo capito che c’è bisogno di una norma. Il problema è fare una buona norma che sia compresa, che sia attuabile, praticabile e che dia una fattibilità. Se noi facciamo una norma e, come qualcuno diceva, la votiamo e poi non produce effetti, penso che non faremmo un buon servizio per noi stessi e anche per i bambini che soffrono.
Quello che diceva l’assessore Palese per me è Ave Maria. Assessore, la ringrazio che ha posto una questione che noi poniamo da tempo. Ho sempre detto che si rischia, senza nessuna offesa, non voglio che qualcuno si offenda, si rischia che gli assessori siano degli orpelli, dei soprammobili in questa Regione. Lei ha avvalorato questa mia tesi. L’assessore Palese dice parole logiche, parole sensate: “Scusate, ci fermiamo. Andiamo avanti con un altro provvedimento…”. Non sorrida. Mi ha sentito sempre parlare in questo modo.
Traduciamo perché l’interpretazione… Dice che si sono ribaltati i ruoli, che i tecnici comandano di più e fanno quello che deve fare la politica. Non vi offendete, io lo sto facendo a vostra difesa, sto valorizzando il vostro ruolo. Prego.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, presidente Zullo, continui.
Speaker : ZULLO.
Dicevo: fermiamoci, aspettiamo che arrivino i dirigenti. Si mettano Lacatena, Amati, i giuristi, facciano una buona norma e andiamo avanti. Nel frattempo, esaminiamo qualche altro argomento, Presidente. Il tempo è oro.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Consigliere Tutolo, presidente Tutolo, prego.
Speaker : TUTOLO.
Grazie, Presidente.
Io volevo semplicemente… Resto sorpreso da un particolare dell’intervento del consigliere Lacatena. Mi è sembrato di capire che il Regolamento prevede che i centri per l’autismo possano essere aperti soltanto nei capoluoghi di provincia. Se è questa la previsione regolamentare, io credo che vada anche modificata, questa cosa: non capisco qual è la ragione per la quale solo nei capoluoghi di provincia possano esistere dei centri per l’autismo.
Se qualcuno me lo spiega, me ne posso anche fare una ragione, se c’è un motivo… Diversamente, credo che ci sia un errore grossolano in quel Regolamento. Perché vietare la possibilità in qualsiasi altro centro, di poter dare quella offerta di salute? Vi chiedo la gentilezza quindi intanto di chiarire anche questo aspetto a me personalmente, e quando magari verrà il dirigente, lo ribadirò, per comprendere se è reale, questo vincolo. E poi, evidentemente, per condividere anche con voi, se non adesso, immediatamente dopo, nel prossimo Consiglio, magari eliminare questa stortura enorme, credo.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Assessore Palese, credo che non fosse previsto un suo intervento. Non si è prenotato.
Vogliamo sospendere per venti minuti, il tempo di… Li abbiamo già fatti. Che vogliamo fare, sospendiamo?
Prego, assessore.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Presidente, capisco lo spirito di chi ha proposto una votazione immediata, è arrivata peraltro la dirigente, però che prudentemente non consiglio, non avendo la certezza che quell’emendamento raggiunga l’obiettivo che ha posto il consigliere Lacatena, non avendo questa certezza comprendo e capisco, ma non è prudente aggiungere un eventuale, potenziale altro ostacolo all’ottenimento dell’obiettivo.
Speaker : PRESIDENTE.
La dirigente è qui in ogni caso, quindi potete parlarne tranquillamente.
Passiamo all’esame degli altri emendamenti sulla stessa legge e do perciò la parola al Presidente Bellomo, che me l’aveva chiesta sugli altri emendamenti che lui stesso ha presentato. Prego.
Nel frattempo però, assessore, la prego di definire la questione. Prego.
Che è successo al microfono del Presidente Bellomo, si rifiuta di farla parlare oggi?
Speaker : BELLOMO.
Allora, Presidente, io ritiro i miei emendamenti a questa legge, perché poi presenterò gli stessi emendamenti per renderli più compatibili alla legge posta all’ordine del giorno n. 11, che è la legge sul Piano casa presentata dal collega Amati.
Ho già provveduto a fare in modo che questi emendamenti appartengano a quella legge, però formalmente il ritiro da questa.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene, quindi questi emendamenti lei li ritira e sono per precisione (lo dico per conoscenza di tutti) gli emendamenti che vanno dal n. 2 al n. 9. Sono ritirati, saranno ripresentati in maniera però coordinata e coerente con la proposta di legge incardinata al n. 11.
Stiamo discutendo adesso invece dell’emendamento n. 10, su cui c’è un dialogo, una discussione alla presenza della dirigente. Vi chiedo qualche minuto di pazienza, di sospensione del Consiglio. Se voi ritenete, sospendiamo mezz’ora. Utilizzate questa mezz’ora e riprendiamo.
Il Consiglio è sospeso. Riprendiamo tra venti minuti.
Sono le ore 13.50. Riprendiamo alle 14.15.
Alle 14.15 si riprende l’attività del Consiglio.
(La seduta è sospesa)
Riprendiamo la seduta.
L’assessore Palese? Non lo vedo. Attendiamo.
Assessore, siamo pronti?
Prego, assessore… Non ci possono essere due sedute contemporanee. Oggi era convocato il Consiglio, quindi le devo chiedere a che punto siete con la definizione di quella… C’è un subemendamento. È già depositato. Assessore, se vuole venire qui, magari?
Il subemendamento all’emendamento n. 10 dice – lo leggo? Volete che lo legga? – “all’articolo 29 della legge regionale n. 9 del 17 sostituire le parole ‘al comma 7 dalle strutture high technology’ con le seguenti: ‘le strutture sociosanitarie pubbliche realizzate ai sensi del Regolamento regionale n. 4 del 2007 con il contributo del FESR, anche quelle qualificate all’ottenimento del medesimo finanziamento FESR come strutture per l’autismo, rientrano nel relativo fabbisogno, anche se in esubero ai fini dell’autorizzazione all’esercizio e all’accreditamento’”. Va bene così? Va bene. Okay. prego Assessore.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Grazie, Presidente.
Io chiaramente sono a favore, ma ho chiesto di parlare per significare che avevo preannunciato che sarebbe stato sufficiente, se quello era l’intendimento, un emendamento secco, con cui si si scrive in maniera semplice, senza ingarbugliare e raccordarsi, che quella fattispecie, richiamata dal consigliere Lacatena e da tanti altri consiglieri regionali, ha l’accreditamento, al di là di fabbisogni e quant’altro, perché trattasi di patrimonio pubblico, trattasi di struttura realizzata con risorse pubbliche, che si ha la fortuna di realizzare, perché non sempre si realizzano perché ci sono intoppi burocratici di ogni genere e grado, si ha la possibilità di realizzare, non possono rimanere...
Speaker : PRESIDENTE.
È chiaro, quindi il suo parere è favorevole.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
È favorevole al subemendamento, fatto in maniera semplice, perfetto, che raggiungerà sicuramente l’obiettivo che ognuno dei consiglieri regionali, a partire dal proponente, si era prefissato.
Speaker : PRESIDENTE.
La votazione è aperta.
Prego, presidente Tutolo.
Speaker : TUTOLO.
Io non avrei molto da dire, anzi non avrei nulla da dire, ma prima di passare alla votazione vorrei vedere se ci siamo, perché non vorrei che sospendessimo e si bloccasse tutto, quindi se facciamo un conticino prima, credo che sia nell’interesse di tutti.
L’auspicio è che sia votato all’unanimità, perché credo che sia assolutamente importante l’argomento presentato dal consigliere Lacatena, quindi non ho dubbi che tutti, indipendentemente dal colore e dalle posizioni, daranno il loro apporto, credo che il numero adesso ci sia.
È chiaro che il problema dell’autismo è un problema molto sentito e ci sono veramente tante richieste in tutti i territori, quindi è veramente un argomento da affrontare e da risolvere oggi, non un altro giorno. Uno ne manca. È arrivato.
Speaker : PRESIDENTE.
Votiamo.
La votazione è aperta sul subemendamento. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
Il subemendamento è approvato, quindi l’emendamento è decaduto, superato.
Adesso c’è l’emendamento articolo aggiuntivo, l’emendamento numero 11 del Presidente Caracciolo: “Le cooperative di autocostruzione possono essere iscritte all’Albo regionale previsto dall’articolo 5 della legge regionale n. 23 del 2014, purché in possesso dei requisiti prescritti dalla stessa legge per l’ammissione”. Ci sono interventi? No. Il parere del Governo? C’è qualcuno per il Governo? È precedente sempre. È caricato. Numero 11. Io l’ho letto.
Chi è l’assessore di riferimento di questo emendamento, Presidente Caracciolo?
È tuo questo emendamento? Le cooperative di autocostruzione. È di Caracciolo, però riguarda una materia tua. Per attendere il parere del Governo. Non lo conosco. Non conosco quella norma. Chiedo scusa, presidente Caracciolo: per evitare l’impasse, non abbiamo un… Presidente Caracciolo, chiedo scusa, su questo emendamento chi si deve esprimere del Governo? L’Urbanistica. Prego… Okay.
Cortesemente, vogliamo esplicitare le ragioni direttamente e pubblicamente, in maniera tale da far comprendere a tutti i consiglieri? Assessore, l’emendamento è stato caricato agli atti del Consiglio un po’ di giorni fa e adesso deve essere illustrato. Il parere del Governo quindi deve essere sull’emendamento.
Io non conosco, non ho a disposizione l’articolo 5 della legge regionale 23. Presidente Caracciolo, vuole illustrare l’emendamento?
Presidente Amati, prego. Ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Speaker : AMATI.
C’è una legge regionale, la legge regionale – sto recuperando gli atti – n. 23/2014 che istituisce l’Albo regionale delle cooperative di comunità, perché questa è una legge sulle cooperative di comunità.
Con l’emendamento si chiede di iscrivere presso quell’Albo, sussistendo i requisiti richiesti da quella legge, delle cooperative di autocostruzione.
Questa questione è stata già posta e approvata da un’altra Regione, se non ricordo male l’Umbria, è stata anche sottoposta ad un giudizio di costituzionalità e la Corte ha affermato la possibilità per le cooperative di comunità di essere costituite o come cooperative sociali o come imprese sociali, in virtù di tanto, quindi, offrendo la possibilità di essere iscritte in quell’Albo. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Quindi, Presidente Amati, scusi, mi hanno distratta, l’Albo è quello delle cooperative di comunità, le cooperative di autocostruzione non sono cooperative di comunità, però si chiede che siano iscritte nell’Albo delle cooperative di comunità?
Vuole confrontarsi con i suoi uffici e la rivediamo tra un momento? Allora si confronti con i suoi uffici e la rivediamo tra un momento.
Adesso dobbiamo sospendere quindi l’approvazione della legge definitiva, in attesa che ci sia questa delucidazione, questo parere del Governo, ma continuiamo con la prossima legge.
La prossima legge è la n. 9: "Modifiche alla legge regionale 29 giugno 2018, n. 29 - Norme in materia per le politiche attive del lavoro e per il contrasto al lavoro nero".
Sono stati presentati su questa proposta di legge alcuni emendamenti.
No, non abbiamo votato, abbiamo sospeso in attesa che il Governo ci esprime il parere su un emendamento che non era di conoscenza.
Presidente Tammacco, sulla legge che stiamo trattando?
Speaker : TAMMACCO.
È una mozione d’ordine, Presidente.
PRESIDENTE. Prego.
TAMMACCO. Certo, perché qui iniziamo e non chiudiamo, iniziamo e non chiudiamo, quindi non riusciamo a portare a termine i vari provvedimenti. Non c’è anche o almeno io non riscontro l’inizio e la fine di un argomento. Iniziamo, poi dobbiamo riprendere l’argomento, poi uno manca…
Speaker : PRESIDENTE.
Non mettiamo confusione sulla confusione. Noi stiamo esaminando un emendamento che è stato appena illustrato. Sull’emendamento abbiamo bisogno del parere del Governo. Il Governo ha chiesto di fare una verifica perché non aveva visto l’emendamento e ha bisogno, per esprimere il parere, di capire se può concederlo positivo o no.
Speaker : TAMMACCO.
Presidente, questa cosa mi rabbrividisce un po’. Sa perché? Perché sono arrivati gli ultimi emendamenti di cui lei ha parlato, quelli sul Piano Casa. Quindi, non so se poi il Governo sarà in grado di rispondere su questi emendamenti. Per cui, siccome noi rimaniamo in Aula ecco lì la mia richiesta di…
Siccome questo discorso ci porterà via molto, molto tempo e ho timore diciamo che una legge così importante, che tutti i Comuni e i cittadini stanno attendendo, io le chiedo, così come era già previsto con l’anticipazione dal numero 6) insieme al numero 11), di anticipare questo Piano Casa e di iniziare a trattare ora il Piano Casa, quindi sui punti 11) e 6) combinati.
Se non è possibile, non è possibile.
Speaker : PRESIDENTE.
È una mozione sull’ordine dei lavori. Non posso decidere io. La dobbiamo mettere ai voti.
Speaker : TAMMACCO
La mettete ai voti.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Presidente Tammacco ha fatto una mozione sull’ordine dei lavori. Chiede che si anticipi la legge n. 11) rispetto alla legge numero 9), proposta di legge n. 11) rispetto alla proposta di legge n. 9), come peraltro avevamo condiviso quando abbiamo trattato la legge n. 6). Chi è favorevole? Si esprime contro? Perché è favorevole. Prego, Presidente Bellomo. Sospendiamo la votazione. Prego.
Presidente Amati, aveva chiesto di intervenire? Io non ho visto. No. Prego, Presidente Bellomo.
Speaker : BELLOMO.
Grazie, Presidente. Noi non possiamo prendere degli impegni e poi nuovamente in Aula non mantenerli. Ci eravamo detti tempo fa che quello che decideva la Conferenza dei Capigruppo poi l’Aula non lo doveva sovvertire. Bene. Quindi, abbiamo preso la decisione nella Conferenza dei Capigruppo di seguire l’ordine del giorno così come rappresentato, quindi è stata assunta questa decisione. In Aula quindi non si può venire oggi e dire: votiamo la n. 11 prima della n. 8, votiamo la n. 16 dopo la n. 1, eccetera.
Abbiamo fatto anche una lunga discussione, Presidente, in Conferenza dei Capigruppo, e c’era un impegno, morale, oltre che effettivo, di dare dignità alla Conferenza dei Capigruppo. Tant’è che il collega Zullo, all’interno di quella Conferenza disse: se ha significato farla, questa Conferenza, la facciamo; altrimenti, non ne facciamo più, veniamo in Aula, e ognuno, per qualsivoglia ragione, per l’articolo 46 del Regolamento, per qualsiasi altra ragione, si può alzare, i numeri nella maggioranza ci sono, e fate quello che volete.
Avevamo preso un impegno; il Capogruppo del PD ha preso un impegno solenne, su questo punto. Io quindi mi rimetto alla maggioranza e ad ogni singolo consigliere: altrimenti, è lo strumento per fare quello che si vuole.
Io non vengo più in Conferenza dei Capigruppo, signor Presidente. Tutte le leggi sono urgenti: anche la n. 8 è urgente, sono tutte urgenti. Se quindi ci siamo messi d’accordo… Io per venire incontro alle esigenze ho detto: la mia legge sul Piano casa, che era al punto n. 6, l’ho ritirata dal punto n. 6 e la mettiamo come emendamento al n. 11; quando arriveremo all’ordine del giorno al punto n. 11 faremo la legge sul Piano casa. Dobbiamo stare fino a mezzanotte? Stiamo fino a mezzanotte.
Questo ci eravamo detti. Chiedo davvero l’intervento di tutta la maggioranza, del Capogruppo del PD, che è il Gruppo più grosso, affinché questo impegno venga rispettato. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Tammacco, prego.
Speaker : TAMMACCO.
Forse mi sono spiegato male.
Nella Conferenza dei Capigruppo avevamo anticipato il Piano casa come punti n. 6 e n. 11 insieme.
Speaker : PRESIDENTE.
Sì, è così, proprio su sua richiesta.
Speaker : TAMMACCO.
Presidente, se dobbiamo farne una questione politica, possiamo fare una questione politica. Io sto dicendo solo che ricordo, poi posso sbagliare e mi smentirete tutti, che come primo punto, dopo il n. 8 c’era il punto n. 6, che era quello di Paolicelli, rinviato. Siccome c’erano degli emendamenti erano se n. 6 e n. 11. Siccome lei sta ponendo un problema della Conferenza Capigruppo, eccetera, non è questo il problema.
Io sono d’accordo con lei che ciò che viene deciso nella Conferenza dei Capigruppo sia rispettato. Ora, siccome c’erano il punto n. 6 e il punto n. 11 insieme ed era il primo argomento, poi è stato il secondo, si è cambiato in Aula togliendo il 6 e riportando l’11. Non so se sono stato chiaro.
Io sto chiedendo: si può fare l’11, considerato che il 6 va associato, sì o no? Confermiamo la Capigruppo o modifichiamo? Perché quello che lei propone è la modifica di ciò che è stato proposto nella riunione dei Capigruppo. Stiamo dicendo la stessa cosa.
Speaker : PRESIDENTE.
Però chiudiamo, non possiamo fare questo dibattito a due, decidiamo, anche io avevo capito che la 6 e la 11 si trattavano insieme sinceramente, però, se c’è stato un disguido, siamo qui, ma non c’entra la Conferenza dei Capigruppo, il valore della Conferenza dei Capigruppo lo rispettiamo tutti.
C’è qualche video (lo dico per i funzionari), c’è qualche schermo che riporta una voce audio che viene da altre parti, da altre sale, quindi se ci fate la cortesia di controllare...
Prego, Presidente Bellomo.
Speaker : BELLOMO.
Avevamo detto che li trattavano insieme nel momento in cui al punto 6 vi era la mia legge sul Piano casa, ma che l’avremmo fatta, allora io ho acconsentito, sempre seguendo l’ordine del giorno, a fare la 6 insieme alla 11, quando arrivava il tempo della 11, quindi oggi non sto cambiando, questa è stata la decisione all’interno della Conferenza dei Capigruppo.
Oggi, per agevolare ancora di più i lavori dell’Aula, ho ritirato tutti gli emendamenti al punto dell’ordine del giorno n. 6, che quindi non prevede alcuna discussione sul Piano di rigenerazione urbana, ecosistema, casa o come la vogliamo chiamare, perché gli emendamenti saranno fatti al punto n. 11, quindi la Conferenza ha detto che noi dobbiamo seguire pedissequamente l’ordine del giorno, quindi la prossima legge è la n. 8, che è quella relativa all’ARPA.
Questo è il mio ricordo e credo sia quello esatto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Ritira la mozione.
L’assessora è pronta a rispondere, a dare il parere del Governo sull’emendamento articolo aggiuntivo Caracciolo alla PDL 406. Lo dico per il verbale, assessore, faccio la sintesi, così non ci si confonde. Prego.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Eccomi. Forse la competenza non è dell’urbanistica, lo dico così, però comunque ho fatto fare un approfondimento. Il parere è negativo perché non sono inseriti nell’Albo nazionale dei costruttori. Questo è quello che mi viene riportato. Il fatto di non essere inseriti impedirebbe poi anche proprio il riconoscimento. Questa è la motivazione per la quale esprimo parere negativo, anche se, ribadisco, non è di competenza dell’urbanistica.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al Presidente Amati.
Speaker : AMATI.
Quale che sia la competenza, visto che non riusciamo a districare il problema, la questione è molto più semplice. La legge regionale disciplina le cooperative di comunità. Credo che sia inutile spiegare cosa siano le cooperative di comunità. È un fatto molto solidaristico, autosolidaristico e la Regione Puglia ha pensato di riconoscerle. Naturalmente, pensando di riconoscerle, ha anche istituito un Albo regionale.
Cosa sono le cooperative di autocostruzione? Le cooperative di autocostruzione è la decisione di un po’ di persone per risparmiare, solitamente persone che non hanno grandi risorse economiche, per risparmiare, che quindi si costruiscono la casa con tutte le modalità del risparmio. Anche qui non è che ho bisogno di spiegare chissà quante e quali cose. Alla fine il problema è stabilire se questa cooperativa di autocostruzione abbia questi requisiti molto solidaristici, privi di tutti gli effetti di impresa che solitamente, invece, ci sono in altre imprese di costruzioni.
Siccome noi non lo sappiamo se ce li hanno meno la legge dice, la legge regionale, che se hai questi requisiti, e indica quali sono i requisiti, tu sei una cooperativa di comunità, anche se ti occupi di autocostruzione, perché autocostruzione significa un fatto specifico di cui si occupa la cooperativa di comunità.
Se questi requisiti ce li avranno, li iscriveranno all’interno dell’Albo. Se questi requisiti non ce li avranno, ed è scritto lì, nella legge, non saranno iscritti nell’ambito dell’Albo delle cooperative di comunità.
Per abbondanza, ho anche citato una sentenza della Corte costituzionale che si è pronunciata su una legge della Regione Umbria. La Corte ha affermato – se però non ci ascoltiamo, è probabile che le cose – la possibilità, per le cooperative di comunità, di essere costituite o come cooperative sociali o come imprese sociali. Voi pensate un po’: addirittura l’ha detto la Corte costituzionale.
Ora, so che qua è incostituzionale ciò che non ci piace, perché le sentenze della Corte costituzionale dicono sempre altre cose, l’ho visto in questi giorni che c’è una sentenza della Corte costituzionale favorevole alla Puglia sul Piano casa, appunto, che è stata rappresentata come una sentenza che aveva invece distrutto la nostra attività. Ma va bene, capisco che la costituzionalità venga usata come patente per dire le cose che non ci piacciono, perché d’ora in poi è così: uno invece di dire “non mi piace”, dirà “è incostituzionale”, viene meglio, ha più allure dire così.
Qui però stiamo discutendo di un fatto semplice semplice. Se queste cooperative di autocostruzione avranno i requisiti, saranno iscritte; se non avranno i requisiti, non le iscriveranno. Perché ci dobbiamo perdere in un bicchiere d’acqua?
Speaker : PRESIDENTE.
È chiarissimo, penso che possiamo procedere al voto.
Se non ci sono altri interventi, procediamo al voto.
La votazione è aperta. Votiamo. Se le imprese di autocostruzione avranno i requisiti, saranno iscritte; diversamente, non saranno iscritte. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 43, votanti 35, astenuti 8, favorevoli 35.
L’emendamento è approvato a maggioranza.
Adesso votiamo la legge Paolicelli nel suo complesso.
La votazione è aperta.
Avete votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 41, votanti 41, favorevoli 41. La legge è approvata all’unanimità.
Passiamo alla proposta di legge n. 9.
Un attimo solo che prendo il fascicolo, la relazione è di Francesco La Notte. Prego.
Speaker : LA NOTTE.
Grazie, Presidente, la vorrei dare per letta in un’ottica di ottimizzazione dei tempi, anche perché altrimenti oggi... la diamo per letta, Presidente, grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Presidente Zullo, vuole intervenire?
Speaker : ZULLO.
Siccome è un capolavoro di legge, almeno sentiamo la relazione, Presidente, non ci neghi questa soddisfazione, Presidente La Notte, la prego, vediamo come avete concertato la relazione, se non le crea tanto disturbo, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Vuole intervenire, Presidente La Notte? Prego.
Speaker : LA NOTTE.
Senz’altro.
Questa proposta nasce in un’ottica di miglioramento per quanto riguarda la governance di un’agenzia molto importante della Regione Puglia, in un’ottica di miglioramento per quanto riguarda l’efficienza e l’efficacia della governance.
Dopo un anno un ampio dibattito nelle Commissioni, nella VI e nella I, e dopo aver ampiamente discusso quale sarà la nuova formula e la nuova governance che dovrà sottendere all’ARPAL, che è essenzialmente l’agenzia dell’ARPA, si è addivenuti alla necessità di intervenire con una modifica della vecchia legge, in un’ottica di creazione del consiglio di amministrazione, della nomina di un nuovo direttore, dei requisiti che dovranno avere sia i membri del CdA e del nuovo direttore generale, nonché nella creazione del Collegio sindacale.
Per quanto riguarda i requisiti del Collegio sindacale chiaramente quali rivengono dalla nomina degli esperti nell’Albo dei Revisori. È chiaro che questa modifica alla proposta è mirata essenzialmente a creare efficienza ed efficacia all’interno di un’agenzia che si appresta ad essere una delle più importanti della Regione. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Zullo, prego.
Speaker : ZULLO.
Presidente, semplicemente una domanda ai proponenti. L’intento è il miglioramento della governance e dell’efficienza, diceva il Presidente La Notte. La domanda è questa, finora cosa non è andato? Dove questa Agenzia non ha funzionato? Dove non è stata efficiente?
Presidente, è pertinente la domanda. Se noi dobbiamo migliorare il lavoro di un’Agenzia, perché dobbiamo migliorare e potenziare l’efficienza e l’efficacia, mi dite dove ha franato? Quali erano i risultati attesi che non è stato possibile cogliere e raggiungere? Perché si deve migliorare? Perché questo modello, secondo i proponenti, porta al miglioramento, all’efficienza, all’efficacia? Se ci dicono qualcosa, presidente, ci orientano anche nel voto, perché noi siamo qui scevri da ogni condizionamento. Però, ci aiutino a votare con cognizione di causa.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Zullo.
Io ovviamente do la parola a chi me la chiede. Prego, Presidente Bellomo.
Speaker : BELLOMO.
Grazie, Presidente. È una questione che dal punto di vista della pubblica opinione più volte è stata sollecitata. Per quanto mi riguarda, non sono mai d’accordo con una legge che è fatta a favore o contro qualcuno.
In ragione di questo fatto, il Governo ha presentato un emendamento alla legge originaria del collega Amati, nella quale stabiliva, credo di capire la ratio, in virtù di un’importanza enorme e della grandezza enorme che questa Agenzia ha cominciato ad avere, di fornirgli anche un consiglio di amministrazione oltre al direttore generale.
Qual è il problema che si è manifestato anche all’opinione pubblica, ultimamente, in vari settori della pubblica amministrazione, e da qui i miei emendamenti? Che più volte si è detto che gli uffici di secondo livello, non per importanza, ma solo perché enti di sottogoverno, siano stati rappresentati da persone con scarsa competenza e professionalità. Non mi riferisco al caso concreto.
Il sottoscritto quindi, che oltre ad averlo detto lo ha fatto, ha presentato un emendamento a questa legge, prendendo spunto non da un’idea del consigliere Bellomo, ma dal decreto legislativo del 2017 dello Stato, che prevede in maniera perentoria che al fine di poter svolgere determinate funzioni in società partecipate del nostro Stato debbano avere profili di professionalità, onorabilità e autonomia.
A questo decreto legislativo è seguito il decreto attuativo della Presidenza del Consiglio dei ministri, nel quale viene analiticamente stabilito quali sono questi requisiti, sia di professionalità, che di onorabilità, che di autonomia. Un esempio: non possono svolgere, per il principio di autonomia l’incarico né di presidente del consiglio di amministrazione dell’ARPAL, né dell’Acquedotto, né di qualsiasi agenzia, di qualsiasi Consorzio e di qualsiasi fondazione, coloro i quali sono consiglieri comunali in Comuni al di sopra dei 15.000 abitanti.
Ripeto: non è un’idea mia, ma ho copiato, quindi ho fatto plagio, del provvedimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Questo perché? Perché altrimenti noi cuciremmo addosso dei requisiti a seconda che ci sia simpatica o antipatica una persona.
Questo credo che non valga. Se a me non va bene il direttore generale dell’ARPAL piuttosto che un altro, come noi abbiamo fatto come opposizione, abbiamo presentato, lì sì, singolarmente, una mozione di sfiducia, perché si era ritenuto che quella funzione non fosse svolta in maniera corretta. Si è votato, il Consiglio ha votato in una certa maniera e si è andati avanti.
Alla luce però anche di quello che sta accadendo in questi giorni, credo che sia quanto mai opportuno che i soggetti che presiedono alla governance di queste società, siano professionisti, siano competenti, siano autonomi. Ecco perché ho inserito all’interno di questa legge questi requisiti.
Si tratta di sapere – ripeto - se la Giunta regionale, se la Regione Puglia voglia nominare chicchessia o voglia nominare delle persone competenti. In Commissione ci siamo anche scontrati in maniera decisa con i componenti della maggioranza su questi temi.
Siccome io non faccio la legge contro nessuno e non mi interessa sapere (dico nome e cognome) se Cassano ha o meno i requisiti o comunque dopo Cassano ci sarà un altro direttore generale in futuro piuttosto che un altro ancora, devono essere dei requisiti oggettivi e io li ho presi da una legge dello Stato. Se poi la Regione Puglia non vuole seguire il criterio di professionalità, competenza e autonomia, ce lo dica, ce lo dica chiaramente, in maniera tale che poi, quando siamo in campagna elettorale, non si dica che noi nominiamo persone di alta elevata competenza.
Questo perché io, Davide Bellomo, se volessi fare il Presidente della società dopo che finisco la mia consiliatura, non lo posso fare, perché non ho quei requisiti, posso essere ritenuto dal collega Conserva che mi vuole bene capace, forse un po’ meno dal collega Zullo (ho detto forse, era un esempio, mi riferisco alla minoranza, così non offendo nessuno, dico forse) perché non rientro in quei requisiti.
Ci dite chiaramente qual è la tendenza che volete avere. Credo che sia il momento di stabilire un percorso di trasparenza assoluta, che fonda le nomine dell’intera Regione su questi profili, così come tutte le scelte non devono essere fatte perché il consigliere Bellomo mi porta a un voto in più domani mattina, ma perché è competente, quindi io, anche se posso portare un voto in più, non posso svolgere quell’incarico, perché non ne ho i requisiti e non ho il requisito neanche dell’autonomia, avrò soltanto il requisito dell’onorabilità.
Vi prego, quindi, perché è un momento focale anche per tutto quello che sta accadendo, quindi mi rimetto a quello che voi dite sempre nei giornali ed è il momento di fare in Aula. Siamo partiti da un provvedimento sull’ARPAL, che prevede un qualcosa in più come progetto di legge, noi abbiamo degli emendamenti per verificare se sia necessario o meno, e lancio anche un messaggio: forse è opportuno che le agenzie più grosse siano dotate di Consigli di Amministrazione? Perché vi dico che, comunque sia, l’unica agenzia (non si faccia confusione tra società, fondazioni, consorzi e agenzie. Sarebbe l’unica agenzia dotata di un consiglio di amministrazione. Io vi pongo un tema di riflessione perché se lo dobbiamo fare, dobbiamo dire perché quella è l’agenzia più importante, la Regione Puglia, se è questa la motivazione ce lo dite, però poi mi dovete dire che l’ARIF non è altrettanto importante. Bisogna avere dei criteri lineari nel momento in cui si adottano dei provvedimenti.
Ve lo dicono e lo faccio come tema di riflessione. Noi siamo d’accordo. Più controlli ci sono, tanto meglio. Basta che il consiglio di amministrazione non serva a fare in modo che il Bellomo di turno possa entrare ad occupare altre tre poltrone, più quelle dei Collegi sindacali. Se invece serve a mettere persone competenti che aiutano la direzione di un organo, di un’agenzia importante come quella, allora ben venga un consiglio di amministrazione o qualsiasi forma di controllo all’interno dell’ente, agenzia, consorzio e fondazione.
