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C r. Puglia 22.11.2022
FILE TYPE: Video
Speaker : PRESIDENTE.
Buongiorno a tutti. Se prendiamo posto tutti, diamo inizio. Grazie.
Saluto il Procuratore e il Prefetto, che sono collegati, e chiedo di avere ancora un attimo di pazienza. Si sta prendendo posto in Aula e cominciamo. Grazie e buona giornata anche a voi.
Buongiorno. Buongiorno a tutte e a tutti.
Prima di dare il via ufficialmente al Consiglio regionale, dobbiamo iniziare con una brutta notizia che ha riguardato un nostro collega seduto tra questi banchi nella precedente legislatura.
Ernesto Abaterusso ci ha lasciato. La sua è stata una vita dedicata interamente all’impegno civico, rappresentando la comunità salentina e pugliese a diversi livelli di responsabilità nelle Istituzioni, a partire da quella di sindaco della sua piccola ma amatissima Patù. Prima sindaco, poi consigliere provinciale, poi deputato della Repubblica, infine consigliere regionale. Un uomo fieramente di parte per identità, ma che amava ricercare la via della mediazione in un confronto determinato, ma anche disposto al riconoscimento delle ragioni dell’altrui parte, in un compiuto e intelligente esercizio della democrazia. Ci ha lasciato un amico costantemente impegnato.
Alla sua famiglia, ai suoi cari e a tutti coloro che gli hanno voluto e gli vogliono bene il cordoglio e la vicinanza dell’intero Consiglio regionale della Puglia.
Facciamo un minuto di silenzio in suo onore.
(L’Assemblea osserva un minuto di raccoglimento)
Grazie.
(Applausi)
Apriamo il Consiglio regionale.
Hanno chiesto congedo l’assessore Delli Noci e il consigliere La Notte.
Adesso passiamo alla lettura della lettera delle dimissioni dalla carica del consigliere regionale l’onorevole Vito De Palma, che sarà sottoposta poi ad approvazione.
“Gentile Presidente, la mia recente proclamazione a parlamentare della Repubblica italiana presso la Camera dei deputati mi impedisce di proseguire nell’incarico di consigliere della Regione Puglia. La carica di membro della Camera dei deputati è infatti incompatibile con la carica di consigliere regionale, ai sensi del secondo comma dell’articolo 122 della Costituzione italiana, nonché del comma 1 dell’articolo 4 della legge 23 aprile 1981 n. 154. Ho ritenuto opportuno attendere la pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato n. 9620 del 2022, con la quale il supremo Consesso della giustizia amministrativa ha definitivamente riconosciuto il mio diritto a sedere nell’Assemblea regionale, diritto che mi era stato ingiustamente negato a causa di un’errata interpretazione della legge elettorale regionale da parte dell’Ufficio centrale regionale.
Con la presente, rassegno pertanto formalmente le mie dimissioni da consigliere regionale della Puglia, ai sensi dell’articolo 38 dello Statuto della Regione, in relazione al dovere di svolgere il mandato parlamentare per la relativa legislatura.
Nell’assicurare che nel prossimo quinquennio il mio impegno da parlamentare della Repubblica per la nostra Regione sarà assiduo e costante, rivolgo a lei, gentile Presidente, a tutti i colleghi consiglieri regionali, ai dirigenti e ai funzionari, ai collaboratori del Gruppo consiliare il mio personale ringraziamento e l’augurio di buon lavoro”.
A seguito dell’elezione a parlamentare della Repubblica presso la Camera dei deputati e delle avvenute dimissioni, in data 21 novembre 2022, del consigliere regionale dottor Vito De Palma, il Consiglio deve procedere alla surrogazione dello stesso e alla convalida del consigliere regionale subentrante.
A norma dell’articolo 16 della legge 17 febbraio 1968 n. 108, in ultimo modificato dall’articolo 8 della legge regionale n. 7 del 2015, la surrogazione si realizza per ogni effetto di legge, per cui il seggio deve essere attribuito al candidato che nella medesima lista e nella medesima circoscrizione segue immediatamente.
Dall’estratto del verbale dell’Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Bari, Modello 283 - AR Puglia, risulta che nella circoscrizione di Taranto il primo dei non eletti nella lista n. 20 avente il contrassegno “Forza Italia - Berlusconi per Fitto” è il candidato Massimiliano Di Cuia, nato a Taranto il 06.11.1979 e ivi residente alla via Virgilio n. 117.
Ai sensi del combinato disposto degli articoli 17 della legge 108/1968, 24 della legge regionale 12.05.2014 n. 7, dello Statuto della Regione Puglia e 1 del regolamento interno del Consiglio regionale, si deve procedere alla convalida del predetto dottor Massimiliano Di Cuia.
Con votazione palese, per alzata di mano, dobbiamo deliberare di convalidare l’elezione a consigliere regionale del dottor Massimiliano Di Cuia, in sostituzione del consigliere Vito De Palma, dimissionario.
Votiamo prima le dimissioni dell’onorevole Vito De Palma, per alzata di mano.
Chi si astiene? Chi è contrario?
All’unanimità, le dimissioni sono approvate.
Adesso passiamo alla delibera di convalida dell’elezione a consigliere regionale del dottor Massimiliano Di Cuia.
Chi è a favore? Chi si astiene? Chi è contrario?
La delibera è approvata all’unanimità.
Se il consigliere Di Cuia è presente, può prendere posto in Aula. (Applausi)
Bene, facciamo accomodare il consigliere Di Cuia.
Diamo inizio ai lavori di questo Consiglio regionale.
Care colleghe e cari colleghi consiglieri, gentile Viceministro, signor Presidente. signori Parlamentari, signor Prefetto, signor Procuratore della Repubblica, signor Questore, signor Presidente della Provincia di Foggia, signori Sindaci, tutti. Vi saluterei a uno a uno, ma comprendete siete tanti oggi e non è possibile farlo. Raccogliate il mio saluto affettuoso tutti quanti in questo modo.
Innanzitutto lasciatemi ringraziare i consiglieri foggiani per aver richiesto questo Consiglio monotematico straordinario. Io sono convinta che sarà certamente proficuo per questa Assise approfondire tutti i temi che riguardano la Capitanata e individuare le priorità di azione per far sì che questa meravigliosa terra possa migliorare il benessere della propria popolazione, che è il significato primo della politica. Permettetemi di partire proprio da qui, dalla meraviglia, dalla bellezza. La bellezza dei foggiani, di tutte le mani che in questi anni, prima da assessore allo sviluppo economico e poi alla cultura e al turismo, ho stretto, degli occhi che ho avuto la fortuna di incontrare, dei piccoli imprenditori, ancora prima che dei grandi, perché ci hanno creduto e ci credono giorno dopo giorno, perché alla paura hanno preferito il coraggio dell’onestà. La bellezza dei bambini, perché una mattina di pochi mesi fa ho visto sorridere e sorprendersi ad Accadia mentre attraversavano i corridoi della loro prima grande biblioteca di comunità, in quel piccolo comune dei Monti Dauni. La bellezza della magistratura e delle forze dell’ordine, di tutte quelle donne e quegli uomini, con nomi e cognomi, famiglie, figli, che rischiano la vita per salvare quella degli altri. La bellezza dei borghi sui Monti Dauni, arroccati sugli speroni rocciosi, sormontati da antiche fortezze. Sono molti qui i Sindaci dei Monti Dauni presenti. Nelle faggete vetuste del Parco nazionale del Gargano, Patrimonio dell’Umanità, insieme al Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo. Anche il Sindaco è presente. Di Giuseppe Di Vittorio, Umberto Giordano, Renzo Arbore, Michele Placido, dalla storia all’attualità, grandi personaggi che rendono e hanno reso la Capitanata famosa non solo in Italia, ma nel mondo per la loro grandezza, così come ogni persona che ogni giorno dedica la vita a fare il suo lavoro, nel silenzio, senza farsi notare, ma che produce un risultato uguale a quello della grandezza di quegli uomini, perché consente la legalità.
Consentitemi di partire dalla bellezza perché la bellezza non è un esercizio accademico, ma una questione politica nevralgica. Sono la terra e la sua gente, l’unica cosa che rimane quando il resto si esaurisce. E tutte quelle vite spezzate dalla mafia, che abbiamo pianto e piangeremo, non lo sapevano, ma erano semi. Possiamo immaginare un nuovo presente, possiamo costruire un futuro migliore: l’antidoto è investire sulla bellezza, che già c’è, e fare in modo che repressione faccia sempre rima con prevenzione. La mafia non si combatte solo nei tribunali, ma anche costruendo un tessuto sociale che resista alla sua capacità di penetrazione nelle Istituzioni, nella società, nei quartieri.
Allora noi oggi, qui, tutti insieme – è per questo che c’è questo Consiglio regionale monotematico sulla Capitanata, come parte della Puglia, che tutta insieme deve crescere – dobbiamo sforzarci di mettere in campo quelle strategie che servano ad evitare che i figli dei mafiosi, le mogli, i vicini di casa, le persone che li incontrano per strada o per qualsiasi altra ragione, possano anche solo pensare di imitare la loro condotta.
Certamente da questo Consiglio partirà la richiesta di incrementare le forze dell’ordine perché, come è emerso dalla nostra Commissione criminalità – il Presidente Perrini è seduto qui tra i nostri banchi – nel 2021 sono stati presi in forza 31 poliziotti, signor Viceministro, a fronte di 65 tra pensionati e trasferimenti ad altre sedi, nel 2022 andranno in pensione 60 poliziotti, e ad oggi ne sono stati presi in forza solo 33.
Ma contemporaneamente bisogna investire sulla scuola, sull’università. Molti studenti, dopo questi due anni di pandemia, hanno interrotto anzitempo il loro percorso scolastico e formativo, lo dice l’ISTAT, lo dice esattamente nell’ultimo Rapporto. Il numero delle scuole comunali foggiane dell’infanzia è stato dimezzato perché non c’erano abbastanza iscrizioni. Invece diceva Gesualdo Bufalino “la mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari”.
Certamente da questo Consiglio emergerà l’esigenza, come segnalata dal Procuratore Vaccaro, di ripristinare i presìdi giudiziari periferici soppressi, anche in virtù delle difficoltà di collegamento tra i centri delle aree interne e le sedi dei tribunali. Ma contemporaneamente bisogna garantire al territorio foggiano infrastrutture viarie, ferroviarie e marittime, promuovere il superamento dei conflitti tra la Puglia e le Regioni confinanti per la gestione delle risorse idriche, così da favorire la programmazione di opere e servizi a carattere interregionale.
È solo un’introduzione velocissima la mia, come avete visto, quasi di corsa, direi. Non voglio sottrarre spazio a nessuno dei consiglieri foggiani che interverrà, a nessuno degli interventi che saranno in questo Consiglio regionale, ma mi sento di dire che la lezione della storia ci ha insegnato che quando parliamo di criminalità, per esempio, non dobbiamo mai abbassare la guardia. Soprattutto in tempi difficili, segnati da difficoltà economiche e occupazionali, le organizzazioni criminali possono trovare nuovo terreno fertile e, come troppo spesso accade, le trame della criminalità riescono a infiltrarsi anche in quei segmenti che dovrebbero fungere da argine come le Istituzioni. Ecco perché è fondamentale unire la società civile intorno ai valori della legalità, farli sentire protagonisti di una scommessa che si può vincere solo e soltanto insieme, perché più della lotta repressiva serve una lotta non repressiva contro le mafie, come diceva un caro amico della Puglia che oggi voglio ricordare, Stefano Fumarulo, ispiratore di moltissime delle nostre azioni quotidiane, che col Presidente Emiliano ha condotto una battaglia fatta non soltanto di appelli ma anche di azioni concrete anche in quel territorio.
Noi donne e uomini pugliesi, rappresentanti delle Istituzioni, crediamo fortemente nella bellezza della Capitanata. La Regione Puglia sta investendo cospicue risorse su questo territorio, provando a intervenire laddove di propria competenza per evitare che alcuni fenomeni continuino a proliferare. Penso, per esempio, alle risorse del PNRR destinate al contrasto al caporalato e al superamento degli insediamenti abusivi. E tante sono le cose già fatte, dalle biblioteche di comunità agli interventi per il rafforzamento delle imprese sociali, per la riqualificazione degli edifici scolastici, dei servizi e delle infrastrutture sociali e socioeducative, per la creazione e il consolidamento delle start-up innovative, per il sostegno agli investimenti delle imprese turistiche. Questa Regione ha saputo affrontare e sconfiggere negli anni Novanta la presenza mafiosa grazie a un’innovativa alleanza tra magistratura, forze dello Stato, Istituzioni e mondo dell’associazionismo. Il Presidente Emiliano è stato testimone e protagonista di quella stagione.
Signor Viceministro, con tutti i consiglieri regionali siamo qui perché riteniamo necessario che lo spirito di quella stagione, rinnovata e allineata alle peculiarità del nostro tempo, possa trovare spazio e affermarsi al più presto.
Il mio augurio e, al contempo, il mio impegno è che il Consiglio straordinario di oggi possa essere l’appuntamento per dare il via a questi tempi nuovi, a sostegno dello sviluppo della Capitanata e di tutta la Puglia, per l’affermazione della legalità e della giustizia. Lo dico perché penso che se tanti Sindaci sono qui presenti oggi, insieme ai consiglieri regionali di tutti gli schieramenti, è perché crediamo tutti che le nostre azioni abbiano un senso.
Vi ringrazio per l’attenzione. Ho cercato di tenermi entro i cinque minuti che ci siamo dati, pur correndo nelle cose che intendevo dirvi.
Passo, adesso, la parola ai relatori che oggi, come consiglieri e ospiti esterni, devono intervenire. In Conferenza dei Capigruppo ci siamo detti che era bene contenere gli interventi di ciascuno ‒ cercare di contenerli ‒ entro i cinque minuti. Quello che si riuscirà. Ovviamente, il procuratore e il prefetto, così come le autorità qui presenti oggi hanno sicuramente tante cose da dire. Io non starò lì a togliere la parola, però invito tutti a cercare di essere al massimo brevi, contenendo l’efficacia entro il proprio tempo.
La scaletta prevede che intervengano il prefetto di Foggia, il procuratore della Repubblica di Foggia, il Vicepresidente della Giunta regionale, il Vicepresidente del Consiglio regionale, il consigliere segretario e i consiglieri regionali, a partire da Antonio Tutolo per continuare con Paolo Campo, Rosa Barone, Napoleone Cera, Paolo Dell’Erba e Joseph Splendido. Sin qui i consiglieri regionali della Provincia di Foggia. Dopodiché, interverrà in rappresentanza di tutti i Sindaci il Presidente della Provincia di Foggia, Nicola Gatta, dunque il Presidente Emiliano e il Viceministro Fitto, con i quali chiuderemo... Sisto. Vi chiedo scusa. Il Viceministro Sisto. Non so se ho fatto un torto o un augurio. Il Viceministro Sisto mi scuserà per questo lapsus.
Passo subito la parola al Prefetto di Foggia. Prego, signor Prefetto. È collegato con noi.
Prego.
Speaker : VALIANTE, Prefetto di Foggia.
Grazie, Presidente.
Buongiorno a tutti. Un saluto cordiale innanzitutto al Viceministro della giustizia, al Presidente della Giunta regionale, il Governatore Emiliano, a tutti gli assessori, consiglieri regionali, Sindaci presenti e al signor Procuratore capo di Foggia.
Sono qui con me presenti, in questa [...], il dottor Rossi e il comandante provinciale dei Carabinieri [...], che ovviamente si uniscono ai saluti e si associano anche ai sentimenti di cordoglio espressi dal Consiglio regionale per la scomparsa del già consigliere regionale Abaterusso.
Sono qui per illustrare sommariamente la situazione di grande criticità che vive questo territorio sotto il profilo della sicurezza, che presenta una forte incidenza della criminalità...
Speaker : PRESIDENTE.
Un attimo solo, signor Prefetto. C’è qualche problema con l’audio. Non si sente particolarmente bene. Proviamo adesso.
Speaker : VALIANTE, Prefetto di Foggia.
Mi sentite meglio?
Speaker : PRESIDENTE.
Sì, va meglio. Grazie, Eccellenza. Prego.
Speaker : VALIANTE, Prefetto di Foggia.
Abbiamo una presenza di consorterie mafiose che sono state riconosciute [...] articolato su tre poli nevralgici: la società foggiana, [...]. A questi tre poli se ne deve aggiungere un quarto, quello della mafia [...] che, come dimostrato dalle ultime importanti operazioni investigative di contrasto, ha acquisito una sua autonoma configurazione identitaria.
Si tratta di una agguerrita criminalità [...] in particolare predatoria, le cui azioni speculative delittuose sono poste in essere da parte di soggetti altamente specializzati nei vari settori di attività: estorsione, traffico di stupefacenti, armi, riciclaggio di capitali illeciti. Sono delle vere e proprie organizzazioni paramilitari, soprattutto quelle che si rivolgono agli assalti ai furgoni portavalori e ai bancomat.
Tra l’altro, si stanno innovando molto perché stanno acquisendo una diversa connotazione operativa e si stanno infiltrando massicciamente nell’economia legata al territorio per condizionarla dalle fondamenta e indirizzarla verso finalità illecite.
Questo articolato quadro […] della Provincia, però, è stato fortemente condizionato e blindato dalla intensificazione dell’attività di contrasto posta in essere egregiamente dalla magistratura e dalle forze di polizia. La questione foggiana ha assunto poi una centralità strategica, quindi una valenza assoluta anche […], un importante investimento di risorse per rendere più efficiente e incisiva l’azione di contrasto. Lo Stato sta facendo la sua parte, sta facendo sentire la sua voce, sta facendo molto per i […]. C’è stato un significativo ricorso alle strutture di contrasto sul territorio, con la creazione del reparto Cacciatori di Puglia, struttura dell’Arma dei Carabinieri, come sapete, specializzata nel controllo del territorio e nella ricerca di…
Speaker : PRESIDENTE.
Scusi, signor Prefetto, può avvicinarsi al microfono? La interrompo di nuovo…
Speaker : VALIANTE, Prefetto di Foggia.
Vediamo un attimo se ci riusciamo. Mi dispiace…
Speaker : PRESIDENTE.
Già così va meglio.
Speaker : VALIANTE, Prefetto di Foggia.
Allora, sono specializzati nel controllo del territorio e nella ricerca dei latitanti i Cacciatori di Puglia. Poi il nuovo reparto di prevenzione crimine della Polizia di Stato a San Severo, la sezione operativa della DIA, la sezione… Vediamo un attimo, abbiamo problemi...
Speaker : PRESIDENTE.
Sì, signor Prefetto, purtroppo è un problema del microfono vostro.
Speaker : VALIANTE, Prefetto di Foggia.
Allora, […] cambiare il collegamento per le difficoltà che abbiamo nell’accesso dalla nostra linea […].
Mi sentite?
Speaker : PRESIDENTE.
Sì, la sentiamo.
Speaker : VALIANTE, Prefetto di Foggia.
La funzione operativa della DIA, il ROS a Foggia. Tra l’altro, c’è questa forte aspettativa del potenziamento dell’organico, che dobbiamo ritenere anche rispetto a tante altre realtà del territorio nazionale, abbastanza adeguato numericamente, perché il dato complessivo delle risorse delle forze di polizia sul territorio provinciale ammonta a circa 2.400 unità, di cui più di 800 sono della Polizia di Stato (mi riferisco ovviamente alla Questura e ai commissariati), 949-950 del Comando provinciale dei Carabinieri, a cui si deve aggiungere tutto il personale di rinforzo dello squadrone a cui facevo riferimento dei Cacciatori di Puglia, delle […] dell’Arma per ulteriori 54 unità, 560 della Guardia di Finanza compresi i reparti speciali. I risultati di questo imponente impegno strategico, […] ed operativi sono altrettanto importanti, quindi ci sono stati sequestri patrimoniali di ingente valore economico, tantissime operazioni di contrasto antimafia con misure sia di tipo personale che patrimoniale, centinaia di soggetti […] afflitti da misure di restrizione, sequestri di enormi quantitativi di sostanze stupefacenti e di armi. Quindi, devo dire che le organizzazioni mafiose sono state indebolite dalle pesanti perdite registrate, soprattutto grazie alle […] di contrasto della magistratura e delle forze di polizia, delle numerose sentenze di condanna, delle numerose misure restrittive disposte dall’autorità giudiziaria e anche, un fatto importante, finalmente alla rivelazioni di nuovi collaboratori di giustizia che si stanno schierando con fiducia a fianco dello Stato.
Ho […] con molta determinazione e ho accolto favorevolmente questo importante e straordinario lavoro corale della squadra dello Stato e di come è stata strutturata e sviluppata soprattutto questa grande e fitta collaborazione da tutti i soggetti, che vedo operare in piena sinergia e condivisione di strategie, di finalità […] la Procura della Repubblica di Foggia, le forze dell’ordine, la Polizia, la DIA, […] favorendo una circolarità informativa, una piena disponibilità a […] il proprio patrimonio di conoscenze e soprattutto di professionalità. L’attività di contrasto sul piano giudiziario ed investigativo si sta affiancando e si è affiancata alla fondamentale attività di prevenzione antimafia da parte della Prefettura, attraverso misure di prevenzione straordinarie.
Per quanto riguarda la severa e incessante azione di contrasto al crimine organizzato comune, […] operazioni che sono avvenute in questa Provincia hanno portato tendenzialmente – ora mi riferisco all’andamento della criminalità e all’andamento della delittuosità a Foggia e provincia – ad un leggero calo, parametrando e riportando in parallelo la situazione 2021-2022, a una sorta di decremento rispetto all’anno precedente dei delitti. In particolare, rispetto ai 20.154 dell’anno precedente, ovviamente fino ad ottobre […] il 2022 registriamo un distretto calo, 18.953. Quindi, c’è un abbassamento in percentuale di circa il 5,96 per cento. Focalizzando l’attenzione sui singoli comuni, in particolare i più importanti, vediamo che per Foggia c’è una lieve diminuzione, il 4,36 per cento, anche Manfredonia presenta una diminuzione del 5,66 per cento. Un dato diverso e un po’ più preoccupante riguarda Cerignola, dove abbiamo un dato dell’11,10 per cento in positivo, quindi un aumento. San Severo registra un sensibile calo con il 16 per cento e Lucera il 19 per cento circa.
Per quanto riguarda il discorso dell’azione straordinaria a cui facevo riferimento, che riguarda i piani straordinari che le forze di polizia […] sono stati affidati per la sicurezza e il controllo integrato del territorio, con operazioni interforze. Ci avvaliamo, inoltre, dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Puglia” dell’Arma dei Carabinieri, che ogni giorno impiegano circa dieci unità. Trenta unità, invece, sono quelli del CIO, la squadra di intervento operativo, dieci unità […], quattro unità di squadre operative di supporto. Questo per quanto riguarda i Carabinieri. Mentre, ogni giorno, per quanto riguarda la Polizia di Stato, abbiamo ventotto equipaggi del Reparto prevenzione crimine, impegnati prevalentemente nelle aree di Foggia, San Severo, Cerignola e Manfredonia, ma ovviamente in base alle esigenze e in base alle strategie delineate concorrono a questa azione di prevenzione e controllo su tutto il territorio foggiano. Della Guardia di finanza ci sono ventuno unità […]. Quindi, il personale dei reparti speciali viene impiegato ogni giorno in aggiunta al personale ordinario.
