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C.r. Puglia 15.11.2022
FILE TYPE: Video
Speaker : PRESIDENTE.
Buongiorno a tutte e a tutti.
Diamo per approvato il processo verbale della scorsa seduta di mercoledì 9 novembre 2022.
Hanno chiesto congedo l’assessora Barone, il consigliere De Blasi, l’assessore Delli Noci.
Per l’assegnazione alle Commissioni delego il Vicepresidente, consigliere Cristian Casili.
Possiamo attivare il microfono del Presidente Casili?
Speaker : CASILI.
Sono state assegnate alle Commissioni: in I Commissione disegno di legge n. 156 del 07.11.2022; disegno di legge n. 157 del 07.11.2022; disegno di legge n. 158 del 07.11.2022; disegno di legge n. 159 del 07.11.2022; disegno di legge n. 160 del 07.11.2022; disegno di legge n. 161 del 07/11/2022; disegno di legge n. 162 del 07/11/2022.
In II Commissione è stato richiesto un parere di deliberazione della Giunta regionale n. 1550 del 07/11/2022, legge regionale 30/04/1980.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Interrogazioni e interpellanze.
Speaker : CASILI.
Mozioni presentate: collega Mazzotta “Titolo II - Capo 3 ‘Aiuti agli investimenti delle piccole e medie imprese’. Criticità”; Picaro, Gabellone e altri “Estensione delle misure urgenti per il sostegno alle attività economiche in grave difficoltà a causa dei rincari delle materie prime e dei costi energetici alle medie e grandi imprese oltre a Nidi, Tecnonidi, Microcredito e Fondo a favore delle Reti per l’internalizzazione, di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 1339 del 13/10/2022”; Metallo “Abbattimento liste di attesa per le prestazioni sanitarie”; Paolicelli “Sostegno alle iniziative contro il cibo sintetico”; Metallo “Assunzione personale ATA”; Conserva “Tutela dei lavoratori dell’indotto ex ILVA di Taranto”.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Adesso passiamo alle comunicazioni inerenti all’ordine del giorno.
Rispetto all’ordine dei lavori, sono pervenute due mozioni firmate da tutti i Capigruppo all’unanimità, una anche dai consiglieri di Taranto, da tutti i consiglieri di Taranto. Quest’ultima riguarda i lavoratori dell’indotto ILVA. Se ne chiede l’anticipazione. Quindi, si chiede non solo l’inserimento all’ordine del giorno, ma anche l’anticipazione. La discuteremo nel momento in cui arriverà il Presidente, che sta appunto venendo da Taranto e che ha chiesto di essere presente.
C’è, poi, un’altra mozione, che riguarda il personale ATA, anch’essa firmata da tutti i Capigruppo. Sono due mozioni, a dire la verità, una del consigliere Pagliaro e l’altra del consigliere Metallo, che sono state riunite in un’unica mozione e firmate da tutti i Capigruppo all’unanimità. Si chiede che questa venga discussa al primo punto all’ordine del giorno.
Di seguito affronteremo, invece, l’ordine del giorno, secondo l’ordine cronologico delle mozioni. Informo che dall’ordine del giorno sono state espunte questa mattina in Conferenza dei Capigruppo, in quanto superate, la mozione n. 9, la mozione n. 14, la mozione n. 26 e la mozione n. 63. Anche la 55.
Sulla 41 attendiamo di avere…
Consigliere Caroli, non so se ce lo può dire subito: questa la possiamo espungere? La n. 41. Sì. Quindi, anche la 41.
La n. 48 “Riapertura termini dei bandi di selezione personale ARPAL”? Anche la n. 48, collega De Gregorio, bandi di selezione ARPAL. È vecchia. È espunta.
Ripeto, la 9, la 14, la 26, la 41, la 48, la 55 e la 63.
I lavori del Consiglio abbiamo convenuto di chiuderli alle 17 del pomeriggio.
Passiamo alla discussione della mozione di cui al punto n. 1, quindi, in aggiunta, quella sul personale ATA.
Presidente Amati, ha chiesto di intervenire?
Speaker : AMATI.
Sì, sull’ordine dei lavori.
Presidente, colleghi, mi risulta – me lo ha riferito il Capogruppo del mio partito – che è stata posta la questione della mozione sull’autonomia differenziata, in Conferenza dei Capigruppo. Mi risulta questo, non so se…
Mi risulta che in sede di Conferenza dei Capigruppo sia stata sottoposta all’attenzione della Conferenza da parte del Capogruppo del mio Gruppo politico la questione della mozione sull’autonomia differenziata. È così? Bene.
Mi risulta che sia stato deciso che questo argomento sarà trattato dal Consiglio regionale non appena avremo la possibilità di leggere il testo depositato sull’argomento da parte del Ministro o chi riterranno.
Presidente, su questo punto le chiedo parole di chiarezza, perché io di recente durante l’incontro da lei promosso – tra l’alto promosso senza testo, così come la mozione è stata proposta senza avere il testo –, senza avere il testo, ho sentito che in quella riunione, in quel convegno, il Presidente Emiliano ha dichiarato che questa non sarebbe competenza del Consiglio regionale, perché il Consiglio regionale sarebbe stato costituito sulla base di un programma politico elettorale, risultato vincitore, nel quale non c’era l’argomento dell’autonomia “per cui, nessuno si può alzare la mattina – testuale – e discutere dell’autonomia”.
Innanzitutto, le chiedo di prendere le distanze da affermazioni del genere, perché il Consiglio regionale non si convoca sulla base del punto di vista di Amati, come di un qualsiasi componente di questo Consiglio regionale. Quindi, a tutela delle prerogative dei consiglieri regionali, le chiedo di prendere una determinata, determinatissima distanza da affermazioni di questo tipo, che poi sono, in realtà, smentibili sul piano anche concreto. È cioè una sciocchezza: innanzitutto, nei programmi politici di tutti i partiti e le coalizioni è scritto “tuteleremo la nostra Regione”, è scritto in tutti, mi sa, quindi non è che sia fuori programma tutelare le ragioni della propria Regione.
Ora, discorso diverso è dire: non voglio andare in Consiglio regionale, perché in Consiglio regionale si vota, quindi conta il voto e non conta la relazione conclusiva del padrone di casa del convegno, che dice “decisione è quello che dico io”, che può essere anche legittimo; però non c’entra con il Consiglio regionale.
Io quindi le chiedo di prendere le distanze, riferendo al Consiglio qual è l’esito della Conferenza dei Capigruppo in maniera risoluta, anche perché c’è il video, non è che ci possiamo inventare cose diverse, non è che possiamo fare la moviola, il VAR o l’autopsia alle parole che sono state pronunciate. È così. Qualora lei non dovesse prendere le distanze da queste parole, io sarò costretto a presentare, perché ritengo ragionevole attendere il testo, la richiesta di anticipazione della mozione, così come l’ho proposta. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente Amati.
Rispetto alle competenze del Consiglio, è chiaro che il Consiglio ha potere di discutere in merito ad ogni questione che riguardi la Puglia, quindi non c’è dubbio che abbia il potere di discuterne. Tanto ha il potere di discuterne che abbiamo convocato un incontro proprio con i Capigruppo invitati del Consiglio regionale, hanno partecipato alcuni di loro e le forze sociali ed economiche insieme ai rappresentanti dell’università, per ragionare, in attesa del testo definitivo, del testo che già circolava e circola in quanto mandato alla stampa da parte del Ministro Calderoli. Perciò il Consiglio regionale, pienamente legittimato, ne discuterà senz’altro.
Attendiamo il testo definitivo, ma attendiamo, per continuare anche la nostra discussione in attesa che si definisca una posizione ufficiale da parte del Ministro, i documenti che le università e le forze sociali ed economiche si sono impegnate a mandarci per arricchire la nostra riflessione sul tema, in maniera tale che non sia soltanto una riflessione, come dire, calata dall’alto, sia pure da organo assolutamente autorevole qual è l’Assise del Consiglio regionale, ma sia partecipata in un’attività di coinvolgimento da parte del territorio e delle sue comunità. Aggiungo “delle sue comunità” perché avevo omesso di dire che erano stati invitati anche ANCI ed UPI, era presente il Presidente dell’ANCI, il quale ha riferito la posizione per conto dei Comuni e anch’egli si è impegnato a mandarci un documento.
Terrò aggiornato il Consiglio su tutto e faremo un incontro a valle dell’invio di questi documenti anche per tentare di conseguire una posizione condivisa, rispettando le posizioni di tutti, ma cercando anche di acquisire la maggiore forza possibile proprio attraverso una posizione condivisa.
La ringrazio per avermi permesso anche di precisare queste ulteriori questioni.
Adesso “Personale ATA”. I relatori sono Paolo Pagliaro, il Presidente Pagliaro, e il Presidente Metallo. Chi vuole intervenire prima?
Prego, Presidente Metallo.
Speaker : METALLO.
Sarò velocissimo. Innanzitutto grazie alla Conferenza dei Capigruppo, tutti i colleghi, per aver messo all’ordine del giorno e anticipato la discussione della mozione, che ha avuto la firma di tutti i Capigruppo, consapevoli dell’emergenza e dell’urgenza che andiamo a trattare. Ringrazio l’assessore che ho saputo in Commissione aver avuto già uno scambio proficuo di vedute, di visioni e anche di suggerimenti.
Vado al dunque. Sarò brevissimo. La situazione generale è questa. Vi sono diversi servizi nelle scuole che stentano a partire, che hanno difficoltà a partire. Vi è la richiesta di tantissimi dirigenti scolastici, supportati anche dalle Amministrazioni comunali, di poter integrare il personale ATA, proprio perché alcuni servizi ‒ faccio l’esempio del servizio mensa ‒ hanno difficoltà a partire. Di questo, insieme al collega Pagliaro, ci siamo fatti parte interessata, avendo ascoltato le istanze che vengono dal territorio, dai lavoratori e dai dirigenti scolastici.
La situazione, attualmente, è la presente. I dati potrebbero subire anche degli spostamenti, ma dovrebbe essere la seguente: abbiamo una graduatoria in essere, solo per la provincia di Lecce, che parla di 361 unità di personale assunte durante il periodo Covid. Quindi, quando vi era emergenza, quando vi erano difficoltà queste persone hanno lavorato. In totale, in regione Puglia, i dati che abbiamo, ma sicuramente possono essere sviluppati meglio, parlano di circa 2.200 unità. Quindi, ogni provincia è interessata da questi lavoratori, che rimangono nelle graduatorie, che non vengono assunti, e dalle scuole, che hanno difficoltà proprio a gestire anche i servizi minimi, come la pulizia, il decoro degli ambienti scolastici.
Quello che chiediamo in questa mozione, oltre al lavoro che abbiamo stabilito, sia con il collega Pagliaro sia con l’assessore, e con tutti gli uffici andremo a valutare in Commissione, nella VI Commissione, che si occupa quotidianamente di questo, è far sì che la voce della Regione Puglia, per il tramite del Presidente e della Giunta tutta, in primis dell’assessore competente, possa arrivare nella Conferenza Stato-Regioni, affinché il Governo possa impegnarsi a dotare di maggiori fondi, di ulteriori misure e procedere allo scorrimento di questa graduatoria, visto che c’è questa esigenza. Esigenza che viene a volte colmata con l’utilizzo dei percettori di Reddito di cittadinanza, con funzioni non del tutto ortodosse rispetto a quello che dovrebbero fare, quindi andando su una linea borderline, a volte, rispetto alle funzioni. Questa emergenza viene impattata, tamponata in questo modo, ma quando l’emergenza non scoppia non scorrono neanche le graduatorie.
Quindi, la richiesta che noi facciamo tramite questa mozione è proprio questo impegno da parte della Regione Puglia in Conferenza Stato-Regioni, affinché solleciti il Ministero.
Sono contentissimo che questa mozione abbia le firme di tutti, quindi all’unanimità di tutti i Gruppi consiliari, perché chiaramente, assessore, penso che politicamente questo dia molta più forza e sia un’esigenza condivisa, raccolta dai territori, che portiamo unitamente, come deve essere quando non ci sono differenze partitiche, ma solo l’interesse delle comunità che abitiamo e viviamo quotidianamente.
Ringrazio – chiudo subito – il collega Pagliaro perché le due nostre mozioni sono arrivate più o meno nello stesso ordine. Dopodiché, abbiamo deciso di unificarle oggi, a seguito anche di un incontro avuto con il sindacato dei Cobas, che era qui fuori per una manifestazione, un sit-in spontaneo. Abbiamo incontrato i lavoratori e le lavoratrici. Abbiamo deciso di unificare le due mozioni e queste due mozioni hanno visto poi l’accordo anche di tutti gli altri Capigruppo.
Se oggi riuscissimo a dare una risposta subito a una segnalazione che, almeno personalmente, ci è pervenuta, assessore, pochissimi giorni fa – è arrivato questo grido da parte della nostra Provincia e in tre o quattro giorni siamo riusciti a sviluppare una mozione, portarla in Consiglio, approvarla subito - penso che segneremmo una buona pagina di politica.
Grazie, Presidente. Grazie, colleghi.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei. Prego, Presidente Pagliaro.
Speaker : PAGLIARO.
È proprio quello che voglio sottolineare. È una buona pagina di politica, perché quando ci sono queste questioni che sono questioni che incidono su lavoratori e su famiglie, è bene ritrovarsi tutti insieme. Ringrazio anch’io i colleghi Capigruppo, che hanno firmato tutti all’unanimità questa anticipazione, questa mozione e il collega Metallo con il quale abbiamo interloquito proprio per renderla unitaria e per dare un segnale molto forte. Questa mozione mira a tutelare il personale ATA, che è iscritto nelle graduatorie della scuola.
Stamattina erano qui fuori a protestare. Io li ho ascoltati di nuovo, cosa che avevo già fatto qualche giorno fa a Lecce. Il problema è questo: per far fronte alle carenze di personale amministrativo, tecnico e ausiliario nella scuola, anziché attingere alle graduatorie ATA, alcuni Comuni pugliesi hanno già iniziato questo percorso, stanno contattando i dirigenti scolastici per proporre personale aggiuntivo messo a disposizione tramite i PUC, che sono i progetti utili alla collettività, per collocare i beneficiari del reddito di cittadinanza.
Si tratta di un sistema di reclutamento altamente scorretto, che penalizza i collaboratori scolastici regolarmente inseriti nelle graduatorie e che sono in paziente attesa di collocazione.
I PUC sono progetti comunali interessanti e sono nati per far svolgere lavori socialmente utili, ma non per prendere il posto di altri lavoratori. Questa cosa quindi va scongiurata, è necessario che i Sindaci tutti siano attenti a queste procedure, e anche i dirigenti scolastici che solleciteremo e incontreremo in Commissione, proprio per sensibilizzarli e invitarli all’attenzione su questo tema.
In questa mozione l’impegno che chiediamo al Presidente Emiliano e all’assessore Leo, che ringrazio, perché già in Conferenza di Capigruppo ci ha dato la sua disponibilità a intervenire con una certa tempestività, è di fare proprio un pressing sul Governo centrale, in sede di Conferenza Stato-Regioni perché vengano privilegiate le assunzioni dei collaboratori ATA che sono già in graduatoria, che hanno maturato esperienza e che hanno svolto un ruolo impegnativo, proprio nella fase più delicata, quella dell’emergenza Covid.
Non è solo una questione di giustizia sociale, ma anche di competenze professionali. Non si può improvvisare cioè un lavoro così importante, così delicato. È quindi importante che i collaboratori scolastici, avendo avuto sempre affidati dei compiti delicati, di sorveglianza e di sicurezza, possano continuare a farlo loro, senza demandarlo ad altre persone, sicuramente senza questo tipo di qualifica e di esperienza.
Il mancato finanziamento – questo è un punto molto importante – di questo organico aggiuntivo ha di fatto portato al blocco dello scorrimento delle graduatorie, causando problemi organizzativi e gestionali in tutti gli istituti scolastici, non soltanto della provincia di Lecce. In provincia di Lecce c’è stata infatti questa sollevazione di ben 361 lavoratori, ma sono più di 2.000 i lavoratori in tutta la Regione Puglia che sono in queste condizioni. Quindi chiediamo, con questa mozione, che il Governo regionale. in mancanza di fondi ministeriali, e anche questo è un aspetto importante, assessore. avvii progetti che possano sopperire all’assunzione del personale ATA, mancante negli organici, perché c’è anche questo elemento che vorrei sottoporre alla sua attenzione, a cui va riconosciuto sì il punteggio ministeriale, ma anche la retribuzione fiscale e il percepimento della NASPI.
Quello che serve sono misure strutturali per dare garanzia occupazionale a questi lavoratori in maniera definitiva. Quindi chiediamo ai colleghi, ringraziandoli per la loro disponibilità, di votare questa mozione. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Prego, assessore.
Speaker : LEO, assessore alla formazione e al lavoro.
Grazie, Presidente.
Non ripeto quello che i due Presidenti hanno già comunicato, osservato, perché condivido totalmente quello che è stato detto. Ovviamente il parere del Governo è un parere positivo, favorevole, e chiaramente la mozione viene accettata.
Devo anche dire, però, che questo tema lo abbiamo già trattato più volte con i sindacati tutti, con CGIL, CISL, UIL, SNALS eccetera, in varie riunioni, perché uno dei problemi importanti oggi nelle scuole, non solo del Salento, non solo di Puglia, ma di tutta l’Italia è proprio questa mancanza di organico, che fu dato, come voi sapete, per la vicenda Covid, quindi questo organico Covid o ex Covid oggi non trova più riscontro nelle varie scuole. È un organico assolutamente fondamentale. Tenete conto che le scuole hanno ricevuto ulteriori risorse, molte risorse, per l’abbandono e la dispersione scolastica, dal Ministero, e chiaramente si trovano tutte in difficoltà per affrontare non solo l’aspetto didattico ordinario, ma anche quello straordinario. Quindi, è davvero un problema molto, molto serio.
Sicuramente mi farò carico, già nei prossimi giorni lo farò mettere all’ordine del giorno delle varie Commissioni competenti per inserirlo poi nella Conferenza Stato-Regioni. Tenete conto che tutte le altre Regioni stanno su questa linea, perché è ovvio che questo è un problema comune e generale per tutti.
Quello che, però, Presidente Pagliaro, non possiamo assolutamente fare o comunque non possiamo fare come lei ha rappresentato è assumere il personale Covid o comunque il personale ATA nelle nostre scuole, intanto perché per noi la scuola è una materia concorrente e i nostri progetti, soprattutto, anzi essenzialmente quelli finanziati con fondi POR, non prevedono la possibilità di assunzioni di personale. Ma il personale deve essere, tra virgolette, accessorio o comunque inserito in un percorso di progettazione, in un percorso di progetti che vengono svolti nelle scuole. Per esempio, se una scuola con il prossimo progetto che noi daremo alle nostre scuole pugliesi “Puglia Scuola +” decide di attuare un progetto di musica, è chiaro che su quel progetto si può assumere, diciamo così, qualche persona, qualche dipendente, qualcuno che poi fa parte delle graduatorie, docente o personale ATA, che chiaramente devono portare avanti il progetto.
Comunque, questo è un problema indubbiamente che è stato giusto porre all’attenzione del Consiglio regionale; è giusto che voi abbiate presentato questa mozione. Il parere appunto del Governo è un parere favorevole.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Possiamo procedere al voto della mozione.
La votazione è aperta.
Avete votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 38, nessun astenuto, nessun contrario.
È approvata all’unanimità.
Passiamo alla mozione al punto n. 1), a firma di Lucia Parchitelli: “Regolamento Regionale 31 marzo 2020, n. 5 ‘Attuazione della legge regionale n. 9/2017 individuazioni delle prestazioni erogabili negli studi e negli ambulatori odontoiatrici e definizione dei requisiti strutturali, organizzativi e tecnologici. Determinazione dei fabbisogni ai fini dell’accreditamento’”.
La vuole illustrare, consigliera? Prego, consigliera Parchitelli.
Speaker : PARCHITELLI.
Presidente, vorrei illustrarla quando c’è l’assessore Palese, se è possibile.
Speaker : PRESIDENTE.
L’assessore Palese alle ore 12 aveva una riunione con il Dipartimento. Ha detto che sarebbe venuto più tardi.
Speaker : PARCHITELLI.
Premetto che, visto che questa mozione è stata rinviata per diversi Consigli, l’assessore mi ha già notiziato del fatto che si sono fatti importanti passi avanti. Mi piacerebbe che venissero illustrati all’Assise. Per questo ritengo di affrontarla quando c’è lui.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. La rinviamo e la aggiorniamo a più tardi.
Mozione a firma Paolo Pagliaro “Potenziamento del personale in servizio presso l’Ufficio anagrafe assistiti di Lecce”, punto n. 2).
Prego, Presidente Pagliaro, la vuole illustrare?
Speaker : PAGLIARO.
Grazie, Presidente.
Questo è un altro esempio di sanità pubblica che non funziona in Salento. Parliamo dell’Ufficio anagrafe assistiti, ex INAM, dove vi è il caos, lunghe file per la scelta o la revoca di un medico di famiglia o per le pratiche di esenzione ticket e il rilascio della tessera sanitaria. Il problema è cronico. La carenza di personale si acuisce d’estate, tra i dipendenti in ferie e mancate sostituzioni di chi va in pensione.
A luglio del 2021 presentai questa mozione perché l’estate, si sa, è il periodo più critico, quello delle ferie e dei servizi ridotti all’osso. Era attivo un solo sportello a fronte di un’affluenza di centinaia di persone che ogni giorno, già dall’alba, erano fuori, al caldo, in attesa di poter procedere nelle richieste di alcune esigenze che sono quotidiane.
