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Speaker : PRESIDENTE.
La seduta è aperta.
(Inno nazionale)
Buongiorno a tutte e a tutti, cari colleghi e care colleghe.
Diamo per approvati i due processi verbali, quello della seduta del 18 settembre 2025 e a seguire quello della seduta del 19 settembre 2025.
Devo comunicarvi. che il Consiglio dei Ministri, in data 2 ottobre 2025, ha deliberato di non impugnare le seguenti leggi regionali: legge regionale n. 13 del 06.08.2025 recante “Misure per l’attrazione, valorizzazione, mobilità circolare e permanenza dei talenti in Puglia”; legge regionale n. 14 del 06/08/2025 recante “Articolo 1, comma 4, della legge regionale 30 aprile 2025, n. 6 (Disposizioni urgenti per la copertura del disavanzo del servizio sanitario regionale risultante dal conto economico al quarto trimestre 2024): utilizzo economie per la riduzione della destinazione delle risorse relative alle eccedenze di gettito dell’anno 2024. Variazione al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2025 e pluriennale 2025-2027”.
Per l’assegnazione alle Commissioni, il collega Napoleone Cera. Prego.
Speaker : CERA.
È stata effettuata la seguente assegnazione: Commissione I “Riconoscimento di legittimità di debiti fuori bilancio ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettere a) e ed e) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 relativi ai disegni di legge dal n. 177 al n. 183 dell’11/09/2025”.
Per quanto riguarda interrogazioni, interpellanze e mozioni presentate, è stata presentata l’interrogazione a risposta scritta da parte del consigliere Scatigna “Criticità relative al nomenclatore dell’assistenza protesica e necessità di un intervento regionale”.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Possiamo procedere.
Carissime e carissimi colleghi consiglieri, questa seduta chiude l’XI legislatura della Regione Puglia. È stato per me un onore presiedere questa Assise, un ruolo che ho svolto con profonda responsabilità ed equilibrio, nella consapevolezza dell’importanza di questa Istituzione per la vita e lo sviluppo della nostra Puglia.
Ho cercato di avvicinare il più possibile questo Palazzo ai cittadini, affinché il Consiglio regionale fosse davvero la casa dei pugliesi. Abbiamo aperto le porte a tanti eventi, dibattiti sulle questioni della vita quotidiana e, soprattutto, abbiamo accolto tantissimi giovani. È stato un via vai meraviglioso di studenti, dal Gargano a Leuca, di ogni età. Abbiamo ospitato tante personalità impegnate in campo sociale e culturale, affinché il loro esempio fosse conosciuto, raccontato e replicato. Abbiamo sostenuto associazioni culturali e di volontariato.
Costante è stata la nostra battaglia contro le disuguaglianze e la violenza, in particolar modo quella di genere, ma anche tra i ragazzi e le ragazze. Con molti di loro abbiamo dato vita al progetto “Giovani in Consiglio”, ma voglio ricordare anche l’attuazione della Rete delle elette, che ha coinvolto tutte le amministratrici pugliesi. In questo modo, il nostro Consiglio regionale è stato particolarmente vicino a giovani e donne, come supporto per la loro crescita e formazione istituzionale, un’attività intensa, grazie alla collaborazione dei dipendenti di questo Consiglio, senza i quali la macchina non potrebbe mai funzionare e oggi voglio ringraziare ciascuna e ciascuno di voi, consigliere e consiglieri di maggioranza ed opposizione, per la collaborazione istituzionale di questi cinque anni. Nel rispetto reciproco dei ruoli, abbiamo portato avanti, molto spesso in maniera unanime, leggi e provvedimenti indirizzati al solo bene comune dei pugliesi. Non sempre è stato facile e non è mancata qualche amarezza. Per questo voglio ringraziare in particolar modo chi tra questi banchi ha mantenuto il senso della responsabilità, assicurando la propria presenza e il proprio contributo.
Non sono mancati i momenti di dibattito, anche molto accesi, ma questa è la democrazia, che garantisce il confronto e la libertà di pensiero, che vanno sempre tutelati e difesi. Noi rappresentiamo la volontà dei cittadini, che hanno delegato a noi le scelte e questo non dobbiamo mai dimenticarlo. Auguro a tutte e tutti voi buon cammino nell’impegno civile e politico per la nostra Puglia.
Do l’avvio all’ordine del giorno di oggi, che parte… Che parte con quello che abbiamo discusso in Conferenza dei Capigruppo. Quindi abbiamo all’ordine del giorno alcuni punti tutti finanziari.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Emiliano.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Perché lei mi costringe. Oggi non avevo previsto questo momento, ma lei ha voluto fare questo saluto e il mio silenzio poteva sembrare… Dato il momento, poteva persino apparire con un significato. Invece, onestamente ho voglia di ringraziare tutti. Ho voglia di ringraziare ovviamente la maggioranza, ma anche l’opposizione. Ho voglia di ringraziare tutti i cittadini pugliesi, che ci hanno consentito in questi anni di avere risultati strepitosi, mai conseguiti in precedenza, con il lavoro, l’impegno, la determinazione; il che ovviamente non vuol dire che ogni azione, ogni passaggio era un assist. Abbiamo sbagliato tanti gol, qualcuno anche a porta vuota. Abbiamo avuto momenti di difficoltà, ma questo fa parte assolutamente della fisiologia.
È abbastanza raro che una Regione vada al voto nella situazione in cui stiamo andando, nel senso che, grazie a questo lavoro così importante, abbiamo la certezza che la comunità pugliese vuole continuare così come abbiamo fatto in questi dieci anni. È una certezza che sta portando anche ad una campagna elettorale serena, tranquilla, senza particolari conflitti. Ovviamente, questo è anche merito dello stile e del modo di essere del centrodestra, che da questo punto di vista è inappuntabile, ma è anche – me lo consentirete – il sintomo della forza del centrosinistra, che in nessuna Regione italiana arriva alla verifica nelle condizioni in cui arriviamo qui. Ovviamente questa cosa non posso non rivendicarla, perché se non avessimo fatto il nostro dovere fino in fondo non ci sarebbe la situazione che abbiamo. Naturalmente la devo rivendicare non a titolo personale, ci mancherebbe, ma a titolo di tutti i milioni di pugliesi che nei vari settori si sono fatti onore. La Fiera di Rimini di ieri è stata un trionfo assoluto per un settore, quello turistico, che possiamo definire una specie di termometro del gradimento generale, della stima, della reputazione di cui è circondata la nostra regione. I dati sullo sviluppo economico di questo decennio sono straordinari e sono riscontrati persino, come ho detto più volte, dalle parole del Presidente del Consiglio Meloni, sono riscontrate dai livelli occupazionali, che sono straordinari, senza precedenti.
In materia sanitaria abbiamo scalato la classifica dei livelli essenziali di assistenza e stiamo per inaugurare nuove strutture, è un tripudio continuo di nuovi impianti, nuovi macchinari, ovviamente con tutte le difficoltà che ne derivano. Ma credo che questo avvenga in tutta Italia. Questo va detto. Ad esempio, abbiamo fatto una verifica sulle liste d’attesa: voi immaginate che la metà delle prenotazioni che bloccano le liste d’attesa prevedono una rinuncia alla prestazione. In altre parole, una prestazione viene prenotata, dopodiché evidentemente ci sono state altre situazioni, il che ovviamente determina parecchi problemi.
La mia battaglia personale, come voi sapete, contro le risonanze magnetiche superflue è una battaglia continua. Abbiamo fatto persino un bellissimo libretto da parte dell’ASL di Bari che spiega che la risonanza magnetica non è terapeutica, non fa passare il mal di schiena né altro, e va dedicata solo ai casi di particolare importanza.
Potremmo parlare dei recenti provvedimenti che abbiamo preso in materia di trasporto, abbiamo approvato finalmente il Piano triennale dei trasporti (o stiamo per approvarlo), anche quello non senza difficoltà, ma sicuramente.
In ogni caso, l’anno scolastico è cominciato e il mio telefono, che è un altro termometro importante, non ha dato segnali di particolare difficoltà, come normalmente invece accadeva anche negli anni passati.
Il clima generale politico è positivo, nel senso che c’è una grande collaborazione con i Sindaci, con i Presidenti delle Province, quindi, un blocco sociale rilevante che, lo riconosco, non è un blocco ideologico, ci mancherebbe. È stato più volte detto che la nostra Amministrazione era un’Amministrazione trasformista, perché molte persone non ideologicamente e ontologicamente appartenenti al centrosinistra, hanno finito per sostenerci.
D’altra parte, se è vero che ci sono fra i 30 e i 40 punti di vantaggio nei sondaggi, evidentemente questa cosa ha spostato l’asse politico di una Regione che oggettivamente non era in origine… Adesso è più facile dimenticare, ma quando abbiamo cominciato, l’idea che la città di Bari per 25 anni di seguito potesse essere guidata dal centrosinistra sembrava una barzelletta, sembrava il titolo di Cuore, era una cosa impossibile, eppure è avvenuta. Anche in Regione rischiamo di avere lo stesso, senza peraltro traumi, senza sgarbatezza, senza cattiveria.
L’opposizione fa il suo lavoro, ed è stata utilissima per correggere tutti gli errori che sono stati commessi durante questo periodo. Li abbiamo corretti nella maniera più rapida e importante, abbiamo costruito una nuova classe dirigente in questi anni, perché tutto quello che voi vedete e che viene presentato alla Puglia per il futuro è stato progettato 10 anni fa, 15 anni fa, molto tempo fa. Qualcuno dirà “l’avrai progettato male”. No, io non l’ho progettato male. Le circostanze personali non cambiano nulla con riferimento al lavoro che è stato fatto per costruire una nuova classe dirigente che è tutta qui, fatta di giovani, ovviamente di giovani che adesso non lo sono più tanto, ma che evidentemente hanno consentito anche alla politica, quella con la “P” maiuscola di avere un ruolo fondamentale perché la nuova classe dirigente non si costruisce nelle amministrazioni, ma si costruisce nel vivo del primato della politica. E che il primato della politica in Puglia abbia avuto un ruolo rilevante deriva anche dall’entusiasmo che vedo esserci nelle riunioni che si stanno facendo per la scrittura del programma.
Vorrei, ovviamente, in particolare ringraziare il Partito Democratico, perché il Partito Democratico – non ve lo dimenticate – ha fatto un lavoro pazzesco di scrittura di un programma che mi auguro sia poi reso omogeneo con quelle che sono le indicazioni del rapporto diretto con i cittadini e col popolo.
Mi viene in mente (l’ho già detto altre volte) Piero Angela oggi, solo che io sono ancora vivo. Piero Angela ha lasciato un meraviglioso messaggio, che poi suo figlio ha distribuito dopo la sua morte, nel quale si dice: io sono arrivato fino a qui, ho fatto tutto quello che potevo fare. Come voi sapete, avrei voluto anche continuare a dare una mano in un ruolo diverso, ma è andata come è andata e non me ne lamento, perché. sinceramente non c’è nulla di obbligatorio in politica, non c’è nulla che crei, diciamo così, un diritto soggettivo ad andare avanti in un contesto che, evidentemente, per una serie di ragioni, preferisce fare cose diverse.
Questo – lo dico nell’Aula – non cambierà di un millimetro il mio atteggiamento nei confronti della Puglia, della mia parte politica; non cambierà di un millimetro il mio atteggiamento nei confronti delle persone. Posso anche essermi arrabbiato, perché io le bugie non le so dire, però questo non vuol dire che non mi sia già passata, perché mi è passata, nel senso che, quando si verificano situazioni del genere, alla fine dei conti l’importante è che l’insieme delle cose riesca ad andare avanti. Il mio lavoro non era quello di far prevalere un punto di vista individuale, era quello – 22 anni fa – di provare, per conto della mia parte politica, a cambiare una situazione che sembrava impossibile da cambiare. È un po’ un discorso che faccio al centrodestra, dicendo che non è detto che debba andare sempre così. Certo, cambiare le cose non è semplice e prevede un lavoro durissimo, ma voi mi siete testimoni che questo lavoro non è passato da opzioni giustizialiste, non è passato dagli insulti, non è passato dalla criminalizzazione dell’avversario. Anzi, devo dire che io ho sempre avuto rapporti di stima e di affetto anche nei confronti dei miei avversari politici, che non hanno mancato, anche in questa fase, di farmi sentire questo affetto, del quale, ovviamente, vi ringrazio.
Auguro a questa Regione di proseguire questo cammino, senza farsi prendere da ansie di nessun genere. Bisogna essere felici e gioiosi nell’esercizio delle funzioni politiche, innanzitutto perché si governa una Regione che è una Ferrari in questo momento, una Ferrari che ogni tanto deve andare certamente in officina, che avrà tante complessità. Essendo una grande macchina, una macchina complicata, va continuamente registrata, ci mancherebbe. Questo lavoro di registrazione è il lavoro che ci attende. Nulla vieta che anche a una Ferrari si possa cambiare il motore, si possano cambiare i princìpi fondamentali dell’alimentazione, la si possa rivoluzionare. Certo, questa rivoluzione deve, però, passare da un confronto democratico, che mi auguro ‒ da questo punto di vista, prendo questo impegno ‒ di poter reggere anche in futuro, anche come semplice cittadino. Credo di aver maturato almeno il diritto, se non quello al quale aspiravo, di poter dire la mia su quello che in futuro accadrà in questa Regione.
Nel frattempo, devo dirvi che sono assolutamente sereno, felice di tutto quello che è accaduto. Questa felicità mi auguro sia ancora un dato fondamentale con il quale dovete andare avanti. Dovete andare avanti con il sorriso sulle labbra, felici, entusiasti, convinti di stare impegnando, sì, tanto tempo della vostra vita privata sottraendolo ai vostri cari, ai vostri figli, perché questo, purtroppo, è il nostro lavoro, checché ne dica l’opinione pubblica, checché ne dicano i tanti populisti che guardano alla politica solo nell’aspetto deteriore, senza rendersi conto che ti porta via l’anima, il tempo, la serenità. Succede che devi partecipare al dolore della tua famiglia, alla felicità della tua famiglia, con dentro metà della testa che sta ragionando se dobbiamo approvare o non dobbiamo approvare il bilancio.
Colgo l’occasione per dire che l’approvazione di questo bilancio è un atto di cortesia e di garbo verso chi verrà dopo di noi, punto e basta. Non c’è nessun interesse specifico nell’approvazione del bilancio, se non quello di non rendere la spesa della prossima Amministrazione più lenta. Siccome l’opposizione ha lo stesso interesse della maggioranza alla rapidità della spesa, noi abbiamo pensato di fare un gesto di rispetto nei confronti del prossimo Consiglio regionale e della prossima Amministrazione presentando il bilancio. Dopodiché non è materia da guerra civile, sia chiaro, nel senso che, se voi pensate che queste cose siano discorsi ragionevoli e utili, bene, sennò niente… C’è l’esercizio provvisorio. L’esercizio provvisorio però rende un po’ più complicata la vita della Amministrazione. Tutto qua.
Per favore, non diamo a questa seduta un valore che essa non ha. Noi siamo persone perbene, siamo persone serie e abbiamo pensato di mettere nelle condizioni, chi verrà dopo di noi, di non avere danni. D’altra parte non ci si può rimproverare nulla, perché non è che noi siamo in ritardo sul bilancio. Non lo potevamo fare prima di adesso. Purtroppo, la data delle elezioni, che non è stata rinviata, era questa e coincideva con la procedura inevitabile di approvazione del bilancio.
Ciononostante, siccome il bilancio è un atto doveroso, il Presidente ha ritenuto di fissare questa seduta. Quindi io non posso non chiedervi, nello spirito che ha connotato questo mio intervento, di fare in modo che la chiusura di questa Amministrazione metta nelle condizioni la successiva di lavorare più serenamente possibile. Se poi dopo non siete di questa idea o qualcuno pensa ancora che nelle sedute di bilancio bisogna lanciare dei messaggi… A me i messaggi me li avete lanciati tutti. Io li ho presi tutti. Mo’ non ci posso fare più niente, nel senso che non sono in grado di cogliere questi vostri messaggi subliminali al momento dell’approvazione del bilancio. Vi prego, vi prego di fare l’interesse della Puglia approvando questo bilancio. In bocca al lupo e viva la Puglia.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente. Allora, passiamo all’esame dell’ordine del giorno.
Il primo punto: “Prosieguo esame disegno di legge n. 90 del 17 aprile 2025. Rendiconto generale della Regione Puglia per l’esercizio finanziario 2024”.
Eravamo già in sede di voto, stavamo all’articolo 4, riepilogo entrate e spese di competenza.
Nel frattempo, devo dire, ho visto che si sono prenotati alcuni colleghi. Preciso che in Conferenza dei Capigruppo valutammo di fare questa seduta di Consiglio sul bilancio inteso in forma tecnica, quindi senza emendamenti, proprio perché siamo già in una fase di prorogatio e andiamo in approvazione del bilancio e degli altri documenti finanziari per consentire che la prossima legislatura si apra con il massimo delle disponibilità possibili. D’altra parte, il bilancio è stato formulato – garantisce la Giunta e si è detto in Commissione – proprio tenendo conto del bilancio precedente. Quindi, non si ammettono emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Campo. Prego.
Speaker : CAMPO.
Presidente, lei ha declinato giustamente l’esito della Conferenza dei Capigruppo, dove invero non è che abbiamo raggiunto parecchie intese, e io intervengo soltanto per anticipare e rammentare al Consiglio che avevamo impostato così la seduta e non abbiamo, pertanto, inteso forzare il dato della decisione dei Capigruppo, però c’era la contingenza delle vicende, nella contingenza che impone una riflessione sulle vicende belliche, e nei giorni scorsi era stata presentata una mozione, Presidente, che riguardava il conflitto in Palestina, che io chiederò, in coda ai lavori, al Consiglio l’opportunità di considerare e di votare. Volevo anticiparlo e precisarlo, ovviamente se ve ne saranno le condizioni.
Per il resto, colgo l’occasione, visto che sono intervenuto, per ringraziare il Presidente Emiliano non solo per oggi ma per questi dieci anni straordinari che abbiamo vissuto assieme a lui.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Perrini. Prego.
Speaker : PERRINI.