I risultati conseguiti da gennaio 2022 al 31 ottobre 2022 sono imponenti. Sono state effettuate 69 operazioni ad alto impatto, 671 persone arrestate, 300.000 persone identificate, 120.000 veicoli identificati, poi sequestri di sostanze stupefacenti molto, molto consistenti, sequestri di armi, circa 3.000 perquisizioni effettuate, […] importanti, oltre 150 veicoli sequestrati, 350 locali pubblici controllati. Quindi, c’è una presenza veramente forte e incisiva.
Delle operazioni che sono state fatte vorrei evidenziarne alcune, anche in considerazione dell’importanza. Recentemente vi è stata, soprattutto con l’apporto della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, una importantissima operazione, sempre sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Foggia […] ha assicurato alla giustizia 43 soggetti […]. Così come recentemente a Cerignola, nel novembre scorso, c’è stata, sempre da parte di tutto il coordinamento dell’autorità giudiziaria, con il concorso straordinario della Direzione centrale anticrimine, un’operazione che ha portato all’arresto di 17 persone ritenute appartenenti o fiancheggiatori di associazioni per delinquere finalizzate alla conduzione di un numero imprecisato di delitti contro il patrimonio, in particolare le rapine pluriaggravate ai danni di furgoni portavalori, ovvero adibiti al trasporto di merci di ingente valore economico.
Per quanto riguarda, invece, l’attività che, grazie anche al supporto fondamentale di tutte le forze di polizia nell’ambito del gruppo interforze […] la Prefettura, ci ha consentito di adottare, da inizio 2022 ad oggi, al momento 27 informazioni antimafia interdittive, che hanno riguardato in particolare 20 informazioni interdittive l’area garganica, che hanno riguardato imprese fra […] e Monte Sant’Angelo, Manfredonia, San Marco in Lamis, San Nicandro Garganico. I settori imprenditoriali […] sono soprattutto imprese edili […] agricolo e mercato ortofrutticolo. Nel comune capoluogo ci sono tre informazioni interdittive antimafia, a carico dell’impresa che gestiva il servizio di pulizia e custodia dei bagni pubblici, manutenzione impianti di videosorveglianza, [...] e informazioni [...] operanti nei settori edilizia, concessioni demaniali e imprese operanti nel ciclo dei rifiuti. È un’interdittiva [...] che riguarda Cerignola, il commercio di veicoli e pezzi di ricambio e accettazione scommesse.
Accanto a questo, soprattutto in relazione [...] che esistono rispetto all’utilizzo soprattutto dei fondi PNRR, sono state trasferite poderose risorse alle Amministrazioni comunali, abbiamo avviato, di concerto con buona parte delle Amministrazioni comunali, un momento di confronto per redigere e, quindi, sottoscrivere, una volta mandati [...], dei protocolli di legalità per intensificare le misure di prevenzione. Contiamo a breve di sottoscrivere protocolli di legalità con tutte le Amministrazioni comunali della Provincia di Foggia. Un protocollo di legalità è già stato sottoscritto con la rete ferroviaria per la realizzazione del raddoppio della linea ferroviaria Pescara-Bari e per il raddoppio della linea ferroviaria Napoli-Bari. Ci accingiamo a sottoscriverlo nei prossimi giorni con l’Autorità di sistema portuale e con l’ANAS.
Questa, in estrema sintesi, è l’attività che si sta sviluppando parallelamente alla strategia dell’autorità giudiziaria, una strategia amministrativa da parte [...] e l’attività operativa delle forze dell’ordine.
Queste sono risposte importanti, esemplari, concrete, che necessariamente devono essere accompagnate da un discorso [...]. Proprio in virtù di questo stiamo cercando, come Prefettura, insieme alla Procura e insieme alle forze dell’ordine, di coinvolgere il più possibile tutte le altre componenti socioeconomiche istituzionali. Abbiamo avviato anche comitati itineranti. Abbiamo già un Comitato per la sicurezza pubblica a Foggia, per la questione straordinaria di Foggia, a San Severo, Manfredonia, Lucera e Cerignola. Con i Sindaci, che, devo riconoscere, hanno dato una grandissima disponibilità [...] soprattutto in considerazione della necessità di attivare, in un’ottica di sicurezza integrata e partecipata, ovviamente, politiche pubbliche, in particolare politiche di sicurezza che, a livello locale, possano innanzitutto aumentare la sicurezza soggettiva [...].
In particolare, i Sindaci si stanno [...] in considerazione dell’esigenza di questo opportuno [...] controllo nell’ambito cittadino, soprattutto per svolgere pienamente i propri [...] anche una importante...
Speaker : PRESIDENTE.
Devo ringraziarla, signor Prefetto. Non la sentiamo molto bene, tra l’altro. Informo che è tutto registrato, quindi chiunque potrà trovare gli atti di questo Consiglio regionale, come di tutti gli altri, nell’ambito del nostro portale “sedute del Consiglio regionale”. Se ritiene, invece, di farci avere un ulteriore contributo scritto, potremo allegarlo agli atti del Consiglio.
La devo pregare, magari, di giungere alle conclusioni. Grazie.
Speaker : VALIANTE, Prefetto di Foggia.
Volevo semplicemente dire che questa attività collaborativa [...] capitalizzando questo impegno reciproco che abbiamo assunto, in particolare per il Comune di Foggia, che riguarda un fenomeno odiosissimo: il fenomeno dell’occupazione delle case popolari, quindi di edilizia economica popolare [...] da parte, addirittura, di appartenenti a organizzazioni malavitose.
In attuazione di un impegno preciso che abbiamo assunto con la gestione commissariale e sulla base di tavoli che abbiamo tenuto in Prefettura con le forze dell’ordine, tavoli operativi tenuti dal Questore, stamattina stiamo dando esecuzione a un’azione di sgombero di quattro immobili, e ce ne saranno tantissimi perché partirà questo piano di sgomberi, qui a Foggia. Stiamo sgomberando nuclei familiari all’interno dei quali ci sono persone appartenenti ad organizzazioni mafiose.
Questo ci tenevo a dirlo. Ovviamente tutta questa attività sarà estesa anche agli altri Comuni con i quali abbiamo […] il tenore degli interventi.
Con riferimento anche a un’importante azione strategica che si sta sviluppando sul territorio, responsabilizzare tutti […] attivare insieme anche al mondo ecclesiale, oltre alle componenti istituzionali, alle scuole, quindi con il direttore generale dell’Ufficio regionale scolastico, i cinque vescovi della Provincia […] per esercitare un’azione a 360 gradi sul territorio ovviamente di diffusione e di promozione di iniziative sulla cultura della legalità, rivolte soprattutto ai giovani e anche alle famiglie, perché abbiamo bisogno di orientare, di illuminare, diciamo, le abitudini e i comportamenti, in contrapposizione alla cultura del degrado, alla cultura della barbarie, di cui le mafie hanno pervaso questo territorio […].
Dobbiamo fare in modo di superare quei comportamenti che determinano omertà, accettazione passiva della sopraffazione, rassegnazione e soprattutto paura di collaborare. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie molte a lei. La ringraziamo tutti per questo importante contributo. Saremo felici di leggerlo anche meglio, diciamo, quando avremo la registrazione.
Passo adesso la parola al Procuratore della Repubblica di Foggia. Signor Procuratore, buongiorno. Dottore Ludovico Vaccaro.
Speaker : VACCARO, Procuratore della Repubblica di Foggia.
Buongiorno, mi sentite, sì.
Speaker : PRESIDENTE.
Sì, la sentiamo molto bene. Grazie.
Per la maggiore efficacia dell’intervento la pregheremmo magari di tenersi un po’ nei tempi, in maniera tale da consentire agli altri di intervenire. Grazie. Mi scusi questo ruolo ingrato, ma è mio dovere.
Speaker : VACCARO, Procuratore della Repubblica di Foggia.
Lo comprendo. Grazie. Innanzitutto un mio cordiale saluto a tutte le autorità presenti, statali, regionali e locali, ai parlamentari, ai consiglieri regionali, ai sindaci, al Presidente della Provincia.
Non menziono nessuno per non dimenticare qualcuno. Però un saluto particolare consentitemi di darlo al Viceministro e Sottosegretario alla giustizia onorevole Sisto e al Presidente della Giunta regionale Emiliano, perché mi piace ricordare che con entrambi la mia conoscenza è nata e risale a tanti anni fa, ed è nata nelle aule di giustizia. Ecco, io ora sono qui per parlare dei problemi della giustizia e mi piace ricordare che appunto ci siamo conosciuti là e quindi entrambi sono conoscitori dei problemi della giustizia. Il mio saluto cordiale a loro va anche in considerazione di questa nostra risalente amicizia.
Signora Presidente, grazie a lei per l’invito e per l’opportunità che mi dà. Il ringraziamento è sia per aver parlato della bellezza del foggiano, e qua è un po’ il cittadino che parla, quindi veder riconosciuta dalla Regione la bellezza di questa terra di Capitanata ovviamente mi commuove e mi inorgoglisce, e poi soprattutto per aver fatto un richiamo, che io condivido pienamente, al fatto che la Capitanata va vissuta, con i suoi problemi di questo momento, come una parte della Regione. Dobbiamo sempre considerare le zone critiche come parti. L’Italia è parte dell’Europa, la Capitanata è parte della Regione. Lo condivido pienamente e mi fa piacere che sia partito proprio da questo.
Cercherò di stare nei minuti, mi scuso anticipatamente se dovrò lasciare intorno all’una meno un quarto al massimo questo Consesso, però poi mi preoccuperò di sentire la registrazione. Allora, veniamo alle cose da dire.
La situazione della criminalità del foggiano è grave; continua ad esserlo nonostante le tante e ripetute risposte che lo Stato, le forze dell’ordine…
Speaker : PRESIDENTE.
Signor Procuratore, è scomparso il collegamento. Signor Procuratore, non abbiamo più l’audio. Non ci sta sentendo, possiamo fare qualcosa? Ecco, era scomparso l’audio, non abbiamo sentito le ultime parole che ha detto.
Speaker : VACCARO, Procuratore della Repubblica di Foggia.
Stavo dicendo che la situazione della criminalità del foggiano, nonostante le tantissime e ripetute risposte che lo Stato, con le forze dell’ordine e la magistratura hanno dato, stanno dando e continueranno a dare anche nei prossimi giorni e nei prossimi mesi, continua ad essere grave. È grave perché c’è una compromissione – lo dico ovviamente con dispiacere da foggiano – del tessuto sociale e del tessuto economico. Si è creato un circolo vizioso: la criminalità non ha consentito lo sviluppo economico, la mancanza di sviluppo economico e quindi di prospettive ovviamente alimenta la criminalità.
Ciò posto, io voglio portare la mia testimonianza perché possa essere un contributo a quelle che sono le scelte che ovviamente non spettano a me e spettano alla politica. È un porgere senza pretese. Tocca ad altri assumere le iniziative, io ho solo il dovere di testimoniare quella che è la mia esperienza e di suggerire quelle che, a mio sommesso avviso, sono le possibili soluzioni. Allora, vado subito al dunque.
Non c’è alcun dubbio che l’attuale situazione degli uffici giudiziari foggiani non può andare avanti così. Che cosa è successo? Tutto parte dalla riforma della geografia giudiziaria del 2013. La legge dello Stato, che ovviamente ha una visione nazionale, ha soppresso alcuni tribunali e procure, tra cui nel nostro territorio la Procura di Lucera e tutte le Sezioni distaccate. Questo ha comportato che nel territorio della provincia di Foggia e del circondario di Foggia sono stati chiusi la Procura e il Tribunale di Lucera, le Sezioni distaccate di Rodi Garganico e di Apricena, di San Severo, di Manfredonia, di Cerignola e di Trinitapoli. Questo fatto ha determinato anche che tutti i processi che pendevano e che prima si celebravano in queste sezioni distaccate oggi si celebrano a Foggia, e il numero è cresciuto in maniera esponenziale.
Ricordo che, quando sono partito per Larino nel 2012, c’era una pendenza notevole, certo, ma davvero contenuta, certamente un quarto di quella che oggi è la pendenza. Sono tornato nel 2017 e immediatamente mi ha colpito il fatto che pendevano davanti al Tribunale di Foggia poco meno di 9.000 processi. Saltai sulla sedia, perché dissi che mi sembrava un numero enorme. Ebbene, che cosa è successo in questi anni? Alla fine del 2017 erano 9.000, alla fine del 2018 più di 10.000, nel 2019 si è andati avanti così. Ve la faccio breve. Oggi, proprio oggi, ho fatto una statistica: pendono circa […] processi davanti al Tribunale di Foggia, di cui 12.250 davanti al giudice monocratico e oltre 500 davanti al collegio. Non è colpa dei giudici che non lavorano. Se c’è una criticità su questo versante è determinata dal turnover esagerato, su cui, se volete, poi torniamo…
Speaker : PRESIDENTE.
Le chiedo scusa, signor Procuratore, qui con il Viceministro ci stavamo chiedendo: non abbiamo sentito bene il numero dei processi pendenti.
Speaker : VACCARO, Procuratore della Repubblica di Foggia.
Bene, lo ripeto. Oggi sono pendenti circa 13.000 processi, per l’esattezza 12.250 davanti al giudice monocratico e oltre 500 davanti al collegio. Un numero esorbitante. Soprattutto ciò che preoccupa è che le sopravvenienze, anno dopo anno, sono maggiori di quella che è la capacità di smaltimento del tribunale. Non è colpa di nessuno, non certo dei giudici che non lavorano, perché invece lavorano, piuttosto è colpa di una serie di situazioni. Provo a fare un esempio. Quando io ho fatto il giudice, l’ho fatto per ben otto anni, tenevo udienza tre anche quattro volte alla settimana. Oggi i giudici non ne possono tenere più di due perché non ci sono le aule dove tenerle. La chiusura di tutti gli altri presìdi giudiziari che prima ho citato ha comportato che tutti i processi si svolgono a Foggia. Non c’è la possibilità, è un imbuto stretto, per cui arriva un numero di processi che prima si tenevano in otto sedi distaccate e che oggi si tengono tutti a Foggia. E non è possibile. Il numero dei processi aumenta perché ciò che arriva in questo imbuto è sempre maggiore di ciò che può essere smaltito.
A questo poi si aggiunge che, essendo una sede certamente non appetibile, succede che viene data perlopiù a magistrati di prima nomina, che quando maturano il minimo di tenenza ovviamente e legittimamente fanno domanda per trasferirsi ad altra sede.
Insomma, c’è una situazione negli uffici giudiziari che, a mio avviso, è insostenibile, perché gli uffici giudiziari strutturalmente non possono far fronte alla domanda, alle esigenze di giustizia della gente di Capitanata. Questa rarefazione degli uffici giudiziari, la riforma del 2013 ha impattato sul circondario di Foggia in maniera fortissima, sopprimendo le sedi distaccate che ho ricordato e sopprimendo un tribunale di una procura. Il risultato è che abbiamo un circondario di 7.200 chilometri quadrati – come saprete, il circondario di Foggia supera addirittura la provincia – e abbiamo un solo tribunale e una sola procura, per una superficie e una estensione di abitanti eccessive.
Ho fatto qualche breve ricerca, che non ha riguardato soltanto le regioni vicine, cito il Molise, che ha tre procure e tre tribunali su una superficie di 4.400 chilometri, e l’Abruzzo, che ha ben otto procure e otto tribunali su una superficie di 10.000. Ricordo che quella del circondario di Foggia è di 7.200. Ma anche all’interno della nostra regione, la provincia di Taranto è 2.400 chilometri quadrati, poco più, quella di Lecce 2.800, Foggia, il circondario in particolare di Foggia, 7.200 chilometri quadrati. È una situazione, quella degli uffici giudiziari, che non può sostenere il carico di istanza di giustizia che viene dalla gente.
C’è anche un altro aspetto. C’è anche l’aspetto della poca vicinanza alla gente del territorio. Un territorio così vasto vede il suo tribunale, la gente di Capitanata di certe zone della Provincia di Foggia vede il proprio giudice, il proprio Pubblico ministero, il luogo dove si celebrano i processi troppo distanti da dove abitano, da dove subiscono i reati.
Quali sono le proposte? Da tempo ho avanzato, anche in sedi istituzionali, anche in sede di audizione alla Camera e al Senato, nella parte della Commissione Giustizia, la, a mio avviso, esigenza di istituire nuovamente altri due tribunali nella Provincia di Foggia. Faccio notare che, così facendo, si arriverebbe a una dimensione del circondario pari a circa 2.500, che è una dimensione già più alta della media nazionale e comunque uguale a quella delle altre Province di Puglia che ho citato. Perlomeno ‒ urgenza ‒ bisogna riaprire le sezioni distaccate. Bisogna celebrare i processi... Bisogna allargare questo imbuto. Non è più possibile celebrare processi solo a Foggia. Non ce la fa la struttura. Occorre nuovamente celebrare i processi a San Severo, a Cerignola, a Manfredonia. Faccio notare che sono cittadine di circa 60.000 abitanti, che molti capoluoghi di Provincia d’Italia ‒ non li cito, ma sono sotto gli occhi di tutti ‒ hanno territori e numero di abitanti di gran lunga inferiori. Non solo. Alcuni di questi, come Manfredonia e Cerignola, sono Comuni sciolti per mafia, il che testimonia una criminalità anche mafiosa, radicata, che condiziona lo sviluppo economico, che si insinua nell’economia legale e che si insinua anche nei gangli della Pubblica amministrazione.
Credo che i cittadini della Provincia di Foggia abbiano fame di giustizia. Sono ingiustamente prevaricati rispetto a tutti i cittadini di altrettanti parti d’Italia. Credo abbiano diritto ad avere dei tribunali, ad avere più tribunali, più Procure, più uffici giudiziari vicini. Credo che, così, la Provincia di Foggia potrà tornare ad essere protagonista insieme alle altre Province della nostra meravigliosa ‒ sottolineo “nostra” e sottolineo “meravigliosa” ‒ regione. Solo così la bellezza di Foggia potrà tornare all’antico splendore.
Quindi, quello che, davvero in maniera accorata, alla luce dell’esperienza, segnalo è la necessità di ulteriori presìdi giudiziari che possano far sì che tutte quelle operazioni, che grazie anche al contributo fondamentale delle forze dell’ordine stiamo portando avanti, possano trovare, in quella che è la sede naturale, il loro esame, il loro sviluppo e la loro decisione. La sede naturale del processo. Dobbiamo fare in modo che in questa Provincia i processi si possano celebrare sturando quel tappo, quell’imbuto che si è creato nel corso degli anni.
Questo è il mio ‒ se volete ‒ grido accorato. So di rivolgermi a persone, ai consiglieri che stanno ad ascoltare, come ho detto prima, al Presidente della Regione e al Viceministro, che conoscono le Aule di giustizia, che con me hanno condiviso le Aule di giustizia e che credo potranno condividere questa esigenza che mi sento in dovere di rappresentare.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, signor Procuratore.
Adesso diamo la parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Raffaele Piemontese.
Colgo l’occasione per salutare i colleghi, adesso parlamentari, fino a poco fa consiglieri regionali, che sono seduti in Aula. Lo facciamo con affetto, non per distinzione con gli altri parlamentari, ma perché vederli spostati di posto a rappresentare nel nuovo luogo le esigenze della Puglia ci fa piacere.
Prego, Vicepresidente.
Speaker : PIEMONTESE, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore al bilancio.
Grazie, Presidente Capone, Presidente Emiliano, gentile Viceministro, Senatore Sisto. Saluto tutti i colleghi consiglieri, i parlamentari, i Sindaci, il Presidente della Provincia. Un saluto a Sua Eccellenza il Prefetto e al signor Procuratore della Repubblica di Foggia, dei quali abbiamo apprezzato gli interventi che sono stati appena fatti.
Proverò, Presidente, a stare nei tempi, per quanto difficile, considerati i temi che riguardano il nostro territorio. Oggi abbiamo una riunione monotematica del Consiglio regionale su un tema che non credo sia un tema particolare della Puglia. È un tema tutto pugliese. Lo sviluppo debole del nord della Puglia, della Capitanata, incide su tutta la Puglia. Quindi, la questione Foggia, la questione Capitanata, come quella di Taranto vanno certamente inquadrate e analizzate su un piano di governo regionale e nazionale. Credo, quindi, sia utile questa riunione di Consiglio nell’ottica regionale, con un confronto con il Governo centrale.
Siccome con il Presidente Emiliano ho l’onore di condividere da sette anni un ruolo di Governo, prima come assessore, poi anche come Vicepresidente della Regione Puglia, io credo che la prima cosa da cui partire sia ciò che abbiamo fatto in questi sette anni e ciò che stiamo facendo per Foggia, naturalmente nel quadro delle competenze che ha la Regione.
Non posso permettermi quindi di fare solo ed esclusivamente recriminazioni, ma partire da ciò che abbiamo fatto e stiamo facendo noi per rivolgere uno sguardo al prossimo futuro. Senatore Sisto, signor Viceministro, il momento è particolarmente propizio. È particolarmente propizio perché ci ritroviamo in una fase in cui ci sono tante risorse a disposizione, dal Piano nazionale di ripresa e resilienza al nuovo POR 21-27 che sta per partire e su cui noi come Regione Puglia abbiamo avuto il via libera da Bruxelles solo qualche giorno fa.
Vorrei partire innanzitutto, per quanto in maniera sintetica, dalla mole di risorse che la Regione Puglia ha indirizzato nel corso di questi anni alla Provincia di Foggia, partendo da un primo dato: la Provincia di Foggia è una Provincia tra le più fragili d’Italia, per il dissesto idrogeologico, per la tenuta del nostro territorio. Noi su questo – e i Sindaci ne sono testimoni in quanto soggetti attuatori, insieme al Commissario di Governo – abbiamo concentrato oltre 400 milioni di euro su interventi che spaziano dalla viabilità ad altre opere pubbliche, dall’edilizia scolastica al risanamento delle reti. Siamo intervenuti cioè dai canali del Gargano, di Peschici e di Vico del Gargano. in una zona colpita nel 2014 da alluvioni ai Monti Dauni, a un territorio fragilissimo, qual è quello dei Monti Dauni. Questo significa che abbiamo fatto un investimento sul futuro: era la precondizione di tutto la difesa del territorio, la difesa del nostro territorio e di una Provincia che è la terza più estesa d’Italia, quindi la messa in sicurezza del nostro territorio come la prima infrastruttura a cui badare.
Questa è stata la strategia di fondo su quegli imponenti investimenti che abbiamo messo in campo sulla difesa del suolo: la prima infrastruttura a cui badare, cioè, è la difesa del territorio, soprattutto in una provincia così fragile.
La terza provincia più estesa d’Italia evidentemente ha bisogno come prima dinamica di svolta del tema che ha a che fare con il lavoro e lo sviluppo economico, con la buona occupazione. Vede? Su questo partiamo da ciò che abbiamo fatto noi, ma accanto a questo c’è la necessità di far crescere signor Viceministro, quello che noi chiediamo al Governo nazionale: di sollecitare, compulsare anche grandi player a investire sul nostro territorio, ad investire nelle nostre aree industriali.