Mi permetto veramente di non fare un fatto né di prevenzione, né di preconcetto ideologico, né di maggioranza, né di opposizione, perché è il momento che su questi temi si vada tutti sotto un certo indirizzo. Mi auguro che questa sia la discussione che noi vogliamo operare. Poi ci sono degli emendamenti a cui ho messo anche la mia firma, però chiedo, con molta serenità, che questo sia il modo che ci ispiri in questa norma e in tante altre. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente Bellomo.
Presidente Tutolo, prego.
Speaker : TUTOLO.
Grazie, Presidente.
Credo di essere stato indirettamente interpellato perché è stato chiesto ai firmatari di questa legge quali sono le motivazioni alla base di questa richiesta e non mi vorrò certamente sottrarre da dirle, senza girarci intorno, perché non è mia abitudine. È chiaro che se sono stato l’unico ad appurare di una inchiesta giornalistica che ha elencato una serie di nomi, parenti, amici, amici di partito a seconda di chi si avvicinava a una forza politica, dipendeva anche da questo la buona riuscita di un’assunzione. Beh, se sono stato l’unico io vi chiedo scusa e sono pronto anche a ritirare la proposta perché evidentemente avrò fatto qualche sogno, forse un incubo, perché per me è un incubo, e sono pronto a chiedere scusa. Semplicemente, ripeto, non mi piace girarci intorno, non è giusto, probabilmente non sono caratterialmente predisposto. La motivazione è quella: il mio intendimento era quello semplicemente di far decadere quel direttore per il semplice motivo che ritengo che sia dovuto ai cittadini pugliesi che hanno dei figli disoccupati e che sperano di poter vederli concorrere in una competizione per un posto pubblico alla pari degli altri.
È evidente che se in quella inchiesta, come mi pare di capire, perché ripeto, non ho visto smentite, sono nomi, cognomi e compagnia bella, io ritengo che sia doveroso da parte nostra, a prescindere. Certo è che se poi ci sono le competenze, credo che non sia un errore. Ma il mio intendimento, e parlo per me perché come primo firmatario di quella legge ovviamente posso parlare per me, era quello, non ci giro intorno e non mi nascondo.
La mia motivazione è questa: se non è condivisa, me ne farò ovviamente una ragione; ma credo che sia doveroso da parte nostra dare delle risposte ai cittadini della Puglia che sperano in qualcosa di diverso.
Speaker : PRESIDENTE.
Io non ho altri iscritti a parlare.
Procediamo. Voi conoscete innanzitutto l’ATN… Presidente, prego. Stavo dicendo che ci sono degli emendamenti presentati: mi fa annunciare questa cosa prima?
Stavo dicendo che l’ATN sulla proposta, in particolare su alcuni articoli, sull’articolo 2, è negativa, ve lo rammento. Poi, rispetto alla legge sono stati presentati alcuni emendamenti: uno è proprio completamente sostitutivo della legge, dell’articolo 1 e sopprime addirittura l’ARPAL. È stato presentato da tutta l’opposizione, mi pare.
Poi ci sono altri emendamenti, che sono modificativi, non sostitutivi, che invece riguardano pressoché tutti gli articoli di legge, quindi sono stati caricati gli altri emendamenti e abbiamo distribuito l’emendamento che è arrivato oggi, di cui vi ho parlato all’inizio, quello all’articolo 1.
Prego, Presidente Zullo.
Speaker : ZULLO.
Presidente, diciamo che questo mio discorso riguarderà anche l’emendamento che abbiamo presentato e di cui si è parlato.
Io ho fatto una domanda e mi dispiace che l’unica risposta (lo ringrazio) l’abbia data solo il collega Tutolo. La domanda nasce da una curiosità, cioè perché con questa legge voi intendete raggiungere un miglioramento e una maggiore efficienza, cioè se basta sostituire, come dice il collega Tutolo, e mandare a casa il direttore generale, perché c’è un’indagine giornalistica che parla di alcune situazioni, un’inchiesta giornalistica che parla di alcune situazioni per le quali non ci sono smentite, e allora, rispetto a questo, prendete una persona e la mandate a casa. Come? Senza avere il coraggio di chiamare la persona, di imputare la storia, di chiedere controdeduzioni e poi, eventualmente, con provvedimento amministrativo, se c’è qualcosa che non va, mandarla a casa.
Non è un fare bello, cioè mi sembra una politica che abusa della sua forza, abusa dei numeri, abusa delle sue potestà e tratta una persona come se fosse non una persona, ma un oggetto, senza avere il coraggio di guardare negli occhi quella persona e dirle "c’è un’inchiesta giornalistica, si parla di questo e questo, che ci dici?".
Se questo è il vostro modo di fare, nemmeno i boia fanno così, perché i boia agiscono dopo un processo, uno viene condannato a morte e poi agiscono i boia, voi agite senza nemmeno avviare un procedimento di verifica, e pensate, come diceva Tutolo, "siccome io ho letto, tolgo questo e metto un Consiglio di Amministrazione e c’è, Presidente La Notte, il miglioramento e l’efficienza", ma è un po’ ardita la vostra tesi. Dove vi poniamo noi… Badate, non dovete fraintendere il mio discorso. Noi che lì ci fosse un problema grande, non quanto una casa, ma quanto un grattacielo, lo abbiamo detto dall’inizio, perché è una cosa logica. Non puoi assommare nelle stesse mani il potere politico con il potere gestionale.
È logico, lo diceva Palese poco fa, c’è una separazione di poteri nella politica, nella pubblica amministrazione. Noi ve lo abbiamo detto dall’inizio. Però, fino a quando questa sommatoria di potestà faceva comodo nelle campagne elettorali perché c’era una lista, c’erano altre cose non si è alzato nessuno di voi a preoccuparsi del miglioramento dell’efficienza dell’ARPA. Oggi che qualcosa è franato, probabilmente dà fastidio sempre nello stesso meccanismo, ve ne venite con una proposta di legge dove non avete il coraggio di dire “noi non ti vogliamo”, ma dite semplicemente…
No, Tutolo, tu estraniati. Io sto parlando complessivamente. L’ho detto, ti ho apprezzato dall’inizio. Non avete il coraggio di dire a questa persona “noi non ti vogliamo più, non ci servi più, non si è più funzionale a quello che era il nostro disegno, che era politico, elettorale, clientelare, non sei più funzionale”. Allora, piuttosto che dire “non sei più tu e mettiamo Pinco Pallo al posto tuo”, elegantemente si dice “Dobbiamo fare il consiglio di amministrazione”. E poi nasce un problema. Il consiglio di amministrazione assorbe più soldi? Dovrebbe assorbire più soldi, perché da uno ne metti tre e nasce il problema della copertura di spesa. Ci si inventa una norma e si dice che il compenso del direttore, dell’amministratore unico, invece di uno se lo dividono tre, se lo dividono quattro. 160 diviso 4, ognuno di questi prenderà 40.000 euro. Il nuovo direttore generale prenderà 40.000. Voi state facendo qualcosa di giusto, di buono o state solo cercando di raggiungere intenti vendicativi, di ritorsione tra di voi? anche il Collegio dei revisori dei conti.
Se prima un direttore generale per mantenere questa struttura aveva bisogno di 160.000 euro, ora 160.000 euro bastano per tutto l’apparato. Ora mi dovete dire: o avete scialacquato prima; oppure, fate male i conti ora.
Come si fa? Come si fa? È un uso strumentale delle Istituzioni: nelle Istituzioni non si mercanteggia a seconda, per cui, quando mi fa comodo, il direttore generale sta bene che vada su Facebook e dica “io sono il direttore generale dell’ARPAL, e sono il leader politico regionale di”, sta bene, non si accorgeva nessuno di voi. Poi, cosa si è rotto?
Di questo ci dovete parlare, non dell’efficienza, del miglioramento. Quelle sono chiacchiere. Ci dovete dire cosa si è rotto, in che cosa questo direttore generale, sul piano politico è venuto meno nei vostri confronti, nei confronti di questa maggioranza. Questo ci dovete dire.
Se ce lo dite, noi nemmeno parliamo più: votiamo e andiamo a casa. Ma ce lo dovete dire. Ce lo dovete dire.
Io non ho mai visto scene così vergognose di utilizzo strumentale, personale, politico, di una Istituzione che è l’ARPAL: mai. Un’agenzia che deve preoccuparsi del lavoro, dove se prima il direttore generale aveva bisogno di 160.000 euro, oggi si fa un apparato: consiglio di amministrazione, direttore generale, collegio revisori, e che altro, con gli stessi 160.000 euro?
Ma di cosa stiamo parlando? Ma vi rendete conto? Sono leggi da proporre?
Siamo nel ridicolo. Ma come fa un direttore generale che deve lavorare a tempo pieno e deve prendere uno stipendio meno del dirigente che gli è sottoposto? Come si fa?
Come poi diceva il collega Bellomo, guarda caso, in tutte le agenzie c’è l’amministratore unico; qui non va bene, perché non va più bene questo direttore, è venuta meno qualche situazione e si fa un’eccezione rispetto a tutto il resto. Allora dico: perché nelle altre agenzie gli stipendi, gli emolumenti sono differenti rispetto a questo? Perché? Perché fanno un lavoro più aulico? Perché hanno diverse competenze? Che ne sappiamo? Il collega Bellomo ha presentato un emendamento dove declina una serie di requisiti di professionalità.
Un professionista che deve fare il direttore generale, un professionista che deve fare il revisore, un professionista che deve entrare nei Consigli di Amministrazione viene penalizzato nella retribuzione rispetto al direttore generale che c’è stato finora. Se non si riflette su quello che facciamo, francamente è ridicolo.
Il nostro Gruppo è quello che dall’inizio ha fatto mozioni, vi ha presentato tutti i curricula degli aspiranti direttori generali, vi ha detto dall’inizio che c’erano fior fiori di professionisti che avevano dei curricula molto più pregnanti rispetto al prescelto, avevano delle competenze, avevano delle esperienze, erano stati nel campo per molto tempo, che invece sono stati scartati, e ve l’abbiamo detto dall’inizio, invece per voi si votava e alla fine eravamo sconfitti.
Questo perché voi abusate sempre della forza dei numeri, una forza muscolosa, avete i numeri, però non avete la forza di dirvi che siete coscienziosamente orientati al bene pubblico, al bene comune, al bene delle Istituzioni, perché, quando si esercita in questo modo questo vostro compito, è evidente che fondate sul pigiare di un tasto, ma non riuscite a riflettere a fondo sui danni che si provocano alla collettività quando si sceglie un direttore generale che magari ha un curriculum meno forgiato rispetto ad altri competitor.
Venite oggi dicendo "noi faremo il Consiglio di Amministrazione", e quali sono i requisiti non lo sappiamo, però questo Consiglio di Amministrazione deve prendere meno di tutti, 160.000 euro. Ma perché un direttore generale dell’ASL deve prendere tanto, perché un direttore dell’ARIF prende tanto, perché il direttore generale dell’Asset prende tanto, perché il direttore generale dell’AGER prende tanto, però questo direttore generale, con questa vostra legge, deve prendere 160.000 euro diviso otto persone che formano tutto l’apparato? Ma perché? Se c’è una logica, spiegatecela. Lo sto chiedendo a tutti, a chi mi vuol rispondere, c’è una logica? La domanda è secca. I direttori generali delle ASL, delle Sanitaservice, dell’Asset, dell’AGER, dell’ARIF, quelli Puglia Promozione hanno un certo emolumento. Mentre il predecessore prendeva 160.000 euro, questo che verrà deve prendere una quota pari a 160.000 euro diviso fra tutti i componenti dell’apparato. C’è una logica? Ce la dite?
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Zullo, le devo chiedere di chiudere, perché siamo a oltre dodici minuti.
Speaker : ZULLO.
Chiudo, Presidente.
Io non avrei parlato. Il problema è che non ci spiegano la logica, dov’è la logica.
Se lei, Presidente, mi aiuta ad avere queste risposte, io non parlo più e l’aiuto veramente a tenere i tempi. Ma lei mi aiuti, mi aiuti a capire. Mi faccia dire dov’è la logica.
Presidente, 160.000 euro prima retribuivano un direttore generale. Ora 160.000 euro devono retribuire i consigli di amministrazione, il collegio dei revisori, direttore generale.
Se lei mi aiuta a capire dov’è la logica, facciamo un bel servizio alla collettività.
Speaker : PRESIDENTE.
Certo. Vediamo gli interventi successivi.
Presidente Amati, prego.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente.
Colleghi, comincio con il dire una cosa che sicuramente ci occuperà nei prossimi minuti, la questione della costituzionalità. Siccome sentiremo dire che non è costituzionale, ma c’è l’ATN, io ringrazio sempre tutti per questi momenti in cui abbiamo l’opportunità di approfondire gli argomenti. Dice l’ATN, quindi lo dico subito, così risolviamo il problema in radice, che secondo noi non può decadere il direttore generale perché c’è una sentenza della Corte costituzionale, e la indica, in particolare la n. 103 del 2007, la quale sentenza della Corte costituzionale ha affermato che non è possibile per il legislatore inserire delle clausole di decadenza dirigenziale di livello generale, così è scritto, tra virgolette. Questo è il titolo.
Leggendo la considerazione in diritto e credo che non è stata letta approfonditamente, la Corte costituzionale bada a fare una riflessione che è decisiva su questa vicenda. Cito con le virgolette: “La questione proposta, cioè la questione di legittimità costituzionale sulla decadenza dei dirigenti a livello generale, non riguarda la posizione dei dirigenti ai quali siano stati conferiti incarichi apicali. Vale a dire, scrive la Corte costituzionale – ancora non l’avete capito? – quelli di maggiore coesione con gli organi politici. E se ancora non l’avessimo capito, apre una parentesi, la Corte costituzionale, e dice quali sono: segretario generale, capo dipartimento e altri equivalenti, chiusa parentesi.
Dopo che ha ammesso questa specificazione, ha detto, la Corte costituzionale: non ci può essere una norma, però, che dica “e tutti i dirigenti della Regione Puglia decadono non appena faremo la regione meridionale (o la Regione Salento, come piace al collega Pagliaro, ognuno ha i suoi gusti su questo argomento)”. Se facessimo una cosa del genere, direbbe la Corte costituzionale, “non potete far decadere tutti i dirigenti della Regione Puglia in vista della Regione Salento”, o della regione meridionale. Noi però potremmo dire che decade il Segretario generale del Consiglio, lo dico soltanto per ragioni esemplificative, tutti i capi di dipartimento nominati dalla Giunta regionale, cioè quelli in stretta connessione, coesione, incarichi apicali in stretta connessione con gli organi politici.
Ora, che cos’è il direttore generale dell’ARPAL? Da un punto di vista giuridico, naturalmente, non da un punto di vista politico, perché da un punto di vista politico il curriculum dice che non è che ci sia maggiore coesione, c’è proprio una missione specifica, è stato detto, c’è una militanza. Dice proprio: tu hai la missione, però io non mi farò prendere da queste valutazioni di carattere politico –no, no, no –, ma dirò che c’è certamente una coesione maggiore.
Di quei dirigenti noi stiamo parlando. Penso quindi di aver descritto le ragioni per cui non è sostenibile la questione di legittimità costituzionale.
Ciò detto, dice il collega Zullo, e dice il vero, ricostruisce bene, e a questo proposito devo dare anche un riconoscimento al collega Ventola, che su questo argomento è stato, anche in momenti difficili per lui… È brutto sostenere un punto di vista e vedere il Consiglio regionale un po’ assente, un po’ distratto: sto parlando della scorsa legislatura in particolare, vedere un Consiglio regionale, e chi non c’era all’epoca non lo sa, che in fondo resisteva. Ed è vero, c’era un Consiglio regionale che resisteva rispetto a fatti che erano evidenti anche a loro, è vero, tant’è che loro, come ricorderanno, ogni volta che si doveva votare chiedevano il voto segreto, è vero? Perché chiedevano il voto segreto? Perché sapevano che questa consapevolezza sulle loro ragioni dalle parti della maggioranza non era generalizzata, c’erano alcuni che erano d’accordo con loro, ma non era generalizzata, tant’è che, quando si illuminava il tabellone dell’esito elettorale, i voti erano di più del numero dei componenti dell’opposizione, quindi evidentemente c’era qualcuno all’interno della maggioranza che era d’accordo con loro, perché è un fatto numerico.
Dopodiché, come in tutte le persone, anche all’interno di questa maggioranza via via si è creata una maggiore consapevolezza, e soprattutto quelli che sono arrivati in questa legislatura sono entrati con questa consapevolezza, e Tutolo, il primo firmatario di questa proposta di legge, è proprio il portabandiera di questa consapevolezza, e io lo ringrazio perché è entrato subito in argomento (l’esperienza amministrativa non gli manca, quindi è stato anche sufficientemente facile).
C’è un fatto, che la Commissione che esamina il provvedimento vota all’unanimità, almeno con riferimento alla maggioranza, perché, se non ricordo male l’opposizione, si astiene per altre ragioni, non certamente per il merito, e viene approvato all’unanimità, peraltro con un fatto noto (questa è una concessione che faccio alla politica), che c’era un’attività notevole anche da parte di componenti illustri della Giunta, che adesso interpellerò sul punto specifico, i quali ci hanno offerto il conforto (questo è un dato storico).
Noi abbiamo presentato la proposta di legge, assessore, perché abbiamo letto i giornali? No, noi leggiamo sempre i giornali, però abbiamo visto che quello che era scritto sui giornali, prendendo le carte, corrispondeva, erano le carte che dicevano che i giornali per noi avevano ragione, non era il giornale in sé, tant’è che io faccio una domanda all’assessore, un’unica domanda, perché è un fatto sintomatico.
Assessore, se io le chiederei qual è il numero dei cosiddetti formatori, quelli che dovevano essere accompagnati alla pensione perché era giusto come profilo sociale, e le chiedessi la parabola dei formatori, quanti erano all’inizio, quanti sono adesso, se per caso in tutto questo percorso sono mai aumentati, perché quelli non dovevano aumentare, quelli dovevano diminuire.
Temo che lei non mi sappia dire nemmeno il numero. Se lei mi sa dire il numero sarò contento, perché nel momento in cui lei mi dirà il numero riuscirà a dirmi pure che ad un processo di accompagnamento alla pensione, in realtà si è realizzato un processo di ulteriore reclutamento per un fatto numerico. Voi come chiamate una cosa del genere? La chiamate regolarità amministrativa, virtù, saggezza, puntualità? Come la chiamate? Io la chiamo con il suo nome. È un problema di gestione di questa agenzia. Se scartabellando gli atti dell’ARPAL vi accorgete di selezioni che utilizzano il tempo determinato per fare assumere il punteggio dal tempo determinato utile ad essere speso nei concorsi a tempo indeterminato? Non so se è chiaro il meccanismo. Peraltro, con una tempistica molto stringente del tipo partecipa chi sa. È un meccanismo molto stringente per aderire. Io mi limito a questi due esempi. Poi, se volete, potremmo parlare della costituzione delle Commissioni, potremmo aggiungere tanti argomenti.
Colleghi, mi sto sbagliando o ne parliamo regolarmente nei corridoi di questo? Mi sto sbagliando o ne parliamo regolarmente e diciamo che molte delle informazioni che io ho ricevuto le ho ricevute da voi, colleghi, e io poi, assieme a voi, ho approfondito la documentazione? Lo dico in particolare ai colleghi dell’opposizione, il fatto che noi ci siamo tutti quanti convinti la prendete come una brutta notizia o come una buona notizia? Immagino come una buona notizia. Infatti, il giorno in cui voi doveste dire che la maggioranza composta dai componenti della scorsa legislatura in questa li abbiamo convinti io dirò è vero. Hanno ragione. Lo sto dicendo adesso. Hanno ragione. Lo sto dicendo adesso, lo attesto. Certo, non lo potete dire per quelli che non c’erano nell’altra legislatura, perché è la prima volta che si occupano di questo problema. Da questo punto di vista vi chiedo se questi argomenti sono argomenti decisivi. Secondo me, dobbiamo procedere.
Compensi esigui. È vero, tant’è che i promotori della proposta di legge avevano previsto l’amministratore unico e basta. Era l’unica modifica. Poi, siccome sappiamo che non viviamo soltanto noi, ma viviamo in un contesto in cui devi incrociare la volontà con quella degli altri, gli altri hanno detto: preferiamo il consiglio di amministrazione.
Noi abbiamo provato a resistere all’idea dell’amministratore unico, non ce l’abbiamo fatta. Gli altri che sostenevano il consiglio di amministrazione erano più di noi che sostenevamo l’amministratore unico.
Il giorno in cui, apprezzando la valutazione del collega Zullo, cioè che i compensi sono esigui, doveste decidere di tornare all’amministratore unico, noi promotori, non so il collega Tutolo, non so il collega Mennea, siamo d’accordo… Anzi, invito i colleghi che hanno scelto il consiglio di amministrazione, eventualmente, se vogliono, a rivedere. Io però so che c’è bisogno di una mediazione, nella vita non puoi fare sempre quel che ti pare. Hai ragione se ci sono gli altri che in qualche modo te la riconoscono, e quello è un punto di mediazione.
Questa è la proposta di legge. C’è chi chiede: ma voi volete fare una legge ad personam? No, noi vogliamo fare gli amministratori pubblici, e accorgendoci di cose che non vanno, vogliamo dire che le cose che non vanno si cambiano. Però vi voglio fare osservare una cosa: non c’è un’attività umana che non sia ad personam, guai se non ci fosse.
Il mondo è fondato sugli uomini, sulle persone. Soltanto nelle ideologie totalitarie si poteva dire, come accadde, se non ricordo male, in Ungheria, oppure in Cecoslovacchia, dove si misero a fare gli scavi per la metropolitana, e trovando l’acqua dissero che era il terreno controrivoluzionario. Dissero: il terreno è controrivoluzionario.
Invece, le cose riguardano sempre le persone. Noi abbiamo scritto quella proposta di legge perché non ci piaceva come veniva gestita dalle persone quell’agenzia. Se quell’agenzia fosse stata gestita con formule di eccellenza, a nessuno di noi sarebbe venuto in mente di presentare una proposta di legge; o magari, avremmo presentato una proposta di legge per rendere eterno: non so la Corte costituzionale sul concetto di eternità cosa avrebbe avuto da ridire, non so se c’è una sentenza a questo proposito. Noi lo avremmo proposto come fatto eterno: cioè, può stare in eterno l’attuale direttore generale. Forse ce l’avrebbero dichiarato incostituzionale, perché avrebbero detto: viola la costituzione d’ingaggio della biologia, gli uomini non sono eterni, ci avrebbero detto così.
Ora, se è questa la vicenda, io vi chiedo di votarla per come l’abbiamo presentata. Gli emendamenti del collega Bellomo sono emendamenti apprezzabili. Però, collega Bellomo, i tempi sono tutto: se lei i suoi emendamenti li introduce in una norma di carattere generale, io mi applico ed è molto probabile che le dica anche che con delle modifiche lei ha ragione. Se lei me le presenta adesso qui, in questa legge, il significato di quegli emendamenti - non per sua volontà, ma per un fatto storico, cronologico - rischia di diventare un altro, diverso dal suo.
Lei parte con un intento regolatorio di carattere generale, ma, se lo inserisce all’interno di questo contesto, evidentemente lei fa due cose, rischia di non essere ben interpretato e rischia anche di non incrociare la volontà dei proponenti. Lei deve dire a noi che l’abbiamo proposta cosa ne pensa, se non le piace, non c’è nessun problema, però ci dobbiamo rispettare tra noi.
Se presentiamo una proposta di legge che ha delle caratteristiche, noi chiediamo ai colleghi di essere giudicati per quella idea, con delle piccole modifiche, ma non cambiando completamente l’assetto, perché se si cambia completamente l’assetto, c’è il rischio di essere male interpretati.
In questo senso le chiedo di rimeditare, cioè di lasciarci la possibilità come promotori, perché abbiamo sudato, ci lasci la possibilità, come promotori, di sottoporre ai nostri colleghi, compreso lei, un giudizio sulla nostra proposta di legge, la prego, non si presti, sia pur involontariamente, ad un’attività che in realtà pone in discussione surrettiziamente, girandoci attorno, il nostro intento principale.
Io so, perché ne abbiamo parlato, che non è quella la sua intenzione (sto finendo, Presidente), però c’è questo rischio. Vi chiedo quindi di valutare la nostra proposta di legge, così come emendata dalla Commissione, nella sua dimensione, e vi abbiamo anche detto, specificando tutto e anche riconoscendo le nostre mancanze del passato, perché il voto segreto non è interpretabile, non sappiamo chi è stato, quindi anche le nostre mancanze del passato su questo argomento io ve le ho confessate.
Io sono stato uno (non c’è bisogno che lo dica a voi, ci credete) che a scrutinio segreto ha votato per le mozioni di Vendola, però non credo che ci sia bisogno che lo confessi, perché lo sospettavate già, però io vi voglio dire semplicemente di valutare la nostra proposta per come l’abbiamo confezionata, dopodiché, se è buona per le ragioni che vi ho detto, sarà buona, se non è buona, sarà bocciata.
Chiedo all’assessore, terminando il mio intervento e quindi assecondando la richiesta del Presidente del Consiglio regionale, di dire una parola, perché io ne ho parlato diverse volte con lei e l’ho apprezzata per il suo rigore e la sua linearità nel rappresentare tutto di quella vicenda. Dica una parola decisiva a questo Consiglio regionale, che possa anche servire per meditare al meglio e per poter auspicabilmente approvare questo provvedimento e dire che è un provvedimento del Consiglio regionale, che pone ordine in una situazione che aveva bisogno di subire questo trattamento ordinatorio.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente Amati.
Prego, Presidente Ventola.
Speaker : VENTOLA.
Grazie, Presidente. Signori consiglieri, assessori, diceva bene il consigliere Amati, forse ci siamo svegliando da quel sogno-incubo a cui faceva riferimento il collega Tutolo.
È un sogno poi diventato incubo che è durato tre anni. Di questi tre anni, due le appartengono, un anno appartiene agli altri. Meglio tardi che mai. È stato un sogno molto lungo. Ci si è distratti tantissimo, evidentemente, perché chi in quell’occasione, in più occasioni, ha posto il tema dall’organizzazione dell’agenzia non è un giornalista, non ha testate giornalistiche, non sono un editore, evidentemente non avevo autorevolezza, ma ho fatto l’amministratore e il ruolo dell’amministratore prima ancora che del legislatore è quello di leggere le carte. Era nelle carte quello che noi denunciavamo, non era una posizione politica, era una questione di merito al quale lei tanto è legato, collega Amati.
Poi ci sono state anche le questioni politiche, ma attenzione noi nel merito abbiamo dimostrato che c’era la inconferibilità nella nomina di commissario straordinario del dottor Massimo Cassano. Chi ha preso le difese rispetto all’inconferibilità nel 2019 fu l’assessore Leo, insieme al Presidente Emiliano, le prime risposte in Aula sul tema dell’inconferibilità. È una cosa tecnica, non politica.
Poi ponevamo una questione sempre tecnica e di merito, perché la legge istitutiva non prevedeva la nomina del commissario straordinario, ma prevedeva la nomina del direttore generale. Quindi, noi vi abbiamo detto: impegniamo la Giunta e il Presidente con una mozione affinché avvii le procedure per la nomina di un direttore generale; questioni tecniche e di merito, ahinoi noi, bocciata, per un solo voto. Poi avevo detto: la proroga del commissario straordinario non è possibile farla, ma eravamo a due mesi dalla campagna elettorale e quindi da quei banchi, caro Antonio, tu non c’eri, si continuava a dormire, si dormiva.
I Consigli quindi o venivano rinviati o, nella migliore delle ipotesi, facevamo pareggio, siamo arrivati anche a fare pareggio, Fabiano. Ma purtroppo, con parità 22 a 22, la mozione era sbagliata. In sede di bilancio per ben due volte abbiamo posto il tema della decadenza, caro Fabiano, anche qui, il merito a te: con una legge facciamo decadere il direttore generale in legge di bilancio.
Anche qui, la maggioranza dormiva. Quegli emendamenti venivano infatti sonoramente bocciati col parere favorevole del Presidente Emiliano e della sua Giunta.
Come vedete, quindi, nessun argomento politico. Gli argomenti politici li abbiamo elencati ed illustrati nelle conferenze-stampa, davanti alla Presidenza della Regione, alla Giunta regionale, qui in Aula, nella hall del Consiglio regionale. Lì abbiamo detto: attenzione, non può, un commissario straordinario, essere il rappresentante politico di un partito che ha in Giunta due assessori eletti nel suo partito. Quella è politica. Dicevamo: è stato eletto Stea, è stato eletto Leo, ci sono consiglieri regionali eletti nella stessa lista di chi faceva i selfie e le fotografie delle sedi di partito ed era il Commissario straordinario dell’ARPAL.
Quella è politica e lì, ognuno si assume le proprie responsabilità. Ma facevano comodo 100.000 preferenze. L’ultima mozione si è discussa proprio sul tema del lavoro a tempo determinato: era giugno del 2020, quindi in piena campagna elettorale. Fu rinviata per ben due volte, ma noi allora dicevamo: perché state consentendo al direttore generale dell’ARPAL di continuare a fare selezioni a tempo determinato, quando può utilizzare le graduatorie dei Comuni e degli altri enti già vigenti? Abbiamo presentato una mozione: caro Antonio, si dormiva, perché quella maggioranza ce l’ha bocciata. Noi dicevamo, anzi, questo è avvenuto col nuovo Consiglio: ma perché si continua ad assumere persone a tempo determinato, se c’è un piano assunzionale del tempo indeterminato? Ci veniva risposto: perché ci sono risorse dedicate, rivenienti per l’assistenza ai percettori del reddito di cittadinanza.
E noi dicevamo: allora è inutile fare delle selezioni per creare una falsa aspettativa alle persone che partecipano, se nel frattempo ci sono dei concorsi a tempo indeterminato, evitiamo che questi diventino dei requisiti, caro Fabiano, per avere dei punteggi in più.
Abbiamo proposto di utilizzare le graduatorie degli idonei in altri concorsi, ma ancora una volta ci avete detto di no. Questi sono solo alcuni degli esempi che riguardano l’efficienza e la gestione dell’agenzia, le ragioni per le quali voi vi siete interrogati, la gestione dell’agenzia non è idonea, l’efficacia e l’efficienza non sono state dimostrate, ragion per cui noi decidiamo, a seguito di inchiesta giornalistica, come ha detto il consigliere Tutolo, di far decadere quel direttore generale (ha utilizzato esattamente queste parole).
Ma ci vuole tanto perché la Giunta revochi la nomina del direttore generale? Chi ha nominato il direttore generale? Non il Consiglio, la Giunta, questa Giunta, il Presidente Emiliano può revocare la nomina del direttore generale in due secondi, motivandone le ragioni, la Giunta può revocare la nomina del direttore generale perché è un atto amministrativo. Che c’entriamo noi? Dopo che siete stati a dormire per tre anni, oggi volete che il Consiglio regionale dedichi il suo tempo a cacciare Cassano! Ma è così forte Cassano, visto che dobbiamo dedicargli tutto questo tempo?
Dica ad Emiliano, mozione di sfiducia alla Giunta, perché tutti gli atti posti in essere da Cassano in qualità di direttore generale in materia assunzionale sono stati approvati dalla Giunta, il bilancio dell’ARPAL è approvato dalla Giunta, i concorsi a tempo determinato sono approvati dalla Giunta, i concorsi a tempo indeterminato sono approvati dalla Giunta, altrimenti non poteva operare! Quindi perché volete svilire il ruolo del Consiglio? Dite alla Giunta di cacciare Cassano, così Emiliano farà cacciare Cassano.
