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C.r. Puglia 09.03.2021
FILE TYPE: Video
Speaker : PRESIDENTE
Care colleghe, cari colleghi, non vi nego che rientrando in quest’Aula ho sentito nuovamente l’emozione dell’incontro dello scorso venerdì con il Presidente Edi Rama, il Ministro Di Maio e la delegazione nostra ospite, ma non è una sensazione figlia dell’evento, è frutto di un percorso. Ritrovarci qui a trent’anni dalla stagione dell’immigrazione albanese fianco a fianco è la dimostrazione della forza del dialogo. Noi, abitanti di una regione che è un lembo di terra nel cuore del Mediterraneo, abbiamo il dovere di interpretare, governare e dirigere il futuro della nostra Puglia, a partire dalla cooperazione, dal dialogo, dall’incontro.
Il rapporto tra Puglia e Albania è certamente un laboratorio. Il nostro, infatti, è un dialogo fatto di prossimità, di umanità, di scambi culturali e commerciali, un unicum che dobbiamo sforzarci di far diventare modello anche con le altre regioni d’Europa. È la via maestra nell’interpretare così il nostro ruolo, che diventa sempre più centrale nelle dinamiche internazionali. Penso a Papa Francesco che nel suo viaggio di questi giorni in Iraq ha voluto dare un segnale forte a tutti noi. Dobbiamo avere la determinazione e la forza di cercare sempre la strada del dialogo anche e soprattutto quando le condizioni sembrano essere sfavorevoli.
Il suo pellegrinare fino a Mosul, la città che fu roccaforte dell’Isis, è un ulteriore passo nel percorso del dialogo interreligioso, una lezione ‒ quella di Papa Francesco ‒ che non può non colpire e segnare l’impegno politico di chi, come noi, ha l’onore e l’onere di rappresentare le Istituzioni democratiche.
Questo ruolo da ultimo affidatomi nel Comitato europeo delle Regioni ci consentirà di intrecciare ulteriori rapporti di dialogo, di confronto, di scambi con le altre Regioni d’Europa, soprattutto con le Regioni del sud dell’Europa, e le Commissioni nelle quali ho scelto di sedermi saranno Commissioni particolarmente impegnative sotto questo profilo.
Fatemi cogliere l’occasione ‒ non l’ho fatto ancora con tutti voi ‒ di ringraziare coloro che hanno voluto dare alla Puglia questo segnale e questo riconoscimento. Non lo considero un segnale solo dato a me, dovuto all’impegno degli anni scorsi, devo dire, anche in qualità di assessore allo sviluppo economico, alla cultura e al turismo. Lo considero un riconoscimento fatto alla Puglia, Regione del sud presente in quel Comitato, che deve portare la voce delle Regioni del sud. Quindi, sarà un ruolo per il quale avrò bisogno di tutti voi, di quello che stiamo facendo e che è stato molto apprezzato. Parlo delle attività che abbiamo fatto relativamente al Recovery, prese come spunto anche dalle altre Regioni, dai Presidenti delle altre Regioni, e anche dell’ultima attività di accoglienza nei confronti della delegazione albanese. Rispetto a questa, anzi, voglio portare a voi il ringraziamento da parte del Presidente Edi Rama, del Ministro Di Maio, dei quattro Ministri della delegazione albanese e degli ambasciatori. Hanno detto a me e alla dottoressa Gattulli che mai avevano avuto il piacere di assistere a un cerimoniale così perfetto. È merito di tutti voi. È merito di quest’Aula. È stato un grande sacrificio, per il quale ringrazio, a partire dalla nostra Segretaria generale, tutti gli uffici che si sono dedicati, andando ben oltre il loro ruolo, lavorando incessantemente perché questo si svolgesse, unitamente agli uffici della Giunta e al cerimoniale della Giunta.
Mi sembra giusto riconoscere questo fatto perché, quando è dovuto, è dovuto. E poi il lavoro di ciascuno di noi si sostanzia in questo, nel dare il meglio di sé nelle attività che facciamo. La ricerca del dialogo ha però confini che non possono essere valutati, ce lo dobbiamo dire, mi piace dirlo in questa circostanza, che in ogni Paese devono essere rispettati. Sono la precondizione per ogni confronto, perché la vita umana deve essere al centro dell’agire. Come per esempio, quelli delle nostre donne. L’Italia sulla parità è ancora molto indietro, ha detto ieri il Presidente Draghi; e noi lo dobbiamo dire: anche la Puglia.
Non potevamo affrontare la giornata di oggi senza fare un richiamo all’8 marzo, alla Giornata internazionale delle donne. Basta pensare alla percentuale delle donne occupate, ferma al 32 per cento, e alla rappresentanza delle donne nei Comuni.
Voglio darvi qualche dato, rispetto a questo, ringraziando i nostri dirigenti che hanno fatto un’importante ricerca, al proposito. Nei Comuni con più di 15.000 abitanti noi abbiamo 62 Sindaci uomini contro solo cinque donne, e 785 consiglieri uomini contro 306 donne.
In quelli più piccoli la situazione non migliora: nei Comuni sotto 15.000 abitanti, ci sono 165 Sindaci uomini e 17 donne, 1.223 consiglieri uomini contro 695 donne. La forbice si riduce solo sul numero di assessore, e non è un caso. È avvenuto per via delle quote rosa.
È evidente che manca la democrazia in questi numeri, come è mancata quando ci è voluto l’intervento dello Stato in supplenza della Regione Puglia, inerte sulla previsione della doppia preferenza alle elezioni regionali.
Allora, dobbiamo dircelo: essere la prima donna Presidente del Consiglio regionale, significa per me lasciare un segno, e voglio farlo con le donne elette in Consiglio, con cui abbiamo deciso di fare squadra, e ce lo confermiamo con le azioni quotidiane, con tutte le amministratrici di Puglia, di maggioranza e opposizione. Per questo ieri ho voluto incontrare da remoto, insieme alle assessore e alle consigliere regionali tutte le amministratrici di Puglia, per procedere all’istituzione della rete regionale delle donne elette, prevista dalla legge regionale n. 7 del 2007 sul punto mai attuata. Una rete importantissima, che valorizzerà il ruolo delle donne e ci consentirà di condividere progetti e buone prassi, che possono essere replicati su altri territori; di stabilire percorsi comuni sugli organismi di parità, confrontarci sulla politica, ma soprattutto, può e dovrà essere quel luogo in cui i fabbisogni diventano agenda, in cui potenziare le competenze, organizzare momenti di formazione e informazione, promuovere azioni comuni attraverso cui portare le esigenze dei nostri territori all’attenzione della Regione per modificare le leggi oppure introdurne di nuove.
Sempre di diritti umani parliamo se pensiamo alla storia che ha coinvolto, e tuttora coinvolge, Patrick Zaki. Certa della condivisione unanime di tutti voi, voglio rivolgere a questo ragazzo coraggioso e alla sua famiglia un pensiero da quest’Aula oggi. Il nostro Paese è ancora alla ricerca della verità e della giustizia per la prematura scomparsa di un suo figlio, Giulio Regeni, e dobbiamo tenere accesi i riflettori sul destino di Patrick.
Un ultimo passaggio, in conclusione, sulla sfida della pandemia, che da oltre un anno stiamo fronteggiando e che ieri ha raggiunto il record di 100.000 morti. È un tempo lungo, una sfida nuova e spaventosa. Abbiamo dovuto imparare vocaboli nuovi e districarci tra concetti che prima erano riservati alle aule di medicina. Oggi, a causa delle varianti, si sta chiedendo a tutte le cittadine e a tutti i cittadini di continuare a stringere i denti.
Su questo tema mi sento di rivolgere un appello accorato a tutti voi: impieghiamo tutte le nostre energie per fare in modo che la campagna vaccinale possa procedere in maniera sempre più spedita e capillare. Lo dobbiamo alle troppe persone che hanno perso la vita, al personale sanitario che sta facendo un lavoro straordinario, alle cittadine e ai cittadini che fanno i conti con la perdita di un caro. Il consigliere Tutolo nelle scorse sedute ha richiamato l’attenzione di tutti noi anche in questo, a quelli che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese o magari hanno perso il lavoro, a tutte le studentesse e gli studenti in DAD.
Ringraziando ancora voi tutti, a partire dall’Ufficio di Presidenza, la cui squadra davvero è stata di grande collaborazione, ringraziando tutti voi, auguro buon lavoro a tutte e a tutti.
Cominciamo, quindi, con le attività del Consiglio rispetto innanzitutto al verbale.
Diamo per approvato il processo verbale della seduta del 23 febbraio 2021.
Hanno chiesto congedo il consigliere Galante e il consigliere Longo.
Sono pervenute risposte scritte alle interrogazioni del consigliere Gabellone, dei consiglieri Caroli e Perrini, del consigliere Casili.
Sono state assegnate alle Commissioni: alla Commissione I il disegno di legge n. 29 del 15 febbraio 2021, debiti fuori bilancio.
Alla Commissione III la proposta di legge a firma del consigliere Vizzino “Modifiche e integrazioni della legge regionale n. 16 del 2019, Promozione e valorizzazione dell’invecchiamento attivo e della buona salute” e proposta di legge a firma dei consiglieri Tutolo, Tupputi, Leoci “Modifica della legge regionale n. 2/2020 (Interventi per la tutela degli animali da affezione e prevenzione del randagismo)”; la proposta di legge a firma dei consiglieri Tutolo, Tupputi, Leoci, “Modifica alla legge regionale 9/2017 (Nuova disciplina in materia di autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio, all’accreditamento istituzionale, accordi contrattuali delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private)”; proposta di legge a firma dei consiglieri Perrini, Zullo, Caroli, De Leonardis, Gabellone, Ventola ‘Istituzione di una Commissione di studio e di inchiesta sulle morti sospette per complicazioni legate al Covid-19 avvenute nell’ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto’”; proposta di legge dei consiglieri Metallo, Caracciolo, Di Gregorio, Ciliento, Parchitelli, Bruno, Mazzarano “Implementazione del test prenatale non invasivo (NIPT)’”; proposta di legge a firma dei consiglieri Caracciolo, Ciliento, Di Gregorio, Parchitelli, Bruno, Campo, Paolicelli, Metallo, Mazzarano “Disposizioni in materia di contratti di formazione specialistica aggiuntivi regionali”.
Alla Commissione V: “proposta di legge a firma del consigliere Amati “Modifiche dell’articolo 6 della legge regionale 14 del 2009 ‘Misure straordinarie e urgenti a sostegno dell’attività edilizia e per il miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale’” (questa proposta di legge con le cinque firme viene oggi in Consiglio regionale, già all’ordine del giorno); “proposta di legge a firma dei consiglieri Tutolo, Lopane, Leoci, Tupputi “Norme in materia di produzione di energie rinnovabili e per la riduzione di immissioni inquinanti e in materia ambientale”. Queste le diamo al Vicepresidente.
Speaker : DE LEONARDIS
Mazzotta “Approvvigionamento idrico nella frazione Villaggio Boncore di Nardò”; Caroli “Vaccino antinfluenzale – richiesta dati ed informazioni”; Bellomo “Revisione servizi minimi di trasporto pubblico regionale e locale e dei costi standard per la qualificazione dei corrispettivi da porre a base d’asta nelle procedure di gara di competenza dell’ATO, nonché dello schema tipo del bando di gara”; Mazzotta “Piano straordinario di vaccinazione anti Covid-19. Esclusione dei pazienti portatori di malattie rare ed invalidanti”.
Mozioni: Gabellone “Modifiche e integrazioni al Regolamento regionale 16 luglio 2007 n. 17”; Mennea, Mazzarano “Contributo economico per le aziende di comparto delle discoteche”; Tutolo “Umanizzazione cura e fine vita per i pazienti gravi e nuovo protocollo di trattamento delle salme deceduti affetti da Covid”; Pagliaro “Via libera all’esportazione extra europea per le barbatelle da vite prodotte in Salento”; Laricchia “Impegno della Regione a costituire la Community ‘Officine della Formazione’ tra istituzioni, operatori qualificati del mondo della formazione, imprese, istituzioni scolastiche. Istituzione di un Marchio di Qualità della formazione regionale”; Mennea, Ventola “Patto territoriale per l’occupazione Nord barese-Ofantino”.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie.
Procediamo con l’ordine del giorno. Prego. Una mozione?
Speaker : BELLOMO
In linea sulla Giornata della donna che lei ha fatto. Volevo fare solo una precisazione, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE
Prego.
Speaker : BELLOMO
Grazie, Presidente.
Solo una cosa volevo rammentare a tutti noi. Ieri è stata la giornata della donna, e lei ne ha fatto riferimento anche nel suo discorso. Io le ripeto che per me non è una anomalia che lei è Presidente. Se l’è conquistato come persona e come persona che anche politicamente nel corso del tempo ha anche dimostrato di avere un consenso elettorale importante, oltre che un consenso derivato anche dalla competenza in virtù dell’esperienza di Governo.
Detto ciò, credo che tutti noi, soprattutto in riferimento a una donna, a una persona, dovremmo ricordare quello che accade in Birmania a San Suu Kyi. Io gradirei che tutto il Consiglio regionale non voglio dire osservasse un minuto di silenzio, perché quello lo si fa per chi è deceduto, ma che desse un segnale di una cosa che oramai è sopita. È successo solo una ventina di giorni fa, un colpo di Stato che ha visto una Presidente donna, e lì sì che è una vera e propria anomalia, e oggi è al silenzio assoluto di qualsiasi organo legislativo. Anche il nostro Governo non sto vedendo che si sta muovendo in tal senso. Quindi, noi come Consiglio regionale dare un segnale a quella donna, a quel Presidente, che ha tentato, tra l’altro, di dare democrazia in un Paese che nuovamente viene messo a dura prova.
Volevo dare solo un segnale come Consiglio regionale, se tutti quanti ovviamente fossero d’accordo.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
La ringrazio molto, Presidente Bellomo. Ha fatto benissimo.
La consigliere Laricchia ha chiesto di intervenire. Prego.
Speaker : LARICCHIA
Grazie, Presidente.
È una comunicazione davvero molto ludica e serena. Semplicemente volevo informare tutti che dalle 15 alle 17 è stata installata nell’aula al piano terra, accanto all’aula agorà (io non so identificarla con un nome, mi perdonerete); quella dove c’è la statua di Tarricone, una coffee station, come vi avevo detto. Ci tenevo a celebrare in qualche modo con un momento di caffè, le cui condizioni di sicurezza saranno garantite con un flusso controllato, ovviamente. È per il mio recente matrimonio. È per informare tutti i consiglieri e i dipendenti, dalle 15 alle 17. Niente di che.
Speaker : PRESIDENTE
Ovviamente le rinnoviamo gli auguri, oltre che a ringraziarla, a lei e a suo marito.
Speaker : LARICCHIA
Grazie, grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Bene, procediamo.
In Conferenza dei Capigruppo abbiamo deciso di portare al primo punto all’ordine del giorno la proposta di legge a firma del consigliere Amati dal titolo “Modifica all’articolo 6 della legge regionale 30 luglio 2009, n. 14 - Misure straordinarie e urgenti a sostegno dell’attività edilizia e per il miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale”.
Relatore della presente legge è il Presidente della Commissione Paolo Campo.
Speaker : CAMPO
Grazie, Presidente. Buongiorno.
Io non credo che ci sia molto da dire, molto da aggiungere, anche perché ne abbiamo già parlato l’altra volta, e praticamente il punto era in aggiornamento. Si tratta del piano di recupero in variante che riguarda il Comune di Brindisi. Chiaramente la norma è una norma di portata generale… Ah, il Piano Casa. Scusate. Già, l’abbiamo messa con le cinque firme, scusate.
Presidente, è noto a tutti che, con nota del 10 febbraio 2020, il Ministero per i beni e le attività culturali metteva di fatto in evidenza la necessità di procedere all’abrogazione dell’articolo 6, comma 2, della lettera c-bis, della legge regionale 30 luglio 2009, n. 14. Pertanto, come già ampiamente illustrato ieri in Commissione, al solo fine di evitare un contenzioso e nello spirito di leale collaborazione tra Stato e Regione, si è pensato di accogliere i rilievi contenuti nella missiva del MiBACT e si è, dunque, proceduto a elaborare la proposta di abrogazione della norma in questione.
Nella seduta di ieri la proposta è stata approvata a maggioranza dei voti, in realtà senza contrari, ma soltanto con consiglieri astenuti. Preciso che la proposta di legge in questione non comporta variazioni in aumento o in diminuzione a carico del bilancio regionale. Dunque, si rimette il provvedimento all’Aula per la sua approvazione.
Speaker : PRESIDENTE
Se non ci sono altri interventi, passiamo all’esame dell’articolo 1, che è composto… Sì, il parere del Governo. Prego.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente
Il parere del Governo su questa cosa è favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, assessora.
La pdl è composta da un solo articolo: “Modifiche all’articolo 6 della legge regionale 30 luglio 2009 n. 14”: “la lettera c) bis del comma 2 dell’articolo 6 della legge regionale 14 del 2009 è abrogata”.
Procediamo al voto.
Da remoto sono presenti: Ciliento Debora.
Speaker : CILIENTO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Delli Noci Alessandro.
Speaker : DELLI NOCI
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Di Gregorio Vincenzo.
Speaker : DI GREGORIO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Leo Sebastiano.
Speaker : LEO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Lopalco Pier Luigi.
Speaker : LOPALCO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Maurodinoia Anita.
Speaker : MAURODINOIA
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Mazzarano Michele.
Speaker : MAZZARANO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Metallo Donato.
Speaker : METALLO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Parchitelli Lucia.
Speaker : PARCHITELLI
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Pentassuglia Donato.
Speaker : PENTASSUGLIA
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Stea Giovanni.
Speaker : STEA
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Prego, come vota? Anche il presidente Campo dà voto favorevole perché non sta riuscendo a votare attraverso il mezzo elettronico.
Speaker : EMILIANO
Presidente, sono Emiliano. Anche il mio è voto favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Presidente Emiliano, buongiorno.
Okay. Perfetto.
Dichiaro chiusa la votazione. Abbiamo da remoto 13 voti favorevoli; in presenza 31; nessun contrario; nessun astenuto.
Con 44 voti favorevoli, l’articolo è approvato.
Sono arrivati degli emendamenti aggiuntivi, che stiamo facendo fotocopiare in maniera tale che siano consegnati a ciascuno di voi. Quindi, un attimo di pazienza perché sono arrivati esattamente mentre leggevamo l’articolo 1.
Abbiamo modo di metterli sullo schermo per chi è da remoto? Li possiamo mettere sullo schermo? Perfetto. Allora, informo i colleghi che sono da remoto che metteremo gli emendamenti in condivisione dello schermo, in maniera tale che ciascuno di voi li possa vedere.
L’emendamento aggiuntivo presentato dal Presidente Amati voi ce l’avete all’interno degli atti pubblicati, quindi possiamo passare a esaminare l’emendamento aggiuntivo proposto dal consigliere Amati.
Vuole illustrarlo. Presidente, o lo diamo per letto? Magari è meglio che lo illustra, così nel frattempo arrivano gli altri.
Speaker : AMATI
Grazie, Presidente.