Grazie. Signor Presidente e colleghi consiglieri, oggi prendo la parola con un sentimento misto di amarezza e di responsabilità. Altre volte ho parlato a braccio, ma questa volta voglio leggere, perché sono emozionato, trattandosi dell’ultimo Consiglio regionale. Quindi, oggi voglio leggere il mio pensiero.
Ciò che stiamo facendo qui oggi non è un atto dovuto ma un atto che, con onestà istituzionale, non doveva neanche esserci. La legislatura è scaduta il 21 settembre e da quella data il Consiglio regionale è in regime di prorogatio. Questo non è un dettaglio tecnico, è un formalismo giuridico. Significa che da quel momento la funzione politica è sospesa e resta solo quella amministrativa, limitata agli atti straordinari, ineludibili e urgenti.
Niente più decisioni politiche, niente più iniziative discrezionali, solo ciò che serve a garantire la continuità della macchina pubblica fino all’insediamento del nuovo Consiglio. Questo non è un’interpretazione, è la regola delle regole. È fondamento della correttezza istituzionale il principio di equilibrio che impedisce a chi è in uscita di usare il potere per condizionare la fase elettorale. Invece, oggi noi siamo qui, in una seduta che di fatto non ha titolo politico per riunirsi.
Questo, permettetemi, è un fatto grave, perché la prova dell’illegittimità politica di questa seduta è già scritta negli atti. Tutti gli emendamenti sono stati dichiarati inammissibili, tutti, e se sono stati dichiarati inammissibili significa che lo stesso Consiglio riconosce di essere in regime di prorogatio elettorale e dunque privo di pienezza delle funzioni deliberative.
Questo, colleghi, è un dato oggettivo, non è un’opinione. Allora mi chiedo, e vi chiedo: se non possiamo discutere gli emendamenti, se non possiamo approvare atti di merito, se non possiamo esercitare pienamente la funzione legislativa, che senso ha convocare e tenere un Consiglio regionale? È una forzatura istituzionale, un gesto politico che travalica la neutralità che dovrebbe caratterizzare questo periodo. Figuriamoci approvare un bilancio di previsione, seppure tecnico, con tutti gli atti economici all’approvazione; atti che questo Consiglio, per la mancanza di numeri della maggioranza, non è stato in grado di approvare nei mesi scorsi.
Siamo all’assurdità, l’abbiamo detto la scorsa settimana in una conferenza stampa e lo ripetiamo oggi, qui, con grande forza. In queste settimane si dovrebbero garantire parità di trattamento, equilibrio, sobrietà. La correttezza istituzionale avrebbe imposto un’altra strada, semplice e limpida: l’esercizio provvisorio in dodicesimi, uno strumento previsto, legittimo, utilizzato da tante Regioni d’Italia, anche di diverso colore politico. È stato fatto in Veneto, dove hanno dimostrato rispetto per l’Istituzione e per i cittadini, evitando qualunque rischio di strumentalità. E se il Veneto ha potuto farlo, perché la Puglia no? Perché qui si è scelto di forzare la mano, di convocare comunque un Consiglio, sapendo che non poteva produrre nulla di sostanziale? La risposta è semplice e purtroppo amara: per mandare un messaggio politico non istituzionale, per mostrare che anche a legislatura scaduta qualcuno vuole tenere ancora in piedi la vetrina del potere. E vedremo se oggi ci saranno i numeri. Per noi le istituzioni sono luogo di responsabilità e la responsabilità più grande è sapere quando è il momento di fermarsi.
Oggi non serviva questo Consiglio, serviva un gesto di sobrietà, serviva dire ai pugliesi che la legislatura è finita, ma la Regione continua a funzionare in modo ordinato e trasparente, con l’esercizio provvisorio, come ha fatto la Regione Veneto, come ho già detto. Sarebbe stato un segnale di maturità politica, di equilibrio, di rispetto delle regole. Invece ci troviamo a discutere nel pieno della campagna elettorale, in una seduta che è stata di chiusura forzata, un epilogo improvvisato e, permettetemi, un uso improprio dell’Istituzione.
Non è un caso che, mentre si gioca con le procedure, i veri problemi dei pugliesi restino tutti lì irrisolti. La sanità continua a essere la ferita più dolorosa. Secondo il rapporto GIMBE del 2024, oltre 424.000 pugliesi, cioè il 9 per cento della popolazione, ha rinunciato almeno a una prestazione sanitaria, un dato superiore alla media nazionale e in crescita rispetto alle precedenti. Significa che più di 1 su 10 ha detto di non potersi curare, perché non c’è posto, perché le liste d’attesa sono infinite e perché i costi sono insostenibili. Intanto, si spendono milioni di euro in incarichi, consulenze, agenzie, e non migliora di una virgola la qualità dei servizi. È uno scandalo silenzioso, che offende la dignità dei cittadini e tradisce il senso del diritto alla salute.
Cosa dire dei rifiuti? La Puglia è la regione con la TARI più alta d’Italia, non perché i cittadini producono più immondizia, ma perché la gestione del ciclo dei rifiuti è stato un fallimento. Le discariche pubbliche promesse non sono mai arrivate, gli impianti restano bloccati, tra ritardi e veti incrociati, e alla fine si pagano tre volte per spedire i rifiuti fuori regione. Un controsenso economico e ambientale, che pesa sulle tasche dei pugliesi e sulla credibilità della Regione.
La verità è che l’ideologia ha sostituito la competenza e oggi ne paghiamo il prezzo.
Poi c’è il mondo agricolo, che da anni chiede ascolto e risposte. La Xylella, che doveva essere contenuta, ha ormai raggiunto il Gargano. Sono stati trovati 47 ulivi infetti a Cagnano Varano: significa che la malattia ha colpito anche l’ultima provincia che si era salvata. È una ferita enorme per l’economia, per il paesaggio e per la nostra identità. Intanto, gli agricoltori continuano a pagare il Tributo 630 per servizi che non ricevono, vedendo sempre più distante la Regione dai problemi reali.
Queste erano le priorità, non le sedute simboliche, non le riunioni fuori tempo massimo, ma la concretezza di chi ogni giorno lavora, produce e tiene in piedi questa terra.
Eppure, mentre la Puglia reale combatte tra sanità, rifiuti, agricoltura in crisi, la Puglia istituzionale si concede una seduta che sa di accanimento politico. È come se si volesse dimostrare che nulla è cambiato, che tutto resta uguale anche quando il mandato è scaduto, ma non è così. Il tempo politica è finito e la correttezza impone di prenderne atto. Continuare a riunirsi significa solo alimentare la sfiducia dei cittadini verso l’istituzione, perché la gente lo vede, lo capisce, lo commenta. Ma come? Dicono che la legislatura è finita e siamo ancora lì, in Consiglio regionale.
Allora io credo che serva un segnale forte. Serve dire basta, basta con le forzature e basta con le finzioni e basta con la politica che non sa fermarsi. Restituiamo la dignità a questa Aula, riconoscendo che oggi non ci sono le condizioni né giuridiche né politiche per deliberare e concentriamoci sull’unico dovere che ci resta: garantire la continuità dell’Amministrazione attraverso l’esercizio provvisorio, fino all’insediamento del nuovo Consiglio. Tutto il resto è abuso di forma e qui abuso di sostanza.
Fratelli d’Italia non è qui per assecondare questo gioco. Siamo qui per affermare un principio, che le regole valgono per tutti anche quando è scomodo rispettarle. Oggi chi tenta di aggirarle domani non avrà alcuna legittimità per chiedere rispetto ai cittadini. Colleghi, la Puglia ha bisogno di un segnale di serietà, non di scenografie di fine legislatura. Ha bisogno di una politica che rispetti la legge, che sappia distinguere il proprio ruolo da quello istituzionale, che non usi l’Aula come megafono elettorale, perché la credibilità della politica passa dal rispetto delle regole, dal senso del limite, dalla capacità di dire il mio tempo è finito, ora parli il popolo.
La Puglia merita una classe dirigente sobria, coerente e rispettosa. Da qui, da quest’Aula che oggi non avrebbe dovuto riunirsi, inizia la nostra battaglia per una Regione che torni ad essere credibile, pulita, imparziale e soprattutto al servizio dei cittadini e non di se stessa. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Perrini. Ha chiesto di intervenire il presidente Pagliaro. Ne ha facoltà.
Speaker : PAGLIARO.
Grazie, Presidente. Siamo alla fine della legislatura e scorrono così i titoli di coda di un film lungo cinque anni. È anche la fine di un decennio, il decennio targato Michele Emiliano, che ha radicato e consolidato il sistema di potere costruito dal suo predecessore Nichi Vendola.
Il rischio è che il loro erede, Antonio Decaro, prosegua sulla stessa strada se dovesse diventare presidente, cosa che noi scongiureremo, chiaramente, anche se annuncia una discontinuità di facciata, probabilmente perché ha voluto di fatto decretare con queste sue iniziative degli ultimi mesi, un fallimento, quello che noi da tempo evidenziamo, di questo sistema.
La verità è che lui è figlio ed erede del sistema Vendola-Emiliano. Tirando le somme di questa legislatura, che era iniziata bene, per la verità, e che si sta chiudendo nella maniera peggiore, non possiamo tacere le storture di una gestione del potere esercitata come poltronificio, intrecciando interessi ed amicizie, moltiplicando incarichi e nomine con affidamenti sospetti che sono venuti a galla, bandi usciti su misura, elargiti per interessi elettorali, scandali, indagini giudiziarie, misure cautelari, tanto fango che ha sporcato l’immagine della Regione Puglia.
Molte teste, troppe teste sono cadute. Ma in questi cinque anni i pugliesi e i loro bisogni sono diventati l’ultimo dei problemi del Presidente Emiliano, troppo impegnato nel Risiko dei tavoli regionali e nazionali per gestirsi e garantirsi un futuro politico a Roma.
Ha fatto campagna acquisti nel centrodestra, ha piegato il civismo dei suoi interessi per farne arma di ricatto contro il Partito Democratico, sempre un piede dentro e un piede fuori. Ha usato i 5 Stelle per puntellare la sua maggioranza scricchiolante fin dal principio di questa legislatura.
Noi invano abbiamo chiesto in tutte le occasioni un cambio di passo, abbiamo denunciato l’umiliazione di doverci trascinare in una legislatura deprimente che ha calpestato il Regolamento del Consiglio e le nostre prerogative. Ci siamo ritrovati ad affrontare sedute con ordini del giorno chilometrici, con tanti punti all’ordine del giorno molto importanti che non sono stati mai trattati. Siamo stati costretti a ricorrere alla scorciatoia dell’articolo 17 per inserire le nostre proposte di legge, senza sapere se e quando sarebbero state effettivamente discusse.
Ma quel che è peggio – e qui veramente viene meno la prerogativa dei consiglieri regionali – le leggi e le mozioni approvate sono rimaste spesso inattuate. È una cosa deprimente per chi lavora, come abbiamo lavorato noi, con grande impegno quotidianamente. In ogni settore, dalla sanità ai rifiuti, si è navigato a vista senza visione e senza alcuna programmazione.
Abbiamo denunciato nelle nostre ispezioni nelle strutture sanitarie, dove abbiamo chiesto più volte di venire insieme a noi al Presidente Emiliano e agli assessori alla sanità che si sono succeduti, ma sono sempre molto attenti e molto impegnati alla loro zona, al loro bacino elettorale, dove inaugurano straordinarie apparecchiature e apparati nuovi, mentre negli ospedali del Salento, giusto per capire, se montano una TAC è una TAC usata già in altre strutture del barese, ma di questo magari parleremo in maniera più approfondita nel corso di questa campagna elettorale.
Assistiamo all’impoverimento costante dei servizi sanitari territoriali; alla situazione al collasso nei pronto soccorso, alla disorganizzazione che pesa sul lavoro degli operatori della sanità, alla difficoltà di prenotare visite ed esami diagnostici a causa di liste d’attesa infinite o agende sature, alla rassegnazione – e questa è la cosa più grave – dei cittadini più poveri e fragili che rinunciano alle cure o vendono anche le fedi nuziali per potersi curare. È un diritto che viene negato quotidianamente.
Sul capitolo rifiuti parlano i costi alle stelle della TARI, causati da una carenza di impianti che non è stata mai sanata e dalla mancanza di volontà – colpevole, dico io – di chiudere il ciclo dei rifiuti.
Anche nel settore energia abbiamo fatto battaglie su battaglie, abbiamo denunciato il lassismo della Regione, che ha lasciato così campo libero alle multinazionali e alle speculazioni, facendo del nostro territorio e del nostro mare praterie di conquista minacciate da scempi paesaggistici.
Il capitolo “infrastrutture e trasporti” è la dimostrazione più lampante del “baricentrismo” di questo Governo regionale, che considera soprattutto il Salento periferia dell’impero, relegandoli a collegamenti antiquati. Viaggiamo ancora su treni a gasolio del far west, abbiamo un aeroporto sottodimensionato e carente, siamo tagliati fuori dall’Alta velocità ferroviaria.
Ora siamo alla fine e vogliamo tirare una linea definitiva su questa legislatura e sulla precedente, su vent’anni di Governo della sinistra in Puglia. È tempo di cambiare, di voltare pagina davvero. Immaginare e costruire un altro futuro per questa regione è possibile ed è necessario. Noi siamo pronti e chiederemo ‒ lo stiamo chiedendo ‒ ai cittadini che vogliono il cambiamento di darci fiducia.
Veniamo, così, al bilancio. Il bilancio di previsione a legislatura scaduta pensiamo sia l’ultimo atto di forza e di arroganza di questo Governo regionale, e noi, chiaramente, non ci stiamo. L’unica mediazione possibile è l’autorizzazione all’esercizio provvisorio. I bilanci 2026 e quelli per i due anni successivi dovranno essere scritti dal nuovo Presidente e dalla sua Giunta e approvati dal nuovo Consiglio regionale. La legislatura si è chiusa il 21 settembre e non ci presteremo all’approvazione di un atto di straordinaria amministrazione, il più importante del Governo regionale, nella fase pre-voto, in cui la Regione dovrebbe adottare solo provvedimenti urgenti e indifferibili. La strada da percorrere è quella dell’esercizio provvisorio, con la spesa bloccata in dodicesimi fino all’insediamento del nuovo Governo, ma è evidente che si tratta di una partita politica tutta interna alla maggioranza, che non c’è, una maggioranza senza numeri già da troppo tempo, un’ipoteca sul futuro della Puglia che non vogliamo avallare.
Noi vogliamo poter progettare e programmare il futuro senza vincoli e legacci, vogliamo costruire una Puglia diversa da quella che ci sta consegnando questo Governo uscente. Lo dicono i dati del rendiconto sociale INPS 2024, che smentiscono la narrazione trionfalistica di Emiliano e dei suoi. L’occupazione femminile è ferma al 36 per cento, a fronte del 52 per cento della media nazionale; giovani cervelli e braccia in fuga; lavoro nero e precario; retribuzioni tra le più basse d’Italia: questa è la realtà, altro che la Ferrari, Presidente, che non c’è più.
Dunque, non consegneremo anche il prossimo triennio alle scelte del Governo regionale uscente. Per noi questo bilancio di previsione è da bocciare. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, praticamente stiamo anticipando la discussione sul bilancio, per cui ci riteniamo avvantaggiati per la discussione successiva. Consigliere Scalera, prego.
Speaker : SCALERA.
Grazie, Presidente. Signor Presidente, colleghi consiglieri, oggi è doveroso da parte mia rompere il muro dell’ipocrisia che da vent’anni copre la realtà dei fatti in questa regione. La Puglia è stata ostaggio di una narrazione di plastica, mentre i cittadini hanno pagato sulla loro pelle il prezzo salatissimo del fallimento del centrosinistra alla guida di questa Regione. Vent’anni, signor Presidente. Due decenni, un’intera generazione cresciuta sotto Governi regionali che hanno promesso di tutto, che hanno fatto solo promesse e mantenuto di queste promesse quasi nulla, se non una macchina politica che si è solo dedicata alla gestione del potere, non certo del benessere dei cittadini pugliesi.
Volete lasciare il vostro marchio anche a tempo scaduto… Mi dica, Presidente… Come dicevo, volete lasciare il vostro marchio anche a tempo scaduto. Ci chiedete di approvare questo bilancio di previsione sapendo che state oggi, in questa Assise forzando la mano.
Forse, signor Presidente, avete cambiali da pagare in vista delle imminenti elezioni del 23 e 24 novembre? Sapete bene, però, che questa legge di bilancio potrebbe essere sonoramente bocciata dal Governo nazionale, sul quale scaricherete le vostre responsabilità.
Sapete già di poter prendere tanti schiaffi: schiaffi in faccia, signor Presidente, ma continuate ad andare avanti come se nulla fosse. Le state pensando tutte, le state studiando tutte, pur di onorare tante inutili promesse fatte ai cittadini pugliesi e non solo.
Ho ascoltato con attenzione il discorso, l’addio fatto dal Presidente Michele Emiliano. Finalmente oggi il Presidente Emiliano ha rotto un assordante silenzio, ha voluto lasciare ai posteri una Puglia che secondo lui è una Puglia fantastica, una Puglia bella. Mi è tornata subito alla mente una favola: quella di Alice nel paese delle meraviglie, la Puglia che è il paese delle meraviglie.
Ma i pugliesi sanno bene che sono soltanto favole, e oggi bisogna ritornare alla realtà, ai fatti, fatti che volete nascondere, come si nasconde la polvere sotto il tappeto. Ma prima o poi questa polvere, tolti i tappeti, la prenderete in faccia.
Ha parlato di una Puglia che assomiglia a una Ferrari. Ebbene, la Ferrari è una macchina che è l’orgoglio italiano, però la Puglia può darsi che sia una Ferrari, io la ritengo una Ferrari, signor Presidente, ma è una Ferrari senza batteria. Abbiamo una grande Puglia, una bella Puglia, a cui, però, manca la batteria per metterla in moto.
Voglio sapere quando metterete in moto questa Ferrari, perché sono passati vent’anni, due decenni, ma questa Ferrari è sempre ferma e si sono sgonfiate anche le gomme. Dovete avvisare il Presidente Emiliano.