Chi siamo noi per fare una legge per far decadere un direttore generale? Na non ci vergogniamo? Noi legislatori, anziché ragionare in maniera oggettiva su cosa serve alla Puglia e cosa non serve, dedichiamo il tempo, Commissione e altro, per cacciare Cassano, dopo che la minoranza per anni vi ha detto che non andava proprio nominato. Colleghi, voi avete avuto sulla vostra PEC, tutti e trentasei i curricula di chi partecipò alla selezione del direttore generale. Unico caso in cui non c’è stata una Commissione che ha dato supporto alla Giunta, ma solo l’ex direttore, attualmente Presidente dell’Acquedotto Pugliese, dottor Laforgia, avocò a sé la verifica dei requisiti e la selezione, e su trentasei indicò alla Giunta una terna. Beh, di quei trentasei il più “frecato” era il curriculum di Cassano e voi l’avete eletto. Ve li ho inviati io, a tutti, sulla PEC personale. E si dormiva, caro Antonio, ed eri anche tu consigliere regionale.
La passione che io sto mettendo in questa cosa la sapete, perché le avevo lette le carte. Mi è costato anche rapporti personali, ma la mia non è mai stata, la nostra, una battaglia personale, ma una parte di merito. E oggi voi ci venite a dire: “Avete ragione. Su tutto ciò che avete detto, avevate ragione”. E qual è lo strumento? Una legge. Perché non la trasformiamo in un ordine del giorno che impegna la Giunta a revocare la nomina di Cassano per tutte le cose che avete detto? Perché? È un atto amministrativo. Perché non si deve poter revocare? C’è il direttore Grandaliano sul quale pende una richiesta di rinvio a giudizio, AGER, un’altra agenzia. Lì, forse, è da dimostrare, non è dimostrabile se ha operato bene o ha operato male, ma nessuno dice nulla. Qui non sappiamo se c’è un rinvio a giudizio, se c’è qualcosa, inchieste giornalistiche e un Consiglio si riunisce e lavora per mesi per farlo decadere. Antonio, un bell’ordine del giorno: “Il Consiglio regionale impegna la Giunta a revocare la nomina di Cassano”. Le motivazioni? Ci sono tre miliardi di pagine di motivazioni, altrimenti si sfiducia la Giunta, perché la Giunta l’ha nominato. Che nessuno lasci passare che noi siamo i difensori di Cassano, ma tantomeno siamo coloro che non condividono nulla di ciò che ha fatto la Giunta Emiliano nella nomina di Cassano. Noi non condividiamo nulla e l’abbiamo detto in tutte le salse. Tutto ciò che è avvenuto nell’atto gestionale del direttore generale è solo perché ha avuto l’approvazione, con delibera di Giunta, degli atti propedeutici il bilancio, il piano assunzionale, il piano assunzionale dei fondi a tempo determinato, le risorse per poter prorogare i formatori, di tutto di più. Altrimenti, non può operare il direttore generale.
Quindi, se la cacciata di Cassano per voi è un atto di sfiducia alla Giunta, allora si può anche condividere. Ma se per voi è: vado a prendermela con il portiere che ha fatto la papera dopo che gli altri dieci stavano a dormire, quindi è arrivato facilmente al gol il centravanti avversario, sinceramente, è segno di bullismo, sinceramente, sto andando a colpire l’anello più debole.
E io, consigliere regionale eletto rappresentante del popolo devo parlato di un direttore generale in un Consiglio regionale? Dopo che per tre anni chi l’ha nominato è stato a dormire?
Se diventa un ordine del giorno, noi ci siamo. Se diventa una mozione di sfiducia a chi l’ha nominato e di conseguenza a lui, noi ci stiamo mille volte. Se dite che l’agenzia non serve, abbiamo presentato un emendamento, di cui parleremo successivamente, che dice: aboliamola proprio, l’ARPAL, e diamo le funzioni al capo dipartimento. Poniamola come vogliamo, nel merito; ma se il merito è cinquanta persone – perché il Presidente, chiaramente, quando accadano queste cose non è mai presente – io mi aspetto che chi ha difeso in passato la figura del direttore generale continui a difenderla, perché esiste anche un minimo di dignità e di rispetto delle persone. Per noi deve andare a casa Cassano, deve andare a casa chi l’ha nominato, Cassano, perché se quelle inchieste giornalistiche sono vere, e secondo noi sono vere nel merito delle nomine che sono state fatte, allora quella sì che sarebbe una bella pagina della Puglia, di un Consiglio regionale autorevole, che ha letto le carte e non se la prende con l’ultimo di turno, non dedica il suo tempo a Cassano.
Io lo dedicherei ad Emiliano, che lo merita tutto perché è stato eletto ed è il Presidente della Regione che lo ha nominato, non a Cassano. Se poi ci sono fatti penalmente rilevanti, come sempre è la magistratura che se ne occuperà. E quando vi abbiamo invitato ad andare insieme ad illustrare determinate cose, ci siamo sempre fermati perché il nostro ruolo è quello di legislatori e di amministratori, non facciamo né inchieste, né dossieraggio, né utilizziamo le persone quando e come ci servono. Che un Consiglio regionale si debba riunire e deliberare una legge per mandare via un direttore generale, state creando – perché noi non lo faremo mai – un precedente incredibile, dove per legge interveniamo nell’attività gestionale e amministrativa, che è proprio in capo alla Giunta.
Ad ognuno il suo. Se la Giunta condivide queste vostre rimostranze, e le nostre, lo revoca in due secondi. Ma se deve esserci una legge, vuol dire che c’è qualcosa che chiaramente i pugliesi capiscono, cioè che non si ha il coraggio di mandare a casa Cassano e quindi bisogna farlo per legge.
Queste sono le ragioni per le quali noi stiamo qui in Aula, ci stiamo confrontando, ma con estrema sincerità e lealtà non nei confronti nostri, che quella c’è, ma soprattutto nei confronti dei pugliesi, di quei 100.000 pugliesi, alcuni dei quali partecipavano alle manifestazioni di Partito, dove in prima linea era sempre Massimo Cassano, e, nonostante le foto siano girate sui nostri WhatsApp, voi stavate a dormire.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Ventola.
Presidente Bellomo.
Speaker : BELLOMO.
Signor Presidente, la ringrazio, perché ho già parlato e quindi farò tesoro...
Mi rivolgo al proponente della legge che in maniera molto pacata mi dice "posso anche condividere quello che ispirava gli emendamenti che avete presentato, però così rischiamo di andare in distonia rispetto alla norma che i proponenti hanno preparato".
Innanzitutto questi emendamenti sono stati presentati già da diverso tempo ed erano lì presenti, anche al di fuori di questa legge perché li avevo messi in un’altra legge, e poi voglio dire all’Aula che della legge che state presentando non ho cambiato una virgola, se non in riferimento alla parte della legge che identifica i requisiti che devono avere il Presidente, il Consiglio di Amministrazione, il direttore generale per svolgere l’incarico.
All’interno della legge che i proponenti hanno presentato e che il Governo ha emendato hanno inserito determinati requisiti, però sono dei requisiti soggettivi, quindi io non ho fatto altro che abbinare quei requisiti ad una legge dello Stato, quindi li ho estesi a tutti gli organismi della Regione Puglia.
Non ho cambiato una virgola rispetto all’impostazione della legge, sono intervenuto soltanto nei requisiti di professionalità, seguendo proprio il principio ispiratore della legge, che mi vede lontano, perché io non farò mai una legge a favore di qualcuno o contro qualcuno, io faccio una legge perché ritengo, se lo ritengo, che un’agenzia corposa come quella dell’ARPAL necessiti di un Consiglio di Amministrazione, un Consiglio di Amministrazione che però abbia incidenza, che abbia capacità, che abbia professionalità e che abbia autonomia, punto.
Questo mi vede lontano, io non sono né a favore né contro. Sono contro sicuramente il mercimonio, però non ho cambiato una virgola della legge. Quindi, io vi prego, siccome i requisiti di professionalità che voi avete inserito sono senza senso, perché non si agganciano a nessuna normativa dello Stato, mi sono solo permesso di inquadrarli in un parametro normativo che è il decreto legislativo del 2017 dello Stato sugli enti partecipati, attuato, ripeto, con decreto attuativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri in cui si dice esattamente…
Poi, rientra Cassano, rientra Bellomo, rientra o non rientra, è una verifica che sta negli emendamenti che poi devono fare gli uffici, perché io non mi preoccupo solo del direttore generale non mi appassiona minimamente, anzi forse è anche un po’ sgradevole, perché le leggi hanno valenza a futura memoria, anche quando non ci sarà il presente, ma ce ne sarà un altro. Non è che siccome l’altro non mi piace o mi piace di più cambio di nuovi requisiti, perché quello lo ritengo buono e questo no. Le leggi non sono fatte per questo.
Ha ragione il collega Ventola. Se avevate una volontà specifica sulla persona votavate a favore in maniera palese sulla cattiva amministrazione, se ritenevate che fosse così…
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Bellomo, lei mi ha promesso…
Speaker : BELLOMO.
Ha ragione, Presidente. Quindi, rispondendo al collega Amati, volevo dire che io non ho cambiato una virgola rispetto all’indirizzo della sua legge, ma ho solo corretto i requisiti di professionalità.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Presidente Tammacco, prego.
Speaker : TAMMACCO.
Grazie, Presidente.
Dopo aver ascoltato una discussione politica che non so se continuerà, io vorrei entrare nel merito della legge, della proposta di legge, facendo una riflessione al collega Amati per quanto riguarda soprattutto – per chi è già intervenuto – la possibilità di avere un amministratore unico piuttosto che un consiglio di amministrazione.
Ebbene, rifacendomi anche all’intervento del collega Bellomo, che ha detto cose più che esatte, vorrei far notare che la prima Commissione ha deliberato sull’invarianza della spesa, e così dev’essere. Non è possibile aumentare i cosiddetti costi della politica, ma come diceva pure il collega Zullo, alla fine questi quanto andranno a prendere? 30.000-40.000 euro rispetto ai famosi 150.000 euro iniziali?
Io sono uno dei fautori dei richiedenti di un consiglio di amministrazione, perché il consiglio di amministrazione permette una dialettica all’interno di chi amministra un’impresa, di chi amministra un’agenzia, di chi amministra un ente. Non è il costo del consiglio di amministrazione che ne determina la qualità dello stesso. Io ho fatto parte del consiglio di amministrazione di Puglia Sviluppo, ho avuto l’onore di farne parte per quasi tre anni, e credo che sia una delle società partecipate che oggi sono un fiore all’occhiello della Regione Puglia, non in Italia ma in tutto il mondo, per ciò che fa.
Eppure, i consiglieri di amministrazione di Puglia Sviluppo non percepiscono migliaia e migliaia di euro, ma solo 10.000 euro l’anno. Questo è il compenso di un consigliere d’amministrazione, in generale, di una società partecipata dalla Regione: 10.000 euro annui. Non è quindi aggiungendo 20.000 euro, o inserendo i 20.000 euro al costo di un consiglio di amministrazione che potrà venir meno la dialettica. Eppure, all’interno di quelle società è importante la dialettica, è importante il confronto, quindi ricalibrare il tutto anche sul compenso del direttore generale è fondamentale. Anche perché poi si viene a contestare ai consiglieri regionali, agli assessori che percepiscono non so quanti soldi per l’attività che svolgono. Avere un direttore generale che percepisca 80-90.000 euro annui credo che possa essere nelle corde di chiunque. Poi, se uno sa lavorare, o vuol lavorare, ci lavora lo stesso. È spirito di abnegazione, da parte di professionisti, all’interno di un Consesso regionale.
Ciò che invece poi va in distonia, secondo me, e con questo mi rivolgo ai colleghi consiglieri che hanno proposto la legge, o a chi ha proposto degli emendamenti, è che in questo caso, per mantenere l’invarianza di spesa, sarebbe necessario se dovessimo mantenere un Consiglio di Amministrazione con un direttore generale, seppur con una quota più limitata di compenso, non possiamo permetterci un Collegio dei Revisori, ma ritornare al revisore unico, il cui compenso era di 15.000 euro e quindi in questo caso la spesa totale sarebbe invariata, con una riduzione parziale - ripeto - del compenso del direttore generale, che andrebbe a favore dell’intero Consiglio di Amministrazione.
In questo caso avremmo una nuova compagine amministrativa, che potrà essere in grado di confrontarsi, di avere un direttore generale e di avere il controllo da parte dei Revisori, ed è questa la proposta che faccio all’intera maggioranza e all’intero Consiglio. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Tutolo, a me pare che anche lei abbia fatto un intervento prima, quindi proprio due minuti. Grazie.
Speaker : TUTOLO.
Sarò brevissimo, solo per dire che io dormo poco nella vita, consigliere Ventola, mi creda, mi sveglio molto presto e vado a letto anche abbastanza tardi, a volte, quindi non è mia abitudine dormire, non partecipo ai regolamenti di conti, perché è quello che ho percepito all’inizio di questa consiliatura, e prova ne è che era uno strascico della vecchia consiliatura, quindi io l’ho percepito in quel modo e non avevo elementi oggettivi per poter assumere una decisione diversa, quindi da questo punto di vista sono assolutamente tranquillo e sereno.
Il mio intento iniziale era semplicemente quello, perché, lo ammetto, su alcune cose evidentemente non riesco a far finta di nulla, a passarci sopra, ma poi quando mi è stato "suggerito" di cogliere l’opportunità di dare anche dei requisiti di una certa importanza per una delle agenzie più importanti, perché è vero che ne abbiamo tante, ma è altrettanto vero che quella si occupa di qualcosa di molto particolare, si occupa del futuro della parte forse più debole, i disoccupati, quella che dovrebbe regolare quel tipo di materia e non ci vedo assolutamente nulla di scandaloso se a un certo punto si inseriscono su quella agenzia dei requisiti di specificità in quella materia che è molto particolare perché su alcune materie io non so se ci vuole una competenza specifica, sicuramente però nell’ambito…
Quelle abbiamo inserito originariamente con il Presidente Amati. Quindi, una formazione specifica perché la nostra… Non mi appartiene colpire qualcuno, perché non ho alcun regolamento di conti con nessuno, per fortuna. Spero di aver chiarito nel miglior modo possibile lo spirito di quella legge.
Noi vogliamo semplicemente oggi eliminare, dare un segnale importante ai cittadini della Puglia e dare un futuro importante a quella agenzia.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Tutolo.
Prego, consigliere Mennea.
Speaker : MENNEA.
Grazie, Presidente. Colleghi consiglieri, assessori, non mi esimo dal dire quali sono state le ragioni per cui abbiamo scritto a sei mani questa proposta di legge – l’invito fatto giustamente dal collega Zullo è corretto – perché si possa contribuire a sgomberare il campo da ogni pregiudizio, da ogni riserva mentale che possa riguardare un’azione di ritorsione nei confronti di una persona.
Noi abbiamo fatto un ragionamento che va oltre. Per sintetizzarlo io mi trovo in una posizione intermedia fra quella espressa dal collega Tutolo e quella espressa dal collega cofirmatario Amati.
Questa proposta di legge è stata fatta anche per risolvere il problema Cassano. E quando dico “anche” dico che questa proposta di legge è una proposta migliorativa, evolutiva. Si tratta di un’agenzia che è stata costituita ex novo tre anni fa circa, il cui andamento non era prevedibile e il cui modello gestionale non si poteva pianificare in alcun modo, per come è nata.
Dopo tre anni quindi uno si ferma e fa una revisione della situazione. E quando ci si accorge che gli aspetti politici legati a questa agenzia prevalgono, o tendono a prevalere su quelli tecnici, suona l’allarme e il Consiglio regionale può essere chiamato a svolgere una funzione istituzionale, quella di controllare.
Non è vero, non è giusto, non è esatto dire quello che ho sentito dire dal collega Ventola, che per legge non si può revisionare il modello di governance di un’agenzia regionale, non può essere così. Anzi, il fatto che noi lo facciamo, aumenta l’autorevolezza di questo Consiglio, rispetto alla Giunta, che può aver commesso un errore di valutazione quando ha fatto quelle scelte.
Noi quindi proprio per questa ragione, perché abbiamo verificato e riscontrato che le forme, le procedure, il modello organizzativo troppo verticistico non davano gli effetti sperati, non da noi, ma dai pugliesi, dai beneficiari di questa agenzia che hanno avuto modo anche di protestare, di contestare questo modello organizzativo e gestionale, a quel punto noi abbiamo detto: come fare per uscire da questa impasse? Facciamo una proposta di legge, perché evidentemente la nostra sensibilità era maggiore di quella di chi probabilmente lo ha nominato, immaginando che le cose andassero in un’altra maniera.
È stravagante e ambiguo quindi dire che noi abbiamo dormito per tre anni. Non abbiamo dormito, noi abbiamo controllato, abbiamo monitorato in questi tre anni l’efficienza e l’efficacia di quell’agenzia, che evidentemente non ha dato i risultati sperati.
Quando il collega ci taccia di essere ghiri, quelli che dormono, che stanno sui banchi a dormire, rispondo che noi non abbiamo dormito per niente, siamo stati anche attenti, anzi, molto attenti, quando si sono svolte le votazioni segrete. Noi eravamo attenti a guardare i banchi dell’opposizione, perché forse eravamo preoccupati del fatto che arrivasse qualche messaggino da qualcuno per votare in senso contrario rispetto all’orientamento che aveva dato il proponente dell’emendamento.
Io dico quindi che non c’è nessuna dicotomia tra quello che è stato scritto in questa proposta di legge e l’obiettivo politico che voi giustamente avete denunciato in diverse occasioni.
Esiste nella materia fiscale, un istituto, uno strumento che si chiama (i colleghi mi capiranno prima) ravvedimento operoso, per cui, quando un commercialista sbaglia a fare la dichiarazione dei redditi, per esempio, non è che l’ha sbagliata e non può fare più niente, dopo la scadenza di presentazione di quella dichiarazione c’è il tempo di correggere un errore.
Noi siamo nella fase di correzione di un errore, l’abbiamo ammesso, quindi questa proposta di legge risolve due problemi, uno di carattere tecnico e uno di carattere politico. Io vado anche oltre, perché in questa legge è stato inserito un articolo che parla di requisiti professionali e requisiti morali, e l’innalzamento del livello di questi requisiti serve a garantire ancora di più l’efficacia di una gestione futura, che va nella direzione, come diceva il collega Tutolo, di chi guarda a questa agenzia come ad un punto di riferimento per il proprio futuro.
Per fare questo, per dare questo messaggio, ci vuole trasparenza nelle procedure, non ci vuole furbizia nei meccanismi che fanno maturare, come diceva il collega Amati, i requisiti, per poi salire al secondo gradino e rimanerci per sempre.
Su questo punto noi abbiamo dato una dimostrazione di voler entrare nel merito della gestione dell’agenzia e non di puntare ad un’azione addirittura di ritorsione nei confronti di una persona. Cassano è una persona che svolge il suo lavoro e cerca di farlo nel migliore dei modi, però in questo modello organizzativo probabilmente non è la persona giusta.
Io accolgo con favore l’emendamento del collega Bellomo, quando estende quel modello di requisiti professionali e morali anche agli altri Enti, perché queste agenzie hanno un margine di discrezionalità che va oltre i limiti consentiti a volte, quindi sconfinano nella politica. Ecco perché io credo che il Consiglio si possa appropriare in questa circostanza di un ruolo fondamentale, che è quello di aver esercitato un controllo e di aver posto rimedio malfunzionamento che c’è stato in questa Agenzia. Quindi, la competenza c’è, ce l’abbiamo e abbiamo anche l’occasione, questa volta, di non spiarci a vicenda per capire chi è stato contattato per dire sì e chi è stato contattato per dire no. Mi aspetto che questa proposta di legge venga approvata all’unanimità. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere. Prego, assessore Leo.
Speaker : LEO, assessore alla formazione e al lavoro.
Grazie, Presidente. Alcune brevissime considerazioni. Il Presidente Amati mi ha chiamato in causa per dire qualcosa. A me non sta piacendo come si sta svolgendo questo Consiglio regionale. Devo essere sincero. Qualcuno parla male di qualcuno, qualcuno parla male per difenderlo. Sinceramente questa non è una caccia all’uomo, questa legge non è contro nessuno, assolutamente, io non penso che in Consiglio regionale si possa parlare e si debba parlare di questo.
Si è parlato di inchieste giornalistiche che devono rimanere inchieste giornalistiche. Dobbiamo entrare nel merito delle questioni. Quello che penso è questo. L’idea che mi sono fatto ascoltandovi è questa: ci sono alcune considerazioni, alcune discussioni che io sinceramente ho ascoltato e devo ritenerle anche importanti. Intanto c’è un parere negativo. Poi, c’è anche un emendamento che, secondo me, può essere anche tenuto in considerazione, perché in questo periodo abbiamo anche parlato di questo, quello di far ritornare tutto all’Assessorato, all’Assessorato al lavoro. In moltissime Regioni lo hanno fatto, lo fanno. Poi c’è anche un altro ragionamento che, secondo me, può essere tenuto in considerazione, che è quello dell’invarianza di spesa.
Mi spiego meglio. Obiettivamente, anche su questo si può discutere, chiaramente non abbiamo avuto il tempo per parlarne, perché potrebbe essere anche questo un altro argomento importante. È ovvio che io considero, diciamo così, queste modifiche non dico necessarie, ma probabilmente giuste, perché, rispetto a tre anni fa, il Governo nazionale ha puntato moltissimo sui centri per l’impiego, ha puntato tutto sui centri per l’impiego.
Ci sono misure fondamentali, tipo GOL, ma anche Garanzia giovani che poggiano volutamente sui centri per l’impiego.
Una mia proposta, quindi, ma lo dico davvero in maniera sincera, tranquilla, legittima, potrebbe essere quella di fare un approfondimento su tutto questo e rinviare questo argomento al prossimo Consiglio. Questa potrebbe essere una ipotesi, Presidente, che potremmo valutare.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, assessore Leo.
Prego, presidente Amati. Non ho capito bene se lei ha proprio formalizzato la proposta di rinvio da mettere al voto. L’ha solo avanzata, l’ha messa sul tavolo, alla valutazione dell’Aula.
Prego.
Speaker : AMATI.
Grazie.
Credo di parlare anche a nome degli altri colleghi proponenti. Noi siamo contrari al rinvio. Siamo contrari al rinvio perché è una questione che va risolta subito.
Assessore, lei sa che io, per via dei tanti anni che sto qui, e soltanto per questo, vado a cercare le carte, parlo con i dirigenti. Riconoscendo un grande spessore, culturale e tecnico ai dirigenti del suo assessorato, lo faccio pubblicamente perché non ho nessun motivo, a partire dal direttore del dipartimento, sino a tutti gli altri dirigenti, tenga conto che la maggior parte degli atti, delle informazioni non sono per noi campate in aria, cioè, noi che leggiamo il giornale ci facciamo suggestionare dal giornale.
Abbiamo avuto quindi la collaborazione della sua straordinaria struttura burocratica. Ci ha rappresentato degli argomenti che io le ho sottoposto. In realtà, io pensavo di darle un’imbeccata per poterle dare l’opportunità di attestare il suo bel lavoro, che c’è, obiettivamente, come assessorato, come struttura, svolgendo negli ultimi tempi anche un’attività di controllo.
Peraltro, noi l’abbiamo pure presentata accogliendo l’urlo di dolore che veniva dall’assessorato, che veniva da componenti della Giunta regionale, da consiglieri regionali. Per cui, questa richiesta di rinvio significa partire dai fatti e piegarli non alla politica, che è una cosa enorme, la politica, ma al tatticismo, ad una sequela di opportunismi a volte. Ecco, noi dobbiamo fare in modo che questo giudizio sia tenuto lontano da noi, soprattutto in periodi come questi, abbastanza turbolenti anche da un punto di vista politico, abbiamo bisogno di tenere lontano da noi ogni possibilità di sospetto che la nostra attività amministrativa e politica sia un’attività amministrativa e politica fondata sul piccolo cabotaggio, per poter galleggiare senza assumere atti risoluti.
Noi, assessore, abbiamo accettato l’emendamento del Gruppo politico al quale lei è iscritto proprio perché sapevamo che bisognava trovare la mediazione tra i colleghi e soprattutto perché sapevamo che era il Gruppo politico al quale lei è iscritto, che non è un fatto secondario, quindi per noi era evidente che stavamo raccogliendo una richiesta politica di intervento.
Noi, quindi, non possiamo aderire ad un invito di rinvio e invece vogliamo che il Consiglio regionale si esprima responsabilmente, ognuno assumendo il proprio punto di vista, non si romperanno solidarietà, cortesia, stima su un voto, perché su un voto non si devono mai rompere, ma noi dobbiamo votare, perché altrimenti cosa andremmo a dire? Che rispetto ad un dibattito molto vivace, dove abbiamo segnalato in qualche modo il nostro rigore rispetto a queste cose, ci siamo rappresentati come rigorosi, poi, a un certo punto, nel momento decisivo in cui bisogna decidere qual è la strada da prendere, ci siamo fatti prendere dalla paura? La politica è decisione, non indecisione, la politica si riconcilia con se stessa se, nel momento in cui devi decidere, che è il momento in cui ti tremano i polsi, dimostri di avere un retroterra culturale, politico, una forza, cioè dimostri di essere degno di assumere la rappresentanza.
Noi dobbiamo decidere ora, non possiamo soprassedere. Per quanto ci riguarda, noi proponenti accetteremo qualsiasi voto, anche che il collega vicino non voti la proposta di legge, può succedere, non c’è nessuna difficoltà ad ammettere questo, ma dobbiamo decidere perché altrimenti significherebbe aver letto documentazione amministrativa e non aver prestato credito. Questa è la ragione per cui, colleghi, vi invito a farlo, anche perché farlo è un impegno che avevamo assunto dal punto di vista politico, di esaminarla oggi, in questa seduta. Vi invito a farlo e a rappresentare il Consiglio regionale, come ci sta capitando spesso in questi ultimi tempi, come un organismo di persone che, nel momento in cui vengono chiamate alla decisione, rispondono “presente”. Vi prego davvero di farlo, perché altrimenti diventerà eccessiva la polemica tra noi, che varrà soltanto a consumare un dibattito, rapporti, relazioni, un dibattito inutile, un dibattito che non serve a noi, ma alla fine non avremo risolto il problema.
Quindi, invito l’assessore a concorrere con noi avendo egli stesso collaborato con noi affinché si producesse un testo ampiamente condiviso, ovviamente, assumendoci la responsabilità di una decisione. Questi sono i tempi in cui possiamo dimostrare di essere degni rispetto alla funzione che diciamo a tutti che abbiamo l’onore e l’onere di svolgere. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Presidente Tutolo, sarebbe il terzo intervento. Vediamo se ci sono altri interventi. Non si dispiaccia. Qualcun altro intende intervenire?
Prego, presidente Tammacco.
Speaker : TAMMACCO.
Io sinceramente qualche chiarimento lo gradirei, nel senso che questa è una norma importante. La riforma dell’ARPAL è un qualcosa di importante perché, come tutti hanno detto, è un’Agenzia di primaria importanza, che è diventata, sta diventando di primaria importanza. Sinceramente non ci sono, soprattutto in maggioranza, e anche tra tutti i colleghi presenti, idee chiare su come questa Agenzia può funzionare nel momento in cui c’è la cosiddetta invarianza di spesa. Allora, su un problema tecnico oggettivo, se noi non lo risolviamo con tranquillità e con calma nelle dovute sedi, potremmo incorrere negli errori. È vero, questa è una legge che va fatta al più presto. Stiamo attendendo da mesi questa legge. Ad oggi però non abbiamo una soluzione sulla governance della legge, sui componenti, sulle modalità di funzionamento delle leggi: abbiamo una sfilza di emendamenti che ci porteranno forse a vederci uno contro l’altro senza avere tutti i tempi per poterci confrontare, e i luoghi.
È per questo motivo che io mi rifaccio anche, e l’ho detto anche in Commissione l’altra volta, però dice “si riporta in Consiglio”, e ora lo faccio in Consiglio: così come ha chiesto l’assessore, a nome del Gruppo per la Puglia, chiedo il rinvio di questo punto, per trovare la soluzione giuridica a questo ente, tutti quanti insieme e per poterlo approvare in cinque minuti, altrimenti tutto il resto, tutte le altre leggi all’ordine del giorno non le faremo più.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere La Notte.
Speaker : LA NOTTE.
Grazie, Presidente.
Anche a nome dei Popolari con Emiliano, chiediamo il rinvio per approfondimenti.
Speaker : PRESIDENTE.
La sua proposta è proprio… C’è una proposta proprio di rinvio formalizzata? Votiamo sulla proposta.
La votazione è aperta sulla proposta di rinvio… Non ho avuto altre richieste di interventi, ho aspettato. C’è qualcuno che vuole intervenire? Sono stati tutti a favore. Non avete chiesto di intervenire. Prego. Votiamo. Se siete contro, votate no. La proposta è di rinvio. Avete votato tutti? La votazione è chiusa.
Presenti 31, votanti 25, astenuti 6, favorevoli 15, contrari 10.
La proposta di rinvio è approvata.
Andiamo avanti, la prossima è la legge sul Piano casa.
Come sapete, fino all’ora in cui abbiamo chiuso con la possibilità di proporre emendamenti, abbiamo avuto una serie di emendamenti.
Relatore, Presidente Campo, prego.
Speaker : CAMPO.
Tanto la conoscete tutti, come anche la genesi, o la devo leggere? Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Diamo per letta la relazione e cominciamo con la richiesta di interventi.
Se ritenete, passiamo subito all’articolo 1. Prego, Presidente Bellomo, il primo emendamento è il suo.
Speaker : BELLOMO
Siccome il mio emendamento in realtà è sostitutivo dell’intera legge, per le stesse ragioni di cui al punto precedente vorrei che tutti quanti lo verificassero con attenzione, quindi chiedo esplicitamente il rinvio anche di questo punto all’ordine del giorno, al fine di consentire a tutti di poter guardare queste due norme di legge che intervengono sullo stesso punto dell’ordine del giorno, al fine poi di procedere ad un Piano casa che contemperi le esigenze di tutti.
Tra l’altro, non vedo neanche l’assessore, quindi...
Speaker : PRESIDENTE.
Il Governo è presente, vuole aspettare l’assessore? Scusi, mi stavano facendo conoscere degli emendamenti, le chiedo scusa se possa ripetere la proposta.
Speaker : BELLOMO.
Presidente, noi abbiamo rinviato più volte il Piano Casa proprio perché in una legge così importante era opportuno che ci fosse l’assessore. Lo abbiamo rinviato due…
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, Presidente Bellomo.
Speaker : BELLOMO.
Il mio emendamento, in realtà, non è un mero emendamento, è una legge totalmente nuova rispetto a quella esistente con gli emendamenti che…
Quindi, io faccio la proposta di rinviare questo punto all’ordine del giorno.
Speaker : PRESIDENTE.
Sta arrivando.
Speaker : BELLOMO.
Ma non era solo per la mancanza… Ho detto, manca l’assessore. In più vi è una norma interna che credo vada analizzata al fine di poter conciliare le esigenze di tutti. In virtù di questo, così come è stato chiesto per l’ordine del giorno, per una, lasciatemelo dire, fesseria, credo che il rinvio invece all’ordine del giorno di questa legge che in realtà ne sono due sarebbe opportuno al fine di consentire a tutti quanti di poter analizzare in dettaglio e magari poi giungere a un testo condiviso.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
L’assessore mi dicono che sta arrivando. Ho l’obbligo di sentirla, se lei ritiene che sia necessario il rinvio oppure no. Un rinvio dell’esame di questa legge, e quindi un rinvio della seduta, perché è l’ultima legge.