A giugno scorso il problema si era ripresentato e l’ho constatato di persona con un nuovo sopralluogo. All’ex Inam di Lecce era operativo solo uno dei tre sportelli e c’era una fila chilometrica per operazioni che richiederebbero al massimo cinque minuti. Il risultato è che la gente è costretta ad attese estenuanti o addirittura a tornare nei giorni successivi perché le prenotazioni disponibili allo sportello si esauriscono in poco tempo.
Il problema di carenza di personale è cronico e va risolto una volta per tutte. Quindi, con questa mia mozione chiedo che la Regione dia disposizioni urgenti alla Direzione generale dell’ASL di Lecce perché doti l’ufficio dell’organico necessario. Un solo ufficio a servizio dell’intero distretto sociosanitario di Lecce, con un bacino di circa undici Comuni, quindi 200.000 utenti, non consente di smaltire le pratiche. Il disservizio è grave e si ripete con una frequenza ormai costante. Io non vedo l’assessore, perché gli avrei voluto rivolgere questo appello, però sono sicuro che il Governo regionale interverrà comunque. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore Leo, vuole intervenire lei su questa? No.
Per tutte le questioni che hanno a che fare con l’assessore Palese attendiamo che arrivi.
L’assessore Leo chiede di aspettare l’assessore Palese.
Speaker : PAGLIARO.
Questa questione probabilmente la ricorderai anche tu, le file chilometriche fuori all’ex Inam. Abbiamo fatto più volte dei sopralluoghi. È una questione, secondo me, abbastanza acquisita.
Se ritiene, assessore, di dare comunque seguito, a prescindere dalla presenza dell’assessore, risolviamo un problema importante per i cittadini leccesi e del distretto. Poi, se lo aspettiamo l’assessore Palese, va bene lo stesso. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Aspettiamo l’assessore Palese, anche perché si chiede di reclutare il personale necessario e quindi si tratta di una stima dei fabbisogni con un provvedimento di approvazione dei fabbisogni che sarà…
Consigliere Tammacco, su questa, prima che venga l’assessore Palese? Prego.
Speaker : TAMMACCO.
Intervengo per una mozione d’ordine. Chiedo se è possibile discutere le mozioni di cui sono presenti gli assessori, altrimenti noi non sappiamo se il Governo… Qual è il parere del Governo e cosa si è fatto in merito a queste mozioni.
Speaker : PRESIDENTE.
Era quello che stavo cercando di fare, infatti.
Superata questa, abbiamo la mozione del presidente Stellato che possiamo discutere.
Prego.
Speaker : STELLATO.
Grazie, Presidente.
Con la morte, con la scomparsa di Gino Strada, come sapete, fondatore di Emergency, che negli anni si è occupata in 17 Paesi in tutto il mondo di curare ed occuparsi della salute di ben 11 milioni di cittadini del mondo… Come noto, il pensiero di Gino Strada è stato avanguardista rispetto alla sua evoluzione di pensiero circa la sanità pubblica, quella rivolta anche ai più deboli, quella che non aveva né colore di pelle, né, razza, né etnìa.
Mi piacerebbe che a Gino Strada fosse intitolato un pezzo, un atrio, una stanza, un luogo delle riunioni di questa Istituzione, affinché la sua esperienza professionale – era un chirurgo, Gino Strada – e i valori che ha trasmesso a tutto il mondo del volontariato fossero ricordati nelle Istituzioni regionali. Magari, Presidente – se mi presta attenzione, perché questa è una cosa che riguarda prevalentemente lei e non il Governo – riportando una targa con il suo motto che voglio ricordare “la morte vince una sola volta, la vita può vincere tutti i giorni”.
Per questo quindi chiedo a tutti i colleghi di offrire uno spazio di questa Istituzione a Gino Strada.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Certamente non aggiungerò altro alla vita, al curriculum, all’impegno sociale e civile che Gino Strada ha dedicato all’umanità, per cui, esprimo parere assolutamente favorevole a trovare uno spazio all’interno del palazzo del Consiglio regionale da dedicare alla sua memoria.
Per cui, per quanto ci riguarda, nessun problema. Se non ci sono altri interventi, passiamo al voto della mozione.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti? Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 31.
È approvata all’unanimità.
Consigliere Gabellone. Manca… No, ecco, c’è l’assessora Maraschio. Per cui “Integrale ristoro dei maggiori costi sostenuti dai Comuni per il trattamento della frazione organica”.
Prego, la vuole illustrare?
Speaker : GABELLONE.
Grazie, Presidente, grazie anche all’assessore che in maniera puntuale è giunta in Consiglio.
Intanto tengo a precisare che la mozione è stata presentata nel luglio del 2021. I problemi restano, però, non è stata superata; la richiesta rimane invariata. Eravamo in un periodo in cui il Piano regionale dei rifiuti solidi urbani non era stato approvato, poi nel frattempo il Consiglio regionale lo ha approvato. Nel frattempo, però, AGER andava avanti con la programmazione dell’impiantistica per gli impianti di compostaggio. Ne sono stati previsti sette, alcuni sono un po’ più avanti, altri no.
Naturalmente, qual era la condizione in cui ci trovavamo e, ahimè, in parte, ma solo in parte, ci troviamo (il problema in qualche modo si è attenuato)? Che, man mano che cresceva la raccolta differenziata, noi andavamo in difficoltà perché diminuiva l’indifferenziata, aumentava la differenziata e quindi gli impianti non erano in grado di… la capacità degli impianti non era in grado di sopperire, di far fronte a quella che era l’esigenza, appunto, di una raccolta differenziata crescente, tenuto conto che comunque il 65 per cento che alla fine del 2020 doveva essere raggiunto come obiettivo non era stato centrato perché eravamo fermi al 58 per cento.
Vi do alcuni dati, che sono recuperabili anche dallo stesso sito della Regione. Nel 2018 si è stati costretti a mandare fuori regione circa 140.000 tonnellate di rifiuti. Questo ha comportato un numero di viaggi di TIR, circa 580, per le strade della Puglia e oltre i confini regionali.
Cosa succedeva? Al fenomeno, con provvedimenti del Presidente della Giunta regionale del 2019, in qualche modo si faceva fronte autorizzando, in sintesi, senza dilungarmi, gli impianti esistenti a una maggiore possibilità ricettiva e autorizzando il trasporto fuori regione dei rifiuti, della FORSU. Tutto questo generava ulteriori costi per alcuni cittadini, pugliesi, salentini, foggiani, cioè di quegli ambiti in cui evidentemente l’impiantistica non riusciva a smaltire i rifiuti in distanze compatibili anche con le forme contrattuali attivate. Quindi, si era costretti, nella tariffa, a recuperare i costi che i Comuni sostenevano per andare fuori regione.
Faccio un esempio. In alcuni ambiti si è stati costretti ad andare a Sant’Agata, in Romagna, immaginando la distanza percorsa, quindi i costi aggiuntivi, che in alcune situazioni giungevano a impegnare il 5 per cento della tariffa.
Per questi motivi, la Giunta regionale, con diversi provvedimenti, ha contribuito alleviando, riducendo i costi per l’ultimo semestre del 2020 e il primo semestre del 2021, in quota parte molto contenuta. Per cui, i Comuni si trovano in estrema difficoltà. Comunque, sottopongo alla vostra attenzione un dato: noi abbiamo trattato in maniera differente cittadini anche all’interno degli stessi ambiti. Cittadini che vivevano in un Comune distante cinque, sei, otto chilometri da un altro, siccome lo smaltimento avveniva per il primo a 200 chilometri di distanza, per il secondo Comune a circa 1.000 chilometri di distanza quei cittadini sono stati costretti a sopportare un costo maggiore o il Comune naturalmente si è fatto carico di riversare sulle annualità successive i maggiori costi sostenuti per il trasferimento dei rifiuti fuori regione.
Cosa chiedo, assessore? Su questo un po’ lei, ma soprattutto debbo dire in alcuni incontri in Commissione l’avvocato Grandaliano, avevate assicurato che, concordemente con le volontà del Presidente e dell’assessore, si cercava di ripianare e quindi di rimborsare a quei Comuni che non per proprie responsabilità o per difficoltà nell’organizzazione del ciclo dei rifiuti nel proprio Comune avevano costretto i propri cittadini, o lo faranno con il nuovo piano tariffario, recuperando quelle somme negli anni successivi, a costi maggiori.
Di tutto questo cosa rimane? Oggi abbiamo parlato di giustizia sociale, abbiamo già parlato di cittadini di serie A e di serie B. In questo caso la situazione si riproduce e io le chiedo un impegno a restituire ai Comuni quel costo differenziale, quella differenza in termini di costi, sostenuta per il trasferimento dei rifiuti fuori regione in modo da consentire ai cittadini di quelle comunità di non dover sostenere costi aggiuntivi rispetto, ripeto, ad un’organizzazione della gestione del ciclo dei rifiuti che non appartiene, per la quale non ci sono responsabilità specifiche. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Gabellone.
Prego, Presidente Tammacco. Ha chiesto di intervenire? Ne ha facoltà.
Speaker : TAMMACCO.
Grazie, Presidente.
Collega Gabellone, ho provveduto, grazie all’ausilio dei Presidenti della V e della I Commissione, a chiedere di riunirci giovedì in Commissione per questo argomento. Sono stati convocati sia gli assessori nel settore finanziario sia l’assessore all’ambiente, insieme ai Direttori di Dipartimento e alla Presidente dell’AGER, il Sindaco Pascazio, e al direttore dell’AGER Grandaliano. Mi unisco al suo intervento integrandolo, perché questo problema è diventato un problema di tutti i Comuni della Puglia.
Purtroppo inizialmente erano solo alcuni, ora tutti stanno sostenendo dei costi effettivamente troppo elevati, che sono triplicati rispetto a qualche anno fa, tra l’altro seguendo una direttiva dell’AGER che dice dove devi andare a portare i rifiuti. In alcuni casi, siccome le discariche della Puglia sono già quasi tutte piene, ad alcuni Comuni viene chiesto pure di tenerseli in casa e di andare in determinati giorni della settimana, perché le code fuori dalle discariche son diventate lunghe.
Pertanto, non solo le tariffe delle discariche sono aumentate e si è triplicato il prezzo, poi abbiamo il costo del personale in più e il costo del trasporto in più. Tra l’altro, ripeto, non essendo liberi neanche i Comuni di decidere dove andare, ma seguendo una direttiva della delibera regionale che lei ha prima menzionato, che però fa riferimento ai ristori per la differenza di costo rispetto alla media dei costi delle singole discariche.
Ora, nel momento in cui questo ristoro non c’è più, non vien dato, nonostante la delibera di Giunta regionale, chiaramente i Comuni si trovano a sopportare dei costi maggiori e a seguire, tra l’altro, delle ordinanze, delle direttive, e quindi in questo periodo, ad esempio, a non poter fare i bilanci, perché stiamo parlando di spesa corrente.
Quindi, ho chiesto e gentilmente avuto l’opportunità di audire l’AGER insieme agli assessori. Se vorrà, giovedì alle 12 è la V Commissione, e, lei lo sa benissimo, potremo portare tutti quanti insieme questo problema e vedere insieme ai Comuni, perché c’è anche la Presidente dell’AGER, come trovare una soluzione finanziaria al problema e una soluzione di tipo ambientale al problema, perché il problema è anche in riferimento al Piano regionale dei rifiuti.
Quindi, spero che giovedì, assessore, siamo tutti presenti e di conseguenza si potrà trovare rimedio a tutti – ripeto, sono tutti – i Comuni della Puglia. Anche l’ANCI ha mandato una lettera in tal senso – che richiedono questo tipo di discorso, al di là della parte specifica che lei menzionava sul trasporto oltre Regione. Le faccio un esempio: per quanto riguarda la mia città, Molfetta, aveva trovato dei punti, delle discariche molto più economiche fuori regione, risparmiava andando fuori regione, però poi per una direttiva AGER deve andare per forza in determinati luoghi, in determinati posti; purtroppo, però, la differenza di costo non viene compensata da nessuno. Per cui spero che, a partire dalla Commissione, oppure da altre iniziative che potranno integrarsi, i Comuni potranno trovare questi ristori per il pregresso e soluzioni per il futuro. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei. Ha chiesto di intervenire il Presidente Tutolo. Prego.
Speaker : TUTOLO.
Grazie, Presidente. Da quello che mi pare di capire c’è un problema che si chiama Piano regionale dei rifiuti, a cui probabilmente dovremmo mettere mano perché quella approvazione è stata dettata da un obbligo per non perdere dei finanziamenti, ma mi pare di capire che è inadeguato alle esigenze dei pugliesi, perché c’è un problema di costi, ma ci sono anche altri problemi.
Foggia in questi giorni è sommersa dai rifiuti e non perché c’è chi… No, niente, gli impianti non riescono a far scaricare i camion. Mi pare chiaro, insomma, il problema, e non credo che sia opportuno aspettare oltre, perché si potrebbe solo aggravare. Anzi, mi meraviglio che interessi solo Foggia. Questo è un mistero, un po’ è un mistero, però è chiaro che probabilmente è l’anello più debole della catena, o non so quale sia la ragione, ma ritengo che sia assolutamente indecente quello che sta avvenendo. Quindi, spero che presto… Ristorare i Comuni va benissimo, ma non è che può diventare una prassi, quella; sono comunque soldi dei cittadini pugliesi quelli che vengono utilizzati, che ridiamo indietro a chi li dà e li dobbiamo togliere ovviamente da altri servizi, perché necessariamente li dovremmo togliere da altri servizi per ristorare i Comuni.
Non sono contrario, ma non è che si può andare all’infinito in questa direzione. Bisogna risolvere il problema, che mi pare sia strutturale, per dare un futuro sicuramente migliore al ciclo dei rifiuti della Regione Puglia.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Tutolo.
Prego, consigliere Gabellone.
Speaker : GABELLONE.
Grazie, Presidente. Solo un chiarimento brevissimo.
Speaker : PRESIDENTE.
Così lasciamo la parola all’assessora Maraschio.
Speaker : GABELLONE.
Non vorrei che si rinviasse l’oggetto della mia mozione, visto che è già quasi da un anno e mezzo… Ci sono Commissioni in itinere, per carità, ma, come ha riferito anche il Presidente Tutolo, c’è un pregresso che riguarda gli anni 2020 e 2021, con situazioni già ben individuate con dati oggettivi, tecnici, finanziari già acquisiti.
Faccio veramente una sollecitazione particolare all’assessore. Il Piano dei rifiuti diamo il tempo di capire come gira. Possono esserci delle criticità, che vanno evidentemente corrette. Noi dobbiamo intervenire e dare un’accelerata soprattutto all’impiantistica, perché è lì che bisogna lavorare, se vogliamo chiudere veramente la gestione del ciclo dei rifiuti in Puglia. Altrimenti, il rischio è che situazioni di difficoltà e di criticità sui territori si ripetano. Ancora una volta sottolineo come il costo di queste situazioni poi si riversa sulle tasche dei cittadini perché sappiamo che il costo per far fronte alla gestione del ciclo dei rifiuti da parte dei comuni è integralmente e totalmente corrisposto dai cittadini. Quindi, ogni scostamento in aumento dei costi incide inevitabilmente sulla tariffa e quindi sull’esborso da parte dei cittadini.
Ci tenevo a precisare questo. Concludo. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire l’assessora Maraschio. Prego.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Grazie, Presidente.
La precisazione del consigliere Gabellone mi consente di dare una risposta alla precisazione che ha fatto, quindi non un tema complessivo generale, ma quello relativo, perché questo era l’oggetto della mozione, ai maggiori costi per la FORSU. Come ricordava, questa era una mozione particolarmente datata, infatti la nota di risposta porta ancora la firma del dirigente Scannicchio.
Così come abbiamo avuto modo di verificare, anche con delle riunioni che abbiamo fatto in assessorato, consigliere Gabellone, la risposta a questa mozione era stata già data ormai un anno fa, ed era relativa ad una… Si è risposto, cioè, da parte degli uffici che la norma richiamata prevedeva la possibilità di copertura di quelle spese, dei maggiori costi per il trasferimento fuori regione per i soli Comuni che avessero tenuto un comportamento virtuoso rispetto al sistema di gestione dei rifiuti e agli obiettivi definiti dal regolamento approvato dall’AGER, in applicazione della legge regionale n. 67 del 2018. Per cui, la norma, quella norma vigente non consentiva, aveva portato la Regione a sostenere soltanto quei Comuni che rispondevano a quei criteri.
Successivamente, però, devo anche aggiungere un dato, con riferimento specifico alla FORSU. Oggi non ci sono rifiuti che vanno fuori Regione per la FORSU, perché nella seconda metà del 2021 sono entrati in esercizio vari impianti che consentono, appunto, con riferimento a quella tipologia, a quella frazione, che i rifiuti possano essere destinati, e sono destinati, agli impianti esistenti in Puglia: abbiamo l’impianto di Erchie, Maia Rigenera di Lucera; successivamente Calimera Bio di Calimera, l’impianto AMIU di Puglia (Bari), che è entrato in funzione.
Tutti questi impianti, quando ha presentato la mozione, non erano entrati in funzione. Questo per quanto riguarda la FORSU. Altri temi che poi saranno trattati in V Commissione certamente meritano un approfondimento, perché assai complessa è la questione dei rifiuti. Come ho provato a dire in varie circostanze, le responsabilità di una situazione che porta a far emergere alcune criticità, come quella che ha richiamato il consigliere Tutolo, che sta impegnando e occupando la nostra attività oramai da giorni... Sono criticità che, purtroppo, emergono per ragioni varie. Una tra tutte, e non possiamo dimenticarci questa cosa, è che, purtroppo, in quella zona non è assolutamente partita la raccolta differenziata. Tutto questo ‒ è evidente ‒ manda in crisi l’intero sistema.
Quindi, fare il punto della situazione, fare delle considerazioni allo stato, cioè ad oggi, credo sia un fatto assolutamente necessario e doveroso, ripartendo dalla V Commissione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Prego.
Speaker : GABELLONE.
Chiedo scusa, ma non credo, assessore, di aver chiesto cose diverse da quelle a cui lei fa riferimento. Gli interventi economici a sostegno, che sono stati fatti per gli anni 2020 e 2021, che evidentemente interessavano quei Comuni, ed è giusto che sia così, che avevano raggiunto un target di raccolta differenziata del 65 per cento, sono andati in quella direzione, ma l’intervento è stato di poco più del 10 per cento del costo della spesa complessiva. Quindi, se noi immaginiamo di aver coperto la spesa sostenuta dai Comuni con appena il 10 per cento e riteniamo che questo sia soddisfattivo della risposta o della richiesta fatta dai Comuni, mi perdoni, devo dire che è veramente un po’ riduttivo. Concordo con lei. È giusto che vengano ristorati quei Comuni che hanno raggiunto un determinato target, ma è giusto che ciò avvenga in maniera integrale e non con una misura veramente esigua, o particolarmente esigua, di appena il 10 per cento.
Su queste cifre, se ci sono degli scostamenti, io sono pronto al confronto, sempre nell’interesse dei cittadini, delle comunità amministrate, e, sono convinto, con la sua sensibilità e la sua attenzione rispetto al problema.
Grazie. Tenevo solo a chiarire questo.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Consigliere Tutolo, deve precisare qualcosa pure lei?
Speaker : TUTOLO.
Giusto per dichiarazione di voto, magari, semplicemente per fare una precisazione. Foggia è una delle città, non l’unica, che non ha ancora attivato la raccolta differenziata, quella spinta porta a porta, perché poi ci sono dei dati che non si capisce da dove vengono fuori. Sembrerebbe che un po’ di differenziata c’è. Non è l’unica, non ha l’esclusiva. È una colpa gravissima, ma non è il motivo per il quale ci sono i rifiuti per strada, perché non è che se non viene fatta la raccolta differenziata porta a porta, significa tenere i rifiuti per strada, perché sennò lo mettiamo per iscritto, lo diciamo. Non è quello. C’è un problema. Lei ha ragione quando dice che è una materia complessa, e lo sottoscrivo in pieno. Sto dicendo semplicemente che c’è un problema e lo dobbiamo affrontare, perché quella situazione è indecente, è offensiva non solo per quella comunità, ma per tutte le altre che rischiano di vivere la stessa situazione. Oggi è Foggia, ma domani può essere Bari piuttosto che Lecce, Brindisi. Qualsiasi comunità non è assolutamente meritevole di una situazione del genere. Quello che noi dobbiamo fare è affrontare il problema, non ignorarlo e sicuramente non rimandarlo. C’è un problema. Lo dobbiamo affrontare.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Caroli, prego. Ha chiesto di intervenire? Prego. Vuole ascoltare anche il consigliere Caroli, così chiudiamo gli interventi?
Prego.
Speaker : CAROLI.
Ho ascoltato attentamente gli interventi dei colleghi.
Grazie, Presidente. Assessore, seguito ad ascoltare la rappresentazione della gestione del mondo dei trasporti di rifiuti in particolare quasi fosse un rapporto tra il singolo Comune e le varie discariche e gli impianti.
Noi dobbiamo confrontarci tenendo conto che comunque si sono dei soggetti, che sono gli ARO, che raggruppano un certo numero di Comuni. Quando vengono fatte le procedure, assessore, lei mi insegna, all’interno delle procedure sono previsti e disciplinati anche i buffer o meglio le franchigie entro cui i trasporti non vengono imputati ai singoli Comuni facenti parte gli ARO.
Se la situazione dovesse seguitare a essere questa, io ritengo che nelle prossime procedure, siccome ci sono alcuni ARO che vanno già a rinnovo, bisognerebbe prevedere delle franchigie, dei buffer che prevedono l’intero territorio nazionale. In quel caso, il costo dei trasporti viene disciplinato alla fonte, e non ci si sobbarca degli oneri che vengono poi imputati dalle società senza tener conto di alcune percentuali di ribasso.