La cosa che mi preoccupa è chi viene dopo Emiliano, di chi vorrebbe prendere il posto del Presidente Emiliano, che pubblicamente si è vergognato dei vent’anni di questa Amministrazione e vuole dare una svolta a questa Puglia, tanto è vero che nelle liste – è sotto gli occhi di tutti – non vuole mettere nessuno di chi ha governato questa Puglia, come se lui in questa Puglia, di questa Puglia, di questo centrosinistra non è stato parte integrante e sostanziale, come se lui non ha governato la Puglia da Sindaco e da parlamentare europeo. Ce lo deve spiegare il futuro candidato Presidente, perché è candidato Presidente, e poi dichiareremo in questi giorni se vincerà o perderà queste elezioni. Mi riferisco ad Antonio Decaro. Perché si è vergognato dal passato? Deve venire a spiegare in quest’Aula chi lo ha votato in questi anni da Sindaco, da parlamentare e da parlamentare europeo, da chi ha preso i voti? Da quale sinistra, se questa è la sinistra che lui oggi sta mettendo da parte o se è una sinistra nuova o se anche lui ci viene a raccontare favole come sono state favole raccontate fino ad adesso?
Credo che sarà stato su un altro pianeta. Forse soffre di vuoti di memoria e si comporta come se non facesse parte, come ho già detto prima, di quel centrosinistra che per vent’anni ha governato la nostra Regione; lo stesso che ha permesso di governare a lui per dieci anni la città di Bari, lo stesso che lo ha eletto, come dicevo prima, parlamentare europeo. Caro Presidente, la verità è un’altra. Sul piano del potere e delle poltrone non c’è alcuna differenza tra il passato e il presente.
Il Presidente Emiliano ha parlato anche di garbo istituzionale. È vero, caro Presidente, noi dai banchi dell’opposizione abbiamo avuto sempre garbo istituzionale e rispetto dei pugliesi e delle Istituzioni. L’unico sgarbo istituzionale lo avete fatto voi ai pugliesi, dimenticando che c’è una Puglia che lavora, che c’è una Puglia dove c’è una fuga di cervelli, che stanno andando via. I giovani oggi non trovano i loro spazi in una Puglia che li ha dimenticati.
La priorità oggi per il centrosinistra pugliese è completare le liste, creare nuove illusioni, creare nuove speranze, accontentare il più possibile persino l’impossibile. Su questo devo dire che siete imbattibili, per le liste d’attesa: dopo quelle della sanità, state creando quelle elettorali. Dopo vent’anni, lasciate una regione ferita nell’orgoglio e delusa per il proprio futuro.
Parliamo della sanità, perché è qui che si tocca con mano l’incapacità, l’improvvisazione e ‒ diciamolo chiaramente ‒ l’abbandono del diritto alla salute. Avete trasformato la sanità in un calvario per i cittadini pugliesi. Ai cittadini pugliesi avete tradito il diritto alla salute. Ospedali e pronto soccorso sono al collasso, con operatori che io definisco eroi e con pazienti parcheggiati sulle barelle. Liste d’attesa vergognose. Oggi non vi faccio vedere quello che una signora mi ha portato l’altro giorno, malata, purtroppo, del male del secolo. I raggi, la TAC la deve fare a distanza di due anni. Nel 2028, ha avuto la prenotazione al 2028, ma non voglio parlare di questo perché oggi non è questo il tema della discussione.
Come ho già detto, avete tradito il diritto alla salute. Cittadini costretti ai viaggi della speranza fuori regione e spesa sanitaria fuori controllo. Questo dovete dire ai pugliesi: spesa sanitaria fuori controllo. Il tutto, mentre si moltiplica… Il tutto avviene mentre si moltiplicano nomine, nomine ovviamente politiche, Direzione generale a fedelissimi e milioni di euro che in Puglia vengono giornalmente sprecati.
Che dire delle politiche giovanili? Si parla tanto di ritorno dei cervelli, ma quei giovani non riescono neanche a mettere le radici. Avete prodotto una generazione di emigrati intellettuali. Disoccupazione giovanile, politiche attive del lavoro assenti o fallimentari, sportelli regionali che sembrano più call center che centri per l’impiego. Avete promosso bandi su bandi, spesso cuciti su misura per pochi, mentre intere generazioni sono scappate via dalla Puglia. Il risultato? Ve lo dico io: una regione sempre più vecchia, sempre più povera…
Speaker : PRESIDENTE.
Solo trenta secondi, consigliere Scalera.
Speaker : SCALERA.
No, Presidente, sul bilancio…
Speaker : PRESIDENTE.
No, eccolo, può…
Guardi, ha venti minuti, quindi non c’è un “no, Presidente”.
Speaker : SCALERA.
Presidente, stiamo parlando del bilancio, avete voluto convocare questo Consiglio…
Speaker : PRESIDENTE.
Però sono venti minuti quelli che avete per ogni consigliere, non passo far torto agli altri.
Speaker : SCALERA.
Non è stato stabilito, questo, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Come no, deriva dal Regolamento, se lo guardi.
Speaker : SCALERA.
Presidente, questo è l’ultimo Consiglio e io ritengo che i tempi…
Speaker : PRESIDENTE.
Lei ha parlato venti minuti, venti… Quindici minuti, quindi appena finisce il tempo, le tolgo la parola. Tempo finito…
Speaker : SCALERA.
Parlerò dell’agricoltura pugliese.
Speaker : PRESIDENTE.
Un minuto.
Speaker : SCALERA.
I nostri agricoltori… Infatti, questo significa mettere il bavaglio, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Ma quale bavaglio?
Speaker : SCALERA.
Significa mettere il bavaglio.
Speaker : PRESIDENTE.
Non prenda le parole del Presidente Pagliaro, proprio nell’ultima seduta.
Speaker : SCALERA.
I nostri agricoltori sono stati lasciati soli davanti a emergenze, dalla Xylella, ai cambiamenti climatici, alla concorrenza sleale, all’abbandono delle terre. Se oggi nella nostra regione ci sono eccellenze è solo grazie al duro lavoro e ai sacrifici dei nostri agricoltori.
Quelli che lo sopravvivono lo fanno non grazie alla Regione, ma nonostante la Regione. Da oltre due anni il mondo agricolo vi chiede la sospensione del tributo 630…
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, collega, mi dispiace interromperla, qui, però…
Speaker : SCALERA.
Ogni volta che si arriva al 630 dobbiamo interrompere il Consiglio!
Presidente, questa è una vergogna!
Speaker : PRESIDENTE.
Io le ho lasciato per ultimo questo argomento e questa è la considerazione che dà?
Speaker : SCALERA.
Presidente, lei mi deve far finire di parlare, lei mi mette il bavaglio, lei mi deve far finire di parlare! Non è possibile che ogni volta che si parla di 630 deve succedere quello che succede. Presidente, è impossibile!
Speaker : PRESIDENTE.
Se pensa di imbrogliare il Consiglio, avendo scelto di fare per ultimo… Consigliere Scalera, è scorrettezza quella di lasciare per ultimo l’argomento, la terremo in conto nel Consiglio.
Concluda. Concluda! Non lo state facendo parlare: concluda, consigliere Scalera!
Speaker : SCALERA.
Presidente…
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Scalera, peggio di così non si poteva comportare!
Speaker : SCALERA.
Presidente, non è vero…
Speaker : PRESIDENTE.
Lei ha lasciato per ultimo questo argomento...
Speaker : SCALERA.
Presidente, non è così.
Speaker : PRESIDENTE.
...per scegliere di parlare dopo la fine dei tre minuti. Concluda, per favore. Concluda. Concluda.
Speaker : SCALERA.
Presidente, la confusione l’avete fatta voi. Non ho più niente...
Speaker : PRESIDENTE.
Concluda.
Speaker : SCALERA.
Ma che devo concludere! Presidente, ho da dire un sacco di cose. L’avete fatta voi la confusione. Non ho più niente da dire. I pugliesi sanno quali sono i comportamenti di questa Assise, di questo Consiglio ogni volta che si toccano gli argomenti che interessano...
Speaker : PRESIDENTE.
Vigilanza... Siete stati presi in giro.
Sgomberate l’Aula, certo. Prego. No, purtroppo, siete stati presi in giro. Scusate, siete stati presi in giro. Il consigliere Scalera ha lasciato per ultimo il vostro argomento quando erano finiti i minuti.
Adesso do la parola al Presidente Mazzotta. Consigliere Scalera, rispetti il Consiglio. Rispetti il Consiglio, consigliere Scalera. Prego, Presidente Mazzotta.
Consigliere Scalera, la faccio uscire dall’Aula. Presidente Mazzotta, prego.
Speaker : SCALERA.
Presidente, esco io dall’Aula.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego. Presidente Mazzotta, vuole intervenire o passiamo al Presidente Romito? Presidente Romito, prego.
Presidente Mazzotta, vuole intervenire? Non è un Consiglio aperto, questo. Dovete rispettare l’Aula. C’è la DIGOS, c’è la vigilanza. Presidente Mazzotta, vuole intervenire o no? Prego.
Speaker : MAZZOTTA.
Grazie. Comprendo la rabbia di tutti.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Consiglio è sospeso per cinque minuti.
Riprendiamo i lavori del Consiglio, augurandoci che non ci siano più manifestazioni di questo tipo.
Informo, peraltro, che questa è una seduta di bilancio tecnico, per cui a questa seduta, per richiesta degli stessi consiglieri di opposizione, oltre che di molti consiglieri di maggioranza, non sono previsti emendamenti. Questo non l’ho deciso io. Questo deriva da questa seduta del Consiglio.
Quindi, ha chiesto di intervenire il presidente Mazzotta. Prego.
Speaker : MAZZOTTA.
Interviene prima Conserva, poi intervengo io.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Prego, presidente Conserva.
Speaker : CONSERVA.
Il microfono? Ok, è attivo. Presidente, colleghi, questo bilancio di previsione che discuteremo, perché ancora stiamo discutendo i singoli articoli del consuntivo, arriva in un momento del tutto anomalo. Lo discutiamo e lo votiamo in regime di prorogatio, dopo la scadenza naturale del mandato, con un Consiglio che ormai ha esaurito la propria funzione politica ordinaria. Non è una formalità, è una questione di legittimità, così come abbiamo avuto modo di vedere nella I Commissione, la Corte costituzionale, in relazione a un’ipotesi avvenuta nella Regione Abruzzo nel 2010, ha detto chiaramente che in prorogatio si gestisce, ma non si governa. È evidente che il bilancio di previsione costituisce l’atto di indirizzo politico-programmatico…
Speaker : PRESIDENTE.
Scusi, scusi presidente Conserva. Vi prego, voi uscite dall’Aula perché diversamente dovremo chiamare le Forze dell’ordine, cosa che io vorrei evitare di fare…
Presidente Conserva, prego… Scusate, adesso diventa reato. Prego.
Speaker : CONSERVA.
Dicevo che quindi praticamente il bilancio è l’atto programmatico per antonomasia, di indirizzo, quindi non è un atto di ordinaria amministrazione. Pertanto è un atto di continuità forzata, un gesto politico che rileva assolutamente la paura, la paura del cambiamento. Eppure, questo bilancio arriva fuori tempo massimo e noi ci appresteremo ad approvare prima il consuntivo, poi l’assestamento e poi chiaramente il bilancio di previsione.
La Corte dei conti non ha ancora certificato il consolidato delle ASL. Le ASL non hanno chiuso i propri bilanci, ma noi votiamo un documento da 18,7 miliardi di euro. Di questi, oltre 9 miliardi vanno alla sanità, 2,4 miliardi al personale e quasi un miliardo ai servizi sociali. Cifre enormi, ma che restano numeri astratti se non si traducono in qualità della vita.
È un bilancio che fotografa la fine di un ciclo politico. Chi ha governato non lascia un’eredità, ma un’eredità di problemi. E allora, partiamo proprio dalla sanità, perché è lì che si misura la dignità dell’Amministrazione.
Ogni anno la Puglia spende 9 miliardi, ma la Corte dei conti continua a denunciare e a relazionare che vi sono rendicontazioni incomplete, programmazioni incerte, bilanci delle ASL non consolidati.
Con Vendola siamo entrati nel Piano di rientro, con Emiliano ci siamo rimasti dentro. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: cittadini stremati, medici demotivati e reparti al collasso. I LEA, i livelli essenziali di assistenza vengono rivendicati da questa Giunta dal Presidente Emiliano come un traguardo. Ma i LEA misurano la quantità, non la qualità.
La qualità in Puglia è precipitata, le liste d’attesa sono un incubo quotidiano: per una risonanza bisogna attendere sino a 8 mesi, per una visita cardiologica addirittura 100 giorni, per un esame oculistico anche sei mesi. Nel frattempo, il cittadino si arrende e paga. Un cittadino su 10 rinuncia a curarsi, e mentre la gente aspetta, la Regione Puglia continua ad investire.
Per due volte consecutive – ricordo – l’estate del 2024 questo Consiglio ha approvato i 30 milioni di euro per il recupero delle liste d’attesa; qualche mese fa lo ha fatto anche la Giunta. Dove sono finiti questi soldi? Nessuno lo sa. Non c’è un monitoraggio pubblico, non c’è un rendiconto dettagliato, non c’è una valutazione di efficacia. È l’ennesimo spreco coperto da burocrazia e silenzio. E mentre si investono milioni in piani straordinari che non risultano, aumentano i viaggi della speranza. Ogni anno migliaia di pugliesi in viaggi della speranza vanno verso Bologna, Milano, Verona Roma: famiglie che si indebitano, persone costrette addirittura a dormire in macchina, fuori dagli ospedali.
La mobilità passiva vale 300 milioni di euro, e cresce. Sono soldi che escono da questa Regione, e questo non è solo un danno economico, è una ferita mortale. Significa che un cittadino pugliese vale meno di un cittadino lombardo.
A Taranto, poi, la situazione è al limite: una provincia con quasi mezzo milione di abitanti ha solo quattro pronto soccorso. A Taranto città, con più di 200.000 abitanti, c’è un solo pronto soccorso, il Santissima Annunziata, un ospedale che regge il peso di quasi tutta la provincia. Gli operatori sanitari lavorano senza tregua, il personale è ridotto alla metà e la notte si contano le ambulanze, come si contano le ore di ossigeno. E Martina Franca, che dovrebbe servire solamente tutta la Valle d’Itria, assorbe pazienti da tre province. È diventato un presidio d’emergenza regionale, ma senza le risorse di una struttura d’urgenza.
Il reparto di terapia intensiva, addirittura, neonatale, del Santissima Annunziata, reparto nevralgico importantissimo per quella città, lavora con metà organico. Addirittura ci sono medici che si dimettono, concorsi deserti, turni coperti grazie ad un accordo straordinario con il Policlinico di Bari e con il Miulli.
Un reparto così importante non può vivere di soluzioni provvisorie. Eppure, è ciò che accade. La spesa cresce, ma la qualità scende: 1,5 miliardi di euro per la farmaceutica, oltre 300 milioni per la mobilità passiva, decine di milioni per protesi e dispositivi. I bilanci delle ASL arrivano con ritardo. La Corte dei conti lo ha scritto per cinque anni, perché questo è il quinto bilancio di previsione che ci appresteremo a votare. La Regione Puglia programma in assenza di risorse. È una gestione critica, senza controllo e senza trasparenza. In tutto questo le province non sono uguali. Bari concentra strutture reparti e fondi, Taranto resta isolata. Chi vive a Taranto o a Manduria ha gli stessi diritti di chi vive nel capoluogo di regione. Noi abbiamo avanzato proposte concrete e abbiamo dimostrato che si possono recuperare 200 milioni di euro l’anno con il monitoraggio giornaliero della spesa e con la centrale unica per gli acquisti sanitari.
Parliamo di rifiuti, altro disastro di questa Regione. La Puglia ha la TARI più alta d’Italia. Questo forse il Presidente Emiliano ha dimenticato di dirlo. Il Piano regionale dei rifiuti è arrivato in ritardo. Gli ARO, gli ambiti di raccolta ottimale, non hanno mai funzionato. Siamo costretti a riaprire discariche private, con costi enormi per i comuni e per le famiglie.
Ogni tonnellata di rifiuti costa il 30 per cento in più rispetto alla media nazionale. I rifiuti viaggiano da una provincia all’altra, da Taranto a Brindisi, da Foggia a Lecce, dalla Basilicata alla Campania. È un sistema logoro, inefficiente, caro e vecchio.
Ogni anno paghiamo di più in tasse e sanzioni per avere meno servizi e più sporcizia. Questo bilancio non cambia nulla, non c’è visione, non c’è riforma, non c’è un vero Piano industriale dei rifiuti, solo ritardi e proroghe.
Poi c’è l’agricoltura, altra ferita mortale per questa regione. Il disastro della Xylella ha lasciato criticità profonde. La Corte di giustizia europea nel 2019 ha condannato l’Italia per i ritardi e la cattiva gestione. Il Governo nazionale ha stanziato 300 milioni di euro per il contenimento e la rigenerazione olivicola, ma la Regione ne ha spesi appena la metà.
Gli agricoltori aspettano da anni contributi, indennizzi, piani di reimpianto. Nel frattempo, molti ulivi restano lì a testimoniare l’ideazione di questa Regione. Il PSR Puglia è il più lento d’Italia, miliardi di euro fermi, bandi che restano aperti per anni, istruttorie che non finiscono mai. Chi lavora la terra non chiede regali: chiede efficienza, invece trova solo ritardi e moduli. Migliaia di aziende agricole sono escluse per cavilli formali, i giovani agricoltori finiscono ad accedere ai contributi per mancanza di garanzie bancarie. Mentre in altre Regioni si finanziano cooperative e innovazione, qui si resta fermi.
Assessore, lei non mi deve interrompere. Con tutto il rispetto, perché lei è del mio stesso paese, ma non mi deve stuzzicare. Io la rispetto fino a un certo punto. Lei non mi deve dire “abbiamo fatto” o “abbiamo detto”. Lei si deve rendere solo conto di una cosa. Mi faccia finire, non deve essere un’interlocuzione. Io sto facendo il mio intervento e lei sta intervenendo. Le dico solo una cosa. Abbiamo aspettato cinque anni per avere i piani di bonifica. Quanti altri anni aspetteremo ‒ vent’anni ‒ per avere i piani di classifica? Non mi deve stuzzicare e soprattutto non mi deve interrompere.