Assessora, il Presidente Bellomo fa questa richiesta. Siccome ha presentato lui una serie di emendamenti che richiedono un approfondimento vuole sapere da lei se ritiene di poter esprimere da subito il proprio parere anche sulla sua proposta, ovvero se ritiene necessario un rinvio; rinvio che, ovviamente, chiedono dai banchi della maggioranza, dovrebbe essere a domani. Lo chiedono dai banchi della maggioranza. Ho raccolto una richiesta, Presidente Zullo.
A favore della proposta ha parlato ovviamente il Presidente Bellomo. Ha fatto la proposta di rinvio.
Presidente Amati, interviene contro?
Speaker : AMATI.
Certo.
Presidente, io potrei capire il rinvio a domani; potrei capire il rinvio con “ci vediamo dopodomani”, “ci vediamo il 2 agosto”. Ma se rinvio significa, o significasse, e in fondo questo significa, mica non lo so, “ci vediamo dopo le elezioni politiche”, che significa, ad andare bene, il primo martedì di ottobre, come facciamo, noi tutti, ad essere favorevoli a un rinvio? Sappiamo qual è il provvedimento che stiamo discutendo?
Il provvedimento che è all’ordine del giorno è il Piano casa: cioè, migliaia e migliaia di persone che stanno aspettando che noi decidiamo qualcosa. Lo dico in particolare ai colleghi dell’opposizione: la proposta l’avete fatta voi. Ho sbagliato? Chi ha fatto la battuta? La proposta l’avete fatta voi, o no?
Speaker : PRESIDENTE.
L’ha fatta il presidente Bellomo, la proposta.
Speaker : AMATI.
Lo dico al collega Bellomo, va bene così? Collega Bellomo, va bene? Quindi guardo soltanto lei, nel caso loro non volessero nemmeno essere guardati. Lo dico a lei, collega Bellomo: migliaia e migliaia di persone stanno venendo da noi a dirci “vogliamo la legge sul Piano casa”. Peraltro, la controprova è che queste persone sono tutte vivacemente impegnate a segnalarci eventualmente qualche problema, e non penso che vengano soltanto da noi, anzi, so che vengono anche da voi. E noi che cosa dobbiamo dire alla fine di questo Consiglio regionale?
Dobbiamo dire che il Parlamento dei Giufà – ve lo spiego un’altra volta il fatto dei Giufà, che è una cosa tutta siciliana – ha deciso che ci vediamo ad ottobre: secondo voi chi ci prenderà mai sul serio, su una cosa del genere? Quindi noi cerchiamo di lavorare, anche fino a domani mattina; però questo provvedimento noi lo dobbiamo licenziare, perché questo provvedimento pone stabilità economica alla Regione.
Peraltro, non ci sono più nemmeno i bonus, non so come lo devo spiegare. Vi prego, colleghi, di ritirare la proposta di rinvio perché la proposta di rinvio, soprattutto se la votiamo, diventa soltanto oggetto di polemica tra noi, mentre ho buoni motivi di ritenere che il provvedimento può essere licenziato all’unanimità.
Speaker : PRESIDENTE.
Sulla proposta di rinvio fatta dal presidente Bellomo può intervenire solo uno a favore e uno contro.
È intervenuto contro il presidente Amati. Chi parla a favore? Diversamente, votiamo.
Perfetto. Votiamo… C’era invece la proposta di Amati di ritirare la mozione di rinvio. Presidente Bellomo, la conferma? Stiamo votando, la conferma.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 40, votanti 39, favorevoli 12, astenuti, 1 contrari, 27. La proposta è respinta, quindi procediamo con la discussione.
È stato presentato l’emendamento n. 1, che si compone di sei pagine e sostituisce interamente il testo di cui alla PdL 412, è stato distribuito, quindi lo abbiamo caricato.
Presidente Bellomo, vuole illustrare l’emendamento? I tempi sono sempre quelli, anche se sono sei pagine di emendamento.
Speaker : BELLOMO.
Grazie, Presidente.
Come ben si può analizzare, l’emendamento all’articolo 1, sostitutivo dell’intera legge, in realtà è quindi un’intera legge vera e propria. Vado al succo, per capire esattamente qual è l’essenza della legge, senza descrivere analiticamente il tecnicismo contenuto nell’articolato.
Cosa differenzia strutturalmente la legge presentata da questo Gruppo rispetto a quella esistente? Mi sembra che, come accade spesso purtroppo, ci prendiamo in giro da soli, cioè costruiamo una norma nella consapevolezza che questa norma non verrà mai applicata. Tutte le sentenze e impugnative ci hanno indicato – giustamente, aggiungerei - che il presidio del territorio dal punto di vista urbanistico e quindi cosa fare urbanisticamente nel proprio territorio spetta ai Comuni. Cosa giusta, ma anche se non fosse giusta così è previsto e quindi a questo tutte le norme di legge chiamiamole disegno di legge che era del Governo, chiamiamole disegni di legge dei proponenti e sia il mio disegno di legge parte da questi presupposti.
Vi chiedo, però, ecco perché la legge così fatta si prende in giro da solo, che cosa accade se i Comuni, come quasi sempre accade, e il quasi lo dico giusto per dare un contributo, dare una positività… I PUG non vengono quasi mai fatti, i provvedimenti di una certa strutturalità non vengono mai posti in essere, che cosa succede? Succede che tutto lo sforzo di questa legge per consentire una rigenerazione urbana… Perché noi dobbiamo partire da questo presupposto. Non mi piace neanche che venga denominato Piano Casa perché altrimenti significa che noi vogliamo edificare di più rispetto all’esistente. Non è questo lo spirito della legge. Lo spirito è che gli immobili che sono gravati da problemi strutturali che fra qualche anno saranno ancora più evidenti, che hanno problemi di tipo ambientale, che hanno tutta una serie di problemi, meritano/devono subire degli interventi e noi, agevolando questi interventi, diamo più cubatura. Questa è la sostanza.
Il primo aspetto di cui noi ci dobbiamo occupare è che gli immobili rientrino in queste categorie. Se il Comune non perimetra il suo territorio, che succede? Niente.
Io farei una scommessa con ognuno di voi: a luglio dell’anno prossimo, se ci sarà l’1 per cento dei Comuni della Regione Puglia che avrà adottato il Piano. Se la nostra intenzione è far adottare il Piano dobbiamo imporre delle sanzioni, anche se è improprio dire delle sanzioni, dobbiamo imporlo di farlo. Nella mia norma nei 180 giorni, diamo ben 180 giorni dalla promulgazione della legge, se il Comune decide di non fare niente o non vuole fare niente, se gli immobili hanno quel tipo di caratteristiche, con una perizia giurata, si presenta al Comune il quale nei trenta giorni di tempo non ha più diritto di fare una perimetrazione, se quell’immobile rientra o meno in una data perimetrazione, ma solo stabilire se l’immobile ha quel tipo di caratteristiche. Presenta quest’istanza e nei trenta giorni successivi si forma il silenzio-assenso. Così cosa otteniamo? Che i Comuni nei 180 giorni adottino il Piano, altrimenti si prendono la responsabilità di non averlo fatto, e che quindi il singolo privato possa presentare quel tipo di perizia, quindi noi rendiamo utile la legge, la rendiamo effettiva.
Poi, noi tutti quanti, nei vari discorsi diciamo che in Puglia il turismo è la parte principale del PIL, che dobbiamo fare in modo che le strutture ricettive aumentino, ovviamente con la garanzia del PPTR e di tutte quelle norme che esistono, e che quindi vieterebbero qualsiasi intervento, di poterlo consentire anche a quel tipo di immobili. Terzo: gli immobili che insistono in agricoltura, in zone che sono desolato, dove in alcuna maniera viene fatto alcun intervento, dove non si esercita più l’attività agricola: perché non dobbiamo consentire di rivalutare quegli immobili, sempre aventi le stesse caratteristiche?
Questi sono i tre punti fondamentali, poi, nel singolo articolato possiamo anche parlarne. Chiedo quindi l’approvazione di questo emendamento. Vi prego di fare in modo che non ci ritroviamo qui l’anno prossimo, me lo segnerò, e di fare in modo che questa legge, importante, non abbia effetto. Io con la mia legge do effettività a quello che già il testo principale prevede.
Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, anche per il rispetto dei tempi.
Prego, presidente Tammacco.
Speaker : TAMMACCO.
Grazie, Presidente.
Io letto i vari emendamenti, che ci sono appena arrivati, del collega Bellomo. Per la maggior parte ricalcano già il testo che l’Amministrazione ha presentato.
Vorrei dire però una cosa. Noi qui stiamo parlando di Piano casa, quindi di residenze, di possibilità di utilizzare residenze, non di un Piano, che seppur mi trova anche d’accordo sulla possibilità di parlarne, su un’altra legge, sul piano per gli alberghi, oggi trattiamo il Piano casa.
Per qualche parte, almeno per quello che ho letto, ho dei dubbi. Ho dei dubbi anche, e che abbia fatto degli studi approfonditi, collega) sulla costituzionalità di una specie di silenzio/assenso da parte dei Comuni, e, tra l’altro, non credo che tra un anno, per come è stata congegnata la legge con qualche piccolo aggiustamento, possa non andare subito in esecuzione, ci siano Comuni che non andranno in esecuzione, perché lei come me vive sui territori e sa che tutti i Comuni, tutti i dirigenti tecnici, tutti i cittadini stanno attendendo questa legge perché non stanno andando avanti.
Sono quindi le Amministrazioni comunali le prime ad essere interessate a fare in modo che questa legge possa entrare in vigore al più presto possibile per non avere tutte queste incombenze all’interno dei propri uffici tecnici, che sono già ridotti all’osso.
Non ritengo sinceramente di poter accogliere gran parte della una serie di emendamenti che lei ha fatto, a partire dal primo. Questa è una mia opinione personale. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Onestamente lei aveva due minuti che le mancavano nel precedente intervento, quindi prego.
Però devo dire che con il microfono non ha un buon rapporto. Che è successo al microfono del Presidente Bellomo? C’è un’opposizione nel microfono.
Speaker : BELLOMO.
Ho dimenticato di dire che questa legge non è solo frutto del mio lavoro, perché ho preso la legge della Regione Lombardia vigente, non impugnata, perfettamente attiva, che prevede esattamente quindi, quindi tolgo il dubbio al collega Tammacco e a tutti coloro i quali possono legittimamente pensare che la formula finale del silenzio/assenso non sia legittima dal punto di vista costituzionale, e vi dico che questa parte l’ho presa interamente dalla legge vigente in Regione Lombardia.
Se quindi non siete d’accordo per una questione di merito, è un tema, ma vi tolgo l’argomento che si possano porre dubbi sulla costituzionalità, sull’impugnazione, perché è una legge vigente. Potete controllarlo benissimo attraverso i siti per verificare che Regione Lombardia già da tempo sviluppa questo tipo di intervento in questa maniera e forse in questo la Regione Lombardia (credo che nessuno abbia il dubbio) sia leggermente più avanti di noi.
Speaker : PRESIDENTE.
Non vorrei condividere questa affermazione. Siamo orgogliosi della Puglia, di vivere in Puglia.
Speaker : TAMMACCO.
Forse non mi sono spiegato. Credo di avere un minuto, forse.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : TAMMACCO.
Collega, il primo, io leggo il primo, emendamento PDL 412, n. 1, quello scritto a mano: “Il presente emendamento, che si compone di sei pagine, sostituisce interamente il testo di cui alla PDL 412”. Significa praticamente presentare una legge completa in sostituzione della legge che già nelle Commissioni, in vari momenti, è stata studiata, elaborata e portata a termine da tutta la maggioranza e anche con la collaborazione, in parte, dell’opposizione.
Se parliamo di qualche emendamento alla legge 412, proposta dalla maggioranza, è un discorso. Se parliamo, invece, di togliere la legge completamente e sostituirla con un’altra, allora stiamo parlando di altro tipo di discorso. Per cui, a questo punto, io mi rivolgo all’intera maggioranza per chiedere di respingere l’emendamento n. 1, che compone tutti gli altri emendamenti, per poi entrare nello studio della proposta di legge del Governo e anche della maggioranza, che è stata discussa più volte nelle varie Commissioni.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei. Il parere del Governo sugli emendamenti è pronto?
Assessora Maraschio. Aspetti un attimo. Sembra che non abbia la tessera.
Assessora Maraschio, prego.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Provavo a comprendere l’illustrazione del presidente Bellomo. Il presidente Bellomo chiede la sostituzione di quella che viene presentata come proposta che perviene dalla valutazione della V Commissione con l’intero suo testo di legge: ho compreso bene?
Il parere del Governo è negativo, anche per le considerazioni che sono state già espresse e per una impostazione, sostanzialmente, che andrebbe a modificare radicalmente l’impostazione presente, e che perviene appunto da un lavoro in V Commissione.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ci sono altri interventi. Quindi, procediamo al voto.
La votazione è aperta. L’emendamento è lo 01, ed è comprensivo delle sei pagine di cui ci ha parlato il presidente Bellomo.
La votazione è aperta. Possiamo votare. Avete votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 40, votanti 39, favorevoli 12, astenuti 1, contrari 27.
L’emendamento è respinto.
Galante ha votato contro. Dobbiamo togliere “astenuto” a Galante, che è contrario. Anche per l’assessore Delli Noci il voto è contrario. Datemi un cenno che sono stata compresa. Okay.
Andiamo all’emendamento 1. L’emendamento è a firma Amati, Caracciolo: “articolo 1, comma 3”… Ce l’avete, vero? È inutile che lo leggo, non impieghiamo tempo.
Volete illustrarlo? Presidente Amati, vuole illustrarlo? Andiamo al voto? Non ho richieste di interventi. Consigliere Laricchia, prego.
Speaker : LARICCHIA.
Presidente, io vorrei comprendere, se possibile, la motivazione, le ragioni della presentazione di questo emendamento, che potrebbe essere squisitamente tecnico, ma potrebbe anche avere un messaggio politico, secondo me, che noi dovremmo invece salvaguardare, cioè l’eliminazione del richiamo al rispetto del decreto ministeriale 1444/1968, quindi sostanzialmente agli standard urbanistici ed edilizi che siano.
Questo perché eliminarlo potrebbe essere comprensibile, perché in effetti esiste e quindi non dobbiamo certamente richiamarlo in una legge regionale, ma lasciarlo, proprio perché già esiste, potrebbe essere un messaggio politico secondo me importante. Per questo tendo a votare contro, a meno che le ragioni mi convincano, perché noi dobbiamo, secondo me, dichiarare che quegli standard sono importanti.
Io questo vorrei dire all’Aula in generale, gli standard dichiarati, definiti da quel DM sono importanti perché definiscono la qualità della vita. Voglio ricordare (io non ero ancora nata e molti di noi sono giovani e non erano ancora nati nel 1968) che si era al termine di una stagione di stragi, come la frana di Agrigento del 1964 e l’alluvione di Firenze.
Si stabilì che la frana di Agrigento si verificò per eccesso di volumi edificati, quindi prego tutti di non vivere gli standard come un dramma, come un problema, in quanto sono la nostra risposta alla qualità della vita, ovviamente in un territorio che ha il diritto di essere edificato, ma ha diritto di essere edificato il più possibile nell’ambito di una pianificazione, che si fa, per presentare gli standard e dare il diritto a ogni abitante ai suoi metri quadri di verde pubblico, di scuole, di parcheggi e di servizi collettivi.
Secondo me, quindi, è un messaggio politico che è bene preservare il più possibile, pur accettando (è la categoria a cui appartengo e che difendo) il diritto di edificare, di fare architettura, di fare ingegneria, di offrire questi servizi, ma - ripeto - nell’ambito di una pianificazione, che non deve ostacolare e quindi non deve essere percepita come eccessiva burocrazia.
Per questo - ripeto - chiedo di salvaguardare il più possibile questi standard, pur comprendendo assolutamente le ragioni del mercato. Io ho presentato un solo subemendamento, di cui parlerò dopo, sostenuto, come si è visto (io non lo sapevo) dall’Ordine degli ingegneri nelle osservazioni che sono pervenute.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Amati, prego.
Speaker : AMATI.
Grazie. In realtà l’emendamento è tecnico, molto tecnico.
Faccio prima una domanda. Siete d’accordo voi con il comma 4 dell’articolo 1 della proposta di legge? Io sì. Cosa dice il comma 4? Dice: le disposizioni contenute nella presente legge sono da intendersi riproduttive delle previsioni del Testo Unico dell’edilizia DPR 380. Collega Laricchia, qua è il punto decisivo: “e si avvalgono della facoltà connessa dall’articolo 2 bis, primo comma, del medesimo DPR”. Secondo me, è corretto quello che dice al comma 4. Che dice il 2 bis? Dice che le Regioni possono derogare al decreto ministeriale n. 1444 del 68. Quindi, qui è scritto, giustamente, si avvalgono della facoltà concessa dall’articolo 2 bis.
Ora, se abbiamo scritto che si avvalgono della facoltà di cui al 2 bis, che riguarda gli standard, perché questa modifica non è che sta dicendo tu Comune non tenere conto degli standard, sta dicendo tu Comune tiene conto del DPR 380, all’interno del quale ci sono anche gli standard. Ma se dici al Comune, al comma 3, mi raccomando quando pianifichi, perché questo è un atto di pianificazione, devi dire quali sono gli standard e loro pianificano e dicono gli standard. Poi, un istante dopo, devono leggersi l’articolo 4 e devono dire “oibò, possiamo anche utilizzare la deroga di cui all’articolo 2 bis”. Lo possono fare però solo in sede pianificatoria, cioè nella delibera e non in sede di rilascio del singolo permesso di costruire.
L’emendamento dice che noi ci atteniamo per gli standard al DPR 380 del 2001, ci atteniamo alla legge, compreso il 2 bis, ed è già scritto. Invece, con il testo così fatto, lo vedrete che lo ritroviamo anche in altre occasioni il problema e abbiamo presentato anche gli stessi emendamenti, lo dico adesso per evitare di dover intervenire sugli emendamenti simili, si elimina questa contraddizione.
Io credo che il motivo per cui c’è questa contraddizione è perché il testo, siccome è stato sottoposto a diverse revisioni nel corso del dibattito ovviamente gronda anche dei problemi delle successive revisioni. Quindi, per evitare questa contraddizione, si elimina questa parte e si rinvia al comma 4 dello stesso articolo 1. Spero di essere stato chiaro. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Un momento, presidente Amati: quindi, è fatto salvo, il comma 4, praticamente? Scusi: non è che forse, per evitare ogni incertezza conviene scrivere “fatto salvo il comma 4”?
All’articolo 1, comma 3, sopprimere le parole “e nel rispetto dei limiti di cui al DM 2”. Il resto rimane, certo, non c’è dubbio che rimane. Il comma 4 rimane. L’importante è che rimanga il comma 4, però se si sopprimono solo quelle parole del comma 3… Cioè, a leggerla così poteva sembrare che l’incertezza ci fosse rispetto all’applicazione del comma 4, ma siccome non è eliminato, e il comma 4 sta là, non c’è problema. Non c’è problema, perché il comma 4 sta là, non si sopprime.
Il parere del Governo sull’emendamento?
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Provo a seguire il ragionamento. Tuttavia, credo che… Anzi, no. Intanto, il richiamo al DM 681444 non è in contraddizione con quello che c’è scritto successivamente, e non è in contraddizione con il DPR 380/2001.
Il richiamo si rende necessario anche alla luce della sentenza della Corte costituzionale la n. 217 del 2020, laddove è sancita l’inderogabilità delle disposizioni del DM 1444, quando siano riferite a singoli edifici, come si verificherebbe nel caso di specie. Non indicare, non fare riferimento al DM può creare, o a mio avviso crea, dei problemi proprio con riferimento anche a ciò che è stato ampiamente motivato nella sentenza richiamata, per cui, alla luce di queste considerazioni, il parere del Governo è negativo.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Lacatena, prego.
Speaker : LACATENA.
Grazie, Presidente, grazie, colleghi.
Faccio una premessa: su questo testo abbiamo lavorato alacremente, quindi le condivisioni che abbiamo inteso raggiungere credo siano il frutto di un eccellente lavoro fatto sia all’interno della maggioranza che con l’interlocuzione che abbiamo avuto anche con i colleghi di opposizione.
Io credo che l’emendamento che viene sottoposto all’attenzione del Consiglio abbia un suo senso tecnico-giuridico, perché il consigliere Amati ci ha fatto notare che probabilmente, nelle varie redazioni del testo, abbiamo appalesato una contraddizione tra il comma 4, che è una deroga prevista dal DPR 380 in caso di premialità, perché la deroga è fatta per quelle, noi ragioniamo di premialità, quindi la densità euro prevista dal DM non può essere un limite all’applicazione di una norma di natura edilizia. Mi spiego meglio.
Nel ragionamento che abbiamo fatto noi abbiamo inteso limitare l’attuazione di questa legge ad aree già urbanizzate e concretamente realizzate. Le zone B sono gli ambiti di completamento, le zone C aree di trasformazione, che all’interno di una pianificazione hanno visto verificato il livello di standard, altrimenti saremmo incorsi nell’errore della legge regionale n. 14, quando consentivamo gli interventi di cambio di destinazione d’uso in aree in cui non venivano verificati gli standard. Ho fatto io una battaglia sui 18 metri quadri per abitante, sono stato io il presentatore di un emendamento rispetto a quella questione, perché ritenevo e ritengo che garantire standard all’interno di aree che non hanno una vocazione residenziale fosse un dovere.
In questa fattispecie, però, ci siamo calati in ambiti totalmente residenziali e urbanizzati, e, se da una parte imponiamo i limiti di densità e dall’altro poniamo delle premialità, stiamo dicendo di non applicare la legge alla fine (non so se sono chiaro). Ecco perché il legislatore nazionale, nella modifica del DPR 380, all’articolo 2 e anche all’articolo 3 ... faccio due esempi, il 2-bis, che ha richiamato il collega Amati, ma anche la lettera d) dell’articolo 3 del DPR 380, che ha classificato come interventi di ristrutturazione edilizia, anche gli interventi che ammettono ampliamenti volumetrici, che per chi è un purista della materia un po’ dice: come la ristrutturazione edilizia. Però l’ha previsto il legislatore. Ragion per cui io ritengo che questa pulizia, è un drafting più che altro, che non cambia la sostanza della legge, perché da un’altra parte diciamo che lo standard si può monetizzare e quindi sull’intervento viene verificato. Il DM non viene mai tradito in questa fattispecie, in questa legge. Però, è probabile che questa norma, per come è inserita generi dubbi di applicazione agli uffici tecnici e ai Consigli comunali.
Io sono sempre dell’avviso che la legge più è lineare meglio è. Se riusciamo a condividere questo emendamento, ecco perché invito a una riflessione anche l’assessore Maraschio, rispetto all’idea che il DM non lo possiamo violare, ma se riusciamo a pulirla la norma ci garantisce un’attuazione più semplice. Grazie, colleghi.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Lacatena. Io non ho altri iscritti a parlare, quindi metto al voto l’emendamento.
Avete votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 39, votanti 38, astenuti 1, favorevoli 37, contrari 1.
È approvato.
L’emendamento è approvato.
Passiamo adesso all’emendamento 1/1: “All’articolo 1, comma 3, sostituire le parole ‘all’articolo 3, lettera d)’ con le seguenti ‘all’articolo 3, comma 1, lettera d) ed f)’”.
Ventola ed altri. Lo vogliono illustrare? Va bene?
Consigliera Laricchia, prego.
Speaker : LARICCHIA.
Vorrei chiedere un’illustrazione perché, francamente, la lettera d) e f) del comma 1 dell’articolo 3 del DPR, se non erro, del Testo Unico, in questo momento non ce l’ho sottomano, quindi vorrei capire che cosa stiamo apportando con questa modifica.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Ventola.
Speaker : VENTOLA.
Presidente, molto brevemente. La prima parte è perché avevamo omesso di scrivere “il comma 1”, e quindi è solo una questione di drafting. La seconda è perché avevamo dimenticato di inserire la lettera f) che testualmente il DPR prevede gli interventi di ristrutturazione urbanistica, quelli rivolti a sostituire l’esistente tessuto urbanistico edilizio con altro diverso, mediante un insieme sistematico di interventi edilizi, anche con la modificazione del disegno dei lotti, degli isolati e della rete stradale.
È prevista cioè la ristrutturazione urbanistica, ragion per cui anche in quel contesto, utilizzando il Piano casa potremmo migliorare determinati quartieri: quello è il senso.
Speaker : PRESIDENTE.
La votazione è aperta. Chiedo scusa: il parere del Governo? Non gliel’ho chiesto. Mi sembrava più un’operazione di drafting, oggettivamente.
La votazione è chiusa.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 38.
È approvato all’unanimità.
Adesso dobbiamo votare l’articolo 1 nel suo complesso, perché sull’articolo 1 altri emendamenti non ce ne sono.
Sull’articolo 1 nel suo complesso, come emendato, possiamo votare. Assessora, ha qualcosa da riferire? No, perfetto.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 40, votanti 40, favorevoli 40.
È approvato all’unanimità.
Articolo 2. Sull’articolo 2 ci sono emendamenti… Scusate: io sto vedendo un emendamento di Fratelli d’Italia, che è stato definito subemendamento; in realtà è un emendamento, okay?
va bene, allora ce l’avete tutti, non so se qualcuno di voi lo voglia illustrare o se non ci sia bisogno... prego, consigliere Gabellone.
Speaker : GABELLONE.
Sicuramente c’è bisogno, nel senso che, come anche in Commissione ho avuto modo di evidenziare, la proposta di legge è condivisa, nel senso che la possibilità di evitare l’utilizzo e il consumo di suolo, la possibilità di trasformazioni edilizie in aree libere o già urbanizzate o degradate o dismesse attraverso processi di riqualificazione e di rigenerazione sono un atto assolutamente condiviso, un presupposto condiviso e condivisibile.
La legge deve tener conto anche di quelle che sono le condizioni. La Puglia è una Regione estesa ed ha caratteristiche territoriali che si differenziano. Noi abbiamo - mi permetto di evidenziarlo - una situazione morfologica del territorio che nella parte del Salento è molto stretta, quindi la situazione dell’esclusione delle zone A diventa ancora più restrittiva di quella che era l’impostazione del Piano casa. Non poter costruire a 300 metri dal mare anche quando la zona è urbanizzata, non poter rigenerare, ristrutturare è particolarmente penalizzante per il Salento.
L’ultima sentenza, che mi pare il consigliere Amati abbia evidenziato nella giornata di ieri, della Corte Costituzionale apre a nuovi scenari e a nuove opportunità, quindi l’emendamento va in questo senso. Negli ambiti di intervento, oltre alle zone B e C, naturalmente alle condizioni che mi soni permesso di evidenziare, vanno ricomprese anche le zone A e le zone D, per cui i Comuni individuano all’interno degli ambiti edificati delle opportunità di rigenerazione e ristrutturazione che oggi, sempre attraverso il coinvolgimento della Sovraintendenza, non risentono di limiti particolari e permettono, laddove già esistenti ad uso residenziale, di poter risanare, rigenerare gli immobili ad uso residenziale.
Questo è il motivo per cui ho inteso, abbiamo inteso come Gruppo di Fratelli d’Italia, proporre l’emendamento che sottopongo all’attenzione del Consiglio tenuto conto appunto delle caratteristiche del territorio, della estremità del territorio regionale in modo particolare verso il Salento.
Abbiamo già esaminato in Commissione le sentenze del TAR, ma non abbiamo avuto modo di verificare l’ultima sentenza della Corte Costituzionale pubblicata qualche ora fa, che sicuramente apre nuovi scenari sempre nel rigore della verifica e del controllo della Sovraintendenza. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Gabellone.
Parere del Governo, prego.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Il parere del Governo è contrario. Abbiamo limitato le zone di intervento. Noi comprendiamo le ragioni che lei ha rappresentato, Presidente Gabellone.
Tuttavia, la finalità di questa legge che noi stiamo proponendo del riuso e della riqualificazione edilizia non deve andare nel senso di rendere delle norme di carattere generale che hanno in sé, invece, determinati principi, estenderle su tutte le aree. Noi abbiamo nella legge individuato delle zone di intervento. Le zone D, che sono zone produttive, devono essere escluse dall’intervento con premialità, così come previsto nell’attività di riuso e oltre alle zone D ancor di più i centri storici e le aree A.
Le riqualificazioni riguarderanno soltanto e possono riguardare solo alcune zone che noi abbiamo individuato perché consentire ristrutturazioni, ampliamenti in zone che hanno… In questo modo continueremmo ad intervenire con delle norme di carattere generale, sottraendo di fatto ai comuni la possibilità o la necessità di intervenire con norme di pianificazione.
Laddove esistano delle esigenze particolari, perché dovrebbero essere esigenze particolari, che riguardano alcune zone, quelli dovranno essere interventi da valutare volta per volta, ma non da far rientrare con una normativa di carattere generale.
Per questa ragione il parere del Governo è negativo.
Speaker : PRESIDENTE.
Poniamo in votazione allora l’emendamento all’articolo 2. n. 1/2.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti.
La votazione è chiusa.
Presenti 40. votanti 40, favorevoli 14, contrari 26.
L’emendamento è respinto.
Adesso abbiamo un subemendamento della consigliera Laricchia all’emendamento n. 2. Forse dobbiamo leggerli entrambi, così ce li avete chiari. Cosa dice l’emendamento n. 2? Dice che all’articolo 2, comma 1, sostituisce le parole “dove consentire interventi di riuso e di riqualificazione” con le parole “dove consentire interventi di riuso, di riqualificazione e su immobili con qualsiasi destinazione”. Questo emendamento è firmato Amati, Caracciolo.
La consigliera Laricchia presenta un subemendamento, su questo emendamento, e dice: “aggiungere il seguente comma finale ‘gli interventi previsti dal comma 3 – l’emendamento riguardava il comma 1 – del presente articolo e dagli articoli 3, 4 e 5 possono essere realizzati solo su immobili esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge’”.
Consigliera Laricchia, lo vuole illustrare?
Speaker : LARICCHIA.
Intanto c’è un errore: non dovevo scrivere “aggiungere il seguente comma finale”, ma dovevo dire “al termine del comma 1, aggiungere”. In realtà, volevo dire “il seguente comma finale a questo emendamento”. Purtroppo, ho dovuto agganciarmi all’emendamento dei consiglieri Amati e Caracciolo perché erano finiti i tempi, lo ammetto, per la presentazione degli emendamenti. Con il mio subemendamento, non viene toccato il loro emendamento, nel senso che se passa il mio, si aggiunge questa modifica al comma 1, ma non viene in nessun modo intaccata la loro proposta di modifica al comma.
Detto questo, entriamo nel merito. Con il mio subemendamento io introduco un principio molto semplice, che però immagino possa piacere o anche non piacere, cioè che tutte queste modifiche, queste possibilità, queste deroghe di fatto alla pianificazione, siccome la finalità di questa proposta di legge è quella di incentivare gli interventi sull’esistente, se approviamo questa proposta di legge, come abbiamo fatto con tutte le proroghe del Piano casa, stiamo dicendo ai costruttori, ai cittadini, agli ingegneri, agli architetti "preferite il più possibile agire su edifici già esistenti piuttosto che costruire nuovi edifici", perché l’obiettivo è quello di evitare il consumo di suolo.