Colleghi, con il decreto-legge n. 120/2020, convertito con modificazioni dal decreto-legge n. 76/2020, è stato stabilito che per le opere pubbliche in fase di realizzazione nel periodo della pandemia, ovvero per le opere pubbliche consegnate durante il periodo di dichiarazione di pandemia, si possa aumentare le voci del prezziario regionale in materia di opere pubbliche, quella sulle spese generali, e ciò per coprire le spese che si sopportano per l’adeguamento alle nuove misure di sicurezza derivanti dal Covid.
In osservanza di questa disposizione statale, con questo emendamento alla legge proposta, quindi con questo articolo, si dispone appunto l’aumento sino al 2 per cento della voce spese generali nel prezzario regionale, ovviamente, limitatamente alle opere che erano in fase di realizzazione all’atto della dichiarazione di pandemia, così come alle opere pubbliche che sono state consegnate durante la dichiarazione di pandemia. Tutto questo, ovviamente, fino al permanere dello stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario.
Sicché, alla fine della dichiarazione di emergenza per pandemia, quella voce del prezzario regionale delle spese regionali tornerà decurtata del 2 per cento, che invece disponiamo con questa disposizione di legge che chiedo all’Assemblea di approvare, anche perché questo genera un notevole dibattito tra le imprese appaltatrici e le stazioni appaltanti, un dibattito che si rende oggetto di riserve, e un dibattito che si rende oggetto di riserve incide molto pesantemente sul cronoprogramma di realizzazione dei lavori, come è a tutti noto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei, Presidente Amati.
Nel frattempo stanno distribuendo le altre proposte di emendamento che sono arrivate.
Pongo in votazione l’emendamento a firma Amati.
La votazione è aperta. Permettetemi di fare l’appello per i colleghi da remoto: Ciliento Debora.
Speaker : CILIENTO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Delli Noci Alessandro.
Speaker : DELLI NOCI
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Di Gregorio Vincenzo.
Speaker : DI GREGORIO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Emiliano Michele. Presidente?
Speaker : EMILIANO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Perfetto.
Leo Sebastiano.
Speaker : LEO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Lopalco Pier Luigi.
Speaker : LOPALCO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Maurodinoia Anita.
Speaker : MAURODINOIA
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Mazzarano Michele.
Mazzarano Michele.
Speaker : MAZZARANO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Okay.
Metallo Donato.
Speaker : METALLO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Parchitelli Lucia.
Speaker : PARCHITELLI
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Pentassuglia Donato.
Speaker : PENTASSUGLIA
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Stea Giovanni.
Speaker : STEA
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Avete votato tutti? Okay.
La votazione è chiusa.
Da remoto 12 favorevoli e in presenza 30. Siamo a 42 favorevoli, nessun contrario, nessun astenuto.
L’emendamento è approvato.
Passiamo, adesso, agli emendamenti che sono stati presentati questa mattina.
Chiediamo un po’ di tempo per la visualizzazione con la condivisione dello schermo.
Emendamento aggiuntivo: «Dopo l’articolo 1 aggiungere il seguente articolo: “Articolo 2”».
I presentatori sono numerosi. Chi lo vuole illustrare? Stefano Lacatena, primo firmatario, lo vuole illustrare lei? Prego.
Speaker : LACATENA
Grazie, Presidente.
L’emendamento mira a confermare la possibilità di attuare il Piano casa all’interno delle aree perimetrate dal PPTR, ma naturalmente in coerenza con lo stesso. Io ho tratto spunto, per questo emendamento, che abbiamo condiviso con i colleghi di maggioranza, dalla nota con cui il Ministero ha sollevato la questione di legittimità costituzionale. Giustamente, il Ministero nella nota faceva notare che all’interno dell’articolo che abbiamo appena cassato con l’approvazione della legge del consigliere Amati venivano richiamati soltanto alcuni dei parametri richiesti dal PPTR. Tutti sappiamo che il PPTR ha un sistema di tutele che si articola in ragione di graduazioni e di parametri che vengono dallo stesso definiti. Lo dico in maniera abbastanza semplice: il PPTR prevede al suo interno indirizzi, direttive, prescrizioni d’uso, misure di salvaguardia linee guida per l’attuazione degli interventi. La legge appena cassata si limitava esclusivamente a far riferimento agli indirizzi e direttive.
Questa cosa, evidentemente, poteva produrre e ha prodotto in capo al Ministero la idea che la legge regionale stesse violando il Piano paesaggistico in ragione della co-pianificazione che lo stesso ha ottenuto.
L’intendimento del mio emendamento va proprio in questa direzione. Faccio un esempio su tutti, che può essere utile anche alla discussione per comprendere quello che sto dicendo. C’è un articolo del PPTR, per esempio, l’articolo 45, che è quello che disciplina gli interventi all’interno dei 300 metri dal mare, che consente la possibilità di demolire e ricostruire i manufatti con un ampliamento del 20 per cento.
Se noi non reintroduciamo questa possibilità, conformemente al PPTR, conformemente alla 42/04, quindi non andando a ledere i poteri dello Stato, noi non consentiremo, per esempio, i cambi di destinazione d’uso in ragione del Piano Casa. Quello che abbiamo voluto fare con questo emendamento è proprio dire: “Facciamo applicare il Piano Casa, ma coerentemente al Piano paesaggistico e alla 42/04”.
Ecco perché invito l’Aula a sostenere questo emendamento, anche in ragione dei ragionamenti che sono stati fatti sulla natura del Piano Casa, che ha il precipuo interesse della riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Quindi, l’idea di non consentire gli interventi in coerenza e non potrebbe essere diversamente perché nessuna autorizzazione paesaggistica non tiene conto del PPTR, ma consentire gli interventi del Piano Casa, ove i Comuni decidano di farlo, all’interno delle aree delimitate dal PPTR.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei. Se non c’è nessun altro iscritto a parlare, darei la parola al Governo per il parere.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente
Il parere è negativo, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE
Diamo la parola all’assessora Maraschio.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente
Ho avuto modo di vedere l’emendamento in questo momento, quindi scusatemi, ma avevo necessità anche di rivedere la nota alla quale faceva riferimento il consigliere Lacatena. I rilievi mossi credo che possano essere superati soltanto con l’abrogazione, così come è stato fatto dal Consiglio. Ritengo, invece, che l’emendamento proposto, peraltro – lo dico – l’impugnazione riguarda l’intero Piano Casa, poi con riferimento a quell’articolo attenzionato che oggi il Consiglio correttamente ha abrogato, e non mi pare che ulteriori interventi su quell’articolo possano essere in linea con quello che il Ministero ha evidenziato nella nota.
Stavo provando a ricostruire l’intera… Come? Quindi, in questo senso ribadisco il parere contrario.
Speaker : PRESIDENTE
Presidente Bellomo, prego.
Speaker : BELLOMO
Presidente, onestamente non è che ancora ci ha detto il perché. Ci ha detto che non è conforme, Ma perché non è conforme? Tra l’altro – credo che sarà l’ultima volta – quando si prendono gli impegni si mantengono. Non è che ieri la Commissione dice una cosa, oggi si viene in Consiglio e se ne fa un’altra. In Conferenza dei Capigruppo abbiamo anche parlato, abbiamo preso degli impegni, e gli impegni si mantengono. Se no, finisce qualsiasi collaborazione istituzionale che ci chiedete e che noi con senso di responsabilità facciamo. Tra l’altro, se c’è una motivazione per la quale la notte ha portato eventualmente consiglio, si deve avere il coraggio di venire qui, con il capo cosparso di cenere: ci dica perché non è conforme, per quale norma non è conforme, per quale idea non è conforme.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente
Mi perdoni, Presidente, posso?
Speaker : PRESIDENTE
Un attimo solo, assessora, così risponde alla fine. Grazie.
Presidente Campo, prego.
Speaker : CAMPO
Assessore, soltanto per chiarire quel che è accaduto ieri in Commissione, così evitiamo di impiegare il nostro tempo in una discussione ricostruttiva che poi rischia di non portarci da nessuna parte.
In verità, devo precisare che ieri l’assessore non è potuta intervenire in Commissione perché aveva una coincidenza, una Giunta importante. Debbo dire che questo si verifica con una certa frequenza: l’assessore me lo ha fatto rilevare. È da tempo che chiede di spostare i lavori della Commissione V. Ho preso impegno a farlo, ho provato a capire se da altre Commissioni c’era la possibilità di rimodulare l’orario. Questa disponibilità complessivamente non è avvenuta e adesso ho preannunciato dalla dottoressa Delgiudice, che le inoltrerò formalmente la richiesta di metterla nel pomeriggio di giovedì. Poi, a chi va bene, va bene, a chi non va bene, pazienza, ma è importante che l’assessore sia messa nelle condizioni di partecipare e di non sovrapporre il suo lavoro in Commissione con quello nella Giunta.
Quindi, ieri l’assessore era assente per una ragione precisa. C’era l’architetto Lasorella. Quando il consigliere Lacatena ha introdotto il tema rispetto al quale la maggioranza presente in quel momento in Commissione ha manifestato una condivisione di principio, ma l’avvertenza che forse si rischiava, accogliendo quell’emendamento, di vanificare l’effetto correttivo che la legge di oggi aveva invece la funzione principale di svolgere, ci siamo fermati. Nel senso che ha detto la maggioranza presente in Commissione: saremmo d’accordo, ma temiamo che in questo modo mettiamo in discussione l’aspettativa del Ministero.
L’architetto Lasorella ha dato la sua disponibilità a considerare l’ipotesi, ossia se l’emendamento in questione avesse o meno prodotto effetti, a considerare, a valutare. Io c’ero e ho capito così. Stavo lì, le guardavo. Era lì. L’ho sentito attentamente. Ha detto: “Può darsi, devo approfondire” in buona sostanza “domattina ci sentiamo”. Noi ci siamo lasciati, magari con un auspicio, con un augurio, ma nei ragionamenti anche immediatamente successivi alla Commissione anche tra noi serpeggiava una diffidenza rispetto a questa prospettiva.
Ripeto: non c’è una indisponibilità della maggioranza, ma c’è la presa di coscienza che l’approvazione di un emendamento del genere possa vanificare il percorso di adeguamento che con tanta solerzia e fatica il consigliere Amati ha messo in atto consentendoci ‒ si spera ‒ di togliere le castagne dal fuoco. Comprenderete bene che si creerebbe un vulnus nel sistema con molti procedimenti in atto, con iniziative già in corso, che sarebbe difficile disciplinare.
Quindi, per non rischiare, diciamo così, dal nostro punto di vista, di mettere ulteriore carne a cuocere, tra virgolette, abbiamo pensato: risolviamo il problema e poi si vede.
Lo ribadisco: non c’era un impegno ad approvarla. C’era l’impegno a riconsiderarla alla luce delle valutazioni che avrebbe svolto l’ufficio. Io l’ho intesa così. Potrei averla intesa male, ma c’erano altri con me che l’hanno intesa così. Può darsi si sia tradotto, questo messaggio, in maniera equivoca come una rassicurazione, ma non era nelle nostre intenzioni. Se così è stato, chiedo scusa.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei, Presidente Campo.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Piemontese, da remoto.
Poi subito procediamo con voi.
Non lo vedo, però.
Presidente Bellomo, vuole intervenire adesso o dopo l’assessora Maraschio? Okay.
Speaker : BELLOMO
Uno: l’assessore è nominato anche per partecipare alle Commissioni, quindi non c’è una discrasia tra il lavoro... Il lavoro delle Commissioni è esattamente lo stesso che si fa in assessorato. Quindi l’assessore lasci quello che sta facendo in assessorato e venga in Commissione, perché quella è parte del suo lavoro. Non è che si distrae venendo in Commissione. Uno.
Due: siamo in un’Assemblea legislativa, quindi io vi invito, quando dite “no”, a spiegare perché dite “no” dal punto di vista normativo. “Saremmo”, “considereremmo”, “vedremo”. Mi dovete dire perché “no” dal punto di vista normativo, quali sono le censure che ci muove la Corte costituzionale, che questo emendamento non ha considerato. Questo ci dovete dire in un’Assemblea legislativa, non “saremmo”, “vedremmo” o qualsiasi altro condizionale usate. L’assessore Maraschio è venuta a dire “non sarebbe conforme”. A che cosa? Visto che questa è una soluzione al problema tanto invocata dalla maggioranza e su cui in Commissione la maggioranza si è mostrata disponibile. È venuto l’architetto Lasorella dicendo “vengo in nome e per conto dell’assessore”. Non è certo venuto per caso che camminava da quelle parti.
Speaker : PRESIDENTE
Però, Presidente Bellomo, anche lei i toni: non li alzi così.
Speaker : BELLOMO
Presidente, ma tutto ha un limite. Per quanto mi riguarda, se non risolviamo questo problema, scordatevi ogni collaborazione istituzionale, perché questo è anche frutto di una correttezza che ci dovrebbe essere tra persone e tra persone che siedono in un’Assemblea legislativa.
Speaker : PRESIDENTE
Però, il Presidente Campo ha spiegato anche quali sono le ragioni.
Speaker : BELLOMO
Qual è la ragione normativa, Presidente?
Speaker : PRESIDENTE
No, non c’è una ragione normativa.
Speaker : BELLOMO
“Vedremmo”, “disporremmo”, “considereremmo”. Ci dovete dire il perché no, se è no, visto che avevate un’idea e ora è cambiata, nella notte.
Speaker : PRESIDENTE
L’assessore Maraschio ha chiesto di intervenire e adesso la facciamo intervenire. Prima c’è il Presidente Zullo. Prego.
Speaker : ZULLO
Grazie, Presidente.
Colleghi, io voglio ricondurmi alla genesi di questa storia. Già nella Conferenza dei Capigruppo della scorsa seduta di Consiglio si era posta questa questione. Io stesso in quella sede dissi, presente anche l’assessore Maraschio: chiamate il proponente e vediamo di ricomporre la questione… Come? È la stessa cosa. Dissi: chiamate il proponente e vediamo di ricomporre la questione. Noi chiamammo il proponente e c’era questa storia dell’abrogazione di quella norma, che poi abbiamo abrogato. Io ricordo così.
Dopodiché, noi abbiamo avuto una Commissione ieri e in questa Commissione qual è stato il fatto dirimente? Che sul piano politico c’era una convergenza su questa storia, e su questa convergenza di tipo politico c’era una convergenza anche di tipo tecnico. Io ero presente e l’architetto Lasorella, qualificatosi come delegato dell’assessore, diceva: effettivamente è una storia che si può fare. Noi abbiamo interrotto quei lavori, perché l’architetto Lasorella diceva: dobbiamo, però, vedere come articolare questa norma di legge. E abbiamo interrotto quei lavori dandoci appuntamento ad oggi, previo un confronto tecnico-politico tra Amati, Lacatena, i tecnici e l’assessore per poter portare a termine questa questione, e portarla a termine nel migliore dei modi, nella maniera più condivisa possibile.
Eravamo tutti d’accordo, Presidente mi ascolti. Ora, da dove nasce la storia? La storia nasce da un problema che ha posto Amati rispetto a delle esigenze di una popolazione, parte della popolazione di Brindisi, che si ritrovava in una certa condizione…
Questa è l’altra leva.
Ma non cambia niente. Da lì nasce tutta la questione. È collegata, la questione.
Ora, c’è un’altra esigenza che viene posta.
Speaker : PRESIDENTE
Presidente Zullo, solo che lei ha fatto riferimento all’altra proposta di legge, quella che discuteremo dopo.
Speaker : ZULLO
Scusi, Presidente, io voglio fare una similitudine, un’analogia. Noi, rispetto all’esigenza che poneva Amati, come opposizione, ci siamo messi a disposizione? Con senso di responsabilità abbiamo dato una disponibilità a vedere tutto?
Oggi c’è una esigenza che viene posta sempre in funzione di alcuni problemi della popolazione pugliese. Rispetto a questa esigenza noi non possiamo trovarci il muro della negazione, senza parlarne, senza capire se riusciamo a trovare un punto d’incontro; senza aver fatto quel confronto che era indispensabile, tecnico-politico, perché eravamo tutti d’accordo.
Io non è che voglia dire, però… Il collega Bellomo alla fine dice: ma noi, rispetto a delle situazioni importanti, dove siamo tutti d’accordo, vogliamo arrivare a trovare una soluzione? Oppure dobbiamo ritrovarci di fronte al muro del no? Sarà la stessa legge, l’altra legge: il problema è questo. Come noi siamo addivenuti rispetto a un’esigenza della maggioranza, o di un componente della maggioranza, che poneva un problema di una parte di popolazione di Brindisi, oggi c’è un altro problema che viene posto, sempre nella stessa materia urbanistica. Si vuole contemperare questa esigenza? Non solo perché è l’opposizione e ci troviamo di fronte a un no.
Presidente, io le chiedo di mediare su questa storia perché noi ci sentiamo frustrati nella nostra posizione, e questa frustrazione la prego almeno di lenirla, non di eliminarla perché la frustrazione ce la danno. Questo è il tema. Il tema è: c’è un’esigenza, dove più o meno siamo tutti d’accordo; si tratta solo di capire come scriverla.
Che questa esigenza riguarda una legge o riguarda l’altra, ma quando c’è questa esigenza riusciamo a capire se possiamo stare insieme o se dobbiamo dividerci rispetto a una negazione? Punto.
Speaker : PRESIDENTE
Il Presidente Caracciolo ha chiesto di intervenire.
Speaker : CARACCIOLO
Grazie, Presidente. Solo per onor di chiarimento ai colleghi in merito a questa discussione. Ho avvertito l’esigenza ieri pomeriggio di sentire l’architetto Lasorella, che mi ha confermato che lui non ha dato parere favorevole. Mi ha detto che su questa materia aveva bisogno di un approfondimento, proprio perché si mostrava particolarmente complessa. Aveva partecipato alla discussione, ma non c’era stato nessun parere favorevole, se non quello di avvertire l’esigenza di un approfondimento. Per onor di cronaca. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei. Assessora Maraschio. Vuole intervenire? Non avevo visto. Le chiedo scusa. Assessore, abbia pazienza. Prego, consigliere Ventola.