Presidente, mi scusi devo fare un...
Speaker : PRESIDENTE.
Ha ragione. Prego.
Speaker : CONSERVA.
Il risultato è una Puglia agricola impoverita, con meno aziende, meno ulivi e meno lavoro. Un settore che vale miliardi è ridotto a sopravvivere. Questa è la realtà. Non c’è acqua, la madre di tutto. La crisi idrica è una piaga strutturale che, in vent’anni che governate, non avete risolto. Le reti perdono oltre il 45 per cento dell’acqua immessa, i Consorzi di bonifica indebitati per 200 milioni di euro non fanno manutenzione, ma la notizia positiva, l’unica, è che l’Acquedotto pugliese è rimasto pubblico. Solo grazie a un emendamento del Governo nazionale, però, si è evitata la privatizzazione, un atto di responsabilità che ha salvato un bene comune.
La battaglia non è finita. La nuova governance e il Regolamento attuativo non sono ancora completati. L’AQP deve essere riorganizzato, digitalizzato e reso trasparente. Non basta restare pubblico, deve funzionare bene. Serve un piano decennale per le reti idriche, per la riduzione delle perdite, per il riuso delle acque depurate, perché senza acqua la Puglia si ferma e, quando parliamo d’acqua, non possiamo dimenticare il disastro dei consorzi di bonifica. Devo dirlo a bassa voce, altrimenti rientrano ancora gli agricoltori, però è un problema che va sicuramente… Che andava più che altro, perché la legislatura è finita. Andava affrontato di petto. Lo si è fatto finalmente e di questo do credito, che finalmente è stato costituito un Consorzio unico nel quale sono rientrati tutti quelli commissariati. Finalmente è stato presentato un bilancio, però vi è un debito di 200 milioni di euro, che pagheranno tutti i cittadini pugliesi,
Quindi, le strade rurali restano dissestate, i canali invasi dal fango, le pompe ferme e mentre tutto si degrada i cittadini pagano, pagano un tributo che è diventato il simbolo dell’ingiustizia amministrativa, un contributo definito di bonifica, ma che non bonifica nulla; un balzello imposto a chi lavora la terra spacciato per tassa sui servizi idrici, ma che in realtà non corrisponde a nessun servizio. I consorzi lo difendono, la Regione lo giustifica, dicendo che abolirlo sarebbe incostituzionale, ma se c’è qualcosa di incostituzionale è pagare senza ricevere nulla in cambio.
Incostituzionale è chiedere un tributo a un agricoltore che non vede l’acqua, non riceve manutenzione, non la tutela. È incostituzionale continuare a mandare cartelle esattoriali a chi vive in un territorio in cui l’acqua non arriva, i canali sono ostruiti e i campi si seccano. Questo tributo andava e va sicuramente, nel prossimo futuro, sospeso, riformato, collegato a un servizio reale e verificabile. Invece lo si è mantenuto per coprire buchi di bilancio e inefficienze. È la prova che i consorzi non sono più enti di gestione. Sono divenuti un apparato che produce debiti e ingiustizia e la Regione, invece di riformarli, li ha difesi. Si sono fusi i disastri, ma non si sono risolti effettivamente i problemi. Se vogliamo salvare veramente l’agricoltura pugliese, bisogna partire da qui, dalla riforma vera dei consorzi, dalla cancellazione del tributo in assenza di servizio, da un piano irriguo serio e finalmente moderno.
Poi concludo con i giovani. La nostra più grande sconfitta è la nostra unica speranza. Negli ultimi dieci anni 20.000 giovani hanno lasciato la nostra terra, uno su quattro non studia e non lavora. È una fuga silenziosa, che svuota la regione del futuro. Eppure ogni anno si spendono milioni in progetti spot, in start-up che durano un anno, in bandi che non cambiano la realtà.
Manca una pianificazione industriale, manca un piano per l’innovazione, manca una strategia per trattenere talenti. Ma la Regione, questa Regione ha scelto la propaganda.
Presidente, colleghi, questa è la Puglia che ci lascia questa Giunta, bisogna dire la vera verità: una sanità allo stremo…
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Conserva…
Speaker : CONSERVA.
Un sistema che… Un altro minuto e ho concluso.
Un’agricoltura ferita, un’acqua salvata dallo Stato, ma ancora senza guida, giovani che partono e famiglie che resistono. Questo bilancio non è una visione, è un alibi, non corregge, non innova e non ripara.
Noi abbiamo scelto la via della verità, abbiamo chiesto trasparenza, monitoraggio e responsabilità. Noi voteremo no: un no che nasce dall’amore per questa terra, è un no che chiede rispetto, verità e competenza, perché la Puglia non è di chi la governa, è dei pugliesi. E i pugliesi sicuramente meritavano e meritano di più.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Mazzotta. Prego.
Speaker : MAZZOTTA.
Grazie, Presidente.
Veramente condivido gli interventi dei miei colleghi, in quanto hanno descritto la situazione che oggi c’è in Puglia. D’altronde – seppure le urla di prima siano uno spettacolo non condivisibile all’interno di un’Aula – è condivisibile la rabbia di chi in questi anni ha cercato di far comprendere le ragioni, e purtroppo quelle ragioni sono rimaste inascoltate.
Oggi ci troviamo di fronte a una situazione grave, in quanto siamo alla fine di una legislatura, e nonostante tutto, c’è una forzatura, portando quest’oggi il bilancio, nonostante lo scorso 22 settembre la nostra legislatura sia terminata.
È quindi un atto che volete a tutti i costi portare qui in Aula, col rischio anche che il Governo possa impugnarlo.
Questa quindi è l’ennesima forzatura di una legislatura che si è connotata da tematiche più politiche che per l’attenzione verso il nostro territorio: basta girare negli ospedali per comprendere le difficoltà di tanti cittadini, di tanti utenti che ogni giorno si rivolgono al pronto soccorso, e che sono in attesa di ricevere delle visite, in attesa di ricevere le operazioni. Purtroppo, le liste d’attesa sono lunghissime, purtroppo nei reparti di pronto soccorso ci stanno ore e ore, quindi comprendiamo perfettamente la rabbia del cittadino quando sottolinea tutto ciò che in Regione Puglia non va.
Purtroppo, quella che ha fatto il Presidente Emiliano è sostanzialmente la descrizione di un’altra Regione. Così non è, lo abbiamo visto e lo vediamo ogni giorno girando nei nostri territori, soprattutto in questo periodo ancor di più, di campagna elettorale. Comprendiamo perfettamente che la Regione sta facendo passi indietro rispetto a tante tematiche che, invece, sono attuali.
Parlo in termini di agricoltura, lo ha detto prima il mio collega. Sui Consorzi di bonifica, purtroppo, in questi anni, più e più volte abbiamo portato emendamenti, abbiamo portato mozioni cercando di far ragionare la Giunta regionale, cercando di trovare una soluzione insieme. Purtroppo questo non c’è stato e oggi addirittura dei media veniamo a sapere che all’interno del programma elettorale di Antonio Decaro c’è questa tematica con la scritta “Sospensione”. Io mi auguro che questo sia uno scherzo, perché non credo possa essere vero, assessore, dopo tutte le battaglie in questi anni abbiamo fatto e che sono rimaste inascoltate. Oggi leggere nel vostro programma che c’è anche questo, veramente, mi sembra che siamo su Scherzi a parte.
Annullamento, ancora peggio. È ancora peggio.
Assessore, il candidato Presidente è del suo stesso partito. Questo, probabilmente, dovrebbe chiarirlo lei e dire a quegli agricoltori che attendono delle risposte che...
Assessore, lei dice che non è vero che nel programma elettorale di Antonio Decaro c’è...
Speaker : PRESIDENTE.
Non facciamo un colloquio tra i banchi.
Speaker : MAZZOTTA.
La pagina 43 del programma elettorale di Antonio Decaro prevede l’annullamento dei Consorzi di bonifica. Poi, sarà l’assessore, quando prenderà la parola, a spiegare se è vero o meno, ma se questo è vero, è chiaro che c’è qualcosa che non va. Il suo stesso partito politico, dopo che si è trincerato in questi anni, nonostante le varie richieste da parte di questa parte politica, da parte di tantissimi agricoltori che sono venuti qui facendo sacrifici ogni volta che noi abbiamo fatto il Consiglio regionale e queste risposte sono rimaste inevase e oggi addirittura lo troviamo nel programma elettorale della stessa parte politica che in questi anni ha chiuso le porte.
Questo mi sembra un paradosso solo pugliese. Su tante altre tematiche, purtroppo, ripeto, la nostra Regione in questi anni non ha ascoltato il territorio. Noi ci auguriamo che nei prossimi mesi qualcosa possa cambiare, perché veramente la Puglia ha bisogno di risposte.
Per quanto riguarda il bilancio, questo è un bilancio che, per carità, detta solamente le linee programmatiche, quindi nel merito ha ben poco di politico, però certamente è un atto troppo forte da fare a legislatura terminata.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Romito. Prego.
Speaker : ROMITO.
Grazie, Presidente.
Ci tengo, prima di cominciare questo intervento, Presidente, a rivolgere un saluto e un ringraziamento a tutto il personale del Consiglio regionale che fino a oggi ha reso possibile l’esercizio dei nostri lavori. All’Ufficio di Presidenza, alla dottoressa Gattulli, alla dottoressa Delgiudice, a tutti i funzionari e i dirigenti dell’Amministrazione regionale della Puglia, ovviamente a chi arriverà, a chi è già arrivato e a chi continuerà a rendere possibile ogni Assemblea legislativa, ogni seduta del Consiglio regionale della Puglia, Presidente, credo si debba un doveroso ringraziamento.
Così come, Presidente, credo si debba un doveroso ringraziamento, e chi è barese può comprenderlo più di me, a un’altra personalità di questa Regione, che per vent’anni ha girovagato in lungo e in largo per la regione Puglia per cercare di, da una parte, parare i colpi del Presidente Emiliano e, dall’altra, tendere una mano. Questa persona è Gianni Paolicelli, che credo di dover ringraziare a nome dei consiglieri regionali. Il fatto che lo faccia un consigliere di centrodestra la dice lunga sulla qualità umana che lei, Presidente, ha riconosciuto alla sua opposizione, che io credo sia per noi un argomento di vanto.
Era il 13 giugno 2004, Presidente Emiliano. Sono passati 7.789 giorni da quando lei vinse le prime elezioni comunali della nostra città, della città di Bari. Sono passati molti anni, sono passati 21 anni, e quel modello che lei ha inaugurato, Presidente, che, evidentemente, per l’onore delle armi che si deve, non contesteremo in questa sede, o perlomeno non lo farò nell’interezza di quello che io penso, credo, Presidente, che il sistema che lei 7.789 giorni fa ha inaugurato nella città di Bari e ha poi esportato nella Regione, nell’Amministrazione provinciale della mia terra, ma anche in quella delle terre altre della Puglia, nei Comuni limitrofi, in tutta questa regione, credo, Presidente, e la sua onestà intellettuale mi darà ragione, che quel modello che lei ha inaugurato alla fine le si sia ritorto contro.
Spiego il perché. L’aver asciugato la classe dirigente del centrodestra con un sistema di moderno consociativismo non è un sistema che ha giovato alla democrazia, non è un sistema che ha giovato al confronto, non è un sistema che ha giovato alla nostra intera comunità regionale, perché la politica ha un valore quando vi è una maggioranza, ma vi è anche una forte opposizione. La politica ha un valore quando c’è una contrapposizione onesta, ma severa di parti che la vedono in maniera diversa.
Aver prosciugato l’altra parte, attraverso meccanismi che sono propri della materia elettorale, della materia gestoria di un ente importante come la Regione, prima ancora del Comune di Bari, credo, Presidente, che non abbia giovato neppure a lei, che al contrario avrebbe dovuto e avrebbe potuto incassare gratitudine da una maggioranza che invece oggi pensa già al domani, dimenticandosi di chi tutto questo sistema, di cui i cittadini pugliesi hanno pagato largamente il prezzo e non la classe dirigente del centrodestra, ma i cittadini pugliesi… Tutto quel sistema, Presidente, oggi intende andare avanti dimenticandosi di quello che voi avete fatto per vent’anni.
Allora, per l’onore delle armi e perché oggi è l’ultima seduta del Consiglio regionale, io non vorrò punto per punto confutare la sua tesi rispetto a una terra migliore rispetto a quella che invece, purtroppo, i dati e le cronache ci consegnano. È giusto, è doveroso ed è meritorio che lei lo faccia per difendere quello che ha fatto in questi vent’anni. È altrettanto giusto che noi però le si dica la verità e cioè, Presidente, che l’unica occupazione che non è mancata in questi ultimi due decenni è quella del ceto politico, che, attraverso il proliferare di agenzie, enti, sotto enti, consigli d’amministrazione, addirittura vi eravate inventati il consigliere supplente, ha provato e, anzi, ha goduto sempre di ottima salute, a discapito dei tanti ragazzi pugliesi, delle migliaia di famiglie pugliesi che oggi hanno i figli lontani e non perché sono andati a fare i manager, i dirigenti o i CEO di qualche grande multinazionale, ma perché sono semplicemente andati a cercare una opportunità; quella opportunità che, Presidente, la nostra Regione spesso non ha dato alle famiglie della nostra terra. Questo lo dobbiamo anche ad un sistema complessivo che è stato, purtroppo, caratterizzato da delle negatività grossolane, che originano dal sistema, ma che arrivano fino alla terra, fino alle vie, fino alle strade della nostra comunità.
Allora, Presidente, noi avremo il compito nella Regione Puglia che verrà di guardare in faccia i problemi che hanno caratterizzato questi ultimi vent’anni e provare con convinzione e con coraggio a cambiarli. Dobbiamo rivedere completamente il sistema attuale di formazione professionale, che aiuta e serve più ai formatori che non ai formati. Dobbiamo immettere nel tessuto economico e professionale della nostra regione risorse nelle mani delle aziende, nelle mani dei professionisti e non nelle mani di due o tre privati che in questi ultimi anni hanno fatturato centinaia di milioni di euro senza garantire alcun tipo di occupazione al nostro territorio.
Dobbiamo rimettere mano allo strumento degli accordi di programma, perché molto spesso in Puglia abbiamo ottenuto il paradosso che le grandi major, le grandi multinazionali facevano concorrenza al nostro tessuto economico, al tessuto artigiano, al tessuto delle professioni della nostra Regione, utilizzando un dumping fiscale ed economico di cui pagheremo le conseguenze tutti noi, quando fra cinque anni, probabilmente senza avere più questi strumenti di favore, questi grandi colossi andranno via dalla Puglia, emigreranno dalla Puglia in cerca di opportunità più convenienti.
Lo avete fatto voi utilizzando malamente, per esempio, lo strumento degli accordi di programma. Avete costantemente nascosto la polvere sotto il tappeto in un’altra materia fondamentale della nostra Regione, quella della sanità. Io leggo, nei programmi elettorali di tanti candidati, alcune proposte che per esempio chi vi sta parlando aveva messo nero su bianco in tre sessioni diversi di bilancio regionale, senza mai che queste venissero nemmeno discusse. Parliamo per esempio della materia sanitaria, ma parliamo della medicina di emergenza-urgenza, quella di cui più oggi c’è necessità perché i pronto soccorso sono intasati di pugliesi che chiedono di essere assistiti, che aspettano per ore, addirittura per intere giornate, prima di poter essere assistiti. E noi per molto tempo abbiamo detto: c’è bisogno di intervenire lì, garantendo livelli salariali più importanti, attingendo alle risorse del bilancio regionale per mettere nelle condizioni i medici di poter avere in Puglia un’opportunità anche economica in più rispetto a quella dei loro colleghi che invece possono esercitare la libera professione.
Ci avete risposto di no, così come avete risposto di no a tutte le iniziative che noi abbiamo posto in essere con atti e documenti, per provare a mitigare il problema delle liste d’attesa, che non è soltanto un problema che riguarda le prescrizioni sbagliate, è una parte di questo fenomeno, ma non è la totalità. La totalità di questo fenomeno, Presidente, ha a che fare anche con la costante salvaguardia della sanità privata accreditata rispetto, per esempio, alla sanità pubblica, che è stata fanalino di coda negli ultimi vent’anni della vostra gestione. Meno male che siete di centrosinistra, figuratevi, se vi foste chiamati liberali.
Insomma, siete riusciti, con una grande continuità, a fare tutto ciò che è nelle vostre possibilità per rendere questa Regione sempre più disuguale, eccezion fatta, l’ho già detto, per il ceto politico e per gli amici del ceto politico, e siete riusciti in questi ultimi vent’anni a strozzare anche la più basilare democrazia.
Non lo avete fatto con l’idea e con l’intento di arrivare a quello che oggi tutti quanti vediamo, cioè con una campagna elettorale molto complicata, una campagna elettorale strana, una campagna elettorale che vede più persone e meno temi a confrontarsi. Non lo avete fatto certamente con questa idea o con questo obiettivo, perché diversamente avreste davvero sbagliato tutto, ma questo sistema che in questi vent’anni voi avete costantemente alimentato ha finito per distruggere e per mettere seriamente a repentaglio anche il semplice dibattito.
Credo che queste elezioni regionali ci consegnano e consegnano agli elettori di centrodestra e ai consiglieri regionali di centrodestra, per intenderci quelli che hanno votato sempre contro questa Amministrazione, i consiglieri regionali che hanno votato contro i bilanci approvati dalla Giunta Emiliano adesso e Vendola prima, i consiglieri regionali che hanno militato e militano nei movimenti e nei partiti politici di centrodestra, non ad un mese dalle elezioni, ma fin quando e fin dal momento in cui sono stati proclamati eletti nell’Assemblea legislativa della Puglia.