Se questo è vero, tutti i contenuti delle nostre deroghe in questa proposta di legge devono essere applicati agli edifici che sono esistenti oggi, e questo fa il mio emendamento, dice "applichiamo tutto questo, ma agli edifici esistenti alla data dell’entrata in vigore della presente legge". Se questo mio subemendamento non passasse, l’anno prossimo si farebbero nuove case e l’anno dopo si realizzerebbe l’ampliamento, la demolizione e ricostruzione sulle nuove case o sui nuovi edifici.
Credo quindi - ripeto - che se condividiamo tutti il principio che con questa proposta di legge vogliamo incentivare il recupero dell’esistente piuttosto che la costruzione del nuovo, quindi vogliamo disincentivare il consumo di suolo, dobbiamo precisare che tutte queste deroghe valgono per gli edifici che sono esistenti oggi.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere del Governo.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Il parere è favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Amati, prego.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente.
Questa era la modalità che utilizzavamo nel vecchio Piano casa, cioè dicevamo "su immobili realizzati entro", ma questo perché? Perché la legge regionale aveva effetti immediati, diretti, derogatori degli strumenti urbanistici, non c’era bisogno della mediazione del Consiglio comunale, quindi, approvata la legge, si certificava quali erano gli immobili beneficiari della deroga e poi i Comuni agivano di conseguenza.
Noi, per renderlo strutturale, abbiamo proprio invertito il processo, e cioè da una legge in deroga agli strumenti urbanistici stiamo approvando una legge che affida ai Comuni la variante agli strumenti urbanistici limitatamente agli ambiti che abbiamo definito. Se noi scrivessimo quella data, quella data significherebbe che è il nuovo Piano a non essere più strutturale, ma ad essere temporaneo. Noi diremmo ai Comuni che vale fino alla data che lei ha indicato. Quindi, non è più strutturale e sarebbe di nuovo temporaneo, quindi cadremmo dalla padella alla brace e quindi magari l’anno prossimo verremmo qui con una richiesta di emendamento per dire agli immobili esistenti fino all’anno successivo. Invece noi vogliamo renderlo strutturale. Noi vogliamo dire che i Comuni decidono gli ambiti, in termini di semi pianificazione, peraltro in aree edificate, cioè le B e le C, per cui valgono tutti gli immobili perimetrati all’intorno delle aree B e C, perché abbiamo anche questo livello di pianificazione.
Per cui dire “agli immobili esistenti alla data odierna” significa porre una limitazione alla pianificazione, quindi non realizzare il disegno di transizione dalla temporaneità alla strutturalità del Piano casa, con la conseguenza che è sicuro che ogni anno verremo in Consiglio comunale per prorogare l’ambito di validità del Piano casa. E devo dire che questo è un fatto meramente teorico, peraltro, perché in quelle aree, così come individuate, cioè le aree di completamento e le aree di espansione, alla fine quella è la pianificazione degli strumenti urbanistici, quindi gli immobili quelli sono. Quindi, è meramente teorico il fatto… Viene bene da un punto di vista narrativo per un convegno, il consumo di suolo, ma non significa nulla perché il consumo di suolo non esiste come problema. Noi agiamo sugli immobili esistenti. Se realizzano in area di espansione nuovi immobili lo fanno in virtù della pianificazione comunale che prevede la realizzazione degli immobili. Quindi, eventualmente, il consumo di suolo è partita dello strumento urbanistico che già prevede la realizzazione di un edificio e non ha nulla a che vedere con il Piano casa, che agisce solo ed esclusivamente sugli edifici esistenti.
Pertanto, le chiedo di ritirarlo questo emendamento alla luce delle ragioni che le ho esposto e che spero l’abbiano convinta. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Che fa, consigliera Laricchia?
Speaker : LARICCHIA.
Purtroppo lo mantengo. Io voglio solo ricordare che noi facevamo due cose: io capisco, perché è vero, ci ho pensato anch’io, stiamo passando dai Comuni, quindi, di fatto, se un Comune pianifica tenendo conto di questi princìpi, poi bisogna vedere anche quando pianifica, non dovremmo avere tutte queste difficoltà.
Però insisto perché noi facevamo due cose quando prorogavamo il Piano casa, ed erano due, infatti, le frasette che si aggiungevano: prorogavamo la possibilità di fare le demolizioni e le ricostruzioni, e prorogavamo anche l’anno di realizzazione degli edifici. Secondo me quindi con questo mio subemendamento rimane strutturale la possibilità di agire in deroga, di fatto, agli interventi e alle volumetrie che di solito sarebbero possibili, però si mantiene, si limita agli edifici che esistono oggi. È tutto qui il punto. Anche se è possibile che in qualche modo, con la pianificazione dei Comuni, eccetera, tutto questo possa risultare una preoccupazione eccessiva, da parte mia, io preferisco, almeno in questa fase, soprattutto nel momento in cui non è partito il monitoraggio, perché poi ricordiamo che anche da uno studio dell’INU Puglia, l’Istituto Nazionale dell’Urbanistica, effettuato non solo sulla città di Bari ma su tutte le proroghe del Piano casa in tutte le Regioni, ciò in cui hanno fallito tutte le Regioni, compresa la nostra, è lo strumento di monitoraggio.
Noi quindi oggi stiamo agendo anche senza, purtroppo, poter valutare effettivamente gli effetti del Piano casa nelle varie Regioni, compresa la nostra.
Sappiamo, in linea generale, da uno studio fatto da questi ricercatori che da sempre ispirano l’azione politica che è efficace, il Piano casa, soprattutto quando i piani urbanistici dei Comuni sono vecchi. Non a caso nel Comune di Bari si è utilizzato parecchio.
Io quindi insisto perché secondo me dobbiamo limitare la possibilità di intervento negli edifici che esistono oggi, altrimenti, ripeto, l’anno prossimo abbiamo nuovi edifici, quindi non abbiamo convinto quel costruttore ad agire sul vecchio, e invece abbiamo continuato effettivamente sul nuovo, e in più ha la possibilità, fra due anni, di ampliarlo perché può usare il Piano casa.
Non credo che torneremo in Aula. Se crediamo in questo principio, in Aula non si torna a modificare di anno in anno questa cosa. Ripeto: rimane strutturale la possibilità di ampliamento e di demolizione e ricostruzione. Quello che cambia è che l’edificio su cui si può fare è quello esistente oggi, che è esattamente il principio che dovrebbe muoverci tutti, cioè quello - ripeto - di limitare il consumo di suolo. Tutto qui.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliera Laricchia.
Prego, consigliere Lacatena.
Speaker : LACATENA.
Grazie.
Solitamente la fortuna di aver amministrato ti porta a calarti nella realtà delle questioni, e in teoria è tutto giusto. Alla consigliera Laricchia cito una legge, la n. 33 del 2007, la legge sui sottotetti, ogni anno in Consiglio si viene e si sposta la data, quindi non abbiamo la capacità di dare una certezza e abbiamo sempre necessità di aspettare la modifica del Consiglio regionale per intervenire su immobili che non erano esistenti a quella data e aspettavamo che qualcuno spostasse l’orologio del tempo in avanti.
La verità è che oggi noi stiamo intervenendo in maniera strutturale su una legge, che secondo me è giusta, perché rigenerare in maniera semplificata il tessuto urbano, senza passare da pianificazioni complesse che consentano di cambiare, rigenerare dal punto di vista ambientale, paesaggistico, energetico gli immobili è una cosa giustissima.
Parliamo di realtà, io oggi demolisco e ricostruisco un immobile, edifico in un’area di espansione. Che faccio, dopo un anno lo demolisco e lo ricostruisco per accedere al beneficio del 35 per cento? Mi sembra abbastanza strano.
Altro aspetto, l’ampliamento del 20 per cento, che è limitato a 300 metri cubi, quindi questo grande consumo di suolo e questo grande vantaggio non c’è, perché il soggetto che costruisce oggi un immobile deve rispettare tutti i parametri ambientali, paesaggistici, energetici, di efficientamento, quindi è totalmente antieconomica la previsione che sottoponi all’attenzione dell’Aula.
Secondo me, quindi, il ragionamento da fare è credere in una legge che va a rigenerare gli immobili che hanno un grado di anzianità evidente, perché nessuno demolisce un immobile che sta bene per prendersi 200 metri cubi in più, dobbiamo essere realistici da questo punto di vista, e poi l’idea che i cittadini debbano aspettare ogni anno che il Consiglio regionale si determini su questa cosa a me non piace, perché da amministratore l’ho vissuta sulla mia pelle per circa 13 anni, dicembre era il mese dalla speranza, la speranza che venisse prorogato il Piano casa, la speranza che venisse spostato l’orologio biologico della 33 del 2007, la famosa legge dei sottotetti.
Ecco perché mi associo all’invito fatto dal consigliere Amati per una questione di opportunità, perché alla legge stiamo credendo, l’abbiamo limitata, abbiamo detto che la pianificazione resta in capo ai Comuni, conservato, con l’attenzione che l’assessore ha avuto di ascoltare i colleghi di maggioranza, le premialità rispetto a questa legge, quindi rimettere nelle mani del Consiglio regionale la possibilità di rivedere ogni volta il tempo, secondo me, è sbagliato. È per questo che se purtroppo non ritira l’emendamento, io voterò contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
La votazione è aperta.
Il parere del Governo. Perdonatemi. Dobbiamo votare sulla… Io li avevo messi comunque in discussione entrambi, perché erano collegati. Quindi, dobbiamo votare prima sull’emendamento Amati.
Prego, per il parere del Governo.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Il parere del Governo è positivo sull’emendamento Amati.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Positivo sull’emendamento Amati.
La votazione è aperta. Scusate, per i funzionari: sta scritto “subemendamento”. Invece stiamo votando l’emendamento Amati, pagina 2. Giusto perché non rimanga poi agli atti…
Possiamo correggere? Perfetto. Grazie.
La votazione è chiusa.
Presenti 41, votanti 41, favorevoli 41.
È approvato all’unanimità.
Ora votiamo sull’emendamento aggiuntivo della consigliera Laricchia. Però, prima, il parere del Governo.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Ho ascoltato entrambe le motivazioni. In realtà, la finalità della legge, la nostra, all’articolo 1, parla di riuso del patrimonio edilizio esistente per riqualificazione e miglioramento della qualità architettonica, eccetera. Si fa riferimento al patrimonio esistente. Tuttavia, anche le motivazioni espresse dalla consigliera Laricchia sono degli argomenti che hanno un loro valore, immaginare che questi interventi possano essere interventi in continua deroga.
In realtà, il perimetro è comunque segnato…
Speaker : PRESIDENTE.
Dal patrimonio esistente.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Cosa?
Speaker : PRESIDENTE.
Dal patrimonio esistente.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Dal patrimonio esistente, quindi anche dalla situazione. Sarebbe un’ulteriore precisazione. In ogni caso, mi rimetto al Consiglio anche su questo.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Quindi, sarebbe pleonastico.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 42, votanti 42, favorevoli 1, nessun astenuto, contrari 41.
L’emendamento è respinto.
Adesso, sempre sull’articolo 2, al comma 1 dell’articolo 2 c’è un emendamento aggiuntivo: “i Comuni individuano ambiti edificati esclusivamente all’interno delle zone omogenee B e C”, “aggiungere le parole ‘D’ e ‘F’”. Parere del Governo? Consigliere Mazzotta, ha chiesto di intervenire? Prego. Sta aspettando il parere del Governo.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
“Aggiungere le parole ‘D’ ed ‘F’”, mi pare, vero? Questo l’emendamento, perdonatemi, mi ero distratta.
Sulla D abbiamo già detto, non si possono fare interventi; non si costruiscono né si ampliano case nelle zone produttive, questo è il pensiero che ribadisco. Ma anche per quanto riguarda le zone F, le zone F sono le zone destinate all’obbligo dei parchi territoriali, agli ospedali. Prevedere l’applicazione del Piano, delle norme di riuso in questa che ha finalità, quindi che sono indirizzate alle riqualificazioni per uso abitativo non sarebbe proprio possibile.
Il parere del Governo quindi è negativo.
Speaker : PRESIDENTE.
Okay.
Presidente Mazzotta, prego.
Speaker : MAZZOTTA.
Grazie, Presidente.
Era chiaro e logico il parere negativo del Governo, in quanto il collega Gabellone aveva già presentato una mozione molto simile, quindi almeno sulle zone D si era già espressa, però chiedo al Presidente il voto segreto. C’è bisogno di cinque colleghi per votare con voto segreto.
Speaker : PRESIDENTE.
Alzino quindi la mano le cinque persone, ok, va si vota con voto segreto l’emendamento Mazzotta Gatta, pag. 2/1.
Il parere del Governo è stato contrario.
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 43, votanti 43, favorevoli 19, contrari 24. L’emendamento è respinto.
All’articolo 2, comma 3, c’è un emendamento Amati Caracciolo, sostituire le parole "ottenere il salto della categoria energetica di almeno due classi rispetto a quello esistente" con le parole "con salto di categoria di almeno due classi".
Parere del Governo... Presidente Amati, si è prenotato per intervenire? Prego.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente, mi sono accorto di un problema.
Non so se avete già visto che, con riferimento ad un articolo successivo, ho presentato un emendamento, l’emendamento n. 6/1, dove, a proposito degli ampliamenti, utilizzo la stessa declaratoria che utilizza il legislatore nazionale per il bonus e scrivo "di almeno due classi rispetto all’esistente, ovvero, qualora non fosse possibile" - e queste sono le parole che usa il legislatore nazionale – "il conseguimento della classe energetica più alta, da dimostrare mediante l’attestato di prestazione energetica del decreto legislativo, rilasciato da tecnico abilitato nella forma della dichiarazione asseverata”.
Sugli ampliamenti ho detto: se non è possibile, non gli facciamo fare gli ampliamenti? E abbiamo introdotto la formulazione, così come fa il legislatore nazionale. L’emendamento non l’ho presentato anche qui perché mi è sfuggito, solo che qui noi abbiamo sia agli ampliamenti che le demolizioni e ricostruzioni. Ovviamente va benissimo il salto di categoria, di due categorie per le demolizioni e ricostruzioni, però anche qui per gli ampliamenti dobbiamo usare la stessa misura perché, qualora dovessimo decidere, come io auspico, di usare quella misura sugli ampliamenti ordinari, dovremmo usare anche in questo caso la stessa misura. Io mi permetterei di presentare un subemendamento al mio emendamento con il quale, anche per le zone E replichiamo la stessa scansione per gli ampliamenti e, naturalmente, il salto secco di due categorie per le demolizioni e ricostruzioni.
Quindi, se mi date davvero un minuto, lo scrivo.
Speaker : PRESIDENTE.
Lo può scrivere e nel frattempo interviene l’assessora Maraschio.
È la stessa formula, praticamente. Sta scrivendo, il Presidente Amati, il subemendamento sicché l’assessora possa vedere nel contempo l’emendamento e il subemendamento ed esprimere il parere del Governo. Questo mi sembra giusto.
Nell’attesa che il presidente Amati ci consegni il subemendamento, se non ci sono problemi di coerenza tra gli articoli, di priorità, andiamo all’articolo 2, comma 3.
Però non ci sono problemi di priorità. Non è prioritario logicamente rispetto a quello. Quindi?
Volete che facciamo il comma 3 o aspettiamo? Assessora, allora: 6/1 aggiungere il seguente subemendamento, ovvero esclusivamente per gli ampliamenti e se non risulti possibile il conseguimento delle classi energetiche più alte, da dimostrare mediante attestato di prestazione energetica, di cui all’articolo 6 del decreto legislativo n. 192/2005, precedente e posteriore all’intervento rilasciato da tecnico abilitato nelle forme della dichiarazione asseverata". Chiedo scusa, qui è così, "ovvero esclusivamente per gli ampliamenti e, se non risulti possibile"?
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Probabilmente ho bisogno di un chiarimento, perché così non riesco a comprendere...
Speaker : PRESIDENTE.
Qualcosa non mi è chiaro.
Noi stiamo trattando adesso l’emendamento a pag. 3, "all’articolo 2, comma 3, sostituire le parole..." eccetera, eccetera, voi mi avete dato un subemendamento all’emendamento 6/1, ma non ci siamo ancora arrivati.
Mi permetto di correggere direttamente, all’emendamento 3. Prego, lo legga.
Speaker : AMATI.
Il testo, a seguito dell’approvazione del subemendamento e dell’emendamento, sarebbe così: "la deliberazione di cui al comma 2 può consentire per gli edifici residenziali ubicati nei contesti rurali (zone omogenee, eccetera) interventi di ampliamento nella misura massima del 20 per cento e di demolizione e ricostruzione nella misura massima del 35 per cento, e comunque non oltre 200 metri cubi, se finalizzati al risanamento igienico-sanitario o alla riqualificazione energetica dell’intero edificio, con salto di categoria di almeno due classi, ovvero, qualora non risulti possibile, il conseguimento della classe energetica più alta da dimostrare mediante l’attestato di prestazione energetica di cui all’articolo 6 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192 precedente e posteriore all’intervento, rilasciato da tecnico abilitato nella forma della dichiarazione asseverata, nel rispetto delle norme di tutela paesaggistica di cui al Piano paesaggistico, territoriale, eccetera, eccetera”
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Amati, deve venire qui, però, per correggere. Lei ha scritto “esclusivamente per gli ampliamenti e, se non risulti possibile”. Lo devo correggere come ha detto adesso, “qualora non risulti possibile”, o lo correggiamo noi, se ritiene.
Speaker : AMATI.
Sì.
Speaker : PRESIDENTE.
Però è diverso.
Speaker : AMATI.
Ovvero qualora…
Speaker : PRESIDENTE.
Togliamo esclusivamente e scriviamo “qualora non risulti possibile”. Perfetto.
Assessora Maraschio. Mi sembra una norma di tutela, questa. Due classi più alta. Prego.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
No. Due classi più alta era quello che era previsto. L’emendamento inizialmente presentato chiedeva di sostituire “con salto di categoria di almeno due classi” con le parole “con salto di categoria di almeno due classi”. Questo era l’emendamento proposto inizialmente.
Ora dice il Presidente Amati… Proporrei almeno il conseguimento della classe energetica massima. Non “più alta”, ma “massima”. Può andar bene, Presidente?
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, Presidente Amati.
Speaker : AMATI.
Per gli ampliamenti sì. Però, se scriviamo così significa anche per le demolizioni e ricostruzioni chiediamo la classe energetica massima. Per gli ampliamenti, se scriviamo la classe energetica massima, ovvero se non è possibile quella che puoi al massimo, purché sia asseverata, va bene, perché alla fine rientra sia la massima che quelle inferiori. E lì siamo a posto. Però, se diciamo la massima per le demolizioni e ricostruzioni noi stiamo dicendo che devi raggiungere la massima, perché non c’è, non l’abbiamo previsto e se non è possibile tu fai quello che puoi. Io mi atterrei al testo così com’è, proprio per distinguere i due casi, perché la norma distingue due casi: il caso della demolizione e ricostruzione, dove devi obbligatoriamente raggiungere il salto di categoria di due classi, punto, non si discute.
Invece, per gli ampliamenti devi raggiungere il salto di categoria di due classi; ma qualora non fosse possibile, come la legge statale sul bonus, purché sia asseverata l’impossibilità, fai quella che puoi. Così rimangono immuni le due casistiche. Ecco perché il testo: scrivere quella massima poi coinvolgerebbe anche le demolizioni e le ricostruzioni.
Speaker : PRESIDENTE.
Ma la parola “ampliamenti” nella formula del subemendamento da lei presentato, presidente Amati, rimane? “Ovvero, qualora”… Nel leggere non ha detto “qualora per gli ampliamenti”; nello scritto invece c’era “per gli ampliamenti”.
Aggiungiamo “qualora per gli ampliamenti non risulti possibile, la classe più alta, limitatamente agli ampliamenti”. Assessora?
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Se stiamo parlando dell’emendamento n. 3, va bene, parere positivo.
Speaker : PRESIDENTE.
Però come subemendato.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Come subemendato, sì.
Speaker : PRESIDENTE.
Okay. Va bene, perfetto. Votiamo.
La votazione è aperta. Stiamo votando il subemendamento, in questo momento, all’emendamento di pagina 3.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 38.
È approvato all’unanimità.
Passiamo all’emendamento di pagina 3.
La votazione è aperta. Va bene. Abbiamo votato tutti? No. Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 30.
È approvato all’unanimità.
Gabellone, Conserva, Lacatena, Leoci e Tutolo. Mi avete ascoltata? Quindi sono 2 più 4, 6 voti in più favorevoli.
Andiamo all’emendamento a pag. 4. All’articolo 2, comma 3, eliminare le parole "e di densità edilizia, di cui all’articolo 7 del DM 1444/1968", quindi all’articolo 2, comma 3 eliminare le parole "e di densità edilizia" dopo la parola "PPTR".
Parere del Governo.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Presidente Amati, io qui trovo il tema e il limite sempre della necessità di garantire il rispetto del DM 1444, al quale non possiamo derogare. Io la ascolterò eventualmente per comprendere meglio, però la lettura di questo emendamento mi porta a dire che noi non possiamo derogare a quelli che sono i limiti posti da quel DM rispetto alla densità edilizia, però la ascolto e vediamo.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, Presidente Amati.
Speaker : AMATI.
Questo è uguale all’emendamento di cui all’articolo 1, il primo emendamento che abbiamo votato, cioè la densità è un parametro, ai sensi del 2-bis.
Mantenendo il DM 1444 del 1968 può capitare, come è probabile peraltro nelle zone agricole con un indice fondiario piccolo piccolo, che la densità sia abbondantemente esaurita. Allora, siccome c’è il 2-bis che consente in questa sede di derogare da parte delle Regioni al DM 1444 del 1968, a quel punto noi dobbiamo togliere l’obbligo di densità, altrimenti significa non aver fatto nulla, perché la densità è sicuro che è ampiamente raggiunta all’interno di quelle zone – ripeto - per un indice tra l’altro molto piccolo.
Per evitare il rischio di renderla inutile la disposizione, cioè priva di alcuna efficacia, siccome in sede di deliberazione del Consiglio comunale pianificano e devono pianificare proprio per il comma 4 dell’articolo 1, avendo presente anche che possono derogare ai sensi del 2 bis del DPR 380, noi coerentemente con quello che abbiamo fatto sull’articolo 1 lo facciamo anche in questo caso. Tutto qui. Non significa violare gli standard, significa che siccome è un intervento su aree, su ambiti costruiti, edificati, così come accade per le B e le C dove andiamo a verificare la densità, perché poi l’emendamento l’ho riproposto anche in seguito, in coerenza con quello che abbiamo fatto sull’articolo 1, vale il 2 bis, vale sempre il 2 bis, che peraltro è una legge statale. Nessuno ci potrà addebitare di aver applicato una legge statale.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Amati.
Prego, assessore Maraschio.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Lei parla di indici troppo piccoli, però sono degli indici che sono imposti da una legge nazionale. Indici molto piccoli in ambito rurale sono dettati dalla necessità di garantire in quegli ambiti, in quelle zone, quella che è la vocazione di quella zona. Gli ambiti rurali sono vocati e votati all’attività agricola. Quindi, tutto ciò che viene realizzato è un fatto assolutamente eccezionale. E allora noi, proprio perché è un fatto eccezionale, dobbiamo, a mio avviso, muoverci all’interno di quelli che sono quei limiti, sia pure piccoli, imposti dalla norma nazionale. Temo che derogare al DM 1444 possa determinare una incostituzionalità, ma non è il tema della incostituzionalità che io pongo. Pongo il tema di un limite nazionale al quale non possiamo derogare, ed è quello del DM, tenendo conto di quella che è la vocazione di quelle aree. È questa la ragione. Derogare alla densità edilizia del 1444 ritengo che sia un tema non solo dedicato, ma che porrebbe questa legge in contrasto con un limite di legge nazionale.
Speaker : GATTA.
Collega Amati.
Speaker : AMATI.
Probabilmente mi sono spiegato male. Quando parlavo di indice, mi riferivo all’indice della zona agricola, che è una cosa che prescinde da questo problema, perché c’è un indice di edificabilità, indice fondiario. Però è la cosa che prescinde da questo problema.
Dicevo: gli standard, se devono, come è scritto, rispettare la densità edilizia, se cioè bisogna rispettare la densità edilizia di cui all’articolo 7 del DM 1444 del 1968, può capitare, anzi, capiterà, che la densità edilizia sarà stata ampiamente raggiunta, per cui questa norma non servirà a nulla. Siccome l’articolo 1… Se è chiaro a tutti, io non parlo, mica ho il piacere di parlare…
Speaker : GATTA.
Colleghi, per cortesia, sta parlando il collega Amati.
Speaker : AMATI.
Non per questo. Io stavo cercando…
Speaker : GATTA.
Prego, prego.
Speaker : AMATI.
Stavo rappresentando il mio punto di vista all’assessore.
Ora, se noi abbiamo scritto nell’articolo 1, comma 4, che vale sempre e per tutto il 2-bis, il DPR 380, e il 2-bis, abbiamo già preso posizione sugli standard, e lo abbiamo approvato.
Quella posizione che abbiamo assunto con il comma 4 varrà sempre. Io citavo il problema degli indici per dire che siccome l’indice è un indice molto piccolo, si raggiunge facilmente la densità. Questo è quello che stavo provando a spiegare. Per cui, in coerenza con il voto sull’articolo 1, mi pare che bisognerebbe votare favorevolmente anche su questo emendamento.
Grazie.
Speaker : GATTA.
L’assessore vuole replicare?
Rimane fermo il parere precedente. Si disponga il voto. Avete votato tutti?
Il collega Gabellone è bloccato. Favorevole il collega Gabellone, sì, ha votato.
Si chiuda la votazione.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 34. Viene approvato all’unanimità.
Adesso si vota l’articolo 2, come emendato.
Passiamo alla votazione dell’emendamento soppressivo 4/1. Questo dovrebbe essere decaduto, a firma del collega Mazzotta.
Passiamo all’esame dell’emendamento a pag. 5, a firma dei colleghi Lacatena, Tupputi, Leoci.
Lo vuole illustrare qualcuno dei proponenti?
Speaker : AMATI.
Posso sull’ordine, presidente?
Speaker : GATTA.
Prego, collega Amati.
Speaker : AMATI.
In realtà, questo avremmo dovuto porlo al voto prima, perché questo è interamente sostitutivo del comma.
Noi abbiamo già apportato delle modifiche a quel comma, premetto che sono d’accordo con le modifiche proposte dai colleghi Lacatena, Tupputi e Leoci, però questo era interamente sostitutivo e avremmo dovuto votarlo subito, ormai è andata, quindi io chiedo ai colleghi adesso di inserire le modifiche, che vengono apportate con questo emendamento, sul testo, così come emendato dalle votazioni precedenti.
Speaker : GATTA.
C’è qualcuno dei proponenti che vuole intervenire? Prego, collega Leoci.
Speaker : LEOCI.
Ciò che ha rilevato il collega Amati è giusto. Pertanto, dovremmo un attimo riformularlo. Al massimo chiederei due minuti.
Speaker : GATTA.
Lasciamo in sospeso questo emendamento e passiamo avanti.
Speaker : LEOCI.
Oppure chiedo il tempo di riformularlo.
Speaker : GATTA.
Andiamo avanti e poi ritorniamo sullo stesso.
Passiamo all’emendamento di cui a pagina 5/0. È un emendamento a firma del collega Ventola, Perrini ed altri.
Qualcuno dei proponenti vuole… Parere del Governo, assessore? Emendamento a pagina 5/0. Prego. Si avvale della collaborazione preziosa dell’assessore Pentassuglia. Collega Ventola, se vuole presentarlo. Nel frattempo l’assessore rinviene l’emendamento e magari ci fa conoscere il parere del Governo.
Grazie, collega.
Speaker : VENTOLA.
Grazie, Presidente. L’emendamento è molto semplice, tra l’altro dà maggiore certezza: che cosa bisogna computare come volumi rispetto all’edificio esistente. Il mio emendamento dice esattamente ciò che prevede il 9 bis del DPR 380, e cioè quali sono i documenti che legittimano se un immobile è regolare o irregolare. Quindi, è un chiarimento che inseriamo per mettere in condizioni gli uffici tecnici comunali di avere una stessa omogeneità.
Speaker : GATTA.
Prego, assessore.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Scusatemi, ma non me lo ritrovavo tra gli emendamenti.
Il parere è favorevole.
Speaker : GATTA.
Bene. Si disponga la votazione.
Emendamento 5/0, lo ricordo all’Aula. Avete votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Votanti 39, favorevoli 39.
L’emendamento 5/0 è approvato all’unanimità.
Si passa all’emendamento 5/1, emendamento a firma del collega Mazzotta. Parere del Governo sul 5/1.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Parere favorevole.
Speaker : GATTA.
Pongo in votazione l’emendamento 5/1. Prego. Avete votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Votanti 36, favorevoli 36.
L’emendamento 5/1 a firma dei colleghi Mazzotta e Gatta è approvato all’unanimità.
Ce n’era uno sospeso. Non so se il collega Leoci ha provveduto.
Prego, collega Leoci.
Speaker : LEOCI.
Sto scrivendo il subemendamento, mi serve qualche altro minuto.
Speaker : GATTA.
Va bene, pazientiamo qualche minuto.
Proseguiamo nell’esame degli emendamenti, poi ritorneremo su questo, non possiamo porre in votazione l’articolo 2.
Andiamo all’emendamento aggiuntivo all’articolo 2, a firma dei colleghi Bellomo, Conserva ed altri.
C’è qualcuno che lo vuole illustrare? Grazie, collega Bellomo.
Speaker : BELLOMO.
L’emendamento è semplicissimo, tiene conto di quello che ho detto prima. Se i Comuni non fanno niente in 180 giorni, il privato può presentare al Comune, con perizia asseverata, se l’immobile ricade o meno nelle caratteristiche specificate.
Se c’è un cambio di destinazione d’uso, comunque ci vuole sempre un parere favorevole del Consiglio comunale. Questo è il primo emendamento, su cui vorrei sentire il parere del Governo.
Speaker : GATTA.
La parola all’assessore per il parere del Governo. Parliamo dell’articolo 2-bis, assessore, comma primo, è un emendamento aggiuntivo.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Quello che voglio capire è questo, oppure, siccome nell’enunciazione mi sembrava qualcosa di diverso....
Rispetto all’emendamento il principio che abbiamo voluto introdurre è l’individuazione degli ambiti e quindi il ritorno ai Comuni per il governo del territorio.
C’è la sfiducia che Comuni non individuino gli ambiti, è una cosa che devono fare, tuttavia questa possibilità, che è una possibilità di carattere eccezionale, mi trova favorevole per quanto riguarda questo emendamento, che è il n. 412.
Speaker : GATTA.
Il parere del Governo è favorevole, quindi si disponga la votazione. C’è una richiesta…
Speaker : TAMMACCO.
Un secondo, volevo un chiarimento.
Speaker : GATTA.
La parola al collega Tammacco.
Speaker : TAMMACCO.
Qua abbiamo due fogli, due emendamenti. Nel primo dice “qualora i Comuni non provvedano all’assunzione della delibera del Consiglio comunale di cui al comma eccetera, eccetera, entro 180 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, l’intervento può essere proposto dal singolo interessato, con perizia asseverata, da un professionista, previa deliberazione del Consiglio comunale”. Qua io non rilevo ciò che invece ha riferito, cioè nel caso in cui ci sia un cambio di destinazione d’uso. Lei, collega, prima ha detto che va in Consiglio comunale solo se c’è il cambio di destinazione d’uso.