Ora, rispetto a questo, io le chiedo: considerato che, ripeto, io sono sempre più convinto che il rapporto l’AGER debba averlo direttamente con gli ARO e non con i singoli Comuni. Io ho notato negli anni che tante volte il criterio utilizzato all’interno degli stessi ARO non era univoco; o meglio, vi erano alcuni Comuni che venivano trattati ad una certa stregua ed altri ad una stregua differente.
Ora, prima di tutto bisogna uniformarsi e utilizzare questo benedetto criterio univoco. Ma di più, ora glielo dico in maniera diretta, bisogna intervenire perché qui si parla di impiantistica, ma oggi le uniche impiantistiche di cui stiamo parlando, e di cui lei ci ha rappresentato gli impianti, sono solo ed esclusivamente quelle private.
Di seguito io le rappresento ora la situazione della Puglia centromeridionale: qui, nel caso di specie, gli impianti in questo momento stanno totalmente disattendendo le direttive che provengono da AGER. Voi avete imposto una tariffazione, una parametrazione di tariffa a Manduria Ambiente pari a 141 euro a tonnellata, e loro seguitano ancora a fattura a 171 euro.
Voi avete chiesto una rimodulazione della parametrazione del costo di conferimento pro tonnellata a Eracle, e loro nonostante lo abbiano fatto, immediatamente hanno controbilanciato andando a incidere in maniera violenta sulla quantità di conferito, il cosiddetto impuro, andando a far crescere in maniera esponenziale il costo del conferimento e portandolo oltre quello che era previsto in precedenza.
Io ritengo che in questo momento AGER dia una possibilità unica, bisogna dirlo: ritengo che sia l’unico soggetto al mondo che in totale disprezzo di quelle che siano, e comunque sia questo gli è consentito, le regole, può svegliarsi una mattina e decidere di spostare centinaia e centinaia di migliaia di euro da un impianto ad un altro.
Ritengo che sia quanto mai necessario in questo momento definire delle linee ben precise e far sì che quelle che sono le direttive che vengono impartite nei confronti degli impianti vengano rispettate. Al contempo, ripeto, glielo chiedo ancora una volta, al fine di fugare e risolvere in maniera tombale questo problema, si prenda a cuore il problema del trasferimento dei costi, che comunque sia gli ARO e i Comuni che fanno parte degli ARO sono costretti a sobbarcarsi in seguito al chilometraggio in più rispetto a quello previsto dalla procedura di gara.
Altrimenti, è giusto avvisarli prima. Ci sono molti ARO che in questo momento andranno al rinnovo, e di questo bisogna tenere assolutamente conto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Prego, assessora Maraschio.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Solo come necessità di una puntualizzazione, perché non ho detto che la causa di quello che… Io ho detto che non stavo rispondendo, non stavo affrontando la questione specifica posta dal consigliere Tutolo che non era oggetto della mozione, ma soprattutto perché necessitava di approfondimenti e di tavoli. L’ultimo si è concluso ieri sera a mezzanotte, rispetto a Foggia. A uno di quelli, uno dei tanti, lei ha partecipato. Questo per rispondere su due cose: non sono entrata nello specifico sulla questione Foggia, ho detto che le cause sono delle cause diffuse. Tra le altre, c’è anche quella del mancato avvio in molte parti della Regione. Questo è un tema, perché altrimenti dobbiamo cambiare completamente il sistema di gestione dei rifiuti e andare contro quelle che sono le direttive europee, tornare a realizzare solo discariche e inceneritori e risolviamo il problema. Siccome abbiamo provato a seguire le direttive europee, le direttive europee impongono anche un cambio di paradigma nella gestione, che parte essenzialmente dalla necessità di avviare la raccolta differenziata sul territorio di Puglia, anche perché non è corretto, non è giusto che chi fa una raccolta differenziata spinta poi debba subire le conseguenze di chi, invece, questa cosa non la fa. Quindi, questo come principio; avevo richiamato questo. Quello è un caso particolarmente grave. Non è quella la causa soltanto, diciamo, non è solo quella la causa. Ci sono altre cause che sono state oggetto di approfondimento e di attenzione, perché quello che lei chiede, consigliere Tutolo, non solo c’è, ma viene praticato dagli uffici e, per quanto mi riguarda, da parte politica costantemente, con la cooperazione anche delle forze dell’ordine, laddove purtroppo, in alcuni casi, è necessario anche che debbano intervenire.
Detto questo, è una situazione delicata che stiamo affrontando. Hanno ripreso i conferimenti e quindi, se lei vuole, come lei sa, ci sono tutti gli approfondimenti che i miei uffici e io personalmente do in qualsiasi momento. Quindi, se lei ha necessità di avere aggiornamenti su quella situazione, possiamo farlo in qualsiasi momento.
Poi, per completare, ritorniamo sul discorso delle competenze e delle necessarie suddivisioni di compiti. Quello della gestione è rimesso ‒ il consigliere Caroli lo ha richiamato ‒ a una competenza di gestione in cui vengono coinvolti i Comuni e AGER, l’agenzia dei Comuni.
In ogni caso, grazie per la sollecitazione, di cui terrò conto anche ai tavoli che periodicamente vengono fatti per verificare le attività che vengono svolte anche dalle agenzie che fanno capo all’assessorato.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, assessora.
Non ho altri iscritti a parlare.
Andiamo al voto. Il parere verso la mozione è negativo.
La votazione è aperta.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 24, votanti 21, favorevoli 14, contrari 7.
Non c’è il numero legale, quindi dobbiamo attendere un’ora. Il Consiglio si aggiorna tra un’ora.
Abbiamo la mozione sull’indotto ILVA, però.
Mi rivolgo ai nostri funzionari: il voto del Presidente Amati risulta? Il Presidente Amati si è astenuto. Dobbiamo aggiungerlo tra gli astenuti. Sono 22. Presenti 25. Okay. Sì, ci sono tre congedi, quindi il numero legale c’è.
Va bene, prendiamo atto. È così. Prendiamo atto. Andiamo avanti. Dobbiamo rivedere lo schermo per capire come si è votato?
La mozione, quindi, è approvata.
Grazie.
Adesso procediamo con la mozione di cui al punto n. 5), Massimiliano Stellato “Disability Manager in tutti i Comuni della Puglia.
Competente in questo caso è l’assessore Leo o l’assessore Barone? Assessore Barone. Prego.
Speaker : STELLATO.
Presidente, in realtà la figura del Disability Manager è a cavallo tra più discipline, più Direzioni e più servizi. Non riguarda solo i servizi sociali. Se la posso illustrare, gliene sono grato.
Speaker : PRESIDENTE.
Mi scusi, Presidente Stellato, diceva che è a cavallo tra più assessori.
Speaker : STELLATO.
Più discipline, non solo quella dei servizi sociali.
Speaker : PRESIDENTE.
E ce n’è qualcuna presente qui, dal suo punto di vista? Dovrebbe essere anche personale, immagino.
Speaker : STELLATO.
No, non ce n’è nemmeno uno.
Speaker : PRESIDENTE.
La aggiorniamo, la richiamiamo.
“Riqualificazione dei profili professionali dei dipendenti dello stabilimento della Leonardo S.p.A. di Grottaglie”. Siamo al punto n. 6).
Qui, invece, è l’assessore Leo. Vero?
Prego, Presidente Stellato.
Speaker : STELLATO.
Grazie, Presidente.
Sarò breve anche perché i colleghi dell’area jonica, ma tutto il Consiglio regionale, conoscono a fondo la situazione di sofferenza che da tempo vive lo stabilimento Leonardo di Grottaglie e con loro i quasi 1.300 dipendenti diretti e quelli delle aziende dell’indotto che ruotano attorno a quello stabilimento.
Come tutti sanno, quello stabilimento ha lavorato per tanti anni con un’attività di mono-committenza nei confronti delle fusoliere del Boeing, per intenderci, ma le direzioni di Leonardo SpA, che, come sapete, ha una partecipazione statale, sono invece molto produttive nel settore strategico-militare. Quindi, poiché sono in corso le interlocuzioni sia con le organizzazioni sindacali sia con il management dell’azienda, io ho richiesto, concordandolo con l’assessore Leo, di prevedere una riqualificazione del personale, dei corsi dedicati che possano consentire, in eventuali futuri impegni e attività lavorative di questi dipendenti verso il comparto militare, di farli trovare pronti all’occorrenza a questa nuova attività. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Assessore Leo, prego.
Speaker : LEO, assessore alla formazione e al lavoro.
Il Governo è favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ho altri iscritti a parlare.
La votazione è aperta. Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 22. Com’è possibile? Ci sono tre che hanno chiesto congedo e siamo a 25. C’è qualcuno che non ha votato? Né Tammacco né La Notte. Allora Tammacco e La Notte risultano aver votato? No. E anche Caroli. Favorevoli.
Abbiamo l’aggiunta di tre voti favorevoli.
Quindi, presenti 25, votanti 25, favorevoli 25.
La mozione è approvata.
Adesso passiamo alla mozione… Manca l’assessore Delli Noci. “Realizzazione di un ospedale veterinario”, manca Rocco Palese. “Estensione tamponi a tutte le scuole pugliesi di ogni ordine e grado”.
Manca Palese.
Programma di inquadramento, punto n. 11). È quella che abbiamo cancellato, vero? L’abbiamo espunta? No, il punto n. 11) non l’abbiamo espunto.
Per il punto n. 10) manca l’assessore ai lavori pubblici.
Scusi, consigliere Gabellone, il suo riferimento per questa mozione è l’assessore ai lavori pubblici? Sta arrivando.
Mozione Paride Mazzotta “Programma di inquadramento e misurazione della postura e delle relative disfunzioni nella scuola primaria”. Non c’è Mazzotta.
Prego, Presidente Perrini.
Speaker : PERRINI.
Il Presidente Emiliano sta mangiando e noi stiamo aspettando lui. Se lo potete chiamare, è in mensa. Perché, poi, arriveranno le ore 17 e la rimanderemo di nuovo.
Speaker : PRESIDENTE.
Lei come sa che sta mangiando?
Speaker : PERRINI.
Lo so perché ho i servizi segreti là.
Speaker : PRESIDENTE.
Mozione Gatta, Lacatena, Mazzotta e De Palma “Canoni demaniali”. Per l’assessore Piemontese. Adesso diventa un po’ eccessivo.
Riconoscimento grotte preistoriche salentine.
Prego, Presidente Pagliaro.
Punto n. 15).
Speaker : PAGLIARO.
Grazie, Presidente.
Si tratta di una questione molto particolare, che secondo me ci dà molto prestigio: riconoscere le grotte preistoriche salentine come patrimonio mondiale dell’UNESCO. È questo quello che chiedo con questa mia mozione per mettere a frutto un immenso giacimento quasi sconosciuto.
Nelle viscere di queste grotte sono custodite, ancora intatte, dopo millenni, le prime tracce della nostra civiltà. Con l’iscrizione delle grotte preistoriche del Salento nel patrimonio UNESCO si può innescare un processo di valorizzazione di questo patrimonio sotterraneo, sul modello di percorsi di fruizione già realizzati in Francia, Spagna e Marocco, in grotte analoghe, nel bacino del Mediterraneo, che sarebbe la culla della nostra cultura.
Nella mia mozione presento un elenco dettagliato delle grotte più importanti che potrebbero essere legate in questo percorso di conoscenza. Faccio solo due esempi fra tutti: la Grotta dei Cervi di Porto Badisco, che è considerata un po’ la Cappella Sistina della preistoria, e la Grotta di Agnano ad Ostuni, che custodisce la madre più antica del mondo, una giovane donna morta al nono mese di gravidanza, col suo bambino ancora in grembo, di circa 28.000 anni fa.
Votiamo tutti compatti, vi chiedo, per impegnare così la Giunta a farsi promotrice del riconoscimento di Patrimonio Unesco per recuperare la nostra preistoria e farne una leva di promozione turistica del nostro territorio.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Vuole intervenire, consigliera Di Bari?
Speaker : DI BARI, consigliera delegata per le politiche culturali, il patrimonio materiale e immateriale e la valorizzazione dei borghi.
Grazie, Presidente.
Io non posso che ringraziare per la sollecitazione del collega, consigliere Pagliaro. Avevamo già parlato in passato della possibilità di iniziare questo percorso insieme alla Regione. Ovviamente, lei capisce bene che vi deve essere anche l’interessamento da parte del Ministero per il riconoscimento bene Unesco, non è un procedimento che può essere governato solo ed esclusivamente dalla Regione Puglia.
Cionondimeno, non posso non dare il mio contributo rispetto a questa iniziativa, come anche quello degli uffici. Da parte nostra quindi ci sarà tutto il supporto necessario per iniziare questo percorso, che, ripeto, non è un percorso che ci vede coinvolti in maniera esclusiva, ma che dovrà vedere necessariamente anche l’interessamento e quindi la partecipazione e la collaborazione da parte del Ministero, quindi anche da parte del Governo nazionale.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Pagliaro, prego.
Speaker : PAGLIARO.
Grazie alla consigliera Di Bari, delegata dal Presidente alla cultura.
Noi chiediamo infatti specificatamente che sia il Governo regionale a farsi parte attiva, quindi ad intervenire presso il Ministero perché si avvii e si concluda. perché l’avvio, di fatto, poi saremo noi a darlo, col nostro pressing. Poi chiaramente toccherà al Ministero poterci assegnare questo importantissimo rilievo che può essere molto utile per la crescita economica, culturale e turistica della nostra Regione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
La votazione è aperta.
Non ho altri iscritti a parlare. Prego.
Abbiamo votato tutti? Per favore, chi è presente voti, per evitare che…
Va bene. La votazione è chiusa.
Presenti 29 (vede? smentito nei fatti, Presidente Ventola), votanti 29, favorevoli 29.
È approvata all’unanimità.
Era il merito della mozione che sollecitava.
Allora, “Attivazione sistema di surgery tracker”. Manca il Presidente Stellato. Decade.
“No messa in esercizio discarica di Corigliano d’Otranto”, mozione n. 17. Presidente Pagliaro, prego.
Speaker : PAGLIARO.
Grazie, Presidente.
Questo è un altro nervo scoperto e doloroso nel Salento, in particolar modo. È l’annunciata apertura della discarica di Corigliano d’Otranto. Ne abbiamo discusso in maniera approfondita quando è stato approvato il Piano regionale dei rifiuti, dopo aver dato battaglia perché fosse stralciata, ricorderete, dal Piano regionale dei rifiuti, che fu approvato a dicembre 2021, con una raccomandazione che non fu reperita. Il primo dicembre dell’anno scorso presentai questa mozione per chiedere la certezza che il sito non fosse aperto. Il motivo è la sua pericolosità, perché sorge su un’immensa falda acquifera, quella dove attinge gran parte della provincia di Lecce.
È stata sciaguratamente prevista nel Piano rifiuti l’attivazione di questa discarica, che, pur completata da ben 10 anni, non è mai entrata in funzione proprio per proteggere i cittadini salentini dal rischio di inquinamento della falda idrica su cui sorge l’impianto. Questa è una questione più volte affrontata nel nostro territorio. Non ci rassicura la fine pena, cioè la data di fine servizio prevista per il 2025, che fra l’altro dovrebbe slittare, visto che la discarica ancora non è stata aperta, né l’annunciato piano di monitoraggio ambientale né tantomeno il conferimento esclusivo di rifiuti biostabilizzati. Il rischio per la salute è troppo alto e non possiamo assolutamente correrlo. Non possiamo esporre i cittadini al pericolo di avvelenamento dell’acqua che arriva nei nostri rubinetti, nell’80 per cento delle case della provincia di Lecce.
Noi non ci stiamo a barattare il bene più prezioso che abbiamo, la salute. Ecco perché chiedo ai colleghi di comprendere l’importanza e la rilevanza di questa mozione e di approvarla all’unanimità.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Pagliaro.
Deve intervenire l’assessora Maraschio?
Il consigliere Tutolo ha chiesto di intervenire. Prego, Presidente.
Speaker : TUTOLO.
Grazie, Presidente.
Leggo la mozione del collega Pagliaro e resto un po’ disorientato. Nel corso della procedura di Valutazione di impatto ambientale ‒ leggo un pezzo della mozione ‒ i tecnici di ARPA, Acquedotto Pugliese e ATO Provincia di Lecce espressero forti preoccupazioni. Mi pare di ricordare, correggetemi se sbaglio, che Acquedotto Pugliese espresse parere favorevole, che ARPA espresse parere favorevole. Io chiamerei i tecnici dell’Acquedotto e direi loro: “Scusate, se avete perplessità, perché esprimete parere favorevole?”. Mi pare che le due cose vadano in contrasto.
Tutte le discariche sono impattanti. Nessun territorio le vuole. Nessuno di noi vuole commettere il crimine di rischiare di avvelenare cittadini di qualsiasi località. Però ci devono essere degli elementi reali e certificati.
Voglio ricordare a tutto il Consiglio che questa discarica è chiusa e sta producendo danni che andremo a pagare. C’è un gestore che un giorno tirerà la manovella dello scontrino, quello lungo-lungo che usciva dalle calcolatrici del Settecento, e ci presenterà il conto. È un danno, quello, che stiamo facendo alla comunità della regione Puglia.
Se quella discarica, quindi, ha dei problemi strutturali, ha dei motivi, io sono il primo a volerla annientare come discarica per metterci – che ne so? – un milione di alberi. Se non c’è questo, mi dispiace, in ogni territorio dove c’è una discarica c’è un comitato, c’è il Comune che si oppone, c’è… Chiudiamole tutte, diciamo ai cittadini della Regione Puglia che noi l’immondizia la portiamo tutta quanta all’estero, gli diciamo che devono pagare – che ne so? – dieci volte quello che è il costo, ed eliminiamo il problema.
Ripeto: io voglio votare assolutamente sì non alla mozione, ma anche ad una legge, eventualmente. Ma ci devono essere motivi, certificati, sennò di che stiamo parlando?
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Tutolo.
Collega Gabellone, prego.
Speaker : GABELLONE.
Grazie, Presidente.
Io vorrei ringraziare il collega Pagliaro per aver riportato all’attenzione di questo Consesso l’argomento, un argomento molto delicato, sul quale, soprattutto nel Salento, si è molto discusso con situazioni, che la maggioranza del Governo regionale non ha mai voluto dirimere, né rispondere a quelli che erano gli interrogativi che venivano posti dalle associazioni ambientaliste, dagli amministratori dei Comuni interessati, e dagli amministratori dei Comuni salentini in modo particolare.
Sono state spese, per la realizzazione di quella discarica, risorse importanti. C’è stato l’affidamento ad un’impresa, ad una società, che evidentemente ha realizzato e che dovrà ricevere i rifiuti secondo un piano finanziario che evidentemente è già saltato nei tempi e nei quantitativi, ad oggi.
Immagino quindi che ci possano essere anche delle conseguenze per la mancata attivazione dell’utilizzo di quel sito.
Consigliere Pagliaro, noi allora abbiamo attendere, siamo ancora in attesa di una parola definitiva da parte della maggioranza, che rispetto alla tua mozione ha già espresso una volontà, perché se quella discarica è stata inserita all’interno del Piano per la gestione dei rifiuti solidi urbani, del piano dell’impiantistica a servizio di quel territorio, è evidente che la risposta è già avvenuta da parte della maggioranza di Governo. Votando quel Piano ha detto una parola definitiva sulla opportunità/necessità di attivare l’utilizzo di quella discarica. Allora, se questa è la volontà della maggioranza, mi pare che sia stata espressa con chiarezza.
Oggi, quello che noi torniamo a chiedere al Consiglio regionale, e su questo concordo con il Presidente Tutolo, torniamo a chiedere alla maggioranza tutta, al Presidente Emiliano, all’assessore, alla Giunta, di voler fare chiarezza, anche da un punto di vista tecnico-scientifico, rispetto alla possibilità di utilizzo reale e concreto di quel sito, altrimenti noi rischiamo di alimentare attese che vengono poi, da un lato, sconfessate dagli atti che il Consiglio regionale approva e che determinano una schizofrenia nella gestione dei siti delle discariche che per il Salento è drammatica, perché noi cominciamo a sentire gli effetti di una mappa impiantistica nel Salento che, venuto meno il progetto iniziale e quindi la previsione iniziale, oggi vede quei siti e quelle discariche verso le quali i rifiuti sono destinati ormai piene, con la preoccupazione degli amministratori di non avere soluzioni e quindi di tornare esattamente alla situazione che abbiamo già esaminato nella esposizione della mia mozione, quando son venute fuori situazioni che dimostrano come molti Comuni del Salento, e non solo della Puglia, sono costretti ad andare fuori regione.
Allora, noi dobbiamo dire una parola di verità definitiva, chiara, netta. Se ci sono dubbi sul pericolo che quel sito, nel momento in cui viene utilizzato, può produrre in termini di inquinamento della falda, tenuto conto che a Corigliano esiste un emungimento importante. Quindi, è una risorsa importante dal punto di vista della falda acquifera. Noi dobbiamo dire una parola di verità e dire con chiarezza se ci sono problemi oppure no. Dopodiché, il Consiglio regionale sarà nelle condizioni di poter esprimere un parere definitivo, permettendo, quindi, al nostro sistema impiantistico o di avere la possibilità dell’utilizzo di quel sito, perché evidentemente non ci sono problemi, oppure pensare rapidamente a situazioni alternative. Altrimenti, non percorrendo una delle due strade, il rischio è che da qui a pochi mesi noi avremo ancora una volta situazioni drammatiche sul territorio, con costi aggiuntivi per i cittadini. Questo noi non possiamo più permettercelo.
Bene la discussione di questa mozione e la possibilità di tornare in questo consesso su una vicenda. L’assessore, tra l’altro, è salentina, quindi conosce perfettamente le situazioni. Una parola definitiva, con documenti probanti dal punto di vista scientifico, che dimostrino ‒ delle due l’una ‒ o che c’è un reale pericolo di inquinamento (che non possiamo permetterci; poi, le responsabilità in termini di costi e di spesa faranno capo a chi, evidentemente, ha assunto quelle decisioni) oppure la tranquillità di poter utilizzare quel sito senza alcun pericolo dal punto di vista dell’inquinamento della falda.