Poi dirò che cosa noi stiamo facendo sul punto, perché è evidentissimo che il tema di far crescere la capacità di indirizzare e attrarre nella Capitanata investimenti che producano posti di lavoro di qualità è centrale. Questo tema si trascina dietro tutti gli altri. Su questo c’è la necessità di avere una forte e leale collaborazione tra le Istituzioni, come da dettame della Costituzione del nostro Paese, perché questo è il problema principale. Questa è la Provincia che ha il più alto tasso di disoccupazione della Puglia, e quindi questo è un nodo centrale attorno al quale gira tutto. In un territorio in cui vi è un’altissima disoccupazione, in un territorio in cui c’è uno spopolamento importante, in un territorio in cui tante ragazze e ragazzi lasciano la nostra terra per andare a prestare le proprie intelligenze e competenze in altre parti d’Italia, d’Europa e del mondo è sicuramente il problema fondamentale.
Noi, all’interno delle Zone economiche speciali e con i nostri strumenti di finanza agevolata, abbiamo provato a dare impulso al nostro territorio. Nella Zona economica speciale, nella ZES Adriatica spicca l’area di sviluppo industriale di Foggia-Incoronata, che è un baricentro per la logistica di tutta la provincia di Foggia, su quell’area industriale c’è stato un investimento corale per il secondo casello autostradale, per i collegamenti della tangenziale, che conduce anche con la SS16. Abbiamo finanziato con 10 milioni di euro interventi che verranno attuati, progetti per le urbanizzazioni primarie delle strade interne dell’agglomerato industriale, per un impianto di affinamento delle acque reflue, per il trattamento dei fanghi. Cioè, abbiamo stanziato degli investimenti, che verranno attuati dal Consorzio, per fare in modo che l’area foggiana e l’area di Manfredonia-Monte Sant’Angelo possano attrarre aziende che hanno intenzione di investire. C’è un finanziamento imponente sulla piattaforma logistica di Incoronata, c’è l’area di Cerignola, con il suo bacino dell’agroindustria.
Questo tema dell’occupazione, del lavoro e dello sviluppo economico è evidentemente legato al problema fondamentale che noi abbiamo, e cioè, come diceva prima sia il Procuratore Vaccaro che Sua Eccellenza il Prefetto, la presenza mafiosa, la presenza di una criminalità mafiosa, e non, è la principale causa di impoverimento del nostro territorio. Laddove vi è mafia vi è povertà. Questa è un’equazione nota.
Signor Viceministro, lei conosce benissimo la situazione, dunque sul tema della geografia giudiziaria evidentemente mi riporto integralmente a quanto detto dal Procuratore Vaccaro, perché quei numeri, anche rapportati ad altre regioni, al Molise, che è la metà della provincia di Foggia, che ha tre procure, all’Abruzzo, che ne ha otto, rispetto alla provincia di Foggia, che ha un tribunale e una procura, è evidente che questa è una condizione di oggettiva debolezza di una delle funzioni più importanti della vita civile e democratica.
Non si può pensare che in queste condizioni…
Speaker : PRESIDENTE.
Vicepresidente, devo sollecitarla sui tempi.
Speaker : PIEMONTESE, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore al bilancio.
Certamente. Dicevo, non si può pensare che in queste condizioni sia efficacemente esercitata la funzione di giustizia. E noi, accanto a queste dinamiche, abbiamo fatto investimenti sull’istruzione e sulla formazione. Abbiamo investito 35 milioni di euro sull’università foggiana per le scuole di specializzazione delle professioni mediche. Lo abbiamo fatto nella legge di bilancio del 2019 e in quella del 2022. Oggi Foggia ha a disposizione lo stesso numero di scuole di specializzazione che ha l’università foggiana. Questo significa fare in modo che ragazze e ragazzi, medici specializzandi potranno venire da ogni parte d’Italia per studiare da noi, e magari si innamoreranno e rimarranno nel nostro territorio.
Abbiamo, già con il precedente Governo, con il Governo Vendola, stabilito che la prima area interna, con i relativi finanziamenti, che i Sindaci dei Monti Dauni conoscono alla perfezione, è stata quella dei Monti Dauni. Con il Presidente Emiliano abbiamo poi fatto la seconda area interna, che è quella del Gargano, che prevede finanziamenti ad hoc. Abbiamo sbloccato il dossier dell’aeroporto “Gino Lisa” di Foggia, prima con l’allungamento della pista…
Speaker : PRESIDENTE.
Devo pregarla di chiudere.
Speaker : PIEMONTESE, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore al bilancio.
Sì, ho concluso. Un minuto e concludo. Vado in maniera velocissima.
Prima con l’allungamento della pista e poi stanziando 10 milioni di euro per tenere aperto quell’aeroporto. Noi abbiamo stanziato per quest’anno e per il prossimo anno 10 milioni di euro.
Senatore Sisto, siccome dobbiamo fare noi la nostra parte e il Governo nazionale la sua parte, per quanto l’intervento sia brevissimo, noi abbiamo già chiesto al Governo nazionale di darci una mano su tre punti che riguardano l’aeroporto “Gino Lisa” di Foggia. I soldi li abbiamo messi noi, per i costi di gestione e quant’altro. Investiamo 10 milioni di euro. La Caserma dei Vigili del fuoco, per fare in modo che la categoria dell’antincendio possa aumentare e possa, quindi, fare in modo che quell’aeroporto possa avere maggiore espansione. Questa è una dinamica che dipende dal Governo centrale. Darci una mano. Noi abbiamo già chiesto gli slot per far atterrare gli aerei a Milano Linate, che è più vicina al centro di Milano. Chiediamo che il Progetto Resalio, sulla Protezione civile, al Villaggio Azzurro, che abbiamo acquisito dall’Aeronautica militare, possa rientrare nei finanziamenti messi a disposizione. Su questo abbiamo bisogno di voi.
Un altro punto nodale ‒ e chiudo, Presidente ‒ è quello sul lavoro che si sta facendo sui temi che riguardano l’acqua. Noi sull’acqua stiamo facendo un lavoro enorme. Stiamo investendo su diversi aspetti. Un grande investimento sulle perdite dell’acqua. Su questo abbiamo investito centinaia di milioni di euro per eliminare le perdite. Stiamo facendo imponenti investimenti sugli impianti di depurazione, per evitare che vada nel mare acqua inquinata. Lo abbiamo fatto in tanti Comuni della Provincia di Foggia.
Speaker : PRESIDENTE.
Devo chiederle di chiudere.
Speaker : PIEMONTESE, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore al bilancio.
Ho chiuso.
L’approvvigionamento. L’approvvigionamento delle risorse idriche non è una dinamica che si crea ad hoc. Su che cosa stiamo lavorando, Viceministro Sisto, su cui abbiamo bisogno di un’ultima sollecitazione? Abbiamo chiuso due mesi fa, con la firma del Presidente Emiliano e del Presidente De Luca, la “Pavoncelli Bis”, il più grande adduttore di acqua che va dalla Campania alla Puglia, che serve anche un pezzo di Basilicata.
Stiamo lavorando, e abbiamo avuto già una prima riunione, per fare in modo che si riesca a portare l’acqua dal Molise, dal Liscione alla Provincia di Foggia. Parliamo ‒ per essere concreti ‒ di una infrastruttura che non è complicata. È una condotta che va dal Molise al potabilizzatore di Finocchito, che ci dà 30 milioni di metri cubi d’acqua, che vanno per il potabile, e libera 30 milioni di metri cubi d’acqua dalla diga di Occhito per finalità irrigue.
Vogliamo che su questo si possa lavorare assieme, perché questo è un territorio che ha margini di crescita importanti, sui quali stiamo già lavorando.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Vicepresidente.
Io, però, vi devo chiedere di aiutarmi. Abbiamo la necessità di far parlare tutti coloro che devono parlare. Se ognuno parla quindici minuti, più di quindici minuti, noi non ce la possiamo fare.
Passo la parola al Vicepresidente del Consiglio, Giannicola De Leonardis. Prego, collega.
Speaker : DE LEONARDIS.
Grazie, Presidente.
Saluto tutti gli ospiti, sia quelli collegati che quelli in presenza.
L’emergenza Capitanata è il tema della seduta odierna. O meglio, dello sviluppo della Capitanata. Cercherò di incentrare il mio intervento soprattutto in tema di sicurezza, perché mi sembra il tema principale e più importante per Foggia e la sua Provincia per far ripartire uno sviluppo che, di fatto, si è bloccato.
Noi abbiamo avuto l’onore di avere anche una mafia tutta nostra, chiamata “quarta mafia”. Se abbiamo questa quarta mafia delle motivazioni ci devono essere, delle spiegazioni le dobbiamo dare e delle risposte, Eccellenza, le vogliamo avere. È stata approvata una mozione in Consiglio regionale, a mia firma, sull’emergenza giudiziaria, proprio sui temi proposti dal Procuratore della Repubblica, che vedono la Provincia di Foggia, la seconda per estensione, fortemente penalizzata sul numero dei tribunali rispetto allo stesso Molise, che ha la metà della nostra popolazione ed estensione e ha un tribunale in più, ha tre tribunali rispetto all’uno solo della Provincia di Foggia. Come ha detto prima il procuratore, anche l’Abruzzo. Anche su questo c’è bisogno di una risposta del Governo.
Procuratore, questo Consiglio regionale lo avremmo dovuto fare a luglio. A luglio non l’abbiamo fatto. Da luglio ad oggi la situazione a Foggia non è migliorata. È peggiorata. Se si spara, e c’è stato un omicidio a Foggia, fuori da una parrocchia, in un quartiere popolare di Foggia, se c’è stato un omicidio fuori da un lido balneare a Marina di Lesina quest’estate, se a Orta Nova c’è stato un omicidio e, di conseguenza, come risposta a questo omicidio, è stato ammazzato il papà del figlio che è morto, c’è un’emergenza sicurezza-giustizia nel nostro territorio, nella nostra Provincia.
Se le forze dell’ordine, la Polizia, a quanto mi risulta, hanno un numero di poliziotti intorno a 500 nella Provincia di Foggia, che è pari allo stesso numero di poliziotti che c’è nel Molise con una popolazione che è la metà e con un’estensione che è la metà, una risposta a questo territorio bisogna darla e viene chiesta con forza.
Oggi c’è un’emergenza sicurezza importante. Guardate, l’emergenza sicurezza è alla base di tutto. Da questo deriva che cosa? Mi è capitato più volte di parlare della provincia di Foggia con amici imprenditori che sono di altre Regioni, ai quali ho chiesto di venire a investire nel nostro territorio. L’assessore Piemontese ha detto che adesso la zona ASI è perfetta, che è pronta perché si possano fare gli investimenti migliori che ci siano.
Ebbene, deve dovete sapere che questi imprenditori non solo mi hanno detto che la Provincia di Foggia la escludevano a priori per fare gli investimenti per una questione sicurezza; ma anche quando si rivolgevano alle banche, le banche molto spesso si rifiutavano di accompagnare gli investimenti di questi investitori sul nostro territorio. Questo è un segnale molto chiaro e forte della difficoltà che la Provincia di Foggia sta vivendo, un segnale che emerge anche dai dati numerici. Sono i numeri infatti che sicuramente danno l’essenza dei dati di fatto: infatti, se Foggia città nel 2002 aveva una popolazione di 155.000 abitanti e oggi ne ha 146.000 (10.000 abitanti in meno) un motivo ci sarà. Non parliamo solo dello spopolamento dei Comuni, del Subappennino che andrebbero sicuramente aiutati, e che si stanno dando da fare autonomamente, come Comuni, cercando di far ripartire i loro territori.
Se l’età media a Foggia è passata dal 2002 al 2021 da 39 anni a 45 anni, un motivo ci sarà. Se la fascia da 0 a 14 anni nel 2002 era del 16 per cento e oggi è del 10 per cento, un motivo ci sarà; la fascia dai 16 ai 65 anni è rimasta uguale, mentre è aumentata la fascia degli ultrasessantacinquenni. Che vuol dire quindi? Che c’è un invecchiamento della popolazione.
I nostri figli, i nostri ragazzi purtroppo vanno via, e vanno via perché non ci sono possibilità di riuscire ad investire nel nostro territorio. Abbiamo visto, mi rivolgo al Presidente Emiliano, che a Bari stanno arrivando tante multinazionali ad investire, ho letto ultimamente di investimenti notevoli. Di questo ci chiediamo il motivo, perché teoricamente, con lo sviluppo che dal nord scende verso il sud, avrebbero dovuto fermarsi anche a Foggia alcuni di questi investimenti importanti che queste aziende avrebbero dovuto fare. Questo salto è dovuto alla nostra incapacità come politici, è dovuto ad un’incapacità attrattiva, ed è dovuto anche ad una paura di investire?
Io penso che la verità forse stia nel mezzo, e che ci sia un po’ di tutto. Però, anche come Regione, non è che siamo stati particolarmente attenti su questo. Faccio un esempio personale, mi consentirete di farlo: io ho un nipote che è psichiatra – questo lo voglio dire per la carenza di medici che ci sono e di ospedali che stanno chiudendo – che è stato per diversi anni precario in un ospedale della provincia di Foggia, quattro o cinque anni.
Ad un certo punto ha iniziato a vincere il primo concorso al nord, il secondo concorso a nord, è venuto da me e ha detto: zio, voi non fate niente per il nostro territorio, se non fate i concorsi a tempo indeterminato in provincia di Foggia e questi concorsi non sono stati fatti in questi anni anche perché siamo andati in piano di rientro per problemi politici e per incapacità di governare, da questo punto di vista, è chiaro che poi i risultati sono questi. Chi vuole un posto di lavoro, un medico, se ne va fuori, va via, e questo non è un attacco politico, ma una constatazione.
Va via, e quindi c’è una mancanza di sviluppo e di crescita dei nostri territori. Questo voglio dirvi: oggi abbiamo la possibilità di fare i concorsi, c’è stato indubbiamente un soccorso da parte del Consiglio regionale tutto all’Università, perché le Università di Foggia e di Bari stavano perdendo la possibilità di fare le scuole di specializzazione per motivazioni di varia natura. Dobbiamo fare in modo però che noi come Regione ci facciamo carico di realizzare alcune cose: non è possibile che a Foggia l’Ufficio Urbanistica sia chiuso da anni e anni, e io faccio interrogazioni ripetute. Questo è anche un segnale che va dato al territorio, per non lasciare questi territori abbandonati. Non si possono nemmeno lasciare fuori… Ci sono tanti Sindaci del Subappennino, qui, che hanno avuto in tutti questi anni un aiuto per la ricostruzione, per il sisma. Per anni hanno avuto la possibilità di avere un aiuto dalla Regione per tenere in piedi gli uffici perché non ce la facevano fisicamente, e oggi non ce l’hanno più, questo problema.
C’è quindi anche una difficoltà nostra, come Regione, che avremmo potuto fare di più e non l’abbiamo fatto. È andato via l’assessore Leo, ma dovremmo anche cercare di ridurre da 400 a 300 il numero di alunni negli istituti per evitare che vengano chiusi altri istituti scolastici sul territorio e avere una perdita di presìdi importanti sul territorio da questo punto di vista. Questo però non riguarda solo la provincia di Foggia, ma riguarda tutta la Regione Puglia.
Da questo punto di vista, devo dire anche, assessore, che noi abbiamo due problemi: un altro problema importante, di cui immagino il Presidente della Provincia dirà, è che chi sta venendo ad investire in provincia di Foggia – Presidente, due cose velocissime e chiudo – sono quelli che puntano sulle energie alternative, che puntano sull’eolico e sul fotovoltaico, però questi non lasciano niente. Il Presidente della Provincia aveva fatto un lavoro egregio, devo dire, per cercare di far restare sul territorio delle risorse, da questo punto di vista, con la COSAP, ma il Governo purtroppo ha modificato la norma e oggi tanti sindaci che sono qui… La Provincia non ha più queste risorse a disposizione, quindi vengono sul territorio, portano via il valore aggiunto e non lasciano niente. Questa è una richiesta che facciamo anche per modificare questa norma al Ministro.
E poi voglio chiudere sul tema delle REMS, assessore, perché nel 2013 è partita la possibilità di avere le residenze per l’esecuzione di misure di sicurezza psichiatriche. Bene, dal 2013 non si è riusciti, in provincia di Foggia, a realizzare una REMS. Questo è un problema importante che la sanità… Non si è riusciti, quindi diciamo il Governo regionale, i direttori generali, non sono riusciti a portarlo avanti. Oggi mi sembra che ci sia, da questo punto di vista, una resa totale, perché siccome non si riesce a fare la REMS si invita un privato a fornire una CRAP per prenderla in affitto la Regione. Quindi, non riusciamo a fare la REMS, facciamo una CRAP, ci rivolgiamo ai privati. Questo vuol dire proprio gettare le armi, non avere la capacità e la volontà di riuscire a governare nella sanità l’abbiccì.
Quindi – e chiudo – Ministro, quello che noi chiediamo, soprattutto in provincia di Foggia, è avere la sicurezza. La sicurezza i cittadini non la percepiscono e, così come non la percepiscono i cittadini normali, non la percepiscono nemmeno coloro i quali vorrebbero fare qualche cosa di importante nel nostro territorio, ma purtroppo non vengono a farla.
Speaker : PRESIDENTE.
Adesso passo la parola al consigliere segretario Sergio Clemente.
Vi informo che domani 23 abbiamo un tavolo con l’assessore alla sanità, Vicepresidente, per le carceri, per la sanità in carcere, e dunque anche per le REMS, organizzato proprio con gli istituti detentivi. Prego.
Speaker : CLEMENTE.
Grazie, Presidente. Mi rendo conto che è veramente difficile stare nei tempi. Anche se noi, come Ufficio di Presidenza e come Capigruppo, avevamo stabilito cinque minuti, mi rendo conto che siamo tutti sforando. Spero di non farlo, però credo che sia veramente difficile.
Saluto le istituzioni presenti in Aula, saluto le istituzioni che ci seguono da casa, dagli uffici. Un saluto e un ringraziamento particolare va fatto al Prefetto di Foggia, alle forze dell’ordine e al Procuratore per l’incessante lavoro che stanno svolgendo nel nostro territorio. Bisogna dare merito che il lavoro fatto è tanto ed è stato fatto in tempi brevissimi.
Io voglio qui portare una testimonianza, che è quella della nostra Commissione. Noi abbiamo qui una Commissione di studi sui fenomeni della criminalità. Noi abbiamo avviato una fase di ascolto, abbiamo avviato questa fase di ascolto con il Procuratore Vaccaro, con il Prefetto della Provincia di Foggia. Abbiamo ascoltato anche le associazioni che si occupano di legalità. Abbiamo ascoltato gli attori protagonisti del sistema produttivo del territorio, l’associazione industriale, la Confagricoltura, Confcommercio, le strutture che lavorano e che si cimentano tutti i giorni sulle difficoltà di un territorio che è attanagliato dalla criminalità, per arrivare all’ultima fase, che è quella più culturale, di attività svolta nelle scuole, con il coinvolgimento dei giovani, delle nuove leve, di coloro che rappresenteranno il futuro, dove è molto forte ed è radicata nel nostro territorio questa attenzione anche alla criminalità. Quindi, lavorare nelle scuole è un obiettivo fondamentale che ci stiamo dando come Commissione. Ringrazio il Presidente Perrini e tutti i componenti della Commissione per questo lavoro fatto.
Voglio concentrare gli ultimi minuti dell’intervento sulla soluzione, o sul tentativo di dare una soluzione a un problema annoso, atavico del nostro territorio. È ovvio che i tempi sono ristrettissimi. Credo però per non iscrivere il mio nome in quell’elenco che il Presidente Vendola con un neologismo inquadrò tra i rappresentati del “foggianesimo”, cioè di coloro che avevano questa malattia di protestare, di lamentarsi, però senza dare soluzioni ai problemi, da anni sto seguendo uno studio sul problema dell’approvvigionamento idrico del nostro territorio. Qui avevo preparato una relazione, la sintesi di un lavoro fatto, una relazione che esponeva tutta la dinamica di questo tipo di approccio a questa problematica. Mi rendo conto però che i tempi sono ristrettissimi, e quindi, proprio con un volo pindarico, illustrerò questo tentativo di dare soluzione a questa problematica approfittando anche della presenza del Sottosegretario Viceministro. Credo che anche il suo ruolo sia fondamentale e d’aiuto per superare queste difficoltà.
Noi abbiamo immaginato, confrontandoci con l’Acquedotto Pugliese, con l’Autorità idrica, con esperti del settore e docenti universitari, esperti dei Consorzi, che c’è una possibilità di recupero di acqua potabile, di acqua che attualmente va a finire a mare, se non in minima parte viene utilizzata per centrali idroelettriche. Parlo del fiume Tirino, in Abruzzo.
Noi con un percorso via terra, ma si potrebbe pensare anche ad seconda ipotesi, che vada in parte via mare, con 234 chilometri di condotta porteremmo 4 metri cubi di acqua potabile, come diceva Raffaele prima, al potabilizzatore di Finocchito, dando all’invaso di Occhito la possibilità, finalmente, dopo cinquant’anni, di operare una bonifica. Purtroppo lì non si può bloccare l’invaso, altrimenti resterebbe la Capitanata senz’acqua. Dando quindi questa possibilità di giungere con questa condotta dal fiume Tirino, noi avremmo risolto tante difficoltà, oltre a garantire acqua potabile a un territorio, e avremo spostato anche l’acqua che attualmente è nell’invaso di Occhito sull’agricoltura, dando 70-10.000 ettari di terreno in più all’agricoltura, dando la possibilità di creare economia, dando la possibilità agli agricoltori di avere acqua per coltivare. Questa iniziativa, per la quale credo sia fondamentale anche l’intervento del Governo centrale per individuarla come iniziativa strategica per un territorio, per una risoluzione importante di una difficoltà che vive da anni un territorio, quindi con l’intervento, e su un’iniziativa che a mio avviso potrebbe arrivare, dai calcoli che noi abbiamo fatto, a 600 milioni di euro come investimento, sicuramente inferiore all’ipotesi che si è pure paventata in questi giorni sull’importare acqua dall’Albania, un Paese non comunitario, che comunque ha una legislazione diversa, a mio avviso, e darò questa relazione con i dati tecnici al Presidente Emiliano, abbiamo la possibilità di valutare tutti insieme un’ulteriore ipotesi per il nostro territorio.
Mi fermo qui. Grazie.
(Applausi)
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Grazie anche per i tempi. La parola adesso al consigliere Tutolo. Il consigliere, Presidente Pagliaro mi ha consegnato un intervento, poiché avendo deciso in Conferenza dei Capigruppo che avrebbero parlato oggi solo i consiglieri della rappresentanza foggiana, non interviene in Aula. Per cui poi alleghiamo al Consiglio anche questo intervento scritto.
Prego, consigliere Tutolo.
Speaker : TUTOLO.
Grazie, Presidente.
Intanto, saluto tutti, per primo il Viceministro, che ringrazio per la presenza, i parlamentari del territorio, il Prefetto, i Sindaci tutti, il Procuratore, tutti coloro che stanno mostrando attenzione alla Provincia di Foggia. Ha bisogno di attenzione, la Provincia di Foggia, signor Ministro, perché in questi anni probabilmente ce n’è stata poca. Anche di rappresentatività probabilmente ce n’è stata poca, e ci sono alcuni dati a testimoniarlo. Il primo è che quando c’è stata la riforma della geografia giudiziaria che ha evidentemente creato le condizioni affinché si radicasse la quarta mafia in quel territorio… Voglio ricordare, infatti, che prima della riforma della geografia giudiziaria la provincia di Foggia non era terra di mafia, non era ancora certificata, non c’era una sola sentenza che ne dichiarava la mafiosità. Da quel momento è accaduto. Anche perché noi abbiamo avuto la fortuna di nascere in un territorio non mafioso storicamente. Non siamo la Sicilia, non siamo la Calabria, non siamo la Campania, ma li stiamo superando. In questo siamo eccezionali. Evidentemente abbiamo una predisposizione naturale e, se non c’è nessuno che ci frena, li superiamo tutti. Al momento siamo sulla corsia di sorpasso e probabilmente più di qualcuno l’abbiamo superato.