Volevo capire la differenza, solo questo.
Speaker : GATTA.
Prego, collega Bellomo.
Speaker : BELLOMO.
È pertinente non l’obiezione, ma l’osservazione che ha fatto il collega. Io ho detto in questa maniera perché poi segue un altro emendamento che specifica che se non vi è il cambio di destinazione d’uso, invece, non bisogna passare dal Consiglio comunale. Quindi, il primo emendamento è generico, il secondo è specifico e quindi si va per differenza, diciamo così. Però, il mio è su questo emendamento. Io ho fatto un discorso generale su questo primo emendamento. L’ho fatto a posta in due emendamenti distinti, proprio perché correttamente, in accordo con l’assessore, su questo emendamento l’assessore era d’accordo, quindi l’ho fatto in questa maniera, poi sul secondo, l’assessore darà o meno il suo parere e l’Aula stabilirà. Adesso è generico. Poi, se verrà approvato il secondo emendamento, è chiaro che ci sarà una differenza. Se non verrà approvato l’altro emendamento, è evidente che per qualsiasi variazione bisogna passare dal Consiglio comunale. Per correttezza nei confronti dell’assessore.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Posso, Presidente? Grazie.
Specifichiamo. Ecco perché io ho chiesto di quale emendamento si stesse parlando. Sul primo emendamento, cioè su un fatto del tutto eccezionale e con il passaggio in Consiglio comunale vi è il parere favorevole. Vi è il parere negativo su quello che ha già preannunciato e quindi io a questo punto preannuncio il parere negativo del Governo. Siamo contrari al secondo emendamento, quindi alla possibilità di non accedere anche a questo procedimento, diciamo così, di valutazione da parte del Consiglio comunale.
L’intento è anche quello di scoraggiare, eventuali posizioni da parte dei Comuni, che magari non intendono rendersi partecipi e protagonisti del Governo del territorio.
Per cui, sul primo c’è il parere favorevole, sul secondo vi è parere contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Stiamo votando l’emendamento aggiuntivo all’articolo 2.
Prego, presidente Amati.
Speaker : AMATI.
Io capisco l’intento sollecitatorio. Però alla fine ha soltanto un valore sollecitatorio, perché in fondo, che cosa prevede? Che se il Comune non delibera, l’interessato, cioè io, con perizia asseverata chiedo la deliberazione del Consiglio comunale. In fondo, sto chiedendo una deliberazione del Consiglio comunale. Cioè dico: guardate, io sono interessato, volete deliberare? A quel punto, il Consiglio comunale dovrebbe deliberare non sul singolo intervento, perché la legge non lo abilita a deliberare sul singolo intervento, ma dovrebbe deliberare sull’ambito in cui sta quell’intervento.
Adesso io sto valutando veramente i meri effetti, così possiamo valutare se prenderlo o meno. Se lo approviamo, il valore è meramente sollecitatorio.
Io sono interessato. Tra l’altro, la delibera del Consiglio comunale per un Consiglio comunale inerte nei 180 giorni può continuare tranquillamente a non deliberare. Che vi devo dire? Se viene sottoposto a votazione, per simpatia nei confronti del collega Bellomo lo voto, perché mi piacciono le sollecitazioni. Però, francamente, non ha un grande effetto pratico, lo dico con estrema franchezza.
Anche con riferimento all’altro emendamento, anche qui, il fatto che non muti destinazione, due sono le cose: o è meramente sollecitatorio pure questo; oppure non si può accedere alla premialità, perché se manca la delibera del Consiglio comunale, e qui non riesco a leggere se c’è o meno la delibera del Consiglio comunale, però mi sa che non c’è) non si possono conseguire gli effetti di variante, perché loro chiedono la premialità volumetrica. Se ho una residenza, demolisco e ricostruisco per una residenza, poi l’incremento volumetrico, però per fare questa operazione ho bisogno della variante, se qui noi scriviamo che non è possibile procedere perché non c’è mutamento di destinazione, stiamo andando in deroga allo strumento urbanistico, quindi stiamo commettendo un errore, perché noi non possiamo derogare agli strumenti urbanistici, è il Comune che deve decidere se assoggettare o meno alla variante normativa.
Io quindi non voterei il n. 2, perché se non c’è la delibera del Consiglio comunale, non funziona.
Questo per intervenire soltanto una volta, mentre il primo ha valore sollecitatorio, se lo mettiamo al voto, io per le sollecitazioni sono d’accordo.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Amati.
Adesso, prima di votare sull’articolo 2 complessivo, dobbiamo votare subito questo emendamento e dopo ritorneremo sul 2. Emendamento aggiuntivo sull’articolo 2, articolo 2-bis, comma 1.
La votazione è aperta.
Il parere del Governo è favorevole.
La votazione è chiusa. P
Presenti 36, votanti 36, favorevoli 36. È approvato all’unanimità.
Adesso articolo 2-bis, comma 2, parere negativo del Governo.
La votazione è aperta.
Un attimo solo che il Presidente Bellomo vuole intervenire. La lotta con il microfono continua. Prego.
Speaker : BELLOMO.
Esplicitamente questo emendamento dice che, se io non cambio destinazione d’uso, la premialità di cui alla legge, quindi la possibilità dell’aumento volumetrico, è consentita presentando solo una perizia asseverata da depositare al Comune. Questo è l’emendamento che avevo anticipato all’assessore e l’assessore mi aveva già anticipato il suo parere contrario. Però, il fine di questo emendamento è un’edilizia residenziale. C’è un palazzo esistente e per quella ragione… Perché devo passare da un Consiglio comunale? Lo devo solo abbattere e ricostruire e posso avere direttamente l’aumento senza passare dal Consiglio comunale, attesi i 180 giorni bla, bla, bla.
Non passo dal Consiglio comunale laddove non c’è un cambio di destinazione d’uso. Questo è il fine dell’emendamento e per questo chiedo, unitamente ai colleghi di Forza Italia, il voto segreto.
Grazie.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
La ragione del diniego è perché questa norma si porrebbe in contrasto con quanto abbiamo già stabilito, che sono i Consigli comunali che devono stabilire quali sono gli ambiti di intervento. Saltare la possibilità… Quell’emendamento io ho detto che va bene, ma perché comunque c’era il passaggio obbligatorio dal Consiglio comunale, dal quale non si può derogare perché, altrimenti, introdurremmo un principio, diciamo così, ancora una volta, in contrasto con quanto abbiamo stabilito e approvato con gli articoli iniziali di questa legge.
Speaker : PRESIDENTE.
La votazione è aperta con voto segreto. Parere contrario del Governo. Il secondo, sì.
Parere contrario del Governo. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 39, votanti 39, favorevoli 15, contrari 24.
L’emendamento è respinto.
Torniamo adesso all’articolo 2.
C’era una richiesta di ritiro? Consigliere Leoci, mi aveva detto qualcosa? Stiamo tornando all’articolo 2. Fatemi comprendere.
Consigliere Leoci, prego.
Speaker : LEOCI.
Grazie, Presidente.
In parte si è già intervenuti sull’articolo 2, perciò andava riformulato. Al tempo stesso ritengo opportuno ritirare l’emendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene.
Adesso votiamo l’articolo 2 nel suo complesso, così come emendato con i precedenti emendamenti.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 33.
È approvato all’unanimità.
Articolo 3. Ci sono emendamenti sull’articolo 3? Ci sono emendamenti sull’articolo 3. Emendamento pagina 6: “all’articolo 3, comma 1, dopo le parole ‘ai sensi dell’articolo 2, comma 1’, aggiungere le parole ‘e comma 3’”; comma 1 e comma 3, quindi. L’emendamento è a firma Amati, Caracciolo. Se non c’è intervento da parte dei proponenti, prego assessore.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Parere favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ci sono interventi.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 33.
È approvato all’unanimità.
Adesso siamo all’emendamento 6/1: “all’articolo 3, comma 2, sostituire la lettera b) con le parole ‘b) l’immobile ampliato, ovvero”… Un attimo solo, il presidente Amati deve fare una correzione.
Speaker : AMATI.
Presidente, questo emendamento è un emendamento all’articolo 4. Un attimo solo che devo capire. Questo è giusto. Informo subito che io, grazie al collega Ventola, è vero, è andata così, è venuto a segnalarmi un errore, c’è un emendamento, quello n. 6/2 e n. 6/3, che si riferisce non all’articolo 3, ma si riferisce all’articolo 4.
Speaker : PRESIDENTE.
Quindi: n. 6/2 e n. 6/3.
Speaker : AMATI.
Non si riferisce all’articolo 3, ma si riferisce all’articolo 4,.
Speaker : PRESIDENTE.
All’articolo 3 c’è solo questo che sto per leggere.
All’articolo 3, comma 2 sostituire la lettera b) con le parole "b, l’immobile ampliato, ovvero la singola unità immobiliare ampliata, dovrà ottenere il salto di categoria energetica di almeno due classi rispetto all’esistente, ovvero, qualora non risulti possibile, il conseguimento della classe energetica più alta, da dimostrare mediante l’attestato di prestazione energetica, di cui all’articolo 6 del decreto legislativo 19/08/2005 n. 192, precedente e posteriore all’intervento, rilasciato da tecnico abilitato nella forma della dichiarazione asseverata".
Parere del Governo.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Avevo già detto che era favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Votiamo.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa. P
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 31. È approvato all’unanimità.
Ora dobbiamo votare l’articolo 3 nel suo complesso. Assessora, mi ha chiesto di intervenire? No, okay.
Articolo 3 nel suo complesso, la votazione è aperta.
Avete votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 34. L’articolo 3 è approvato all’unanimità,
Passiamo all’articolo 4. Ci sono emendamenti.
L’articolo 4 è quello degli interventi di demolizione e ricostruzione. Il primo emendamento, Amati Caracciolo.
All’articolo 4, comma primo, dopo le parole "di cui all’articolo 2, comma 1", aggiungere le parole "e comma 3", quindi "di cui all’articolo 2, comma 1 e comma 3".
Parere del Governo. Diamo il microfono all’assessora Maraschio.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Il parere è favorevole, quindi procediamo al voto.
La votazione è aperta. Parere del Governo favorevole.
Votiamo. Avete votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
È approvato all’unanimità.
Altro emendamento. È un subemendamento all’articolo 4, comma 1: “Dopo le parole ‘negli ambiti di cui all’articolo 2, comma 1’ aggiungere le parole ‘allargati anche alle zone D’”. Subemendamento di Paride Mazzotta e Giandiego Gatta. È stato presentato ora come subemendamento.
Lo vuole illustrare? Prego. No. Aggiungere zone D.
Speaker : MAZZOTTA.
Volevo solo chiedere il voto segreto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Subemendamento: “Dopo le parole ‘negli ambiti di cui all’articolo 2, comma 1’ nell’articolo 4, vuole aggiungere le parole ‘allargati anche alle zone D’”.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Parere contrario. Nelle zone D non si costruiscono case, non si va ad abitare.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Andiamo al voto.
La votazione è aperta, con parere contrario del Governo.
Solo Mazzotta, non Gatta. Avevo sbagliato. Con il voto segreto.
La votazione è aperta. Voto contrario del Governo.
Le chiedo scusa, consigliere Mazzotta, presidente Mazzotta, ma la seconda firma di chi è? Bellomo. Abbiamo votato tutti? Sì.
La votazione è chiusa.
Presenti 38, votanti 37, favorevoli 20, contrari 17, astenuti 1.
Emendamento 6/3: “All’articolo 4 aggiungere il seguente comma: “con la delibera di cui all’articolo 2 e con riferimento agli spazi a parcheggio previsti dalla legge 24.03.1989”… Cos’è successo?
C’è ancora… Un momento: “sopprimere il comma 6 dell’articolo 4”, emendamento Amati: è il n. 6/2. Possiamo correggere? Emendamento 6/2, il comma precedente. Ci sono altri emendamenti, dice. Un momento solo che facciamo il punto.
Ci sono 7/1, poi l’8. Stiamo vedendo un voto già eseguito.
Il primo che dobbiamo votare è il 7/1: “All’articolo 4, comma 1, eliminare le parole ‘da destinare per la complessiva volumetria risultante a seguito dell’intervento agli usi consentiti dalla normativa urbanistica della zona in cui ricade l’immobile, ovvero ai medesimi usi preesistenti, legittimi o legittimati, purché ammessi dalla medesima normativa’”, Amati, Caracciolo.
Presidente Amati, prego.
Speaker : AMATI.
Voglio spiegare brevemente questo emendamento, perché alcuni colleghi me l’hanno chiesto. Noi abbiamo già scritto, all’articolo 1, se non sbaglio… No, all’articolo 2: abbiamo scritto che gli interventi alla fine devono avere una destinazione di tipo residenziale, ovvero, destinate ai medesimi usi preesistenti, se legittimi o legittimati".
Questa è la regola, tant’è che per gli ampliamenti non abbiamo specificato di nuovo questa regola, quindi, per evitare ridondanza e quindi problemi interpretativi, si elimina l’inciso, tanto la destinazione finale è quella già scritta all’interno dell’articolo 2, comma 1.
Spero di essere stato chiaro.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessora Maraschio, prego.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Sì, infatti è vero, l’articolo 2 contiene un principio di carattere generale, quella contenuta nell’articolo 4 è una precisazione che riguarda nello specifico gli interventi di demolizione e di ricostruzione.
Mi rimetto al Consiglio.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessora, quindi il parere? Scusi, ma stiamo controllando tutti gli emendamenti di questo articolo.
L’assessora quindi si rimette all’Aula su questo emendamento 7/1. È chiaro per tutti?
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29. È approvato all’unanimità.
Emendamento n. 8 all’articolo 4, comma 1. Eliminare le parole "in ogni caso non potranno essere superate le densità edilizie indicate dall’articolo 7 del DM 1444/1968", emendamento Amati. Presidente Amati, cancelliamo il riferimento alle densità edilizie.
Assessora, parere?
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
parere su questo emendamento è negativo per le ragioni che ho già detto. Il DM non può essere superato, il DM 1444, quello in particolare sulla densità edilizia.
Speaker : PRESIDENTE.
La votazione è aperta. Parere contrario del Governo. La votazione è chiusa.
Presenti 35, votanti 34, favorevoli 27, contrari 7, astenuti 1.
L’emendamento è approvato a maggioranza.
8/0: “All’articolo 4, comma 1, aggiungere ‘infine, gli interventi sono qualificati ai sensi dell’articolo 3, lettera d), del DPR 380/2001’”.
Assessora, l’emendamento 8/0 aggiunge alla fine dell’articolo 4, comma 1, “gli interventi sono qualificati ai sensi dell’articolo 3, lettera d), del DPR 380”.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Parere favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessora Maraschio, quindi il parere è favorevole? Sì.
La votazione è aperta. Avete votato tutti? No. Prego, votate.
Si l’emendamento 8, con parere favorevole del Governo.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato all’unanimità.
Emendamento 8/0: “all’articolo 4, comma 2, dopo le parole ‘3,50’, aggiungere la seguente frase: ‘è sempre consentita la ricostruzione delle volumetrie esistenti’”. È un emendamento Ventola. Parere del Governo?
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Parere contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere contrario del Governo. Prego, consigliere Ventola.
Speaker : VENTOLA.
Io non volevo intervenire perché mi aspettavo un parere favorevole.
Di fatto, cosa prevediamo? Che la norma che è all’attenzione del Consiglio porta a 3,50 metri il massimo su cui realizzare. Se però uno ha un immobile di altezza superiore, lo demolisce e lo ricostruisce, almeno che gli si garantisca la stessa altezza che aveva originariamente. Questo è il senso. Se no ci sono situazioni in cui uno può dire.. C’è un problema politico.
Speaker : PRESIDENTE.
Le chiedo scusa, c’era una cosa urgente. Prego. Mi scusi.
Un attimo di silenzio, per cortesia. Prego, consigliere Ventola.
Speaker : VENTOLA.
Dicevo: l’articolato prevede la possibilità di realizzare senza superare i 3,50 metri nell’applicazione della norma. Ora, ci possono essere casi, e ce ne sono, in cui uno demolisce e ricostruisce, ma la sua altezza originaria era di 4-4,50 metri: che almeno possa recuperare la sua volumetria. Questo è il senso. Infatti, è un’aggiunta: “oltre i 3,50 metri è sempre consentita la ricostruzione delle volumetrie esistenti”. Immaginate i vecchi palazzi, che magari uno mai ristrutturerebbe: se lo demolisce perde anche l’altezza. Il senso è solo quello, Anna Grazia.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Diciamo che quel principio che è stato inserito... no, giusto per comprendere.
"Interventi di demolizione e ricostruzione di edifici a destinazione produttiva", parliamo di questo? Sì, comma 2, benissimo. Per quale ragione noi abbiamo immaginato che l’aumento di volumetria debba essere riferito alla superficie di pavimento e non ad altro? Perché normalmente, se sono edifici in zone che hanno destinazione produttiva, si presume che abbiano importanti volumetrie, e, consentendo la demolizione e ricostruzione, quindi anche, nelle zone consentite, il cambio di destinazione, cioè se ricadono in zone... almeno questo era l’impianto della legge, adesso vediamo cosa viene fuori, però l’impianto della legge e la finalità erano queste.
Il capannone che ricade in una zona B e C, quindi in una zona che sia compatibile, secondo gli strumenti urbanistici, ad una trasformazione come abitazione, è evidente che un capannone ha delle dimensioni significative. Allora, siccome diciamo tutti, però a questo punto bisogna dare sostanza alle parole che vengono dette, che siamo per il risparmio del suolo (vi ricordo che la Regione Puglia è tra le Regioni d’Italia in cui c’è il consumo di suolo più alto rispetto all’Italia), diciamo che siamo nella direzione del risparmio di suolo, consentire un altro criterio di intervento per i capannoni, per comprenderci, significherebbe realizzare delle volumetrie significative e andare anche, come al solito, in deroga a quella che è la pianificazione, quindi costruire molto più di quello che potrebbe essere consentito.
Ecco perché il parere è contrario e si chiede di mantenere la previsione così come licenziata dalla V Commissione.
Speaker : PRESIDENTE.
Quindi, Assessora, abbiamo, sull’emendamento Ventola, il parere negativo.
Speaker : VENTOLA.
Presidente, chiediamo il voto segreto su questo.
Speaker : PRESIDENTE.
Voto segreto. Però sapete che mi sembra strano, questo voto segreto su materie urbanistiche? Che cosa c’è che…?
Consigliere Tupputi, prego.
Speaker : TUPPUTI.
Presidente, chiedo due minuti di sospensione, se è possibile.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Siamo d’accordo sulla richiesta? C’è già una richiesta di sospensione.
L’assessore Palese, a dire la verità, voleva fare una richiesta di sospensione anch’egli, per motivi diversi. Prego.
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Grazie.
Io avevo già preannunciato alla Presidente che la Giunta regionale, convocata per ieri, tra le altre cose ha proceduto all’approvazione di una deliberazione del programma delle liste di attesa che oggi noi dobbiamo inviare al Ministero della salute.
Stamattina ci è stato comunicato che per un disguido da parte della Ragioneria, è tutto documentato, e all’ordine del giorno di ieri della Giunta, come anche dell’ordine del giorno della Giunta convocata per oggi, dobbiamo procedere ad una riapprovazione per questo aggiustamento tecnico. Chiedo, se possibile, una piccola sospensione, deciderà il Presidente, di pochi minuti, il tempo necessario per il collegamento, c’è già la segretaria della Giunta, per poter procedere alla riapprovazione in maniera corretta di questa deliberazione che riguarda le liste di attesa.
Speaker : PRESIDENTE.
Di quanti minuti ha bisogno, assessore?
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
Dieci minuti massimo.
Speaker : PRESIDENTE.
Dieci minuti. Gli stessi dieci minuti noi li utilizziamo per fare quella…
Speaker : PALESE, assessore alla sanità, al benessere animale, ai controlli interni, ai controlli connessi alla gestione emergenza Covid-19.
La deliberazione ha codice cifra SGO/72.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene.
Dieci minuti di sospensione.
Sono le 19,01. Alle 19,15 ci rivediamo.
(La seduta è sospesa)
Stavamo attendendo il subemendamento per il quale il Presidente Tupputi ci aveva chiesto una sospensione, il subemendamento ci annuncia che è pronto. Se ce lo porta, Presidente Tupputi, noi procediamo.
È un subemendamento all’emendamento 8/00. Giunge, quindi, prima del voto sull’8/00 ed è di questo tenore.
“L’articolo 4, comma primo, è così sostituito: ‘Negli ambiti di cui all’articolo 2, comma 1 e comma 3, sono ammessi interventi di demolizione e ricostruzione di edifici, con realizzazione di un aumento sino al 35 per cento della volumetria legittimamente esistente alla data di entrata in vigore della presente legge. Gli interventi sono qualificati ai sensi dell’articolo 3, lettera d) del DPR 380/2001’”.
Se non ci sono interventi, lo possiamo mettere al voto.
La votazione è aperta. Consigliere Ventola, prego.
Speaker : VENTOLA.
Noi ci eravamo bloccati perché la Giunta si doveva riunire.
Speaker : PRESIDENTE.
No, il Presidente Tupputi aveva…
Speaker : VENTOLA.
Forse l’ha detto a voi, non l’ha detto a microfono. Ha chiesto due minuti di sospensione. Poi è intervenuto l’assessore Rocco Palese e il Presidente ha detto: sentiamo l’assessore che ha una motivazione ulteriore, ma la motivazione… Non cambia nulla. Giusto per essere corretti tra di noi.
Speaker : PRESIDENTE.
Dopodiché, però, Presidente Ventola, appunto per correttezza, ho detto: “allora approfittate della sospensione chiesta per fare il subemendamento”.
Speaker : VENTOLA.
Stiamo ritornando sul 4, sul comma 1. Ma l’avevamo già superato?
Stavamo già alla discussione del comma 2 ed eravamo in votazione sul comma 2.
Speaker : PRESIDENTE.
In quel momento sul comma 2 è intervenuta la richiesta di presentare il subemendamento sul comma 1.
Speaker : VENTOLA.
Sul comma 2 si era già espresso l’assessore e stavamo in votazione, chiedendo il voto segreto.
Speaker : PRESIDENTE.
No, in votazione no.
Speaker : VENTOLA.
Sì, tant’è che avevamo chiesto il voto segreto…
Speaker : PRESIDENTE.
È c’è stata la richiesta di sospensione.
Speaker : VENTOLA.
…e lei ha detto: sembra strano che su una legge urbanistica parliamo del voto segreto.
Speaker : PRESIDENTE.
Sì, è vero.
Speaker : VENTOLA.
Poi è arrivata la sospensione. Quindi, stavamo già in sede di voto.
Speaker : PRESIDENTE.
Però non stavamo in sede di votazione. Lei lo aveva chiesto, ma non avevo ancora aperto la votazione. È chiaro?
Speaker : VENTOLA.
Cioè, se l’è preso l’assessore in maniera negativa.
Speaker : PRESIDENTE.
È vero, è tutto vero, ma non avevamo aperto la votazione.
Speaker : VENTOLA.
Avevamo chiesto il voto segreto, poi è stata chiesta la sospensione e noi ritorniamo sul 4.1.
Speaker : PRESIDENTE.
Tutto vero, ma non avevamo ancora cominciato la votazione.
Speaker : VENTOLA.
Quindi, stiamo tornando indietro sul 4.1.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Presidente Amati, prego.
Speaker : AMATI.
Io ho firmato quell’emendamento, che non so emendamento a cosa è, quindi lo condivido. Però, la mia onestà mi deve portare a dire tutto anche nei confronti degli uffici di questo Consiglio regionale, e mi dispiace, perché poi ognuno si deve prendere la sua responsabilità, e lo dico ad evitare che in altre occasioni possa succedere. Io mi immagino sempre all’opposizione, perché se ti immagini all’opposizione è chiaro che reclami i tuoi diritti. Poi ci sono quelli che si immaginano sempre in maggioranza, e beati loro. Come quelli che si immaginano sempre in vita. Io mi immagino sempre all’opposizione. Quell’emendamento è emendamento a non si sa che cosa. Emendamento a un subemendamento a un altro emendamento non può essere. Un emendamento ulteriore presentato last minute non può essere perché eravamo passati già agli emendamenti o, meglio, avevamo discusso gli emendamenti di cui al comma 2. È evidentemente un Regolamento stracciato. Questo è inammissibile tecnicamente.
Io, però, siccome conosco il gioco e so bene che domani mattina “ah, quelli sono favorevoli”, io che ho faticato tanto per avere questo prodotto, io a questo gioco non ci sto, non mi arruolo in questa finzione. Però, faccio presente e deve essere chiaro, e lo dico sempre per estrema lealtà, non si può fare ai sensi del Regolamento. Tant’è che non sanno dove aggrapparlo. Non è che è scritto. Emendamento a dove? Non sanno dove appendere questo vestito, questo ambito. Quindi, è tecnicamente inammissibile. Tuttavia, non lo chiedo formalmente perché conosco bene, purtroppo, la vita politica, le sue asprezze e anche alle speculazioni sulla vita politica. E naturalmente, non è che ci facciamo imbrogliare così, in una serata d’estate, da un’attività abbastanza ribalda, ruspante, però lo devo dire.
Questa cosa porta la responsabilità anche degli uffici della segreteria generale, non è che non siano responsabili: patti chiari, amicizia lunga.
Con riferimento al futuro, quando le cose saranno più importanti, sappiate che questo non è un precedente. Questo è un Regolamento stracciato, che un fatto meramente eccezionale non esiste nella storia del Consiglio regionale della Puglia, almeno a mia memoria. Non esiste. È una cosa che in tempi diversi avrebbe determinato, che ne so, il grido “colpo di Stato”, perché il voto è sacro. Il voto è sacro, anche quando non ci piace.
Anche quando non ci piace, il voto è sacro. Poi magari il voto segreto è previsto dal Regolamento. Poi magari la maggioranza non ha tenuto? Il voto è sacro. Non è che non ci piace un voto e allora… Sapete, è successo, nella storia dell’umanità – è vero, collega Campo? – che tante volte, quando non è piaciuto un voto, sono successe cose brutte.
Ora, Presidente, l’ammissibilità di questo emendamento pone in discussione la sacralità del voto. Su questo, la responsabilità, io voterò a favore, graverà sulle persone che ho detto. Mi dispiace, ma lo devo dire per estrema lealtà, perché poi un domani non è che tutto deve passare in cavalleria.
Io purtroppo sono così, sono tignoso, ma perché io ancora mi emoziono quando entro in quest’Aula: sono quattro legislature, tre e un pezzo, e ancora mi emoziono perché mi sento carico della responsabilità. Mi hanno mandato qui, dico: che fortuna, che ho avuto nella mia vita, mi emoziono quando entro qui.
Ecco perché quando vedo il Regolamento preso e stracciato, io insorgo. Nel merito, io sono contrario. Ma quando vedo il Regolamento che si straccia, io insorgo, perché siamo venuti alla politica brandendo argomenti di libertà, di democrazia, di rappresentanza; e poi, in una disputa che francamente, rispetto all’eternità è poca cosa, noi siamo in grado di revocare tutta questa roba: con piccole furbizie, piccoli calcetti. Non è questa la politica.
Io quindi voterò a favore perché è stato dichiarato ammissibile; ma voterò per motivi meramente politici. Avevo il dovere di dire questo per poter guardare in faccia, sempre con la solita amicizia e serenità, le persone che stanno in quest’Aula, compresi quelli della maggioranza e anche quelli dell’opposizione, i funzionari, i dirigenti, il Segretario generale, perché per me questo è un valore indispensabile. E quando non sarò più consigliere regionale, perché succederà, e non sarò più nella vita pubblica devo poter dire che un giorno mi sono alzato e ho difeso, nonostante non la pensassi come le persone che avevano presentato quell’emendamento, ho difeso il loro diritto a stare in un’Aula e a vedersi garantita la sacralità del voto.
Questa non è retorica. Questa è la sostanza della democrazia.
Speaker : PRESIDENTE.
Caro Presidente Amati, proprio perché il voto è sacro, ma così come è sacro un voto, sono sacri tutti i voti che si esprimono in questo Consiglio, io devo dire che quando ci viene presentato un subemendamento all’emendamento 8/00, che fa riferimento ad un comma che è stato approvato in virtù di un voto segreto su un emendamento rispetto al quale, essendo stato rilasciato parere contrario dal Governo, l’ufficio non ha avuto ragione di dire ulteriormente che quell’emendamento non era un emendamento approvabile, proprio perché c’è stato tutto questo, essendo stato presentato un subemendamento che riporta la sacralità della legge in questo Consiglio ed evita, consigliere Mazzotta, che un provvedimento illegittimo venga assunto in questo Consiglio, allora sul subemendamento ci si pronuncia… Illegittimo, come ha detto l’assessore. Su quell’emendamento… Su quell’emendamento si pronuncia il Consiglio regionale, sempre rispetto alla sacralità del voto. Questa è democrazia. Subito le passo la parola.
È per questa ragione.
Consigliere Mazzotta, potete esprimervi. Posto che ci sono dei precedenti rispetto a questa norma e a questa interpretazione…
Rispetto a questa interpretazione…
Io non ho detto questo. Non ho detto questo. Non ho detto questo. Non ho detto che stiamo ritornando… Io ho riferito i fatti. C’era il parere contrario. Quello è un fatto.
Non ho detto che il subemendamento trova origine in quello. Il subemendamento trova origine evidentemente nell’interpretazione della legge. Ma non è perché il parere era contrario. Il parere contrario è stato rilasciato, quindi l’ufficio non ha ulteriormente rafforzato il parere contrario. Non era necessario.
Detto questo, avete la possibilità di votare. L’Aula può votare.
Presidente Mazzotta, prego.
Speaker : MAZZOTTA.
Presidente, lei questa mattina mi ha detto che era fissato l’orario entro il quale noi dobbiamo presentare gli emendamenti. Dopodiché, ho presentato un subemendamento, perché è facoltà di ogni consigliere regionale presentare emendamenti e subemendamenti, è facoltà di un consigliere regionale chiedere il voto a scrutinio segreto, non è facoltà della Giunta regionale, nel momento in cui c’è qualche intoppo nella maggioranza, nel momento in cui viene un voto contrario rispetto a quelle che erano le indicazioni del Governo regionale, bloccare la seduta, entrare in una stanza, cambiare le carte in tavola e riproporre un emendamento per abrogare quello che è stato appena votato. Questo è inammissibile, perché calpesta la democrazia e calpesta le prerogative di ogni consigliere regionale eletto dal popolo.
Noi riteniamo che questo emendamento sia inammissibile, non parteciperemo al voto e se dovesse essere votato abbandoneremo l’Aula.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Mazzotta.
Prego, Presidente Gabellone. Ovviamente non è lesa alcuna prerogativa del consigliere. Noi abbiamo messo il suo subemendamento. L’abbiamo messo. Prego.
Speaker : GABELLONE.