Credo che oggi, avendo una certezza sull’iter da seguire rispetto alla vicenda, possiamo finalmente dare una risposta importante al Salento e alla Puglia più in generale.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Vuole approfondire, collega Tutolo? Prego.
Speaker : TUTOLO.
Grazie, Presidente.
Vorrei fare una precisazione che credo sia doverosa e importante. Il collega Gabellone diceva che, nel momento in cui la maggioranza ha approvato il Piano dei rifiuti con all’interno quella discarica, ha deciso. Non sono d’accordo, consigliere Gabellone, e le spiego perché: non vorrei infatti che qui passasse il messaggio che ci sono i consiglieri di maggioranza che vogliono avvelenare qualcuno, e quelli di minoranza che vogliono dare l’antidoto, che è quello della non apertura della discarica. Non è così.
Io vengo eletto insieme a voialtri, a molti di voialtri nel 2020. Quella discarica è autorizzata dal 2014. Come faccio io a dire “teniamola fuori dal Piano regionale dei rifiuti”, assumendomi una responsabilità enorme? Quello che chiedo con forza insieme a lei, è che si accerti immediatamente e che non si aspetti un ulteriore giorno in più. se quella discarica ha dei problemi strutturali, così come viene detto, tranne però che dai tecnici, perché ripeto, se nella mozione si scrive che ci sono delle perplessità da parte dei tecnici dell’Acquedotto, che direbbero che ci potrebbero essere dei problemi, e poi andiamo a vedere il parere dell’Acquedotto ed è favorevole, mi pare che le due cose confliggano.
Se quindi quella discarica ha dei problemi, io sono il primo, ripeto, a dire che la dobbiamo togliere dal Piano dei rifiuti e che dobbiamo cancellarla, come discarica. Se così non è, quella discarica deve aprire, perché i problemi che ci dicevamo poco fa, relativamente agli impianti, sono legati anche a quella. Non ci possiamo nascondere. Tutti i territori, nessuno escluso, devono partecipare e devono fare il sacrificio di dare il contributo al Piano regionale dei rifiuti. Non sarà Corigliano, sarà qualcos’altro, qualcun altro, ma non si può pensare che dove si fa l’indifferenziato è dove si porta la carta. Anche questa cosa ce la dobbiamo chiarire.
Concludo dicendo che io sono favorevolissimo ad approfondire, ma non è questa, credo, la sede, non siamo noi a decidere se lì ci sono dei problemi o non ci sono. Quelli deputati a decidere se lì ci sono problemi si sono già espressi, e hanno evidentemente dato dei pareri favorevoli, significando che non ce ne sono, di problemi.
Ora, vogliamo fare qualcosa – una mozione? – per chiedere un approfondimento, una ulteriore istruttoria, una verifica? Ma oltre io credo che noi non possiamo andare, se non provocando dei danni enormi alla Regione e ai cittadini della Regione Puglia. Ripeto: eliminiamo questa cosa di maggioranza e di minoranza, perché non è possibile che dobbiamo essere dipinti i consiglieri di maggioranza come i cattivi che vogliono far morire una popolazione, mentre quelli di minoranza sono bravi. No, su queste cose, vi prego, no, perché non è accettabile.
PRESIDENZA DELLA
PRESIDENTE CAPONE
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Prego, Presidente Metallo.
Speaker : METALLO.
Grazie, Presidente.
Intervengo solo per ricordare un po’ anche i lavori di quella seduta consiliare e mi rivolgo anche all’appello e alle sollecitazioni che ha fatto il collega Tutolo sia a quelle fatte dal Presidente Gabellone. Durante l’approvazione del Piano regionale dei rifiuti si arrivò alla questione discarica di Corigliano e grazie al supporto anche degli uffici regionali del Settore Ambiente e in collaborazione anche con l’assessore Maraschio, furono presentati e approvati poi dal Consiglio regionale, se non erro a maggioranza, due emendamenti relativi alla discarica di Corigliano e questi emendamenti vanno proprio nel senso ravvisato, sottolineato e sostenuto sia dal Presidente Gabellone sia dal Presidente Tutolo.
Cosa dicevano questi due emendamenti in linguaggio molto semplice? Siccome vi erano elementi differenti e il consigliere Pagliaro aveva portato in quella sede di Consiglio alcune sollecitazioni e palesava alcuni rischi che potessero esserci per la salute pubblica e per le falde acquifere, e dall’altra parte avevamo invece pareri che davano riscontro positivo a quella collocazione, tant’è che quella collocazione – lo ricordiamo – avviene pre-Vendola, quindi da un Governo regionale completamente diverso, anche di orientamento politico, rispetto a quello attuale... Nelle successive legislature nessuno ha cambiato mai quell’impostazione o quel posizionamento e visto il minimo rischio che ci poteva essere, ma comunque che deve essere tagliato fuori del tutto quando ci si occupa, come diceva il Presidente Pagliaro, della salute pubblica, quell’emendamento diceva: partiamo, ripartiamo – io semplifico, forse non userò il linguaggio giusto, ma è per farci capire – con una sorta di nuova conferenza di servizi, di nuova valutazione di impatto ambientale, richiedendo ai soggetti che devono esprimere, gli unici titolati ad esprimere pareri perché hanno competenze tecniche che un consigliere regionale non ha e non è deputato a esprimere parere tecnico, ma parere politico, rimettiamo tutto in piedi e facciamo questa trafila; vediamo se quel sito può esser oggetto di collocazione di discarica.
Accanto a questo, un successivo emendamento parlava invece delle procedure di inertizzazione degli stessi rifiuti, affinché quei rifiuti potessero non emettere sostanze che potessero inquinare le falde acquifere. Vi era un procedimento tecnico, studiato con gli uffici, che aveva un costo aggiuntivo nel trattamento del materiale, ma che poteva dare ulteriori rassicurazioni.
Passando alla questione posta dal consigliere Pagliaro, il consigliere Pagliaro dice, in sintesi: stralciamo dal Piano dei rifiuti la discarica di Corigliano. È chiaro che tutto questo, Paolo, dipende dagli studi che sono stati fatti, capire a che livello sono le valutazioni tecniche. È chiaro che se, come diceva il Presidente Tutolo, Acquedotto, ARPA e altri soggetti tecnici si esprimono dicendo che non c’è nessun rischio, sarebbe un assurdo stralciarlo. Nel caso in cui ci fosse un principio, invece, di cautela, che bisogna adottare in toto... Io sono d’accordo. Se c’è un minimo rischio di infiltrazione nella falda acquifera, importantissima per il Salento, copre l’80 per cento delle nostre utenze, nulla quaestio, non se ne parla assolutamente. Però dipende tutto dal lavoro che l’assessorato, insieme agli uffici, ha fatto.
Attendo prima di poter esprimere un voto con cognizione di causa, come dicevi prima, Antonio, con coscienza e scienza, per sapere quali sono i risvolti tecnici. Laddove i tecnici mi dovessero dire che non ci sono preoccupazioni, voterò contro. Laddove i tecnici dovessero dirmi che c’è anche l’1 per cento di preoccupazione, sarò il primo a votare in maniera favorevole alla mozione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Metallo.
A questo punto, per dichiarazione di voto, la parola al Presidente Pagliaro. Prego.
Speaker : PAGLIARO.
Il mio appello è ancora una volta quello di dire un “no” netto, chiaro e deciso all’apertura di questa discarica. Non voglio ripetermi. Abbiamo già abbondantemente discusso in occasione dell’approvazione del Piano regionale dei rifiuti. Però sono molto sorpreso che qualcuno pensi di fare riferimento ai pareri dell’Acquedotto. L’Acquedotto Pugliese è quell’istituto che ancora fa arrivare ai cittadini di Frigole...
Speaker : PRESIDENTE.
Chiedo scusa, Presidente. Non si sente bene.
Speaker : PAGLIARO.
L’acqua la fa arrivare ancora con i tubi di amianto. Così come l’Acquedotto Pugliese ancora non ci ha dato risposte sull’inquinamento o meno delle falde acquifere del Pertusillo, determinato da infiltrazioni chiare e documentate dell’estrazione del petrolio in Basilicata.
Quindi, tutta questa fiducia nei pareri dell’Acquedotto Pugliese io, sinceramente, non ce l’ho. Io mi fido molto di più, per esempio, di una relazione del CNR, che ci ha spiegato in maniera chiara e inequivocabile il grande rischio che si correrebbe qualora si dovesse aprire questa discarica. Ci sono soltanto 40 metri di terreno fragile, roccia calcarenitica, fortemente permeabile, con - ripeto ancora una volta - una falda acquifera che tutti i salentini utilizzano per poter bere l’acqua potabile che arriva nei nostri rubinetti.
La questione non è assolutamente da prendere in considerazione. Non voglio poi dilungarmi sull’economia circolare, su tutto quello che ci sentiamo raccontare anche da questi Governi che si sono succeduti nella Regione Puglia, a proposito delle grandi dichiarazioni di ambientalizzazione della nostra Regione. Non voglio soffermarmi su questo, perché stenderei un velo pietoso.
Pensare ancora oggi di aprire una discarica è follia! Io so che l’Assessore si è lamentato con me, perché ho utilizzato anche termini molto forti, ho parlato di un Piano regionale dei rifiuti da Medioevo. Aprire una discarica oggi è una follia. Se poi il Consiglio regionale dovesse decidere che questa discarica va aperta, bene, se ne assumerà la responsabilità. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente Pagliaro.
Prego, assessora Maraschio.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente.
Grazie, Presidente.
Il tema, Presidente Pagliaro, è un tema che ha visto e vede l’impegno di tutti noi costantemente.
Io intanto le devo fare un invito preliminare, se lo faccia dire, perché continua a ripetermi un concetto che stride con quello che è il Piano dei rifiuti: la invito a leggere quel Piano rifiuti, perché, siccome lei parla di un piano da Medioevo, le chiedo cortesemente, prima di esprimere un giudizio, di approfondire... no, mi faccia dire, perché, come le già detto e mi costringe a dire in Aula, quel Piano non prevede l’apertura di nuove discariche.
Qui torniamo al tema di prima, che bisogna cambiare il paradigma proprio partendo dal sistema di gestione, quindi anche dalla raccolta, altrimenti ci ritroviamo con i problemi di sempre, ma questo è un altro discorso che possiamo fare a margine. Avevo necessità, perché mi ha "costretto", di puntualizzare questa cosa.
Detto questo, sul tema della discarica di Corigliano è stato già detto dai Consiglieri di maggioranza che sono intervenuti che nessuno di noi, meno che mai la sottoscritta, avrebbe così a cuor leggero immaginato di mettere a rischio di inquinamento una falda che fornisce quell’acqua ad un Salento dove la sottoscritta abita e vive e che ama?
Quella discarica, così come abbiamo detto durante la discussione, nei lavori, ha scontato tutte le osservazioni, le attenzioni, i pareri. Ma è corretta l’impostazione, quindi io ringrazio il consigliere Gabellone per l’impostazione, perché il tema è anche questo. Esiste un pericolo? Allo stato, quello che noi abbiamo, i riscontri che noi abbiamo ci danno una risposta negativa, nel senso che tutti i pareri che sono stati espressi nell’ambito del procedimento… Io non l’ho interrotta quando ha parlato, anche quando ha detto delle cose che io non condividevo: mi consente di fare l’intervento? Poi avremo modo di… Sono tutti controlli, verifiche, accertamenti che sono stati fatti. Oggi, così com’è stato detto, ma ne abbiamo discusso durante l’approvazione del Piano, abbiamo avuto necessità di inserirla nel Piano, anche per un fatto di esigenze di chiusura di un ciclo dei rifiuti. Perché? Quello che lei dice, Presidente Pagliaro, io lo condivido; tant’è che nel mio piano ho previsto che non ci saranno aperture di nuove discariche, ma utilizzo di quelle già esistenti fino ad arrivare, ma dobbiamo arrivare ad avere una riduzione della produzione dei rifiuti, ad avere tutta una rivoluzione che troverà nel piano, se vogliamo attuarlo. Ma questa è un’altra cosa; oppure, è la stessa cosa.
Nel frattempo, così come abbiamo necessità su altre parti di territorio di Puglia, anche lì… Ora, io intervengo solo per darvi un aggiornamento rispetto alla discussione che già abbiamo avuto, una travagliata discussione anche per noi, perché, diciamolo, anche per noi è travagliata, nessuno ha la verità. Dobbiamo ad un certo punto anche affidarci a quello che ci dicono, quindi anche per noi è stata travagliata, anche per noi non è stato facile fare delle scelte, operare delle scelte. Abbiamo operato una scelta consapevole aprendo alla possibilità di una verifica. Questo c’è.
Intervengo per darvi un aggiornamento. In seguito all’approvazione del Piano si è tenuta una interlocuzione costante, anche con vari incontri, con gli Enti territoriali. Su mia convocazione, ovviamente, hanno partecipato il Sindaco del comune di Corigliano, i rappresentanti delle Amministrazioni comunali, i rappresentanti della Provincia di Lecce, il Sindaco del Comune di Lecce, intervenuto in qualità di rappresentante provinciale del Comitato dei delegati AGER, i rappresentanti di AGER Puglia e i funzionari dell’assessorato. Nel corso di questo incontro, il Sindaco del Comune di Corigliano d’Otranto ha chiesto ai rappresentanti della Provincia di Lecce di convocare nuovamente l’Assemblea dei Sindaci, all’interno della quale riaprire o aprire, finalmente, una discussione ‒ il tema riguarda tutto il territorio, non, evidentemente, Corigliano d’Otranto ‒ proprio per constatare, verificare l’eventuale esistenza o inesistenza di un altro sito di smaltimento dei rifiuti sul territorio provinciale di Lecce, alternativo, eventualmente, alla discarica sita in Corigliano. All’esito di questa riunione si è dato atto che, a valle dell’incontro dell’Assemblea dei Sindaci e in assenza di una localizzazione alternativa, la società concessionaria avrebbe dovuto avviare i lavori del procedimento di riesame AIA della discarica in questione presso la competente sezione regionale.
A questo punto, rispondo a una delle domande che mi sono state poste: si riapre tout-court quella discarica, eventualmente? No. Ci dovrà essere la revisione dell’Autorizzazione integrata ambientale. Quindi, a seguito di un’Assemblea dei Sindaci, che non si è tenuta, ove mai non si dovesse individuare una localizzazione alternativa, non vi sarebbe la riapertura della discarica senza una verifica. Si riaprirà la verifica, come revisione dell’Autorizzazione integrata ambientale, con tutti i pareri o, meglio, la consultazione, che dovrà necessariamente scontare.
Per riprendere la richiesta che ha fatto il consigliere Metallo, con riferimento a quel procedimento di inertizzazione è in corso un’interlocuzione anche con ARPA, perché stanno verificando lo stato della discarica, ma soprattutto per individuare la soluzione di inertizzazione di quei rifiuti, che dovrebbero essere incapsulati prima eventualmente del conferimento.
Se si dovesse arrivare all’apertura e sul fatto che purtroppo oggi noi abbiamo ancora bisogno di questi impianti sul territorio, non è rimesso ad una sensibilità personale dell’Assessore o della maggioranza, così come è stato detto, è una necessità che deriva dallo stato dell’arte, della situazione, non possiamo, per dirla meglio, eliminare l’utilizzo delle discariche oggi, in questo momento, senza aver trasformato la gestione dei rifiuti, quindi comunque sarà un processo non istantaneo, ma che necessita di un tempo di attuazione, che io mi auguro, in attuazione del piano, che possa esserci e possa avvenire. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Assessore.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Amati. Prego.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente.
In realtà, vorrei attirare l’attenzione dell’assessore Piemontese non tanto sull’argomento in sé, ma su una frase che il collega Pagliaro ha utilizzato nello spiegare la sua mozione. Ad un certo punto il collega Pagliaro ha detto che l’Acquedotto Pugliese eroga in alcuni Comuni della Puglia la risorsa idropotabile attraverso tubazioni in amianto.
È evidente che si tratta di un’affermazione enorme, ma proprio enorme, perché, se fosse così, assessore Piemontese, ci è stata fatta la segnalazione di un reato. A me non risulta, mi sono occupato di Acquedotto Pugliese per tanti anni e a me non risulta che ci sia un metro lineare di tubazione dell’Acquedotto Pugliese in amianto, non mi risulta, anzi vi devo dire la verità, penso di poter dire che non esiste in Puglia un metro lineare della rete del servizio idrico integrato, sia dell’adduzione, della captazione, della distribuzione, che è composta di amianto.
Io quindi la prego, collega Pagliaro: o ci dice specificamente dove c’è questa… Lo dica al microfono, io voglio che lei lo dica al microfono, perché questo è un fatto importante, va registrato: o lei ci dice precisamente dove c’è una tubazione in amianto; oppure, io la prego di dire che quantomeno si è sbagliato, ha un dubbio, verificherà.
Tenga conto che lei sta dicendo che in questo momento delle persone si stanno alimentando attraverso la contaminazione dell’acqua con uno dei più importanti cancerogeni. Tenga conto che lei, con una frase del genere, sta facendo anche danni notevoli, perché Acquedotto Pugliese è una società… Però, mi faccia dire, le spiego… Le spiego, le spiego: lei prenderà la parola, collega Pagliaro. Lei prenderà la parola, dirà le sue ragioni, ci farà la sua comunicazione su dove questo è accaduto, e ovviamente lo verificheremo, perché se dovesse succedere, è una cosa non grave, di più. Quando si parla di Acquedotto Pugliese non bisogna essere leggeri, perché Acquedotto Pugliese fa i lavori anche con il debito, si indebita, e gli viene attribuito anche un rating. Quando vengono le società di verifica sul rating la prima cosa che fanno agli amministratori è mostrargli i comunicati stampa. Lei pensi che in passato mi fu mostrato il comunicato stampa di un collega che aveva detto una cosa fuori dal mondo, chiedendomi giustificazioni. Per cui lei o ci dice dove c’è la tubazione in amianto; oppure, la invito a maggiore prudenza.
Per inciso, visto che voterò su questa mozione, le dico una cosa: lei su questo argomento o scrive le parole magiche “al posto delle discariche, noi scegliamo i termovalorizzatori”, perché se non scrive queste parole magiche, lei sta eccitando le paure delle persone. Ma io questa cosa l’ho già detto in sede di approvazione del Piano di rifiuti, per cui credo di aver già dato.
La cosa importante che vorrei che lei ci spiegasse è dove stanno le tubazioni in amianto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente Amati.
Legittima richiesta. Prego, Presidente Pagliaro.
Speaker : PAGLIARO.
Non mi sottraggo. Le tubazioni in amianto sono presso Borgo Piave, frazione di Lecce, esattamente rione Frigole.
Riguardo all’eccitazione, eccitare il consigliere Amati è una delle mie più grandi passioni. Io sono appassionato di questo. Mi raccomando. Dopo questa eccitazione, le dico che non ho parlato in maniera generica di tutte le discariche della Puglia. Mi rifaccio esclusivamente e semplicemente alla discarica di Corigliano. Quindi, è una questione specifica e precisa. Tutto il mondo sa che quella discarica è nata nel posto sbagliato, nel periodo sbagliato. Parliamo di questo e non generalizziamo.
Per le sue eccitazioni le consiglio altro.
Speaker : PRESIDENTE.
Borgo Piave è un borgo della Marina di Frigole.
Va bene, procediamo. Ci sono altri iscritti a parlare sull’argomento? No.
Il parere del Governo mi sembra sia stato chiaro. Assessora, il parere del Governo è contrario.
Votiamo.
Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 34, votanti 24, favorevoli 5, astenuti 10, contrari 19.
La mozione è respinta.
Adesso richiamiamo la mozione al punto n. 10), vista la presenza del Vicepresidente Piemontese.
Aveva chiesto di intervenire il consigliere Gabellone. Consigliere Di Gregorio?
Speaker : DI GREGORIO.
Sull’ordine dei lavori.
Speaker : PRESIDENTE.
Sì, lo so, per l’ILVA, questa è una questione facilissima, perciò avevamo convenuto un attimo... non si dispiaccia, è ben presente, chiamiamo subito ILVA.
Prego, consigliere Gabellone. Mi avevate chiesto di chiamare la mozione n. 10 per...
Speaker : GABELLONE.
Grazie, Presidente.
Io ringrazio anche l’assessore Piemontese, che, con la solita attenzione verso i problemi che possono generare semplificazione amministrativa e chiarezza rispetto alle imprese, mi ha assicurato che nei prossimi giorni verrà adottata la delibera relativa.
In sintesi (lo dico per i colleghi Consiglieri) quello che chiedo è la possibilità, essendoci ormai le condizioni normative e legislative, che la Regione Puglia (la Giunta è l’organo di Governo deputato a fare ciò) possa individuare gli interventi a proposito dei pareri sulla sismica, che spesso comportano lungaggini e tempi straordinariamente lunghi, possa individuare quegli interventi rispetto ai quali ci sia maggiore rilevanza dal punto di vista della incolumità pubblica, rilevanza media, minore rilevanza ai fini sismici, o individuare in aggiunta quelle varianti che non richiedano parere rispetto alla possibilità di procedere senza attendere le lungaggini amministrative e burocratiche per l’ottenimento dei pareri.
Così come l’aggiornamento del modulo della Relazione tecnica di asseverazione unica e la definizione della asseverazione del libero professionista per gli interventi privi di rilevanza nei riguardi della pubblica incolumità. Facendo questo, a mio avviso (sono soddisfatto della sensibilità e dell’attenzione dell’Assessore) semplifichiamo e acceleriamo senza costi ulteriori per il cittadino e anche senza investimenti di risorse da parte della Amministrazione regionale, ma semplicemente accelerando e sburocratizzando il sistema. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Gabellone.