Chiedo, quindi, ai Parlamentari attuali una maggiore rappresentazione di questo territorio, perché semplicemente quando avvenne quella stolta riforma – mi perdonerete se utilizzo questo termine, ma non me ne vogliate, il mio vocabolario è povero e il primo che mi viene tiro fuori, a volte sarà pure non molto ortodosso –, quando avvenne quella riforma è chiaro che non si è accorto chi doveva rappresentare questo territorio che, mentre in Molise – lo ha detto egregiamente, e lo ringrazio, il Procuratore, anche per l’amore con il quale ha fatto il suo intervento – con la metà della popolazione e senza criminalità, perché non mi ricordo della mafia di Larino, piuttosto che di quella di Campobasso, però va benissimo così, mentre lì sono rimasti tre tribunali, una corte d’appello e il tribunale per i minorenni, da noi è rimasto un solo tribunale, con il doppio della superficie, con il doppio della popolazione e con la mafia alle porte. C’è stata una totale assenza di rappresentatività. Quindi, il compito che avete oggi, cari Parlamentari, è quello di rappresentare meglio questo territorio, e sono certo che vi impegnerete a farlo. Vi ringrazio anticipatamente se lo farete. E lo farà anche dopo, ovviamente.
Ma questa è la prima. Tutti i miei colleghi ne hanno parlato e sono felice che siamo d’accordo almeno su questo punto. Però, è chiaro che non c’è soltanto un problema di criminalità, perché io non vorrei che fosse confuso questo Consiglio per il problema della criminalità, per il problema della giustizia e della sicurezza. No, c’è questo problema, ma è chiaro che deve camminare di pari passo lo sviluppo di un territorio, perché se vogliamo parlare di sconfiggere seriamente la mafia, di sconfiggere seriamente la criminalità, bisogna avere un’occasione di sviluppo, in una terra – attenzione – che non è una terra arida. La provincia di Foggia è la stessa provincia che ha il Gargano, che è uno dei posti più belli. E questa non è retorica né lo dico io. È chiaro a tutti che è uno dei posti più belli dal punto di vista delle spiagge e di quello che può offrire dal punto di vista naturalistico. Abbiamo i Monti Dauni che sono meravigliosi, ma dimenticati, ahimè, dimenticati, ahimè, ignorati, ignorati. (Applausi) Lo dobbiamo dire: da sempre e quasi da tutti. Non voglio dire da tutti, ma quasi da tutti. Poi abbiamo l’agricoltura.
Signor Viceministro, a mio avviso, ovvio è che, se ci fossero altre possibilità di sviluppo, io sarei strafelice. Però, io non ho mai sentito parlare di una questione Capitanata. Nell’agenda politica, che sia quella nazionale, che sia quella regionale, non ho mai avuto il piacere di ascoltare una questione Capitanata. A mio avviso funziona così anche in una famiglia: se tu hai un figlio con un problema, ti siedi intorno a un tavolo e cerchi di capire qual è la soluzione per tirare fuori quel figlio dai problemi. È chiaro che noi siamo il figlio con i problemi, ma non siamo nati con i problemi, noi siamo nati sani e di robusta costituzione, con una buona dote. Peccato, però, che poi chi se ne doveva occupare non l’ha fatto nel migliore dei modi.
La mia idea di sviluppo qual è? Mi permetto di dirla veramente in punta di piedi e con deferenza. Io non chiedo molto, oltre alla sicurezza. D’altronde, andare in spiaggia d’estate e scappare perché c’è una sparatoria, onestamente non si vive più. Oppure, fare una passeggiata alle otto e mezza di sera e rischiare che i tuoi bambini che tieni per mano si possano prendere una pallottola vagante, onestamente credo che sia la fine della vivibilità. Però, mi chiedo: quali sono le linee di sviluppo di questo territorio? Per me è una e una sola: l’agricoltura. Ma fare agricoltura seriamente senz’acqua significa prenderci in giro. Attenzione, quella che ho sentito della condotta sul Liscione va benissimo, ma è assolutamente inadeguata e insufficiente, perché con i 30 milioni di metri cubi, caro Vicepresidente, sono 15.000 gli ettari che verrebbero irrigati. Noi, in Provincia di Foggia, abbiamo 300.000 ettari senza un goccio d’acqua. Se infrastrutturati con quel ben di dio, avremmo un potenziale enorme di crescita.
Faccio un esempio banale, perché sono abituato a fare cose banali. Se paragoniamo, dal punto di vista della capacità di produrre reddito e della produzione, un ettaro di terreno con l’acqua e uno senz’acqua, il differenziale ‒ qualcuno che ne capisce più di me qui c’è; ce ne sono tanti; è difficile trovarne uno che ne capisce di meno ‒ di agricoltura è di almeno 5.000 euro per ettaro. Mi mantengo volutamente molto, molto basso. 300.000 per 5.000 sono 1,5 miliardi di euro. Viceministro, sa quant’è il prodotto interno lordo della Provincia di Foggia? 9 miliardi. Non ho contato nessun indotto, perché bisognerebbe almeno raddoppiare. Abbiamo un potenziale di crescita che nemmeno la Cina nei tempi migliori aveva. Basterebbe avere l’acqua. L’acqua. Non mi pare di chiedere un granché. L’acqua. Attenzione. Dove la mettiamo, in un secchio, l’acqua? No, non la mettiamo in un secchio. Ho sentito parlare della condotta del Liscione, ma non ho sentito parlare ‒ e ne voglio parlare io, a questo punto ‒ della diga di Piano dei Limiti, di cui sentivo parlare quando ero bambino. Ne sento parlare ogni tanto quando si arriva in campagna elettorale. Dopodiché, la diga di Piano dei Limiti sparisce. Sono altri 50 milioni di metri cubi di acqua che darebbero la possibilità a 25.000 ettari di essere irrigati.
Speaker : PRESIDENTE.
La invito a tenere i tempi dell’intervento.
Speaker : TUTOLO.
Sì. Grazie, Presidente.
L’invaso di Palazzo d’Ascoli permetterebbe di invasare ulteriori 80 milioni di metri cubi di acqua, quindi altri 40.000 ettari irrigati.
Non voglio fare l’elenco di queste opere, ma, onestamente, sapere che il vicino Molise butta a mare 200 milioni di metri cubi di acqua ogni anno, che non utilizza, e noi abbiamo 300.000 ettari di terreno senza un goccio d’acqua... Vengono irrigati con le lacrime degli agricoltori, ma adesso sono finite pure quelle, quindi sono a secco completamente. Quest’estate mi ha dato profondo disagio, malessere e rabbia, anche, sentir parlare nelle televisioni nazionali dell’emergenza idrica al nord. Avevano poca acqua. Ne avevano poca. Noi non ne abbiamo proprio. Da sempre non ne abbiamo, su 300.000 ettari. Però non ho sentito nessuno dire “guardate che voi ne avete poca, ma noi non ne abbiamo per niente”. Ci sono stati dei Consigli dei Ministri ‒ ricordo ‒ straordinari per affrontare quel tema, ma sulla sete di qui non ho sentito niente e nessuno. Spero che voi rappresenterete questo nostro bisogno, questa nostra urgenza, dico io.
All’assessore avrei voluto dire, ma non mancheranno le occasioni per farlo, che la Provincia di Foggia ha un bisogno. Presidente, lei ha fatto l’assessore ‒ e lo ha fatto bene ‒ al turismo. Sono certo che anche il collega lo farà bene. Però, vedete, c’è una parte di territorio, che sono i Monti Dauni, mi dispiace dirlo, dimenticata, da questo punto di vista. Bisogna fare un piano serio di sviluppo del turismo della Provincia di Foggia, mettere in rete tutti i monumenti che abbiamo, tutte le risorse che abbiamo, e alcune sono assolutamente da tenere in considerazione perché le stiamo perdendo. Potrei fare un lungo elenco, però ‒ ripeto ‒ il tempo è tiranno. Mi dispiace non poter dire...
Speaker : PRESIDENTE.
Ha ragione...
Speaker : TUTOLO.
...tutto quello che avrei da dire.
Speaker : PRESIDENTE.
Altrimenti gli altri non parlano e se ne andranno.
Speaker : TUTOLO.
Chiedo scusa. Sono momenti che non capitano tanto nella vita. Bisogna lottare per averli.
Due cose, però, consentitemele. Qui ci sono cose di competenza nazionale e cose di competenza regionale. Sento parlare di liste d’attesa. Adesso non posso dirvi dei dati, che dipendono da noi. Abbiamo trovato pure la soluzione. Vero, Vicepresidente? Però è un anno che ne parliamo. Intanto muoiono le persone. Quando non si può fare prevenzione si muore. Per l’amor del cielo, abbiamo fatto ‒ da quello che ho sentito ‒ tantissimo, però ci sono settori per i quali, probabilmente, non abbiamo fatto nulla. La Provincia di Foggia, per la diagnostica per immagini, quindi parliamo della prevenzione delle malattie, magari quelle più importanti, ha un budget a disposizione ‒ questo da sempre ‒ di 3,4 euro per abitante; la BAT ne ha 5,2; Bari ne ha 9,9; Lecce ne ha 8,2; Taranto ne ha 8,1; Brindisi ne ha 6,6. Nella migliore delle ipotesi siamo ultimi in classifica e abbiamo la metà del budget che hanno altri. Questo significa far morire più persone in Capitanata, perché c’è meno possibilità di diagnosi.
Siccome con il Vicepresidente, con il quale ho parlato dal primo giorno, e devo dire, lo ringrazio per essermi stato vicino in questa cosa, è passato un anno e ora ne passerà un altro. Penso che abbiamo trovato pure una soluzione: almeno questa robetta, che non è nulla… Si tratta di un po’ di giustizia sociale.
Speaker : PRESIDENTE.
Mi creda, è tutto importante, però la prego, adesso si avvii alla conclusione.
Speaker : TUTOLO.
Sì, mi avvio alla conclusione. Nel frattempo, l’altra l’ho dimenticato. Chiederò scusa a tutti, perché non ho la buona abitudine di prendere degli appunti, e anche se li prendo, me li scordo, perché ho un po’ di… Ah, disoccupazione: un campanello d’allarme. Io ho letto quella bozza di ordine del giorno. Mi dispiace dire che è poco condivisibile già dall’incipit: quando diciamo che la Banca d’Italia dice che nella Regione Puglia c’è un tasso di occupazione, che si migliora dal punto di vista dell’occupazione, e compagnia bella, forse avete dimenticato che noi siamo la Provincia di Foggia, non la Puglia. Mentre la Puglia ha una percentuale di disoccupazione in linea probabilmente oggi con il resto d’Italia, quindi il 14 per cento, quindi siamo migliorati, la Provincia di Foggia ha il 22 per cento. Ecco perché oggi è il giorno in cui a me piacerebbe tirare fuori delle soluzioni per quanto riguarda la provincia di Foggia. Il 22 per cento significa che c’è un problema serio. Ripeto: ne abbiamo tante, noi, di possibilità.
Vi saluto e vi ringrazio con l’ultima preghiera, sempre al Viceministro, che ripeto, nuovamente ringrazio per la partecipazione: se all’acqua, quindi alla possibilità per gli agricoltori, perché la differenza, la dico banalmente, senza acqua puoi fare un raccolto all’anno e devi pregare Gesù Cristo, ti devi mettere d’accordo con Lui, perché noi oggi ci assumiamo l’onere più rischioso e meno remunerativo della filiera dell’agricoltura: quello della produzione. La commercializzazione, la trasformazione invece stanno altrove. Se insieme all’acqua noi diamo degli incentivi a trasformare sui territori di produzione, non quelli del nord, ma l’autonomia differenziata la chiediamo noi, perché non pensiamo a nessuno, perché noi avremo una possibilità di sviluppo enorme.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Tutolo.
(Applausi)
Grazie.
Adesso procediamo. La parola all’assessora Barone, assessore regionale al welfare. Anche a lei faccio la stessa preghiera.
Speaker : BARONE, assessore al welfare.
Sarò velocissima, anche perché la gran parte delle tematiche sono state già affrontate.
Chiaramente saluto tutti i Sindaci, saluto il Viceministro, saluto il Prefetto, non so se è ancora collegato, e saluto tutti voi presenti in Aula. Chiaramente, per me questo Consiglio è un Consiglio molto importante, e ringrazio il consigliere Tutolo che ha fortemente voluto che oggi affrontassimo la questione Capitanata. Bisogna a un certo punto guardarsi negli occhi, mettere un punto e anche affrontare la realtà per quella che è. Non è “foggianesimo” – il famoso “foggianesimo” – al contrario, è la ricerca di questioni concrete.
Io saluto i parlamentari in Aula, certa che porteranno con forza le nostre posizioni e anche quello che oggi ascolterete. È chiaro che il tema, come diceva prima De Leonardis, è assolutamente legato alla criminalità. Il vero tappo, la vera difficoltà, il circolo vizioso nascono per la criminalità e determina penuria, impoverimento, disoccupazione, poca possibilità di espansione, depressione sociale e culturale.
Chiaramente, noi Istituzione abbiamo l’obbligo di cogliere e di far reagire anche le nostre popolazioni, che sono per la maggior parte, va sottolineato, composte da persone, da cittadini che sono non soltanto assolutamente perbene, e ovviamente la parte sana della nostra comunità. Però, d’altro lato, abbiamo necessità di avere un moto di fiducia, un moto di reazione, assolutamente. Vorrei ricordare che molti dei consiglieri qui presenti sono di Bari, di Lecce, o di Brindisi. Qualche decennio fa, io ero un po’ più piccola, ricordo che le città di Lecce, di Bari, di Brindisi erano città pericolose. Oggi invece, e io sono contenta per voi, c’è benessere, c’è legalità, c’è tutt’altro clima, un clima che noi vorremmo semplicemente che venisse permesso anche nella nostra Provincia.
Del resto, la situazione della nostra Provincia è una situazione emergenziale, che richiede risposte emergenziali. Si deve derogare alle leggi, laddove necessario, perché, come ha detto benissimo il Procuratore, ma lo hanno detto anche gli altri, la situazione che viviamo nella nostra provincia non la vive nessun’altra realtà. Bisogna viverla per conoscerla, e per questo è importante oggi presentare a voi, che vivete in altre zone, in altri territori, in altre province, quella che noi quotidianamente viviamo: una realtà difficile, una realtà grave, particolare, una realtà molto, molto più complicata di quella che vivete voi.
Era il 9 agosto 2017, quando, ricorderete tutti, a San Marco in Lamis – comunque, in realtà, non proprio a San Marco, ma nel territorio di San Marco in Lamis – venivano ammazzati i due fratelli Luciani.
Da quel momento quello è stato uno spartiacque per la nostra provincia, perché ha segnato un interesse diverso, maggiore da parte dello Stato nei confronti di quella che è la criminalità, e finalmente si è conclamata ed è diventata purtroppo famosa, ma probabilmente il territorio se lo meritava, la quarta mafia. Oggi si parla di mafia e dobbiamo necessariamente rispondere con lo stesso calibro. Alla mafia, in uno stato emergenziale, in una situazione particolare, si risponde in maniera emergenziale e particolare. Non si può dire: è la legge. Non si può, non è più accettabile.
Dopo la morte dei fratelli Luciani, che vanno ricordati, che in qualche modo sono i veri martiri del nostro territorio, è cambiato qualcosa. Però, bisogna in qualche modo riconquistare e recuperare il tempo perso, lo stato, il momento emergenziale. La quarta mafia deve essere combattuta come una mafia a tutti gli effetti. Nel 2017, in questo Consiglio regionale, in realtà in via Capruzzi, votammo all’unanimità una mozione, a mia prima firma, in cui chiedemmo l’istituzione della DIA e del Servizio centrale operativo nel foggiano. Oggi è realtà, anche perché abbiamo combattuto a più livelli per avere la Direzione investigativa antimafia, ma non basta.
Allora io mi chiedo e vi chiedo, perché poi ci sono anche proposte di legge che sono state bocciate: perché Foggia non può avere la Sezione distaccata della Corte d’appello di Bari, quello che, invece, ha Taranto su Lecce? A Taranto esiste la Sezione distaccata della Corte d’appello e Foggia non può avere la Sezione distaccata della Corte d’appello. Io ve lo chiedo, perché questa è una volontà politica di accettare o non accettare. Se avessimo, come Taranto su Lecce, la Sezione distaccata della Corte d’appello, potremmo avere la Direzione distrettuale antimafia, potremmo avere il Tribunale dei minori. (Applausi) Questa è una battaglia politica…
Speaker : PRESIDENTE.
Non anche durante, vi prego. L’ho accettato alla fine degli interventi, però il nostro Regolamento non lo prevede in Aula. Grazie.
Speaker : BARONE, assessore al welfare.
Questa è una battaglia politica, perché noi vogliamo semplicemente la DDA a Foggia. La DDA di Bari lavora benissimo, sono efficaci ed efficienti, oggi hanno avuto anche delle sedi, hanno avuto dalla Regione Puglia delle sedi, ma probabilmente non basta, perché la realtà va vissuta. Bisogna starci mani e piedi nelle realtà per conoscerle, per poterle affrontare, non basta stare lontani. Dobbiamo necessariamente, per me, per noi, almeno per la mia visione e per la visione del Movimento 5 Stelle, avere la Direzione distrettuale antimafia a Foggia.
Mesagne – Mauro Vizzino è di Mesagne –, che ricorderete era la capitale della Sacra Corona Unita, l’altro anno era stata candidata per essere Capitale della cultura. Quindi, si è fatto un salto enorme. Io sono contenta, Mesagne è bellissima, ma c’è stato dietro un lavoro. E non è soltanto dovuto alla cittadinanza, ma c’è stata la magistratura, c’è stata tutta la politica. Chiaramente la responsabilità è politica, però io vi chiedo un intervento politico a livello nazionale, perché questa è una scelta nazionale, per avere la DDA a Foggia, avendo la Sezione distaccata, cosa che c’è a Taranto su Lecce, della Corte d’appello. È una cosa abbastanza semplice. Questo perché credo che in un momento emergenziale la risposta debba essere ugualmente emergenziale. Non è un momento normale. E non voglio andare oltre.
Ovviamente, come avete già detto, da Bari a Vieste, perché sapete bene che a Vieste arriva tantissima droga dall’Albania – dico bene, Sindaco? –, ci vogliono più di tre ore di macchina. L’hanno già detto tutti: su 7.200 chilometri quadrati abbiamo una sola procura, un solo tribunale. Abbiamo in Liguria, con 5.400 chilometri quadrati, quattro tribunali, quattro prefetture, quattro questure. In un territorio come il nostro, che è immenso, difficile da raggiungere, grazie a Dio, anche bellissimo, indubbiamente, però, abbiamo nove ghetti conclamati, ripeto, nove ghetti conclamati, che sono una fucina per i delinquenti. Capite bene che c’è gente disperata. Abbiamo connessioni fortissime con la ‘ndrangheta, con la mafia campana e con la mafia albanese. Abbiamo cinque Comuni sciolti per mafia, fra cui il capoluogo di Provincia. Unici dopo Reggio Calabria. Quindi, avere solo una procura probabilmente è veramente un paradosso.
Inoltre, dall’inizio dell’anno a ieri abbiamo avuto tredici omicidi, fra cui, come raccontava prima il collega De Leonardis, un signore giovane, con bimbi piccoli, ammazzato alle ore 19 davanti a un oratorio, d’estate. I bimbi giocavano e il ragazzo veniva ammazzato. Un’altra persona è stata ammazzata in un lido. Quindi, crediamo di dover avere sicuramente una presenza ancora maggiore delle forze dell’ordine, però è chiaro che abbiamo necessità di avere una risposta ancora maggiore da parte dello Stato, che io ringrazio, perché la squadra-Stato ha fatto tantissimo. Rispetto al 2017 è cambiato il mondo. Probabilmente, però, bisogna adeguare ancor di più, perché loro si organizzano e dobbiamo organizzarci anche noi.
Come Assessorato al welfare nei Cinque Reali Siti abbiamo dato vita a diverse azioni a favore delle vittime di reato. 15.000 euro abbiamo dato ai ragazzi di Troia che non avessero più la mamma perché ammazzata dal papà o dal compagno, quindi per femminicidio. Abbiamo dato vita ovunque a sportelli d’ascolto in collaborazione con l’Ordine degli avvocati e l’Ordine degli psicologi. Stiamo lavorando e a breve daremo vita a un altro progetto sulla cittadinanza globale, insieme all’ANCI Puglia e all’università di Foggia.
Io ritengo che l’università – sto per chiudere – sia il vero volano del nostro territorio. Che cosa vuol dire? Che, a mio modesto parere, laddove si dà la possibilità, come all’università, di dar vita a progetti e a innovazioni sane di futuro, di progettazione, la gente approva, apprezza, perché abbiamo bisogno in questo territorio di speranze, di identità, abbiamo bisogno di crederci, di avere un orizzonte, abbiamo bisogno sinceramente di motivi per rimanere, e l’Università lo è.
Quindi io ringrazio il Rettore, che oggi non c’è, perché sicuramente l’impegno dell’Università di Foggia è grande, anche perché noi abbiamo una Provincia che è bellissima, chi l’ha visitata lo sa, è verde a primavera, gialla d’estate, perché abbiamo il granaio di Puglia, abbiamo diversi laghi e abbiamo il lago salato più grande d’Italia, abbiamo il promontorio del Gargano, tutte le sue bellezze, i Monti Dauni, due santuari che sono i più importanti probabilmente d’Italia, San Pio e San Michele, di una bellezza incredibile, visitati da tutto il mondo.
Abbiamo il Parco nazionale del Gargano, l’unico parco nazionale in Regione Puglia e nella nostra Provincia, abbiamo i grifoni, che invito a vedere ad Ascoli Satriano, meravigliosi, abbiamo l’unico (qui invece Amati, che non c’è) idroscalo della seconda guerra mondiale, San Nicola degli imbuti, che è una meraviglia, di Padre Pio ho detto sui due santuari, abbiamo i borghi intatti.
Siamo il granaio d’Italia, un quarto della produzione del grano è nostra, abbiamo 24.216 imprese del settore primario dell’agricoltura, della pesca e della silvicoltura, siamo i primi per produzione di pomodoro da industria, oltre che tutte le altre colture. Ovviamente bisognerebbe migliorare la commercializzazione, lo stoccaggio, la filiera tutta va rivista - scusatemi, chiudo, un minuto - va rivisto tutto, ovviamente lo stoccaggio e anche le industrie di trasformazione vanno ovviamente favoriti in loco.
Tutte queste bellezze che il buon Dio ci ha dato devono essere un volano perfetto, un volano sano, di quello abbiamo bisogno, perché la criminalità, ad oggi, è un cancro. Noi i mezzi li avremmo, semplicemente basta una legge che deroghi in una situazione eccezionale, perché la nostra è una situazione eccezionale, bisogna derogare per il bene di 600.000 abitanti, bisogna derogare e liberare un territorio intero e permettere di far tornare la speranza, il lavoro, il desiderio di rimanere.