Presidente, io non ho la stessa esperienza in questo Consesso che ha il collega Amati e molti di voi che sono qui, quindi non mi sono mai permesso di fare valutazioni che pure forse sarebbe stato giusto fare. Noi siamo partiti su una legge che speravamo potesse essere condivisa – questo era l’enunciato, questi erano i proclami – quanto più possibile. Dopo mesi e mesi nei quali conoscevamo, attraverso gli articoli di stampa, quali erano le posizioni di una parte della maggioranza, e di un’altra parte neanche quelle, siamo arrivati alla formulazione in Aula della proposta di legge Amati, abbiamo esaminato la proposta in Commissione, abbiamo seguito sulla stampa tutto il dibattito interno alla maggioranza, siamo venuti in Consiglio regionale e ci siamo ritrovati con un maxiemendamento che di fatto cambiava le carte in tavola.
Ancora una volta, con senso di responsabilità abbiamo comunque taciuto su quello che doveva a nostro avviso essere l’iter, e soprattutto il dialogo, il confronto all’interno della Commissione, nel Consiglio regionale, su una legge che si aspettava da tempo e che era uno strumento importante per mettere a regime, per sanare alcune situazioni che sul territorio esistono.
Si procede, in Consiglio regionale, e ancora una volta, dopo aver presentato un maxiemendamento che in qualche modo era omnicomprensivo di tutti gli equilibri che si andavano o che si erano andati a determinare all’interno della maggioranza, e che vedevano in qualche modo, col buonsenso, la partecipazione alla minoranza, siamo arrivati qui e abbiamo trovato un mondo di emendamenti anche oggi.
Va bene, la discussione è avvenuta in maniera tranquilla, serena, senza particolari strappi o particolari posizioni. Adesso è stato detto con chiarezza: sull’episodio dell’emendamento proposto dai colleghi Mazzotta e Bellomo c’è stato un voto. Che poi sia stato un voto segreto, è un voto che ha espresso anche una maggioranza in questo Consiglio. Riguarda un comma che è differente da quello rispetto al quale oggi, in questo momento si prevede un subemendamento ad un emendamento presentato dal consigliere Mazzotta.
Il consigliere, collega Amati, che ha dimostrato esperienza, ma anche, come sempre, coerenza negli atteggiamenti, ha asserito, ha dichiarato che questo subemendamento all’emendamento presentato dal collega Mazzotta dovrebbe essere definito non accoglibile, inammissibile.
Presidente, qui ci sono poi delle responsabilità: questi atti io credo che rispetto alla discussione che si sta attenendo e rispetto a ciò che stiamo affermando, segnano delle precise responsabilità, e su questo il distinguo col consigliere Amati: non è immaginabile stracciare in alcune situazioni il Regolamento e di recuperarlo poi in altro, di dire successivamente che quella era un’eccezione alla regola e che non è possibile farne altre. È chiaro che questo consesso sarà sempre sotto schiaffo di ipotesi dello stesso percorso a cui noi oggi purtroppo stiamo aprendo e stiamo creando un precedente che è molto, molto pericoloso.
Per cui, attendo e credo che anche da parte degli uffici ci sia una risposta chiara rispetto alla ammissibilità o meno dell’emendamento che, tra l’altro, Presidente, siccome lei è Presidente di tutti, è Presidente del Consiglio, quindi rappresenta tutti, non è stato né illustrato, non è stato né a noi consegnato… Qui si fanno cose… Io non so se lei viene da altri consessi, come me, negli stessi consessi in cui una cosa del genere non si sarebbe mai verificata. Lei stava andando al voto, stava andando al voto senza che ognuno di noi abbia contezza di cosa è riportato, a cosa si fa riferimento.
Voi avevate chiesto due minuti e poi ne sono passati trenta. Poi, si torna in Aula, si vota rapidamente perché dobbiamo fare presto e finisce la storia. Da questo punto di vista mi permetto di dire che il rispetto va tenuto nei confronti di ogni singolo consigliere.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Gabellone, sa quanto io tengo a questo rispetto e sa quante volte oggi non solo ho tenuto conto di tutte le ragioni espresse dalla minoranza, ma abbiamo votato regolarmente anche tanti emendamenti presentati dalla minoranza e li abbiamo approvati all’unanimità. Per quanto riguarda questo emendamento l’ho letto puntualmente, testualmente. Quindi, nulla di nascosto e nessuna fretta. Non solo. Laddove ci sia la necessità di intervenire per ulteriori approfondimenti non c’è problema. Ora, se non ci sono altri interventi, procediamo al voto. Diversamente…
Lo stiamo distribuendo perché ciascuno ce l’abbia. Lei non è già intervenuto, Presidente Mazzotta? Non si potevano più presentare emendamenti, infatti. È un subemendamento, esattamente come il suo. Lei non poteva presentare l’emendamento, e l’ha detto lei stesso: “Ho presentato un subemendamento perché non potevo presentare l’emendamento”. Quello che è stato presentato, e che io ho letto testualmente, è un subemendamento al punto 8, esattamente come il suo. Nulla di diverso. Non si possono accettare emendamenti aggiuntivi, consigliere Gabellone. Gli emendamenti sono stati chiusi stamattina non ricordo a che ora.
L’ho detto testualmente perché erano veramente tanti.
Se è un subemendamento? Un subemendamento a cosa? No, lo dovete dire voi a cosa, perché quello determinerà l’accettazione. Poi, ovviamente, non si possono avere tutti i precedenti, ma il Segretario generale mi riporta una serie di precedenti nei quali è avvenuta questa situazione.
Allora, possiamo votare? Prego.
Speaker : VENTOLA.
Presidente o Segretario, il subemendamento presentato è al mio emendamento, giusto?
Speaker : PRESIDENTE.
Aspetti che non ho sentito.
Speaker : VENTOLA.
Il subemendamento che è stato presentato è al mio emendamento. Il mio emendamento riguarda il comma 2, il subemendamento riporta al comma 1. Dicevo, il subemendamento presentato fa riferimento al mio emendamento, che però tratta il comma 2, invece il subemendamento ritorna sul comma 1, che è già stato votato.
Speaker : PRESIDENTE.
Sono stati votati gli emendamenti, il comma 1 non è stato votato, perché si vota l’articolo per intero, e l’articolo per intero non è stato votato.
Speaker : VENTOLA.
Perfetto. Ma perché agganciarsi al comma 2 mio? Sono due cose completamente diverse. Il comma 2 è diverso rispetto a quello che è trattata con il comma 1.
Speaker : PRESIDENTE.
È stato presentato lì.
Speaker : VENTOLA.
Voglio dire: sta scritto Giocondo? È un atto di furbizia?
Speaker : PRESIDENTE.
Ma il comma 1 non è stato votato.
Speaker : VENTOLA.
Ma dite: abbiamo sbagliato, lo vogliamo rivedere, stracciamo il Regolamento. Ma non è che possiamo passare per stupidi due gatti che siamo rimasti qua.
Speaker : PRESIDENTE.
Io credo che nessuno abbia questo intento. Ma sicuramente può essere illustrato.
Speaker : VENTOLA.
Se il comma 2 è in discussione, un eventuale subemendamento deve essere sul comma 2, con oggetto il comma 2. Non che così facendo il mio emendamento decade e viene approvato un subemendamento che con il mio emendamento non c’entra niente e modifica il comma 1.
Speaker : PRESIDENTE.
In realtà, perché dovrebbe decadere se è aggiuntivo rispetto al suo comma?
Speaker : VENTOLA.
Non è aggiuntivo perché è un subemendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
Non è un subemendamento che fa decadere…
Speaker : VENTOLA.
Gli emendamenti non si possono presentare…
Speaker : PRESIDENTE.
Il subemendamento dice: “l’articolo 4 comma 1 è così sostituito”, non interviene sul comma 2. Non le fa decadere il comma 2.
Speaker : VENTOLA.
Il subemendamento è sul comma 2.
Speaker : PRESIDENTE.
Sì, ma non glielo fa decadere. Glielo farebbe decadere se fosse…
Speaker : VENTOLA.
Ma non si può agganciare a due cose che sono totalmente diverse…
Speaker : PRESIDENTE.
La finalità gliela può illustrare… I proponenti devono illustrare la finalità.
Speaker : VENTOLA.
Il collega Leoci è intervenuto tre volte per dire “ho bisogno di tempo” poi, la seconda volta “ho bisogno di ulteriore tempo”; la terza volta ha detto “lo ritiro”.
Scusate: sono interventi registrati. Ha avuto tutto il tempo, e noi stavamo discutendo il comma 1. Per ben tre volte lei l’ha chiamato, e Leoci, alla fine, dopo i due interventi in cui chiedeva tempo, ha dichiarato “ritiriamo il nostro emendamento”. Questo risulta alla registrazione.
Speaker : PRESIDENTE.
Però quella è un’altra…
Speaker : VENTOLA.
Poi abbiamo cominciato a discutere… abbiamo votato l’emendamento con le modifiche del comma 1, perché sono state votate, e siamo passati alla discussione del comma 2.
Poi è avvenuta la sospensione. La sospensione ci riporta al comma 1.
Io non so se è un modus operandi corretto, questo, scusate. Se non va bene, domani in Commissione presentate un disegno di legge, una proposta di legge e abrogate questo comma.
Ma non è che possiamo veramente tornare… Fabiano dice di no, ma per noi si crea veramente un precedente incredibile, su una cosa che potete – avete i numeri – modificare quando volete e come volete. Ma non si può prendere il lavoro fatto sinora e buttarlo a mare, perché questo sta accadendo.
Speaker : PRESIDENTE.
In realtà, però, lei dà per scontato che sia stato approvato il comma 1.
In realtà il comma 1 non è stato approvato perché non si approvano i commi.
Speaker : VENTOLA.
Abbiamo votato gli emendamenti relativi al comma 1…
Speaker : PRESIDENTE.
Vero, vero.
Speaker : VENTOLA.
Vero. Ma approvando questo… Domande da quarta elementare, e non da quinta, perché le scuole grosse non le ho fatte: approvando questo subemendamento, quello che abbiamo votato prima, vale?
Speaker : PRESIDENTE.
Vale in che senso?
Speaker : VENTOLA.
Vale?
Speaker : PRESIDENTE.
Tranne la modifica che viene apportata.
Speaker : VENTOLA.
Quindi non vale più…
Speaker : PRESIDENTE.
No, vale…
Speaker : VENTOLA.
E il voto che abbiamo espresso non esiste più, perché un voto successivo nella stessa giornata lo ha rimosso. È questo quello che stiamo facendo?
Speaker : PRESIDENTE.
Sì, ma il subemendamento…
Speaker : VENTOLA.
E secondo voi è tutto normale…
Speaker : PRESIDENTE.
Prima del voto dell’articolo nel suo complesso, però. Quindi, all’interno della medesima norma.
Speaker : VENTOLA.
No, no, abbiamo già votato un subemendamento. Addirittura ci sono stati ulteriori subemendamenti che sono stati presentati, perché è stato riformulato il comma 1. È stato riformulato, non è così come previsto dall’articolato. È stato riformulato.
Speaker : PRESIDENTE.
Adesso è stato presentato…
Speaker : VENTOLA.
Ha avuto delle modifiche, e ora voi sul comma 2 ci riportate indietro dicendo che quel voto non vale, perché non vale se viene modificato.
Succede all’articolo 7. Distrattamente votiamo qualcosa che non ci piace. Successivamente il consigliere, Maurizio, se ne accorge e dice “scusate, abbiamo votato una cosa che non va bene.
Speaker : PRESIDENTE.
Se lei ha votato l’articolo…
Speaker : VENTOLA.
Sospendiamo, facciamo un emendamento e cancelliamo quello che abbiamo votato prima.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Ventola, aspetti, tanto tutti abbiamo lo stesso interesse qua dentro, di votare cose che funzionano e di applicare il Regolamento.
Speaker : VENTOLA.
Posso fare una proposta? Tanto non mi convince.
Speaker : PRESIDENTE.
Ma se lei dice che è votato l’articolo 7 in questo caso non è stato votato l’articolo.
Speaker : VENTOLA.
Sa benissimo che io cerco sempre di essere educato e rispettoso di tutti, ma esiguo lo stesso rispetto. Ci sono dei problemi? Bloccatevi mezz’ora, un’ora, aggiustatela tutta la legge e tornate in Aula, ma non ci prendete in giro, perché le sospensioni farlocche si dice a casa mia, il consigliere Leoci che per tre volte ci dice “ho bisogno di tempo e poi ritira l’emendamento”. Utilizziamo una forma abnorme, non voglio dire irregolare, secondo me irregolare, abnorme che può creare un brutto precedente. Maggioranza, vi volete fermare mezz’ora, un’ora? Rivedeteveli tutti, tanto avete pure i numeri oggi per andare avanti, non ci sono problemi, ma almeno siate corretti nei confronti nostri. Non è che noi siamo innamorati del provvedimento piuttosto che altro. Se è passato è perché l’avete votato pure voi. Se non lo volevate non lo votavate. È un problema politico. Non abbiamo i numeri noi per far passare l’emendamento. E se ci sono altri emendamenti nostri che passano e poi a qualcuno non piacciono, di nuovo crisi politica, crisi di maggioranza? Perché questo è quello a cui stiamo assistendo.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Tammacco, prego.
Grazie, consigliere Ventola.
Speaker : TAMMACCO.
Io ho votato così come hanno votato i colleghi che hanno presentato questo emendamento. Quindi, io sono a favore di questo subemendamento. La mia domanda è un’altra, è una domanda giuridica, tecnico-giuridica perché non vorrei che poi tutto questo lavoro possa essere svanito.
La dizione di subemendamento significa che è un emendamento ad un emendamento. Giusto? Ora, cosa stiamo presentando noi? Un emendamento ad un emendamento che riguarda un altro comma. La domanda, e terminiamo qui questa discussione, il problema non è politico, la domanda è: si può fare un emendamento che riguarda un altro comma su un emendamento di un altro comma ancora? Questa è la domanda tecnica. Se ci rispondete di sì… Il subemendamento è un emendamento a un emendamento. Andrebbe bene se fosse nel comma 2, non nel comma 1, secondo me. Ma mi posso sbagliare. Il problema che pongo…
Speaker : PRESIDENTE.
Siccome voi siete i proponenti, lei, Presidente Tammacco, come lo propone l’emendamento che vuole proporre?
Speaker : TAMMACCO.
Io sono proponente e sono convintamente sostenitore di questa cosa. Sto facendo una domanda tecnica, giuridica: si può fare questo discorso, sì o no? Questa è la domanda che io pongo alla Segreteria generale, non alla politica né a nessuno di noi, perché non è che possiamo inficiare tutta la legge su questo discorso.
Il subemendamento è un emendamento a un emendamento. Ora si sta facendo un emendamento a un emendamento che riguarda un comma successivo. Si può fare, sì o no? Diteci se sì o no e andiamo avanti. Questa credo che sia la risposta che tutti quanti noi vogliamo conoscere. Perché se non si potesse fare questo discorso andiamo a inficiare tutta la legge.
Speaker : PRESIDENTE.
Scusi, quale legge si va ad inficiare?
Speaker : TAMMACCO.
Quella che stiamo approvando, no?
Speaker : PRESIDENTE.
Mi pare che sia impraticabile inficiare una legge attraverso il voto dell’Aula.
Speaker : TAMMACCO.
Va bene.
Speaker : PRESIDENTE.
Se non ci sono altri interventi, mettiamo al voto.
La votazione è aperta.
Avete votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28, nessun astenuto, nessun contrario.
Il subemendamento è approvato.
Passiamo adesso all’emendamento all’articolo 4, comma 2: “Dopo le parole ‘3,50’ aggiungere la seguente…” È ritirato? Bene.
Emendamento n. 8, Presidente Ventola. Ritirato.
Emendamento n. 8.1, Presidente Amati: “All’articolo 4, comma 5, sostituire le parole ‘urbanistici e delle ulteriori’ con le parole ‘urbanistici o delle ulteriori’”. Ci sono interventi? Ci sono interventi?
Parere del Governo? Assessora Maraschio?
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Stavo leggendo: “parole ‘urbanistici e delle ulteriori’ con le parole ‘urbanistici o delle ulteriori’”: il fatto che ci sia il richiamo, non è che uno esclude l’altro. Se ci sono due norme, di solito si applica quella più restrittiva. Anche da un punto di vista di impostazione dovrebbe essere “urbanistici e delle ulteriori”, però mi rimetto al Consiglio.
Speaker : PRESIDENTE.
L’assessora si rimette all’Aula. La votazione è aperta.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 1.
È approvato.
Adesso, all’articolo 4, comma 5. Passiamo all’emendamento al comma 5: “all’articolo 4, comma 5, dopo le parole ‘di cui al comma 3’ va inserito ‘il Consiglio comunale, entro il termine di 60 giorni dalla pubblicazione della presente legge potrà deliberare deroghe ai limiti di altezza degli edifici da ricostruire fino ad un massimo del 35 per cento di quelle previste dagli strumenti urbanistici locali’”, emendamento Amati, Caracciolo.
Non ci sono interventi. Assessora? Presidente, buongiorno… Buonasera. Noi a dir la verità non sappiamo che ore, se è sera, pomeriggio.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Rispetto a questo emendamento, vorrei anche dei chiarimenti, eventualmente, anche dal presidente Amati, o Caracciolo, dai presentatori.
Viene introdotto un termine, per la prima volta nell’ambito di questa legge, e non ne comprendo francamente la ragione. L’altezza fino al 35 per cento di incremento, anche questo va ad incidere su quelle che sono le norme della pianificazione comunale che di solito è conforme al DM 1444, anche con riguardo alle altezze massime ammissibili.
Io richiamo ancora una volta la sentenza della Corte costituzionale, la n. 20, con la quale è stata sancita la inderogabilità delle disposizioni del DM 1444, quando riferita a singoli edifici. In questo caso, a mio parere, andremo ad incidere ancora sul DM, quindi sulla previsione del DM 1444.
Il mio parere al momento è un parere negativo, salvo chiarimenti che ascolterò.
Speaker : PRESIDENTE.
Le chiedo scusa. Assessore, le chiedo scusa. Mi sono distratta un attimo con il collega. Parere negativo.
Prego, Presidente Caracciolo.
Speaker : CARACCIOLO.
È ritirato questo emendamento, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
È ritirato. Okay.
Passiamo all’emendamento 6/2 Amati e Caracciolo: “Sopprimere il comma 6 dell’articolo 4”. Non c’è ovviamente l’articolo completo da leggere. Comma 6 dell’articolo 4.
Il titolo edilizio deve assicurare il rispetto della normativa sugli standard, tenuto conto della volumetria e della destinazione d’uso assentite.
Non ci sono interventi.
Prego, assessore Maraschio. Parere del Governo.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
In realtà, il comma 6 dell’articolo 4 mi sembra un articolo abbastanza chiaro. C’è il titolo edilizio che deve assicurare il rispetto della normativa sugli standard, tenuto conto della volumetria e della destinazione d’uso assentite. Non mi pare che possa creare confusione. Non colgo la necessità di una soppressione di questo articolo, però anche qui sono pronta ad ascoltare.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Amati, prego.
Speaker : AMATI.
Presidente, se noi abbiamo detto che si applica il 2 bis) e che si può quindi derogare agli standard, abbiamo detto che la delibera viene effettuata in quel modo, che si può monetizzare. Abbiamo detto tutte queste cose. A un certo punto il dirigente dell’ufficio tecnico deve rilasciare il permesso di costruire, perché ora siamo passati al titolo edilizio. Prende il comma 6 e dice: ah no, non te lo posso dare, perché devo assicurare il rispetto della normativa sugli standard, tenuto conto della volumetria e delle destinazioni d’uso assentite. Ma noi abbiamo già detto come funziona sugli standard, come funziona sulle destinazioni d’uso assentite. Che significa il “titolo edilizio deve”? Se abbiamo detto tutto quello che abbiamo detto sino a quel momento, questo crea soltanto confusione, perché abbiamo scritto che in realtà serve, questo emendamento, a evitare confusione e a rendere coerente l’intero testo, perché qui si discute del titolo edilizio. Non è che si discute d’altro.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessora.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Io ribadisco quello che dicevo, cioè mi sembra che la norma sia molto chiara e sia anche molto semplice. Poi pensiamo sempre ai tecnici comunali o alle Amministrazioni comunali come se avessero necessità di un insegnante di sostegno. Insomma, mi sembra una norma chiara. Però, mi rimetto all’Aula.
Speaker : PRESIDENTE.
Penso che il Presidente Amati volesse dire che il rispetto degli standard è assicurato, ma nell’ambito della presente legge, di quanto affermato nella presente legge. È così? Ritiene di aggiungere magari questa formulazione? O la lascia così com’è? No. La lasciamo così com’è? Mettiamo al voto? Mettiamo al voto.
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti? Sì.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 27, favorevoli 27, astenuti 1.
È approvato.
Adesso passiamo al 6/10, pagina 10: “articolo 4”… Sì, prego. Voto favorevole. Possiamo aggiungere anche il voto favorevole del Presidente Emiliano alla precedente votazione? Okay.
Emendamento n. 10, articolo 4, comma 7: “dopo le parole ‘in subordine, il Comune’, aggiungere le parole ‘utilizzando le risorse rivenienti dalla monetizzazione’”.
Parere del Governo?
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Parere favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti? Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato all’unanimità.
Emendamento n. 6/3: “all’articolo 4 aggiungere il seguente comma ‘con la delibera di cui all’articolo 2 e con riferimento agli spazi a parcheggio previsti dalla legge 24.03.1989 n. 122, il Comune può prevedere la monetizzazione, in caso di dimostrata impossibilità a reperirli, calcolandola sul volume incrementato per gli interventi di cui all’articolo 3 e sulla volumetria totale per gli interventi di cui all’articolo 4, vincolando le risorse alla realizzazione e manutenzione di parcheggi pubblici’”. Parere del Governo?
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Su questo c’è parere contrario, e provo a dare una motivazione, sempre ovviamente attendendo anche eventuali chiarimenti, perché potrei anche non aver compreso correttamente.
Il riferimento è alla legge 24.03.1989, cioè alla legge Tognoli. Legge Tognoli che prevede delle destinazioni a parcheggio dei privati, se non ricordo male, se non ho letto male, un metro quadrato ogni 10 metri cubi di nuove costruzioni.
Ora, questa legge prevede che gli standard, cioè i parcheggi, potrebbero, anzi, devono essere individuati nella nuova costruzione oppure in altra zona, però da destinare a parcheggi privati con vincolo pertinenziale.
Ora, perché il parere è negativo? Perché questa norma si porrebbe in contrasto con… Intanto, diciamo così, la legge Tognoli non prevede la monetizzazione delle aree a parcheggio e quindi questo provvedimento, ove approvato, si porrebbe in contrasto con una legge nazionale.
Inoltre, come dicevo, la legge prevede la possibilità di reperire le aree anche al di fuori della proprietà, proprio per il reperimento dei parcheggi.
Non credo sia possibile monetizzare qualcosa che è previsto da una legge nazionale e quindi si porrebbe in violazione di una legge nazionale. Però, insomma, attendo anche chiarimenti.
Speaker : PRESIDENTE.
I proponenti? Consigliere Lacatena, prego.
Speaker : LACATENA.
Non sono il proponente, però mi sento di condividere l’impostazione che ha dato all’emendamento il consigliere Amati, perché sempre per calarci nella realtà, quando parliamo degli ampliamenti del 20 per cento parliamo di un limite volumetrico di 300 metri cubi, quindi la Tognoli non è che ha questo grande impatto sull’intervento. Nei casi di demolizione e ricostruzione il collega Amati si è anche peritato di dire che in quel caso va calcolata sull’intera volumetria il reperimento degli standard. Quindi, non condivido l’impostazione della collega Maraschio in ordine al parere negativo, perché comunque nella realtà ampliamento sono 100 metri quadrati di volumetria. Stiamo parlando di un metro quadro di Tognoli in più, il 10 per cento.
È inattuabile il reperimento dello standard. Lo stesso vale per l’ampliamento del 35%, che bene ha fatto il consigliere Amati, lo ribadisco, perché nella vecchia legge del Piano casa il reperimento era limitato all’ampliamento volumetrico. Invece lui ha introdotto la necessità che lo standard venga calcolato sull’intero volume. Quindi, anche su questo chiedo all’assessore di rivedere la propria indicazione proprio calzandola sulla realtà. Grazie, assessore.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, assessore.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Il mio dubbio e anche la mia posizione… Non vado nel merito, perché credo che questa norma si ponga in contrasto con una legge nazionale. Sotto questo profilo io vi chiedo una verifica perché creare un vulnus nella legge per una cosa che, come dice il consigliere Lacatena, probabilmente avrebbe scarsa incidenza. Ma se tutto questo non è previsto dalla legge nazionale, noi non possiamo introdurlo con la legge regionale. È solo questo il ragionamento. Non parlo del merito, parlo proprio di una impossibilità, credo, di intervenire su una norma nazionale. Però, poi mi consulterò anche con i tecnici.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Amati. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : AMATI.
Grazie, assessore. Lei ci chiede sempre pareri, ma noi non abbiamo la delega speciale all’urbanistica. Ovviamente questa battuta l’ho fatta perché è arrivato il Presidente, perché altrimenti non l’avrei fatta, questa battuta. Le deleghe speciali ai consiglieri. L’assessore chiede dei pareri a noi, ma noi non abbiamo la delega speciale in qualità di consiglieri. Va bene, okay, un parere, un chiarimento. Era un fatto politico. Il senso dell’ironia, assessore, lei lo deve tenere sempre alto, perché noi viviamo anche un po’ così. Noi sappiamo sorridere alla vita. Però, lei prontamente ha voluto rintuzzare quasi che io avessi voluto una lite di confini tra confinanti. Le assicuro, non si preoccupi, non deve guardarsi da me.
Ciò detto, quella disposizione era già contenuta nella legge del Piano casa, proprio così, precisa precisa. In realtà, quella disposizione era una di quelle disposizioni ab origine del Piano casa. Perché? Perché, quando si fanno gli ampliamenti o le demolizioni e ricostruzioni, in particolare nelle zone dove parcheggi non ce ne sono, è chiaro che o prevedi questa possibilità oppure non puoi accedere all’intervento edilizio, punto. Tant’è che a questo proposito la monetizzazione degli spazi a parcheggio della legge Tognoli è un fatto che… Se lei prende un po’ di giurisprudenza in questa materia, vedrà che la monetizzazione… Più o meno è come la monetizzazione degli standard: anche gli standard non hanno una norma positiva che prescriva la monetizzazione. Però, questa norma è già passata indenne continuamente alle varie riflessioni che si sono svolte, anche perché se non la inseriamo noi stiamo dicendo che non si possono fare gli interventi, perché nel momento in cui si dovesse verificare che non ci sono le aree della Tognoli è evidente che non si può rilasciare il titolo.
Diciamo allora al Comune: verifica, sei nella determinazione degli ambiti, a proposito della Tognoli, vi sia o meno questa possibilità. Se il Comune dovesse dedurre che non c’è questa possibilità, può procedere a monetizzazione.
Speaker : PRESIDENTE.
Se non ci sono altri interventi, procediamo al voto. Il parere del Governo è negativo.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 27, favorevoli 27, astenuti 1.
L’emendamento è approvato.
Adesso, a pagina 10/1, emendamento all’articolo… Aspettate un attimo.
Adesso abbiamo finito gli emendamenti sull’articolo 4, quindi votiamo l’intero articolo 4, così come emendato.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 28, favorevoli 28, astenuti 1.
L’articolo 4 è approvato.
Passiamo all’articolo 5.
Sull’articolo 5 c’è l’emendamento di pagina 10/1, che prevede l’aggiunta del seguente comma: “al fine di assicurare un più adeguato livellamento e uniformità dell’altezza e nei casi in cui lo strumento urbanistico prescriva un’altezza massima inferiore rispetto a quella ammessa per le aree confinanti, aventi diversa destinazione urbanistica, per gli interventi di ricostruzione è consentito utilizzare il maggior valore delle altezze massime tra quelle previste per le aree contermini a quella di pertinenza dell’edificio da demolire”. Okay. del Governo.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Presidente Caracciolo, questa norma così com’è contrasta con i limiti del DM 1444, perché va a vanificare gli interventi di pianificazione urbanistica comunale. Andare in deroga… Dobbiamo tenere conto di quelli che sono i limiti posti da questo DM.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, assessora. Non so se ha finito.
Assessora, ha finito?
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Un attimo solo. Volevo sentire Caracciolo.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Caracciolo, prego.
Speaker : CARACCIOLO.
Solo per ribadire che questa norma era già prevista nel Piano casa. Infatti, la previsione normativa merita il recupero alla luce della sua stessa finalità, che è quella di armonizzare lo skyline della città.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente.
Assessora Maraschio.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Mi rimetto all’Aula.
Speaker : PRESIDENTE.
La votazione è aperta. Presidente Amati, voleva…
Stiamo votando. Sospendiamo un attimo la votazione. Prego.
Speaker : AMATI.
È stato inserito nell’articolo 5, in realtà dovrebbe essere un articolo a parte, tipo 5 bis. Ecco perché questo andava rilevato perché questa questione non attiene alla delocalizzazione delle volumetrie, ma attiene, come ha detto il collega Caracciolo e come ha suggerito il collega Lacatena, alla problematica del mantenimento dello skyline delle città, che era già inserito nella legge del Piano casa in particolare nell’articolo 3 bis della legge regionale Piano casa 2009.
Questo argomento si lega al solito argomento che quando c’è una premialità volumetrica è possibile, ai sensi del Testo unico dell’edilizia, procedere nello svolgimento di questa operazione. Mantenere lo skyline della città a me sembra una cosa… Mi sta venendo da fare una battuta, ma non faccio battute perché non voglio contagiare del senso dell’ironia. Questo è un fatto importante nella bellezza delle città, e secondo me va colta ed è una norma che ha prodotto anche buoni effetti. Quindi, proporrei, invece di dire articolo 5, di dire articolo 5-bis, un articolo aggiuntivo, di tenerlo distaccato dal problema della localizzazione della volumetria.
Speaker : PRESIDENTE.
Lei è intervenuto sulla motivazione, ma non è chiaro perché deve essere 5-bis. Il comma 1 parla effettivamente di “fermo restando quanto prescritto dall’articolo 4, è consentita la demolizione con ricostruzione in altra area degli immobili indicati”, invece in questo caso è nella stessa area. Ma la verità non è proprio questa.
Speaker : AMATI.
Presidente, questa norma che presenta il collega Caracciolo, che stava nel Piano casa, riguarda tutti gli interventi, in particolare quelli di demolizione e ricostruzione nella medesima area di sedime e con le regole che abbiamo già visto. L’articolo 5, invece, prevede, e lo dice anche la rubrica…
Speaker : PRESIDENTE.
In altra area.
Speaker : AMATI.
In altra area.
Speaker : PRESIDENTE.
In altra area: è chiarissimo.
Speaker : AMATI.
Quindi, è un fatto di delocalizzazione. Quella norma…
Speaker : PRESIDENTE.
È chiarissimo. In sede di drafting…
Speaker : AMATI.
Quella norma può valere sia per gli uni che per gli altri.
Speaker : PRESIDENTE.
…correggiamo il punto 5.
Speaker : AMATI.
Imprigionata qui può significare che vale soltanto per qui.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a voi.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29, nessun contrario.
La norma è approvata.
Non ci sono altri emendamenti all’articolo 5, per cui procediamo alla votazione dell’articolo 5, come emendato.
La votazione è chiusa.
Presenti 27, votanti 27, favorevoli 27, nessun contrario.
È approvato all’unanimità l’articolo 5.
Adesso passiamo all’articolo 6.