Speaker : VENTOLA
Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, io faccio parte della V Commissione, quindi ero presente ieri. Ci siamo astenuti, mentre oggi l’abbiamo votato il medesimo articolo, proprio sul presupposto di recuperare il danno che stavamo creando, perché noi stiamo andando oltre quello che ci chiede il Ministero. Intanto, in tutte queste procedure è prevista l’autorizzazione paesaggistica laddove ci sono vincoli. Nell’autorizzazione paesaggistica è presente anche il Ministero dei beni culturali. Quindi, quando ritiene che un intervento non può essere realizzato in quella sede, con un atto amministrativo, ti dice che non si può fare. Noi qui stiamo andando oltre, stiamo dicendo che ciò che è previsto dall’articolo 45, ad esempio, del PPTR non cambia e quindi magari ci sono in itinere una serie di progettualità già presentate nei Comuni. Noi oggi interveniamo e diciamo che non si può fare, dopo che magari sono stati rilasciati permessi di costruire, SCIA e quant’altro. Credo che il Ministero non ci abbia chiesto questo. Il Ministero che ci ha chiesto attenzione perché ci sono delle cose che non abbiamo previsto, per esempio le prescrizioni d’uso. A questo serve questo tipo di emendamento: fermo restando tutto ciò che è autorizzabile o meno a seconda che sia o meno nell’articolo 45 o comunque riveniente dal PPTR ci sono anche le prescrizioni d’uso, le linee guida di cui bisogna tenere conto. Noi stiamo recuperando probabilmente una situazione che è un po’ degenerata. Del resto, si chiedeva ieri in Commissione, e approfitto oggi della presenza dell’assessore: c’è stata un’interlocuzione con il Ministero? Noi stiamo parlando di materie potenzialmente concorrenti, quindi per dirimere questa questione vi è stata formalmente un’interlocuzione con il Ministero dei beni culturali? Cioè, l’ufficio ha interagito? Abbiamo concordato che, se non fosse così, ci sarebbe inevitabilmente il ricorso alla Corte costituzionale? Abbiamo evidenziato che probabilmente nell’articolo che andiamo a sopprimere oggi non avevamo previsto, per esempio, la questione legata alle prescrizioni d’uso? Recuperando la terminologia delle prescrizioni d’uso, salviamo quello che è già possibile oggi fare con il PPTR e che con la pubblicazione di questa legge, se rimane così, non sarà più possibile fare? Attenzione, stiamo andando ben oltre quello che ci ha chiesto il Ministero. Questo è quello che stiamo cercando di dire e che ieri in Commissione ci ha portato ad astenerci e oggi addirittura ad approvarlo, sul presupposto che il dirigente tecnico ci ha detto: in effetti questa cosa può creare notevoli problemi. Siccome noi viviamo i territori, sappiamo benissimo che… Successivamente parleremo della questione che fa riferimento a Brindisi, ma che non riguarda solo Brindisi, ma tutte quelle fattispecie di varianti in sanatoria. Io non abito, per esempio, in un comune costiero, ma sono tante le sollecitazioni che sono pervenute dai Comuni in queste ultime ore dicendo: guardate che noi abbiamo rilasciato dei permessi, abbiamo in itinere delle SCIA. Ci sono delle situazioni che sono state assentite dall’autorizzazione paesaggistica.
Quindi, io credo che recuperando questo emendamento assolviamo alle richieste con questa nota del Ministero, ma soprattutto non creiamo un danno ai pugliesi.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie.
La parola al consigliere Leoci.
Speaker : LEOCI
Grazie, Presidente.
Volevo soltanto ribadire quanto è stato già detto dal Presidente Campo. Infatti non ero intervenuto prima perché ritenevo che il suo sunto di quella che era stata la giornata e dei lavori ieri in Commissione è stato proprio quello. Naturalmente non c’è stato alcun parere favorevole già per proporre questo emendamento. Più che altro lo stesso architetto Lasorella ha posto al consigliere Lacatena di approfondire la questione e di rivalutarla nei lavori della Commissione.
Abbiamo valutato e anche apprezzato come il consigliere Amati ha ritenuto di trarre dei benefìci anche da quello che ha proposto il consigliere Lacatena. Pertanto, ribadisco che non si è detto che c’era il parere favorevole. Soltanto questo. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il consigliere Tutolo. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : TUTOLO
Grazie, Presidente.
Io non ero presente, ovviamente, a quella Commissione, ieri, però mi sembra di capire che quello che viene riferito ha una valenza diversa a seconda da dove viene. Io credo che in questi casi la cosa migliore da fare, visto che tutti abbiamo l’interesse, eventualmente, a risolvere qualche problema dei cittadini pugliesi, e mi sembra di capire che il dirigente non abbia dato un parere, sarebbe opportuno, per evitare di fare danni ai cittadini pugliesi, a mio avviso, perdonatemi, io faccio questa proposta, di ritirare questo emendamento, di aspettare che venga dato il parere del dirigente che si era riservato di farlo avere; dopodiché, se sarà fattibile, lo possiamo… Perché rischiare di annullare quel dialogo che c’è stato col Governo per far ritirare la incostituzionalità di quella norma, io credo che sia un rischio che potremmo tranquillamente evitare, eliminando qualsiasi rischio per tutti gli altri cittadini della Puglia.
Credo quindi che sia ragionevole, come proposta, la mia. Io dico: non bocciamo, bene, perfetto. C’è bisogno, però, di maggior chiarezza.
Io onestamente voterei perché c’è un indirizzo del Governo piuttosto che mi è più simpatica… Vorrei invece votare in piena scienza e coscienza, cioè rendendomi conto di quello che è il pensiero della struttura tecnica di cui dobbiamo tener conto, probabilmente anche non sempre –probabilmente anche non sempre, concordo –, ma dobbiamo esserne convinti perché siamo convinti noi in piena scienza e coscienza.
Io non ho difficoltà a votare in maniera diversa da quello che è un parere tecnico, se mi convinco che quello che sta dicendo il tecnico, e non è che non succeda, è qualcosa di sbagliato, a mio avviso. Però cerchiamo di farcela tutti quanti, questa convinzione. Abbiamo un procedimento davanti alla Corte costituzionale oggi abbiamo un modo per eliminarlo. Portiamoci a casa questo risultato sicuro. Dopodiché, questo non lo bocciamo, ci lavoriamo su e nel prossimo Consiglio regionale ci impegniamo tutti affinché sia uno dei punti primari ad essere trattato e lo valutiamo. È una proposta. Poi, per l’amor del cielo…
Speaker : PRESIDENTE
Grazie. Prima della replica sua, forse diamo la parola all’assessore. Prego.
Speaker : LACATENA
Grazie, Presidente.
L’intervento è teso a completare quanto detto in precedenza, perché il mio intervento precedente è stato fatto in maniera più sintetica perché partivo dal presupposto e dalla convinzione che ci fosse una condivisione tra i vari Gruppi, perché questo avevo percepito. Se ho sbagliato, faccio ammenda e chiedo scusa al Presidente Campo, però la questione è stata gestita in maniera diversa.
Siccome noi dobbiamo essere portatori di risoluzioni, noi abbiamo voluto proporre questo emendamento perché nella legge, collega Leoci, c’è qualcosa di più grave che sfugge a tutti quanti noi. Abbiamo l’articolo 6, non volevo entrare nell’articolato, che prevede, alla lettera c), che su tutti gli immobili che ricadono in aree vincolate dalla 42/04, ergo oggi in Puglia PPTR, non si potrà più applicare il Piano Casa. Traduco per i non addetti ai lavori. Il PPTR ha due componenti, uno che tutela i beni paesaggistici, che sono quelli vincolati dalla 42/04 che sono i vincoli chiamiamoli così statali e uno da una componente caratterizzata dai vincoli di natura regionale, che sono gli ulteriori contesti paesaggistici.
La Puglia è piena di ulteriori contesti paesaggistici e di beni paesaggistici. Il mio emendamento mirava semplicemente a dare la possibilità di fare gli interventi, Presidente Caracciolo, in coerenza con la legge.
Io non sto dicendo nel mio emendamento che voglio violare il PPTR, e faccio un ulteriore esempio. Nella nota che il Ministero invia al Governo per il ricorso – scusatemi un attimo – alla pagina 2 il Ministero fa tre esempi, che sono calzanti. Uno è quello che abbiamo detto in precedenza, articolo 45, che consente le demolizioni e ricostruzioni con ampliamenti volumetrici. È normale che poi non sarà del 35 per cento, ma dovrà essere limitato alla coerenza del PPTR del 20 per cento. Poi dice, alla lettera c), che ci sono le zone umide: ricordati che là l’intervento non lo puoi fare proprio. Il mio emendamento dice che lì l’intervento non si può fare proprio. Quindi, oggi noi corriamo il rischio, avendo votato in buona fede la legge di Amati, di bloccare gli uffici tecnici. Se la maggioranza si vuole assumere questo rischio, se lo assuma pure. Noi quello che abbiamo voluto fare era dare un contributo al dibattito teso a garantire l’efficacia di una legge sul nostro territorio. Non abbiamo fatto niente di più e niente di meno e ci siamo mossi nell’alveo delle norme.
Io non ho ascoltato da nessuno, e mi rammarico che il Presidente Campo non sia entrato nel merito, che mi abbia detto: no, consigliere Lacatena, tu stai violando il PPTR. Non ho trovato una persona che mi ha detto che ho violato il PPTR, non ho trovato una persona che mi ha contestato la violazione della legge n. 42/2004, quindi io non sto violando i princìpi costituzionali con questo emendamento.
Quindi, veramente vi invito a fare un ragionamento attento. Se è necessario, sospendiamo la seduta. Poi se mi chiedete di ritirare l’emendamento, io lo faccio pure. Però, manderete in stallo gli uffici tecnici in ragione dell’articolo 6, lettera b) del Piano Casa, che indica le aree, Presidente Caracciolo, in cui l’intervento non si può fare proprio.
Questa era la riflessione che volevo portare a fare. Poi il Governo mi dice che è negativo? Si assumerà la responsabilità di quello che accadrà, non a casa di Stefano Lacatena, ma in tutti gli uffici tecnici della Puglia, e avrà ricadute serie su tutti i cittadini pugliesi, perché la Puglia, giustamente, è ricca di paesaggio, è ricca di testimonianze storiche, e il PPTR con le sue tutele ne garantisce le modalità di attuazione. Non siamo noi a dirlo, è stata una copianificazione tra la Regione Puglia e il Ministero. Quindi, quando io dico che siamo in perfetta assonanza, non lo dico perché fa piacere a me, ma perché credo che sia nella legge e la legge è coerente al mio emendamento. Quindi, io vi invito a valutare attentamente le vostre scelte.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei, Presidente.
Assessora Maraschio, prego.
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente
Grazie, Presidente.
Necessariamente devo tornare su un tema che evidentemente è stato molto sentito da parte dei consiglieri di minoranza. Sono stata accusata di non partecipare ai lavori della V Commissione. Io ringrazio chi ha riportato la verità in quest’Aula, però voglio ribadirla.
Sin dall’inizio dei lavori io ho ricevuto la convocazione in V Commissione il giorno di lunedì, dedicato ai lavori della Giunta. L’ho rappresentato immediatamente, e voi ne siete a conoscenza: riferire qualcosa di contrario al vero credo che sia inaccettabile.
Questa la mia difficoltà: partecipare contemporaneamente ai lavori di Giunta, perché è mio dovere partecipare alla Giunta, come è mio dovere partecipare in V Commissione. Come sa chi fa parte della V Commissione, ad alcune sedute della Commissione io ho preso parte, sacrificando i lavori di Giunta, o facendo acrobazie. Ho rappresentato sin dalla prima volta questa mia esigenza di voler partecipare ai lavori della Commissione e di non dover delegare per mio conto; ho chiesto espressamente che questi lavori della Commissione venissero fissati in altra data della settimana, dando disponibilità a qualsiasi data della settimana.
Mi è stato detto più volte che i consiglieri sono presenti “in sede” soltanto nei primi giorni della settimana, e che comunque c’erano coincidenze con altre Commissioni. Ho formulato questa richiesta anche per iscritto, nel momento in cui mi sono resa conto proprio della difficoltà oggettiva di poter contemporaneamente seguire, laddove c’erano questioni importanti in Commissione, altrettante questioni importanti da sostenere in Giunta. Chiunque di voi può comprendere quello che io sto dicendo.
Purtroppo, ahimè, ad oggi, la mia richiesta, formulata anche per iscritto, non è stata accolta. Pertanto, nella giornata di ieri ero nell’assoluta impossibilità, per una serie di impegni istituzionali che si andavano accavallando, di poter partecipare ai lavori della Commissione.
Comprendo perfettamente l’importanza di quei lavori. Io avrei voluto parteciparvi, perché avrei ascoltato direttamente. Io ho delegato l’architetto Lasorella esclusivamente a rappresentare alla Commissione la volontà del Governo di voler abrogare, e quindi accogliere la proposta del consigliere Amati. Questo era quello che è stato fatto.
Naturalmente, ho chiesto anche prima notizie di quanto è accaduto. Quello che è accaduto successivamente non è stata una volontà di questo assessore di volersi sottrarre ad un confronto. Mi pare che sia lontano da me questo comportamento. Semplicemente, ripeto, i lavori si sono protratti e tutto il resto è stato già detto. Lo ribadisco, ho provato a chiedere… Mi sembra singolare che l’architetto abbia potuto esprimere un proprio parere su un emendamento che io non conoscevo. Così mi pare che sia stato. Quello che voi mi chiedete oggi, sull’emendamento nel frattempo poi ho chiesto anche il parere agli uffici. Ribadisco quello che ho detto all’inizio, non per rigidità, ma anche per quello che è stato rappresentato dal Presidente Caracciolo prima e anche dagli altri. Quell’emendamento nasceva dall’esigenza, ed è stato anche rappresentato, quindi vedeva il Governo assolutamente in linea, di eliminare quell’emendamento.
Quello che veniva richiamato prima dal consigliere Lacatena, leggendo la nota del Ministero, il Ministero impugna e impugna complessivamente e anche con delle motivazioni che arrivano nello specifico laddove dice che la finalità normativa era originariamente quella di consentire interventi straordinari per un periodo temporalmente limitato, mentre le continue proroghe, dice il Ministero, apportate con leggi regionali che si susseguono nel tempo hanno determinato la sostanziale stabilizzazione di tali deroghe nel lungo periodo.
Il numero di interi degli interventi assentibili, in contrasto con la disciplina urbanistica e paesaggistica, quest’ultima peraltro condivisa tra lo Stato e la Regione con l’approvazione del PPTR, questo determina una riduzione dei livelli di tutela paesaggistica ivi previsti. Questa è l’esigenza che viene manifestata, o meglio la ragione per la quale il Ministero, in questo caso, preannunciava e poi ha attuato, l’impugnazione del Piano Casa.
Prendo atto anche di quello che è accaduto in Commissione, che ci viene riferito da coloro che hanno partecipato. Sì, sento delle cose diverse, ma ascolto il Presidente Campo che riferisce che non si era entrati nel merito, ma probabilmente con un’idea di poter valutare. E la valutazione che oggi traggo, che faccio dell’emendamento proposto è quello che vi dicevo. Nel frattempo, ho chiesto anche chiarimenti all’architetto Lasorella e relativamente al parere su questo punto lui ribadisce che erano perplessità che aveva espresso e che certamente quell’emendamento non potrebbe superare i rilievi, i profili di incostituzionalità così come proposti dal Ministero, perché la riscrittura di quella norma riconduce la questione nell’alveo della incostituzionalità della stessa perché viene meno sempre quel principio della copianificazione entro cui i termini valutativi non risultano esercitati dal MiBACT secondo le prerogative sancite dall’intesa con lo Stato, ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, il decreto legislativo n. 42/2004.
Quindi, si ritiene che questo emendamento sia un emendamento che non possa essere accolto. Io, però, non credo che ci sia una posizione per venir meno a impegni assunti. Io non ero presente, prendo atto di quello che mi viene riferito di quanto accaduto in Commissione e ribadisco che la delega data all’architetto Lasorella era riferita esclusivamente alla questione della proposta così come avanzata dal consigliere Amati, che era assolutamente, per quanto ci riguarda, accoglibile e per la quale è stato espresso parere favorevole.
Non credo, ripeto, che questo emendamento proposto possa superare i rilievi di incostituzionalità mossi dal Ministero.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Presidente Amati, prego, ha la parola.
Speaker : AMATI
Grazie, Presidente.
Vorrei innanzitutto dire che la questione normativa che sottende alla proposta del collega Lacatena, almeno per quanto riguarda il nostro Gruppo, ci persuade. Ha il suo fondamento, che peraltro è stato anche, per certi versi attestato dalla sentenza della Corte costituzionale depositata il 3 marzo scorso, con la quale è stato rigettato il ricorso del Governo nazionale contro la legge sul turismo rurale e nella X legislatura, da questi banchi del PD, fu presentata dal collega Pentassuglia, sottoscritta da molti di noi, e sulla quale subimmo le pene dell’inferno, perché c’erano tanti costituzionalisti di giornata che ci segnalavano l’incongruità costituzionale di quella legge.
Da un punto di vista normativo, quindi, ci persuade.
Ora, qual è il problema? Lei, collega Lacatena, propone un intervento normativo che assicura la conformità al PPTR, non lo scantona, anzi, lo impreziosisce. Anzi, in realtà, se proprio dobbiamo dirla tutta, va a colmare una parte che forse non era stata chiaramente espressa dalla lettera c) bis della legge sul Piano casa, emendamento presentato da diversi colleghi, sempre nella X legislatura, segnalato anche dalla prima missiva del Ministero della cultura al Ministero degli affari regionali. Perché parlo di prima missiva? Perché la prima missiva è conosciuta, è la seconda il problema su cui io vi chiederò di svolgere una riflessione politica, non normativa. Ripeto: sotto il profilo normativo ci siamo, siamo persuasi.
All’indomani della prima missiva del Ministero della cultura al Ministero degli affari regionali, in una filiera di collaborazione che cito così com’è, senza dire cosa hanno fatto l’uno e l’altro, rappresentata dai ministri Franceschini e Gelmini per il tramite degli onorevoli Losacco e D’Attis, da Caracciolo, da me e dal Presidente Capone, interloquendo con tutti quelli con cui si poteva interloquire, sempre favoriti, forse anche aiutati dalla nuova formazione politica, formazione del Governo, quindi dalla coloritura politica del nuovo Governo, questo non lo so, abbiamo convenuto che in quel momento era necessario procedere all’abrogazione tout court della lettera c-bis) dell’articolo 6, comma secondo, della legge n. 14 del 2019. Tant’è che presentando la proposta di legge, successivamente, il Presidente Capone presentava una missiva ai Ministeri assicurando l’impegno del Consiglio regionale, l’impegno politico, di procedere all’abrogazione.
Il collega Lacatena, che è uomo accorto su questi argomenti, e competente, ovviamente, sa tutto il sottostante tecnico di questa vicenda. Questa vicenda nasce perché dei cittadini del Comune di Ostuni, dopo la presentazione di quell’emendamento e l’approvazione… Quell’emendamento, per la cronaca, fu presentato dai colleghi Pentassuglia, Caroppo, Ventola, Amati e Pisicchio, proprio per estrema chiarezza.
A seguito dell’introduzione di quell’emendamento che diventa poi norma dei cittadini di Ostuni presentano una richiesta. Questa richiesta ottiene il parere favorevole – una richiesta edilizia, adesso non entriamo nella tipologia – della Commissione locale per il paesaggio e la Sovrintendenza dice no. Insorgono i cittadini, vanno al TAR e il TAR accoglie il ricorso dei cittadini. Il Ministero impugna al Consiglio di Stato e il Consiglio di Stato conferma la sentenza di primo grado e dà anche dei parametri di compatibilità giuridica e paesaggistica, che sono quelli che, in realtà, vuole recuperare il collega Lacatena presentando la sua proposta di legge. Null’altro che questo ed egli è in grado di confermarlo.
Ora, però, fuori la tecnica. Adesso la questione è meramente politica. A seguito di questa interlocuzione, la filiera che vi ho citato, e in questo devo anche aggiungere la Segreteria generale del Consiglio, che ha offerto il supporto necessario e gli uffici afferenti anche all’Aula, a un certo punto interviene la seconda lettera del Ministero della cultura al Ministero degli affari regionali. Questa è decisiva da un punto di vista politico per decidere quello che dobbiamo fare ed è precedente alla riunione del Consiglio dei Ministri, come ricorda benissimo il Presidente Capone: “Si conferma, pertanto, allo stato, la proposta di impugnativa del citato articolo 15 nei sensi e nei termini illustrati, fermo restando che qualora la proposta di legge venga approvata dal Consiglio regionale, che nel frattempo avevamo presentato, questo Ministero provvederà a richiedere la rinuncia all’impugnazione”.