Ecco, questo è l’errore che io spero il centrodestra non commetta. Non possiamo permetterci di replicare, sbagliando, un modello politico che probabilmente avrà fatto guadagnare qualche vittoria, ma ha finito per minimizzare, affievolire, rendere completamente inesistente ogni differenza intellettuale, politica, morale che noi invece abbiamo il dovere di rivendicare, perché siamo donne e uomini del sud che chiedono alla politica di occuparsi delle persone, delle idee, dei progetti, dei sogni, delle aspirazioni e non semplicemente delle necessità impellenti di oggi o di domani. Questo è quello che il Consiglio regionale della Puglia, Presidente, io mi auguro e spero possa fare nella prossima legislatura, perché ci siamo troppe volte fermati a ragionare sui problemi di quest’Aula.
L’ho detto prima, con una repentina giravolta siete riusciti, per fortuna, e anche grazie al lavoro che hanno svolto silenziosamente gli uffici, ad evitare che arrivasse in un bilancio tecnico, strettamente tecnico, io credo anche inopportuno, una manovra, quella del consigliere supplente, che pure avete partorito per risolvere i problemi del centrosinistra...
Speaker : PRESIDENTE.
Non c’è nessun emendamento sul consigliere supplente.
Speaker : ROMITO.
È evidente, Presidente, che non c’è nessun emendamento. Forse non sono stato particolarmente chiaro. Anche grazie al costante lavoro degli uffici, che hanno fatto comprendere a tutti i consiglieri regionali, anche a Fabio Romito, che non era questa la seduta per proporre degli emendamenti, tantomeno in materia elettorale, a pochi giorni dalle elezioni regionali. Però, questo è stato l’intendimento. Presidente, ci siamo occupati tante volte, accusandoci l’uno con l’altro, invece, la responsabilità anche rispetto a questo erano assolutamente chiare, del trattamento finale dei consiglieri regionali. Mai che ci si sia occupati fino in fondo di quali sono i drammi che quotidianamente i cittadini pugliesi, non i consiglieri regionali, sono costretti ad avvertire.
Prima qualche agricoltore che era tra il pubblico diceva che manca l’acqua. È esattamente così, Presidente. Noi siamo in una condizione di grande difficoltà. Io ho l’onore di presiedere la Commissione speciale che si occupa dell’emergenza idrica, che fino a oggi ha avuto l’opportunità di prendere in mano, anche da un punto di vista legislativo e normativo, una situazione che ormai è totalmente fuori controllo, ma che non ha potuto riverberare praticamente i suoi effetti perché abbiamo scontato negli ultimi due anni una costante e incredibilmente efficace mancanza di numeri. Non si poteva neanche presentare una norma, perché tanto sapevamo già che non c’erano i numeri per votarla.
Io scommetto che, ove mai dovessero, queste elezioni, consegnare la maggioranza della Regione Puglia nuovamente al centrosinistra, sarà esattamente lo stesso problema che i cittadini pugliesi rivivranno per i prossimi cinque anni. Queste grandi coalizioni, figlie della necessità di vincere le elezioni, alla fine scontano tutte le proprie debolezze, tutte le proprie differenze, tutte le proprie contraddizioni esattamente in quest’Aula, nel Consiglio regionale della Puglia.
Credo, Presidente, che quest’ultima seduta di Consiglio regionale ci consegni e consegni a ciascuno di noi una responsabilità importante: che non si ripeta mai più, che non accadano mai più quelle sedute di Consiglio regionale grottesche a cui abbiamo dovuto assistere, purtroppo, negli ultimi anni.
Presidente, concludo rappresentandole che evidentemente noi non voteremo questo bilancio, per i motivi che ho precedentemente evidenziato e perché credo, Presidente, che sarà compito della legislatura che verrà assumersi anche questa responsabilità. Credo, come ha detto il Presidente Emiliano, che, invece, questo sia l’ultimo grande servizio che una parte politica chiara, il centrosinistra, vuole rendere al futuro e all’attuale candidato Presidente della Regione. Approvare oggi un bilancio per evitare al Presidente che verrà la noia di doverlo ancora discutere, di dover andare a trovare nuovamente i numeri, di dover svolgere le riunioni in Conferenza dei Presidenti.
Il mio auspicio è che tutto questo non accada. La realtà, però, e il senso pratico mi suggeriscono che, purtroppo, è esattamente quello che i cittadini pugliesi osserveranno ove mai la coalizione di centrosinistra dovesse risultare vittoriosa all’esito di queste elezioni regionali.
Grazie, Presidente, anche a lei, per avermi dato ‒ posso parlare a titolo personale ‒ l’opportunità sempre di esprimermi. Se qualche volta sono stato sopra le righe chiedo scusa a chi ci ha assistito, ai consiglieri regionali, agli uffici, al personale del Consiglio regionale, che sempre, con grande simpatia, attenzione, diligenza e rispetto, ci ha dato una mano e ha reso possibile e più facile il nostro lavoro.
Grazie a tutti voi, Presidente, e grazie alla Regione Puglia.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Romito.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cera. Prego.
Speaker : CERA.
Presidente, colleghi, colleghe e colleghi, oggi non stiamo discutendo soltanto di un bilancio, stiamo chiudendo un capitolo. Questo è l’ultimo bilancio della sinistra in Puglia. L’ultima recita di una compagnia che per vent’anni ha messo in scena sempre lo stesso spettacolo: grandi annunci, titoli accattivanti, promesse a effetto, ma la realtà è stata ben diversa. La gente non legge i vostri titoli, la gente vive la propria quotidianità e la quotidianità racconta un’altra storia. Racconta di pronto soccorso pieni, di liste d’attesa infinite, di cittadini costretti a curarsi fuori regione. Racconta di ragazzi che partono e non tornano, di imprese che chiudono e di ospedali senza medici.
Il bilancio che avete portato in quest’Aula è, di fatto, il bilancio di chiusura di un’epoca. Per questo… Perché questo è l’ultimo bilancio della sinistra pugliese e io voglio dirlo chiaramente, senza giri di parole. La Puglia e oggi più fragile, più povera e più divisa di quanto non fosse vent’anni fa. Comincio da quella che è la ferita più profonda, quella che ogni pugliese sente sulla propria pelle: la sanità. Per vent’anni ci avete raccontato che la Puglia era diventata un modello, un’eccellenza. Avete parlato di piani di riordino, avete parlato di ospedali di comunità, avete parlato di grandi riforme. Eppure la realtà la conosciamo tutti.
La sanità pugliese è un incubo quotidiano. Quello che vedono i cittadini sono pronto soccorso al collasso, liste d’attesa interminabili, ambulanze senza medico a bordo, reparti che chiudono per mancanza di personale. La gente aspetta mesi, a volte anche anni, per una risonanza o per una TAC. Le famiglie sono costrette a pagare visite private perché non possono permettersi di aspettare e migliaia di pugliesi ogni anno prendono un treno per andarsi a curare altrove.
Avete speso miliardi, ma non avete curato i pugliesi, avete usato la sanità come terreno di potere per piazzare i vostri uomini, per fare clientele, per controllare i consensi.
Oggi la verità è sotto gli occhi di tutti: la sanità pugliese non è un’eccellenza. È una ferita aperta. La sanità, che doveva essere il fiore all’occhiello, è diventata terreno di portiere, di spartizioni e di clientele. Le Istituzioni pugliesi sono state indebolite da un sistema che ha preferito premiare la fedeltà politica piuttosto che il merito.
La verità è che la vostra gestione ha macchiato la credibilità della Regione Puglia. Il secondo tema è il lavoro: il tasso di disoccupazione in Puglia è intorno all’11,8 per cento, una delle più alte in Italia. Il reddito medio è di appena 21.384 euro all’anno, 10.000 euro in meno rispetto alla media nazionale. Questo significa che i pugliesi lavorano meno e guadagnano meno. E i giovani, i nostri ragazzi non vi credono più, non aspettano più le vostre promesse, partono. Ogni anno, migliaia di giovani pugliesi fanno le valigie e vanno via: vanno a Milano, vanno a Torino, vanno a Roma, vanno a Londra, vanno a Berlino. E sapete qual è la cosa più triste? Che non ci vanno per scelta, ci vanno perché qui non hanno alternative.
Voi avete parlato di Piani giovani, di rientro dei cervelli, di start-up innovative, ma sono rimasti i titoli sui giornali, niente più. Nella realtà, la Puglia perde i suoi figli migliori, e quando una Regione perde i suoi figli migliori, perde il suo futuro. Questo è il vostro lascito, una Puglia più vecchia, una Puglia più povera, una Puglia più sola. E poi c’è l’agricoltura: la Puglia è la regione agricola d’Italia, grano, olio, vino, ortofrutta, è la nostra identità, è la nostra storia, è la nostra economia. Eppure, cosa si è fatto in vent’anni? Avete lasciato soli i nostri agricoltori. Li avete abbandonati davanti alla crisi dei prestiti, davanti alla concorrenza sleale dei prodotti che arrivano dall’estero, davanti alla burocrazia che li soffoca. La tragedia più grande si chiama Xylella, un flagello che ha distrutto milioni di ulivi, che ha cancellato paesaggi secolari, che ha colpito l’anima stessa della Puglia. E voi cosa avete fatto? Ritardi, litigi e scaricabarile. Avete lasciato i contadini soli a guardare i loro ulivi morire. Il risultato è che intere zone della Puglia oggi sono deserti agricoli. Mentre gli ulivi cadevano, voi parlavate di piani, di strategie, di cabine di regia, ma i cittadini hanno visto solo rami secchi, campi bruciati, famiglie distrutte e disperate.
Lo stesso vale per il grano, per il vino, per la frutta. I nostri prodotti valgono poco, i nostri agricoltori guadagnano sempre meno, mentre al supermercato i prezzi schizzano. Il contadino vende a pochi centesimi, il consumatore paga caro e in mezzo ci sono filiere senza regole e una Regione che non ha fatto nulla per difendere i nostri produttori.
I PSR? Un disastro. Ritardi su ritardi, bandi che si bloccano, giovani agricoltori che hanno creduto nei vostri annunci e che oggi sono in ginocchio perché i contributi non arrivano. Mentre l’Europa ci dava miliardi per sostenere l’agricoltura, voi li avete trasformati in un labirinto burocratico che ha spezzato i sogni di migliaia di ragazzi pugliesi.
L’agricoltura non è solo economia, è identità e voi avete tradito anche questa identità.
Questo bilancio non è solo un documento contabile. È la sintesi di questi vent’anni di governo della sinistra.
Vendola ha iniziato con la poesia e con i sogni, ma ha lasciato bilanci appesantiti e ospedali chiusi. Emiliano ha continuato promettendo rivoluzioni che non sono mai arrivate. E oggi la sinistra si presenta con Decaro, come se fosse il nuovo, ma Decaro non è il nuovo. Decaro è la continuità. Ha già messo insieme vendoliani ed emilianisti. Non ha inglobato Emiliano solo perché Emiliano non vuole farsi da parte, ma la sostanza è la stessa, la stessa macchina di potere, gli stessi metodi e gli stessi errori. Con Decaro non cambierà nulla, la sanità resterà ammalata, i giovani continueranno a partire, le infrastrutture resteranno ferme, i fondi europei continueranno a essere annunciati e non spesi. Cambiano i nomi, ma non cambia la musica.
Presidente Emiliano, lei continua a ripetere che avete 30 o 40 punti di vantaggio nei sondaggi, ma i cittadini non votano ai sondaggi, votano alle urne, e nelle urne contano i fatti, non le parole, e i fatti sono questi: chi aspetta mesi per una visita non vi darà fiducia, chi parte per curarsi al nord non vi darà fiducia, chi prende la valigia per cercare lavoro altrove non vi darà fiducia, chi paga tasse alte con stipendi bassi non vi darà fiducia. I vostri 30 punti esistono solo nei vostri comunicati. Nella vita reale la Puglia ha perso fiducia in voi.
Colleghi, questo ‒ lo ripeto ‒ non è un bilancio. Questo è il funerale politico della sinistra in Puglia, è la fotografia di vent’anni di fallimento, sanità al collasso, giovani in fuga, infrastrutture ferme, fondi sprecati, ambiente dimenticato, legalità calpestata. I pugliesi non vi credono più, non vogliono più illusioni, non vogliono più promesse mancate. Vogliono fatti, vogliono una sanità che funzioni, vogliono lavoro vero, vogliono strade sicure, vogliono fondi spesi bene e vogliono Istituzioni pulite. Tutto questo non lo troveranno in Decaro, non lo troveranno in Emiliano, non lo troveranno in chi ha già dimostrato di non saper governare. Lo troveranno solo in chi avrà il coraggio di rompere con il passato, di voltare pagina, di scrivere una storia nuova.
Il vostro tempo è finito, la Puglia è pronta a cambiare, e alle prossime elezioni pugliesi ve lo diranno con forza. Basta illusioni, basta fallimenti, basta sinistra.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Scatigna. Prego.
Speaker : SCATIGNA.
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Prima di iniziare il mio intervento, anch’io vorrei ringraziare lei, Presidente Capone, per il garbo con il quale si è approcciata subito nei miei confronti, tutto il personale d’Aula, ma anche il personale ausiliario, la guardiania, tutte persone stupende che mi hanno accolto così come si fa il primo giorno di scuola, tenendomi per mano, poiché sono uno degli ultimi arrivati.
Io, al contrario dei miei colleghi sicuramente molto più preparati di me, non mi sono scritto nulla, Presidente. Non avevo neanche intenzione di intervenire, però vorrei molto umilmente lasciare un ricordo di questo mio passaggio in quest’Aula, che ritengo sia, anzi dovrebbe essere il tempio della politica regionale. Un tempio purtroppo molte volte profanato e profanato perché? Perché sentire urlare dal pubblico la parola vergogna, chiaramente non indirizzata alla parte politica che rappresento, al mio Gruppo, alle opposizioni, è una parola che fa riflettere e ve lo dice uno che è entrato in Consiglio comunale già in corsa, ahimè, per la campagna elettorale imminente, quindi che ha avuto poco tempo di produrre gli atti, tutti gli atti che avrebbe voluto produrre, ma nonostante ciò ne ha prodotti tanti che, ahimè, non sono stati quasi mai presi in considerazione.
Chi vi parla è uno che al contrario del presidente Emiliano, che saluto e ringrazio… Il presidente Emiliano non conosce il sapore della sconfitta, perché ha sempre vinto, mentre chi vi parla vi può assicurare che la gioia per una vittoria è molto, molto effimera e la durata, in confronto al dramma e al peso di una sconfitta, è quasi nullo. Per onorare il concetto di esperienza, che viene tradotto con un termine che molti usano, ma che non conoscono, che è la gavetta nelle Istituzioni, ci porta a riflettere e ad utilizzare questo termine vergogna, che io sinceramente provo… Sapete quando provo questo termine? Quando provo vergogna? Quando giro il territorio in lungo e in largo, quando cittadini si rivolgono a noi per risolvere, per affrontare, per chiedere problematiche di qualunque genere. Noi ci approcciamo alle realtà che dovrebbero affrontare queste problematiche e quasi ci vedono, e parliamo di consiglieri regionali, parliamo di uomini che rivestono un ruolo importantissimo, quasi come un pericolo. Mi vergogno quando visito le strutture periferiche ospedaliere, dove sono chiamati magari medici che hanno paura di apparire, che hanno paura di parlare con noi, che hanno paura di ritorsioni.
Presidente, sa quando mi vergogno più profondamente’ Quando vado a parlare con le famiglie dei più umili, con le famiglie più semplici, con le famiglie che hanno sacrificato una vita intera per consentire ai propri figli di raggiungere risultati brillanti a livello di studio, facendo rinunce indicibili. Questi ragazzi, i nostri ragazzi, i nostri figli sono costretti ad andar via perché purtroppo non fanno parte di un sistema che voi, ahimè, avete creato: un sistema di preferenze, un sistema di clientele, un sistema di scelta quasi scientifico, puntuale, militare, che purtroppo non dà a tutti i ragazzi pugliesi le stesse possibilità.
Di questo mi vergogno profondamente, così come mi vergogno quando vado a visitare gli istituti scolastici che hanno bisogno di manutenzioni, che hanno bisogno di riscaldamento, che hanno bisogno di ammodernamenti. I dirigenti hanno paura di esporsi, si nascondono perché sta arrivando, forse l’uomo cattivo. Eppure, tutti i difetti mi possono essere riconosciuti, ma non credo quello della cattiveria.
Con la maggior parte dei miei colleghi è nato un bellissimo rapporto personale, e questa è una cosa bella, una cosa bella che dovrebbe caratterizzare la politica, anche perché i ruoli vanno e vengono, così come le posizioni. Ma i rapporti personali, il rispetto e la stima reciproca devono restare, e mi vergogno profondamente anche quando, in campagna elettorale affrontiamo un elettorato che è stato ingannato, un centrodestra a cui sono stati scippati consensi basati sulla fiducia e dati a persone che dal centrodestra il giorno dopo sono passati al centrosinistra.
Questo contesto io al Presidente Emiliano. Al Presidente Emiliano io contesto la paternità del trasformismo, un trasformismo che soprattutto in Puglia, e lo vediamo alle amministrative ogni anno in cui andiamo a cercare di aiutare chi vuole approcciare la vita pubblica è diventato il socio di maggioranza del civismo, che a sua volta è indubbiamente il padrone dell’astensionismo.
Io di questo mi vergogno, mentre mi compiaccio invece, e sono orgoglioso di aver detto nomi e cognomi. In tutti i miei comunicati non ci sono allusioni, ci sono nomi e cognomi, ci sono circostanze che poi chi dovrebbe diffondere non lo fa. A me non interessa. Io sono a posto con la mia coscienza, vado a dormire tranquillo perché ho svolto il ruolo per il quale sono stato votato nel pieno dei miei poteri e nel pieno del mio coraggio. Auguri a tutti e grazie ancora.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Scatigna.
Prego, collega Mazzarano.
Speaker : MAZZARANO.
Presidente, colleghi, intendo anch’io utilizzare questa ultima seduta del Consiglio regionale per fare dei ringraziamenti. Questo è un luogo in cui ho trascorso una lunga fase della mia vita, che mi ha consentito di fare esperienze, di assolvere ruoli importanti, di crescere politicamente, di conoscere la fatica dell’amministrazione. Vorrei ringraziare tutti quelli presenti e non che mi hanno aiutato a fare questo, a fare questa straordinaria esperienza, che è quella, appunto, di servire la massima Istituzione pugliese.