All’articolo 6 ci sono emendamenti. Emendamento Ventola: “all’articolo 6, comma 1, lettera a), aggiungere alla fine la seguente frase ‘in riferimento agli edifici parzialmente illegittimi sono sempre ammessi gli interventi ex articoli 4 e 5 della presente norma di legge, purché con la demolizione si eliminino le cause della difformità e nella successiva ricostruzione non si tenga conto dei volumi demoliti ai fini della determinazione della volumetria complessiva’”. Parere del Governo?
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Parere contrario. Non è possibile intervenire sugli immobili, sugli edifici illegittimi.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
La votazione è aperta. Parere contrario del Governo.
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 2, contrari 28.
L’emendamento è respinto.
Subemendamento aggiuntivo all’articolo 6, lettera g). L’emendamento è a firma Gabellone: “dopo le parole ‘con eccezione delle aree di cui all’articolo 142, comma 2 del decreto legislativo 42/2004’, aggiungere le parole ‘e articolo 136 lettera c) e d)”.
Ha avuto modo di vedere questo subemendamento, assessora? No.
Questo è stato presentato ora. Io glielo passo.
Vediamo se ci sono altri emendamenti sull’articolo 6. Secondo subemendamento all’articolo 6, al comma 1 dell’articolo 6.
C’è un emendamento presentato, sull’articolo 6 al comma 1, da Paride Mazzotta e Giandiego Gatta. Non c’è nessuno dei due.
Decaduto.
Sempre all’articolo 6, comma 1, lettera g, sostituire le parole “ai sensi dell’articolo 136 e 142 del decreto legislativo 42/2004 con eccezione delle aree di cui all’articolo 142, comma 2, del decreto legislativo 42/2004” con le parole “con eccezione degli articoli 136, comma 1, lettera c) e d) e 142 del decreto legislativo 42 del 2004”.
Volete illustrarlo?
Presidente Amati, lo vuole illustrare, le dispiace? Prego.
Speaker : AMATI.
È intervenuto il Decreto Aiuti. Il Decreto Aiuti ha stabilito, modificando il Testo Unico dell’edilizia, che la ristrutturazione urbanistica è vietata in determinate aree, a proposito delle aree ovviamente contemplate dal decreto legislativo sui beni culturali e ambientali, ad eccezione di quelle previste dagli articoli 136, comma 1, lettere c) e d) e 142 del decreto legislativo 42 del 2004.
Si riporta integralmente alla lettera la disposizione del Decreto Aiuti.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente. Assessora. Deve vedere tutti e due gli emendamenti adesso, sia il subemendamento che le ho dato sia l’emendamento per il quale siamo passati avanti. Conviene, quindi, attendere.
È il contrario, perché sono connessi. Se lo deve guardare.
Sono aree di particolare interesse pubblico.
Relativamente all’emendamento, forse conviene vederlo finito, l’articolo, con l’emendamento. Diversamente, è difficile far comprendere all’Aula, assessora. In realtà, stiamo aspettando un momento l’assessora Maraschio che si sta confrontando con gli uffici su questi due articoli. Oggettivamente sono due emendamenti delicati, per cui è giusto che si esprima il parere con…
È una sospensione piuttosto temporanea, diciamo. Colleghi, riprendiamo i nostri posti.
Stavamo ragionando…
L’Assessora aveva il subemendamento originale.
Presidente Amati, il subemendamento del Presidente Gabellone in qualche modo è analogo all’emendamento che ha presentato lei.
Dobbiamo votare l’emendamento del consigliere Gabellone, subemendamento aggiuntivo all’articolo 6, lettera g). È un subemendamento relativamente all’emendamento all’articolo 6, rubricato limiti di applicazione, al comma 1, che prevedeva l’abrogazione delle lettere c) e g).
È per questo che votiamo prima questo. Parere del Governo su questo emendamento.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Parere contrario. Nel testo che vuole essere emendato vengono escluse le zone omogenee A, cioè non è possibile fare questo tipo… E le zone sottoposte a vincolo paesaggistico del 136 non possono essere, diciamo così, oggetto di un intervento che abbia un carattere generale, qual è una norma come quella che si dovrebbe approvare.
Io esprimo parere contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Amati, vorrei che ci seguisse perché noi stiamo discutendo insieme il subemendamento Gabellone, che si riferisce all’emendamento 10/01, che è analogo al suo, che in effetti abbiamo discusso insieme, che è il numero 11. Allora, il parere del Governo è contrario relativamente a tutti, perché sono tutti dello stesso tenore, ma noi dobbiamo votare emendamento per emendamento. Solo che, essendo proprio simili, dobbiamo fare un coordinamento. Allora, li mettete insieme, votiamo l’emendamento Amati, votiamo il subemendamento aggiuntivo di Gabellone, che però si riferisce ad un emendamento che contiene anche la lettera c)? Li ha visti? È una domanda.
In Aula è veramente difficile. Non possiamo fare una cosa...?
Speaker : AMATI.
Io non ho problemi su quale emendamento votiamo. Adesso a me interessa la questione. Io non ho problemi se votiamo quello del collega Gabellone… La questione è questa: il mio partito ha votato il Decreto Aiuti. Lo ha votato, okay? Il mio partito… no, non devo fare battute. Il mio partito vuole aiutare, non vuole mettere zavorre al collo delle persone per farle affondare, e ha stabilito nel Testo unico dell’edilizia che gli interventi di ristrutturazione edilizia, che sappiamo quello che sono, si fanno in determinate zone. Poi ha preso il sesto periodo – non solo il mio partito, tutti i partiti ha preso il sesto periodo e ha detto: qui ‒ dice il sesto periodo ‒ non si possono fare. Però ha aggiunto: ad eccezione ‒ modificando l’articolo 3, comma 1, lettera d), sesto periodo ‒ degli articoli 136, comma 1, lettere c) e d), e 142. Stiamo parlando del Testo unico dell’edilizia.
Quindi, ha detto: guardate che in Italia, se si fanno le ristrutturazioni urbanistiche, lì c’è un’eccezione. Ora, domanda: i nostri interventi nelle aree B, nelle aree C e nelle aree E possono essere quelli della nostra legge, di ristrutturazione urbanistica? La risposta è: sì, possono essere. Possono essere con la diversa dislocazione planovolumetrica, di cui al Testo unico? Sì, possono essere. Dice il nostro emendamento, riprendendo proprio quello che dice il Decreto Aiuti, che anche qui in Puglia, per le ristrutturazioni urbanistiche, c’è questa eccezione. Semplice.
Replica. Così come nel Testo unico c’è quell’eccezione, noi diciamo che anche qua in Puglia pensiamo ci sia quell’eccezione.
Io non capisco l’obiezione. L’obiezione è che il Testo unico dei beni culturali dice “sì”. Dice il Testo unico dell’edilizia che lì si può fare la ristrutturazione edilizia. Punto.
Ho sbagliato. Ho detto sempre “ristrutturazione urbanistica”, ma in realtà è “ristrutturazione edilizia”.
Questo è quello che ho detto. Sia perché ci credo sia perché mi pare di essere in Italia, sono un pezzo dell’Italia, sia perché sono in un partito che ha votato il Decreto Aiuti, io voterò per questo emendamento. È semplice. Se qualcuno mi dimostra che la legge statale non consente le ristrutturazioni edilizie in quelle aree... E badate, tengo a sottolineare una cosa importante: molte di quelle aree sono all’interno del Piano paesaggistico. Se sono all’interno del Piano paesaggistico, sono assoggettate a tutte le regole del Piano paesaggistico (pareri, contro-pareri, Sovrintendenza). Quindi, non si pone nessuna questione.
Non andiamo a violare il Piano paesaggistico. Anzi, lo riconosciamo. Siamo proprio adeguati strettamente al Testo unico dell’edilizia. io non riesco a capire perché dobbiamo dire “no”, perché noi in Puglia le ristrutturazioni edilizie che vogliamo favorire con questa legge dobbiamo dire: lì non si fanno. Peraltro, concretamente ha un significato da fare spavento. Se voi prendete la provincia di Lecce, se volete ve lo posso dire anche per esperienza, tutta la provincia di Lecce, una parte importante della provincia di Taranto, quella più orientale, una parte della provincia di Brindisi, tutta la provincia di Foggia sono interessate da questa problematica, quindi io non riesco proprio a capire per quale motivo noi dobbiamo disattendere una legge nazionale, che peraltro è stata approvata di recente.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego. Non ho sentito.
Speaker : GABELLONE.
Ritiro il mio emendamento e il subemendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
L’emendamento e il subemendamento? Tutti e due?
Speaker : GABELLONE.
Tutti e due.
Speaker : PRESIDENTE.
Tutti e due. Okay.
Rimane l’emendamento Amati.
La votazione aperta.
Chiedo scusa, dobbiamo cambiare il riferimento al voto. Perfetto. È l’emendamento Amati e Caracciolo, che prevede la sostituzione delle parole “ai sensi degli articoli 136 e 142” con le parole “con eccezione”. Cioè, ammette che si facciano cose che prima non erano concesse.
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 27, favorevoli 27, astenuti 2.
L’emendamento è approvato.
Procediamo con l’articolo 6.
Ce ne sono altri emendamenti sull’articolo 6? Sì.
L’emendamento Tupputi, Lacatena e Leoci è stato assorbito, vero? Perfetto. È decaduto.
All’articolo 6, comma 1, lettera g), aggiungere – questo è l’emendamento Ventola – la seguente frase: “In tali aree sono sempre ammessi gli interventi ex articoli 3 e 4 del presente testo di legge, che per caratteristiche oggettive e soggettive siano qualificabili come ristrutturazione edilizia ai sensi della lettera d) dell’articolo 3 del DPR 380/2001. Assessora, prego.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Parere contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
La votazione è aperta. Parere contrario del Governo all’emendamento Ventola.
È l’ultimo dell’articolo 6.
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 2, contrari 28.
L’emendamento è respinto.
Adesso votiamo l’articolo 6 come emendato.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 30.
È approvato all’unanimità.
Articolo 7.
Sull’articolo 7 non ci sono emendamenti; dopo l’articolo 7.
Votiamo l’articolo 7 (Monitoraggio).
La votazione aperta. Votiamo. Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
L’articolo 7 è approvato all’unanimità.
Emendamento: “dopo l’articolo 7 aggiungere l’articolo 8 rubricato ‘Norma transitoria’”. È un emendamento dei Fratelli d’Italia, che così statuisce: “fino all’approvazione della presente legge e comunque non oltre il 31.12.2022 sono fatti salvi i diritti…” Dov’è l’assessora? Emendamento Ventola, Fratelli d’Italia, terzo subemendamento, così sta scritto: “dopo l’articolo 7, aggiungere l’articolo 8 rubricato ‘Norma transitoria’” – ce l’ha? – Fino all’approvazione della presente legge e comunque non oltre il 31.12.2022 sono fatti salvi i diritti acquisiti con l’applicazione della disciplina di cui alla legge regionale 38 del 30.11.2021. Si intende disapplicata ogni altra disposizione incompatibile con la presente legge.
Parere contrario. Parere contrario del Governo.
La votazione è aperta sull’emendamento 11/4.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 3, contrari 26.
L’emendamento è respinto.
Adesso ci sono degli emendamenti aggiuntivi all’articolo 8.
L’emendamento aggiuntivo Tupputi, Lacatena, Leoci, che è l’emendamento 12, è un emendamento con il quale si aggiungono dei commi ad un articolo che riguarda l’abrogazione.
Prima dell’abrogazione dovremmo votare questo emendamento aggiuntivo.
Votiamo prima questo e poi l’abrogazione, per una questione proprio di drafting. “All’articolo 8 si aggiungono i seguenti commi, la legge regionale 30 luglio 2009, n. 14 ‘Misure straordinarie e urgenti a sostegno dell’attività edilizia per il miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale’ è abrogata. Le pratiche edilizie inoltrate e protocollate ai sensi della legge regionale 14/2009 presso gli sportelli unici per l’edilizia dei Comuni pugliesi prima della data di pubblicazione della presente legge verranno istruite, concluse secondo le prescrizioni della stessa legge”.
Parere del Governo favorevole.
Quello diceva che i diritti quesiti sono salvi fino al 31 dicembre 2022. Questo, invece, dice che tutte le pratiche presentate sono ammissibili.
Speaker : PIEMONTESE, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore al bilancio.
… fino all’approvazione della presente legge.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessora, sta proponendo una inversione, forse. Prego.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Propongo alla data non di pubblicazione, ma alla data di approvazione.
Speaker : PRESIDENTE.
Quindi, l’assessore propone – e credo che voi condividiate, perfetto – che “prima della data di pubblicazione” sia sostituito con “prima della data di approvazione”.
Questo comma secondo dell’emendamento diventa primo, perché dopo c’è l’abrogazione completa. Va bene, sottoponiamo al voto l’emendamento.
Prego, prego, non l’avevo visto. Presidente Amati prima e consigliere Gabellone poi.
Speaker : AMATI.
Io chiederò ai colleghi… Qui è un articolo aggiuntivo, loro l’hanno numerato secondo e terzo comma, ma chiederò ai colleghi di eliminare il primo comma. Vi spiego perché. Mentre va bene “le pratiche edilizie inoltrate e protocollate presso gli sportelli unici, eccetera, prima data di pubblicazione della presente legge verranno istruite e concluse secondo le prescrizioni della legge regionale 14/2009”, ciò significa che da stasera sono disinnescate tutte le nuove istanze. E qui penso che siamo d’accordo, va bene?
Perché sconsiglio l’abrogazione esplicita della legge? Che necessità abbiamo se da stasera sono disinnescate? Che necessità? Perché abbiamo bisogno di dichiarare l’abrogazione, considerato che abbiamo scritto che verranno istruite secondo quella legge, quindi una legge che è vigente fino a stasera e che spiega i suoi effetti oltre stasera per le pratiche presentate prima di stasera. Abbiamo detto così? Bene.
Se abbiamo detto così, non ha senso il primo comma. E non ha senso anche per una ragione tattica, nell’interesse delle persone.
Immaginate questo scenario. Ve lo dico più come uno che deve difendere il cliente. Immaginate questo scenario. Noi siamo dinanzi alla Corte costituzionale con un giudizio pendente su quella legge. La Regione Puglia ha spiegato una bella difesa. Noi abbiamo bisogno di sapere che ne pensa la Corte costituzionale. La sentenza dell’altro giorno della Corte costituzionale sul C-bis, una sentenza importantissima, che è sentenza additiva, non ha dichiarato incostituzionale e basta, ha detto “incostituzionale” nella parte in cui non... Ha spiegato come funziona il mondo. Infatti io l’ho salutata con piacere. Ha detto: “Voi avete scritto che forse implicitamente si riferiva alle prescrizioni? No, bisognava dirlo espressamente”. Ha detto, quindi, incostituzionale nella parte in cui non si faceva riferimento alle prescrizioni.
Perché abbiamo bisogno di quella sentenza? Perché, ammesso che scriviamo così, gli uffici tecnici non faranno nulla fino a quando non arriverà la Corte costituzionale. Quando, invece, vedranno che la Corte costituzionale non si esprimerà per sopravvenuto difetto di interesse, perché noi avremo abrogato, hai voglia a scrivere che saranno valutate secondo quella norma. Dirà il dirigente: “Ma se voi avete abrogato”. Perché in quella norma c’è già il tempus regit actionem, non il tempus regit actum.
Se è così a tutela delle persone e vogliamo che veramente abbia effetto, scriviamo soltanto la seconda parte. Tanto da stasera è disinnescata. Da stasera, dalla pubblicazione, nessuno potrà presentare una pratica ai sensi del Piano Casa. È vero? Se è così, che senso ha abrogare una norma che svolge comunque i suoi effetti sulle pratiche precedenti a stasera? Non ha senso, vero?
Allora, vi chiedo, se vogliamo veramente preservare le istanze presentate finora, di utilizzare soltanto il secondo comma ‒ va benissimo ‒ e di lasciare il primo.
Quindi, chiedo ai colleghi proponenti di eliminare il primo comma, altrimenti creeremo un disastro e non avremo la possibilità di sapere cosa ne pensa la Corte costituzionale, che potrà essere importante anche a tutela di questa legge che stiamo approvando stasera. Se la Corte costituzionale si esprimerà su quel ricorso, noi avremo un grande orientamento pure su quella che stiamo approvando stasera e onoreremmo il fatto che la Regione si è difesa in maniera energica in quel giudizio.
Tutto qui, grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Attendo che i proponenti mi dicano, ma nel frattempo devo dirvi che non possiamo consentire la parola “approvazione”, però, per quanto proposta, e io ve l’ho chiesto, perché non esiste come atto giuridico. Esiste la data di pubblicazione. Quello è un atto endoprocedimentale, per cui o è pubblicazione o non si può scrivere.
Che cosa intendete fare rispetto a questo emendamento? Presidente Gabellone, prego. La data di approvazione non esiste. Prego.
Speaker : GABELLONE.
Presidente, nella discussione così convulsa e forse…
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, Presidente Gabellone.
Speaker : GABELLONE.
Volevo dire, Presidente, che nell’emendamento presentato, che poi ha visto il voto contrario del Governo, senza una motivazione – per carità, c’era una discussione in corso, si intrecciano discussioni diverse – intanto, rispetto alla disapplicazione la Cassazione è costante.
Volevo dire che il termine da me individuato, il 31.12.2022, capisco l’opportunità di fare in maniera diversa, ma la Cassazione per la legge sul Piano casa della Calabria aveva statuito questa data, aveva evidenziato questa data. Lo do come contributo, non per altro.
Ma ormai sul punto si è votato, si è votato in maniera contraria, per carità: se questo può servire a recuperare e a far chiudere i procedimenti delle pratiche edilizie in essere ad oggi, se questa è la data, va bene, in linea di principio ci siamo.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Presidente Tupputi, prego.
Speaker : TUPPUTI.
Grazie, Presidente.
Per quanto richiesto dal presidente Amati, noi ci rimettiamo al parere del Governo, mentre per quanto riguarda se inserire la data di pubblicazione o quella dell’approvazione per noi non cambia sostanzialmente niente. Ci rimettiamo al parere del Governo.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Presidente Tutolo, prego.
Speaker : TUTOLO.
Grazie, Presidente.
Sarò brevissimo. Volevo soltanto dire che non comprendo perché questa norma finale non sia stata fatta a parte, perché poteva essere la miglior tutela, la miglior garanzia per evitare una qualsiasi possibilità di impugnativa da parte del Governo, quindi poteva essere un articolo a parte da questa legge, che se fosse stata impugnata non avrebbe inciso minimamente, posto che io non credo che questa legge produrrà… Ho sentito dire che ci sono migliaia di cittadini in attesa di questa legge.
Io onestamente non credo che produrrà migliaia di interventi. Mi sarebbe piaciuto mettere, che so, un obbligo di pubblicazione degli interventi fatti grazie a questa legge per vedere anche questa lunga giornata alla fine cosa ha prodotto.
Alla fine si rischia di lavorare tanto, non che me ne lamenti, anzi, ma magari di produrre nulla. Sono convinto che sarà prossima allo zero, perché tra tutti gli adempimenti, tra i Comuni che devono deliberare, tra i limiti del doppio passaggio energetico, io non sono convinto, però mi sorprende poi l’inserimento di questa ultima clausola che può anche vanificare il tutto.
Speaker : PRESIDENTE.
L’assessora Maraschio deve dire rispetto al primo comma. Si sono rimessi al parere del Governo.
Rispetto al primo comma, il Presidente Tupputi le ha chiesto, assessora, se rilasciare o meno…
Scusate, il Presidente Tupputi le ha chiesto se lasciare o meno il primo comma dell’emendamento aggiuntivo: “La legge regionale 30 luglio 2009, n. 14 è abrogata”.
Si rimettono al parere del Governo.
I due commi si tengono perché il secondo comma, le pratiche edilizie inoltrate presso gli sportelli unici prima della data verranno istruite e concluse secondo le prescrizioni, perché esiste il primo comma che dice che è abrogata. Quello conferma, però, che le pratiche le puoi mantenere. Sennò il senso del secondo comma qual è? Chi era che invece diceva diversamente?
Il secondo comma dice: “Le pratiche edilizie inoltrate e protocollate ai sensi della legge presso gli sportelli unici per l’edilizia dei Comuni pugliesi prima del 28.07.2022 verranno istruite e concluse secondo le prescrizioni della stessa legge. Perché viene inserito questo comma se non c’è il primo? È così. Si rimette al parere del Governo. Lo ritira? Va benissimo lo stesso.
Il comma 1 è abrogato. Lo ritirano i proponenti.
Fa un subemendamento?
Speaker : TUPPUTI.
Presidente, noi stralciamo dall’emendamento aggiuntivo il comma 2...
Speaker : PRESIDENTE.
Il comma 1 dell’emendamento.
Speaker : TUPPUTI.
Sì. Rimarrebbe solo il comma 2, che diventerebbe, di conseguenza, comma 1.
Speaker : PRESIDENTE.
Perfetto. Sta scrivendo, la dottoressa, il subemendamento, così viene e lo firma. Mettiamo al voto il subemendamento all’emendamento n. 12. Il subemendamento, okay? È il subemendamento che toglie il primo comma dell’emendamento stesso.
La votazione è aperta.
Presidente Tupputi, dovrebbe venire.
Votiamo. Abbiamo votato tutti? C’è un posto vuoto.
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
L’emendamento a pagina 12 è approvato.
Adesso votiamo l’emendamento, come subemendato.
La votazione è aperta.
No, l’emendamento, perché prima abbiamo votato il subemendamento, quello proposto dal Presidente Tupputi.
La votazione è aperta.
Votiamo. Votiamo.
La votazione è chiusa.
Sì, è vero, manca il mio voto.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
L’emendamento è approvato.
C’è un emendamento aggiuntivo a pagina 13: “Dopo l’articolo 8 è aggiunto il seguente articolo: Articolo 9”.
Assessora? Parere del Governo? Recupero dei sottotetti, dei porticati, dei locali seminterrati e interventi esistenti di aree pubbliche non autorizzate, a firma Leoci, Lacatena, Tupputi, Metallo eccetera.
L’assessora si rimette all’Aula.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 23, favorevoli 22, astenuti 5, contrari 1.
L’emendamento è approvato.
Articolo 10. Dopo l’articolo 8 è aggiunto il seguente articolo: “Articolo 10, pagina 14 ‘Modifiche alla legge regionale recupero dei sottotetti, dei porticati di locali seminterrati e interventi esistenti di aree pubbliche non autorizzate’”, stessi, proponenti di prima. Assessora, parere del Governo? Si rimette all’Aula.
La votazione è aperta. Votiamo. Non siamo tutti.
La votazione è chiusa.
Presenti 27, votanti 23, favorevoli 23, astenuti 4, nessun contrario.
È approvato.
Dopo l’articolo 8 è aggiunto il seguente articolo 11: “ai fini della presente legge valgono le definizioni uniformi di cui all’allegato A del Regolamento edilizio-tipo, approvato con deliberazione della Giunta regionale del 21.12.2017 n. 2250”. Assessora, il parere? Assessora? Si rimette all’Aula.
La votazione è aperta. Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 27, votanti 27, favorevoli 27.
Articolo 12 (Modifiche della legge regionale, eccetera): “l’articolo 3 è sostituito con il seguente: “pagina 16”, lo diamo per letto? Parere del Governo.
Assessora, scusi, il parere del Governo. Aula.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 27, votanti 27, favorevoli 27.
L’emendamento è approvato.
Dopo l’articolo 8 è aggiunto il seguente articolo 13.
“All’alinea del comma 1 dell’articolo 4 le parole al 30 giugno 2021” sono sostituite con “alla data di entrata in vigore della presente disposizione, della presente legge”. Parere del Governo. Assessora. Aula.
La votazione è aperta. Abbiamo anche l’assessore Stea.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato all’unanimità.
Votiamo l’articolo 8.
La votazione è aperta.
Articolo 8 (Abrogazione). Votiamo.
L’articolo 8. Tutti gli altri erano emendamenti all’articolo 8. Adesso dobbiamo votare l’articolo 8. Che è successo? È un unico comma.
È un unico comma. Abbiamo votato gli emendamenti all’articolo 8.
Ora ci rimane l’articolo 8.
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
L’articolo 8 è approvato all’unanimità.
Adesso voto finale sulla legge.
Consigliere Ventola, prego.
La soddisfazione dell’ultima relazione. Prego.
Speaker : VENTOLA.
Grazie, Presidente.
Stavo per presentare un subemendamento. Intanto volevo chiarire che – probabilmente mi potrò anche sbagliare – l’articolo 47 del Regolamento del Consiglio regionale ci dice esplicitamente che i subemendamenti devono essere votati prima degli emendamenti. Lo dico perché evidentemente oggi è stata commessa una irregolarità, perché un emendamento già votato è stato abrogato da un subemendamento, tecnicamente così presentato come subemendamento. E l’articolo 46 dice che i subemendamenti, o meglio gli emendamenti a un emendamento sono votati prima dello stesso.
Per cui nessuno si stava inventando nulla ed è stato un atteggiamento che chiaramente non abbiamo condiviso. Alcuni hanno anche abbandonato l’Aula. Nel merito si può essere anche in disaccordo, ci mancherebbe altro, del resto ognuno deve fare il proprio ruolo, però il metodo, almeno quello, lo dobbiamo condividere. Se poi è pure è scritto in un Regolamento che si è dato questo Consiglio, oggi avete fatto una bruttissima figura, che non abbiamo i numeri per imporre, e sinceramente non ce l’aspettavamo.
Una legge – diventerà legge, perché noi esprimeremo anche il voto favorevole – che è indubbio, assessore, che l’ha messa per l’ennesima volta in difficoltà. Ora, è vero che nell’era dei social già non fa più notizia, perché c’è già la notizia che verrà fuori tra un secondo, ma è indubbio che oggi per l’ennesima volta la Giunta è andata in difficoltà. Anche il Presidente è dovuto andar via a un certo punto, perché su due votazioni non ha votato, pur essendo presente in Aula, condividendo il suo pensiero, in disaccordo con quello della maggioranza del Consiglio.
Ora si dirà che probabilmente questo non interessa ai cittadini, non importa, ma per chi è impegnato in politica e chiede consenso e siamo deputati a prendere delle decisioni, è indubbio che c’è qualcosa che non funziona. Del resto, Presidente Campo, credo che siano sei mesi, cinque mesi che discutiamo su questa legge. Per favorire un certo tipo di percorso, noi abbiamo ritirato tutti i nostri emendamenti in Commissione, approvando un suo subemendamento. Abbiamo mantenuto il numero legale spesso in Commissione, abbiamo atteso consiglieri che stavano arrivando, poi arrivavano, non sono arrivati, perché sapevamo essere una questione dirimente per la nostra Regione. Si è arrivati a un provvedimento che ‒ ahinoi, ce l’avevate rappresentato ‒ era condiviso. Al mio ex amico di banco, nonché amico personale, Stefano Lacatena: abbiamo lavorato tanto, abbiamo messo insieme, finalmente verrà un prodotto che abbiamo condiviso, abbiamo portato il nostro valore aggiunto. Sono le ore 21.37 e sappiamo tutti che cosa stiamo approvando. Non esattamente quello che è venuto fuori dal vostro grande lavoro svolto in questi mesi, in collaborazione con l’assessorato.
Se questo a voi fa piacere, figuratevi se non fa piacere pure a noi. Tanto, pure se non siamo presenti, abbiamo visto spesso sospendere, di fatto, il Consiglio regionale perché bisognava sentire i tecnici o perché bisognava mediare o perché bisognava inventarsi qualcosa per aspettare qualcun altro.
Noi siamo rimasti in Aula in rappresentanza, almeno per quanto ci riguarda, del Gruppo di Fratelli d’Italia. Pur avendo una direzione regionale importantissima, che probabilmente ha decapitato le nostre teste, siamo rimasti qui a svolgere il nostro ruolo, in rappresentanza dell’intero Gruppo. I nostri colleghi sono andati via perché era programmata, alle ore 19, una direzione regionale del partito. Noi siamo rimasti qui perché ritenevamo e riteniamo indispensabile che la nostra Regione si doti di un “Piano Casa”, di fatto, che metta un po’ a posto e, soprattutto, dia una certa ragionevole certezza, mi insegnava sempre il professor Di Santo. Non hai mai certezza, ma una ragionevole certezza. Con questa legge possiamo darla.
Noi voteremo favorevolmente, però, assessore, le rivolgo un invito. Ci conosciamo da poco, però, visto l’atteggiamento avuto anche negli ultimi tre-quattro articoli, di rimettersi all’Aula, è lampante il modo in cui lei non condivide quello che oggi stiamo facendo. Però è un assessore tecnico, ha avuto la delega del Presidente, che in questo la sta sostenendo. Come vede, non è in Aula a votare la nostra legge, pur essendo nel palazzo.
Credo sia giusto, nei confronti della Regione Puglia, fare un momento di chiarezza. Un momento di chiarezza serve, altrimenti si perde di credibilità. Non personale, assolutamente. Si perde di credibilità nel ruolo che si svolge. Io personalmente la apprezzo tantissimo, perché è sempre stata cordiale, cortese, ha sempre avuto un atteggiamento nei confronti dei consiglieri sempre di estrema correttezza, ma molto spesso anche in disaccordo. Però, quando si lavora in Commissione per tanto tempo è perché si deve arrivare in Aula e in tre minuti bisogna votare una legge.
Oggi è successo di tutto. Credo che lei, ma anche i partiti di maggioranza si debbano rendere conto che, quando si interviene con leggi così importanti, è vero che passerà con 27, 28 o 29 voti, però lascia tanti morti e feriti per strada, che si ripercuotono poi in altri provvedimenti e in altre situazioni. Io spero che il Presidente Emiliano voglia chiarire una volta per tutte, perché non è la prima volta che lei esprime parere in dissenso e contrario ad alcune proposte che vengono formulate dalla sua maggioranza e poi puntualmente loro votano come vogliono. È vero, il Consiglio è questo, però credo che qualche giorno fa sia caduto un Governo, pur avendo i numeri, perché un partito ha detto: una parte di quel decreto io non la condivido. Ed è caduto un Governo. Noi qui facciamo passare tutto come se fosse tranquillo e credo che non sia una bella pagina della politica della nostra Puglia.
Se poi pensiamo a chi ha voglia di lavorare, sicuramente questa legge potrà dare dei risultati molto positivi. Noi la voteremo convintamente, nonostante ci siano stati degli emendamenti non approvati, perché alla fine crediamo che sia nello spirito giusto, perché da troppi anni, purtroppo, questa Regione, non essendosi dotata di un famoso Testo unico sull’edilizia, lo sentivo dire quando ero Sindaco della mia città, lo sentivo dire e all’epoca c’era la professoressa Barbanente che parlava del Testo unico dell’edilizia, poi l’ho sentito dire dall’ottimo dirigente Curcuruto, che parlava del Testo unico per l’edilizia, poi l’abbiamo sentito dire pure dal nostro collega Alfonsino Pisicchio, che è arrivato anche ad approvare in Commissione, senza il nostro voto, una legge sulla bellezza, ma sono passati diciassette anni. Lei ha un merito, quello di non aver mai detto, almeno pubblicamente, che voleva fare un Testo unico sull’edilizia o una legge sulla bellezza. Però, in diciassette anni credo che di guai a questa regione dal punto di vista di assetto del territorio ne abbiamo combinati.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Ventola.
Non ho altri iscritti a parlare, per cui mettiamo al voto l’intera legge.
Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
Il testo di legge è approvato.
Abbiamo detto per l’urgenza.
Chi si astiene? Chi è contrario?
È approvata all’unanimità.
Grazie, colleghi. Alla prossima.