Ora, non so per quale strano meccanismo non siamo riusciti a fare in modo che poi il Consiglio dei Ministri non decidesse, non deliberasse l’impugnativa. Questo non lo sappiamo. Su questo argomento c’è un’aneddotica ampia ma, come sapete, io non amo l’aneddotica. Mi mantengo ai fatti. Fatto sta che c’è l’impugnativa. L‘impugnativa ci è stata notificata e ha chiari-chiari gli elementi che vi ho appena detto, quindi da un punto di vista processuale l’abrogazione della norma comporterà la rinuncia al ricorso per sopravvenuto difetto di interesse. Ove noi, invece, dovessimo produrre una modifica di quella lettera, da un punto di vista processuale si apre un’ulteriore problematica, tutta processuale, che magari fa insistere per la giustiziabilità del problema con riferimento alla parte residua del comma. E politicamente non ce lo possiamo consentire, perché nel frattempo alla mera notizia che è stata presentata un’impugnativa molti uffici tecnici si sono fermati.
Allora, per coerenza logica e sistematica, qual è l’impegno che un Consiglio regionale può assumere? Quello di presentare una proposta di legge autonoma con riferimento alla proposta del collega Lacatena, che avremo cura di negoziare con il Ministero della cultura, perché ovviamente il Ministero della cultura, anche alla luce della sentenza recente sul turismo rurale che riguarda la Puglia, dovrebbe anche cominciare a occuparsi di questo problema della tutela dei beni sottoposti a vincolo. Perché questo è il problema. La Corte costituzionale che cosa dice? Dice che i beni sottoposti a vincolo non si tutelano con la musealizzazione dei beni, ma attraverso interventi che li preservino dall’aggressione del tempo, che è una cosa importante. Ora anche il Ministero della cultura deve rendersi conto di questo, che è quello che dice il collega Lacatena. Cioè, fuori dal giuridichese, è quello che dice lui, ma penso che sia quello che sosteniamo tutti, ragionevolmente. Immagino che lo sostenga pure il Governo regionale, perché questa è una ragione forte di tutela.
Per cui, secondo me, dobbiamo agire in questo modo, per conseguire, da un lato, la rinuncia all’impugnativa e, quindi, liberare il Piano Casa, grande strumento di eco-edilizia, perché non si consuma suolo, grande strumento di produzione di piatti a tavola, grande strumento di utilizzo di materiali per il risparmio energetico, grande strumento per ridurre la corruzione, perché un conto è averlo come atto dovuto, altro conto è togliersi il cappello davanti al Sindaco o al dirigente dell’Ufficio tecnico, cioè quando c’è, all’interno di questo meccanismo una mediazione di potere.
Siccome noi liberiamo questo grande strumento utile all’economia con questa abrogazione, e poi, collega Lacatena, lei anche oggi ripresenti come proposta di legge autonoma quello che dice; le assicuro, ho parlato con i colleghi, che lei non è che dice cose fuori dal mondo, anzi, con un grande realismo e un addentellato normativo, ci preoccupiamo, utilizzando la stessa filiera di impegno, di negoziare con il Ministero la formula migliore per non subire impugnazioni, perché l’impugnazione la fanno oggi, si decide fra un anno e mezzo e nel frattempo tutto si ferma.
Approfittiamo. Collega Lacatena, il suo partito è nella maggioranza di governo, tranne i colleghi di Forza Italia, però loro sono addirittura tra i promotori dell’emendamento che noi stiamo abrogando, quindi la loro consapevolezza culturale e politica su questo argomento è scontata. Riattiviamo questa filiera, lo negoziamo, e nel caso questo negoziato, come io ritengo, abbia esiti positivi, produciamo l’approvazione della nuova disciplina del c) bis come norma sistematica, perché quello che ci interessa è che quella norma sia una norma sistematica, non soltanto una norma al servizio del Piano casa, il quale è uno strumento temporaneo, il giorno in cui non dovesse esserci più perché lo Stato abroga la sua legge, e non perché le Regioni decidono loro quando la temporaneità si intende esaurita, perché fino a quando c’è la legge statale, che dice che lo strumento temporaneo ci può essere, non viene abrogata, le Regioni non hanno mica potere di dire quando si interrompe questa temporalità, se dieci anni, vent’anni, quindici anni.
Quindi, recuperando quella filiera, noi, probabilmente, ne sono certo, faremo un servizio migliore di quello che vogliamo fare in questo momento, però scontrandoci politicamente, e credo che non ce ne sia bisogno.
In questo senso, quindi, la mia richiesta al collega Lacatena e anche ai colleghi dell’intera minoranza. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei, Presidente Amati.
Sintetizzo la sua proposta: ritirare l’emendamento per salvare la rinuncia al giudizio di costituzionalità proposto dal Governo e nel frattempo lavorare insieme ad una proposta di legge, magari da negoziare, sulla quale riflettere insieme anche al Ministero dei beni culturali e al Ministero degli affari regionali per portarla poi in Consiglio come legge stabile, non legata soltanto al Piano Casa. Ho capito bene? Sì.
Presidente Bellomo, prego.
Speaker : BELLOMO
Grazie, Presidente. Va tutto bene, ma domani mattina, non fra un mese, i Comuni saranno dietro la vostra e la nostra porta. Le interlocuzioni, presentiamo una nuova legge… Tutto si può fare e tutto possiamo fare, ma finché presentiamo una nuova legge, interloquiamo con il Ministero, che insomma per antonomasia quando si dice “interloquiamo con il Ministero” significa di qui al giorno del mai, forse. Facciamo una cosa diversa, magari: rinviamo eventualmente questo emendamento – è la mia proposta – di una settimana, dieci giorni. Nelle more, i dirigenti della Regione magari interloquiscono con il Ministero e noi al prossimo Consiglio, perché finché facciamo la legge, bisogna avere l’ATN, la dobbiamo calendarizzare consumiamo forse troppo tempo, perché se oggi non lo approviamo domani mattina il Comune di Bari (solo perché siamo a Bari) potrebbe rigettare diverse domande, se io fossi il dirigente di quel Comune. Se noi lo congeliamo e lo mandiamo magari a distanza di poco tempo i Comuni congelerebbero le loro istanze pervenute, così non consumiamo troppo tempo e…
Speaker : PRESIDENTE
Non c’è questa procedura. Non si può congelare un emendamento. Quella sarà una nuova proposta di legge. Non so se mi sono spiegata. Quindi, ricadiamo nella stessa formula che proponeva il Presidente Amati. Oggi noi dobbiamo approvare una legge. La approviamo. Non è che l’emendamento si può congelare per un futuro e si presenta come emendamento. È un’altra proposta di legge.
Speaker : BELLOMO
Però non approviamo la legge oggi. Questo dico io, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE
Ma in questo caso rimane tutto il giudizio di costituzionalità.
Speaker : BELLOMO
Ho capito, Presidente, ma una settimana non ci viaria, però risolviamo proprio il problema alla radice così.
Speaker : PRESIDENTE
Chiaro. Presidente Tutolo, prego.
Speaker : TUTOLO
Grazie, Presidente. Io credo che sia assolutamente doveroso da parte nostra sbloccare il Piano Casa, quindi adempiendo a quell’impegno che come Consiglio abbiamo preso, perché se no i cittadini non di Bari, ma di tutta la Puglia verranno dietro le porte dopodomani, perché saranno tutte quante bloccate le pratiche. Tutte saranno bloccate perché, come diceva poco fa il consigliere Amati, gli uffici tecnici hanno bloccato tutto. Quindi, a noi quello che deve premere è non fare questioni di principio, ma mirare a risolvere i problemi.
Se la soluzione meno rischiosa per i tanti cittadini che aspettano qualche beneficio da questo strumento è quella, a mio avviso, di ritirare questo emendamento e portarci a casa il risultato del ritiro dell’impugnativa della legge sul Piano Casa davanti alla Corte costituzionale del Governo, dopodiché presentare, come era precedentemente descritto, una nuova proposta di legge, una nuova Pdl che cammina per conto suo, che se dovesse essere impugnata dalla Corte costituzionale non si porterà certamente dietro il Piano Casa e tutti gli eventuali benefici che derivano da quel Piano Casa.
Quindi, se c’è questa volontà, io credo che sia percorribile, verificare al meglio quello che è fattibile immediatamente, perché rimandare di una settimana, secondo me, non cambia di molto. C’è un impegno preciso che il Consiglio regionale ha preso con il Governo e credo che non debba e non possa essere derogato.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei.
Prego, consigliere Zullo.
Speaker : ZULLO
Presidente e colleghi, noi il senso della responsabilità l’abbiamo sempre manifestato e dimostrato. Nel mio precedente intervento ho ripercorso tutti i passaggi di questa storia. Che poi si sia differenziato in due differenti proposte di legge, ma il cuore era sempre lo stesso. Quello che suggerisce il collega Amati può anche andar bene. Io penso di non essere smentito dai colleghi che hanno sottoscritto questo emendamento: può anche andar bene. Però, Presidente, quando noi abbiamo preso un impegno con la maggioranza, con lei in Conferenza dei Capigruppo, per noi erano un impegno sacralizzato, al quale non saremmo mai venuti meno.
Ora, si pone una questione essenziale. Diceva il collega Amati: sul piano normativo, non c’è una grande discussione da farsi; è sul piano del mantenimento di rapporti di parole date con organi istituzionali che stanno sopra di noi, nella fattispecie il Governo, che noi che dobbiamo dimostrarci affidabili, non possiamo dimostrarci inaffidabili.
Abbiamo detto che avremmo proceduto a quell’abrogazione e dobbiamo procedere per dare dimostrazione di affidabilità, fermo restando che si avvia un nuovo percorso, un nuovo processo valutativo su questo emendamento. Ora, noi potremmo anche addivenire, però, siccome il collega Lacatena e tutti gli altri che hanno condiviso il suo pensiero temono che ci possa essere un momento in cui possa derivare un danno per alcuni pugliesi, quello che noi chiediamo è che si avvii questo nuovo percorso, ma dobbiamo avere la certezza che deve essere un percorso che si conclude in un breve tempo, nel giro massimo, prevediamo, di una quindicina di giorni, cioè, riunire la Commissione, fare un’interlocuzione di massima con il Governo e poi arrivare al voto e arrivare in questa Assise per poter dare una soluzione definitiva.
Se invece l’idea è quella di dire: la vediamo dopo, a “babbo morto”, come si dice, allora noi non ci stiamo. Non solo non ci stiamo, ma ci sentiamo anche delusi del fatto che noi ieri abbiamo dato una condiscendenza dicendo: domani la rivedete, visto che c’è una condivisione collegiale su questa norma, la rivedete. Ora, se c’è un impegno da parte del Presidente della Commissione Campo a calendarizzarla subito, da parte dell’assessore a mettersi intorno a un tavolo, ovviamente tenendo presente tutti gli impegni dell’assessore, perché ha ragione l’assessore, se deve trovare contemporaneamente in due organi, come fa ad assicurare la presenza a una parte o all’altra? Con i tecnici dell’assessorato si tenta di arrivare a una soluzione condivisa, se questo, per arrivare, tra una quindicina di giorni, a fare questo. Questo è.
C’è una condiscendenza, collega Amati, Presidente Campo, però dobbiamo impegnarci a che questa storia la risolviamo nel giro massimo di una quindicina di giorni, che sono i tempi stretti, per dare priorità di intervento e di azione a questa storia. E allora potremmo anche andare avanti.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, Presidente Zullo.
D’altra parte devo dire che quando è stato chiesto nel Consiglio del 23 di rinviare al 9 marzo la discussione dell’altra pdl tutto il Consiglio si è mostrato d’accordo e oggi abbiamo all’ordine del giorno la discussione della pdl. Quando c’è l’intesa, l’intesa poi effettivamente viene rispettata.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Caracciolo. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : CARACCIOLO
Grazie, Presidente. Per andare incontro a ciò che il collega Zullo richiamava come spirito di condivisione, siamo noi che chiediamo di intavolare un percorso nel più breve tempo possibile, consapevoli di poter venir fuori da questa situazione in maniera condivisa grazie all’aiuto e al lavoro che l’assessore e la sua struttura sarà in grado di assicurare, come ha fatto già in precedenza. Per cui è pienamente condiviso da parte nostra l’impegno in una tempistica certa e concreta soprattutto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei.
Presidente Lacatena, prego. Ritira? Prego.
Speaker : LACATENA
Vi racconterò una cosa e vi motivo il ritiro.
Io vivo la mia vita con il principio della goccia e della roccia e non mi farò mai persuadere da questioni ideologiche di nessun tipo, perché l’obiettivo principale che muove la nostra azione politica, e la mia in particolare, è quello della risoluzione del problema. Non mi importa la casacca che veste il mio interlocutore, mi importa come risolvo il problema, ragion per cui, alla luce anche delle dichiarazioni che sono state fatte, vorrei ritirare, ma se mi è consentito trasformare immediatamente in pdl quell’emendamento. Quindi, se è possibile, chiedo la trasformazione immediata in pdl della proposta che ho appena fatto e chiedo comunque che siano contingentati i tempi per la discussione, perché, consigliere Tutolo, se io ho posto il problema è perché so che il problema non l’abbiamo risolto.
Speaker : PRESIDENTE
Quindi, lei lo ripresenta oggi stesso agli uffici, così sarà reincardinato al più presto, non appena fa il passaggio nella Commissione. Adesso è emendamento. Noi no, lo deve ripresentare lei. Lo ripresenta lei. Lo ripresenta lei d’accordo con gli uffici. Perfetto.
Possiamo passare al voto sulla legge. No, perché era un unico articolo. Lei ha presentato un altro emendamento, Presidente Lacatena? Sì. Allora, attendiamo un attimo per il voto sulla legge e cerchiamo l’emendamento.
È stato presentato, sempre primo firmatario il Presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia, Stefano Lacatena, l’emendamento che aggiunge un articolo 2: “Modifiche all’articolo 5, comma 3, della legge regionale 30 luglio 2009, n. 14, mediante l’introduzione della lettera b-bis: ‘b-bis) per gli interventi di demolizione e ricostruzione su immobili non residenziali la determinazione della dotazione minima degli standard dovrà avvenire ai sensi dell’articolo 3 del DM n. 1444/1968; la cessione delle aree standard dovrà essere calcolata sulla complessiva volumetria dell’intervento da realizzare; non è consentita la monetizzazione standard e gli stessi dovranno essere reperiti nel lotto di intervento’”.
Lo vuole illustrare, Presidente Lacatena? Oppure, va bene la sola lettura?
Speaker : LACATENA
Intervengo un attimo. Non rubo tanto tempo all’Assemblea.
Speaker : PRESIDENTE
Prego.
Speaker : LACATENA
Come è noto a tutti i consiglieri regionali, l’articolo 4 della legge sul Piano Casa consente interventi di demolizione e ricostruzione, con addizione volumetrica fino al 35 per cento, e consente l’intervento anche sugli immobili non residenziali. L’articolo 5 della stessa legge prevede che la determinazione degli standard non venga fatta in ragione della trasformazione edilizia complessiva, ma limitatamente all’addizione volumetrica. Questa valutazione non viene fatta in ragione degli standard per la residenzialità, ai più avvezzi alla materia sono i famosi diciotto metri quadri per abitanti insediabili nell’intervento, ma viene fatta in ragione della destinazione dell’immobile. Quello che sto proponendo con questo emendamento è di introdurre l’obbligo, per gli interventi su immobili non residenziali, e che quindi non hanno scontato la verifica degli standard della residenzialità all’origine, che gli stessi vengano valutati in ragione dell’intervento a farsi. Tradotto: la determinazione dello standard dovrà essere fatta sull’intera volumetria in ragione della residenzialità.
Con questo cosa otteniamo, giusto per capirci? La possibilità di avere in area su interventi non residenziali le dotazioni che quegli immobile oggi non hanno (di standard). Li ricordo a me stesso più che a voi. Parliamo di: opere pubbliche, di aree per l’istruzione, di aree per l’interesse collettivo, di spazi pubblici, di verde, di parcheggio.
Oggi la norma consente la monetizzazione. Anche questo io voglio scongiurare per gli immobili non residenziali, perché sono immobili che insistono in aree in cui le dotazioni minime non ci sono. Quindi, l’obiettivo del mio emendamento va nella direzione di garantire la continuità di applicazione del Piano casa sugli immobili non residenziali, ma con l’obbligo di cedere gli standard nel sito di intervento e senza la possibilità di monetizzazione. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Chiarissimo. Ma rispetto alle cose che ci siamo detti prima, vuole introdurre anche questo nella PDL nuova? O conferma di volerlo discutere oggi?
Speaker : LACATENA
Prima voglio sentire cosa dice il Governo.
Speaker : PRESIDENTE
Presidente Caracciolo, prego.
Speaker : CARACCIOLO
L’invito che faccio al collega Lacatena è che per questo emendamento valga lo stesso principio con cui abbiamo discusso sul precedente emendamento. Probabilmente, renderlo più organico rispetto ad una proposta di legge, ad una norma più complessiva, aiuterebbe tutti quanti per una condivisione, e quindi favorirebbe anche il dibattito e l’approvazione nei tempi certi che ci siamo dati sul primo emendamento.
Ecco perché l’invito a ritirarlo come il precedente. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Presidente Lacatena.
Speaker : LACATENA
Con lo spirito che il Presidente Caracciolo ha manifestato, e sono convinto della lealtà del Presidente Caracciolo rispetto a queste vicende, io ripropongo, insieme a tutta la minoranza, la proposta di legge articolata sia con il comma precedente che con questo articolo, ma da discutere sempre entro 15 giorni. Grazie.
Lo ritiro e lo trasformo.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei, Presidente Lacatena. Tra l’altro, questo articolo mi pare anche che modifichi in positivo la norma precedente, quindi senz’altro si rinvia.
Adesso dobbiamo votare sulla legge.
Riprendiamo l’elenco da remoto.
La votazione è aperta. Siete pregati di votare. Intanto faccio l’appello di chi è collegato da remoto.
Ciliento Barbara.
Speaker : CILIENTO
Presidente, Debora. Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Favorevole. Chiedo scusa, Debora. Scusami.
Si è collegata anche Rosa Barone. Risulta collegata.
Delli Noci Alessandro.
Speaker : DELLI NOCI
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Di Gregorio Vincenzo.
Speaker : DI GREGORIO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Michele Emiliano.
Speaker : EMILIANO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Leo Sebastiano.
Speaker : LEO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Lopalco Pier Luigi.
Speaker : LOPALCO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Maurodinoia Anita.
Speaker : MAURODINOIA
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Mazzarano Michele.
Speaker : MAZZARANO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Metallo Donato.
Speaker : METALLO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Parchitelli Lucia.
Speaker : PARCHITELLI
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Pentassuglia Donato.
Speaker : PENTASSUGLIA
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Stea Giovanni. Stea Giovanni.
Piemontese Raffaele.
Speaker : PIEMONTESE
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Stea Giovanni non ha risposto. Vero?
Speaker : BARONE
Barone, favorevole.
Speaker : MAZZOTTA
Presidente, sono Mazzotta.
Speaker : PRESIDENTE
Io non ho sentito nessuno dei due. Rosa Barone è favorevole. Paride Mazzotta?
Speaker : MAZZOTTA
Astenuto.
Speaker : PRESIDENTE
Ci manca Stea. Non c’è. Rosa Barone ha già votato, favorevole. Può spegnere il microfono? Grazie.