Voglio ringraziare soprattutto, lo hanno fatto altri, quelli che, lontani dai riflettori, quotidianamente, lavorano riservatamente e anche con fatica perché questa Istituzione funzioni: la guardiania, i messi d’Aula, i funzionari, tutto il personale addetto alle Commissioni, i vertici della struttura della Presidenza del Consiglio, tutti coloro che ci hanno aiutato a produrre in questi anni.
Intendo ringraziare Michele Emiliano. Avrei molti argomenti per farlo, ma ne scelgo uno, forse quello meno considerato. Michele Emiliano ha avuto, soprattutto nelle ultime settimane, il coraggio di fare una scelta non semplice. Ha scelto di collocare la Regione Puglia, apertamente, vistosamente, senza tentennamenti, contro il genocidio del popolo palestinese. Lo ha fatto con la consapevolezza di rischiare qualcosa, lo ha fatto con la consapevolezza di avere denunce, di avere insulti, cose che sono accadute, ed è stata la Regione Puglia la prima Regione italiana ad applicare le norme dell’accordo di associazione tra Unione europea e Israele, che ha dei princìpi molto chiari, princìpi secondo cui il rapporto commerciale economico funziona se funziona il rispetto dei diritti umani e dei princìpi democratici. C’è soprattutto l’articolo 2 di quell’accordo di associazione che dice che tutto si regge se si rispettano i diritti umani da ambo le parti, ed è evidente, invece, che Israele da due anni sta perpetrando nella Striscia di Gaza un genocidio, così come ha dichiarato apertamente una Commissione indipendente delle Nazioni unite.
Contro questo genocidio negli ultimi tempi si è risvegliata una coscienza civile e una mobilitazione delle persone, soprattutto di giovani e giovanissimi, che hanno ritenuto che non si può accettare un genocidio. Ci sono delle parole bellissime, forse le più belle, le ha dette Alessandro Baricco, le ha scritte Alessandro Baricco: “Adesso è difficile individuarlo, ma c’è stato un giorno recente in cui Gaza ha smesso di essere il nome di una terra per diventare la definizione di un limite, la linea rossa che molti di noi hanno scelto come confine invalicabile”. Da quel giorno, lottare al fianco di Gaza non è più stata una scelta politica da legittimare o da porre in discussione, è divenuta molto di più di una situazione geopolitica su cui prendere posizione: oggi è il nome di un certo modo di stare al mondo, e questo ce lo hanno insegnato soprattutto tanti ragazzi che nelle scuole, nelle università e negli ultimi giorni si sono riversati, e forse quell’ora e quel giorno a cui fa riferimento Baricco è l’ora e il giorno in cui tanti ragazzi, tanti attivisti, tanti militanti, persone normali, anche parlamentari sono saliti su delle barche indifese e hanno provato a sbloccare qualcosa di più grande di loro, che è il blocco navale di Israele sulle coste di Gaza che va avanti dal 2008 in poi.
Aver fatto violazioni… Il presidente Emiliano ha anche fatto un’altra cosa negli ultimi giorni, quello che avrebbe dovuto fare il capo del Governo italiano. Ha denunciato il Governo israeliano per gravi violazioni a bordo di quelle barche. In acque internazionali persone inermi, tra cui cittadini pugliesi, sono stati arrestati e condotti in carcere. Michele Emiliano è stato l’unico esponente politico che ha fatto una scelta di questo tipo, affermando e confermando sempre di più da che parte sta la Regione Puglia.
Qualcuno può dire, ma che c’entra tutto… Anzi, l’ho sentito tante volte. Ma che c’entra tutto questo con le competenze della Regione? C’entra perché esiste una convenzione internazionale sul genocidio che obbliga gli Stati contraenti e tutti i cittadini a mettere in campo azioni per non essere complici di un genocidio, per sabotare, per criticare, per mettersi in una condizione di contrasto a quello che la comunità internazionale ritiene essere un delitto che va fermato in tutti i modi, una forma di delitto che va fermato in tutti i modi.
Io penso che averlo fatto, così come il Comune di Bari dando le chiavi della città a Francesca Albanese, così come tanti Comuni pugliesi, è stato un segno per rendere questa regione una regione dalla spiccata vocazione pacifista e propensione alla convivenza tra i popoli. Ora, qualcuno dirà anche ma non ti sei accorto che lì adesso c’è una tregua? Che senso ha continuare ad alzare il livello di contrapposizione con Israele? C’è una tregua, c’è un cessate il fuoco, che dobbiamo accogliere con giubilo. È un cessate il fuoco imposto da Stati Uniti e Paesi arabi che produrrà sicuramente dei risultati, e che se li produce dovremmo essere molto, molto contenti, come il ritiro delle truppe, la fine dei bombardamenti e anche la possibilità di aprire corridoi umanitari verso una popolazione sfiancata, affamata e distrutta.
Quindi, se questa tregua porrà queste condizioni sarà sicuramente un fatto straordinario di cui vanno ringraziati gli attori internazionali che l’hanno prodotto, ma non è un negoziato vero e proprio. Il rischio che la grande questione di un popolo senza identità e senza Stato continui a non avere identità e Stato, e continui ad essere oggetto di soprusi che vanno avanti da settant’anni è un rischio ancora molto, molto alto.
Ecco perché nell’ordine del giorno che discuteremo dopo, chiediamo che la Regione ribadisca la sua propensione a riconoscere lo Stato della Palestina, che sosteniamo le decisioni assunte dal Presidente Emiliano in materia di rapporti economici e commerciali con Israele, che sosteniamo Emiliano nella denuncia del Governo israeliano sui fatti compiuti sulle barche della Global Sumud Flottiglia, che sosteniamo i cittadini, perché accade anche questo. I cittadini di esercizi commerciali pugliesi sono fatti oggetto di persecuzione da parte di account riconducibili al Governo israeliano per avere espresso pubblicamente la propria contrarietà al genocidio, prendendo posizione sui social o esponendo la bandiera palestinese.
Chiediamo alla Giunta regionale atti concreti di soccorso e sostegno ai bambini di Gaza per accogliere bambini che da anni vengono sottoposti a violenze, malnutrizione, fame, malattie gravi, e incrementando la disponibilità del sistema sanitario regionale ad accogliere questi casi gravi di bambini che vanno via dalla guerra.
Chiediamo alla Giunta regionale di effettuare una campagna di informazione sui prodotti made in Israel, legati ad aziende direttamente coinvolte con pratiche di genocidio.
Io penso che questo documento che discuteremo dopo sia un documento che potrà consentire a questo Consiglio regionale, qualora lo vorrà, di confermare le scelte che il Presidente Emiliano ha fatto in questi anni e di confermare la propria propensione ad essere Puglia, terra di pace. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Mazzarano. Ovviamente teniamo tutti a quell’ordine del giorno. Vedremo appena ci arriviamo.
Presidente Splendido, prego.
Speaker : SPLENDIDO.
Effettivamente c’è un po’ di confusione. Pensi che il mio primo intervento fu fatto da quel lato e adesso sono qui, ma per esigenze di riprese. Annuncio il mio passaggio. A proposito di passaggio, stanno girando delle voci che ho lasciato la Lega e che mi candiderò in ogni dove. In realtà – lo dico anche ai colleghi, è una comunicazione di servizio – ho soltanto lasciato il mio ruolo, atteso che lo Statuto prevede che io non debba ricoprire quel ruolo, ma garantisco che sarò candidato nell’unico partito che fino a oggi mi ha visto calcare le fila della politica, perché la Lega è il mio primo e unico partito, perché provengo da un movimento civico. Per cui, resto in Lega, felice, ad oggi felice e spero per sempre felice. Unico amore.
È stato un onore essere qui, per me. Ho conosciuto tante persone che vedevo soltanto in televisione: l’assessore Amati, il Presidente Capone, il Presidente Emiliano, persone veramente eccezionali che ho avuto modo anche di conoscere. Ho visto che spesso e volentieri la Presidente Capone, soprattutto all’inizio, mi ha corretto e la ringrazio perché ero un po’ particolare nei miei primi interventi, un po’ fumantino e quindi chiedo scusa eventualmente se ho commesso degli errori. Come disse un grande Papa, “se commetterò errori, mi corriggerete”. E mi avete corretto.
È stato un onore essere qui e mi dovete consentire una piccola digressione. Si è parlato di Gaza e di altro. Dico una cosa personale, sono stato eletto in Consiglio comunale e poi provinciale e poi regionale, ed è mia abitudine, e dovete scusarmi se vi tedio, che in prima battuta, nel mio primo intervento in Consiglio, nei vari Consigli e nell’ultimo io sono abituato a fare un ringraziamento non soltanto agli elettori che mi hanno voluto qui, ma a mia moglie, a mia mamma casalinga e al mio papà che con la sua cazzuola – il mio papà era muratore – mi ha permesso di essere qui, consentendomi di studiare e quindi di essere, spero, all’altezza, seppur non sono certo di esserlo, di questo consesso che oggi mi vede qui dire queste quattro parole che spero non rappresentino sciocchezze.
Parliamo un po’ di politica. Vi ho tediato con questioni personali. Sono stato forse quello che ha presentato il numero più alto di interrogazioni. Ad ogni Consiglio regionale sentivo i segretari d’Aula che riecheggiavano con il mio nome: “Splendido, Splendido, Splendido”; proposte di legge, interrogazioni, PDL, che purtroppo sono rimaste lettere morte.
C’è stata una sordità da parte del centrosinistra e del campo largo che, al di là delle parole del Presidente Emiliano, che reputo di circostanza, in realtà non hanno sortito alcun effetto, perché bisognava considerate che l’opposizione, a mezzo di queste interrogazioni e dell’attività politica, quasi emanava un grido di dolore rispetto a quelle che erano le problematiche del territorio della Puglia, ovviamente della Capitanata e della provincia di Foggia. La maggior parte delle volte, se non tutte le volte, queste mie grida di dolore sono rimaste inascoltate, Presidente, perché le PdL, se non erano concordate preventivamente con l’opposizione, non sortivano alcun effetto, anche se erano comunque leggi che erano a beneficio dei cittadini pugliesi e della collettività che io rappresento, della mia provincia di Foggia.
Purtroppo, c’è stata una sordità della maggioranza e quindi il lavoro prodotto dal sottoscritto, non per fare propaganda, ma per il benessere dei pugliesi e dei cittadini della provincia di Foggia, è rimasto lettera morta e rimarrà lì. Laddove – speriamo di sovvertire questi finti sondaggi che girano – andremo ad amministrare noi nella prossima consiliatura speriamo che vengano riproposti, perché no, dal sottoscritto che si candiderà o comunque da qualcuno, laddove verranno ritenuti comunque degni di nota.
Ho visto qualche giorno fa il Presidente Emiliano con l’assessore Piemontese. Premetto che sono due grandi amici, anche l’assessore Piemontese, persona perbene, però sono abituato ad essere concreto e ho visto che qualche giorno fa sono venuti entrambi a Foggia. Innanzitutto – faccio un passo indietro – ho visto che l’aeroporto Gino Lisa è stato inaugurato proprio da questo duo ben sei volte. Sei inaugurazioni, quasi sempre sotto campagna elettorale, e avrete saputo che oggi, purtroppo, la Lumiwings, che era la compagnia scelta dalla Regione per far volare la Capitanata non vola più. Certo non l’ho scelta io questa compagnia, l’ha scelta la maggioranza e la governance della Regione Puglia. Avvocato, il Presidente di Aeroporti di Puglia alla fine l’avete messo voi e così la compagnia è stata praticamente una scelta specifica… La politica, secondo lei, assessore, secondo me c’è stata una scelta sbagliata. La definiamo così, perché, col senno di poi, questo idillio doveva durare dieci anni ed è durato pochissimo.
Oggi si va praticamente verso la seconda compagnia, quasi in via subordinata, affinché si possa continuare a favorire il territorio. Sia chiaro, assessore, apprezzo quello che lei ha fatto, lo sa, anzi che tu hai fatto per il territorio, sai benissimo l’affetto, e dico quello che penso, ovviamente, nella giustezza di quello che ritengo essere la situazione attuale.
Il Gino Lisa si è inaugurato sei volte e oggi nessun aereo decolla dal Gino Lisa. C’è il problema dei rimborsi, c’è gente che ha comprato i biglietti. Assessore, tu sai che ci sono ancora i siti che vendono biglietti per conto della Lumiwings. Anche questo credo debba essere attenzionato da te, che sei anche attentissimo alla nostra provincia, perché si rischia di continuare a dare somme a una compagnia che ormai non ha più ragione di esistere perché e super-indebitata, lo abbiamo appreso dai giornali.
Sanità allo sbando, Gargano, la regina d’estate, senza strutture degne di essere chiamate tali, che possono dare un aiuto a chi sta male, stessa cosa nel Subappennino Dauno. La morfologia del territorio di Foggia è conosciuta da tutti, è la provincia più stretta e lunga della regione Puglia e la prima provincia, per estensione, delle Regioni a Statuto ordinario, la terza dopo una Provincia autonoma e dopo una Regione a Statuto speciale e la terza in Italia, per cui forse avrebbe dovuto avere, la nostra Regione, un’attenzione maggiore proprio in ragione della morfologia, avendo noi un’isola. Forse questa cosa poteva farci beneficiare anche di finanziamenti ulteriori, che baciavano le province che avessero un’isola. Così non è stato.
L’agricoltura. Abbiamo avuto nel Gargano, purtroppo, la Xylella, è arrivata anche da noi, assessore Pentassuglia, un problema che, secondo me, si doveva e si poteva evitare, una tragedia che dalla provincia di Lecce si è avvicinata un po’ alla volta, quindi non è stato qualcosa di improvviso, calato sulla nostra testa e sulla vostra testa. Ritengo che si doveva fare qualcosa in più. Questo non lo dico perché faccio parte dell’opposizione. Sono i fatti che lo dicono. Atteso che il fatto che la Xylella inesorabilmente, un po’ alla volta, sia avanzata, fino ad arrivare dentro il nostro Gargano, è un grande problema che si doveva e si poteva evitare.
Consideriamo che la provincia di Foggia è il granaio d’Italia, consideriamo che produciamo gran parte, ripeto, del grano europeo. Questo è un problema che si doveva assolutamente evitare.
Qualche giorno fa ho visto anche l’assessore Piemontese, con il Presidente Emiliano, inaugurare delle bellissime sale operatorie ‒ gliene do atto, assessore ‒ presso l’azienda Ospedali Riuniti di Foggia. Peccato, però, assessore, che credo, e metterò, se vuole, un countdown, così come quando aspetterò che il primo aereo decolli a novembre, come è stato promesso, peccato che pare, per quello che mi dicono, ma lei mi smentirà, perché è assessore alla sanità e sono certo che sappia più di me della questione… Mi dicono che quelle sale in questo momento non sono assolutamente adatte, neanche pronte… Non adatte, mi scusi, neanche ad operare una semplice appendicite. Per cui chiedo, non è che le dobbiamo inaugurare se… Poi mi risponderà, assessore…
Se è solo quello, sono felice, assessore. Voglio soltanto la sua attenzione perché veramente è un fiore all’occhiello. Io riconosco… No, no, io riconosco che sono sale stupende e ringrazio la governance e chi li ha preceduti, il presidente Emiliano, lei, però voglio che siano operative, altrimenti… Ripeto, mi dicono che neanche un’appendicite possono operare e sarebbe un grande peccato. Me lo dicono i medici. Sarebbe un grave peccato praticamente che questo non avvenisse. Quindi spero non sia soltanto un’operazione spot o propaganda e spero che anche queste sale non vengono inaugurati cinque o sei volte, col taglio del nastro.
Chiudo dicendo che alla fine leggiamo dei sondaggi dove si parla di un Decaro super vincente e a me dispiace onestamente… Entro in una diatriba in casa che non è mia. Mi dispiace moltissimo di questo scontro che vi è stato tra il presidente Emiliano e l’onorevole Decaro, perché credo che ci siano in ballo vent’anni di amicizia tra i due, per cui a me dispiace proprio sul lato umano e spero che, al di là delle frasi di circostanza, il lato umano resti tale e vada al di là del dato politico, che oggi purtroppo ha visto una rottura, è inevitabile raccontarlo, tra i due.
Però dico, al di là dei sondaggi, io credo che i veri sondaggi oggi sono quelli, sono le urla degli agricoltori e dei cittadini che oggi hanno manifestato, forse ha ragione il presidente Capone, in maniera forse esagerata sicuramente. Ecco, sono quelli i veri sondaggi. Sono quelli i cittadini che andranno a votare e sono certo che, al di là di questi sondaggi-propaganda, sono certo che i cittadini poi andranno a scegliere comunque il luogo, perché dopo oltre vent’anni di sinistra, Decaro non è altro che un figlioccio politico di Emiliano, la Regione Puglia ha diritto a provare a cambiare e a fare meglio. A provare, quindi deve darci questa possibilità e questa possibilità ci verrà data proprio da queste persone che oggi hanno urlato contro questa maggioranza.
Grazie della parola, è stato un onore.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Splendido. Non ho altri iscritti a parlare. Prego, assessore Pentassuglia.
Speaker : PENTASSUGLIA, assessore all’agricoltura, alle risorse idriche, alla tutela delle acque e all’autorità idraulica.
Grazie, Presidente. Colleghi, è di rito il ringraziamento a tutti voi per la collaborazione, ma intervengo non per dire le cose che ho avuto modo di dire né per parlare del mio lavoro, perché non serve a nessuno, anche perché ho visto ridicolizzare argomenti, lavoro, cosa che onestamente per una classe politica dirigente è motivo di grande riflessione, al di là dei titoli, delle questioni, di chi accompagna anche con una stucchevole rappresentazione il ruolo politico, del Consiglio regionale e delle Commissioni.
Poiché le Commissioni non lavoreranno più, tengo in questa Assise, in questo Consesso a richiamare il lavoro che hanno fatto tante donne e tanti uomini del mio assessorato.