La politica deve scegliere e comportarsi di conseguenza. Io sono certa che tutta la Regione Puglia, perché questo è un problema di tutta la Puglia, perché se la Capitanata, come diceva bene prima il Vicepresidente... questo è un problema pugliese, quindi, se tutti noi siamo convinti, sicuramente le cose possono cambiare.
Noi siamo la Puglia. Solo insieme possiamo e insieme dobbiamo farcela. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Assessore.
La parola al consigliere Napoleone Cera. Prego.
Speaker : CERA.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, questa seduta monotematica sull’emergenza Capitanata, entrata da tempo in un tunnel pericoloso, è fondamentale. La parola "emergenza" è molto chiara, costringe quanti la osservano e chi, per disgrazia, la subisce a mettere in atto misure di reazione a quanto accade, dirette alla salvaguardia delle persone e alla riduzione dei danni possibili.
Sarebbe un esercizio inutile e deplorevole girarci intorno con esercizi dialettici. Ringrazio la Presidente Capone per aver dato seguito a questa istanza che il territorio ha da tempo affacciato, lasciando in disparte le polemiche sollevate sul ritardo che ha rinviato questo appuntamento. Non credo sia il caso, proprio per evitare strumentalità di parte, sterili divisioni ideologiche o, peggio ancora, astiose posizioni conflittuali e preconcette.
La situazione è tanto grave da non ammettere più un contesto che non sia consegnato ad una lettura responsabile delle cose da fare.
Saluto il rappresentante del Governo, la presenza del Viceministro Francesco Paolo Sisto, pugliese, giurista di rango, è molto significativa, perché sta a certificare l’attenzione del Governo sul tema e mostra una disponibilità all’ascolto, che già è una gran cosa.
In questo mio breve intervento vorrei cercare di consegnare all’Assemblea solo alcuni spunti di riflessione su quelle che potrebbero essere le ragioni che nel tempo hanno determinato, nella provincia di Foggia, un malessere sconfinato, in un degrado ambientale molto preoccupante sotto il profilo sociale.
Non mi avventurerò in analisi sociologiche e storiche, che spettano agli esperti del settore, mi limiterò dunque ad indicare alcuni aspetti che, dal mio punto di vista, possono in qualche maniera aver inciso nel processo involutivo che i fatti denunciano nella terra dauna, dove sono nato e vivo.
La prima parola che mi viene in mente è l’identità come tratto distintivo della comunità, un’identità smarrita, che va necessariamente recuperata.
Colleghi consiglieri, noi operiamo in una terra di mezzo. Abitiamo la Capitanata, che è il nord del sud. Siamo in un pezzo del Mezzogiorno che disegna una morfologia territoriale strategica, al fianco del Molise e delle pendici del basso Abruzzo, abbracciati dalla meravigliosa Irpinia, dalla terra dei sanniti e dei lucani, tutto in una naturale cornice che raccoglie le grandi risorse naturali di cui disponiamo. Una terra di confine, la Daunia, una micro regione. Non è una frase fatta o un luogo comune. Tutt’altro. Un’area molto vasta, la terza Provincia d’Italia per estensione territoriale, per molti versi inesplorata, che racchiude in sé tesori grandissimi, un repertorio incredibile di potenzialità di crescita. Un territorio che potrebbe ritrovarsi come in una filigrana, con altri vezzi d’Italia, che hanno una storia comune, dalla Frentania del basso Abruzzo al vicino Molise, dalla Provincia di Benevento a quella di Avellino, da Matera a Potenza, per poi ricongiungersi con la BAT.
Nella Provincia di Foggia aveva sede il Tribunale della Dogana, Istituzione che ha segnato nei secoli il ruolo delle fiorenti economie armentizie, tracciato dalla trama dei tratturi della transumanza. Una storia nobile ed antica che questa Istituzione continua a promuovere.
Tutti questi valori sono andati gradualmente e progressivamente svanendo, forse a causa di una contaminazione culturale negativa, che viene da lontano e che ha generato sentimenti di abbandono, insieme alla perdita di quel senso di appartenenza che costituisce in ogni apparato sociale il profilo della sua comunità.
Gli analisti che hanno affrontato negli ultimi decenni l’andamento della qualità della vita nelle città della Capitanata, che potrei qui citare, sono tutti ‒ davvero tutti ‒ concordi nel ritenere che siamo di fronte a una forma di sviluppo inceppato, che attraversa in lungo e in largo questa terra, causato anche, non del tutto, da una scarsa attenzione dei poteri pubblici, nessuno escluso, a valorizzare queste risorse.
Dunque, il tema di fondo riguarda e richiama la classe dirigente ai vari livelli, in buona parte sottomessa ai cosiddetti “ceti dominanti”. Nessuno ‒ dico “nessuno” ‒ può chiamarsi fuori dal peso delle responsabilità, che sono politiche, sociali ed economiche.
Tutto questo ha creato un terreno fertile per un balzo in avanti, ormai strutturale, dei poteri criminogeni che oggi chiamiamo “quarta mafia”. Un marchio che considero infamante, che la gente operosa che abita la Capitanata rigetta, come è giusto che sia. Tuttavia, questa parola rischia di diventare un tratto distintivo che offusca le immense qualità generose delle popolazioni, che ogni giorno continua a rendersi protagonista di un conflitto sociale che sembra non avere precedenti, come la storia descrive. Un quadro a tinte fosche. Un allarme sociale spaventoso, in cui anche gli effetti mediatici hanno avuto il loro peso.
Un irresistibile declino, dunque. A cascata, poi, sono venuti gli scioglimenti per infiltrazione mafiosa di molti, troppi Enti locali.
Sì, Presidente, chiudo. Prendo tempo, come hanno fatto gli altri consiglieri regionali, purtroppo.
Mattinata, Monte Sant’Angelo, poi Manfredonia, quindi Foggia, il secondo capoluogo di provincia dopo Reggio Calabria, a subire l’onta dello scioglimento della sua Assemblea elettiva. Ne è derivato il caos, con la Procura e la squadra Stato che hanno blindato le nostre città, in cui oggi predomina la paura perché si spara ogni giorno, e i morti ammazzati sono lì a testimoniare la gravità del contesto, che è sotto gli occhi di tutti.
La politica, voglio dirlo senza remore, ha le sue responsabilità. Non possiamo nasconderlo. Alcune reticenze, alcune contiguità, anche una scarsa attività del sistema della politica a capire uno stato di cose che deve far riflettere. Non da meno, però, pesano quelle dei comparti economici, che hanno assistito a questo sfascio sociale che ha contagiato soprattutto le giovani generazioni.
Devo dire che anche la magistratura ha dovuto riconoscere che c’è stata in passato una grave sottovalutazione del fenomeno. Non è, questa, un’esternazione ad effetto personale. Lo ha detto a Foggia il dottor Giovanni Melillo, nuovo Procuratore nazionale antimafia, nel pomeriggio del 18 luglio, intervenendo con i Procuratori della Repubblica Renato Nitti di Trani, Roberto Rossi di Bari e Ludovico Vaccaro di Foggia.
Guardate Foggia com’è ridotta oggi: un cumulo di rifiuti, strade dissestate come se fossimo a Beirut, quartieri bui, servizi sociali inesistenti. Persino le scuole materne comunali hanno chiuso i battenti, complice una mia previsione della commissione straordinaria che regge le sorti di quel palazzo. Una città sporca, degradata, che sembra aver perso anche i caratteri più elementari della civiltà perché dilaga un’illegalità diffusa.
Il pizzo sembrerebbe una pratica molto corrente, secondo i dati della Fondazione Buon Samaritano, e nei quartieri delle periferie si vive come in un Bronx, simbolo della inabitabilità. Tutto intorno, un quadro omertoso sembra tacitare i genuini tentativi che pure di tanto in tanto albeggiano, perché non dimentichiamo che molti omicidi sono rimasti impuniti. La conoscete la storia di Francesco Marcone, e ho finito, Presidente.
Adesso, la domanda che qui tutti abbiamo il dovere di porci è come possiamo aiutare la Capitanata a risollevarsi da una condizione di degrado che è andata ad instaurarsi nelle sue contrade, avvelenando il quotidiano delle sue comuni comunità, privando i suoi figli della speranza di un domani più sereno.
Fosse per me inizierei con un’attenzione mirata sul versante culturale e sociale, che accompagni l’azione preventiva e repressiva dello Stato che porta avanti. Questo significa spostare risorse, iniziative, attrarre interventi per forme di nuovo insediamento che sviluppino lavoro, perché si è capito che senza un intervento di questa natura il domani sarà sempre condizionato dai poteri forti. Serve, al fianco dell’azione delle Autorità preposte a garantire l’ordine pubblico, salvaguardare la sicurezza dei cittadini, adottare, non saprei dire meglio, una forma di tutela che aiuti questa terra a tirarsi fuori da una strada buia e ripensi le ragioni di uno sviluppo che si è fermato soprattutto sui grandi nodi.
Penso, signor Presidente, che serva a tutti noi un nuovo modo di guardare la Capitanata, perché la parola “crescita” va puntata a partire da quello che si ha e non da quel che si potrebbe avere: un lavoro difficile, di nuovi contenuti…
Speaker : PRESIDENTE.
Chiuda per favore, perché ha raddoppiato il tempo a sua disposizione.
Speaker : CERA.
… Che riesca a intercettare la capacità di mettere in rete alcune parole chiave, perché la nostra è una terra di mare, di sole, di vento, ma anche di cultura, di turismo, una terra in cui è naturalmente possibile invertire la rotta di un progresso che sembra essersi fermato.
L’Ofanto, il Fortore, i Cervaro, il Carapelle, il fiume Candelaro bagnano la Daunia. Abbiamo il maggior lago costiero italiano, Varano, che è anche il più grande d’Italia meridionale. Abbiamo Bosco Quarto, la Foresta Umbra con le sue faggete, patrimonio dell’Unesco…
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere, non mi costringa a toglierle la parola. Chiuda, per favore.
Speaker : CERA.
La Capitanata, signor Presidente, ha bisogno di altro per uscire dal tunnel: lavoro, lavoro, lavoro, ed insieme una grande rivalutazione identitaria che non può non passare che attraverso due versanti: quello della cultura e quello della legalità, sui quali noi possiamo e dobbiamo investire di più.
Dice Gibran “nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia, perché oltre la nera cortina della notte c’è un’alba che ci aspetta”. Io voglio crederci. Sono certo che tanti di voi in quest’Aula ci credono, perché non è tanto importante aver provato e fallito, quanto capire ciò che è possibile ancora fare.
Per questo siamo qui. Vi ringrazio.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, collega Cera.
Vorrei ricordare a tutti di cercare di restare nei tempi perché abbiamo già sforato l’orario di chiusura.
Si è prenotato a parlare il consigliere Dell’Erba. Prego.
Speaker : DELL’ERBA.
Grazie, Presidente.
Nel ringraziare il Consiglio regionale per aver voluto accendere i riflettori sulla morsa sempre più stretta di criminalità e disoccupazione che sta soffocando la Capitanata, voglio rivolgere il mio personale saluto al Viceministro Sisto, al Prefetto, al Procuratore Vaccaro, ai parlamentari e ai sindacati che hanno accolto l’invito di essere oggi qui a Bari.
Ma un mio grazie particolare va ai Sindaci di Capitanata, che spesso sono lasciati soli ad affrontare le problematiche che le comunità della Provincia stanno vivendo. L’incontro di oggi deve portarci ad avere una visione comune sul problema per poter stabilire le priorità e i tempi di realizzazione, chiedendo al Governo nazionale un provvedimento di grande portata, in grado di destinare risorse e mezzi non solo per contrastare i fenomeni malavitosi in provincia di Foggia.
La Capitanata ha grandi potenzialità che cercano faticosamente di emergere, soprattutto dopo un cambio generazionale alla guida delle aziende agricole, con un progressivo avvio dalla prima lavorazione o trasformazione dei prodotti.
In una terra che oggi fa registrare un’economia prevalentemente agricola è necessario offrire i mezzi affinché questo passaggio evolutivo determini crescita, occupazione, sviluppo, contrastando disoccupazione, miseria e criminalità. Non dobbiamo perdere tempo in chiacchiere inutili, che evidenziano un problema che conosco e che è conosciuto da tutti, e che tutti, almeno da queste parti, avrebbero ben presente come risolvere.
Dobbiamo dare più attenzione ai giovani, formarli in base alle necessità reali del territorio, facendo comprendere loro come far crescere le aziende agricole, ma anche in altri settori, come il turismo, garantendo il supporto dello Stato attraverso una legge speciale, che possa creare per la Provincia di Foggia una zona bianca, detassata per almeno cinque anni, e contributi economici a fondo perduto, che possano arrivare anche all’80 per cento, per nuovi insediamenti produttivi, opere di ammodernamento o ampliamento di vecchi, ma che determinino un incremento dell’occupazione.
L’occupazione deve essere il primo obiettivo da raggiungere, perché la criminalità si alimenta dalla piaga della disoccupazione, soprattutto dei giovani. Dai 15 anni in su troviamo i nomi dei ragazzi della nostra terra scritti nei fascicoli dei magistrati, per essere spacciatori, rapinatori, autori di aggressioni e furti, per non parlare di reati ancor più gravi.
Come componente della Commissione Speciale regionale per lo studio delle mafie, parlando con i colleghi, che ringrazio per l’ottimo lavoro svolto insieme al Presidente Perrini, ho evidenziato più volte come sia necessaria un’azione diretta alle scuole, per far comprendere agli studenti che infrangere le norme, assumere un comportamento negativo non rende più forti e non crea i presupposti per un futuro positivo, ma dare loro la speranza che restare in questa terra non significa finire nella lunga lista di disoccupati o delle persone assoldate dalla criminalità.
Dobbiamo dare loro speranza e fiducia, due elementi che sono stati sgretolati dai messaggi negativi, che invadono purtroppo i nostri mezzi di comunicazione. Se chiediamo ai giovani di avere speranza e fiducia, dobbiamo però credere nelle loro aspettative, nei loro sogni, nel desiderio di realizzare un loro progetto.
Abbiamo il dovere di credere in loro, perché l’assenza di questa corrispondenza di obiettivi ha determinato un disorientamento generale. Come può un giovane credere nei propri mezzi, rifiutare guadagni illeciti e facili, se poi sono le stesse famiglie che alimentano questa fragilità? È necessario un lavoro certosino, che non porterà risultati immediati, perché purtroppo nelle arterie di questa comunità si è infilato il virus della cultura mafiosa e per annientarlo sarà necessaria una cura lunga e faticosa, in cui ognuno dovrà fare la sua parte: Stato, famiglia, scuola, ma anche le Chiese.
La riapertura di molti oratori e la realizzazione intorno alle Chiese di spazi aggregativi e ricreativi possono rappresentare una delle medicine valide, ma non l’unica.
Un piano di lavoro vasto, che comprenda quindi un grosso impegno da portare avanti nelle scuole, che devono incentivare la presenza di ore di educazione civica nel loro programma di studio settimanale.
Sarà necessario che nelle aule parlino magistrati, forze dell’ordine, giornalisti e tutti coloro che vivono la realtà quotidianamente, in modo da far comprendere ai nostri ragazzi che commettere un reato può penalizzarli per tutta la vita, ma comprendere di aver sbagliato ed essere pronti a rimettersi sulla strada giusta deve essere un percorso possibile.
Se l’occupazione e l’educazione civica devono diventare due leve fondamentali per la ripresa economica e sociale della Provincia di Foggia, dobbiamo essere concentrati sul raggiungimento di tre obiettivi fondamentali: 1) un massiccio aumento di uomini e mezzi per le Forze dell’ordine in modo continuativo, 2) l’istituzione della Sezione distaccata della Corte d’appello, che porterà anche il Tribunale dei minori e la Direzione distrettuale antimafia, 3) restituire al territorio almeno due tribunali, uno sul Gargano e quello di Lucera, per consentire una più equa distribuzione delle attività giudiziarie, oggi concentrate tutte a Foggia, determinando ulteriori disagi sia per il sistema giudiziario che per i cittadini (di questo ha parlato ampiamente il Procuratore Vaccaro).
Nel primo caso sarà necessario dare al territorio almeno 300 uomini in più, distribuiti tra Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, in considerazione del fatto che più volte i sindacati di polizia hanno evidenziato come solo tra Questura e Commissariati locali, tra pensionamenti e nuovi arrivi, si conti un deficit di 50 unità.
Sarebbe poi da considerare una misura urgente, la conclusione dell’iter per l’istituzione della sede distaccata della Corte d’appello a Foggia. Su questo fronte invito tutti i parlamentari foggiani, anzi direi pugliesi, considerando la gravità della situazione, a lavorare insieme mettendo da parte divisioni politiche e ponendo al Governo questo stato di necessità.
Concludo rivolgendomi ora a lei, Viceministro, che ben conosce la realtà foggiana. È il momento che il Governo dimostri di essere più concreto rispetto ai precedenti, ma soprattutto più consapevole della situazione. Per troppo tempo la nostra terra è stata solo cibo elettorale, senza ottenere mai il riconoscimento di quello che ci spettava di diritto, assistendo a dei veri e propri scippi istituzionali.
Caro Viceministro, lei ha una grande possibilità, quella di poter fare la differenza, e con lei tutto il Governo. Potete dare prova di aver preso seriamente in considerazione la richiesta di aiuto, partita da una comunità sofferente, che però non ha assolutamente voglia di arrendersi. Grazie. (Applausi)
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie al collega Dell’Erba, che è stato anche rispettoso dei tempi.
Passo la parola al collega Splendido. Prego.
Speaker : SPLENDIDO.
Grazie della parola, Presidente. Saluto tutti, ovviamente il Ministro presente in Aula, e mi rivolgerò soprattutto a lui come rappresentante del Governo.
Questa mattina, venendo in macchina, pensavo che, quando presentiamo interrogazioni o interpellanze, che vengono discusse dopo otto mesi, un anno, non per colpa di qualcuno, per carità, ma per i tempi lunghissimi della politica, quando poi vengono portate in Aula di colpo questi argomenti diventano obsoleti e molto spesso rinunciamo a queste istanze, perché sono superate dal tempo. Riflettevo che qui, nonostante l’istanza fatta dall’ottimo consigliere Tutolo abbia circa due anni di vita, purtroppo le problematiche ci sono. Anzi, sono ancora più acuite dalle circostanze che sono sopravvenute. Quindi, non si è risolto alcunché.
Volevo prendere anche un po’ di appunti. Io sono abituato ad andare a braccio, però comunque il Consesso lo richiedeva, ma a un certo punto ho detto: ma quali appunti prendi, Joseph, tanto le problematiche le conosciamo tutti noi di Foggia, ma non solo, quindi non c’è bisogno neanche di scrivere, sappiamo tutto cosa dobbiamo dire. Partirò, Viceministro Sisto, dal problema del tribunale di Foggia. Sono anch’io un avvocato, ovviamente lei è un maestro, io sono un avvocato, e ho sentito dire che durante la scorsa legislatura c’era anche una piccola volontà di aprire una Sezione distaccata della Corte d’appello presso la provincia di Foggia, ma non c’erano le condizioni, mi fu detto. Io non voglio parlare di colore politico, perché qui non stiamo facendo politica, ma stiamo parlando di un territorio, ma adesso governa il centrodestra e io auspico che finalmente si dia sfogo a questa legittima richiesta.
Il tribunale di Foggia è il quarto tribunale come contenzioso in Italia. Abbiamo davanti soltanto Roma, Milano e Napoli, poi viene Foggia. Questa è la situazione. Abbiamo deciso di chiudere un tribunale a Lucera, un antichissimo tribunale, in maniera del tutto sconclusionata, con una geografia giudiziaria che ha riguardato l’intero territorio, ma non ha pensato alla morfologia del territorio di Foggia. Del resto, Viceministro Sisto, lei sa più di me che la provincia di Foggia è la provincia a statuto ordinario più estesa d’Italia ed è la terza dopo due province a statuto speciale. Allora, almeno questo richiedeva un po’ di attenzione. E invece no. Si è deciso di chiudere il tribunale di Lucera. Tra l’altro – vedo qui la presenza del Sindaco Pitta – a suo tempo eravamo seduti nei banchi della Provincia e ricordo nel 2017 una delibera, peraltro approvata, a firma mia, tua e del consigliere Sgarro, per onore della cronaca, che decise e rafforzò una richiesta del territorio di avere una sezione distaccata e individuò la location proprio presso il tribunale di Lucera, che, caro Viceministro Sisto, sarebbe gratuitamente a disposizione del territorio, perché questo fu deciso, se non sbaglio anche dal Sindaco Tutolo e dal Sindaco Pitta. Allora, il plesso c’è. E io non voglio fare una guerra fratricida tra noi, Lecce e Taranto, perché ho sentito colleghi parlare di Sezione distaccata della Corte d’appello, ma perché non parlare proprio di una Corte d’appello presente presso il territorio di Foggia? Ne abbiamo tutte le caratteristiche per richiederla. Il 50 per cento e più del contenzioso civile e penale che viene lavorato dalla Corte d’appello di Bari appartiene a Foggia. Mi chiedo: come mai Lecce, che dista la stessa distanza da Bari rispetto a Foggia, ha giustamente, perché anche la Sacra Corona Unita lo richiedeva, una Corte d’appello, Taranto ha una Sezione distaccata e Foggia non deve avere una Corte d’appello? Perché? Perché? Perché? E poi alla fine ci sciacquiamo tutti la bocca con termini come la malavita e quant’altro, lo sviluppo. Lo sviluppo passa proprio dalla giustizia, signor Viceministro. Io, infatti, ho interpellato, quando ero consigliere comunale e anche provinciale, aziende del nord, Decathlon, Ikea, che non vogliono investire nei nostri territori perché temono furti di camion e temono l’illegalità che è presente sul territorio. Una Sezione distaccata o, meglio, una Corte d’appello riuscirebbe comunque a garantire il presidio della DDA e della DIA, nonché la presenza di un tribunale dei minori.
Lei sa, signor Viceministro, che dal Gargano – parlavamo di morfologia del territorio – un minore, non voglio dire dalle Tremiti, perché sarebbe forse esagerato, ma diciamo da Vieste, che deve essere ascoltato presso il Tribunale dei minori di Bari è costretto a percorrere 350 chilometri? Tra l’altro, un avvocato che ogni giorno da Vieste è costretto a raggiungere il tribunale di Foggia è obbligato, per forza di cose, a richiedere al proprio cliente un obolo, un acconto maggiore rispetto a un avvocato che vive a Foggia, perché ovviamente la distanza, le spese e anche la perdita di un’intera giornata purtroppo richiedono un compenso e anche un acconto superiore. Questo significa non garantire la giustizia in questi territori, significa dimenticare il Gargano e la morfologia del territorio. Tra l’altro, avendo la provincia di Foggia, signor Viceministro, un’isola, lei mi insegna che anche questo sarebbe utile per potere beneficiare di una norma speciale che garantisca agli amici garganici di avere un presidio sotto casa loro. Credo che sia un diritto, la mia richiesta.
Allora anche il plesso di Lucera individuato e concesso a costo gratuito al Governo e quindi al Ministero sarebbe importante…
Speaker : PRESIDENTE.
Chiedo scusa, un po’ di attenzione, per favore. Non chiacchieriamo, sennò il collega non riesce a terminare l’intervento. Grazie.
Speaker : SPLENDIDO.
È una forma quasi implicita per dire “concluda”.