La votazione è chiusa. Favorevoli 16 in presenza, sono 29 favorevoli, 1 astenuto più 15, 16 astenuti.
La legge è approvata.
Passiamo al secondo punto: “Piano di recupero in variante definitivamente approvati. Norme per la definizione delle pratiche edilizie”.
Scusate, non abbiamo votato rispetto all’urgenza. Vogliamo votare rispetto all’urgenza? Prego, allora. Chi è favorevole?
È approvata all’unanimità.
Adesso procediamo all’altra proposta.
Presidente Campo, vuole tenere la relazione?
Speaker : CAMPO
Riterrei superflua la relazione.
Speaker : PRESIDENTE
Perfetto.
Speaker : CAMPO
Abbiamo relazionato decine di volte.
Speaker : PRESIDENTE
Benissimo.
Ci sono interventi? Prego. In realtà, non c’è. Allora procediamo.
L’emendamento che ha presentato, in realtà, è sostitutivo, quindi se deve illustrarlo… Allora, intanto dichiariamo che è pervenuto un emendamento. Lo abbiamo distribuito a tutti? Sì. Presidente Lacatena, l’abbiamo attesa perché abbiamo visto che lei si è prenotato. Siccome il suo emendamento è un emendamento sostitutivo dell’articolo 1 del progetto di legge che è in esame, immagino che voglia illustrarlo. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : LACATENA
Grazie, Presidente. Grazie, colleghi.
Anche questo è un emendamento che va nella direzione della collaborazione sono arrivato correndo.
È un emendamento che va nella direzione di provare a risolvere un problema che è stato sottoposto nell’Aula consiliare, con la proposta di legge del collega Amati. Dico anche che si è tenuto un incontro presso l’ufficio dell’assessore Maraschio.
Alla luce di questa serie di incontri, partendo dal problema reale che hanno sottoposto a quest’Aula il consigliere Amati e i colleghi di Brindisi, ho immaginato, e abbiamo immaginato con i colleghi di opposizione, di introdurre una norma nel sistema giuridico pugliese che non guardi esclusivamente alla risoluzione del problema del piano di recupero di Brindisi, ma che affronti un’annosa questione, un annoso dibattito che da anni appassiona sia i tribunali amministrativi, sia i Consigli regionali e anche il dibattito alla Suprema Corte di Cassazione.
Mi riferisco alla necessità di fare un ragionamento su quella che è la disciplina sull’accertamento di conformità. Come sappiamo, l’articolo che disciplina questa attività nell’ordinamento giuridico italiano è l’articolo 36 del DPR 380. L’articolo 36, tra le varie cose, richiede la necessità di avere una doppia conformità per l’ottenimento della sanatoria. Traduco: l’intervento lo potevo fare secondo le normative edilizie urbanistiche? Lo posso fare secondo le normative edilizie urbanistiche? Posso sanare l’immobile.
Ma l’effetto più importante che produce l’articolo 36 è sì la sanatoria dal punto di vista amministrativo, ma produce l’estinzione del reato penale. Questo è oggi lo scenario giuridico nazionale.
Alcune Regioni si sono avventurate nell’introdurre quella che è nota a tutti come sanatoria giurisprudenziale, o sanatoria atipica. Cosa prevede questo strumento? La possibilità di sanare l’intervento in coerenza con la normativa vigente al momento della presentazione dell’istanza.
La Regione Sicilia si è avventurata in una legge regionale senza buona fortuna, perché ha evidentemente violato uno dei princìpi fondamentali della Costituzione, ovvero, è entrata in una materia che per la norma dell’articolo 117, terzo comma della Costituzione, non è di competenza delle Regioni. Ovvero: ha introdotto la sanatoria giurisprudenziale o atipica, ma ha previsto l’estinzione del reato. Questa cosa le Regioni non la possono fare, diversamente dalla Regione Emilia-Romagna, che argutamente e in maniera molto concreta ha introdotto la sanatoria giurisprudenziale facendo salvi e impregiudicati i profili penali. Cosa vuol dire? Che con questa norma noi romperemmo un paradosso assurdo. Lo dico in termini non tecnici, perché così ci comprendiamo. L’assurdo sta nel fatto che se un soggetto presenta oggi una richiesta di sanatoria, non ha la doppia conformità ed è coerente alle norme vigenti al momento della presentazione dell’istanza è costretto a demolire l’immobile. Se il soggetto presenta l’intervento non in sanatoria, ma ordinariamente può realizzare l’intervento. Quindi, potremmo avere l’assurdo secondo il quale io riesco a fare lo stesso volume, gli stessi diritti demolendo e ricostruendo alla stessa maniera.
Quello che voglio provare a introdurre nel sistema giuridico pugliese, che credo abbia la necessità di guardare anche a questo aspetto, perché tra i principi costituzionali, oltre alla necessità del rispetto delle competenze tra Stato e Regione c’è anche quello del buon andamento, del funzionamento, dell’efficienza di ciò che si fa, quindi è evidente che costringere oggi dal punto di vista amministrativo la demolizione di manufatti che potrebbero essere realizzati tal quali rappresenta un paradosso abbastanza grande. Quello che non voglio che si faccia è che si confonda questo mio emendamento con un condono. Non è un condono, perché quello che si richiede è la conformità agli strumenti urbanistici edilizi in questo momento. Questa norma dà un’ulteriore possibilità, che è quella di introito per le casse comunali, perché, come tutti quanti sappiamo, nel momento in cui c’è una sanatoria il soggetto che richiede l’istanza è costretto e deve pagare il doppio del costo di costruzione e degli oneri di urbanizzazione con notevoli introiti in favore dei Comuni. Questa cosa qua credo che rappresenti una scommessa per la Puglia, perché l’idea di poter emulare una Regione come l’Emilia-Romagna che notoriamente non è vicina a una visione ideologica un po’ più liberale, ma che ha visto giusto nella necessità di andare a rompere il dogma secondo il quale se non hai la doppia conformità non puoi realizzare l’intervento credo che rappresenti un buon presupposto. Lo dico anche a favore dei consiglieri regionali e dei miei colleghi già con il parere reso dal Consiglio di Stato in sede di approvazione del DPR n. 380 si auspicava l’introduzione della sanatoria giurisprudenziale. Adesso è al vaglio del Governo con il nuovo DPR sul Testo unico per l’edilizia la necessità dell’introduzione di questo strumento che da un punto di vista amministrativo mette a posto le cose, per dirla un po’ brutalmente, ma lascia impregiudicato il procedimento penale. Che vuol dire che nel momento in cui il soggetto presenta la sanatoria atipica, si risolve il problema dal punto di vista amministrativo, ma va avanti il procedimento penale. Questa è la sostanza dell’emendamento. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Chiaro. Grazie a lei, Presidente. Se non ci sono interventi, possiamo mettere al voto l’emendamento.
La votazione è aperta. Procediamo al voto da remoto.
Barone Rosa. Barone Rosa.
Speaker : BARONE
Contro.
Speaker : PRESIDENTE
Ciliento Debora.
Speaker : CILIENTO
Contraria.
Speaker : PRESIDENTE
Delli Noci Alessandro.
Speaker : DELLI NOCI
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE
Di Gregorio Vincenzo. Di Gregorio? Lo chiamiamo dopo.
Michele Emiliano.
Speaker : EMILIANO
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE
Leo Sebastiano?
Speaker : LEO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Favorevole. Leo favorevole. Lopalco Pier Luigi.
Speaker : LOPALCO
Contrario.
Speaker : LEO
Loredana…Scusami, Presidente, io sono contrario, scusatemi, ho sbagliato.
Speaker : PRESIDENTE
Okay. Maurodinoia Anita.
Speaker : MAURODINOIA
Contraria.
Speaker : PRESIDENTE
Mazzarano Michele.
Speaker : MAZZARANO
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE
Mazzotta Paride.
Speaker : MAZZOTTA
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Metallo Donato.
Speaker : METALLO
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE
Parchitelli Lucia.
Speaker : PARCHITELLI
Contraria.
Speaker : PRESIDENTE
Piemontese Raffaele. Piemontese Raffaele.
Pentassuglia Donato.
Speaker : PENTASSUGLIA
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE
Stea Giovanni.
Piemontese Raffaele.
Speaker : PIEMONTESE
Di nuovo?
Speaker : PRESIDENTE
Non abbiamo sentito, Raffele.
Speaker : PIEMONTESE
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE
Okay, contrario.
Stea Giovanni? Non ce l’abbiamo.
Okay. Avete votato tutti? Sì? Procediamo.
La votazione è chiusa.
Favorevoli, 14 in presenza e 1 da remoto (15 in tutto); contrari, 14 in presenza e 12 da remoto (26); astenuti, zero in presenza e zero da remoto.
Non è approvato.
L’emendamento è respinto.
Adesso passiamo all’articolo 1.
Non ci sono interventi.
Per dichiarazione di voto? Non ne vedo. Procediamo.
Il Governo vuole esprimersi?
Speaker : MARASCHIO, assessore all’ambiente
Sulla proposta n. 1, il parere del Governo è contrario a questa proposta. Non credo che io comprenda le ragioni. Non ci sono margini.
Speaker : PRESIDENTE
Procediamo al voto.
La votazione è aperta.
Procediamo da remoto. Barone Rosa.
Speaker : BARONE
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE
Ciliento Debora.
Speaker : CILIENTO
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE
Delli Noci Alessandro.
Speaker : DELLI NOCI
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE
Di Gregorio Vincenzo.
Emiliano Michele.
Leo Sebastiano.
Speaker : LEO
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE
Lopalco Pier Luigi.
Speaker : LOPALCO
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE
Maurodinoia Anita.
Speaker : MAURODINOIA
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Mazzarano Michele.
Speaker : MAZZARANO
Contro.
Speaker : PRESIDENTE
Metallo Donato.
Speaker : METALLO
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE
Mazzotta Paride.
Speaker : MAZZOTTA
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Parchitelli Lucia.
Speaker : PARCHITELLI
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Favorevole? Pentassuglia Donato.
Piemontese Raffaele.
Speaker : PIEMONTESE
Contrario, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE
Stea Giovanni.
Speaker : STEA
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE
Pentassuglia Donato c’è?
Speaker : PIEMONTESE
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE
Contrario. Era Pentassuglia? Mi è sembrato di nuovo Piemontese. Quindi, Pentassuglia non c’è, in questo momento.
Speaker : MAZZOTTA
Scusi, Presidente, devo correggere il mio voto, sono Mazzotta.
Speaker : PRESIDENTE
Mazzotta, come vota?
Speaker : MAZZOTTA
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE
Parchitelli?
Speaker : PARCHITELLI
Ho già votato.
Speaker : PRESIDENTE
Okay. Di Gregorio che cosa afferma? Contrario, lo scrive. Okay. Di Gregorio vota contrario.
La votazione è chiusa.
Favorevoli in presenza, 11; favorevoli da remoto, 1; quindi, 12 favorevoli.
Contrari in presenza 18; da remoto, 13; sono 31 contrari.
Astenuti in presenza, 1.
Il voto sull’articolo è contrario.
La legge quindi non è approvata.
Procediamo adesso con le mozioni.
La prima mozione, secondo quanto abbiamo deciso in Conferenza di Capigruppo, è la mozione a firma di tutti i Capigruppo, primo firmatario consigliere Pagliaro “Via libera all’esportazione extra europea per le barbatelle da vite prodotte in Salento”.
La vuole illustrare, Presidente? Ne ha facoltà.
La parola al presidente Pagliaro.
Speaker : PAGLIARO
Grazie, Presidente.
Ringrazio anche i colleghi per aver compreso l’urgenza di questa mozione, perché è un argomento molto delicato per la sopravvivenza del settore vivaistico, viticolo pugliese e salentino in particolar modo. Entriamo nello specifico della produzione delle barbatelle, frutto di un duro lavoro di selezione degli esemplari scelti in base a caratteristiche ben precise, che richiede procedimenti rigorosi. Purtroppo ai vivaisti viticoli salentini, che sono dei veri e propri maestri della produzione di barbatelle da vite, è inibita al momento la possibilità di poter commercializzare i propri prodotti nei Paesi del Maghreb, che sono il Marocco, l’Algeria e la Tunisia, da sempre fiorente mercato di riferimento poiché la produzione avviene nella zona considerata infetta dalla Xylella.
Un blocco assurdo e immotivato, una vera e propria discriminazione, e lo testimoniano le analisi scientifiche eseguite dal CNR di Bari, che hanno dimostrato che la sottospecie di Xylella fastidiosa Pauca, ceppo Co.DI.RO, non intacca la vite, tanto che l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha dato il via libera alla commercializzazione della vite stessa, rimuovendo ogni obbligo.
Nonostante questo, le autorità straniere continuano a negare l’importazione dei nostri prodotti. Noi dobbiamo sbloccare questa situazione che è diventata gravissima e dobbiamo farlo subito perché sennò potrebbe essere vanificata l’intera produzione di questa attività con uno sforzo diplomatico. Serve appunto che il Presidente Emiliano e la Giunta si attivi. Ed è per questo che ho chiesto con urgenza questa mozione, per sollecitare l’Osservatorio fitosanitario nazionale affinché inserisca le suddette aziende salentine tra quelle autorizzate all’esportazione estera europea, in particolare appunto nel Nordafrica superando questa inconcepibile ed immotivata discriminazione. È da eliminare la richiesta di tracciabilità dei materiali a causa dell’emergenza Xylella, che viene imposta nell’autorizzazione regionale alla vendita, in linea con le altre regioni italiane e con il resto d’Europa, in considerazione del fatto che la vite è stata eliminata dall’elenco delle piante specificate ospite da Xylella, sottospecie Pauca. Quindi, ci sarà da attivarsi subito. Lo chiedo al Presidente Emiliano, al Governo, all’assessore Pentassuglia, perché si possa intervenire nei prossimi giorni per poter permettere ai nostri produttori di barbatelle di poter ottenere quello che hanno sempre avuto negli anni, un florido intervento sul mercato del Maghreb, che è da sempre interessato a questa produzione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, collega Pagliaro.
Non so se ci sono altri interventi su questa mozione. Se non ci sono altri interventi, la mettiamo in votazione. Quindi, dobbiamo fare la votazione sia in presenza che da remoto.
Apriamo la votazione, per favore.
La votazione è aperta.
Okay. Chiamo da remoto. Barone Rosa. Barone? Facciamo la seconda chiama.
Ciliento Debora.
Speaker : CILIENTO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Favorevole.
Delli Noci Alessandro. Delli Noci? Poi lo richiamiamo.
Di Gregorio Vincenzo. Okay.
Emiliano Michele. Presidente Emiliano? Lo richiamiamo.
Leo Sebastiano. Leo Sebastiano. Non c’è.
Lopalco Pier Luigi. Lopalco Pier Luigi non c’è.
Maurodinoia.
Speaker : MAURODINOIA
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Favorevole.
Mazzarano Michele.
Speaker : MAZZARANO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Favorevole.
Mazzotta Paride.
Speaker : MAZZOTTA
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Favorevole.
Metallo Donato.
Speaker : METALLO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Favorevole.
Parchitelli Lucia. Parchitelli? Non c’è.
Richiamo Pentassuglia. Pentassuglia? Il collega Pentassuglia non c’è.
Piemontese.
Speaker : PIEMONTESE
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Piemontese è favorevole.
Stea Giovanni Francesco.
Speaker : STEA
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Stea favorevole.
Barone Rosa. Collega Barone? La vediamo. Non è che ha scritto? Barone? Rosa Barone? Non si sente. Andiamo avanti. Ciliento ha votato?
Speaker : CILIENTO
Ciliento favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Ciliento favorevole.
Speaker : BARONE
Barone favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Barone favorevole.
Delli Noci. L’assessore Delli Noci non c’è.
Di Gregorio ha votato?
Emiliano. Presidente Emiliano? Non c’è.
Speaker : DELLI NOCI
Delli Noci favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Delli Noci favorevole.
Leo Sebastiano. Assessore Leo? Non c’è.
Lopalco.
Speaker : LOPALCO
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Favorevole. Parchitelli.
Speaker : PARCHITELLI
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE
Favorevole.
Pentassuglia. Pentassuglia non c’è.
Chiudiamo la votazione.
Favorevoli in presenza, 20; favorevoli da remoto, 12.
Con 32 voti a favore la mozione è approvata.
Prego, consigliere Pagliaro.
Speaker : PAGLIARO
Voglio ringraziare i colleghi a nome di tutti i produttori di barbatelle salentini. Mi avrebbe fatto piacere, però, mi auguro insomma che il Presidente Emiliano possa aver ascoltato questa richiesta e questa mozione, così come l’assessore Pentassuglia. Mi dispiace il fatto che non abbiano partecipato al voto. Magari se è possibile, Presidente, poter avere la loro conferma, la loro disponibilità a seguire questa iniziativa molto importante come lei sa e comprende perfettamente. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Sì, certo. Sappiamo bene. Mi dispiace che non ci sia il Presidente Pentassuglia, che poi tra l’altro, essendo in remoto, probabilmente non abbiamo fatto in tempo neanche ad avvertirlo che avevamo anticipato. Non ha seguito che avevamo anticipato la discussione di questa mozione decidendolo in Conferenza dei Capigruppo.
Procediamo, come sempre concordato in Capigruppo, alla mozione n. 7, però accertiamoci che ci sia l’assessore Leo. C’è l’assessore Leo? L’assessore Pentassuglia precisa che sta arrivando in Consiglio. Era favorevole alla mozione. L’abbiamo votata però attesta comunque la sua posizione favorevole alla mozione precedente.
Vediamo di raggiungere l’assessore Leo, in maniera tale da discutere la mozione. Intanto procediamo con l’illustrazione della mozione.
Si tratta di una mozione firmata dai consiglieri Caroli, De Leonardis, Perrini e Zullo. Chi la vuole illustrare? C’è qualcuno che la vuole illustrare? Presidente Ventola? È honoris causa rispetto a questo tipo di mozione. È honoris causa il suo intervento.
Speaker : VENTOLA
Vorrei capire se vale la pena discuterla, visto che l’assessore non c’è e molti consiglieri sicuramente sono stati impegnati in altro.
Speaker : PRESIDENTE
Risponde l’assessore Stea, che è presente. Prego.
Speaker : VENTOLA
Può rispondere chiunque, ci mancherebbe.
Con legge n. 29 del 2018 è stata istituita l’ARPAL Puglia, presso la quale il nostro Gruppo sin dall’epoca aveva mostrato una serie di criticità sulla funzionalità o meno di questa Agenzia, dato che la norma nazionale consentiva alle Regioni di decidere se gestire in proprio l’organizzazione del sistema di lavoro in Puglia o la realizzazione e l’istituzione di un’agenzia. Chiaramente l’Amministrazione a guida Emiliano non perse occasione per far nascere l’ennesima Agenzia. E nacque l’ARPAL, che inizialmente ebbe come Commissario straordinario, seppur non previsto dalla legge istitutiva, ma che, invece, era opportuna in quanto era neocostituita, l’esimio professor Pinto, che però ebbe modo di lavorarci solamente tre mesi. Audito più volte in Commissione, esaurito il suo lavoro, che era di soli tre mesi, fu data ampia risonanza all’ottimo lavoro svolto, e fu talmente bravo a svolgere il suo lavoro che si pensava, a distanza di qualche giorno, che finalmente questa Agenzia potesse prendere piede organizzandosi, così com’è previsto dalla legge, con la nomina di un direttore generale. Ma nel mese di gennaio dell’anno successivo fummo tutti quanti rimasti sorpresi dall’ennesimo regalo dell’Epifania, perché l’Epifania del 2019 portò alla nomina di un nuovo Commissario straordinario, che non era l’ottimo professor Pinto, che aveva egregiamente svolto il suo lavoro, dimostrato da tutti gli atti ufficiali, ma anche da comunicati stampa, ma fu nominata un’altra persona, intuitu personae. sempre con i poteri di Commissario straordinario, che la legge non prevedeva.