Sono arrivato che mancavano 330 persone, ne mancano ancora 200 perché non abbiamo la possibilità di assumere tutti quelli che vogliamo. Ma onestamente, sentir parlare – e per mia fortuna e igiene mentale non sono sui social – di alcuni argomenti, onestamente, questa Assise, questo Consiglio regionale, questa legislatura e gli atti di questa legislatura, visto che c’è non solo lo streaming, ma la possibilità domani di leggere e di rivedere le dichiarazioni di un assessore, devono essere qui riportate per un fatto di correttezza nei confronti di quelle poche persone che mi hanno supportato e soprattutto sopportato, stando ogni giorno a Bari, a svolgere la mia funzione. Funzione che non consento a nessuno di ridicolizzare, specie a chi non ha mai partecipato a una riunione, a chi non ha mai partecipato a una Commissione, a chi non si è mai interessato di alcuni argomenti per dire questo.
Prima Regione a fare l’accordo per la concorrenza sleale, norma europea recepita dallo Stato, per la quale mi sono beccato una denuncia all’Antitrust: oggi quel documento pugliese viene mutuato dalla Regione che fece il ricorso all’Antitrust contro la Puglia. L’accordo con la grande distribuzione è stato fatto in Puglia, ed è stato utilizzato parzialmente, perché molti parlano, molto pochi sono quelli che garantiscono i prodotti, le produzioni e le quantità che si chiedono. Poi, per chi vuole entrare nel dettaglio, non vi ha morbo.
Sul piano di sviluppo rurale abbiamo fatto un overbooking da 200 milioni. Oggi stiamo lavorando 38 milioni: non ci sono domande di pagamento, ho sollecitato il partenariato e tutti coloro i quali lavorano a questo tipo di attività. Saranno i diversi bandi a cui la gente ha potuto partecipare, ma non c’è quello che è stato detto in maniera indegna e irrispettosa in quest’Aula, oggi, anzi, entro il 31 dicembre… Fino ad oggi abbiamo sanato, pagato e splafonato la spesa del PSR; quella di quest’anno la vedremo e capiremo le ragioni, il perché le aziende non presentano domande di pagamento, visto che abbiamo fatto le fideiussioni con un fondo regionale che ho prorogato al 30 giugno dell’anno prossimo, per evitare che la gente vada nelle grinfie di banche e agenzie private. I giovani sono stati tutti finanziati. Gli ultimi due bandi sono andati alla grande, checché ne dica qualcuno, e nessuno ha evidenziato che non ci sono pacchetti integrati, ma bandi singoli così come condivisi con il partenariato.
Ancora, non ho sentito dire una cosa, perché SIAN e Agea hanno delle difficoltà che non dipendono dalla Regione, perché sono l’ente pagatore e sono coordinate da uomini messi dal Governo. Io non voglio polemizzare, lo dico soltanto come fatto vero, inconfutabile. Provate a parlare con il partenariato per dire a ogni tecnico quali sono le difficoltà oggettive, visto che ci si vuole approcciare ai temi veri e non alla propaganda.
Quelli del CSR, cioè il complemento di sviluppo regionale, la nuova programmazione ha visto fare bandi per agrumi, uva da tavola, aree affette da Xylella, per le quali ci sono stati 4 milioni in meno di richiesta rispetto al bando, perché poi dire che i terreni sono abbandonati significa che ci sono imprenditori che devono fare quel tipo di attività.
Quelle risorse le abbiamo spostate sul bando di Bari e Foggia, perché le domande erano in più e abbiamo pagato e fatto lo scorrimento di tutti, come abbiamo trovato 18 milioni da mettere per l’uva da tavola. Quindi, tutti i bandi del CSR pubblicati fino ad oggi hanno tutti le graduatorie e sono tutti ammessi al pagamento. La rotta è investita e non consento a nessuno di denigrare e ridicolizzare il lavoro di poca gente che sta lì al servizio dei pugliesi. Ognuno si assumesse la responsabilità per quello che deve fare, altro che venire a propinare dati molto falsi e tendenziosi.
Xylella, articolo 6, che vedo richiamare di volta in volta. I primi 40 milioni destinati dal decreto interministeriale pensato nel 2019, fatto nel 2020, io sono arrivato a dicembre del 2020. Nel 2021-2022 sono arrivati i soldi. Abbiamo pagato, su 40 milioni, 33,5 milioni. Poi c’è stato uno scorrimento di ulteriori 20 milioni e siamo andati a 60. Poi, altri ulteriori 20. Di quegli 80 milioni ne abbiamo impegnati 65,5.
Se qualcuno ha il prurito di non credere può venire in Assessorato, può andare in Agenzia, all’Osservatorio fitosanitario, e vedere i dati.
La settimana scorsa ho chiuso una riunione con tutte le associazioni agricole perché, per impegnare gli ultimi 14,5 milioni, ci sono 400 aziende che non hanno risposto all’invito di dire se vogliono procedere o no. Chi ha il decreto di concessione ha due anni per fare i lavori e abbiamo sanato coloro i quali, pur dicendo di mettere le piante specificate, hanno preso i due punti in graduatoria, sono rimasti in alto in graduatoria, ma non hanno fatto i lavori.
Allora, dobbiamo spacchettare le situazioni e non parlare per titoli, perché onestamente risulta essere offensivo della dignità e del lavoro di chi ci ha messo la faccia, litigando col mondo quando gli altri si nascondevano sui litigi, provando a dire che non facevamo i bandi, che non c’erano i soldi. Ancora la settimana scorsa si è propinata l’idea che sul bando di 30 milioni siamo in ritardo. I 30 milioni messi nel Decreto agricoltura di un anno e mezzo fa non sono ancora disponibili. Sono alla firma del MEF e pronti con il Ministro dell’agricoltura, che ha recepito le nostre osservazioni come sistema pugliese, perché, ve lo ripeto, oggi i bandi vanno fatti per gli agricoltori. Gli hobbisti devono seguire un’altra strada, ma non si è voluto ascoltare.
Questo è il tema dell’articolo 6, così facciamo un po’ di chiarezza, come pure, se abbiamo scoperto sul Gargano le piante con la Xylella è perché stiamo facendo i controlli, perché stiamo indagando tutta la Puglia, perché, come vi ho detto sempre e vi ripeto oggi, non c’è alcuna evidenza scientifica, checché ne dicano i santoni, di risoluzione della Xylella. Quindi, dobbiamo attivare i controlli e fare una serie di attività che ci porteranno ad assumere delle determinazioni, per esempio, rispetto alle piante da togliere e quelle da censire, cosa che faremo il 21 ottobre, a Roma, all’Osservatorio fitosanitario nazionale, con il Ministero – come abbiamo mandato indietro dalla Puglia una nave di piante infette (che non so dove è andata), come abbiamo fatto per il grano e come stiamo facendo per il vino e l’olio, di concerto col Ministero, ma su indicazione dell’assessore all’agricoltura – cioè il controllo di tante mescole e vergognose rappresentazioni di produzioni contraffatte che stiamo attenzionando. Quindi, valuteremo territorio per territorio, come abbiamo fatto per Canosa, Bisceglie o altro, e ringrazio tutti i colleghi che hanno collaborato attivamente e fattivamente non solo sul territorio, ma anche nelle riunioni dove abbiamo assunto le decisioni che secondo legge si possono assumere.
Chiudo sul Consorzio unico. Se abbiamo definito – ho visto qui il dottor Angelini, che ringrazio, e la sua struttura – le osservazioni pervenute al Piano di bonifica, vuol dire che abbiamo fatto un lavoro massivo.
I piani di classifica non li fa né il Consiglio regionale né le Commissioni. Questa è la sfida per il territorio: fare quello che non ha fatto nel 2012 e nel 2016, evitando di ribaltare su di noi una serie di nefandezze. Le verità restano tali, le chiacchiere hanno le gambe corte e vengono immediatamente messe nella condizione di verificarle come tali. Abbiamo bisogno che con il piano di classifica la gente riveda la posizione.
Dopodiché, abbiamo chiarito la debitoria, abbiamo fatto un lavoro per il quale oggi c’è una identità del Consorzio unico con il 70 per cento dei canali puliti. Non lo ha accennato nessuno. Ieri gli ultimi nove vincitori di concorso, che da due anni non potevano essere assunti, senza avere le carte in regola, da regolare concorso pubblico, non contestato e non eccepito da alcuno, come è successo in ARIF.
Sicuramente c’è tanto da fare, sicuramente resta tanto da fare, sicuramente serve una concertazione, una condivisione. Non tocco gli altri argomenti perché non amo l’autocelebrazione dell’io, ma non consento in questa fase, con una campagna elettorale ormai aperta, che temi così seri e importanti, con un sistema economico e produttivo come quello agricolo pugliese, che per la prima volta presenta i progetti di trasformazione in Puglia, delle produzioni, cosa fortemente voluta da me e dal Presidente della Giunta, con i finanziamenti tramite Puglia Sviluppo... I primi 29 progetti hanno cubato oltre 320 milioni di investimento. Significa, nell’ambito della rete e soprattutto del lavoro presentato ieri con la delibera di Giunta sul campus, tenere insieme le reti della formazione e della scienza pugliesi per fare grande il nostro sistema economico.
Nessuno ha la bacchetta magica, ma ci tenevo a rispettare il lavoro dei miei collaboratori, pochi e stressati rispetto a un assessore troppo presente e troppo petulante, ma vorrei che si evitasse di dire cose, come ho sentito, del Piano di rientro, nel quale siamo entrati con Vendola, siamo usciti nel 2015 e poi siamo rimasti per una serie di altre ragioni. La debitoria la certificò tale Ministro Tremonti nel 2004, Governo Berlusconi, pari a 539 milioni di euro. Ma questa è storia. Sta negli atti della Repubblica italiana di un Governo di centrodestra e vedo che, a distanza di anni, anziché vedere come riorganizzare la macchina, continuiamo con un rimpallo che, onestamente, non era oggetto manco di voler richiamare oggi, però mi scuserete e mi scuserà l’intero Consiglio. Per un fatto di correttezza verso i miei collaboratori e verso la Puglia, che sa cosa è stato fatto e cosa abbiamo instradato, oggi questo andava detto, non per rispondere a qualcuno, ma perché la gente poi possa controllare, verificare se le cose dette rispondono a verità e stanno negli atti, perché difficilmente mi faccio impallinare. Se dico qualcosa, sono convinto e sicuro di quello che dico, altrimenti taccio.
Quindi, grazie a tutti e scusate per questo intervento chiarificatore.
Speaker : PRESIDENTE.
Allora, terminati gli interventi, non ho altri iscritti a parlare, votiamo.
Allora dobbiamo votare l’articolo 4, riepilogo entrate e spese di competenza.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 27, votanti 27, favorevoli 27.
È approvato all’unanimità.
Adesso l’articolo 5.
La votazione è aperta. Votiamo.
Votiamo. Ovviamente ci vuole la maggioranza qualificata.
Abbiamo votato tutti? No, c’è il consigliere Caracciolo. Eccolo lì. Prego.
La votazione è chiusa.
Presenti 27, votanti 27, favorevoli 27. All’unanimità.
6, articolo 6.
La votazione è aperta. Votiamo. Abbiamo votato tutti? Sì.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato all’unanimità.
Articolo 7.
La votazione è aperta. Votiamo. La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato all’unanimità.
Prego i colleghi di prestare attenzione.
Articolo 8.
La votazione è aperta. C’è il controllo qui, nell’Ufficio di Presidenza.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato all’unanimità.
Articolo 9.
La votazione è aperta. Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato all’unanimità.
Articolo 10.
La votazione è aperta. Chiariamo che non è votazione palese semplice. Abbiamo votato? No.
La votazione è chiusa.
Presenti 27, votanti 27, favorevoli 27.
È approvato all’unanimità.
Articolo 11.
La votazione è aperta. Votiamo. Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato all’unanimità.
Articolo 12.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti? No.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato all’unanimità.
Articolo 13.
La votazione è aperta. Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato all’unanimità.
Votiamo la legge nel suo complesso.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvata all’unanimità.
Immagino che ci sia la richiesta d’urgenza. Sì.
Votiamo per alzata di mano.
Chi è contrario? Nessuno. Chi si astiene? Chi è favorevole?
È approvata all’unanimità.
Disegno di legge: “Assestamento e variazione al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2025 e pluriennale 2025-2027”.
La relazione è data per letta. Grazie.
Articolo 1.
La votazione è aperta.
Consigliere De Leonardis, prego.
Speaker : DE LEONARDIS.
Ci troviamo oggi a discutere in quest’Aula, contrariamente a quello che avremmo voluto, di una serie di atti dei quali non avremmo potuto discutere, perché oggi qui ci sarebbe dovuto essere il bilancio di previsione, esclusivamente. Ci hanno detto nelle varie Commissioni e nei vari uffici che l’unico atto che avremmo dovuto fare, che probabilmente non sarebbe stato impugnato, sarebbe stato quello del bilancio di previsione.
Abbiamo discusso anche su altre questioni, cioè su che cosa hanno fatto le altre Regioni nelle nostre stesse condizioni. Abbiamo visto che forse l’unica Regione che ha approvato solo il bilancio di previsione è stata la Liguria, che ha dovuto farlo in un momento particolare, perché tutti conosciamo le vicende che sono accadute in Liguria, le difficoltà in cui si è trovata la Liguria, e ha fatto questo bilancio di previsione. Le altre Regioni che erano con noi in scadenza il 20 settembre sono andate già al voto. Parlo delle Marche, parlo della Calabria, dove non mi risulta abbiano fatto alcun atto; la Toscana, che andrà al voto, mi sembra, domenica e lunedì, altrettanto (vado a memoria, potrei anche dire qualcosa che non è corretto); il Veneto, che va a votare il 23 novembre, ha approvato il bilancio in dodicesimi.
Noi abbiamo ripetutamente interloquito con il Governo regionale su questo tema. perché, guardate, qui non è che si va ad approvare solo il bilancio di previsione, qui si va ad approvare una serie di atti che sono propedeutici all’approvazione del bilancio di previsione, come ci hanno detto i revisori, anche se per la verità ci sarebbe il tema che loro dicono che puoi anche non approvarli tutti, tranne il DEFR, che è obbligatorio, e poi andare direttamente sul bilancio di previsione. Ma oggi noi ci troviamo in una fase (lo dobbiamo dire, perché abbiamo discusso anche di questo con l’assessore Amati in Bilancio) di prorogatio, dove – l’ordine del giorno è quello, io non sono d’accordo con quell’ordine del giorno ma l’ordine del giorno lo fa la Presidente, quindi non dipende da me, non dipende dall’Ufficio di Presidenza – abbiamo approvato il rendiconto e adesso ci sono le variazioni di bilancio, poi avremo il bilancio consolidato, poi avremo il DEFR e poi il bilancino di previsione. Quindi, non è uno, ma sono cinque atti che il Governo potrebbe impugnare.
Qualcuno dice che non ce ne importa e chi viene dopo andrà alla Corte costituzionale e andrà a verificare la questione e andrà a vedere se è valida o non è valida. Se poi perdiamo presso la Corte costituzionale e dobbiamo rifare tutto il bilancio, se questi atti vengono impugnati, se perdessimo oppure li dobbiamo ritirare, non lo so. È un unicum che non è mai successo, stiamo mettendo seriamente a rischio i conti della Regione, perché stiamo facendo un’azione molto delicata, di cui francamente non capiamo le motivazioni. Nessuna delle altre Regioni ha approvato tutti questi atti come vogliamo fare noi.
Qualcuno dice che non è vero che siamo in regime di prorogatio, non è così. Torno sempre a ribadire che c’è stato un parere dato all’epoca dalla Segretaria generale del Consiglio regionale, Silvana Vernola, e dalla Segretaria generale della Giunta regionale, Antonella Bisceglia. Lo sintetizzo, invece di leggervelo tutto: la consiliatura scade dopo cinque anni dalla data delle elezioni; è previsto un termine per andare alle elezioni; durante questi giorni, quindi 20 settembre 2020, 20 settembre 2025, per 45 giorni prevede la nostra legge elettorale che si possa andare a votare. Noi oggi stiamo andando contro la Costituzione, perché il nostro Statuto non è preciso. Quindi, bisogna fare riferimento alla legge costituzionale n. 1/1919. Non lo dico io. Lo dicono due dirigenti che erano qui, in quest’Aula, che erano stati indicati dal Governo di centrosinistra dell’epoca, il Governo Vendola. Non solo per quanto riguarda l’Aula, le leggi, ma dice che in regime di prorogatio la Giunta regionale si deve astenere da atti che non sono differibili, da atti che per forza bisogna fare. Deve fare solo l’ordinaria amministrazione. L’ordinaria amministrazione che cos’è per la Puglia? I debiti fuori bilancio, quelli sono ordinaria amministrazione, che vengono riconosciuti a raffica.
Il tema, quindi, è importante. Non vogliamo fare ostruzionismo puro. Stiamo cercando di ragionare con il Governo regionale, con questa maggioranza, su come uscire da questa impasse, come evitare un attacco frontale con il Governo nazionale, uno scontro che potrebbe avere ricadute negative ‒ non positive ‒ sul prossimo Governo regionale. Qua si sta dicendo che noi facciamo queste cose per evitare che il prossimo Governo regionale abbia problematiche da affrontare, perché prepariamo noi il bilancio di previsione. No. Noi qua diamo problemi al prossimo Governo regionale, perché potrebbe il Governo nazionale impugnare tutti questi provvedimenti che ho elencato prima, quindi ci sarebbe la difficoltà di dover andare a un confronto nella Corte costituzionale su tutti questi argomenti, e non si sa poi se su questi argomenti perdiamo o vinciamo, bisognerebbe riiniziare tutto daccapo. Da opposizione responsabile, da opposizione responsabile abbiamo detto guardate, ci possiamo anche prendere la responsabilità assieme a voi di votare, come hanno fatto in Veneto, un bilancio in dodicesimi, perché io vorrei dire qua non è che siamo in prorogatio. Sono stati proprio indetti i comizi elettorali. Il presidente Emiliano ha fatto il decreto. Stiamo facendo le liste, c’è la campagna elettorale. Siamo in piena bagarre. Proprio stiamo non fuori tempo, è una cosa che non si è mai vista da nessuna parte.
Quindi queste difficoltà ci sono e io le voglio evidenziare. Voglio ancora una volta invitare il Governo regionale a ragionare su questi temi. Oggi, peraltro, nel momento del rendiconto si è parlato anche un po’ di quello che è successo in Puglia in questi quindici, vent’anni. Il presidente Emiliano ha parlato di una Puglia che funziona, di una Puglia che io non vedo, che io non ho mai visto. Tommaso, io non l’ho mai vista. La sanità di eccellenza, non abbiamo più liste d’attesa. Non ci sono problemi.