Non l’ho sentita. Dicevo, anche un tribunale, una sezione distaccata presso il plesso di Lucera darebbe anche sfogo a quel territorio. Abbiamo parlato del Subappennino e della bellezza del Subappennino. Io credo che la chiusura del Tribunale, purtroppo, di Lucera abbia creato anche un nocumento dal punto di vista economico e quindi per questa vicenda occorre comunque prendere provvedimenti.
Si è parlato della quarta mafia. Io rido sempre perché, in realtà, l’efferatezza della mafia foggiana non è quarta, forse è prima in Italia. Siamo primi come omicidi, tredici omicidi nell’arco dei primi dieci mesi. Sappiamo che sulle strade della provincia di Foggia c’è la mortalità, dopo Catania, più alta dell’Italia. Lo sappiamo. Quindi, infrastrutture. Questo forse qualcuno non lo sapeva. L’ho appreso anch’io recentemente. Quindi, infrastrutture. Sappiamo che abbiamo un problema di acqua. Andiamo incontro a una desertificazione. Purtroppo il clima sta cambiando. Abbiamo comunque sventrato un territorio, quello dei Monti Dauni, creando un invaso artificiale, quello della Diga di Occhito, che doveva servire soltanto per scopi irrigui. Così non è stato, tanto che oggi Foggia si approvvigiona di acqua da Occhito. Avremo tantissimo da fare.
Diga Piano dei Limiti. C’è un progetto bellissimo che dall’Abruzzo consentirebbe comunque la discesa naturale, così come facevano gli antichi romani, dell’acqua, e quindi mi farò anch’io portavoce presso il Ministro Salvini di questo ulteriore progetto.
Abbiamo – concludo, Presidente – una situazione di personale di Polizia, di Polizia penitenziaria, allucinante. Le varie sfilate che sono state fatte dai precedenti Governi hanno promesso, e forse qualche unità ci hanno concesso di numero di Polizia che non è riuscito neanche a coprire chi è andato in quiescenza.
Abbiamo il carcere di Foggia che è il primo carcere in Italia come suicidi. Anche questo, purtroppo, è un record negativo di cui bisogna tener conto.
Evitiamo che questa nostra, questa mia parlata oggi, questo mio discorso sia un’inutile passerella come tantissime altre. Io amo passeggiare nei miei amati Monti Dauni e sul Gargano. Non voglio passeggiare, voglio che questa mia istanza, questa istanza della Provincia sia finalmente ascoltata, signor ministro. Proprio da un giurista come lei dovremmo partire, non da una sezione distaccata, ma proprio dalla presenza di una Corte d’Appello in provincia di Foggia. Conosco la normativa, conosco la difficoltà, però la situazione di emergenza e di gravità lo richiede.
Del resto, siamo riusciti, grazie ai grandi magistrati e grazie agli operatori di Polizia, a debellare il cancro della Sacra Corona Unita, perché non dobbiamo debellare la malavita foggiana che, ripeto, signor ministro, non è la quarta in Italia, ma purtroppo è la prima?
Foggia, e concludo, ha una discrasia, signor ministro. Non è il nord della Puglia, né tantomeno è il nord delle… Piuttosto è il sud dell’Italia, neanche il sud della Puglia. Siamo una Provincia ricchissima. Abbiamo dei terreni che hanno caratteristiche organolettiche fantastiche paragonabili a quelle della California, ma la mancanza di acqua, la cattiva volontà politica e tante situazioni – dipende anche da noi, dai cittadini – hanno fatto sì che la mia Provincia, purtroppo, non sia soltanto la sorella povera della Puglia, ma purtroppo sia una delle sorelle povere dell’Italia.
Grazie. (Applausi)
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Per cinque minuti, il Presidente Campo. Prego.
Speaker : CAMPO.
Saluto il viceministro e con egli tutti gli intervenuti così guadagno tempo, visto che ne abbiamo poco a disposizione. Francamente, nel poco tempo a disposizione diventa anche complicato fare un ragionamento che abbia un senso compiuto. Se dobbiamo indagare fino in fondo i ritardi della Provincia di Foggia, origini, cause ci sarebbe bisogno di maggior tempo a disposizione, ma abbiamo la fortuna di avere un interlocutore, il viceministro Sisto, che la Puglia la conosce bene, conosce abbastanza bene, ritengo, anche la Capitanata, è un giurista, è un uomo politico del territorio e sa benissimo di cosa parliamo.
Francamente io faccio fatica – tenterò di rivolgermi principalmente al viceministro – ad immaginare una discussione sulla prospettiva della Puglia e anche della Provincia alla quale appartengo. Se noi astraiamo dal contesto dal quale viviamo questa discussione, è vero, era stata sollecitata dal consigliere Tutolo da molto tempo, quindi non è un esercizio vittimistico o localistico per l’occasione, perché abbiamo votato due mesi fa e nessuno immaginava… Insomma, nessuno immagina. Poteva anche immaginarsi che ci sarebbe stato un Governo di segno diverso, poi gli italiani si sono espressi.
Dico questo per dire che evidentemente l’esigenza era avvertita, anche alla luce di fatti, episodi, di quello che ci hanno rimesso le cronache di fronte agli occhi negli ultimi mesi, nell’ultimo anno, molti colleghi vi hanno già fatto allusione.
Questa discussione noi non possiamo non tener conto che ha luogo in un momento particolare della vita del Paese, dell’Italia, un momento eccezionale. Veniamo fuori da una gravissima pandemia, una pandemia che ha incrociato gli effetti, gli esiti di una globalizzazione, che a sua volta, tra le sue conseguenze, ha avuto anche quella di una crisi economica lunga, una fase recessiva che riguarda l’Europa e il mondo occidentale, che ha riguardato il Paese nel suo complesso e che tra l’altro, nonostante i tentativi di venirne fuori, si è ulteriormente aggravata, perché il contesto internazionale ci ha fatto precipitare in un conflitto, con il quale nessuno immaginava dovessimo fare i conti, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin, che ha provocato a sua volta l’inflazione che conosciamo, la crisi energetica.
Nell’agenda del Governo c’è quindi un tema enorme, Antonio, sulle nostre spalle c’è una responsabilità grandissima, quella di contribuire, in un momento straordinario, difficilissimo per la vita del Paese, a rimettere in piedi il Paese e a far fronte a questa contingenza.
Una contingenza che però sta producendo un esito che è sotto gli occhi di tutti: in Italia aumentano le famiglie che vivono sotto la soglia di povertà, non ci giriamo intorno, Foggia, Lecce, Bari, Brindisi, è un dato, il Paese si impoverisce, il ceto medio si impoverisce, la gente non riesce ad arrivare alla fine del mese, il nostro sistema d’impresa (piccole, grandi e medie imprese) lancia l’allarme, non ce la fa, rischia di essere messo in crisi soprattutto dagli esiti del conflitto bellico.
È quindi un Paese che deve fare i conti con se stesso e deve provare a rimettersi in piedi. In questa vicenda è chiaro che ci siamo noi e ci siamo con una debolezza che non viene da oggi, il mio Partito lo diceva già quando sedeva nei banchi del precedente Governo, signor Viceministro, in Italia c’è una nuova questione meridionale, che va assunta nell’agenda politica, che deve avere un peso specifico diverso da quello che ha avuto in passato, da quando è terminata la Prima Repubblica e ci siamo fatti in qualche modo sedurre da un malinteso senso del federalismo, che poi ha prodotto anche guasti rispetto all’architettura dello Stato Lo dico portando sulle spalle, assumendomi anche in parte la responsabilità di alcune riforme costituzionali, che pure la mia parte politica ha contribuito a stendere all’inizio degli anni 2000 e che secondo me non hanno prodotto gli effetti sperati.
In questo quadro di difficoltà ecco l’altro dato che emerge, oltre a quello dell’impoverimento del ceto medio e delle famiglie che non arrivano a fine mese, Antonio: si allarga la forbice tra sud e nord, quindi, se i temi che noi ponevamo alcuni mesi fa richiedevano già un impegno straordinario, oggi rischiano di allargarsi irrimediabilmente e di consegnare questo pezzo del Paese, e con esso anche la Puglia e la Provincia di Foggia, a cui è capitata l’avventura di starci dentro, in una condizione extra europea.
Invece noi dobbiamo prendere consapevolezza che, se il sud non ce la fa, non ce la fa neanche il Paese nel suo complesso, questo è il tema politico di fondo, su questo dovremmo applicarci, una nuova centralità del Mezzogiorno.
L’Italia deve ripensarsi e deve ripensare al Mezzogiorno come una leva potente per il suo sviluppo. Guardate, il Mediterraneo è ritornato ad essere un teatro strategico non soltanto perché ci passa il 30 per cento delle merci mondiali, ma anche perché il contesto geopolitico, anche all’esito degli ultimi avvenimenti, indica nel Mediterraneo un luogo nevralgico, in cui si giocano gli equilibri economici e politici del pianeta addirittura.
L’Italia deve ripensare un suo ruolo attivo nel Mediterraneo, deve cogliere questa occasione, e credo che il Mezzogiorno... ma questi sono temi che il Presidente Emiliano ha avuto modo non solo di recente di sottolineare, ma da più tempo, qualcuno ha anche ironizzato sulla centralità che invece questa parte del Paese deve riconoscersi, visto che abita le coste, abita il Mediterraneo, il mare.
Il mondo non è fatto solo di terra ma è fatto anche di acqua, ce n’è tantissima ed è una ricchezza, e questo vale anche per la nostra Provincia, Antonio. La nostra Provincia non è solo agricoltura, noi veniamo da una stagione lunga, in cui abbiamo costruito un modello di sviluppo molto centrato sulla permanenza delle PAC, ci saranno anche delle responsabilità che ci riguardano se non siamo in grado di innovare il nostro sistema produttivo, e sulla presenza, dal punto di vista industriale, di grandi commesse di Stato (penso all’Enichem, penso al comparto officine e ferrovia, penso allo zuccherificio).
Venuto meno questo modello, ci siamo trovati sprovvisti di un orizzonte e ci siamo trovati sprovvisti anche di una politica industriale.
Credo che uno dei temi sia pure questo, qual è la politica industriale che il Governo, e quando dico politica industriale parlo di politica industriale in senso lato, parlo di insediamenti industriali, parlo di politica industriale in senso lato. È lì che il Governo ha la necessità e deve intervenire. Cosa pensiamo? Come pensiamo di rilanciare il Mezzogiorno? Come pensiamo di agganciare questa congiuntura che è critica, ma al tempo stesso è densa di possibilità? Il PNRR è una di queste, ma non è l’unica. Le Regioni utilizzano i fondi strutturali dell’Unione europea. C’è uno sforzo che noi dobbiamo fare, possiamo fare, ma come facciamo a cogliere? Altro che autonomia differenziata! E questo è un altro tema politico. Arriviamo, invece, al tema che ci sarebbe bisogno di perequare condizioni di partenza. I nostri Comuni non sono in grado di far fronte alle occorrenze richieste dal PNRR.
I nostri Comuni non hanno personale. Il turnover è impedito da moltissimi anni. Le politiche di contenimento della spesa pubblica si sono scaricate troppo sui Comuni in generale in Italia e questo ha prodotto, inevitabilmente, esiti che si sono moltiplicati nel Mezzogiorno, dove la situazione era già critica.
Lo stesso discorso vale per la sanità. La pandemia ci ha aperto gli occhi da questo punto di vista. Abbiamo sbagliato a non puntare sulla sanità pubblica, e ancora oggi i punti di partenza, la spesa pro-capite, come diceva Antonio, quella che riguarda il Mezzogiorno, è inferiore a quella che riguarda le altre aree del Paese. La Puglia sta in questo contesto critico ormai da un decennio, o per lo meno un decennio l’ha passato sotto le forche caudine di un piano di rientro nella sanità.
Lo stesso dicasi anche per il tema della giustizia. Questa è l’emergenza sulla quale noi possiamo ragionevolmente sperare di assumere un impegno dal ministro. Una nuova politica industriale, la risorsa mare, la portualità deve diventare un’altra occasione che noi dobbiamo sfruttare, le portualità del sistema pugliese, i trasporti, la logistica, le reti infrastrutturali non solo materiali, ma anche immateriali, perché, da questo punto di vista, scontiamo un ritardo, ma è chiaro che in un clima complicato di questo tipo, con indicatori che ci danno in decrescita e che aggravano la situazione e il contesto economico e anche sociale della Capitanata, un fenomeno, il fenomeno criminale, ha avuto buon gioco. Quello ti chiedono gli investitori prima di venire sul territorio: la giustizia funziona? Anche la giustizia civile è un problema, come lei ben sa, viceministro.
La sicurezza è garantita ai nuovi investitori? Dalle nostre parti no, ma questo non è accaduto per un gioco o un capriccio del destino. È accaduto anche in Salento quando c’era la Sacra Corona Unita, non che sia scomparsa, ma c’è stata una forte azione di contrasto.
La criminalità, siccome si è internazionalizzata anch’essa, ha spostato l’approdo, ha trovato più conveniente altri interlocutori, canali e approdi verso il nord della Puglia. Non è un fenomeno che è nato, Antonio, nel 2005, 2006, 2007, 2008. Chiedilo al sindaco di Monte Sant’Angelo, stava qui, negli anni Novanta cosa è stato Monte Sant’Angelo. Quando sono diventato sindaco, giovane, abbastanza giovane, a 33 anni, i primi sei mesi, quattro mesi del mio mandato sono stati segnati da tre omicidi nel centro cittadino e due tentati omicidi andati falliti per una guerra di mafia che tutti conoscevano. Per cui, io chiesi l’intervento addirittura dell’Esercito. Poverino, ero un ragazzo, non sapevo cosa fare nel 2002.
Le prime visite della Commissione antimafia, i primi processi che alcuni magistrati pionieri misero in campo in quegli anni, fine anni Novanta e inizi anni Duemila, non sono andati a buon esito, non hanno prodotto condanne per mafia, perché, evidentemente, era il quadro inquirente che mancava, perché non avevamo uomini e mezzi per le indagini adeguate, perché avevamo pochi magistrati probabilmente. Se lo dice il procuratore Vaccaro, credo sia vero. Che ci sia bisogno di un’azione di contrasto che faccia un passo in avanti evidentemente è vero: i ritardi della politica, la gente non collabora, l’omertà. Se noi vogliamo provare a fare un cambio di passo…
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere, la prego di chiudere.
Speaker : CAMPO.
Ho terminato.
Fare un cambio di passo affidandoci all’evoluzione di un sistema socioeconomico che data ormai trenta o quarant’anni di ritardo sul piano dello sviluppo, anche culturale, è chiaro che non si fa in dieci giorni o in un mese. È chiaro che lo Stato non può non intervenire laddove un’emergenza assume le caratteristiche che altri colleghi meglio di me hanno rappresentato con i numeri e che io, per economia di tempo, non ribadirò.
Le risorse servono, appunto, non solo per rendere più forte e migliore il contrasto dello Stato alla mafia, ma servono per mettere i nostri Comuni nella condizione, poi, dopo che sono stati sciolti per mafia e quando c’è una nuova Amministrazione, di essere in grado di affrontare la sfida dell’Amministrazione. Se dopo uno scioglimento per mafia un sindaco si insedia e trova le casse vuote, non si può muovere, certo che l’istruzione è un tema. Sulla cultura, benissimo, investiamo sulla cultura. Nelle nostre scuole comunali si può fare il tempo pieno; no, perché non abbiamo i soldi per la mensa. Nel centro-nord il tempo pieno è diffusissimo.
Nelle nostre scuole ci sono le palestre, penso anche nelle scuole di secondo grado, il Presidente della Provincia non c’è. Abbiamo edifici vetusti, non abbiamo apparecchiature, non abbiamo tecnologia. C’è un investimento sulle condizioni di contesto, di base, che è un primo passo se vogliamo cominciare una battaglia seria… Ecco il Presidente della Provincia: Nicola, è drammatica la situazione della nostra edilizia scolastica, specialmente da quando alle Province sono stati tolti fondi e personale. Mi dite come farà, la Provincia, a tenere a mente gli impegni che discendono dal PNRR? Sarà complicatissimo. È su questo che bisogna intervenire, ed è per questo che pongo un tema politico, visto che siamo in una sede politica, e poi la Capitanata è bellissima, i colleghi l’hanno già ricordato. È quanto di più sbagliato, signor Viceministro, si possa mettere all’ordine del giorno in questo contesto, la discussione sull’autonomia differenziata. Non ha nessun senso. Produrremmo danni ulteriori perché non siamo nelle condizioni di partecipare, se non ristabiliamo equi punti di partenza. Sono queste, secondo me, le chiavi attraverso le quali passa un’azione di governo che deve cominciare a guardare al Sud, non come ad un peso, a un luogo lamentoso, dandogli bensì una possibilità vera di mettersi in pista. Non ripeterò l’elenco delle risorse che abbiamo nella mia terra. Un osservatore esterno, per prima cosa direbbe: ma come, avete tutto quel ben di Dio e non siete capaci a tirar fuori qualcosa di buono?
Purtroppo, quando la discussione soffre di una certa fretta, e dobbiamo tutti fare a gara per elencare quanto di buono c’è, rischiamo di perdere di vista l’obiettivo.
Un altro obiettivo mi sollecitava l’assessore all’ambiente, signor Viceministro, e su questo, Raffaele, tengo all’attenzione del Ministro: i reati ambientali e la criminalità. La terra di Capitanata sta diventando il luogo su cui la criminalità, anche esogena – io credo che molto dipenda da questo – ha posto gli occhi. Nonostante gli interventi, anche a regia diretta della Regione Puglia, che si stanno compiendo, quello è un rischio che dobbiamo sventare. Lì c’è bisogno di intelligence, c’è bisogno di uomini, c’è bisogno di fermarla subito, questa cosa, prima che diventi un’altra faida del Gargano. Perché poi, quando le cose diventano carsiche, si innervano in un tessuto sociale e diventano addirittura fattore culturale, è complicato rimuoverle. Invece, ci vuole, Eccellenza, un intervento forte, deciso, immediato, perché solo così potremmo ripristinare condizioni minime affinché i tanti interventi della Regione Puglia – non è vero che non si è investito, non voglio e non posso fare l’elenco per ragioni di tempo – abbiano poi un senso compiuto e non diventino, al contrario, occasione ulteriore per intercettare fondi e frodare la Comunità europea, per alimentare altra impresa…
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Campo, devo chiederle di chiudere.
Speaker : CAMPO.
…mafiosa che si auto-ricicla, perché noi abbiamo un problema in alcuni settori, in alcune aree, in alcune zone del nostro territorio. Ormai la commistione economico-finanziaria con le dinamiche criminali è in atto. Io non penso che il Procuratore Vaccaro sia uno sprovveduto. Se so io quali sono gli attori, quali sono i luoghi, cioè me ne accorgo di chi vive il territorio….
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Campo, siamo fuori…
Speaker : CAMPO.
…evidentemente il Procuratore Vaccaro ha bisogno di più mezzi, di più uomini e di più risorse a disposizione, perché è una battaglia che si può vincere, e lei, Viceministro, da giurista e da uomo del territorio lo sa ben meglio di me.
Grazie.
(Applausi)
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Campo.
Adesso la parola al Presidente della Provincia di Foggia, in rappresentanza di tutti i sindaci. Grazie.
Speaker : GATTA, Presidente della Provincia di Foggia.
Signora Presidente del Consiglio, signor Presidente Emiliano, onorevoli consiglieri regionali, onorevoli parlamentari, onorevole Viceministro, cari colleghi Sindaci, quella di Foggia è una provincia-regione, la terza in Italia per estensione, la provincia più agricola d’Italia, ma anche uno dei territori ad alta vocazione turistica grazie alle bellezze del Gargano, della Piana del Tavoliere e dei Monti Dauni. È davvero difficile trovare una terra così fertile e, al contempo, così bella. Ma nonostante ciò, questo territorio sconta tantissimi ritardi, numerosi problemi da risolvere. Vere e proprie emergenze, ma la più importante è sicuramente quella della criminalità organizzata, molto forte, molto agguerrita e molto violenta.
L’ho detto spesso: la provincia di Foggia è stata occupata dalla mafia e va liberata. Lo Stato sta facendo sentire tutto il suo impegno, e per questo non possiamo non ringraziare la squadra Stato, che sta facendo un lavoro straordinario, ma serve un ulteriore sforzo, servono più uomini e mezzi, così come occorre una riorganizzazione della geografia giudiziaria, perché una Provincia vasta come la nostra non può reggersi sul funzionamento di un solo tribunale, mentre nel vicino Molise, con un territorio più piccolo ‒ è stato detto un po’ da tutti ‒ e una popolazione la metà di quella della Capitanata, ce ne sono addirittura tre.
Sono convinto che la criminalità non si combatte solo con la repressione. Occorre mettere in campo serie politiche di sviluppo e occupazionali, che consentano di creare quelle condizioni capaci di dare risposte ai tanti giovani del nostro territorio, che spesso sono costretti ad andare via, a lasciare la nostra terra. Chi decide di rimanere spesso diventa manovalanza della criminalità organizzata. Non a caso il tasso di criminalità è correlato al tasso di disoccupazione. Nel 2021, come certificato dal rapporto IPRES, la Provincia di Foggia ha fatto registrare quasi il 22 per cento di disoccupazione, il tasso più alto tra tutte le Province della Puglia, addirittura di quasi dieci punti percentuali superiore al dato di Bari, ad esempio.
Al dato dei giovani che lasciano la nostra terra si aggiunge quello del calo della natalità, che, pur interessando l’intera nazione, comporta il progressivo spopolamento, soprattutto delle nostre aree interne, che invece hanno molto da offrire allo sviluppo del nostro territorio, per le quali occorrono misure urgenti e straordinarie.
Il nostro è un territorio che ha sete di infrastrutture. Da oltre quarant’anni non si costruiscono grandi opere. Serve, dunque, una visione complessiva delle necessità della Capitanata, della mobilità interna e quella in grado di connettere la Provincia di Foggia con poli di interesse economico, che possano valorizzare la sua vocazione ad essere uno strategico polo logistico, fino alla mobilità a servizio del turismo, che il parziale ritorno all’operatività dell’aeroporto Gino Lisa contribuirà a rafforzare.
Le infrastrutture, a mio avviso, sono la chiave di volta per rimettere in moto l’economia della Provincia. Sono lo strumento per rendere appetibile il territorio per nuovi insediamenti produttivi e industriali e anche per valorizzare la nostra immensa vocazione turistica. Possiamo avere le più belle località (l’abbiamo detto in tutte le salse), i più incantevoli borghi, ma se non è possibile raggiungerli rapidamente e in sicurezza è impossibile sfruttarne le potenzialità.
Da questo punto di vista, abbiamo il vantaggio di attraversare una grande stagione di programmazione. Ad esempio, la grande opportunità legata alle zone economiche speciali per il rilancio delle nostre aree industriali. Su questo voglio dire che, purtroppo, è da anni che non riusciamo ad attrarre investimenti nelle nostre aree industriali. Le nostre aree industriali, da Foggia a Incoronata, da Manfredonia a Lucera e San Severo, sono diventate dei cimiteri. È su questo che le zone economiche speciali possono dare una grande prospettiva, una grande speranza, soprattutto dal punto di vista occupazionale.
Dobbiamo avere, inoltre, la consapevolezza che ogni altra azione ha senso solo se sarà pensata e realizzata rispettando le caratteristiche e le specificità del territorio. Anche i processi industriali più complessi e che guardano al futuro devono procedere nel rispetto delle nostre peculiarità.