Prego, assessore Piemontese.
Speaker : PIEMONTESE, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore al bilancio.
Grazie, Presidente, grazie al consigliere Gabellone.
Noi abbiamo già provveduto a stilare una deliberazione di Giunta regionale. Ho avuto modo di confrontarmi anche con lei e con il collega Ventola, sul punto, proprio per aderire a quel dettame normativo. Questo Governo regionale ha tra gli obiettivi di mandato quello di porre in essere quanto più è possibile, sulla scorta delle nostre competenze, che ci vengono attribuite dalla Costituzione e dalla legge nazionale, la possibilità di sburocratizzare e semplificare al massimo.
Ora, la delibera è pronta, e l’abbiamo iscritta a lunedì prossimo, perché nel frattempo abbiamo inviato una nota alle Province e alla Città metropolitana, al fine di avere cognizione maggiore sul numero di pratiche giacenti rispetto agli interventi.
Com’è noto, c’è una distinzione tra interventi rilevanti, interventi di minore rilevanza e interventi privi di rilevanza ai fini sismici. Abbiamo inserito quindi tutto ciò che è richiesto nella mozione, e avevamo dato un termine, il 17 novembre, cioè domani l’altro, per ricevere un numero complessivo e avere maggiore cognizione dello stato delle pratiche nelle province, a cui la Regione nel 2010 ha affidato la funzione amministrativa rispetto a questo tipo di pratiche, per fare in modo che successivamente noi si possa anche ragionare su ulteriori semplificazioni, che vanno anche oltre quell’articolo di legge, quanto previsto dalla norma da lei richiamata.
Per tale ragione io vi chiederei di ritirare la mozione, perché abbiamo già provveduto a fare la delibera, e naturalmente, come ho già detto ai colleghi di minoranza e di maggioranza siamo anche disponibili a che si possa fare un lavoro assieme per ulteriormente semplificare anche oltre ciò che è previsto dalla norma, all’esito proprio delle risposte a quella nota che abbiamo inviato e che ci auguriamo, entro il 17 novembre, di poter ricevere con dei numeri più di dettaglio. È un aspetto che, per molti versi, noi non controlliamo più. Prima queste competenze, come sapete meglio di me, erano in capo alla Regione, che le gestiva mediante gli uffici del Genio civile, che dal 2010, dopo la disposizione regionale, non se ne occupano più.
Grazie per aver contribuito alla stesura del provvedimento. Vi chiedo di ritirare la mozione, avendo già fatto il provvedimento, la delibera di Giunta regionale.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Gabellone.
Speaker : GABELLONE.
La mozione viene ritirata.
Un invito. Siccome c’è molta attesa, se fosse possibile, all’esito della risposta delle Province, intanto adottare la delibera. Ulteriori affinamenti e semplificazioni, sburocratizzazione e semplificazione magari li rinviamo a uno studio successivo, a suggerimenti, a collaborazioni successive. Però diamo una risposta, che è veramente attesa.
Grazie, assessore.
Presidente, la mozione è ritirata.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Possiamo procedere. Questa mozione è ritirata.
Procediamo, come convenuto in Conferenza e qui in Consiglio regionale, con la mozione “Tutela dei lavoratori dell’indotto ex ILVA di Taranto”.
Se ritenete, la leggo a beneficio di tutti, perché è stata firmata dai Capigruppo e dai consiglieri tarantini: “Premesso che lo stabilimento ex ILVA di Taranto, gestito da Acciaierie d’Italia, è il maggiore sito produttivo siderurgico d’Italia, sia in termini di capacità produttiva sia per dipendenti occupati; che il suo mantenimento in esercizio è condizione essenziale per alimentare gli altri stabilimenti del gruppo con sede a Genova, Novi Ligure, Racconigi e per rifornire l’intera filiera nazionale dei laminati piani; che il centro siderurgico di Taranto è considerato sito di interesse nazionale ed è ritenuto strategico per il Paese, che da anni lo stabilimento di Taranto è interessato da lavori di ammodernamento tecnologico e da interventi di riduzione dell’impatto ambientale degli impianti, che scontano però gravi ritardi, che i livelli occupazionali del personale direttamente occupato da Acciaierie d’Italia sono in forte contrazione.
Attualmente, nello stabilimento di Taranto si contano circa 4.000 unità in Cassa Integrazione. che dal 2018 inoltre 1.600 lavoratori in forza ad ILVA amministrazione straordinaria usufruiscono della CIGS e al momento non ci sono concrete ipotesi di rientro nel ciclo produttivo, che per le attività di esercizio, di manutenzione, di servizio, e per le forniture a servizio dello stabilimento di Taranto sono utilizzate centinaia di imprese, che hanno sede in larghissima parte nella provincia jonica e in Puglia, che le aziende dell’appalto ex-ILVA abbraccio nei settori metalmeccanico, edile, servizi, trasporto, ed occupano complessivamente circa 4.000 unità lavorative.
Che nei confronti delle aziende dell’appalto Acciaierie d’Italia ha accumulato pesanti ritardi nel pagamento di prestazioni e forniture regolarmente erogate, senza le quali l’attività dello stesso centro siderurgico sarebbe gravemente compromessa, che i ritardi di Acciaierie d’Italia nei pagamenti nei confronti dell’indotto hanno causato gravissime ripercussioni sulla gestione delle imprese. Alcune hanno cessato l’attività, altre hanno ridotto drasticamente l’occupazione, altre ancora hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, il reddito di migliaia di lavoratori è stato messo in pericolo.
Considerato che la precedente gestione dello stabilimento siderurgico di Taranto è stata oggetto di inchieste della magistratura per gravissimi reati, tra cui quello di disastro ambientale, che la definizione e la conclusione dei processi di ambientalizzazione e di decarbonizzazione è condizione prioritaria per la prosecuzione dell’attività dello stabilimento siderurgico di Taranto, che a garanzia del completamento di tali processi la composizione societaria di Acciaierie d’Italia vede la presenza dello Stato italiano attraverso Invitalia (38 per cento) al fianco di ArcelorMittal (62 per cento), che il socio privato dalla stipula del contratto in poi ha disatteso tutti gli impegni assunti nei confronti dei lavoratori, riguardanti gli investimenti necessari alla riconversione tecnologica dello stabilimento, rendendo più acuto il conflitto con il territorio di Taranto e le sue esigenze occupazionali e ambientali.
Che il finanziamento di 1 miliardo di euro in favore dell’ex ILVA per l’avvio del processo di decarbonizzazione dello stabilimento, tenuto conto che con atto unilaterale, e con lettera datata 11 novembre 2022 Acciaierie d’Italia ha comunicato la sospensione delle attività a 145 imprese dell’appalto; che tale comunicazione è avvenuta senza alcuna consultazione preventiva con le associazioni datoriali e con le organizzazioni sindacali; che l’improvvisa interruzione del rapporto mette in pericolo la sopravvivenza di molte aziende e il mantenimento di migliaia di posti di lavoro; che la decisione di Acciaierie d’Italia è intervenuta senza alcuna considerazione degli effetti sul tessuto economico e produttivo locale e regionale; che pur essendo escluse dalla comunicazione aziendale le imprese impegnate nei lavori riguardanti l’autorizzazione integrata ambientale AIA, il prevedibile generale rallentamento delle attività dello stabilimento siderurgico potrebbe avere ripercussioni anche sui lavori AIA.
Tutto ciò premesso, il Consiglio regionale impegna il Presidente della Giunta regionale, alla luce dell’incontro convocato a Roma dal Ministro Urso a chiedere al Governo l’adozione di tempestivi provvedimenti per il rientro delle 145 imprese nel sistema dell’indotto ex-Ilva; ad incentivare e a rafforzare, con ulteriori iniziative e con certezze finanziarie i processi di riconversione tecnologica mirati alla chiusura delle fonti inquinanti dell’ex-Ilva, per garantire la tutela dell’ambiente, della salute e l’avvio della produzione dell’acciaio pulito”, firmato da tutti i Capigruppo e da tutti i consiglieri tarantini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Di Gregorio. Prego, consigliere. Ne ha facoltà.
Speaker : DI GREGORIO.
Grazie, Presidente.
È l’ennesimo schiaffo che quest’azienda dà alla nostra città. Voi pensate, una lettera dell’11 novembre in cui chiede, e uso lo stesso termine, di “smobilizzare i cantieri entro il lunedì successivo”, cioè col sabato e la domenica di mezzo, una cosa vergognosa, un continuo alzare l’asticella su richieste assurde, su una situazione già imbarazzante: 4.000 operai in cassa integrazione, altri 1.600 in AS, e a questi si aggiungono più di 2.000 operai coinvolti in questa operazione, che con le loro famiglie raggiungono diecimila persone.
Presidente, cari colleghi, dietro ogni persona ci sono le loro famiglia, con i loro problemi quotidiani, che vengono coinvolte direttamente e schiacciate da questa decisione assurda.
Ringrazio i colleghi tarantini di questo Consiglio, che hanno accolto il mio invito a riunirsi oggi. Ringrazio il collega Conserva, che ieri mattina, in primissima ora, mi ha chiamato per fare qualcosa insieme. L’unità in questi momenti è un segnale forte da dare. Ho visto che il Governo ha già convocato le parti per giovedì, insieme al Presidente della Regione, i sindacati, il Governo stesso, in questa riunione.
Mi auguro che intanto si possa recedere immediatamente da questa azione vergognosa e che si possa finalmente trovare un momento di pace, che vada verso la vera riqualificazione di questo sito industriale. La tutela dell’ambiente e della salute sono cose sulle quali non possiamo transigere.
Mi associo, poi, al durissimo intervento fatto dal Sindaco di Taranto. Si pensi a cambiare pagina, dando qualche calcio nel sedere a questi signori e mandandoli via dalla nostra città, perché non sono più i benvenuti, non sono più compatibili con la nostra città, sono ormai fuori da ogni logica di buoni rapporti.
Ci aspettiamo un cambiamento vero, forte. La situazione è diventata delicata. Quando le situazioni sono come queste, la gente perde la pazienza e ci possono essere cose pericolose.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Di Gregorio.
Prego, Presidente Conserva.
Speaker : CONSERVA.
Voglio intervenire anche io perché, insieme a tutti i consiglieri di Taranto, all’unisono, abbiamo subito pensato di presentare questa mozione. Per quanto di competenza e per quello che può fare la Giunta, ma soprattutto il Presidente Emiliano, vogliamo che sui tavoli romani, una volta per tutte, si faccia chiarezza su quella che deve essere la posizione di Arcelor Mittal, ma soprattutto la posizione dello Stato.
La vertenza ILVA ormai tutti la conosciamo. Sono dieci anni di proclami e fallimenti: trionfali i primi e sotterrati, invece, i secondi. Si sono succeduti sette Governi, da Monti a Letta, da Gentiloni a Renzi, da Conte a Draghi. Vi è stato un continuo braccio di ferro, anche con la stessa magistratura. Decisioni spesso impugnate. Vedi il decreto del 2015 impugnato dinanzi alla Corte costituzionale, che ha dichiarato parte di quel decreto, appunto, illegittimo.
andiamo avanti. Da ultimo, anche rispetto alla decisione che aveva assunto il TAR nel 2021, ad aprile il Consiglio di Stato praticamente ha invertito quella che era la decisione e ha disposto la sospensione di quel provvedimento.
C’è stata la condanna di tante organizzazioni internazionali. Penso alla condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo nel 2019, parlo di tanti impegni mai mantenuti da ArcelorMittal, parlo della situazione di tantissimi lavoratori, a prescindere di queste 145 aziende in cui oggi 2.000 persone rischiano il posto di lavoro, messi in Cassa Integrazione unitamente ad altre persone che sono già in Cassa Integrazione. Parliamo di 4.000 persone che vivono nel limbo, soprattutto le 1.600 unità che sono dipendenti di ILVA in amministrazione straordinaria, che percepiscono la Cassa Integrazione ad ore zero.
Questa decisione in diritto si direbbe inaudita altera parte, è come se lo stabilimento fosse solo di ArcelorMittal, che ha preso questa decisione senza alcun confronto con le parti sociali, senza alcun confronto con lo stesso Stato, che vuoi o non vuoi rappresenta il 38 per cento delle quote e che comunque ha fatto degli investimenti importanti, come il miliardo di euro indirizzato dal Governo Draghi con l’ultimo Decreto Aiuti Ter, per l’ambientalizzazione e la decarbonizzazione.
Noi vogliamo che la situazione cambi, perché ormai siamo stanchi, e il mio modesto parere è quello di acquisire quanto prima, perché sappiamo benissimo che lo Stato doveva prendere il 68 per cento delle azioni entro il 2022, poi vicissitudini, quali il fatto che gli impianti a tutt’oggi siano sequestrati e il completamento delle prescrizioni AIA hanno comportato il fatto che l’acquisizione delle quote di maggioranza sia stata rinviata al 2024.
Il problema è che ArcelorMittal continua a fare - permettetemi- una vera e propria estorsione nei confronti dello Stato, continua a battere cassa dopo che è stata aiutata a 360 gradi, così come ho detto prima inaudita altera parte loro decidono di trasformare le ferie in cassa integrazione, e nessuno gli dice niente; sono comunque indebitati e hanno, nonostante Draghi nel penultimo Governo avesse detto che l’acciaio rappresenta uno dei comparti più strategici, e che quindi Acciaierie d’Italia doveva aumentare la produzione, loro hanno fatto sì, non ponendo in essere azioni di manutenzione, che lo stabilimento andasse ad ammalorarsi. Oggi, in questo momento storico non è stato rispettato il numero di tonnellate d’acciaio che dovevano essere prodotte, assolutissimamente, proprio perché sono fermi dei comparti importanti all’interno della stessa azienda, questo dovuto soprattutto alla mala gestio di queste persone.
Ecco perché, Presidente Emiliano, noi le chiediamo in maniera forte, per quello che può essere di nostra competenza, di andare a Roma e di definire una volta per tutte… Lei ha sempre parlato di decarbonizzazione. Io pensavo, e penso ancora che quando parlo di decarbonizzazione, ma soprattutto quando parlo di transizione ecologica, di transizione ambientale, dove dal Piano nazionale di ripresa e resilienza sono previsti 70 miliardi, non posso pensare che Taranto in questa transizione non rappresenti il vero hub italiano per la transizione.
Pertanto, la invitiamo, e sono sicuro che si farà interprete di tutto il Consiglio regionale, che penso che voterà all’unanimità questa mozione, di farsi carico di risolvere immediatamente la situazione di queste 145 aziende, 38 delle quali sono anche della provincia ionica, e di far sì che quel miliardo destinato dal Governo sia investito soprattutto per l’ambiente e per l’inizio di un percorso di transizione che porta, come dice la stessa mozione, alla produzione di un acciaio pulito.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, presidente Conserva.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Galante. Prego.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente.
È stato chiesto a tutta l’Aula di firmare, in principal modo ai Capigruppo, per essere compatti in questa richiesta di solidarietà ad un territorio che dal punto di vista sociale, economico, ambientale, sanitario ha subìto l’industria pesante per più di sessant’anni, qualunque sia… Chiedo scusa, perdonami, Pagliaro, è solo perché sei diretto…
Questa mozione, pur avendo alcune parti non dico non condivisibili... Saremmo stati un po’ più forti. Sappiamo benissimo che non tutto il territorio ha un’idea comune sul destino dello stabilimento siderurgico di Taranto. Però non ci siamo soffermati su determinate parole, che potevano, magari, domani essere un titolo sulla stampa o attacchi da parte di associazioni, che siano sindacati o che siano associazioni ambientali. Crediamo che tutto il Consiglio regionale, ormai consapevole di quello che vive il territorio, debba essere compatto e dare forza a lei, Presidente Emiliano, che dovrà portare la voce di tutta la Puglia.
Noi parliamo di chiusura delle fonti inquinanti e di salute dei cittadini, ma anche di tutela del lavoro, quindi dell’ambiente. Non abbiamo problemi a sottoscrivere, come abbiamo fatto, questa mozione. Vorrei ricordare, però, che ci sono stati già dei passaggi sulla stampa per alcuni scambi avuti, per i nostri rappresentanti in Parlamento del territorio, dove si vede già la differenza tra chi vorrebbe, come noi abbiamo sempre chiesto, un accordo di programma, come è stato richiesto anche nei giorni scorsi dal Movimento 5 Stelle in Parlamento, perché si possa definire e mettere per iscritto quello che deve essere il futuro di questo stabilimento, dove, anche cambiando i Governi, anche cambiando i rappresentanti politici del territorio, siano chiari gli obiettivi che tutti quanti noi vogliamo raggiungere.
È chiaro, ripeto, che tutti noi vogliamo tutelare la salute e, allo stesso tempo, il lavoro, vogliamo tutelare l’ambiente. Bisogna capire come farlo. Nessuno vuole vedere domani mattina persone che perdono il lavoro, soprattutto in un territorio dove attualmente ancora una riconversione economica non c’è stata, non ci sono state moltiplicazioni di posti di lavoro in altri settori. Però abbiamo ben chiaro che questo può avvenire.
Sette anni fa abbiamo avuto un confronto internazionale. Ci siamo dedicati a un convegno internazionale dal titolo “Riconvertire si può”. Abbiamo chiesto a tutte quelle città che si sono occupate di riconversione economica, che hanno subìto l’industria pesante, quello che è accaduto alla società, quello che è accaduto a tutti i livelli: economici, sociali, ambientali e sanitari. Tutti hanno vissuto un cambiamento che è durato quasi vent’anni, perciò non possiamo pensare oggi che qualche rappresentante politico abbia in mano una soluzione per domani pronta.
C’è bisogno però di mettere per iscritto un accordo di programma, Presidente, noi l’abbiamo chiesto a lei tra i punti di accordo, quando siamo entrati in maggioranza, che potesse portare avanti questa idea dell’accordo di programma, che è l’unica strada per mettere insieme tutte le forze politiche dei diversi colori politici, mettere insieme i sindacati, mettere insieme le associazioni e capire il destino di Taranto.
Questa mozione quindi è importante innanzitutto perché l’abbiamo firmata tutti, a prescindere da alcuni termini che possono essere condivisibili o meno, ma tutti vogliamo la tutela del lavoro, tutti vogliamo la tutela della salute e dell’ambiente.
Una cosa che però chiediamo come Gruppo è quella di continuare a credere che l’accordo di programma, al cui tavolo si devono sedere tutti gli attori principali (abbiamo la prova di Genova, a Genova è avvenuto in questo modo e sono anni che ancora si sta attuando quell’accordo di programma e va avanti da vent’anni), e tutti i rappresentanti politici, pur cambiando a distanza di 5, 10 15 anni, si deve attenere agli accordi presi e sottoscritti all’interno di quell’accordo.
Quello che chiediamo è che, se sarà domani a Roma, Presidente, possa ribadire l’importanza di un accordo di programma. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente Galante.
Prego, Presidente Amati, ha chiesto di intervenire.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente, grazie, colleghi.
Mi pare di capire che la questione lo stiamo dibattendo perché ArcelorMittal ha utilizzato l’argomento dell’indotto per chiedere soldi allo Stato, ai cittadini, tant’è che opportunamente il Sindaco di Taranto, come ha ricordato il collega Di Gregorio, è insorto, pronunciando parole chiare, chiare, chiare. Devo dire che anche il collega Conserva, nel suo intervento successivo, ha riportato la medesima dinamica.
Ora, io vorrei attenermi a questa questione, al motivo che ci ha portato qui, perché altrimenti la nostra mozione, che va benissimo, soffrirebbe di generalismo sul punto cruciale, peraltro non soddisfacendo nemmeno quello che opportunamente - lo ripeto - ha detto il rappresentante istituzionale massimo di tipo territoriale, Presidente della Provincia e Sindaco di Taranto.
Ora, io mi chiedo perché noi non dobbiamo dire in maniera chiara perché pretende, ArcelorMittal che i cittadini italiani foraggino una società in cui comandano loro: in quale società di diritto liberaldemocratico funziona così? Perché i cittadini italiani dovrebbero foraggiare l’avvio della produzione, e però a comandare deve essere chi non mette un soldo? Mi pare di capire che ha problemi di liquidità perché le banche non riconoscono la liquidità utile ad assicurare il processo produttivo.
Peraltro, ho la vaga impressione che ArcelorMittal International abbia un po’ abbandonato ArcelorMittal Italia, e quindi la società che ha in affitto la fabbrica. Perché l’ha abbandonata? Perché se leggete Le Figaro del 9 novembre scorso, sono riportate due notizie: che ArcelorMittal Francia sta portando avanti il processo di decarbonizzazione, e Macron felice di questo, peraltro, mettendo a disposizione da parte dello Stato (della Francia) le risorse per decarbonizzare.
In Italia, se Mittal avesse il medesimo interesse farebbe praticamente la stessa cosa, e qui potrebbero venire mille sospetti, però lo lascio come sospetto: mi verrebbe da chiedere, dopo il fatto che c’erano i francesi, e poi francesi andarono via e arrivò l’attuale amministratore delegato chi è l’attuale amministratore delegato. Ma questo lo lascio tra parentesi, come interrogativo, perché me lo sto chiedendo, e siccome me lo sto chiedendo, lo chiedo a voi in particolare ai colleghi tarantini che potrebbero avere maggiori informazioni sul punto specifico.