Lo statuto dell’ARPAL, approvato dalla Giunta regionale dopo la nomina del secondo Commissario, aveva previsto la possibilità che la Giunta regionale potesse nominare un Commissario straordinario, superando un po’ quello che era un problema di carattere legislativo, per cui la Giunta modifica una legge regionale. Unico caso in tutte le Agenzie che sono costituite qui in Puglia.
Presidente, chiedo la verifica del numero legale, prima di procedere. Grazie. La chiedo. Posso chiederla. Oppure, si vede in valutazione. Vediamo chi è presente. Sennò chiedo di sospendere la seduta.
Speaker : PRESIDENTE
Consigliere Ventola, lei sa che giù c’è… Aveva richiesto la collega…
Speaker : VENTOLA
Faccio la proposta di sospendere la seduta, anche in considerazione di ciò che…
Speaker : PRESIDENTE
Va bene, sospendiamo per un quarto d’ora la seduta.
(La seduta è sospesa)
Consigliere Ventola, stava intervenendo illustrando la mozione n. 7. Prego.
Speaker : VENTOLA
Grazie, Presidente. Commentavamo le zeppole ottime del collega Tutolo, che ci ha promesso che la settimana prossima ce ne porta delle altre.
Speaker : PRESIDENTE
La sua dolcezza.
Speaker : VENTOLA
Riprendiamo da dove ci eravamo bloccati.
Nel gennaio del 2019, in prossimità dell’Epifania, ci fu la nomina del nuovo commissario straordinario, che non era più il professor Vito Pinto, da tutti egregiamente elogiato per l’ottimo lavoro svolto, ma diventava un altro soggetto, senza alcun tipo di giustificazione né motivazione. Era una nomina intuitu personae: che si può contestare da un punto di vista di metodologia, ma non nel merito, in quanto competenza del Presidente.
A fine gennaio 2019, fu approvato lo Statuto da parte della Giunta regionale dell’ARPAL, e nello Statuto veniva prevista la figura del commissario straordinario. L’unico caso, in tutta la Regione Puglia, negli Statuti delle diverse agenzie, in cui lo Statuto non rispecchia fedelmente la legge istitutiva, ma va oltre.
La legge istitutiva, quindi, non prevedeva e non prevede la nomina del Commissario, invece lo Statuto sì. Spesso abbiamo dibattuto su questo, e noi abbiamo sempre preteso – e sottolineo, preteso – che ci fosse l’osservanza e dello Statuto e della legge regionale, cioè che l’ARPAL, oramai nata, si dotasse della figura del direttore generale, al pari di tutte le altre agenzie.
Questo perché essendo un organo non politico, ma soprattutto tecnico, potesse avere nella figura apicale, con massimi poteri, così come previsto, una figura, appunto, attraverso la selezione, la migliore possibile in Puglia.
Più volte sono state date diverse rassicurazioni dal Presidente Emiliano in questo Consiglio, quando alcune volte abbiamo dibattuto di questo argomento. Le sue rassicurazioni sono sempre state del tipo: non vi preoccupate che nel giro di qualche mese avviamo la procedura per la nomina del direttore generale.
Finalmente, alle soglie della campagna elettorale dell’anno scorso, la Giunta regionale avvia le procedure per la nomina del direttore generale, con delibere n. 655 e n. 785 del 2020. Perché le cito queste delibere? Perché riprendono fedelmente ciò che prevede lo statuto. Lo statuto, all’articolo 5, comma 1, impone che il direttore generale sia nominato con deliberazione della Giunta regionale, che ne determina altresì le modalità di valutazione annuale, fra persone in possesso di comprovata esperienza e competenza in materia di diritto del lavoro, che abbiano ricoperto incarichi di responsabilità amministrativa, tecnico e gestionale di strutture pubbliche o private, con le modalità e secondo le procedure previste per i direttori di dipartimento dell’Amministrazione regionale. Cioè, lo statuto ti dice che il direttore generale dell’ARPAL è equiparato ai capi di dipartimento. Quindi, le due delibere di Giunta con le quali venne avviata la procedura avrebbero dovuto seguire esattamente le stesse indicazioni che la stessa Giunta fornisce quando avvia le procedure per le nomine dei direttori.
Ma qui abbiamo una prima – possiamo definirla così? – deroga. Non lo so, perché non esiste un principio di deroga in un atto amministrativo che si rifà a una norma ben precisa e dettagliata soprattutto di accesso al pubblico impiego. Ma nella delibera n. 655 la Giunta regionale, diversamente da ciò che accade nelle altre delibere per l’avvio delle procedure dei direttori generali, dà, si, mandato al dirigente della Sezione personale e organizzazione di predisporre il bando e il modello di istanza di partecipazione, ma unico caso, questo per l’ARPAL, la Giunta prevede di attribuire l’istruttoria alla valutazione delle candidature al Dipartimento sviluppo economico, innovazione, formazione e lavoro – al dipartimento, sottolineo – con predisposizione di una terna di candidati, da sottoporre alla valutazione della Giunta. Unico caso in cui la Giunta dice al dipartimento: fai la valutazione e mi fornisci una terna. Questo non è previsto in nessun tipo di regolamento, né dal progetto MAIA, né dallo statuto, né nei precedenti che ci sono stati per le nomine dei direttori generali. È l’unico caso. Sarà probabilmente una coincidenza.
Con delibera successiva, la Giunta ne stabilisce il compenso annuo, che è di 172.000 euro. Questo compenso annuo chiarisce che deve essere equiparato a quello previsto per i direttori generali di dipartimento, come consentito dall’articolo 9, comma 6, della legge n. 29/2018. Cioè, per l’ennesima volta la Giunta sottolinea che il direttore generale è equiparato ai direttori di dipartimento.
Successivamente che cosa accade? Pubblicato l’avviso pubblico, il direttore del Dipartimento sviluppo economico, a differenza di ciò che è accaduto in precedenza per la nomina degli altri direttori generali, come ad esempio il direttore generale dell’ASSET, piuttosto che il direttore generale di AGER o addirittura dell’ARES, il direttore di Dipartimento nomina un responsabile del procedimento per quanto riguarda il settore personale solo per l’acquisizione dei curricula. Dopodiché, anche questo un unicum, unico caso, non viene nominata una Commissione per valutare i curricula, ma, unico caso, quello della nomina del direttore generale dell’ARPAL, il direttore del Dipartimento, il dottor Laforgia Domenico, avoca a sé la procedura di validazione, validazione e analisi comparativa.
Unico caso nella nostra Regione Puglia in cui un direttore generale viene “scelto” da una rosa di candidati con un’analisi comparativa non fatta da una Commissione, ma da un unico soggetto, nella fattispecie il direttore capo di Dipartimento che con verbale del 17 settembre 2020, di fatto, individua una terna e in questo caso seguendo pedissequamente quello che è stato l’indirizzo della Giunta, che è quello che noi contestiamo, perché è l’unico caso in cui la Giunta dice “fornitemi una terna”. Attraverso un’analisi comparativa alla fine mette all’attenzione della Giunta regionale una famosa terna. Questa analisi comparativa riviene da un verbale allegato alla delibera. Dopo aver atteso un po’ di tempo, abbiamo avuto accesso agli atti, per quanto ci è consentito dalla legge, rispettando i princìpi di tutela della privacy e tutta la documentazione che gli uffici ci hanno messo a disposizione l’abbiamo messa a disposizione di tutti i consiglieri. Quindi, nell’allegato alla mozione avete visto agli atti pubblicati ai lavori del Consiglio c’era sia il verbale sia l’analisi comparativa sia i 34 curricula. Sicuramente, per il ruolo che ci è dato dai cittadini di rappresentanza, ognuno di noi ha letto quantomeno questi documenti. Per stare qui in Consiglio e partecipare vuol dire che ha preso coscienza e conoscenza soprattutto di quello che è stato scritto nell’analisi comparativa e anche della presa visione dei curricula, altrimenti uno non starebbe qui, dovrebbe cambiare probabilmente titolo di rappresentanza.
È indubbio, solo per citare alcuni esempi, il principio della meritocrazia, che sempre ha contraddistinto a chiacchiere, nel parlare, nei comizi e molto spesso in questo Consiglio, chi è deputato legittimamente, con voto popolare, a rappresentare la Regione Puglia in seno alla Giunta, facendo sempre riferimento ai princìpi costituzionali del rispetto che si deve alla dignità umana, al lavoro e all’impegno che i giovani profondono per raggiungere determinati obiettivi. È sufficiente leggere questa analisi comparativa per rendersi conto di come evidentemente per assurgere a questo ruolo non è sufficiente avere due lauree, avere due master, aver avuto ruoli apicali da dirigenti, sia in società multinazionali, con migliaia di dipendenti, sia nel pubblico. Non è assolutamente sufficiente neppure aver insegnato, quindi aver fatto un percorso curriculare anche di insegnamento. Evidentemente, non è sufficiente questo, perché nel leggere l’analisi comparativa, dei 34 curricula alla fine viene indicata una terna sicuramente con due professionalità dal curriculum eccellente; ma l’altra, a detta del direttore, ne valorizza l’esperienza politica.
I bandi per i direttori di dipartimento, così come anche il bando per questa direzione generale prevede la necessaria maturata esperienza quinquennale – “maturata esperienza almeno quinquennale” – in amministrazioni pubbliche o private, o altro.
Ora, se noi leggiamo i diversi curricula, sottolineo, sicuramente li avrete letti molto più approfonditamente di me, e ancor di più la Giunta li avrà letti, almeno i tre che sono stati posti all’attenzione, seppure erano a conoscenza del verbale allegato alla delibera di Giunta dell’analisi comparativa. Si saranno resi conto che evidentemente la scelta non è stata di tipo meritocratico, ma è stata una scelta più di tipo, consentitemi di dirlo, politico, se è vero come è vero che la professionalità che è stata scelta viene giustificata da questi motivi, almeno nell’analisi comparativa.
“Nel corso della sua – leggo testualmente – attività di parlamentare, ha presentato come primo firmatario, ovvero cofirmatario, numerosi DDL”. Quindi, noi che siamo consiglieri regionali e presentiamo DDL, forse un giorno potremmo ambire ad avere dei ruoli di direzione generale. Ha curato con Harald Bonura il testo di diritto amministrativo dal titolo L’affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali a rilevanza economica pubblicata dal 2011. Il candidato presenta un curriculum professionale pienamente coerente con il profilo messo a concorso e, in comparazione con altri candidati, presenta un livello di esperienza tale da essere collocato pienamente nella terna finale di questa valutazione”.
Voglio evitare di leggervi e non vi leggerò le altre valutazioni che sono state poste in essere, ma se io fossi stato una di quelle persone che hanno partecipato prima di vedermi iscritto in un verbale ufficiale con determinati racconti e valutazioni sul mio percorso formativo, mi sarei posto qualche dubbio. Evidentemente non è servito a nulla studiare, non è servito a nulla prendere i master, non è servito a nulla addirittura diventare anche assessori regionali al welfare o addirittura essere stato consigliere delegato del Presidente Emiliano quando era Sindaco a Bari e aver presieduto una task force per l’occupazione nel Comune di Bari. Non sarei diventato il responsabile nazionale dei program manager di Italia Lavoro, che è l’agenzia che si occupa di lavoro per conto del Ministero. Evidentemente sono tutte cose che non sono servite a nulla.
Dopodiché, questa terna viene messa all’attenzione della Giunta. E torniamo: la Giunta, con delibera n. 2070 del 15 dicembre 2020, nomina il direttore generale. Ora voi vi aspetterete che nella delibera ci sia scritto perché si sceglie Tizio piuttosto che Caio o Sempronio. Ma anche qui, ahimè, resterete delusi, perché la Giunta si limita a prendere atto di quanto esposto in premessa, che vi evito di leggere perché racconta la legge istitutiva, l’articolo e altro, dopodiché però dice: il verbale riporta in chiusura le seguenti proposte della terna dei candidati da sottoporre alla Giunta regionale. E i tre nomi. Questo è quello che dichiara nelle premesse. Quindi, fa sua la relazione del direttore di dipartimento. Ci sono i tre nomi e la Giunta prende atto di quanto esposto e nomina Tizio. Tra i tre, io, Ventola, cittadino della strada: ma gli assessori presenti in Giunta, Presidente Emiliano, Raffaele Piemontese, Alessandro Delli Noci, Sebastiano Leo, Pietro Lopalco, Anna Maraschio, Anna Maurodinoia e Giovanni Stea, erano assenti Bray e Pentassuglia. Perché hanno scelto Tizio e non Caio o Sempronio?
È illegittimo, per un cittadino sapere qual è la ragione per cui sceglie uno o l’altro? Mi si dirà: la nomina dei direttori e dei capi dipartimento, e lo vediamo negli avvisi pubblici di questi giorni, è comunque di natura fiduciaria. Ci mancherebbe, ma la motivazione ci deve essere.
Del resto, è una procedura che non prevede colloquio. Quindi, se pure uno può avere un curriculum formativo più scarno rispetto ad altri. magari ha delle ambizioni, o riesce a dimostrare in un colloquio di saperne molto di più rispetto ad altri. In questa fattispecie non c’è assolutamente, quindi, il cittadino Francesco Ventola non sa e non può sapere perché viene scelto Tizio, Caio o Sempronio.
Ma tutte queste persone rispettabilissime, che rappresentano noi tutti in seno alla Giunta, li hanno letti i tre curricula? Non dico tutti e 34, ma almeno i tre che sono stati sottoposti alla loro attenzione: li hanno letti? Mi fa piacere, con soddisfazione ho visto che l’assessore Bray non era presente a quella Giunta. Per il ruolo che ricopre fuori da questo Consesso, infatti, sarebbe stata un’altra delusione che si aggiunge a tante altre su questo argomento.
In uno dei curricula, il candidato – mi dia qualche secondo ancora, perché non voglio dire cose non giuste – oltre ad avere due lauree, master, attività di docenza, è stato il responsabile, per conto dell’Italia, nella ricostruzione bellica in Kosovo, è stato responsabile del Fondo sociale europeo 2002-2007 per la Provincia autonoma di Bolzano, ha rappresentato l’Italia, il Governo italiano in seno alla Commissione europea per quanto attiene tutte le questioni legate all’occupazione e al welfare, è stato anche nella direzione generale, con il ruolo di policy officer nel settore lavoro e politiche sociali, in preparazione della gestione del semestre italiano di presidenza del Consiglio dell’Unione europea. Da gennaio 2015 ad aprile 2016 è stato anche direttore delle politiche del lavoro per l’Emilia-Romagna e per la città di Bologna, e dal 2016 al 2020, pensate un po’, è stato anche direttore dell’Agenzia Piemonte Lavoro. Tanto di cappello. Tanto di cappello.
Poi c’è l’altro che, addirittura, ha una esperienza sempre con lauree, master e altre cose, un’esperienza di gestione del personale, di risorse umane e di organizzazione in multinazionali importanti dalla Total, alla RCS, a Mediaset, alla Bocconi, chi più ne ha più ne metta, che sempre il cittadino Ventola si chiede: ma perché chi studia, chi si è impegnato, chi dimostra con i fatti di sapere non viene scelto? È chiaro che essendo noi politici e soprattutto per quanto ci riguarda dotati di sentimenti di riconoscimento di buona fede nei confronti di chiunque, sicuramente il Presidente Emiliano e la sua Giunta avranno validi motivi per cui hanno scelto Tizio o Caio.
Dispiacerebbe se in quella maturata esperienza quinquennale che qui non viene assolutamente rimarcata magari viene fuori che viene preso in considerazione il fatto che chi è stato scelto negli ultimi due anni ha fatto il commissario straordinario dell’ARPAL, perché questa è una delle motivazioni che ci dice il direttore del Dipartimento. Allora, sempre con quel principio di buonafede, che facciamo costruiamo i percorsi ad personam? Nominiamo una persona attraverso l’istituto dell’intuitu personae, legittimamente, e poi quella nomina diventa valore per concorrere a una selezione.
Chiedo solamente, a parti invertite, che cosa sarebbe accaduto in una situazione del genere, in un’agenzia che deve in questo momento particolare occuparsi di organizzazione di lavoro e dell’esperienza maturata anche in termini professionali nelle aziende private. Vivaddio, le cronache giornalistiche degli ultimi tempi ci hanno raccontato e ci stanno raccontando altro, fermo restando che noi siamo non garantisti, di più.
Non ci interessa assolutamente prendere in considerazione la singola persona che è stata nominata, perché altrimenti avremmo presentato un altro tipo di mozione, con altre fattispecie, con altri fatti e dettagli molto più particolari. Invece no, a noi interessa la Giunta Emiliano perché attua in questo modo, perché decide in questa maniera, perché deroga a tutte le norme previste per la nomina dei direttori, perché solo per questa agenzia, perché si è accanita intorno a questa situazione mettendo in difficoltà immagino tutti, soprattutto i colleghi di maggioranza.
Siccome una delle nostre competenze è quella di porre dei dubbi e magari diventare collaborativi, con questa mozione altro non facciamo che dire alla Giunta Emiliano: ravvediti! Visto che state nominando, e sono in corso ancora di pubblicazione, i nuovi undici direttori di dipartimento…
Speaker : PRESIDENTE
Consigliere Ventola, però, siamo oltre i sei minuti.
Speaker : VENTOLA
…facciamo in modo che anche questa nomina possa avvenire seguendo le regole che questo Consiglio e questa Giunta si è data. Quindi, la mozione revoca quel provvedimento e verifica meglio tutti i curricula che ci sono stati, magari al pari di quello che accade e di quello che dovrà accadere per la nomina degli altri dipartimenti. Del resto, si tratta di un’Agenzia che dovrà gestire e amministrare più di 200 milioni di euro di risorse, che non sono risorse regionali, sono risorse rivenienti dalla Comunità europea e dallo Stato italiano, ma che comunque sono soldi dei cittadini.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie, consigliere Ventola.
Ci sono altri interventi? Assessore Stea, prego.
Speaker : STEA, assessore al personale
Presidente, prima di dare una risposta al collega Ventola e agli amici, vorrei chiedere il numero legale, per vedere se poi possiamo andare avanti con la votazione.
Speaker : PRESIDENTE
Quindi, chiede la verifica del numero legale?
Speaker : STEA, assessore al personale
Sì, grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Assessore Stea, facciamo così: lei dia la risposta; poi, in fase di votazione procediamo alla verifica del numero legale.
Speaker : STEA, assessore al personale
Okay. Va bene, Presidente.