Penso alla transizione ecologica a cui siamo chiamati. La nostra provincia ha già dato tanto alla produzione di energia da fonti rinnovabili, ma vive di un paradosso: nonostante sia la prima provincia per produzione di energia eolica, ha ottenuto poco in termini economici. Vogliamo comunque continuare a contribuire guardando al futuro delle rinnovabili e cogliendo la grande opportunità offerta dall’idrogeno. Su questo voglio ribadire la ferma nostra richiesta a questo Consiglio regionale che noi abbiamo grandi potenzialità per attuare, come dicevo, la transizione ecologica, vogliamo dare ancora un ulteriore contributo alla regione e al Paese Italia, ma vogliamo finalmente un giusto ristoro dal punto di vista non solo ambientale, ma anche economico. D’altronde, l’abbiamo visto in questi vent’anni, da quando siamo stati interessati da una serie di impianti eolici nel nostro territorio, che spesso hanno creato contenziosi con gli Enti locali. Su questo dico all’assessore regionale all’industria che noi vogliamo continuare a dare il nostro contributo, ma vogliamo anche legarci a quella che può essere una grande opportunità, quella dell’idrogeno, che può dare non solo un ristoro, non solo una risposta in materia energetica, ma soprattutto una risposta in termini occupazionali. E quando si è parlato di idrogeno in questo Consiglio regionale non ho sentito parlare di Capitanata, ho sentito parlare di distretto legato alla zona di Lecce e alla zona di Brindisi. Non ho sentito parlare del nostro territorio che, come dicevo prima, ha dato tanto in materia energetica e soprattutto è la prima provincia in materia di energia eolica.
Per questo faccio appello alla sensibilità di tutti i consiglieri regionali affinché possa essere inserito in materia di idrogeno anche il nostro territorio.
La Provincia di Foggia, oggi più che mai, è a un bivio: affrontare i suoi atavici problemi che da troppo tempo ne impediscono e frenano lo sviluppo oppure perdere un treno storico, condannandosi a un futuro di ulteriore arretramento economico e sociale. Queste sono le due opzioni che la Capitanata ha di fronte a sé. Per questo il Consiglio regionale di oggi, per il quale ringrazio i promotori, in primis il consigliere Tutolo, ha un significato cruciale. Da questa discussione occorre che emergano strategie reali e concrete e non semplici intendimenti. Abbiamo bisogno di risposte e non di promesse, per richiamare ciascuno a una più forte consapevolezza della fase storica che attraversiamo.
Noi, come Provincia, nonostante le mille difficoltà, lo diceva prima anche il consigliere Campo, nonostante le forti limitazioni in termini economici e di competenza che la legge Delrio ha prodotto, stiamo facendo un grande lavoro. Lo stiamo facendo promuovendo una grande programmazione, iniziata con il CIS Capitanata, di cui questa mattina non ho sentito parlare. Lo dobbiamo dire, al di là dei colori politici: nella Provincia di Foggia, la più grande programmazione, almeno nella storia recente, è stata promossa dalla Presidenza Conte, che ha previsto uno stanziamento di 280 milioni a favore del nostro territorio, in termini di infrastrutture, in termini di promozione turistica. È un dato di fatto. Mi auguro ci possa essere una continuità rispetto a questo. Un’attenzione, ne sono sicuro, ci sarà anche da parte di questo Governo.
Fondi importanti, ma non sufficienti a recuperare l’intero gap infrastrutturale. Oggi abbiamo dinanzi a noi una grande e importante occasione: il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Insieme alla programmazione europea, quindi alla programmazione 2021-2027, al Fondo di sviluppo e coesione si concentrerà una importante dotazione finanziaria, che può sicuramente dare un forte impulso, un forte contributo al nostro territorio. Dobbiamo, per questo, essere bravi a mettere in campo progetti immediatamente cantierabili. Su questo, come Provincia, stiamo lavorando molto, sul campo infrastrutturale. Siamo riusciti, da quella stagione del CIS, dove riuscimmo a far finanziare la progettazione esecutiva per la Regionale 1, per togliere dall’isolamento una parte del nostro territorio, la parte dei Monti Dauni, per legarla e per rendere più vicino questo territorio alla parte turistica del Gargano, la Regionale 1, quindi con un primo stanziamento di 9 milioni. Siamo riusciti poi ad ottenere col Fondo di sviluppo e coesione altri 70 milioni. Infine, con una rideterminazione del CIS Capitanata, altri 53 milioni per questa importante opera strategica.
Per questo dobbiamo essere bravi a ridisporre i progetti. Spesso si sente parlare di poche risorse economiche. A mio avviso, non è un problema di risorse, è un problema di avere progetti immediatamente cantierabili, su questo dobbiamo essere bravi, e fare anche progetti con la massima condivisione, con la condivisione del territorio, con la condivisione dei Sindaci. In questa stagione infatti saranno premiate, a mio avviso, la qualità dei progetti e la rapidità, con i tempi stringenti che ci ha imposto l’Europa.
Per questo ho chiesto più volte, e chiedo qui ufficialmente questa mattina, un tavolo permanente per la Capitanata, che veda come attori principali tutte le Istituzioni, in primis i Sindaci, le forze datoriali e sociali, perché siamo in una fase cruciale e delicata per il futuro della nostra Provincia, in cui tutti noi, secondo le specifiche competenze possiamo e dobbiamo fare la nostra parte.
Se vogliamo davvero risollevare le sorti della Capitanata dobbiamo costruire un modello virtuoso, un Mezzogiorno che funzioni, che non si lamenti e che non si abbandoni al pessimismo. Abbiamo davanti a noi una grande sfida che dobbiamo vincere, e per vincerla dobbiamo insieme lavorare per il nostro territorio.
Grazie.
(Applausi)
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente Gatta.
Adesso passo la parola al Presidente Michele Emiliano.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Signor Viceministro, signori consiglieri, signori Sindaci, Presidente della Provincia, innanzitutto grazie per la disponibilità, ringrazio anche il Presidente Meloni.
Ovviamente, una discussione così ampia, ma anche così parziale della situazione complessiva della Regione è di grande difficoltà, la gestione cioè della discussione, cioè che succede dopo, non perché, è evidente… Siccome non stiamo facendo una cerimonia, né di festeggiamento né di resa, ma stiamo facendo una riunione di lavoro, bisogna capire che cosa facciamo dopo.
Voi ricorderete che la Regione Puglia ha collaborato con qualunque Governo, ne abbiamo viste di tutti i colori ovviamente con i Governi, mi ricordo i primi CIS del Governo Conte 1, poi abbiamo fatto il Conte 2, poi abbiamo fatto Draghi, adesso siamo alla Meloni, e sono passati solo pochi anni, e nella sostanza, a parte, come diceva il Presidente della Provincia, un tentativo, devo dire anche quello piuttosto particolare, perché vi voglio ricordare che quella programmazione dei CIS è una fissazione dei Governi centrali, cioè quella di avere un rapporto diretto tra Governo centrale, Sindaci e Province, e tenere fuori le Regioni, tutto il PNRR funziona così, giusto?
Adesso, quindi, ci dobbiamo intendere, deve funzionare così la relazione o le Regioni devono stare dentro? A maggior ragione in quanto, se non ho capito male, stiamo pensando di aumentare le competenze e le autonomie delle Regioni.
In ogni caso, siccome noi siamo usi ad obbedir tacendo, siamo a disposizione di qualunque tipo di attività, da quella consulenziale a quella operativa, come abbiamo fatto, per esempio, su una questione della quale non abbiamo parlato, ma che in Provincia di Foggia ha ribaltato una situazione gravissima, e lo abbiamo visto anche con le ultime precipitazioni piovose. Io sono diventato Presidente della Regione l’anno prima delle elezioni, durante l’alluvione di Peschici e delle zone limitrofe, quando ci rendemmo conto che c’era una situazione... ero assessore al Comune di San Severo e quindi, assieme al Sindaco di Peschici e a tutti i Sindaci dell’area (qui ce n’è sicuramente qualcuno presente) affrontammo questa situazione gravissima del dissesto idrogeologico e di tutte le conseguenze.
Come Commissario di Governo, il Presidente della Regione, quando le cose vanno bene, i soldi si spendono e nessuno viene arrestato, perché può succedere anche che qualcuno venga arrestato, dei lavori pubblici non si parla, ma sono state investite decine e decine e decine e decine di milioni da parte del Commissario, quindi del Presidente della Regione Puglia nella veste di Commissario di Governo. Devo dire che sono stati realizzati lavori di ripulitura e di costruzione di nuovi canali di scolo. È un lavoro del quale non ho sentito parlare proprio oggi. È la più importante opera che è stata fatta nella Provincia di Foggia. È un’opera che ha riguardato tantissimi Comuni. Non so se c’è ancora il Sindaco di Carpino. È andato via. Aveva la sala operatoria, immagino. Ormai ci conosciamo bene. Ha riguardato il Sindaco di Biccari. Non so se c’è ancora. Tantissimi altri sindaci, che hanno collaborato in maniera molto importante ‒ e di questo li ringrazio ‒ su investimenti che, a occhio e croce, hanno superato i 110-120 milioni di euro in questi sei-sette anni. Forse anche di più, mi dice il Vicepresidente. Io non ho preparato i numeri, perché queste sono cose che dovremmo conoscere a memoria. Sono molti di più? Va bene. Poi vedremo i numeri. Sono tanti soldi, su più linee di finanziamento, sia fondi europei che FSC. Quella è stata la prima cosa che abbiamo fatto.
Onestamente, prima di quel momento, la situazione era drammatica. Era drammatica, per esempio, per tutta la situazione legata alla Protezione civile. Le vicende del dissesto idrogeologico e degli incendi ‒ non devo, ovviamente, ricordare ai Sindaci le conseguenze di un incendio sui Monti Dauni o sul Gargano ‒ sono state concentrate in un progetto di riapertura dell’aeroporto di Foggia, che svolge sicuramente le funzioni dei voli di linea, ma è anche diventato, e potrà diventarlo ancora di più se il Governo nazionale ci dà una mano... È un aeroporto di interesse nazionale, da questo punto di vista. È un aeroporto fuori dalle regole di mercato grazie al Governo Conte 1, che ci ha dato la possibilità di sostenere i costi dell’aeroporto. Quindi, a differenza di quello che vale per Bari e per Brindisi, questa cosa va detta, siamo riusciti in un’operazione non facile: uscire dal pareggio di bilancio per quanto riguarda l’aeroporto di Foggia, sennò non l’avremmo aperto mai, nel senso che avremmo dovuto giustificare lo sbilanciamento dei costi. Adesso, man mano che cresceranno i voli e le linee, questo processo verrà accompagnato… Adesso non mi ricordo esattamente come si chiama… Il SIEG, che è stato concesso dal Governo. Questo è stato un secondo passaggio estremamente importante.
Come, d’altra parte, abbiamo lavorato intensamente nel CIS per rafforzare tutta la rete stradale. La Regione non è direttamente, però stiamo dando una mano importantissima. Diciamo che, al di là delle decisioni della struttura del CIS o del PNRR, poi tutto dalla Regione passa lo stesso, nel senso che sono poi gli uffici regionali che devono fare tutte le verifiche e gestire questa burocrazia pazzesca, che, cambiano i Governi, è sempre la stessa. Veramente siamo tutti sulla stessa barca, perché ci rendiamo conto che arriva il giorno, al di là delle dichiarazioni di principio, tipo l’abolizione del reddito di cittadinanza, che è una teoria, come… Mi chiedo, per esempio, qual è l’impatto eventuale, se fosse vero, ma io sono sicuro che non è vero, che potrebbe derivare dall’abolizione del reddito di cittadinanza, nel senso che è una dichiarazione di principio. Però, che succede in un’area così in difficoltà? Anche in rapporto con la criminalità organizzata come funziona? D’altronde, vi ricordo una cosa che non abbiamo detto, forse per pudore: il capoluogo della Capitanata è stato sciolto per mafia. È una di quelle cose che ancora mi brucia, e mi brucia per moltissime ragioni. A parte l’impatto di immagine generale, è tutto quello che ne sta conseguendo. A Foggia una decisione, che noi abbiamo tentato – è vero, Sebastiano? – di osteggiare in tutti i modi, cioè la chiusura di molte scuole dell’infanzia, si è realizzata, e basta. E non c’è stato verso di venirne fuori. Anche questo, ovviamente dopo il commissariamento, è un segno di un metodo semplicistico di affrontare le cose.
La stessa cosa è avvenuta pari pari – io non l’ho vissuta perché non ero Presidente – sugli uffici giudiziari, che vedo non solo perché molti degli interventi vengono da professionisti delle professioni forensi, ma è una cosa che brucia, ed è una cosa che brucia per la sua manifesta ingiustizia, è manifesta questa iniquità che è stata perpetrata, quasi fosse sullo stesso livello della chiusura delle scuole dell’infanzia per la città di Foggia dopo lo scioglimento, cioè come se si trattasse quasi di una sanzione nei confronti della cittadinanza incolpevole di quanto avvenuto.
Abbiamo provato, prima di quel momento, a collaborare anche con l’Amministrazione comunale di Foggia, vi ricorderete che abbiamo utilizzato il Medimex. Certo, Fummo particolarmente sfortunati, perché io mi sono bagnato quel giorno più di qualunque altra volta nella mia vita, pur di partecipare al concerto di Renzo Arbore sotto l’acqua, però, per esempio, l’impegno che la Regione ha preso per aprire assieme alla Provincia Casa Arbore non solo ha dato soddisfazione a un grande pugliese, ma credo sia un segno di grande attenzione anche in questioni forse non rilevanti come il dissesto idrogeologico o un aeroporto, ma che hanno il loro significato sull’autostima.
Una delle cose principali che bisogna invertire nella comunità foggiana (è un processo che nelle altre Province pugliesi è già cominciato, anche se non devi mollare mai) è la sicurezza nelle Istituzioni, nell’autostima, nell’aver fiducia in se stessi e negli altri, perché a volte mi accorgo, nelle mie frequentissime visite nella Provincia, che peraltro non è tutta uguale, perché dobbiamo dare atto ai Sindaci che nelle loro comunità (se mi fate delle domande, io vi saprei dire Sindaco per Sindaco quello che fanno e i problemi che hanno) Sindaco per Sindaco sono riusciti a fare tantissimo, con le scarsissime risorse di cui dispongono, che, per esempio, noi abbiamo incrementato con un provvedimento unico in Italia, che ha riguardato tutta la Puglia, non solo la Provincia di Foggia.
Quante strade abbiamo rifatto con i soldi della Regione Puglia, che non è competente sulla questione delle strade comunali? Assai, credo, perché è un progetto incredibile, il Vicepresidente, non ne ha parlato, perché effettivamente, quando uno lavora e tiene la testa bassa, si ricorda solo dei problemi che sono ancora aperti, non di quelli che ha risolto. È vero, Donato?
Noi, ad esempio, abbiamo avuto problemi molto gravi anche in agricoltura, stiamo cercando faticosamente, dopo aver preso atto delle nostre responsabilità, stiamo facendo un lavoro molto importante. È chiaro che se avessimo la possibilità di mettere in sicurezza il sistema irriguo della Provincia, è l’unica Provincia con un poco di acqua, quella di Foggia. Se poi riusciamo a tenerla tutta, la utilizziamo, se riusciamo a manutenere le dighe attive, sono comunque tutte opere che ovviamente hanno bisogno di un contributo rilevante.
Noi abbiamo anche discusso sull’ipotesi di un trasferimento di queste infrastrutture ad Acquedotto Pugliese, però forse la via maestra, quella di rispettare l’impostazione generale, è quella più condivisa dalle organizzazioni agricole e credo anche dai Comuni. Una mano su queste infrastrutture però ci serve: se riuscissimo a rendere irriguo quel 30 per cento che ancora non lo è, il potenziale già incredibile dell’agricoltura della Capitanata potrebbe crescere. Qui il Governo ci può dare una mano perché abbiamo addirittura dighe costruite e mai entrate in funzione, per vari problemi.
Avevamo un’altra questione gigantesca: in provincia di Foggia la Regione, dall’enorme necessità cui era messa di fronte ha avuto grandi soddisfazioni. Mi riferisco alla gestione del caporalato, e più in generale alla gestione dei ghetti. Come voi sapete, addirittura il ghetto italiano principale sorge su un’area demaniale, forse ancora di proprietà dell’Aeronautica (non so se è stato passato a qualcuno). Potete immaginare: parliamo di un problema sul quale il Procuratore della Repubblica, che saluto e che ringrazio, assieme al Prefetto per il suo intervento, mi ha più volte sollecitato a intervenire. Io ovviamente ho detto che siamo intervenuti ovunque la Regione aveva la possibilità di farlo, mi riferisco soprattutto ad un modello di intervento, che come è stato detto noi dobbiamo alla intelligenza, alla fantasia di Stefano Fumarulo, che a Casa Sankara ha trasformato un’azienda agricola di proprietà della Regione Puglia in una struttura, devo dire, assolutamente innovativa, che ci viene invidiata in tutto il mondo, che oggi produce… È arrivata all’inscatolamento dei pomodori, ma fanno anche altro: adesso hanno cominciato a produrre borse da vele, insomma, si sono messi a lavorare, uno strumento che – forse sto per dire una cosa… – andrebbe aperto anche ai cittadini italiani che non trovano lavoro perché il metodo funziona. Se noi prendessimo tutte le nostre strutture agricole, le ASP… noi abbiamo in provincia di Foggia una delle ASP più grandi che esista, dove la Regione Puglia è riuscita nel suo meccanismo “antropofago” a non dargli la concessione per motivi ambientali per l’installazione di impianti energetici eolici, pur essendo un soggetto pubblico, e comunque la Giunta non poteva intervenire in queste questioni, forse anche la procedura è sbagliata, ma forse ci dobbiamo riprovare, perché un’azienda agricola di 2.000 ettari, se ha un impianto energetico ed eolico che gli dà 10 milioni di euro di energia da conferire nella rete, è una bella storia. Ci dobbiamo ritentare. Però, Casa Sankara è anche un posto dove abbiamo consentito agli stessi migranti di gestire la prima accoglienza di altri migranti e che corrisponde a un modello che adesso sta consentendo alla Regione Puglia e al Ministero dell’interno, la collaborazione è sempre stata ottima tra Ministero dell’interno e Regione Puglia, di realizzare anche in altre aree insediamenti simili, secondo un modello che – lo ripeto – noi consideriamo positivo,
Per chiudere, la collaborazione con i Governi è sempre stata totale e lo sarà anche con questo. Sulle cose che servono alla Capitanata – questa almeno è la mia impressione – non ha impatto il marketing della politica. Il marketing della politica è una di quelle cose che conosciamo tutti e che pratichiamo tutti – non mi sto chiamando fuori –, e cioè quello di dare un significato alla divisione di schieramento con delle questioni identitarie. Io penso che sulla Capitanata questioni identitarie che dividano la Regione dalla Provincia o dai Comuni a seconda del loro schieramento politico o dei consiglieri non esistano. Secondo me, possiamo lavorare con grande intensità e soprattutto senza praticare lo scaricabarile. Noi non abbiamo intenzione di far pagare a questo Governo in carica tutto ciò che in cinquant’anni non è accaduto. Sarebbe ridicolo. Anzi, abbiamo interesse, come stiamo facendo in altre materie… Lo dico al Viceministro perché lo deve sapere. Noi stiamo affrontando insieme al Governo, anzi la mia presenza qua mi ha impedito di richiamare il Ministro Urso, con il quale sono al telefono in maniera permanente, proprio perché abbiamo di fronte un’urgentissima necessità di risolvere la questione, perché la continuità aziendale dell’ILVA non può aspettare molto altro. La stessa cosa sta avvenendo con altri uffici. So per certo ‒ perché conosco il Viceministro e avvocato Sisto ‒ che la stessa cosa sta avvenendo per la costruzione del nuovo Palazzo di Giustizia.
È vero, siamo un’Amministrazione di sinistra, però non è che per questo abbiamo intenzione di non governare secondo le regole ciò che ci è affidato in responsabilità. Stiamo, ovviamente, aspettando lo sblocco dei fondi europei, che si sono sbloccati, quindi la Puglia ha conquistato i 5,6 miliardi dei fondi europei. Però ora dobbiamo sbloccare pure l’FSC, che è nelle mani del Ministro Fitto, che, essendo pugliese, comprenderà che... Faccio un esempio su tutti, che interessa la Capitanata. Siccome non ci saranno più fondi per il turismo assegnati alle Regioni, ma verranno assegnati direttamente solo a pochissimi Comuni... Non so quale sia la ragione di questo fatto. Solo poche decine di comuni in Puglia e in Italia avranno finanziamenti, come tali, cioè come città, come singoli, dai fondi europei. Questo determinerà, delle due l’una, o l’interruzione della promozione e delle attività fatte da Puglia Promozione, che viene unanimemente considerata la migliore agenzia di promozione turistica d’Italia, oppure dobbiamo farci venire un’idea. Una delle idee che vorremmo concordare con il Governo e con il Ministro del turismo, che prima o poi riusciremo a contattare, è quella di utilizzare l’FSC per costruire con i Comuni, in un mix tra chi verrà finanziato dai fondi europei e chi, invece, verrà finanziato dall’FSC, una regia regionale. Per quello che ho capito io, in tutte le fiere dove siamo andati e in tutte le attività di promozione dove siamo andati, i Comuni hanno trovato di grande sollievo non doversi organizzare da se stessi, ma poter essere rappresentati in modo collettivo, fermo restando che ciascuno, come è accaduto alla BIT dell’anno scorso... Dove, se non sbaglio, mi sono preso il Covid, però. Perché esiste ancora il Covid. È necessario ‒ dicevo ‒ che queste attività siano condivise con l’ANCI e, in generale, anche con il Governo. Il turismo è questo: un modo di parlare dell’Italia attraverso le regioni, attraverso i comuni.
In realtà, avrei potuto dire molte altre cose, però, siccome mi propongo di lavorare con il Governo ratione materiae nel tempo, quindi non ho alcuna fretta oggi di dire tutto quello che ho in testa, lascio la parola al Viceministro per le sue conclusioni - ripeto - ringraziandolo ulteriormente perché ha avuto una pazienza infinita (so di cosa parlo) nell’ascoltarci tutti e nell’attendere l’esaurimento delle nostre pulsioni prima di intervenire. Grazie ancora.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente.
Signor Viceministro, siamo arrivati alla conclusione del Consiglio, noi la ringraziamo ancora, ringraziamo con lei la Presidente del Consiglio per aver deciso di partecipare, attraverso lei, a questo Consiglio monotematico.
Ognuno ha avuto modo (lo hanno fatto i consiglieri di Foggia, l’ha fatto il Presidente della Provincia, ma l’hanno fatto anche le Istituzioni, il Procuratore, il Prefetto) di dire la propria per esaltare non solo i fatti negativi che riguardano Foggia, ma anche per sollecitare l’attenzione e le opportunità.
A lei adesso la parola per intervenire proprio su questo, anche magari con gli impegni del Governo. Grazie mille.
Speaker : SISTO, Viceministro della Giustizia.
Grazie.
È per me un grande onore rappresentare il Governo nella mia Puglia e avere l’opportunità soprattutto di aver ascoltato certo con pazienza, anche con molto interesse quello che è stato riferito, perché il grido o le grida che vengono dal territorio e quelle fasce tricolori che vedo di fronte a me, secondo me, sono i principali protagonisti di questo Consiglio regionale.