Noi allora come possiamo uscire da una mozione che dica le cose giuste che avete scritto, però senza aggiungere una cosa che risponde al diritto commerciale, alla ragionevolezza e anche al fatto di assecondare le cose giuste e ottime che sono state dette da tutti i colleghi che mi hanno preceduto? Produzione, ambiente, salute, tutti assieme, combinate, che peraltro, in questo Consiglio regionale abbiamo ascoltato dall’ottimo rappresentante del socio pubblico, Presidente del consiglio di amministrazione, Bernabè, in una audizione, io credo, molto, molto utile. Lo Stato quindi ha impegnato un manager eccellente, lo dico e lo sottolineo, perché ci ha dato anche prova in questo Consiglio. Mi chiedo per quale motivo non dobbiamo dire una parola su questo punto, cioè dire al Governo nazionale, impegnare il Presidente Emiliano... In questo senso, vi propongo un piccolissimo emendamento, anche raccogliendo ciò che ho sentito finora. Al punto 1 del dispositivo, quando viene detto “alla luce dell’incontro convocato a Roma dal Ministro Urso e chiedere al Governo” metterei, qui, due punti e direi: “a) adozione di tempestivi provvedimenti per il rientro delle 145 imprese nel sistema dell’indotto ex ILVA; b)”, e questa è l’unica aggiunta che vi propongo, per motivi di chiarezza. Altrimenti non si capisce più niente. Soprattutto, non si capisce che noi siamo il pubblico. I soldi del pubblico non sono i nostri, sono dei cittadini che li versano. Lo Stato, la Regione, i Comuni non hanno soldi. Gestiscono i soldi dei cittadini.
Quindi, scriverei così. Ovviamente, sono pronto anche a modificare, ci mancherebbe, però è un punto nodale in questa questione. Altrimenti staremo al ricatto ogni volta. Per esempio, sarei interessato a capire di quelle 145 imprese loro che fanno? Uccidono, forse, un uomo morto? Nel senso che alcune di quelle 145 stanno già ‒ mi risulta ‒ in Cassa integrazione, eccetera. Quindi, l’utilizzo strumentale, come è stato detto dai colleghi tarantini sui giornali, e io li ho letti, l’utilizzo strumentale ha indizi gravi, precisi e concordanti. Però, siccome sono indizi, manteniamoci alla scena. Qui, nella scena, dovremmo scrivere: “a subordinare la concessione di ogni contributo pubblico a titolo di ricapitalizzazione” vi vorrei ricordare che c’è sempre il miliardo della ricapitalizzazione “o per qualsiasi altro titolo finalizzato ad assicurare le necessità produttive dello stabilimento”. Se sono risorse finalizzate alla decarbonizzazione, ci mancherebbe altro, riconosco anch’io che è altro titolo. Ad assicurare le necessità produttive dello stabilimento “al versamento da parte del socio privato di una somma corrispondente e proporzionata alla percentuale di capitale detenuto” come avverrebbe in ogni società, evidentemente. Se hai il 60 e passa e io metto un miliardo, tu devi mettere 1,4 miliardi, fosse la traccia quella della ricapitalizzazione. Quindi, corrispondente e proporzionata alla percentuale di capitale detenuto. Però qui qualcuno potrebbe dirmi: sì, ma se loro non hanno liquidità, non si possono presentare alle banche, perché hanno questo problema, tu che fai. hai scritto una cosa impossibile?", perciò bisogna essere decisi anche sull’alternativa, o in alternativa "ad assicurare ogni iniziativa normativa, amministrativa o societaria per attribuire al socio pubblico" a noi, allo Stato che mette i soldi, "i poteri di gestione della società conduttrice dello stabilimento".
Se quindi ti metto i soldi e tu non sei in grado di ricapitalizzare in proporzione, abbi pazienza, comando io, non puoi comandare tu, questo quando? Nelle more della definizione di un nuovo assetto, perché anch’io riconosco che forse per lo Stato fare la maggioranza in una fabbrica di acciaio fosse improprio (non lo so, qua si aprirebbe una grossa discussione), "nelle more della definizione di un nuovo assetto fondato sulla partecipazione maggioritaria o totalitaria di altro socio privato", di altro socio privato.
Secondo me, se non scriviamo queste cose chiare, che stanno peraltro nel ragionamento di tutti, e - ripeto - è stato emblematico, da questo punto di vista l’intervento del Sindaco di Taranto, se non scriviamo questo, colleghi, rischiamo di dare l’impressione che stiamo chiedendo una somma di denaro per la gestione ordinaria e quindi per la produzione della fabbrica a carico dello Stato, ma con la gestione al socio maggioritario, che però non mette i soldi.
Da quel momento in poi sarebbe nuovo giro e nuova corsa, perché poi che ci vuole a trovare un altro ricatto, ad utilizzare un altro pretesto per chiedere un’ulteriore ricapitalizzazione, ovvero aiuto alle attività produttive, che ci vuole? Sarebbe semplicissimo, però noi una parola chiara su questo la dobbiamo dire.
Per questo io vi chiedo, colleghi, per evitare che la nostra mozione sia una mozione che dice cose importanti da un punto di vista sociale, ma che non corrisponde a cose altrettanto importanti da un punto di vista societario, per cui le nostre buone intenzioni svaniscono di fronte al rimedio che indichiamo, per questo io vi chiedo, se lo ritenete naturalmente, di inserire questo emendamento, che secondo me caratterizzerà una politica e potrà caratterizzare da qui innanzi, per certi versi, una politica messa a merito della Regione Puglia, del suo Presidente, della Giunta regionale e dell’intero Consiglio regionale.
Ma non vedo alternative, non vedo possibilità alternative, perché ogni possibilità alternativa significa una condanna. Una condanna, lo ripeto, perché io non capisco perché il ramo italiano, la società italiana assume un comportamento diverso dalla società dello stesso gruppo che si occupa, per esempio, della gestione dell’acciaio in Francia, e che temo – vi prego di ricordare, questa cosa – che abbia come sottostante il desiderio di far diventare la Francia, lo dico in particolare a quelli che si animano contro i francesi, contro i nostri cugini per altri argomenti, un alto riferimento di produzione innovativa. Le Figaro racconta infatti di un investimento di 10 miliardi di euro a carico dello Stato francese per produrre acciaio, così come noi vorremmo che si producesse a Taranto, e così come noi abbiamo ripetutamente detto per anni. Quindi, se l’investimento è lì, con una società qui che non è in grado nemmeno di ricapitalizzare proporzionalmente per poter assicurare la produttività, immagino che riusciremmo a raggiungere due obiettivi assieme: il fallimento della grande iniziativa economica, con tutto il dolore che si porta dietro e che è stato ricordato dai colleghi; e anche il depauperamento di un asset produttivo notevole, a vantaggio dell’Italia.
Questo mi pare che dalla Puglia lo possiamo dire e vi chiedo di dirlo con estrema chiarezza. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Amati.
Prego, consigliere Mazzarano, ha chiesto di intervenire.
Speaker : MAZZARANO.
L’intento di questa mozione è un intento innanzitutto unitario, perché su una vicenda così complessa e anche tanto divisiva, il fatto di avere il consenso di tutti i consiglieri regionali ionici e i Capigruppo, credo che sia esso stesso un fatto importante.
Il senso è dire al Presidente Emiliano, che rappresenterà la Regione fra due giorni al tavolo convocato dal Ministro Urso di utilizzare ogni iniziativa, perché su questo ultimo atto ci sia un determinato e tempestivo passo indietro da parte di ArcelorMittal, che è la prima cosa. La prima cosa che ci sta a cuore è il sostentamento di queste imprese che soffrono questa condizione di precarietà da molto tempo, cioè quelle dell’indotto, e conseguentemente dei loro lavoratori, che rischiano il licenziamento. Già tanti ne sono stati licenziati. Rischiano ulteriormente il licenziamento.
Che cosa è accaduto, sostanzialmente? Provo a dare la mia chiave di lettura. È accaduto che l’amministratore delegato di AM, la dottoressa Lucia Morselli, senza sentire nessuno, ha scritto a una serie di imprese dell’indotto e ha, di fatto, dato un colpo di frusta sulla schiena della parte più debole di questa vicenda, cioè imprese dell’indotto e lavoratori, per avere una reazione immediata da parte del Governo. Ha scaraventato, cioè, con tutta la forza possibile il dossier ILVA sul tavolo del Governo, che se ne sarebbe occupato, ma è costretto ad occuparsene rapidamente.
Lo dico per ricordarlo a tutti. A disposizione di Taranto, in questo momento, ci sono un miliardo della Just Transition Fund, a disposizione della riconversione industriale del sito di Taranto, un miliardo che, tra l’altro, è diviso con il Sulcis-Iglesiente, una parte rilevante a Taranto e una parte minoritaria al Sulcis-Iglesiente, dal programma del Green New Deal europeo; un miliardo che il Governo italiano Draghi ha destinato alla riconversione tecnologica dell’impianto per l’utilizzo di una nuova tecnologia, che porterà al preridotto, la cosiddetta decarbonizzazione; un altro miliardo per la ricapitalizzazione della fabbrica, che significa dare sostegno al socio pubblico. L’atto della Morselli è un atto che dice, sostanzialmente, al Governo: questo miliardo sulla ricapitalizzazione deve servire alla gestione delle attività correnti, perché, come dice a più riprese ‒ lo ha detto anche qui, l’ha ricordato il collega Amati ‒ il professor Bernabè, lo stabilimento siderurgico ex ILVA di Taranto ha un grandissimo problema di liquidità, ha un grandissimo problema di perdite significative, l’utilità per il socio privato, nella logica del socio privato non c’è e che quindi si chiedono che le risorse pubbliche utilizzate a dare corso a quel processo, che nel giro di poco tempo sarebbe già dovuto avvenire, portava il socio pubblico in una condizione maggioritaria rispetto al socio privato, noi ancora siamo al contrario, quando in realtà era stato previsto che nel 2022 ci sarebbe stato l’avanzamento del socio pubblico su quello privato dal punto di vista delle quote.
Questo ovviamente conferma una serie di cose: conferma un fallimento dello Stato, lasciamo stare gli intendimenti della costruzione di Acciaierie d’Italia, il ruolo di Bernabè, il fallimento dello Stato è quando nel 2018 il Governo italiano, con il ministro Calenda, ha assegnato in quel modo barbaro la fabbrica ad un privato, che aveva intenzione solo di fare affari da quell’operazione.
Siccome, alla luce di quel che accade, adesso vedo che tutti, anche i sindacati che sostennero con grande forza quell’operazione, anche in aperta polemica con la Regione Puglia che invece diceva alcune cose su quell’operazione, cose che poi si sono confermate negli anni successivi, adesso siamo tutti d’accordo nel condannare l’azione di ArcelorMittal. C’è stato un momento in cui una parte del Paese e delle Istituzioni riteneva che quelli avrebbero rappresentato l’unica salvezza possibile dello stabilimento, l’unica salvezza per i lavoratori e i soldi necessari a fare la riconversione ambientale.
Adesso siamo in una fase in cui la storia esprime i giudizi a tempo suo, ed è arrivato il momento in cui la storia sta esprimendo un giudizio molto chiaro su quella vicenda e sull’atteggiamento - dal mio punto di vista sbagliato, erroneo- del Governo italiano.
Lasciamo stare però, adesso c’è un altro Governo, penso che esistano tanti argomenti per mettere in evidenza le criticità di questo Governo, il sottosegretario Gemmato ce ne dà occasione quotidianamente, ma su ILVA penso che noi dobbiamo avere la prudenza di non scaricare su un nuovo Governo responsabilità che non ha.
Penso però che qualche suggerimento come Consiglio regionale e sicuramente (il Presidente Emiliano lo farà al tavolo che si terrà giovedì) lo dobbiamo dire, guai se si comincia a ripensare che le soluzioni dei problemi di quella fabbrica siano solo questioni che hanno a che fare con la competitività del Paese, con il futuro della siderurgia e con il fabbisogno di acciaio nazionale.
Visto da quella prospettiva infatti non si capirebbe invece l’altro aspetto, quello che si avverte guardandolo più da questa parte, cioè dalla parte di Taranto, dalla parte del territorio. Quella fabbrica è entrata in crisi, al di là della istituzione che lo ha detto chiaramente prima di altre, nel 2012, perché non rispettava l’uomo e l’ambiente. Questo è il fatto. È entrata in crisi per tante ragioni, ma soprattutto è entrata in crisi di consenso rispetto a quel territorio, e di consenso in quel territorio quella fabbrica ne ha avuto tantissimo, nei decenni precedenti, perché ha dato lavoro e perché rappresentava una frontiera di industrializzazione esemplare nel Mezzogiorno agricolo degli anni 50 e 60.
Da un certo punto in poi è entrato in crisi perché tutti hanno capito che non rispettava l’uomo, i lavoratori, l’ambiente, il contesto circostante. E da quel momento in poi ha perso di fiducia e di credibilità nelle persone.
Per ripartire allora, un Governo, per non commettere gli errori che hanno fatto gli altri Governi, e io qui senza nessun tipo di problema ho accusato un Governo di centrosinistra facendo riferimento al contratto del 2018, dovrebbe avere la capacità di capire che è una questione molto complessa. Se la si guarda solo con le chiavi di lettura industriali, delle compatibilità economiche, della bilancia commerciale, del prodotto interno lordo, di quello che dicono gli acciaieri, non ne usciranno, non ne uscirà, è andrà a sbattere, come sono andati a sbattere tutti gli altri Governi precedentemente.
Ecco perché è importante ascoltare la voce forte del Sindaco di Taranto, ed è importante che tutti i parlamentari e i rappresentanti istituzionali del territorio a Roma facciano comprendere unitariamente che c’è bisogno di dire al privato “fai il privato”, e di caricare di responsabilità il pubblico. Sono d’accordo: Bernabè è la persona più indicata, è il manager illuminato e più capace, con un curriculum straordinario, di portare avanti un’impresa. L’impresa non è tra un anno o tra due anni. Lo ha detto lui, qui, quando è venuto in quest’Aula, il professor Bernabè. È un processo decennale, che ha bisogno di molte risorse economiche per reggersi e, soprattutto, per portare avanti la transizione ecologica, cioè il passaggio a una nuova tecnologia, che è stata individuata. Ho letto il commento di alcuni parlamentari che dicono: sì, ma questa nuova tecnologia ancora dobbiamo capire bene cos’è. C’è. Si chiama DRI, si chiama ricorso al preridotto, che si alimenta con il gas e con l’idrogeno. E si fa l’acciaio pulito.
Dopodiché, bisogna fare una scelta: chiudere l’area a caldo. Il che significa fare rinunce importanti. Se pensiamo che si possa continuare a tenere tutto assieme, decine di migliaia di lavoratori, dobbiamo sapere che decine di migliaia di lavoratori corrispondono a decine di milioni di tonnellate di produzione di acciaio, perché più si produce acciaio e più gente lavora, più si inquina e più gente lavora, meno si produce acciaio meno si inquina e meno lavoratori ci sono.
Quindi, bisogna farsi carico completamente di questo problema. È chiaro che noi siamo capaci, perché la Regione Puglia, con grande autonomia in questi anni, e anche con grande coraggio, lo devo dire, ha saputo affrontare questa vicenda mettendosi dalla parte del territorio. Consiglio, ovviamente, a tutti, ma già questa mozione ne è l’espressione, di dare forza alle posizioni di questa Regione. Si possono dire tante cose al Presidente Emiliano, ma non si può non riconoscere che su questo tema l’ha vista prima di altri, ha avuto la forza di vederla prima di altri, di capirla prima di altri, di dire prima di altri una parolaccia ‒ decarbonizzazione ‒ che adesso sta sulla bocca di tutti.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Prego, Presidente Perrini.
Speaker : PERRINI.
Abbiamo aspettato prima che il Presidente venisse da Taranto. Poi abbiamo aspettato che si mangiasse il panino, il pranzo. È tornato, è stato un minuto e se ne è andato di nuovo su un tema importante, forse uno dei più importanti degli ultimi dieci anni che abbiamo in Regione.
È anche una questione di rispetto nei confronti di tutti quanti noi. Per l’ennesima volta, l’eterno assente è assente di nuovo, su un tema importantissimo. Devo capire, cari Amati e Mazzarano, cosa deve andare a rappresentare il nostro Presidente Emiliano a Roma, perché è assente sempre.
Il Consiglio regionale serve anche ad ascoltare tutti, qui non c’è una questione di colori politici (PD, 5 Stelle, Fratelli d’Italia, Lega), oggi era il giorno che si poteva discutere apertamente, perché non ci sono campagne elettorali, è anche un periodo tranquillo, questa mozione che hanno fatto i colleghi, che ringrazio perché la stessa mozione pari-pari, anche se ho messo anche la questione sanitaria nella mozione, l’ho fatta a marzo 2022, il 7 marzo, tale quale, soltanto io ho aggiunto in quella mozione anche la problematica sanitaria, oltre il discorso dei lavoratori, dell’indotto e tutte queste cose.
Non è stata mai discussa e ogni volta che c’era la riunione dei Capigruppo da marzo, cara Presidente Capone... che poi devo vedere tutte le altre mozioni che erano importanti, ma non come questa, non riesco a capire come mai alla prima settimana di Governo di Fratelli d’Italia e del Centrodestra a Roma si fa una mozione e viene subito presa in considerazione, cosa di cui sono contento.
Queste problematiche, care colleghe, successe in questi giorni sono successe nel 2019, sono successe nel 2018, sono successe nel 2017, e ogni anno c’erano queste problematiche almeno due o tre volte, perché per due o tre volte le imprese dell’indotto venivano cacciate e messe fuori. Non vi dimenticate quando il Presidente Emiliano andò per l’indotto all’ennesimo sciopero di quegli eroi che sono gli autotrasportatori, che non venivano pagati, ed Emiliano andò a dire loro "non vi preoccupate, poi me la vedo io con voi, anticipiamo noi quello che voi avanzate da Mittal". Vi ricordate quel giorno? Per sua sfortuna era un martedì, c’era anche Consiglio regionale e quando tornò qua io gli ricordai che, poiché ci sono altre migliaia di imprese in Puglia che hanno crediti per altre imprese private, "insieme a quei 50 milioni di euro che hai promesso metti altri 500 milioni, così tutte le imprese private della Puglia sarà la Regione che le paga. Ricordatelo, questo particolare.
Poi il sottoscritto ha fatto audizione, quando il Presidente di quell’audizione era l’assessore Pentassuglia: invitai Mittal – ti ricordi, assessore Pentassuglia? – e vennero allora i tecnici. Un tecnico francese raccontava delle favole, è agli atti della Commissione, dicendo addirittura che dovevano costruire degli ospedali. Parlava come se loro dovessero risolvere il problema oncologico della provincia di Taranto.
Fui costretto a un certo punto a chiedere se questo dirigente fosse venuto qualche volta a Taranto, perché mi sembrava che stesse parlando di un altro territorio, della Svizzera: ti ricordi, assessore Pentassuglia? Poi ho fatto altre mozioni per quanto riguarda sempre l’Ilva, sull’amianto: caro Amati, veramente c’è l’amianto, nell’Ilva; e ho chiesto “a che punto sono le bonifiche?”
Poi arriviamo ai giorni nostri. Io voglio stare tranquillo, però ho sentito dei passaggi di Galante, che mi fa piacere che cambi idea. Noi abbiamo perso anni. Perché abbiamo perso anni? Perché qualcuno vince le elezioni nel 2018 parlando di acquapark, campi da golf e piscine all’interno del centro siderurgico. Naturalmente, nella città di Taranto prendevano oltre il 44-45 per cento, con le [...] anche il 50 per cento, cose assurde che noi, che a quel momento eravamo al 2 per cento, mi ricordo, forse da prefisso telefonico, non riuscivamo a far capire a Taranto che non si può giocare facendo acquapark e piscine.
Vincono le elezioni. Ebbene, cosa succede? Che a settembre c’è la prima gara fra Jindal e Mittal. Jindal nell’acquisto metteva meno soldi rispetto a Mittal, però diceva “io investo nelle bonifiche, nella sanità, metto più risorse nel progetto, per fare in modo che Taranto cominci ad ambientalizzarsi”. Invece Mittal metteva più soldi. In quel momento, alle banche italiane, allo Stato servivano i soldi. E hanno fatto il contratto con Mittal. In quel momento, fanno vari decreti ‒ ne hanno fatti quindici, sedici, diciassette, ho perso il conto ‒ tra cui anche un decreto per quanto riguarda lo scudo penale. Viene messo nell’accordo. Iniziano a lavorare. Cosa succede? C’è una diatriba all’interno del Governo, all’interno del Movimento 5 Stelle, dove qualcuno, caro Francesco, si oppone a questo decreto e lo fa togliere. Naturalmente, invita a nozze Mittal. Mettiamo un calcio di rigore senza portiere. E già si ferma di nuovo. Questo è il problema.
È importante dire queste cose. Giocare su questa situazione non è bello. Mittal, poi, fa gli interessi suoi. Errori ‒ lo dobbiamo dire ‒ sono stati commessi, ma gravi, da chi ha gestito tutte queste situazioni.
Voglio arrivare all’eterno assente: il Presidente Emiliano. Cari colleghi, se deve andare a Roma... Posso capire qual è la linea di Emiliano. Io il territorio lo vivo, come lo vivono altri colleghi di Taranto. Va al Moscati, dove c’è [...] oncologico, al settimo piano, e sotto, a distanza di un chilometro, Antonio, si vede l’ILVA, e ai malati oncologici dice: “Vi prometto che farò chiudere quel mostro”. Dopo un mese c’era lo sciopero dell’indotto. Va dove c’è l’indotto e dice alle imprese dell’indotto: “Io sto con voi e farò in modo di cacciare chi sta là dentro”. Il mese successivo si siede con Mittal e Morselli e dice pubblicamente: “Qua mi sento in famiglia”. Queste cose non le dico io. Ci sono i video, ci sono le interviste. C’è tutto. O capiamo quale deve essere la direzione... La dobbiamo smettere. Neanche è successo il problema a Taranto, dopo due giorni il ministro Urso ha convocato già un incontro.