La risposta io credo che sia sempre la stessa, con il massimo rispetto che ho nei confronti di Francesco Ventola e di tutto il Gruppo. Io credo che questo sia un problema prettamente politico, che è stato presentato e portato all’Aula non oggi, ma già dalla passata consiliatura. Almeno per altre quattro volte siamo andati al voto in Aula. Io credo che sia diventata una continua persecuzione, indipendentemente da come si sia arrivati alla nomina, da come si sia arrivati alla scelta del direttore dell’ARPAL. Vedo un’azione politica nei confronti di un personaggio politico che ha avuto i suoi trascorsi come sottosegretario al lavoro, come senatore, come consigliere regionale, e che con il gruppo che come dice lui, come dice su questa mozione, che è andato a rappresentare, che rappresentava, che era il leader dei popolari con Emiliano, io, onestamente, con dei manifesti che sono stati resi pubblici da parte di Massimo Cassano in tutti i vari Comuni, o a livello regionale in questa campagna elettorale trascorsa, questi manifesti non li ho mai visti.
Lui non è leader di nessun partito politico. Nell’ultimo periodo, dopo la nomina a direttore, prima della nomina del direttore, io sono diventato il coordinatore regionale del movimento civico politico Puglia popolare, con il quale, poi, con un accordo sottoscritto anche con Totò Ruggeri, siamo andati a formare questa lista delle regionali popolari con Emiliano.
Forse i nostri voti hanno nuociuto molto nel risultato finale, avendo fatto vincere la coalizione del Presidente Emiliano, a discapito del candidato Presidente Fitto. Capisco che la sconfitta nuoccia ancora, però io credo che continuare su questa strada, ogni volta, in Consiglio regionale, chiedendo una mozione nei confronti del direttore dell’ARPAL, è diventata una cosa anche sgradita.
Io credo che dobbiamo preoccuparci di quelle che sono le tematiche e dei problemi più importanti che stiamo vivendo, come la pandemia ed altre situazioni, che purtroppo dobbiamo seguire con attenzione. Non può essere sempre il problema dell’ARPAL al centro del Consiglio regionale, o di qualsiasi Consiglio regionale noi andiamo ad espletare.
Ogni volta che entriamo in Aula, come è successo nell’ultimo periodo dell’altra consiliatura, al primo punto all’ordine del giorno, quando si trattava di parlare di mozioni e di interrogazioni, c’era la mozione nei confronti del direttore dell’ARPAL.
Questa partita spero che sia l’ultima. Gradirei che venga chiusa. Nello stesso tempo il Governo è contrario. A nome di tutta la maggioranza noi voteremo in modo contrario.
Speaker : PRESIDENTE
Presidente Zullo, prego.
Speaker : ZULLO
Grazie, Presidente.
Colleghi, a me dispiace che l’assessore Stea voglia ricondurre questa questione nell’ambito di una contesa tra le persone che fanno parte di questo Gruppo o tra il Gruppo stesso rispetto a una rivalsa, una non gioia, un dolore perché magari l’esito elettorale non ci è stato favorevole. Dispiace. Perché dispiace? La prova dov’è di questo? È in quello che lui dice. Lui dice che di questo ce ne siamo occupati da tempo, ma ce ne siamo occupati non perché avevamo preso di mira una persona, che rispettiamo, per il quale nutriamo anche sentimenti di amicizia, per carità. Quello che mettiamo in evidenza è semplicemente un dato, il dato della proposizione collaborativa rispetto al Presidente Emiliano e alla Giunta che, probabilmente, nell’adottare l’atto di nomina, di scelta del direttore generale, a seguito delle procedure di indizione o avviso pubblico e di valutazione, probabilmente ha commesso un errore insieme alla Giunta.
Con questa mozione noi diciamo: “Carissimi, noi siamo qui ad aiutarvi. Prima di tutto vorremmo aiutare il collega Stea, perché fa parte della Giunta, aiutarvi a capire se non abbiate commesso un errore”. Perché diciamo questo? Perché, vedete, l’avviso dice che il direttore generale è colui che ha svolto attività in organismi enti pubblici o privati ovvero aziende pubbliche o private con esperienza acquisita per almeno un quinquennio nell’ambito di organi di amministrazione attraverso l’esercizio di funzioni dirigenziali e così via.
I requisiti di ammissione non sono requisiti politici, cioè di chi ha fatto campagne elettorali, di chi è leader di un movimento, se è leader, se non è leader, se è stato su Facebook a spingere per un partito, se non è stato. Non è questo. Dobbiamo entrare non nella diceria, noi dobbiamo entrare nella lettura degli atti. Il bando cita i requisiti specifici di ammissione: comprovata esperienza e competenza in materia di diritto del lavoro, che abbiano ricoperto incarichi di responsabilità amministrativa – non politica, ma tecnica – o gestionale in strutture pubbliche o private. Ora noi diciamo: noi abbiamo visto i trentaquattro curricula, li abbiamo visti noi, speriamo che li abbiate visti voi in Giunta, caro collega Stea. Speriamo. Perché se li aveste letti sicuramente sareste arrivati alle stesse conclusioni alle quali siamo pervenuti noi, perché con dovizia di particolari il collega Ventola vi ha raccontato. Se il collega Stea non concorda con Ventola, caro Ventola, devo presumere che non abbia letto i trentaquattro curricula. E bene hai fatto a dire un po’ tutte le caratteristiche dei curricula, perché è il collega Stea che prima di tutto deve operare un ravvedimento rispetto alle sue convinzioni. Non siamo certo noi, caro collega Stea.
Perché dico questo? Perché nella valutazione dei curricula si fa una comparazione e si valorizzano le esperienze, si valorizzano le competenze, si valorizza il percorso di studi dei candidati. Già nella terna il collega Ventola ci descrive dei curricula che sono molto più copiosi rispetto alle caratteristiche tecnico-professionali e di studio del prescelto. Ma se noi andiamo nei trentaquattro ce ne sono ben altri. Cioè, a nostro avviso probabilmente nemmeno sarebbe dovuto entrare nella terna.
Poi c’è un altro dato. È vero che le nomine sono intuitu personae, però non può esserci una nomina senza una motivazione. L’atto è nullo. Quando si nomina una persona per intuitu personae senza una motivazione, l’atto è nullo, quella nomina decade automaticamente. E ci può essere sempre nel corso del tempo qualcuno che eccepisce, e non in sede politica e istituzionale del Consiglio, ma in altre sedi possa eccepire questa nullità.
Vi prego di capire che la nostra è un’azione politica a tutela dell’Ente, a tutela dell’ARPAL e a tutela di tanti giovani che devono vedere nella nostra azione un’azione rivolta a valorizzare il merito, a valorizzare l’impegno, a valorizzare il corso degli studi e non a valorizzare l’attività politica, perché, come diceva Ventola, probabilmente anche noi avremmo potuto fare la domanda e poi optare se continuare a fare il direttore generale o – sicuramente meglio – fare i consiglieri regionali o, meglio, fare il direttore generale dell’ARPAL, considerato che lo stipendio è molto più alto rispetto alle nostre indennità. Questo è il dato.
Ora, qui io vengo ad una mozione: è un appello che io rivolgo ai colleghi della maggioranza e ai colleghi del Cinque Stelle. Se questa cosa fosse successa nella scorsa legislatura, probabilmente saremmo stati anticipati dall’azione dei colleghi Cinque Stelle, è sempre stato così. Noi non riuscivamo ad intervenire perché arrivavano sempre loro prima, e chiaramente non è che potevamo andare al traino.
Oggi li vedo silenti, e io mi auguro che oggi sia un’occasione per darci una mano a mettere ordine in questa situazione. Ci aspettiamo quindi uno scatto di orgoglio, che punti a mettere in evidenza merito e giustizia sociale, e che punti a dare anche un messaggio, ai nostri giovani, che dica ai nostri giovani: guardate che si può accedere a dei ruoli apicali se vi impegnate, non se seguite un politico, o se siete leader, o se siete su Facebook, se siete portatori di voti, eccetera, se fate vincere questo o quel candidato Presidente, questo o quel… No. Perché è da lì che nascono l’efficienza e l’efficacia di un’azione amministrativa: più uno è preparato, più è efficiente, e con maggiore efficienza, economicità ed efficacia guida un ente. Ed è questo che noi ci aspettiamo che si dica alla collettività pugliese.
Allo stesso modo noi ci aspettiamo che anche i colleghi di maggioranza possano assumere, rivendicare quel ruolo che è sì di indirizzo, ma anche di controllo rispetto alla Giunta, e che rispetto a questa mozione possano darci manforte, rispetto a quei valori che io ho enunciato poco fa. Questo noi ci auguriamo.
E io sono convinto, caro collega Stea, che lei sarà il primo a rivedere il suo “no” alla mozione, perché è giusto che lei lo riveda. Rivedere un “no” alla mozione significa rimettere a posto una serie di situazioni che francamente non sono tollerabili. Se siamo intervenuti per cinque, sei, sette volte, come lei dice, e comunque dalla passata legislatura, proprio per dimostrare che non siamo legati a un esito del voto, se siamo, dicevo, intervenuti sei o sette volte è perché per sei, sette volte siete stati trincerati dietro un muro che avete retto capoticamente rispetto a delle valide ragioni che noi sostenevamo, riguardo ad un percorso che non era sostenibile, e che non è sostenibile. Ecco perché, Presidente, noi siamo convinti di stare in una azione politica legittima, un’azione politica legittima che si potrà anche riprodurre. Non se ne dolga il collega Stea se dice “finiamola”, non se ne tolga se nel nostro pensiero non ci sia quel termine “finiamola”.
Non pensate che si possa essere così consociativi nel recepire acriticamente tutto quello che fa la Giunta. Saremmo in una tirannia che noi non consideriamo. Noi siamo qui a esercitare molta azione di indirizzo, di proposizione, di suggerimento e ovviamente tutto questo parte da un controllo degli atti, di quelle che sono le attività e diamo sempre la nostra idea di conclusione di procedimenti amministrativi.
Vengo all’altro elemento che ha messo in evidenza il collega Ventola. Scusate, in tutte le procedure c’è la nomina di una Commissione. La valutazione non può essere legata al giudizio di una persona che è messo in difficoltà. Quel poverino, caro Ventola, da solo doveva dare un giudizio? Penso che sia il lavoro collegiale che porta a un esito favorevole, compiuto rispetto a una giusta valutazione. Quel poverino è stato messo da solo, quando invece doveva essere coadiuvato da altri componenti in una Commissione e nel discorso collegiale sicuramente quell’errore, a nostro avviso errore, non sarebbe stato fatto.
Diciamo al Presidente Emiliano, alla Giunta: ravvedetevi, ripensate a tutto quello che ha fatto, revocatelo, annullatelo. Andrebbe annullato, a mio avviso, dall’inizio. Annullatelo, rifate la procedura, nominate una Commissione, scegliete quello che ha una comprovata esperienza e competenza in materia di diritto del lavoro e che abbia ricoperto incarichi di responsabilità amministrativa, tecnica e gestionale soprattutto con esiti positivi, perché se io ho ricoperto degli incarichi di natura gestionale in un’azienda con esiti negativi non è che lo vado a scegliere per guidare un’azienda pubblica. Tutto questo è essere blasfemi? No, è essere responsabili. È essere accanto al Presidente Emiliano, essere accanto alla Giunta, essere accanto nel dire che forse non avete visto, non avete valutato bene questo procedimento. Ravvedetevi. Io non so degli assessori che sono collegati da remoto, però io mi appello all’assessore Maraschio, che è qui presente. Assessore, io ho avuto modo, in questi pochi mesi di convivenza in questo Consiglio, anche di apprezzare i suoi punti di vista fermi su convinzioni legittime, magari non condivise da me, però puntigliosamente legati a una lettura di stretta interpretazione delle norme, ma io non vedo, assessore Maraschio, come questa stretta interpretazione delle norme non sia stata acquisita o messa in evidenza nella seduta di Giunta. Probabilmente qualcosa le sarà sfuggito. Ma tutto questo procedimento è qui. Se lei vuole, noi glielo consegniamo. Se va nella stretta interpretazione di queste norme, si renderà conto che la nostra è un’attività politica da elogiare, e da elogiare perché non è rivolta a fare dolore, è rivolta, invece, a dire: guardate che si può riprendere una situazione che probabilmente vi è sfuggita di mano. Perché vogliamo questo? Perché, quando lei, con quella sua puntigliosità positiva, tiene a precisare, nella stretta interpretazione delle norme, un voler agire per un futuro positivo del territorio e della collettività che insiste sul territorio, noi siamo di quella stessa puntigliosità, perché vogliamo agire affinché si costruisca un futuro che sia positivo per il nostro territorio, per i nostri giovani, per i nostri figli, i nostri figli che devono partire dalla convinzione che c’è bisogno di impegno, di studio, di acquisizione di competenze e di esperienze per poter assurgere a certi ruoli. Il bisogno, invece, di seguire un politico per arrivare a una poltrona deve essere secondario rispetto all’impegno che deve essere dedicato nella vita dei nostri figli. Questo è un insegnamento che noi genitori diamo ai nostri figli.
Penso che anche lei – lei non vota, assessore Maraschio, mi scusi – potrà capire la nostra azione politica, a differenza di qualche altro componente di Giunta, che la butta in un discorso di contesa, che è inesistente. Noi non contendiamo nulla a nessuno. Non è una questione di contesa, è semplicemente una questione di messa in evidenza di qualcosa che è obbrobriosamente non rispondente alla volontà del legislatore, che il legislatore si è dato con la legge, con i regolamenti, ma anche con la stessa Giunta che ha emanato un bando e poi emana un bando con dei requisiti, eccetera, ma per la designazione del prescelto, questi requisiti non vengono valutati. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a lei, Presidente Zullo. Consigliera Laricchia.
Speaker : LARICCHIA
Grazie, Presidente.
Io non sono d’accordo con la risposta, con le informazioni contenute nella risposta dell’assessore Stea, che ha parlato di un problema politico che deve aver spinto una forza di opposizione a chiedere chiarezza su questo concorso e su questa nomina.
Secondo me, si tratta di un vero e proprio problema sociale, se proprio vogliamo definirlo in qualche modo, uno di quei problemi che viviamo da tempo in questo Paese. Io non so come possiamo permetterlo. Oggi siamo venuti a conoscenza, io per prima, che Massimo Cassano è stato scelto nel suo ruolo a capo dell’ARPAL dopo che sono stati comparati addirittura 34 curricula, e poi presentata una terna, quindi selezionati tre fra i migliori di questi 34 curricula, selezionato in una terna. Sono stati visti i curricula, all’interno della terna, e pare che ci fossero dei requisiti, dei titoli e delle esperienze lavorative di altre persone che non sono state scelte, che quantomeno meritavano quel ruolo alla stessa maniera, se non di più, e quindi si chiede una spiegazione.
Si chiede di fare chiarezza su questo, si attenziona su un possibile errore. Questo non è un problema qualunque, questo è il problema del nostro Paese e della nostra generazione. Io sono stata molto felice quando in questa legislatura ero la più giovane consigliera regionale della scorsa legislatura, e ho scoperto, in questa legislatura di non essere la più giovane, ovviamente erano anche passati cinque anni, ma naturalmente c’erano addirittura più persone più giovani di me.
Questo mi ha fatto un enorme piacere, perché io credo tantissimo nel potenziale dei giovani. Di giovani parliamo tutti, ne parlano tutti. Al momento, però, di dare fiducia ai giovani, ci si sottrae quasi sempre. Invece è molto bello che anche in questo Consiglio regionale siano entrati un numero di giovani in più.
Credo molto nel loro potenziale perché hanno la freschezza, hanno l’entusiasmo, hanno anche le conoscenze, e devono farsi l’esperienza, naturalmente. La mia generazione in questo Paese, in questa parte del Paese sa perfettamente che cosa significa studiare, lavorare, meritarsi, sudarsi dei titoli, sudarsi delle esperienze e delle capacità e far fatica ad affermarsi, perché c’è sempre magari qualcuno un po’ più fortunato, un po’ più furbo, che riesce ad arrivare prima in alcuni ruoli rispetto a chi magari ha studiato, ha lavorato, ha fatto di tutto per meritarselo.
Questo è quello che condanna tantissime persone della mia età, se non più giovani ormai, a emigrare. Siamo una generazione che si rivede, si rincontra soltanto a Natale. È chiaro, oggi siamo in un periodo ben lontano dall’ordinario, ma quando non c’era la pandemia e quando si spera finirà questi sono i nostri problemi. Ci ritroviamo a Natale, in estate, perché è una generazione che ormai è spiattellata in tutto il mondo, è sparita in tutto il resto del mondo e si ritrova magari durante le festività.
Questo per dire che è il problema dei problemi. Quando c’è una denuncia di questo tipo dobbiamo tutti dare la massima attenzione, dobbiamo tutti fermarci un attimo e controllare se non siamo, se non siete responsabili di un ennesimo episodio che si inserisce in questa serie di episodi che condannano una generazione intera se non un Paese, perché quando si fanno errori di questo tipo, quando eventualmente, probabilmente, si sceglie non per merito, ma per conoscenze, per politica, si crea un curricula a furia di nomine politiche e poi naturalmente si sceglie quella persona più adatta per ragioni politiche non strettamente meritocratiche si creano tre problemi, che sono quelli per cui noi ci trasciniamo disservizi nella pubblica amministrazione da anni. Prima di tutto il disservizio, perché evidentemente non sempre mettiamo le persone giuste al posto giusto e queste persone gestiscono un servizio pubblico. Quel servizio pubblico è quello con cui abbiamo a che fare tutti noi, perché tutti noi che siamo politici, che siamo dipendenti, che siamo studenti abbiamo a che fare in qualche modo con la pubblica amministrazione e può capitare di trovarsi davanti naturalmente delle persone sbagliate o gestite da una persona sbagliata. Poi c’è uno spreco di risorse, perché questa persona, queste persone nominate in qualche modo hanno diritto a un emolumento naturalmente e se impiegato bene produce prodotti appunto se invece non è dato alla persona giusta insomma è uno spreco di risorse perché viene comunque erogato, ma non produce il servizio. Soprattutto, questo viene sottovalutato, ma io lo conosco benissimo e chi conosce anche il mondo delle imprese lo conosce perfettamente, si crea un clima di sfiducia incredibile nei confronti della pubblica amministrazione. Ormai abbiamo anche imprese che non partecipano più ai bandi, abbiamo persone che non partecipano più ai bandi pubblici perché tanto danno per assodato che sono assegnati e quindi non vale neanche la pena con i propri titoli, con le proprie esperienze andare a provare un concorso perché tanto si sa che le cose sono già state assegnate. Questo continua ad alimentare un terreno non solo di clientelismo, ma di sfiducia e di disservizi. Restano indietro i migliori quindi siamo entrati in un vortice sempre peggiore, che crea veramente disservizi su disservizi, sfiducia su sfiducia e così via.
Io non credo neanche, come ha presentato addirittura l’assessore Stea, Cassano come un perseguitato. Io non lo ritengo un perseguitato, francamente. Credo anche che sia piuttosto fortunato. Credo che, invece, i perseguitati possano sentirsi veramente i giovani, veramente chi ha studiato e chi merita certi ruoli, e invece si vede sempre sorpassare magari per altre ragioni. Quindi, ha bisogno, merita, questo episodio, la massima attenzione. Magari scopriremo che era veramente il curriculum più giusto. Io me lo auguro, guardate. Però, forse è il caso di fermarci un attimo a vedere proprio perché il tema è molto importante, il tema è strategico. Non è solo importante perché è giusto, è strategico perché è proprio strategico, perché produce risultati, perché fa la differenza tra un paese che funziona e un paese che non funziona, per tutte le ragioni che vi ho detto.