Un Consiglio regionale anomalo, che riguarda i consiglieri regionali, ma riguarda essenzialmente i Sindaci, che sono i primi a subire l’impatto delle difficoltà del territorio, e questo non lo dimentico mai. So bene quanto sia difficile il mestiere di Sindaco e, quanto più è piccolo il Comune, tanto più è difficile per certi versi, perché le risorse sono certamente inferiori, anche l’eco di quello che fai, quello che riesci a costruire è apparentemente inferiore, quindi l’impegno dei singoli mi sembra che in questa sede vada valorizzato al massimo.
Io credo che il Governo in questo momento abbia dato prova di grande coraggio. La manovra finanziaria che ieri è partita ha seguito un principio che noi definiamo, o meglio gli economisti definiscono, nell’economia dello scambio, della utilità marginale. Quando si ha sete il primo sorso d’acqua vale 10, l’ultimo vale 1.
Il Governo ha cercato di tracciare il primo sorso d’acqua, quello più rilevante: caro bollette e costo dell’energia e su quello ci siamo concentrati con una prova di maturità difficile, perché comprendete bene che quando c’è una situazione di difficoltà, decidere non è sempre agevole, ma la decisione è stata assunta, con una grande disponibilità, tra l’altro, dopo interventi su pensioni, su benefici, sul fisco, una disponibilità a rivedere talune posizioni nel corso del dibattito parlamentare. Questa infatti è la grande novità di questo Governo: la disponibilità ad un dibattito parlamentare vero, un dibattito parlamentare che nasce finalmente da un Governo legittimato da un consenso popolare.
Da un punto di vista di purezza di lettura dei cardini costituzionali, dico che questo è un enorme passo avanti, un Governo che può andare avanti e scegliere anche di rimediare a quello che fa perché ha la legittimazione di un consenso. Non è una maggioranza trovata, è una maggioranza scelta dagli italiani. Questo mi rende particolarmente orgoglioso, nel Consiglio regionale della mia Puglia, per cui non è soltanto una parola di autorevolezza perché è il Governo, ma è una parola di autorevolezza perché legittimata da un voto democraticamente espresso nei confronti di una coalizione che oggi ha i numeri per poter governare.
Con questa gioia tutta democratica, tutta legata alle procedure della democrazia parlamentare, io dico subito che mi sono chiesto perché è nato questo Consiglio regionale. Non certo, mi sembra, per sciorinare i panni di quello che è stato fatto, uno sport abbastanza inutile. Quello che è stato fatto è stato fatto, non mi sembra che qualcuno debba dire che i problemi si risolvono con quello che è stato fatto. Se quello che è stato fatto fosse stato sufficiente a risolvere i problemi, non ci sarebbero i problemi. Quello che è stato fatto quindi mi sembra che costituisca una esercitazione dialettica, apprezzabile per il know-how, per l’anamnesi, per la conoscenza che bisogna avere di quello che è il territorio, ma non risponde alla domanda principale: perché è nato questo Consiglio regionale? Perché i consiglieri di Capitanata hanno chiesto un dibattito pubblico, con la presenza del Governo? Perché la Capitanata è un luogo insicuro: questa è la risposta principale. È un luogo insicuro, e non c’è aeroporto che tenga che possa renderla sicura. Il punto principale cioè è che noi dobbiamo dare una risposta alla domanda di insicurezza. E come si risponde alla domanda di insicurezza? Qui noi siamo tutti quanti medici: le terapie che ci vengono chieste dal territorio esigono un’analisi approfondita, una diagnosi, una prognosi e poi una terapia. Cioè, il metodo è sempre quello: capire che cosa c’è, valutare che patologia è qualitativa e quantitativa e provare ad intervenire con uno strumento e con un metodo che possa essere accettabile, accettato e condiviso. L’altro passaggio è che le terapie si condividono con il territorio, nella buona e nella cattiva sorte, perché molte volte, cari amici, per risolvere i problemi bisogna fare qualche passo indietro tutti insieme per farne due o tre in avanti. Qualche passo indietro tutti per farne insieme due o tre in avanti.
Insicurezza. Io conosco bene i problemi, perché con il dottor Vaccaro abbiamo una interlocuzione, abbiamo avuto anche nell’ultima parte dello scorso Governo un’interlocuzione continua, e chi pensa a prospettive ottimistiche secondo me deve fare i conti con la realtà. Ha ragione il dottor Gatta: siamo di fronte ad una giustizia che in qualche maniera fatica, per la mancanza di strutture, ad essere efficiente. La sicurezza richiede presìdi, richiede presenza, richiede mezzi. Credo che questo sia il primo fondamentale problema, un problema di una criminalità e di una sicurezza… Io sono partito, essendo, come sempre, legato alla mia storia e al mio modo di procedere, dalla relazione 2021 della Direzione investigativa antimafia. Vi invito a leggere questo documento. Questo è un documento che traccia – non è stato citato e mi sono molto meravigliato – in modo chiaro quella che è la situazione della Capitanata, con tutti i clan che si avvicendano che si rivolgono a terapie da 416-bis, come diceva La Torre, cioè un’apparente legalità, intrisa di criminalità mafiosa, che ci lascia e mi lascia ovviamente perplesso di fronte, invece, ad altre situazioni che avranno la loro rilevanza, ma non rispondono alla domanda fondamentale di sicurezza di fronte alla criminalità, che – lo ripeto – è il motivo che mi sembra oggi ci porti a discutere.
Se si parte da questa relazione della Direzione antimafia, il primo problema è rispondere al problema degli organici. Gli organici vanno ovviamente rimpolpati. Però, non è un problema così semplice, perché non è che c’è tanta gente che abbia voglia di venire in questi territori. Molte volte accade che anche quello che si riesce a fare a livello ministeriale per offrire le chance di dare un contributo agli organici incontra delle difficoltà obiettive. Allora, capite che lo sforzo del Ministero della giustizia, dal suo canto, e quello del Ministero dell’interno, dall’altro, è uno sforzo complicato perché bisogna interagire e interfacciarsi con i capi degli uffici e provare a dare degli organici che possano essere effettivamente in condizioni di migliorare una certa situazione.
Noi ci stiamo provando, il dottor Vaccaro lo sa. Proviamo a dare alla Procura della Repubblica di Foggia il massimo supporto, perché con un work in progress inesorabile, ma non semplicissimo si possa raggiungere un obiettivo utile. Il PNRR, per esempio, ci ha dato la possibilità non soltanto di offrire l’apporto dei ragazzi dell’ufficio del processo. Parliamoci chiaro: ha ragione chi ha detto che la giustizia lenta favorisce le mafie. Ha ragione. Una giustizia lenta favorisce percorsi alternativi. Se io non raggiungo l’obiettivo di avere un risultato in tempi rapidi, sono tentato di rivolgermi a chi quel risultato rapido me lo può far avere in modo diverso. O comunque provare scorciatoie che mortificano, secondo me, la parola, cari Sindaci, che noi dobbiamo imparare a coniugare con fermezza: la parola legalità. La ricerca affannosa di percorsi che possano essere intrisi di legalità.
Non basta il Governo. Non basta la Regione. La stagione dei doveri, di morotea memoria. Noi da là veniamo. Io sono stato allievo di Dell’Andro. Figuratevi. La stagione dei doveri non è soltanto il Governo o la Regione, ma ciascun Sindaco, che nel proprio interno è garante dei percorsi di legalità all’interno della sua Amministrazione. Questo sconfigge le mafie. Se c’è un impegno di tutti a seguire percorsi di legalità questo è un contributo forse più importante di tanti altri ad evitare che qualcuno possa approfittare di crepe, di tagli, di fessure per infilare qualche cosa che non è proprio in linea con il rispetto delle regole.
In questa sinergia di Governo, Regione e Sindaci, questo deve essere l’alveo in cui, poi, far scorrere le risorse, gli aiuti, gli interventi. Se non c’è un impegno morale e etico forte di ciascuno di noi, non andiamo da nessuna parte. L’impegno etico e morale al rispetto delle regole è il presupposto perché non solo la Capitanata, ma l’intera regione Puglia, l’intero Paese possa avere un rilancio dal punto di vista della reiezione di qualsiasi fenomeno che possa definirsi anche solo irregolare, illegittimo e poi anche illecito. E i Sindaci mi capiscono. Io sarò il 24 all’Assemblea dell’ANCI per rassicurare i Sindaci sul fatto che il Governo ha una seria intenzione di intervenire sull’abuso di ufficio. Lo dico qui, nella mia Puglia, e con molta fermezza. Dobbiamo evitare che i Sindaci possano avere il timore della firma, il tremore nel procedimento amministrativo. Dare velocità, dare rapidità, dare sicurezza. Non c’è uno Stato cattivo. C’è uno Stato che vuole aiutare i Sindaci. Questo cambiamento di rotta, questa necessità di vedere la giustizia come garante della legalità, all’interno di un contesto di legalità a me sembra sia la conquista più importante a cui noi dobbiamo tendere. Vogliamoci bene dal punto di vista dei percorsi di legalità. Proviamo a farlo insieme. Se questo è vero nell’ambito della Capitanata, sembrerebbe, dalla relazione dell’antimafia, una situazione un po’ delicata.
Giustamente, qualcuno ha detto che questa è una realtà che frena la crescita in termini di libertà sociale ed economica. Vediamo di chiarire bene il problema. C’è un problema di insicurezza che deriva da una illegalità pressante, che si ripercuote, poi, sui temi di crescita economica e sociale.
Noi abbiamo due terapie. Una è la terapia repressiva, quella del dottor Vaccaro, quella del Prefetto. Purtroppo non abbiamo compreso moltissimo per ragioni di audio, però non mi è sembrato che stesse festeggiando il suo compleanno quando ha riferito i dati sulla Capitanata. Abbiamo inteso che anche lui è molto preoccupato. Quindi, sotto il profilo della sicurezza, sia Prefetto sia Procuratore della Repubblica ci disegnano un quadro difficile. Il primo passaggio è la terapia repressiva di intervento sul territorio. Io non so se si potrà creare una DDA di Foggia, però so che una sede, un luogo di DDA a Foggia è stato creato. Non è un luogo in cui ci sono magistrati autoctoni della Procura, vengono sempre da Bari, ma non mi sembra che la provenienza sposti molto. L’importante è che ci sia un presidio che dimostri l’interesse della Direzione distrettuale antimafia ad essere presente a Foggia. Questo, ovviamente, fa eco a una serie ‒ con il dottor Rossi abbiamo avuto occasione più volte di intrattenerci su questo punto ‒ di interventi che sul territorio rafforzano la presenza dello Stato. Se questo è vero, la giustizia, quindi, ha bisogno di organici, di strumenti, l’ufficio del processo, con il PNRR, squadre di ragazzi che hanno aiutato, che aiutano, che rendono il giudice non più una sorta di one man band, di solista, ma una sorta di direttore di orchestra, con una serie di giovani che lo aiutano a sbarcare il lunario e che, dando alla giustizia il carattere della velocità, ovviamente combattono... Guardate, ci sono cause e concause. Non si può pretendere che ci sia l’antidoto... Avete presente quando Mary Poppins schiocca le dita e tutti i soldatini vanno nei cassetti e poi i cassetti si chiudono da soli? Questo non esiste. I rimedi sono di sistema: ognuno deve fare il suo, è una sorta di movimento concentrico di più soggetti.
È necessario allora che certamente ci sia l’organico, che ci siano gli strumenti come più personale. Noi abbiamo stabilizzato ultimamente 1.200 precari nella giustizia, fondamentali – chiedetelo al dottor Vaccaro – perché le Procure potessero andare avanti: gente che era diventata fondamentale. È stato fatto, e anche la Puglia se ne è avvantaggiata.
La logistica, una logistica che è informatica ed edilizia: perché anche questo conta nella gestione della sicurezza nell’ambito della giustizia. Sono tutte piccole concause che vanno messe insieme, con un quesito fondamentale: liberateci dalla insicurezza nella terra di Capitanata.
Vengo alla geografia giudiziaria, perché come capite bene se rappresenti il Governo non ti puoi sottrarre a nessuna delle domande. Eludere i problemi non è nel mio costume, meno che mai nel costume di questo Governo.
La geografia giudiziaria. Lucera: qualcuno ricorderà quanto personalmente mi sono battuto perché il Tribunale di Lucera non fosse soppresso; secondo me non c’erano i criteri, non c’erano ragioni per sopprimere il Tribunale di Lucera, presidio sulla mafia garganica, ineludibile, ha detto bene l’amico Vaccaro.
Oggi però siamo di fronte a un Tribunale che non c’è più. Le sedi distaccate non ci sono; non è un problema di giudici, giustamente, dice Ludovico Vaccaro; c’è la necessità di garantire sui luoghi la presenza del presidio giudiziario. Io vi dico che questo è un tema che non può che essere risolto a livello nazionale. Non si può pensare cioè ad un intervento a spot, a macchia di leopardo. Qui, lealtà per lealtà, non possiamo pensare che si interviene su una Provincia e non si interviene su un’altra, dove ci sono problemi non dico analoghi, ma qualche volta, soprattutto come in certe parti della Calabria o della Sicilia, più gravi. Abbiamo cioè situazioni gravi quanto quella della Capitanata.
Il respiro, allora, essendo un investimento estremamente rilevante, sulla geografia giudiziaria, cioè sulla rimodulazione dei presìdi ci sono anche gli amici del Comitato che si battono perché la geografia giudiziaria nel foggiano sia rimodulata, in questo momento io credo che esaurita la fase di emergenza del Governo sia indispensabile rivedere la geografia giudiziaria. Non mi chiedete come, perché le tendenze sono doppie. C’è chi propone la tesi Vaccaro, e io personalmente a livello meramente personale, individuale – poi ovviamente è un impegno del Governo – credo che in certi luoghi il presidio di giustizia sia necessario per dare ai cittadini la certezza che la giustizia non ti lascia da solo. Ma c’è un’altra tendenza di carattere più economico che dice: accorpiamo i tribunali, perché questo ci consente di risparmiare non soltanto in termini di numeri, ma anche in termini di efficienza.
Sono due visioni, tutte e due meritevoli di attenzione. Il Governo poi deciderà nell’ambito, quando ci si porrà il problema della geografia giudiziaria, quale di queste due. Ma è ovvio poi che, se dovesse prevalere l’una o l’altra, comunque il presidio sul territorio in qualche modo, direttamente o indirettamente, deve essere garantito.
Accanto a questo ci sono le risorse, cioè i cosiddetti strumenti indiretti di reiezione della insicurezza derivante dalla criminalità, perché gli strumenti di beneficio dal punto di vista socioeconomico sono quelli che consentono, in tempi ovviamente più lenti, nel medio e lungo termine, di giungere allo stesso obiettivo.
Qualcuno ha detto bene che la mafia comporta povertà. È giusto. Allora vediamo di capire queste grandi risorse PNRR e POR, ne parlava il Vicepresidente, come possono essere gestite. È ovvio, abbiamo una sola possibilità: gestirli con trasparenza e con intelligenza. Se qualcuno per avventura percepisse che questo denaro europeo fosse gestito non con trasparenza e con attenzione al territorio, ma con altri metodi, noi andremmo a vanificare anche l’importanza di queste risorse come strumento di talea di legalità. È come se noi andassimo a inserire nei meccanismi attuali una sorta di vitamina intrisa di legalità.
Io credo, quando il Vicepresidente De Leonardis fa riferimento al peggioramento della situazione, alla impossibilità di investimento, alla mancanza di sicurezze, alla necessità – io qui condivido – che le energie alternative rimangano sul territorio, che questo sia un passaggio non secondario. Questi sono gli strumenti che io vedo come plausibili in un’interfaccia corretta fra Governo e territorio per poter consentire davvero la possibilità di un risultato.
Il consigliere Tutolo, intervenuto dopo il consigliere Clemente, fa riferimento, parlando di questione Capitanata, all’agricoltura. Ecco, questo è un altro settore per me fondamentale. Penso al recupero, per esempio, delle acque piovane. Può sembrare una cosa di poco conto, ma noi oggi recuperiamo soltanto il 10 per cento delle acque piovane. Mi chiedo: perché non proviamo a recuperare come si può? Almeno il 40-50 per cento. L’acqua è per noi una risorsa fondamentale, se noi vogliamo dare alla nostra economia la capacità di fare a meno degli apporti della criminalità, perché è sempre questo il punto. Se noi seguiamo un percorso di legalità con un’economia che ti aiuta a crescere, che mette gli imprenditori in condizioni di crescere, non c’è bisogno di scorciatoie, non c’è bisogno di chi in qualche maniera ti offre delle alternative.
Quanto alle liste di attesa, questo non è un problema del Governo, come sa il Consigliere Tutolo, qui io mi rivolgo a chi sta leggermente più giù rispetto a me soltanto per una situazione di posizionamento, ovviamente cerchiamo di non dare al Governo della responsabilità che su questi settori non ha.
L’Assessore Barone si ferma sull’illegalità (scusate, vi ho ascoltato, adesso vi tenete tutte le controdeduzioni, una per una, abbiate pazienza, non faccio sintesi, faccio analisi sintetica), l’Assessore Barone fa riferimento all’illegalità. Attenzione, però, l’illegalità non basta denunciarla, non basta dire "alzo il vessillo contro l’illegalità", perché dobbiamo trovare un modo concreto di combatterla.
Sono perfettamente d’accordo che questa è una grande battaglia, ma gli strumenti sono proprio questi, cioè la necessità di tracciare, la possibilità di controllare ogni passaggio all’interno dei procedimenti, come se ogni Sindaco, ogni Assessore, ogni Consigliere regionale diventasse Assessore alla legalità di se stesso e degli altri, con un controllo su di sé, ma anche sugli altri.
Credo che questo sia il segnale più chiaro, più forte, più netto, per poter cominciare a scrivere un percorso di corresponsabilità nella difesa di questi percorsi.
Per quanto riguarda l’intervento di Napoleone Cera, che fa riferimento alla situazione di Foggia, capisco le responsabilità politiche, sociali ed economiche, i rifiuti, e le strade dissestate, le scuole chiuse, ma io mi permetto di segnalarvi un rimedio a questo proposito, che trovo ineludibile dal punto di vista dell’impostazione.
Io penso che la politica sia essenzialmente competenza, lo dico con molta fermezza, la politica è come il chirurgo che va in sala operatoria, se non sai operare stai a casa, non indossare neanche il camice, le competenze fanno la differenza fra una buona politica e una politica che non sa essere buona.
Se io dicessi che, secondo un ragionamento banale, la cultura è legalità e che insegnare ai nostri bambini, fin dall’età di 2-3 anni o anche prima, che sapere è fondamentale rispetto a qualsiasi altra chance, se cioè noi recuperassimo un messaggio di cultura che diventa fatalmente, ineluttabilmente, inesorabilmente una costruzione di legalità progressiva, il rispetto delle regole lo si ha soltanto se qualcuno ti insegna a rispettare le regole.
Anche su questo, caro Presidente, noi dovremmo provare a ragionare, perché qui le competenze si intersecano tra Stato e Regioni e Provincia, anche, visto che c’è il Presidente della Provincia: molto ecumenico, devo dire, il suo ragionamento, ha dato ragione a tutti; l’ho molto apprezzato, mi ha ricordato un modo di fare antico dei miei maestri, quando ascoltavo certi discorsi e ne ho molto apprezzato il tentativo di sintesi, che qualche volta ha certamente le sue ragioni.
Quando poi dal consigliere Dell’Erba si fa riferimento proprio a questo, all’impegno nelle scuole, si parla di un Governo concreto, consapevole, indipendentemente dalla cifra elettorale, io mi trovo perfettamente d’accordo. Qui le cifre elettorali, le appartenenze di fronte a questi problemi di sicurezza, di fronte a questi problemi di praticabilità, di gestibilità del territorio scompaiono, e siamo tutti assolutamente sulla linea della difesa di questi valori.
Quando il consigliere Splendido riferisce che lo sviluppo passa dalla giustizia dice una cosa assolutamente vera. Dice una cosa vera, perché è chiaro che la tutela del diritto è tutela dello sviluppo, e conferma, con questa sintesi, la necessità di dare peso a questi temi. Mi restano soltanto l’intervento del consigliere Campo, che parla di rilancio del Mezzogiorno evitando le lentezze della giustizia, e condivido in pieno; e poi un’interessante lettura da parte del Presidente Gatta che rappresenta i Sindaci, quando richiama la programmazione delle ZES. Le ZES sono uno strumento fondamentale. Le ZES sono un invito alla danza per poter in qualche modo ripristinare un più corretto rapporto fra investimento imprenditoriale e territorio.
Oggi gli imprenditori temono: guardate, lo dico con molta fierezza, è stato coniato dal Governo e anche questo Governo ovviamente intende sviluppare questo provvedimento, il provvedimento sulla composizione negoziata della crisi d’impresa. Un’impresa in difficoltà, cioè, adesso si può rivolgere al giudice, e con una serie di strumenti può passare dalla difficoltà all’opportunità e addirittura al vantaggio da una situazione di difficoltà. È cambiata la prospettiva. L’impresa è diventata partner dello Stato, non è più il sacco da boxe su cui bisogna tirare i pugni dei controlli di tutti i tipi e tutti i generi.
Ecco, allora, per il nostro Mezzogiorno, che è denso di piccole e medie imprese, il capovolgimento di fronte, la possibilità… C’è molto da lavorare su questo, lo dico, non c’è un risultato, c’è soltanto un percorso, c’è una traccia. Ma voi capite una piccola e media impresa in difficoltà, che può avere la chance di riprendersi mediante il blocco di determinate procedure afflittive… Ecco, io credo che questo sia il Mezzogiorno che io voglio. Vorrei un Mezzogiorno libero di investire, libero di credere nelle proprie capacità. E, se questo è vero, il Governo oggi ha ascoltato, ha ascoltato con attenzione, con puntualità. I settori in cui si chiede un intervento sono la sicurezza e l’ordine pubblico, la giustizia, le infrastrutture e l’energia.
Io penso – lo dico subito, e qui parla Francesco Paolo Sisto, perché non si può dimenticare che ciascuno di noi ha un’origine, una genesi e un pensiero anche autonomo che a casa sua forse ha più diritto di manifestare che in altri frangenti – che le autonomie differenziate per fortuna in questo momento non sono il primissimo problema, ma sono un tema su cui bisogna lavorare con grande attenzione, tutti insieme appassionatamente (un cult movie degli anni ’60), provare a far capire che finché il Mezzogiorno non avrà gli stessi servizi, le stesse infrastrutture, le stesse strade, la stessa sanità (e qui ovviamente mi rivolgo sempre a chi sta un po’ più basso rispetto a me) rispetto alle altre Regioni del Nord, differenziarsi ha senso se si parte dalla stessa posizione. Le differenze esigono… Come nei 100 metri piani, tutti partono dagli stessi blocchi di partenza.
Allora, se questo è vero e può essere vero, certo che il 116 deve essere applicato, ma deve essere applicato nella consapevolezza che non ci sono due Italie, ce n’è una sola e questo Governo difende l’unica Italia che comprende ovviamente il Mezzogiorno, la Puglia e la Capitanata. Grazie.
(Applausi)
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a tutte e a tutti. Grazie in particolare ai nostri ospiti.
La seduta si scioglie e ci rivediamo in una prossima occasione. Ovviamente il ringraziamento particolare va al Viceministro.