Allora, cominciamo a essere veramente collaborativi, perché gli operai, le imprese e chi sta male a livello oncologico hanno capito il gioco. Questo gioco populista deve finire, o tutti quanti insieme, iniziando da noi, cominciamo a fare le persone serie perché viviamo noi su quel territorio, i nostri figli e i nostri parenti, basta giocare!
Avvisate l’eterno assente che deve portare rispetto a un tema così importante, che, oltre ad essere quello dell’acciaio, è il tema della sanità, perché, quando lui diceva di sentirsi in famiglia, gli dissi "caro Presidente, poiché lei si sente in famiglia con Mittal, una cortesia: quando discutiamo del DM 70 a Taranto? Perché se da una parte dobbiamo dare l’acciaio, che serve per il curriculum della nazione, dall’altra parte ci deve essere un ristoro sanitario che Taranto non ha!".
Taranto ha solo un Pronto Soccorso, caro Fabiano, uno solo, e quando una persona ha un incidente di lavoro all’ILVA e si brucia, sapete dove va? A Brindisi.
Parliamo delle cose che mancano. Ecco perché o abbiamo una direzione, e lo dico soprattutto ai Consiglieri che, anche se secondo me non ascolta nessuno, consigliano Emiliano, consigliategli di non giocare più sulla pelle dei Tarantini. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Perrini.
Prego, consigliere Romito.
Speaker : ROMITO.
Grazie, Presidente.
Io ho ascoltato con grande attenzione l’intervento dei colleghi che mi hanno preceduto e devo dire che il collega Perrini ha la capacità in maniera assolutamente chiara di esprimere i sentimenti, il grido di dolore della popolazione tarantina.
Mi spiace un pochettino interrompere il clima ovattato che io ho inteso essere in questo Consiglio regionale, però, come ha detto il collega Perrini, per poter parlare di Taranto, dei cittadini di Taranto e dei loro diritti credo che la prima virtù che si debba osservare in questo Consiglio sia quella dell’onestà intellettuale e della chiarezza.
Questa mozione va certamente in questa direzione, poi più tardi cercherò di spiegare per quale motivo mi ha convinto l’osservazione del collega Amati, e peraltro, collega, mi preoccupo, perché nel mio secondo Consiglio regionale mi trovo nuovamente d’accordo con lei, e questa cosa mi preoccupa.
Quanto all’osservazione che ha fatto in ordine alla governance di Arcelor, credo che si debba essere tutti d’accordo. Questo paese, di poeti che fanno poesie con i testi degli altri è pieno. Così com’è pieno, questo Paese, di esempi in cui si sono privatizzati gli utili e si sono invece collettivizzate le perdite. È pieno, il nostro Paese, di questi esempi, proprio nella storia industriale dell’Italia; non è neanche il caso, oggi, di citarli tutti, perché peraltro molti sono noti e arcinoti.
Credo allora che per prima cosa si debba avere un po’ di serietà. Il collega Perrini l’ha detto bene: oggi sono felice, sono lieto di vedere una condivisione così larga di questa mozione. Però c’è chi nel 2018, invece, prima di presentarsi alle elezioni politiche, diceva tutt’altro, diceva di chiuderla, l’Ilva, sic et simpliciter, senza far troppi ragionamenti, senza preoccuparsi dell’avvenire.
Collega Perini, però, ti devo correggere, perché in quelle circostanze, nelle elezioni politiche, quel movimento, il Movimento 5 Stelle non prese il 43 per cento, ma prese oltre il 48 per cento dei consensi da parte dei cittadini di Taranto che avevano creduto nella liberazione da un problema che li affligge da decenni.
Poi però ci si è resi conto, una volta andati al Governo, che forse non era così facile chiuderla, l’Ilva, che forse non era così facile, con un tratto di penna, cancellare il futuro e il presente industriale di una Regione, la Puglia, e di un territorio, quello ionico. Quindi si è arrivati, nel corso del tempo, a rivedere le proprie posizioni, a iniziare a dialogare, a iniziare a coinvolgere la Regione. Per la verità, si era autocoinvolta già da prima, lo ha ricordato prima il collega Mazzarano, quando Calenda decise di affidare ad Arcelor il nostro impianto siderurgico, nostro perché noi siamo pugliesi, indipendentemente dalle origini tarantine, brindisine, leccesi, foggiane o baresi. Noi siamo pugliesi, e il dolore e il dramma di un ragazzo di 15 anni di Taranto è lo stesso che provano un barese, un foggiano un leccese, un brindisino, o un cittadino della BAT. Rispetto a questo non ci sono differenze territoriali, quindi; c’è certamente più sensibilità, ed è straordinario leggerla, in Consiglio regionale, questa sensibilità, indipendentemente dagli schieramenti politici: la sensibilità che rinviene dai territori, dalla storia, dalla passione, dal sangue, perché quando si parla di Ilva, non possiamo dimenticare il sangue che purtroppo su quella terra ancora oggi regna, su quella terra sgorga per colpa delle malattie, per colpa di quello che la politica tutta non ha fatto, per colpa di tutta la classe politica che, per alterne vicende, ha deciso di occuparsi in maniera assolutamente superficiale di ILVA.
Bene questa mozione, perché tutti quanti, evidentemente, quando ascoltiamo il grido di 145 imprese che si vedono silenziate, si vedono estromesse dal processo produttivo da parte di Arcelor... 145 imprese che ci chiedono aiuto non possono ricevere da parte nostra la risposta del silenzio. Quindi, benissimo occuparcene in questa sede.
Mi sarebbe piaciuto, come ha detto il collega, che anche il Presidente avesse ascoltato la discussione, magari per arricchirsi, dal momento che tra qualche giorno avrà un appuntamento importante. Ci piacerebbe anche sapere cosa ne pensa il Presidente di questa discussione, delle varie idee che sono emerse da questa discussione.
Il collega Conserva, prima di poter intervenire, ha rispettosamente aspettato i tempi del Presidente Emiliano, così come tutti gli altri colleghi, così come il pubblico che oggi sta ascoltando i lavori di questo Consiglio regionale. Quindi, credo sia una legittima richiesta quella di ascoltare l’autorevole parere da parte del Presidente, che di qui a qualche giorno avrà un appuntamento importante in nome e per conto di ogni singolo cittadino della regione Puglia. Noi, fiduciosamente, continueremo ad aspettare. Magari, collega, il Presidente rinsavirà, tornerà in Aula e ci spiegherà la sua opinione.
Vengo al punto che ha trattato il collega Amati. A me sta bene parlare e sta bene mettere per iscritto che abbiamo il dovere di occuparci dell’indotto, dei lavoratori, dei cittadini tarantini e della loro salute. Però, proprio per fare questo, noi dobbiamo affrontare il problema ‒ credo ‒ una volta per tutte. Se da un lato c’è un’azienda, un’impresa... Peraltro mi sembra che Arcelor Italia sia il figlio meno... Non il figlio prediletto del gruppo Arcelor, diciamola così. Credo che nelle dinamiche industriali di quel gruppo, che peraltro ha registrato una perdita del 78 per cento del proprio fatturato nel terzo trimestre del 2022... Quindi, è un gruppo che sta subendo una grave crisi industriale. Un crollo del 78 per cento del fatturato nel terzo trimestre, che è quello che ti dà l’outlook più immediato rispetto al tuo risultato industriale, è un dato che ci deve far riflettere.
Se questo gruppo industriale per la sua sorellina debole, Arcelor Italia, chiede l’intervento da parte delle pubbliche istituzioni... Quando parlo di “intervento” cerco di essere garbato e di usare un eufemismo, perché in realtà stanno bussando a denari. Bene, prima ancora di bussare a denari, io credo che sia necessaria una modifica o perlomeno una riflessione sulla governance di Arcelor, perché è troppo facile chiedere l’intervento del pubblico, quindi chiedere l’intervento e il sacrificio dei cittadini pugliesi, dei soldi dei cittadini pugliesi e italiani, per poi continuare a gestire l’azienda senza avere alcun tipo di riscontro con gli stessi cittadini che poi diventerebbero di fatto degli azionisti nascosti.
Noi infatti mettiamo dei soldi senza avere l’opportunità neppure di sapere qual è la politica industriale a medio e lungo termine di questo gruppo.
Allora, benissimo questa discussione, benissimo la mozione, io spero che si possa in qualche modo modificare e migliorare il testo, per garantire al pubblico di avere occhi e di avere soprattutto conto di quello che Arcelor farebbe con i quattrini che dal pubblico rinverrebbero. Allo stesso modo, però, a me piacerebbe oggi, una volta per tutte, stracciare il velo di ipocrisia che per troppo tempo ha coperto la discussione su Taranto, dove c’era sostanzialmente la contrapposizione ideologica, o meglio il ricatto ideologico di chi intendeva preservare i posti di lavoro, dimenticandosi della salute delle persone.
Il ristoro sotto il profilo della salute, sotto il profilo dei servizi sanitari per un popolo, quello tarantino, che ha sofferto e soffre ancora oggi per i disagi che dall’ILVA rinvengono credo che sia un altro argomento che andrebbe affrontato perlomeno parallelamente rispetto a quello che stiamo affrontando oggi, perché da un lato c’è il profilo industriale, che ci interessa e ci deve preoccupare, dall’altro lato, simmetricamente, certamente non un passo indietro, forse un passo avanti, c’è il problema della salute pubblica.
Noi abbiamo un’occasione, perché il Green New Deal, come ha detto prima il collega, ha appostato su quella Regione e ha appostato per il nostro impianto siderurgico una quantità di risorse che raramente si erano viste, un po’ meno di un miliardo di euro. A me piacerebbe che in questa circostanza potesse intervenire il Consiglio regionale, così come il Parlamento, prima ancora che il Governo, per insieme provare a delineare quale può essere il futuro di quell’impianto, che deve certamente preservare i livelli occupazionali, ma che nel 2022 non può far finta che quei livelli occupazionali non possano cagionare la morte di cittadini pugliesi, di bambini pugliesi, perché questo è inaccettabile.
Lo era vent’anni fa, lo era trent’anni fa, lo è ancora di più oggi, quando non possiamo girarci dall’altro lato, siamo tutti perfettamente consapevoli di quelli che sono i rischi per la salute delle popolazioni che abitano in quelle zone della nostra Regione.
Io continuerò ad ascoltare il dibattito se ci saranno altri interventi, continuerò, collega Perrini, ad aspettare che il Presidente della Regione possa tornare in Aula per dirci come la pensa, per dirci quella che sarà la posizione che assumerà in nome e per conto di tutti i cittadini pugliesi da qui a qualche giorno. Spero, ripeto, che questa discussione possa darci l’opportunità di conservare un insegnamento: che sui temi fondamentali della politica pugliese e della vita dei cittadini pugliesi, cioè, non si può fare demagogia e non si deve fare demagogia, perché altrimenti il risultato sai quale sarà, caro Giacomo? Sarà quello che abbiamo già visto e che nessun amministratore pubblico vorrebbe mai osservare per se stesso, cioè che prima c’è il consenso, prima c’è la fiducia, prima c’è l’ottimismo, e dopo però c’è la delusione e c’è soprattutto il risentimento di quei cittadini che si sono sentiti (io dico a giusta ragione) traditi dalla politica.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Presidente Galante, solo un secondo per annunciare all’Aula che è stato depositato un emendamento, da parte del Presidente Amati, che sto facendo distribuire in copia. Questo soprattutto ai fini della valutazione da parte dei proponenti la mozione.
Prego, Presidente Galante, ha chiesto di intervenire. Ne ha facoltà.
Speaker : GALANTE.
Solo qualche minuto per rispondere al collega Perrini, in particolar modo, che è di Taranto: noi non abbiamo mai cambiato idea, collega. Noi siamo sempre convinti, eravamo, siamo convinti, ci basiamo sui dati che quel territorio sia contaminato.
Tutte le matrici ambientali sono contaminate, ci sono dati fiumi di dati. Quando noi, e lo dico al collega Romito, siamo arrivati nel 2018, abbiamo trovato già un contratto di acquisto da parte di ArcelorMittal. Siamo stati quelli che hanno tolto lo scudo penale, collega, quello che forse una parte del centrodestra vuole rimettere, collega Romito, proprio forse perché sanno che questi vogliono dare la licenza ancora di continuare ad uccidere su quel territorio.
Quindi, prima di parlare, attenzione prima alla vostra parte politica. Siete gli unici che nella scorsa legislatura non hanno mai parlato di dati, e oggi siete voi quelli che hanno cambiato idea. Noi vi abbiamo fatto conoscere quelli che sono i dati epidemiologici su Taranto e la drammaticità che vivono alcune parti del territorio. Questo però è cambiato: forse non lo sapete ma dal 2018 sono passati cinque anni, sono cambiate queste cose e abbiamo attivato tutta una forma di riconversione economica.
Quello che voi forse non percepite è che abbiamo capito che a Taranto, per cambiare e riconvertire c’è bisogno di tutti, come per questa mozione, che prendete la parola e attaccate perché io voglio fare quello che avete detto voi, il parco, o che il 5 Stelle si è rimangiato qualcosa. Noi stiamo dicendo, con questa mozione, e io ho cominciato in questo modo, pur sapendo che non abbiamo tutti la stessa opinione su come cambiare il territorio, diciamo tutti quanti: andiamo avanti a Roma con il Presidente a chiedere innanzitutto di togliere questo ricatto, il ricatto che sta facendo ancora una volta la grande industria dicendo “io vi faccio fuori 145 imprese se non mi date i soldi per pagare i debiti, che non riesco più ad onorare”. Questo stiamo dicendo. Basta con il ricatto tra salute e lavoro.
Se voi prendete la parola e dite che noi ci siamo rimangiati tutto, non avete capito niente, né adesso né quello che è successo negli anni passati.
Quello che sta accadendo a Taranto per la riconversione economica ha bisogno di un percorso che deve durare circa... Per quello che vi ho detto. Probabilmente non avete mai avuto questa capacità di informazione di tutte le altre città internazionali. Cosa è successo nelle città che hanno dovuto riconvertire, dove si sono perse decine, anche centinaia di migliaia di posti di lavoro, con territori completamente contaminati, dove non cresceva più nulla? È iniziata una riconversione: si sono seduti tutti al tavolo e hanno detto “che cosa vogliamo fare?”. Perciò parlo di accordo di programma.
Quindi, prima di sparare a zero e di fare... Altro che finita la campagna elettorale. Forse vi siete gasati un pochettino perché siete arrivati al Governo e adesso dovete rispondere concretamente. Vedremo che cosa si farà. Si sa già. Io lo so. Quello che abbiamo fatto è proprio perché questa mozione serve per dire che Taranto non può essere sempre sotto ricatto. Se, invece, cominciate, al contrario, a dire che state dicendo e facendo... Anche il collega Amati sta cercando di mettere una parte, proprio perché vuol far capire a questi signori che non si deve venire qui a creare ancora una volta ricatto, senza investire realmente. Tutti l’hanno detto. Il collega Mazzarano vi ha fatto un passaggio. Però facciamo il nostro intervento, come tarantini. Sappiamo quello che sta accadendo a Taranto.
Oltre a questo, sappiamo che abbiamo vedute diverse, posizioni diverse su quello che vogliamo fare. Però cominciare ad accusare che noi ci siamo rimangiati tutto, che ci eravamo montati la testa... C’era chi parlava di chiusura immediata, e c’è ancora oggi, collega Romito. Lo sa? Oggi quelli che lei ha citato continuano a parlare di chiusura senza “se” e senza “ma”, perché lì continuano ogni giorno ad uscire sostanze inquinanti. Tutti i santissimi giorni, 365 giorni all’anno, 24 ore su 24 quello stabilimento produce sostanze inquinanti, quindi cosa significa quello che ha detto ancora non l’ho compreso, se era giusto un attacco politico, tanto per dire che noi, come dice il collega Perrini, abbiamo cambiato idea, che ci eravamo montati la testa, o altro magari di più fondato, perché oggi sappiamo tutti che continua ad inquinare, che sotto le falde dell’ex ILVA sono inquinate, che tutta la zona dove ci sono gli sporgenti dell’ILVA, dove scaricano il carbone è inquinata.
L’aria che passa vicino Tamburi è inquinata, gli wind days non sono scomparsi, quando arriva il vento di tramontana sulle zone più vicine all’ILVA, le cause di mortalità e di malattia aumentano, non è cambiato nulla, perché l’inquinamento è ancora esistente, quindi noi stiamo sperando che questo processo per arrivare all’idrogeno, per arrivare ai forni elettrici che noi abbiamo anche suggerito, sia concordato con tutti, anche perché sappiamo benissimo che i potenti del carbone non lo vorranno.
Non lo vorranno perché le lobby del carbone sono potentissime, come quelle del petrolio, come le banche che avanzano ancora i soldi dall’ILVA, sono diverse le situazioni. Perciò questa mozione serviva per chiedere al Presidente "vai a dire a Roma che noi ricatti di questo tipo non ne vogliamo". Questo è quanto, quindi è inutile prendere la parola e parlare giusto per attaccare una forza politica che non ha cambiato idea, si è resa conto semplicemente che dobbiamo essere compatti, perché da soli non ci riusciamo.
Voi stessi dovreste chiedere, come noi, un accordo di programma, perché io, come il collega Perrini, fra 10, 15 o 20 anni, tranne qualcuno che ce la fa, non saremo più consiglieri regionali o parlamentari, e chi arriverà dopo cambierà ancora le carte, invece deve essere chiaro dove vogliamo andare con Taranto, che cosa significa riconversione economica, dove 10 persone di colore politico diverso decidono che il destino di Taranto da qui a cinquant’anni, come è stato quando hanno impiantato quello stabilimento.
Si sapeva, quell’azienda doveva durare 40-50 anni perché poi andava chiusa, si sapeva già negli anni ’60, perché avrebbe distrutto aria, territorio e mare, questa è la realtà.
Io sapevo che saremmo arrivati a parlare di questo, perché speravo che il collega Perrini non se ne uscisse con il parco e l’acquario, perché è un classico vostro quando dovete dire che noi abbiamo sparato sciocchezze.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Presidente Perrini, per dichiarazione di voto?
Speaker : PERRINI.
No, devo rispondere perché mi ha citato.
Speaker : PRESIDENTE.
Per fatto personale…
Speaker : PERRINI.
È stato sedici minuti, io sei minuti, me ne bastano sei.
Speaker : PRESIDENTE.
Per fatto personale…
Speaker : PERRINI.
Per fatto personale, sei minuti.
Premesso che su questa mozione io non volevo entrare in polemica. A Taranto, in Italia, abbiamo avuto il n. 2, braccio destro di Conte, che si chiamava Turco, che in una riunione con tutti i dipendenti dell’Ilva, e sindacati, ha fatto al primo incontro un attacco frontale al Governo attuale, a proposito di fare in modo che le cose si inizino a farle insieme. Uno cioè che per cinque anni era sempre affianco, che rappresentava Taranto, il n. 2 del Governo, è stato affianco di Conte, io mi aspettavo, devo essere sincero, sono rimasto anche mortificato, pensavo che fosse di un altro livello, una cosa… Una riunione fra poveretti e imprenditori, operai che non sanno l’indomani cosa devono fare, c’è un attacco al Governo quando lui fino al giorno prima stava là, dicendo a noi, a noi a Dario, Maiorano, ai nostri rappresentanti, che stanno là la medicina, quello che dovevano fare…Lui cioè è stato cinque anni là e doveva dire ai nostri… Questa è la cosa assurda che allega Galante, che conosci, io non sono uno che dice le cose… Su questa cosa per noi non c’è un problema di quello che dobbiamo dire sull’Ilva, come la pensiamo. Oggi mi rendo conto che soprattutto Turco è tornato di nuovo ad essere il Cinque Stelle del 2018: vuol dire che in questi anni abbiamo giocato, e adesso si torna sulla città di Taranto a fare quello che abbiamo fatto dal 2015 al 2018. Non è così se vogliamo salvare… La cosa giusta è quella che hai detto tu: insieme dobbiamo cercare di vedere come risolvere il problema, e non fare populismo. Io quello che dici tu lo condivido: lo devi dire al senatore Turco. Ancora oggi c’è una dichiarazione di stamattina di attacco frontale, di nuovo: e come facciamo a collaborare con chi ha gestito per cinque anni il sistema Taranto?
Lui doveva essere il primo a dire: vediamo insieme come dobbiamo fare. Non che il giorno dopo che non è più seduto al Governo, ha la medicina per noi, per dirci come dobbiamo… Perché non l’hai fatto tu prima? Questo era la mia intenzione. Non era un attacco a te, non era un attacco al Consiglio regionale; l’attacco è solo all’eterno assente, Emiliano, perché quando dice “vediamo cosa deve dire”, se ancora non lo sappiamo che deve dire, perché manca… Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Consigliere Caroli, prego.
Speaker : CAROLI.
Grazie.
Io avrei necessità di comprendere qual è la posizione del Governo rispetto a questa mozione. Vorrei ascoltare la loro posizione, riservandomi successivamente, sulla scorta di quelle che saranno le considerazioni, le dichiarazioni del Governo stesso, di intervenire per dichiarazione di voto.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Governo è presente. Il parere sulla mozione va espresso.
Vicepresidente? No, non sull’emendamento. Sulla mozione.
Lei sull’emendamento ha chiesto, consigliere Caroli? Sulla mozione.
Il consigliere Caroli ha detto che vorrebbe conoscere la posizione del Governo sulla mozione.
Noi non la sentiamo. In ogni caso, la mozione è stata sottoscritta dalla maggioranza e dall’opposizione, in maniera unanime.
Non la sentiamo, consigliere Caroli. Parli al microfono.
Speaker : CAROLI.
Ritengo che anche in questo caso sia necessario avere il parere del Governo, anche se, comunque sia, ci sono firme bipartisan. Avrei necessità, se fosse possibile, di conoscere la posizione del Governo stesso.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Ventola.