Tra l’altro, come giustamente è stato anche detto, se il Presidente Emiliano vuole fare le sue nomine, bene, che le faccia tranquillamente, lasci in pace le menti magari migliori, non le chiami a partecipare a un bando che tanto magari andrà in una direzione già stabilita, faccia la sua nomina fiduciaria, ed è finita lì. Non ha umiliato, evidentemente, persone che partecipano, che sentono di avere i requisiti e che poi, invece, per qualche motivo questi requisiti non vedono riconosciuti.
Ora io chiedo una cosa. Tra le cose spiacevoli che sono accadute qui, l’Aula si è svuotata, l’Aula si è incredibilmente svuotata anche di quelle persone più giovani di me, per dirne una, a cui volevo fare appello. Del resto, se io conosco, a trentaquattro anni, questo problema, credo che a maggior ragione lo conosca chi è più giovane di me, ma non solo, perché abbiamo tutti dei figli, dei fratelli, dei nipoti, dei vicini di casa che affrontano questi drammi e a cui dobbiamo dimostrare, con il nostro esempio, che attenzioniamo un caso. Lo ripeto, magari scopriremo che va tutto bene, che era giusta la procedura, che era veramente il curriculum più giusto. Però, lo dobbiamo fare. Non dobbiamo sottrarci e non dobbiamo scappare dall’Aula.
Presidente, le chiedo anche di chiamarli uno a uno, così come fece l’ultimo Consiglio regionale, quando stava per cadere la maggioranza, stava per cadere il numero legale, e li chiamò uno a uno per accertarsi che il numero legale non mancasse. Lei non deve chiamare i consiglieri regionali uno a uno per salvare una maggioranza, può farlo anche – diciamo così, per un gioco di parole – per salvare una generazione. Andiamo a farlo, perché non è giusto, non è normale. Io non so neanche chi ha dato ai commessi… Sicuramente hanno ricevuto l’incarico di ritirare le schede. Ma quando mai! L’altra volta si chiamò uno a uno i consiglieri per evitare che cadesse il numero legale, e oggi sono state addirittura tolte le schede per evitare che sia fatta la presenza.
Io li chiamerei, così come è stato fatto l’altra volta, perché mi sembra che dobbiamo come minimo avere lo stesso atteggiamento sempre. Ma poi, in particolare, in questo episodio, a cui perdonatemi, forse tengo più che a tanti altri. Per me rappresenta proprio un problema generazionale, io lo sento veramente un problema generazionale, quindi veramente diamo voce a questa generazione, che non può sentirsi umiliata in questa maniera, e non può vedere la politica addirittura scappare via dall’Aula quando è il momento di fare la differenza.
Se queste cose accadono è perché ogni volta che ognuno di noi è messo in una situazione simile, è messo davanti ad una scelta, davanti a un bivio, sceglie di continuare, anche inconsapevolmente, in questa direzione, cioè quella che porta avanti il quieto vivere, che evita di creare imbarazzo alla maggioranza, che evita di creare imbarazzo alle amicizie, alle conoscenze.
Noi invece qua abbiamo un’altra sfida, davanti. Se le cose devono cambiare, dobbiamo iniziare a cambiare prima di tutto noi. Chiedo quindi massima chiarezza sull’episodio denunciato, prima di tutto, e chiedo soprattutto partecipazione da parte della maggioranza e di tutti i consiglieri regionali a questo momento, perché ripeto, stiamo decidendo, stiamo affrontando uno degli episodi più importanti, più significativi per una generazione, e anche per questa legislatura. E questa non è una Regione che merita di essere trattata con atteggiamenti come questo.
Grazie a tutti. Mi auguro che adesso partano veramente le telefonate.
Speaker : PRESIDENTE
Consigliere Perrini.
Grazie a lei, consigliera Laricchia.
Speaker : PERRINI
Grazie. Ci sono tutti? L’assessore Stea Giovanni c’è?
Speaker : PRESIDENTE
Sì, è presente.
Speaker : PERRINI
Ha ragione l’assessore Stea quando dice che è la quarta o quinta volta. Condivido, ci sono problemi molto più seri, fuori. Giustamente, è facile dire queste cose.
Anche io ho pensato, fino a poco tempo fa, di cercare un modo per arrivare ad una soluzione su questo argomento, che anche a me stava stancando un po’, devo essere sincero. Ma poi, pian piano ho cominciato a informarmi, soprattutto quando sono arrivati nelle mie mani i curricula.
Ho cominciato a leggerli uno ad uno. Io della Regione Puglia, ve lo devo dire, ho sempre avuto e continuerò ad avere rispetto: dei dirigenti e di tutti i tecnici che sono in tutti gli ambienti. Quando sono nel mio territorio, tanti giovani sono molto arrabbiati, che vedono in ogni cosa per fare un concorso o chiedere qualcosa un’assunzione, devono chiedere per forza la raccomandazione. Io dico di no, non è così, perché io mi trovo in Regione e vi posso dire che funziona tutto bene. Ho conosciuto dirigenti e personalità all’interno della Regione con cui veramente ho un bel rapporto e noto che hanno delle grosse capacità. L’ho sempre detto e continuerò a dirlo. Oggi io mi sento sconfitto. Come sapete, non mi piace intervenire spesso, ma su questa cosa mi sento sconfitto anche dai miei colleghi di maggioranza e di opposizione.
Quasi tutti sono andati via. Non ho capito anche il senso di togliere la scheda. Dobbiamo stare attenti perché se mi alzo un secondo, qualcuno mi viene a togliere la scheda e poi la dobbiamo andare a ritrovare. Questa è una cosa che devo anche capire, perché non è giusto. Invito la stampa, invito chi è attento a leggere i curriculum di chi ha partecipato a questo bando. Non è una questione politica, perché, caro Giovanni, sai la stima e il rapporto che abbiamo, che io ho nei tuoi riguardi, ma non è alla persona. Prima ha fatto un passaggio, perché abbiamo perso le elezioni, perché questo è un percorso che l’ha detto anche lei, caro Giovanni, che partiva già dalla vecchia legislatura. Credo di rivedere bene questa situazione e spero con tutti i colleghi di maggioranza e opposizione. È bello parlare e ascoltare anche gli amici del Movimento 5 Stelle; capire cosa pensano di questa problematica, perché prima quando stavano dalla parte nostra, insieme ad Antonella, erano i primi a spingere anche loro su questa situazione. Non è un problema di destra, di sinistra o di centro. Ma dobbiamo continuare a far capire ai nostri ragazzi come tanti di noi, compreso me, soprattutto che in giro dico che in Regione Puglia c’è trasparenza, c’è meritocrazia, c’è qualità.
Dico sempre, soprattutto in questo momento, che la gente è disperata, “partecipate ai concorsi, fateli, portate i curriculum, perché la politica sta cambiando, non c’è più bisogno di avere per forza la raccomandazione”.
Ho letto i 32 curriculum che stanno qua, 34. Rimango molto amareggiato perché un domani qualcuno mi potrà dire di tutti questi ragazzi che tutto quello che io ho detto era bugia e loro che dicono che anche tu rappresenti la Regione mi possono anche rinfacciare quello che ho detto.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie.
Consigliere Caroli, prego.
Speaker : CAROLI
Grazie, Presidente.
Vorrei ricollegarmi all’intervento fatto poc’anzi dall’assessore Stea. Io sono alla mia prima esperienza e, facendo parte di un Gruppo, ho dovuto anch’io attenzionare e riscontare tutto quanto è accaduto intorno e rispetto a questa procedura. Così come hanno fatto i miei colleghi del mio Gruppo, ma credo anche quelli dell’opposizione, hanno valutato e hanno avuto modo di quantificare e riscontrare quello che è previsto all’interno degli stessi. Ma tenuto conto che l’esperienza politica non va considerata, all’interno del curriculum è previsto che l’esperienza politica è di oltre trent’anni, ha inserito un’esperienza da manager aziendale che non ho giammai capito, ma in questo caso ancor di più, cosa vuol significare. Ma quello che più mi fa specie è l’inserimento di una caratteristica, che è quella del background nel mondo della finanza. Questo ha suscitato in me interesse e ho voluto a questo punto andare a mega-attenzionare tutto quanto era previsto all’interno degli altri curricula. Ed è venuto fuori tutto quello che è stato esplicitato poc’anzi dai miei colleghi.
Ma io, questa sera, vorrei spostare l’asse del ragionamento verso quella che ormai è una procedura che è conclusa. Nessuno qui, visto questo fuggifuggi generale, mi è sembrato che a un certo punto fosse passato Gengis Khan, mi sembrava di vedere le colline mongole dove passavano queste carovane di cavalli che portavano via tutto e tutti, vorrei spostare l’asse del ragionamento su quella che è ora l’impostazione che è stata data. Noi abbiamo cercato in tutti i modi, e ritengo di essermi anche confrontato con l’assessore Stea, che è assessore al personale, su quella che è l’impostazione che hanno voluto dare, che è quella di voler utilizzare la somministrazione di lavoro interinale. Probabilmente a qualcheduno è sfuggito perché, presi da questo ragionamento, non ci siamo resi conto che già trenta ragazzi o ragazze sono già state assunte, altrettanti sono prossimi a essere assunti, sempre con contratto interinale, ma cara Presidente, faccio ammenda e mi appello a lei, che è una donna con dei fondamenti forti, che è sempre stata vicino al mondo del lavoro. Il ricorso al lavoro interinale, ma dovrebbe saperlo prima di me l’assessore al personale, da parte della pubblica amministrazione, avviene quando si è in presenza di esigenze periodiche collegate a situazioni di urgenza non fronteggiabile con il personale di servizio, ovvero, con personale reclutabile attraverso gli usuali canali previsti dal decreto-legge n. 33 del 2001.
Io ora le chiedo, e qui mi ricollego a quanto diceva poc’anzi la collega Laricchia: si parla di meritocrazia, si parla di premiare i giovani. La legge è chiara, in questo momento, e dice alle pubbliche amministrazioni – e noi, comunque sia, siamo una pubblica amministrazione – che ove necessita di personale, bisogna ricorrere allo scorrimento delle graduatorie in essere. Chi è in graduatoria e chi ha sostenuto una prova selettiva, non se l’è aggiudicata arrivando primo, ma è risultato comunque sia abilitato alla categoria per cui ha partecipato.
Allora io ora le chiedo, e chiedo a questo Consesso: perché in questo momento è necessario non rispettare quelli che sono i dettami di legge, e ricorrere all’utilizzo della somministrazione interinale. andando a gravare con un buon 20 per cento in più sulla spesa del personale? Perché in questo momento, soggetti giovani, e le posso rappresentare questo, che oggi, se lei andasse a fare un’analisi attenta, oculata e precisa di quelle che sono le graduatorie dei candidati di B, C e D, riferendo e definendo tali coloro i quali possono ricoprire ruoli amministrativi, contabili e tecnici, il 96 per cento degli stessi è coperto da personale che ha conseguito la laurea.
Abbiamo tentato in tutti i modi. Ora, l’ultima possibilità che abbiamo è questa: oltre a seguitare a chiedere di bloccare, ove è possibile, questa procedura, di fermarsi, arrestarsi, pensare un attimino e cercare di spostare l’asse delle varie attività andando ad utilizzare le procedure così come è previsto per legge.
Quindi, oltre a tutto quanto accaduto rispetto a questa procedura, tengo a precisare e a stigmatizzare in maniera forte e importante la procedura è stata seguita rispetto al reclutamento del personale. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie.
Ha chiesto la parola il consigliere Gabellone. Ne ha facoltà.
Speaker : GABELLONE
Grazie, Presidente.
È una brutta vicenda in cui la minoranza, il Gruppo di Fratelli d’Italia ha cercato di dare un contributo, di dare un contributo costruttivo così come sia Francesco Ventola che il Capogruppo Ignazio Zullo, ma poi anche Renato e Luigi hanno provato a fare; un contributo fattivo e serio per far sì che in un ambito, quello del lavoro, che insieme all’ambito sanitario è uno dei due perni, rappresenta una delle due situazioni più critiche e più difficili che in un periodo caratterizzato dal Covid stanno attanagliando il nostro Paese e quindi anche la Puglia, non merita un ritorno, un salto al passato.
L’idea che ci siamo fatti è che si è tornati indietro al 1800. Non siamo nel 2021, non siamo in un’epoca in cui i cittadini, i giovani in modo particolare, hanno la percezione di poter avere al Governo della Regione un metro di giudizio che debba privilegiare, che debba tenere in conto in modo particolare i meriti, l’acquisizione sul campo dei requisiti necessari per governare un processo, quello del mondo del lavoro, che evidentemente oggi diviene decisivo in un periodo pandemico, ma anche in una realtà territoriale quale quella del Mezzogiorno d’Italia e della Puglia, che vivono questi momenti con ancora maggiore difficoltà.
Il collega Caroli faceva riferimento anche ai ragazzi che oggi, attraverso l’agenzia interinale, hanno la possibilità di cimentarsi in un periodo ben determinato, in un’attività lavorativa.
Il rischio, Luigi, qual è? Che si possa riprodurre quello che già Francesco Ventola e Ignazio Zullo hanno sottolineato, e cioè che attraverso questi periodi transitori si acquisiscono non i titoli, perché con un concorso che è in corso – scusate il bisticcio di parole –, quindi i titoli si fermano nel momento in cui l’istanza, la domanda è stata presentata, ma evidentemente si acquisisca quella professionalità, che poi evidentemente assolutamente privilegerà, andrà a migliorare le loro performance nel momento in cui si terrà il concorso. Quindi, sono degli ambiti e sono delle procedure che evidentemente si riproducono e che distorcono quella che dovrebbe essere la linea diretta, la linea retta di un’Amministrazione pubblica che ha come proprio obiettivo spendersi per fare in modo che i giovani possano rimanere qui in Puglia, possano avere qui in Puglia fiducia nelle Istituzioni e non debbano sentirsi traditi dalla pubblica amministrazione.
Ecco perché in maniera costruttiva il Gruppo di Fratelli d’Italia – lo sottolineo ancora una volta – ha inteso dare il proprio contributo, che non ha alcun collegamento – mi dispiace evidenziarlo, Assessore – con i momenti elettorali. Tutti siamo abituati all’esito positivo o negativo, siamo pronti ad accettarlo. Nessuno immagina di poter affrontare una campagna elettorale e di poter averla vinta prima che possa essere disputata la competizione.
Mi permetto anche di rilevare, Presidente, e conosco la sua persona, la sua sensibilità e la sua capacità in maniera autorevole di rappresentare le Istituzioni, che quanto si è verificato in quest’Aula con il ritiro da parte degli addetti alle tessere che testimoniano la presenza è un fatto che non può essere tollerato, perché questo deve avvenire a chiusura della seduta di Consiglio regionale e non può avvenire nel corso della seduta stessa. È un fatto sgradevolissimo, rispetto al quale mi appello alla sua sensibilità, al suo senso e al suo rispetto delle Istituzioni per evitare che ciò possa accadere nuovamente.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE
Grazie a tutti.
È stata chiesta la verifica del numero legale. Ovviamente, la verifica non si può fare, se non in quando si stia per procedere alla votazione. Abbiamo atteso che si procedesse alla votazione. Siccome siamo in duplice veste, in modalità mista, come previsto dal Regolamento, cioè, parte da remoto e parte in presenza, e siccome il Regolamento all’articolo 34 prevede che per verificare se il Consiglio è in numero legale il Presidente ordina la verifica con il procedimento elettronico, si è preferito evitare che ci possa essere confusione rispetto alla verifica con il procedimento elettronico. Ed essendo previsto che quando un consigliere va via ritira la tessera, salvo poi rimetterla nel momento in cui ritorna, per evitare confusione, si è adottato questo sistema.
Ovviamente, nulla toglie alla chiarezza e alla certezza democratica dell’Aula: lì non c’è alcun consigliere, se non la Presidente Di Bari, per cui tutto è nella regola. In ogni caso, lo ripeto: la circostanza deriva dal fatto che siamo in modalità mista, quindi bisogna evitare che ci sia confusione. È richiesto il procedimento elettronico, di cui adesso vediamo prova: bisogna evitare che ci sia confusione tra la presenza della tessera e comunque l’assenza, posto che il consigliere, quando se ne va, deve ritirare la tessera.
Un’ultima cosa voglio dirvi: dovendo procedere alla verifica del numero legale, noi dovremo, come suggerito dalla stessa consigliera Laricchia, chiedere a voi di pigiare… La può prendere la tessera, come non ce l’ha? Chi entra deve avere la tessera. Non ho capito. Prima che si passi al voto, è scritto nel regolamento. Quindi, dobbiamo fare la verifica del numero legale ora. Ritira la tessera. Non è il commesso, è il consigliere che deve portare la tessera agli uffici, nell’ipotesi che se ne vada.
In ogni caso… Adesso l’ha chiesta? Ce l’ha? Perfetto, quindi è tutto a posto. In questo modo… Sì, se va via deve lasciare la scheda.
Lo sa il consigliere, lo sa ciascun consigliere. Non lo deve sapere un altro, non lo devono sapere gli uffici. Anzi, questo fa chiarezza.
Scusate, allora adesso vedrete che non è semplice relativamente al procedimento elettronico verificare il numero legale. In ogni caso, voi preferite che il consigliere lasci la tessera ogni volta che si allontana o preferite che il consigliere lasci la tessera solo quando decide che non torna, quindi definitivamente? Perché, oggettivamente, il Regolamento prevede che il consigliere lasci la tessera quando decide di non tornare. Va bene? Okay. Ma perché non c’è nessuno. Guardate!
Siamo d’accordo. Benissimo. Infatti ho detto…
Si ricorda che erano i consiglieri collegati da remoto e li chiamavamo? Ascolti… Univoco.
Consigliere Caroli, abbiamo chiamato tutte le persone…
Rispettiamo le regole sempre. Noi abbiamo chiamato… Consigliere Caroli… Consigliere Caroli, abbiamo chiamato tutte le persone da remoto, esattamente quello che farò adesso se me lo fate fare. Chiamerò tutte le persone che sono spuntate… Ho capito! Perciò chiameremo le persone di cui risulta la spunta, una a una.
Non è così. Noi abbiamo chiamato a una a una le persone di cui risultava la spunta perché erano collegate da remoto, esattamente quello che farò stasera. Io collegherò… Prego? L’ha scritto peraltro anche la consigliere Laricchia.
Tranquilli, tranquilli.
Cominciamo a fare l’appello delle persone da remoto. Tutti coloro i quali hanno la spunta noi li chiamiamo.
Mazzotta Paride. Scusate, un momento. Non ci sfugga che stiamo facendo la verifica del numero legale.
Secondo il Regolamento dovete pigiare per testimoniare la presenza, a chi è in presenza.
Prima della votazione. “… stia per procedere a qualche votazione”, articolo 34, comma 1.
Paride Mazzotta risulta presente con la spunta da remoto. C’è? No.
Stea Giovanni.
Speaker : STEA
Presente.
Speaker : PRESIDENTE
Noi dobbiamo pigiare. Avete fatto tutti? Perfetto.
La verifica…
Ho chiamato tutti quelli presenti sulla spunta.
Presenti 14 più da remoto 1, 15.
Presenti 15.
La seduta è tolta per mancanza del numero legale. Dobbiamo aggiornarla? Avevamo stabilito che alle 17 sarebbe finita, quindi non devo fare la chiama nuovamente, successivamente. Ci dobbiamo vedere al prossimo Consiglio. Grazie a tutti. Però, adesso è tolta la seduta.