Speaker : VENTOLA.
Grazie, Presidente, colleghi consiglieri e assessori.
Questa mattina in Conferenza dei Capigruppo si è deciso di approvare una mozione che riprendesse un po’ il lavoro che era stato già fatto nei mesi precedenti e di mettere nelle condizioni il Presidente Emiliano di poter sedere al tavolo con l’autorevolezza che è propria di un Consiglio regionale. In quell’occasione abbiamo concordato di attendere l’arrivo del Presidente Emiliano per condividere con noi questa mozione. Lungi dall’essere un’imposizione al lavoro che vorrà fare il Presidente Emiliano.
Il fatto che il Presidente Emiliano sia assente svilisce questo Consiglio. Non ci si venga a dire che il Consiglio ha la sua autorevolezza se, poi, il Presidente... Se noi dobbiamo sedere a un tavolo dove contiamo come l’asso di bastoni alla briscola a denari, e andiamo in maniera non concordata o quantomeno supportata da un percorso che è stato almeno condiviso nella fase di percorso rischia di diventare solo un esercizio politico, ma ancor di più partitico.
Oggi era un’occasione e mi auguro che il Presidente possa rientrare, anzi, se ci dà certezza che rientra, io sarei anche disponibile a proporre di sospendere il Consiglio e attendere che venga il Presidente Emiliano, lo abbiamo atteso finora, lo attenderemo sino a giovedì o, se vuole, possiamo anche organizzare un pullman, siamo 50, qualcuno verrà con la macchina, e andiamo tutti insieme a Roma per supportare il Presidente Emiliano.
Non c’è problema, perché su un tema così importante, che vede una parte della nostra Puglia purtroppo bistrattata da decenni, credo che si sia raggiunto in questo Consiglio un’unità di intenti molto importante da un punto di vista valoriale. Anche l’emendamento apportato dal consigliere Amati merita la giusta attenzione, perché mette ancora più pepe sulle cose che contano.
Se però manca l’interlocutore che ci deve rappresentare, ognuno di noi farà il comunicato stampa, ma in coscienza, conoscendoci per fortuna da diverso tempo, sono convintissimo che siamo tutti illuminati nel fare la cosa giusta.
Credo quindi, Presidente, che per le vie brevi sia necessario sentire il Presidente Emiliano. Non voglio trascendere e distrarre l’attenzione da quello di cui stiamo parlando, perché è sufficiente, siamo qui, ascoltiamo, seguiamo l’ANSA, ci sono di continuo i comunicati di Emiliano sul problema dei vaccini e delle esternazioni del sottosegretario Gemmato.
Se ha tempo per rispondere al Sottosegretario Gemmato senza leggere i chiarimenti che sono stati ufficializzati dal Sottosegretario Gemmato alla salute, è una questione di priorità, per lui la priorità, la sua, di Lopalco, di Palese è quella di chiedere le dimissioni di Gemmato o di prendere un pezzettino della sua dichiarazione e parlare dei vaccini. È un modo di distrazione di massa? Lo vada a dire ai tarantini, questa mattina a Taranto non si è parlato di ILVA, si è parlato di possibilità di progetti sportivi nell’ambito del partenariato pubblico/privato, quindi di un’occasione interessante in una Regione che ha deciso di tenere i Giochi del Mediterraneo in quella zona.
Se però tutto questo poi nell’Assise consiliare viene meno, mi vien da dire che o viene Emiliano, oppure che la votiamo a fare questa mozione? Non sappiamo se Emiliano la condivide. Finora noi abbiamo condiviso un percorso che però deve avere il suo punto di riferimento che dovrà poi illustrare questo percorso. Lo condivide o non lo condivide? Sembra che io sia della maggioranza: io cioè metterei mai in difficoltà il mio Presidente? Non lo so se lo condivide. Invece qui stiamo cercando, manteniamo il numero legale, conteniamo le mozioni, attendiamo che arrivi il Presidente, che poi viene e se ne va.
Probabilmente, è anche quella un’enunciazione, cioè, “non condivido quello che state facendo e me ne vado”, com’è successo per Cassano e per altre situazioni. Chi ci può dare allora una risposta del genere? Non il Governo, perché noi non impegniamo il Governo; noi stiamo impegnando il Presidente della Regione.
La mozione è indirizzata, credo, al Presidente della Giunta regionale, che fino a prova contraria si chiama Michele Emiliano. Sarebbe interessante, Presidente Capone, sentire da Michele Emiliano il riscontro che ha avuto alla nota del 18 giugno 2018, protocollo 3900, indirizzata al Presidente del Consiglio, professor Giuseppe Conte, al Ministro dello sviluppo economico, onorevole Luigi Di Maio, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio, senatore dottor Sergio Costa. Questo è il documento ufficiale che io ho trovato ed è sul sito della Regione, dove avanza, caro collega Mazzarano, una proposta di piano per Taranto, riconversione stabilimento Ilva di Taranto. A questo sono allegate poi le 48 slide che sono state illustrate nell’ambito del Comitato delle Regioni, in quel di Bruxelles, dove il Presidente Emiliano parlò di questo.
Questo è un atto ufficiale: 18 giugno 2018. Potete trovarlo perché è un documento ufficiale.
Io vorrei parlare di documenti ufficiali, perché credo che tutti in cuor loro, anzi, anche manifestatamente, sono per la chiusura dell’Ilva di Taranto, o meglio, per la riconversione. In quell’ipotesi non c’era ancora il Recovery Fund, ma quando questo Consiglio regionale ha tentato di appropriarsi, istituendo una cabina di regia, nell’individuare quelle che erano le priorità per il Recovery Fund, emendamento bocciato in sede di bilancio, da parte di questa maggioranza, era proprio perché come Regione potevamo dire al Governo Conte prima, Draghi poi, e adesso, magari alla Presidente Meloni, che una cosa ci interessa in Puglia: destinare tutte le risorse a riconvertire Taranto. Non lo diciamo, questo, andiamo lì con… Quante schede ha portato l’ex Capo di Gabinetto? Non so se sia ancora Capo di Gabinetto o meno l’onorevole Stefanazzi. Non si capisce. Questa cosa non la capiamo ancora. Quante schede ha inviato l’ex Capo di Gabinetto? Nessuna scelta politica. Una cosa vogliamo: la riconversione di Taranto. Quanti miliardi spettano alla Puglia? Quanti miliardi ci vogliono per riconvertire lo stabilimento ILVA di Taranto? Di questo avremmo voluto parlare e non stare al ricatto di chi ti mette per strada 145 aziende. Lì altro che golden share 38 per cento. Credo che le dichiarazioni di Urso si stiano già facendo sentire. Credo che dopodomani ne sentiremo delle belle. Urso è l’attuale Ministro, che fece approvare un ordine del giorno due anni fa in cui c’era come priorità la riconversione di Taranto per il sistema di approvvigionamento energetico, di un sistema siderurgico in Italia che avesse una sua mission. Era l’occasione giusta. Altrimenti facciamo buoni propositi. Ognuno si fa il proprio comunicato, torna a Taranto, ognuno dirà a seconda dei luoghi in cui si trova “sì, avete ragione”, ma alla fine saremo qui nuovamente a rincontrarci su questo tema, quando, magari, tra qualche mese non saranno 145 aziende dell’indotto, ma saranno altre 2.000 persone che saranno messe in cassa integrazione per un altro problema.
La serietà che ci deve contraddistinguere deve portare avanti le iniziative che hanno una formalizzazione, frutto di un lavoro che è stato fatto. Se questa nota del 2018 ha avuto mai riscontro, è giusto che il Consiglio regionale, tutti i pugliesi lo sappiano. Se veniamo messi nelle condizioni di poter fare delle scelte, è giusto che questo Consiglio assuma delle scelte.
Io sarei il primo firmatario per destinare tutte le risorse del Recovery Fund alla riconversione di Taranto. Lo dico da residente di Canosa di Puglia. Lo farei e lo firmerei cento miliardi di volte. Bisogna fare delle scelte nella vita. Cinquant’anni fa decisero di fare con l’Italsider un impianto per portare ricchezza, lavoro e altro. Oggi si faccia una scelta del genere. Siamo in grado, come Consiglio regionale, di condividere con Emiliano un percorso del genere? Non lo sapremo mai. O magari lo sapremo in un’altra campagna elettorale o con qualche post.
Presidente Capone, la invito, perché lei è sempre brava nell’assumere iniziative, affinché questo Consiglio possa avere una sua valenza e quantomeno un minimo di rispetto da parte del Presidente, sentire se il Presidente avrà il piacere di venire, o anche aggiornarci a domani, restare stasera. Ma non può esserci un voto del Gruppo di Fratelli d’Italia su qualcosa che il Presidente della Regione non ha osato ascoltare e condividere.
Speaker : PRESIDENTE.
La ringrazio. Cerchiamo di metterci in contatto con il Presidente.
Intanto prego, Presidente Tutolo.
Speaker : TUTOLO.
Grazie, Presidente.
Io voterò emendamento, mozione, un’altra mozione e un’altra ancora, perché è ovvio che sono dei buoni propositi. Spero però che non resteranno tali, perché se restano solo buoni propositi, onestamente non mi pare che sia una grande cosa.
Io non vivo a Taranto, ma dalla media attenzione che metto ho percepito qualcosa, che c’è un serio problema di tipo ambientale, cioè lì ogni anno muoiono delle persone perché c’è un insediamento produttivo altamente impattante, e noi stiamo scambiando le vite umane da sempre con uno sviluppo che non è sviluppo, che non interessa certamente quel territorio, ma è altrove che c’è sviluppo grazie a quell’azienda che sta su quel territorio.
Oltre ai 10.000 - mi par di capire - dipendenti diretti di ArcelorMittal, infatti, non ve ne sono altri, o, meglio, il famoso indotto, quello che magari veniva conteggiato come un valore aggiunto rispetto all’occupazione, è strangolato, come abbiamo capito ora, quindi, invece di guadagnare qualcosa, probabilmente a qualcuno viene tolto anche quello che aveva addosso, perché non viene pagato.
Allora - mi chiedo - quanto costa il sacrificio che questi 10.000 occupati devono fare. Mi devo ripetere, perché in un altro Consiglio utilizzai una metafora dicendo che i bambini di Taranto camminano in autoambulanza, mentre a Brescia camminano nelle Ferrari grazie a quell’insediamento, perché lì si produce la materia prima che poi viene trasformata e dà ricchezza ad altri posti, che non sono certamente in Puglia.
Onestamente apprendere che Brescia è beneficiaria finora di 2.300 euro pro capite dei fondi del PNRR, contro una media nazionale di 530 euro. I fondi che dovevano servire cioè a colmare il gap tra le Regioni, tra le parti più sviluppate o meno sviluppate rispetto a quelle più sviluppate, neppure per l’anticamera del cervello, perché i bandi vengono fatti non per dare sostegno a chi più ne ha bisogno. Lo spirito del PNRR, voglio ricordarlo, non era quello che chi presenta i progetti, chi è più bravo a presentare i progetti… No, quei soldi dovevano servire per colmare il gap, quindi indipendentemente dalla bravura, invece si sta invertendo anche questo spirito originario.
Ci ritroveremo alla fine che avranno più soldi loro e noi pagheremo quota parte anche di quei soldi che loro avranno, per aumentare ancora il divario. Mi chiedo: ma è così difficile per lo Stato investire 10, 20, 30, 40, 50 miliardi, quelli che servono, per prendere… Se proprio si vuole tenere quel settore strategico, non lo si può tenere, però, sulla pelle di un territorio, mi pare chiaro.
Se allora noi vogliamo fare acciaio, perché a Brescia, perché a Udine, perché in altre parti d’Italia noi abbiamo dei poli produttivi importanti, probabilmente la parte più ricca del Paese, quella che guadagna veramente dai prodotti di quell’insediamento, lì guadagnano, noi perdiamo vite umane, lì guadagnano. Ripeto: qui si camminano in autoambulanza, là si cammina nelle Ferrari. Ora, lo vogliamo mantenere perché è strategico? Bene: lo Stato se ne deve far carico e deve investire 10, 20, 30, 40, 50, 100 miliardi, quello che serve per decarbonizzare immediatamente quell’impianto. Se no la parola “decarbonizzazione”, tra un po’ non sapremo neanche più che significa, e lì ci sarà ancora il carbone.
Io penso che non sia qualcosa di… Quello che mi chiedo io, ad esempio, è che … Il mio timore sapete qual è? Che queste mozioni, questi emendamenti non li vedrà proprio nessuno, non li leggerà proprio nessuno, perché hanno un’idea loro, completamente loro, e se ne infischieranno di quello che potrà decidere il consigliere, neppure gli daranno l’attenzione.
Mi chiedo: perché non invitare in questo Consiglio regionale, per discutere di questo tema specifico, coloro che devono decidere a livello nazionale? Vediamo l’interesse che hanno per un territorio. Se vogliamo dire la nostra e vogliamo far sentire veramente il peso del territorio, credo sia possibile una roba del genere. Questo spazio non può essere escluso da momenti così importanti.
Annuncio il mio voto favorevole a tutto, però volevo rendervi partecipi di questa mia riflessione. È da un po’ che si parla di Taranto, dei morti. Ho capito. Quando vogliamo fare qualcosa di serio per interrompere questa cosa? Sennò facciamo soltanto chiacchiere e campagna elettorale. Onestamente, chiacchiere e campagna elettorale, mentre la gente continua a morire, danno un po’ fastidio.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
La parola al consigliere Mazzarano.
Speaker : MAZZARANO.
Presidente, non voglio approfittare, però colgo l’occasione, sia dell’intervento del collega Ventola che adesso del collega Tutolo, per fare un invito. Questo è un tema che campeggia. Il tema della scarsità delle risorse per questo processo epocale di decarbonizzazione dello stabilimento è un tema di fondo. C’è l’occasione del PNRR. C’è l’occasione della volontà, da parte dell’attuale Governo, di rimodulare le risorse.
Quindi, invito il collega Ventola a scrivere un emendamento coerente con quello che ha detto, che può essere un emendamento a questa mozione, in cui l’intero Consiglio regionale si impegna a utilizzare tutte le risorse del PNRR destinate alla transizione ecologica per la Puglia e a metterle sull’ILVA.
Adesso non so di quanto stiamo parlando realmente, ma se da qui dovesse arrivare un segnale di questo tipo penso che sarebbe un fatto giusto, che andrebbe ‒ credo ‒ nel senso delle cose auspicabili, sia da parte dell’opposizione che da parte della maggioranza.
Io sono per raccogliere questo invito e per raccogliere anche l’invito del collega Tutolo: perché non chiediamo allo Stato uno sforzo straordinario? Quale occasione migliore per farlo?
Il Recovery Fund ha dei pilastri, lasciamo stare la transizione digitale, lasciamo stare gli interventi sulla coesione, c’è il pilastro, che è quello più solido e più importante, della transizione ecologica. Qual è quindi il sito che merita tutte le attenzioni e tutta l’importanza del caso, nell’idea che la nostra economia possa passare dal carbone all’acciaio pulito? L’ILVA di Taranto.
Se quindi facciamo una cosa del genere, credo che, oltre a registrare un’ulteriore convergenza, sarebbe un segnale importante al Governo italiano e alla Puglia.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Procediamo al voto.
Sull’emendamento ci sono interventi? Dobbiamo votare sull’emendamento. Prego, consigliere Caroli.
Speaker : CAROLI.
Mi ricollego all’intervento del mio Capogruppo e del collega Mazzarano. Sicuramente ha senso in questo momento pensare di poter utilizzare tutte le risorse.
Noi abbiamo un problema serio, la governance oggi del soggetto che gestisce l’impianto, Acciaierie di Taranto, soggetto in cui prevale comunque sia la presenza del privato con il 65 per cento, motivo per cui dico che la condizione necessaria per cui tutto questo si possa verificare è che prima di tutto si riequilibri la gestione, quindi si passi ad una gestione, altrimenti stiamo parlando di chiacchiere.
Se oggi dovessi investire 70 miliardi di euro e poi consegnarle ad ArcelorMittal con un equilibrio gestionale 65 e 35, sarebbe l’ennesima follia, motivo per cui, rispetto a quanto previsto e disciplinato nell’emendamento a firma del collega Amati, io ritengo che la ricapitalizzazione, con cui sono d’accordo perché in questo caso bisogna stimolare e pungolare il privato ad appostare le stesse risorse che va a stanziare il pubblico, sia abbastanza complessa se non si prevede prima il riequilibrio, quindi il passaggio alla maggioranza del pubblico, perché la ricapitalizzazione ricadrebbe sempre in capo all’assemblea straordinaria che in questo caso rimane nella piena gestione del soggetto privato. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Caroli.
Presidente Perrini, è intervenuto già due volte, glielo devo…
Speaker : PERRINI.
Per dichiarazione di voto. Non l’ho fatta.
Speaker : PRESIDENTE.
Era prima, si ricorda? Ha detto sei minuti… Fatto personale, ha ragione. Va bene, giusto.
Speaker : PERRINI.
Caro Presidente, io mi metto nei panni del collega Di Gregorio e di altri colleghi, soprattutto di maggioranza. Qui è scritto “impegna il Presidente della Giunta regionale”, cioè l’eterno assente noi lo impegniamo… Io devo anche sapere, se non lo dice Emiliano, c’è il Vicepresidente, qual è l’indirizzo della Giunta (lo dico anche per tutti quanti noi), per essere una mozione concreta e chiara. Perché noi possiamo fare centinaia di mozioni, come ha detto Tutolo, qui manca il regista. Allora, se non c’è Emiliano, c’è il suo vice. Non ho capito… perché noi prima, caro Presidente, lo ripeto di nuovo, noi abbiamo iniziato il Consiglio regionale… Secondo me, la cosa più giusta è che Emiliano faccia una videochiamata, una… Io voglio sentire cosa pensa Emiliano. Perché il Presidente Emiliano… Scusate, ma perché all’inaugurazione delle prime pietre… A proposito di prime pietre, Amati, essendo che noi abbiamo il Presidente che fa l’inaugurazione di tutte le prime pietre…
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Perrini, scusi se la interrompo, ma si tratta di una mozione…
Speaker : PERRINI.
Ha fatto l’inaugurazione per San Cataldo… Sto finendo. Sei inaugurazioni con San Cataldo, adesso stiamo iniziando con i Giochi del Mediterraneo, okay? Fra poco questo Consiglio, vi anticipo che dobbiamo capire dove andremo a trovare i soldi, ce ne accorgeremo in queste ore, per fare tutti questi grandi stadi. Noi avremo a Taranto uno stadio che sarà pronto nel 2026, dalle parole che hanno detto. Ricordiamo che fra un mese entra il 2023. Per fare un campo, lo anticipo, come ho anticipato il fatto del San Cataldo nel 2017, che per fare quell’ospedale ci volevano 10 anni, ed Emiliano ogni inaugurazione “andiamo a mettere la prima pietra”, adesso sta iniziando la stessa cosa con i Giochi del Mediterraneo.
Caro Amati, ho fatto due audizioni, ho invitato Emiliano, già da un mese e mezzo, sempre quando non ha niente da fare, attenzione, lo invitiamo in audizione. Perché lui deve fare l’inaugurazione delle prime pietre.
Poi ho l’altra su Sannicandro. Anticipo le cose in Consiglio regionale. Poiché, purtroppo, non si riesce a comunicare con Emiliano, i Presidenti delle Commissioni devono darsi da fare a convocarlo.
Se non viene Emiliano, questa mozione non la votiamo. Noi vogliamo sapere da Emiliano cosa ne pensa, la sua posizione. Sennò stiamo facendo un’altra cartastraccia.
Speaker : PRESIDENTE.
Innanzitutto si tratta di una mozione, non di un’interrogazione. Il Vicepresidente ha chiarito, però, che, siccome la mozione è firmata dalla maggioranza e dall’opposizione, evidentemente c’è l’assenso della maggioranza e del Presidente sulla mozione, pieno.
Quindi, possiamo votare. Votiamo innanzitutto l’emendamento.
La votazione è aperta.
Il Consiglio è sovrano.
Il Vicepresidente l’aveva detta prima.
L’avete firmata voi la mozione. L’avete costruita voi.
È favorevole. Qual è la posizione?
Devo chiudere la votazione. Avete votato tutti?
La votazione è chiusa.
28 presenti, 28 votanti, 28 favorevoli.
L’emendamento è approvato.
Adesso passiamo al voto sulla mozione.
La votazione è aperta.
Era già aperta ampiamente la votazione. Mi dispiace, Presidente Conserva.
C’è stato il dominus. Si può stare tranquilli sotto questo profilo.
Io non devo difendere nessuno. Difendo le prerogative del Consiglio. Difendo le prerogative del Consiglio.
Non risultava. Presidente Conserva, non risultava.
La votazione era aperta.
Fatemi chiudere la votazione.
Chiudiamo la votazione. Chiudiamo la votazione. In realtà non si vede il mio voto, ma io ho votato dall’inizio. Premo, ma non si vede.
Prima di chiudere, aggiungiamo il mio voto. Dobbiamo rivotare? Non ho capito, dobbiamo rivotare. C’è stato un problema, evidentemente.
Okay, rivotiamo. L’ha dato il parere, quante volte lo deve dare? Avete votato?
Sto chiudendo la votazione. La votazione è chiusa.
Presenti 26, votanti 26, favorevoli 26.
La mozione è approvata, come emendata.
Abbiamo il Consiglio il 22. Consiglio straordinario.
Scusate, devo richiamare la vostra attenzione. Abbiamo il Consiglio il 22. Ai consiglieri foggiani chiedo di riferirmi (lo faremo con nota scritta) se intendete preparare un documento.
Vi ringrazio. Per il 22 ci vediamo. Confermiamo il Consiglio del 29, dopo.
Mi raccomando alla giacca e cravatta per il 22.