Io francamente resto basito da tutte queste cose. Non so se chiamano solo a me quando già hanno la TAC, la radiografia o la visita cardiologica fra un anno, un anno e mezzo, due anni; quando il ciclo dei rifiuti in tutti questi anni non ha visto la chiusura, perché abbiamo non prodotto nessuna soluzione da questo punto di vista. È andato via, mi dispiace, il collega Donato Pentassuglia, che ha fatto una lectio magistralis sull’agricoltura pugliese, ma il tema dei consorzi di bonifica, i cui riverberi li abbiamo visti anche in quest’Aula, perché c’è stato un assalto ai nostri scranni, perché coloro i quali dovrebbero pagare i tributi per un servizio che non offrono…
Donato mi dispiace che non c’è, perché parlare agli assenti è sempre antipatico, peraltro è un rapporto di lunga durata. I consorzi di bonifica, il debito dei consorzi di bonifica è ancora là, intatto. Non è stato fatto un passo avanti. I 200, i 300 milioni che c’erano ci sono. I piani di classifica chi li doveva fare non li ha fatti… No, te le voglio dire queste cose.
Ancora una volta stiamo dando dall’assessore al bilancio, l’assessore Amati, ricorderete, strenuo oppositore delle risorse che vanno date ai Consorzi di bonifica, noi stiamo ancora dando ai Consorzi di bonifica… forse l’ultimo anno 12 milioni di euro abbiamo dato, erano tutte le previsioni. Queste anticipazioni, questi soldi non sono stati ancora restituiti.
Io, cioè, una Puglia migliore, da 10 anni a questa parte non l’ho vista. Io ho visto scandali, ho visto immobilismo, ho visto tutt’altro. La prova lampante di questa questione, signori, l’ha data il vostro prossimo candidato Presidente, l’ha data Decaro, perché Decaro ha detto: via, voglio una nuova classe dirigente, “colleghi, non voglio il Presidente Emiliano nelle mie liste”, come se volesse tenerlo distante, come se volesse allontanarlo.
Io non ho ancora capito il motivo per il quale non l’ha voluto nelle sue liste: Antonio, perché non l’ha voluto Emiliano, nelle sue liste? Perché tu tante volte mi dai anche delle risposte. Francamente, è un comportamento forse da socialista? Perché Decaro viene dal Partito Socialista. Venendo a Bari, faccio delle valutazioni: sono arrivato da qualche anno, Bari era bella, carina, il Presidente Emiliano aveva fatto delle belle costruzioni, ville e villette. Arrivo a Bari e vedo decine e decine di palazzoni degni dei palazzinari di un tempo. Non avrà voluto…. Dico socialista perché i socialisti e i magistrati non andavano d’accordo, quindi ha detto: il Presidente Emiliano, che è un magistrato, io che sono socialista lo devo tenere lontano, c’è questo tema di sottofondo… Francamente, personalmente, Emiliano, io la stimo, politicamente e umanamente. Voglio esprimere la mia vicinanza a lui su questa questione, perché Decaro si sta vergognando di vent’anni di governo di centrosinistra, questa è la verità, dobbiamo dirlo. A noi, al centrodestra, vuole rubare questo tema. Lui cioè dice: sì, va bene in questi venti anni abbiamo governato male, ora vado io, che sono nuovo, sono diverso, e vado a dare una Puglia diversa.
Ebbene, non è così. Decaro è figlio di Vendola ed Emiliano, l’ha detto il Presidente Emiliano, “quello è figlio mio”. Certo, è stato un parricidio, questa cosa, Presidente Emiliano, è come dire che quando ci sta un padre, due padri, non lo so, che hanno questo rapporto e poi si ammazzano è un problema serio. Ci sono problemi tecnici, ci sono problemi politici, stiamo qua a fare comizi elettorali tutti quanti.
Da questo punto di vista, vediamo l’assessore Amati che sta continuando ad andare avanti su questo tema, che è delicatissimo, perché non è un capriccio mio. Il problema è di chi verrà a governare su queste situazioni. Cerchiamo di chiuderla qua. Faccio l’ennesimo appello: presentiamo un bilancio in dodicesimi, facciamo un bilancio in dodicesimi e andiamo tutti quanti serenamente, chi è candidato, a fare la campagna elettorale, chi non è candidato a fare altre cose.
Chiudiamo questa partita.
Speaker : PRESIDENTE.
Credevo stesse cercando ancora qualche documento per il suo intervento.
Grazie, Vice Presidente.
Adesso andiamo a votare.
Votiamo l’articolo 1 del disegno di legge di assestamento.
La votazione è aperta. Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 27, votanti 27, favorevoli 27.
È approvato all’unanimità.
Articolo 2.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato all’unanimità.
Articolo 3.
La votazione è aperta. Votiamo.
La votazione è chiusa.
27, votanti 27, favorevoli 27.
È approvato all’unanimità.
Articolo 4.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato all’unanimità.
Articolo 5.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato all’unanimità.
Articolo 6, ultimo articolo.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato all’unanimità.
Votiamo la legge nel suo complesso.
C’è l’articolo 7, scusate.
Articolo 7.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato all’unanimità.
Votiamo la legge nel suo complesso.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 28, contrari 2.
È approvato a maggioranza.
Adesso passiamo all’altro punto: Deliberazione della Giunta regionale, il bilancio consolidato. È una delibera, quindi una sola votazione.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 29, contrari 3.
È approvato a maggioranza.
Adesso passiamo al bilancio del Consiglio regionale.
È una delibera, sempre, quindi un’unica votazione.
La votazione è aperta.
Siamo al punto n. 4) all’ordine del giorno. È il bilancio del Consiglio regionale.
La votazione è chiusa.
Consigliere Cera, qual è il suo voto? Favorevole.
Presenti 36, votanti 36, favorevoli 33, contrari 3.
È approvato a maggioranza.
Punto n. 5) all’ordine del giorno: deliberazione della Giunta regionale sul DEFR.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 29, contrari 1.
È approvato a maggioranza.
Adesso dobbiamo passare alle disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2026 e bilancio pluriennale 2026-2028 della Regione Puglia, legge di stabilità regionale 2026, punto n. 6).
La relazione, Presidente Tammacco, si dà per letta.
Articolo 1.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 29, contrari 1.
È approvato a maggioranza.
Articolo 2.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 1.
È approvato a maggioranza.
Articolo 3.
La votazione è aperta. Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 1.
È approvato a maggioranza.
Articolo 4.
La votazione è aperta. Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 30.
È approvato all’unanimità.
Articolo 5.
La votazione è aperta. Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 1.
È approvato a maggioranza.
Articolo 6.
La votazione è aperta. Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 1.
È approvato a maggioranza.
Adesso dobbiamo votare le tabelle. Quante sono? È una tabella, Tabella A.
La votazione è aperta. Votiamo. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvata all’unanimità.
Votiamo la legge nel suo complesso.
La votazione è aperta. Votiamo. La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 28, contrari 1.
È approvato a maggioranza.
Passiamo al DDL n. 185, punto n. 7) all’ordine del giorno: “Bilancio di previsione della Regione Puglia per l’esercizio finanziario 2026 e pluriennale 2026-2028”.
Il Presidente Tammacco dà per letta la relazione.
Articolo 1.
La votazione è aperta. Votiamo. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 29, contrari 1.
È approvato a maggioranza.
Articolo 2.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti? No. Assessore Piemontese? Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato all’unanimità.
Articolo 3.
La votazione è aperta. Sono gli allegati al bilancio. Votiamo. La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato all’unanimità.
Articolo 4 (Elenco delle spese obbligatorie).
La votazione è aperta. Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato all’unanimità.
Articolo 5 (Fondo di riserva e accantonamenti).
La votazione è aperta. Votiamo. La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato all’unanimità.
Articolo 6.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato all’unanimità
Articolo 7.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato all’unanimità.
Articolo 8. Disposizioni relative all’accensione di anticipazioni di cassa.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
Manca il voto del consigliere Paolicelli.
Quindi, presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato all’unanimità.
Articolo 9.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato all’unanimità.
Articolo 10. Rinuncia alla riscossione di entrate di modesta entità.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato all’unanimità.
Articolo 11.
La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato all’unanimità.
Articolo 12 (Entrata in vigore).
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato all’unanimità.
Assessore Amati, vuole intervenire subito o dopo il voto finale? Un minuto. Prego.
Speaker : AMATI, assessore al bilancio, alla ragioneria, alle finanze e agli affari generali.
Grazie, Presidente e colleghi. In realtà, il motivo dell’intervento è per ringraziare, non con riferimento alla mia biografia di consigliere regionale o di assessore, ma ringraziare chi offre l’opportunità di portare in Aula questi provvedimenti, con il lavoro di ogni giorno. Il bilancio non nasce, evidentemente, nelle ultime settimane o negli ultimi giorni prima di essere offerto alla nostra possibilità di esame e di approvazione.
Permettetemi di ringraziare tutta la struttura, i dirigenti, i funzionari, i collaboratori dell’Assessorato regionale al bilancio, ovviamente anche il direttore, prima di tutto. Peraltro, in questa occasione hanno avuto l’opportunità, loro prima di noi, di mettere alla prova, per via delle circostanze temporali che lo imponevano, un sistema di predisposizione e di presentazione del bilancio che può essere opportunamente replicato anche nella prossima legislatura. Hanno segnalato essi stessi la virtù di questa possibilità data dai tempi più diluiti. Per cui, tutto è avvenuto con un grande beneficio non solo della fase politica, ma anche dell’organizzazione.
Ringrazio anche dirigenti, funzionari, collaboratori del Consiglio regionale, tutti quanti, perché in questi momenti portano i sassi anche loro per costruire il muro o per costruire l’edificio ‒ che è più proprio ‒ del bilancio.
Permettetemi di ringraziare il Presidente e i componenti della Commissione Bilancio, Saverio Tammacco e tutti i componenti della Commissione Bilancio, rispetto alla quale ovviamente io ho un grande debito di affetto e riconoscenza all’interno di quella articolazione del Consiglio regionale.
Ringrazio tutti i colleghi perché tutti offrono la possibilità, sia pure nella dialettica – ma questo per mia responsabilità – a volte ostica, di riflettere e magari di imparare cose nuove e cose diverse da quelle che fino a quel momento si conoscevano.
Ringrazio il Presidente Emiliano, che mi ha offerto l’opportunità di ricoprire questa delega. Io penso una cosa: quando si riceve un incarico, bisogna onorare l’incarico. Se non si onora l’incarico, poi si finisce per dare un suggerimento di disonore. Spero di aver onorato l’incarico, ma ringrazio il Presidente Emiliano perché me l’ha conferito.
Ringrazio il mio predecessore, Raffaele Piemontese, che in realtà mi ha fatto trovare qualcosa di già rodato, per cui non dovevamo mettere alla prova chissà quale ardimento per poter fare cose nuove e rivoluzionarie, i colleghi della minoranza per il dibattito per tutto e sulle questioni su cui ci siamo confrontati per poter poi far svolgere questa seduta del Consiglio regionale.
Che vi posso dire? Io quando entrai per la prima volta in Consiglio regionale mi emozionai. Io mi emoziono ogni volta, non c’è una volta in cui non mi emoziono quando entro in questo Consiglio regionale, perché so che ho avuto una fortuna che capita a tutti: poter rappresentare gli altri, quindi avere nelle proprie mani un pezzo della vita degli altri. Sul bilancio, proprio sul bilancio la vita degli altri è in maniera potente confidata, perché sul bilancio non si tratta di risorse proprie, ma si tratta di una somma di gocce di sudore che vengono pagate all’erario in virtù del lavoro. Tant’è, ed è l’ultima cosa che vi dico, evocando gli insegnamenti che abbiamo ricevuto, almeno noi che venimmo alla politica sulla base di una cultura democratica e cristiana, ci chiesero in maniera esigente di leggere un libro meraviglioso, “Viaggio in America”, di Alexis de Tocqueville. Ci toccò de Tocqueville, che non capimmo all’epoca, nella frase che diceva. Ci chiedevamo: come è possibile che un uomo chieda di amare una materia così ostica, il bilancio, una materia che sembra una cosa che appartenga chissà a quale ardimento numerico. Però, lui ci insegnò, lo capimmo dopo, che la democrazia inizia con la pubblicazione del bilancio sulla Casa comunale.
Noi anche per quest’anno abbiamo pubblicato il bilancio sulle mura della Casa regionale perché all’interno del bilancio tutte le cose nascono, vivono e muoiono.
Grazie per la collaborazione a tutti.
Speaker : PRESIDENTE.
Votiamo il disegno di legge nel suo complesso.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 29, contrari 2.
È approvato a maggioranza.
Adesso ci sono i debiti fuori bilancio.
Ovviamente, l’entrata in vigore di questa legge è 1° gennaio 2026.
Debiti fuori bilancio.
Presidente Tammacco? È un solo articolo. Diamo per letta la relazione.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 1.
È approvato a maggioranza.
L’assessore Amati chiede l’urgenza.
Votiamo per alzata di mano.
Chi è favorevole? Chi si astiene? Chi è contrario?
È approvata all’unanimità.
Passiamo all’ordine del giorno.
Speaker : CAMPO.
Lo diamo per letto. È una mozione presentata già all’attenzione del Consiglio dalla passata seduta.
Evitiamo il dibattito. La darei per letta, Presidente, se siete d’accordo. Sennò, la leggo.
Speaker : PRESIDENTE.
un emendamento. Lo vuole illustrare lei, consigliere, Mazzarano? Il consigliere Mazzarano è il primo firmatario.
Speaker : MAZZARANO.
In realtà, era presente nel mio intervento precedente e richiama gli aggiornamenti della questione in corso e soprattutto il sostegno del Consiglio regionale alle iniziative annunciate dal Presidente Emiliano in merito sia all’interruzione dei rapporti commerciali con Israele sia alla denuncia del Governo israeliano sulle violazioni compiute a bordo delle imbarcazioni della Flotilla in danno di cittadini inermi (c’erano anche cittadini pugliesi, come sappiamo); un sostegno ai cittadini e agli esercizi commerciali pugliesi che sono vittime di persecuzione da parte di account riconducibili al Governo israeliano per aver esposto la bandiera palestinese. Chiediamo alla Giunta di intensificare il soccorso e il sostegno ai bambini di Gaza nei nostri ospedali, come si sta già facendo, e di effettuare una campagna di informazione sui prodotti made in Israel legati ad aziende direttamente coinvolte in pratiche di genocidio.
Ovviamente la premessa a queste proposte è che il Consiglio regionale accoglie con grande favore la firma dell’accordo sulla prima fase del negoziato tra Hamas e Israele, soprattutto se questo rappresenterà, come sembra, un ritiro delle truppe, l’apertura di corridoi umanitari e il rilascio degli ostaggi.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Mazzarano.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Splendido. Prego.
Speaker : SPLENDIDO.
Io non voglio entrare nel merito rispetto a quello che ha detto prima il collega, ma non si era detto che questa era una seduta soltanto relativa all’approvazione del bilancio e di quant’altro? Mozioni, emendamenti… Veniamo meno alle parole date, scusatemi.
Speaker : PRESIDENTE.
È vero. Ha detto, però, che è un ordine del giorno allegato…
Speaker : SPLENDIDO.
No, non è così, ma si cerca di far rientrare – Presidente, mi scusi, ho appena enunciato i complimenti per la sua persona – dalla finestra ciò che si è mandato via dalla porta.
Occorre essere corretti. Ripeto, io non entro nel merito, non voglio assolutamente interloquire, non accetto contraddittorio. Dico soltanto che avevamo preso un impegno e l’impegno, da persone d’onore quali siamo noi, che rappresentiamo poi la cittadinanza pugliese, dovrebbe essere mantenuto. Tutto qui. Poi sta a lei la gestione dell’Aula, Presidente, ovviamente. Non si fa così.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, lei sa quanto la stimo e capisco la sua osservazione. Le dico soltanto che l’hanno trasformato, con il mio assenso, in ordine del giorno, che per regolamento si può allegare ad una attività discussa in Consiglio. Oggettivamente, però, rappresenta l’urgenza e la segnalazione che vogliamo testimoniare tutti quanti è il compiacimento per l’accordo raggiunto e, nello stesso tempo, la richiesta di continuare a combattere il genocidio. La ringrazio molto, anche della comprensione.
Prego, consigliera Barone.
Speaker : BARONE.
Grazie, Presidente.
Volevo cogliere l’occasione per ringraziare il Presidente Emiliano per la posizione che ha assunto in questi mesi, che ci ha reso veramente orgogliosi, come pugliesi, di avere per primi tracciato la linea delle posizioni assunte nei confronti di Israele e di quello che stava succedendo. Volevo esprimerlo in maniera pubblica. Lo ringrazio perché ci siamo sentiti orgogliosi, come pugliesi, per tutte le posizioni che lei ha preso. Lo faccio a nome di tutto il Gruppo.
Ovviamente, ci associamo alla firma, quindi al voto di una mozione che ha un senso alto, perché in un momento storico in cui stiamo osservando quello che sta avvenendo in seguito a questo accordo, tanto sentito e tanto voluto anche dalle piazze, che in questi giorni hanno colorato e hanno animato le nostre città, riteniamo che in questo passaggio sia importante che la Regione prenda posizione anche in questo senso di difesa sicuramente del made in Italy e di tutti quei negozianti che in qualche modo si sono esposti e, dall’altra parte, dare un segnale politico verso un’economia, quella di Israele, che può risvegliare le coscienze anche di quella popolazione, per avere una posizione sempre a favore della pace, del dialogo e mai del conflitto, men che meno di genocidi o di stermini, cosa che purtroppo è stato all’ordine del giorno in questi due anni, due anni cruenti che hanno visto ‒ ricordo e chiudo ‒ non una guerra, non due eserciti l’uno contro l’altro, ma, al contrario, un esercito particolarmente fornito e all’avanguardia contro una popolazione inerme, disarmata, povera, sola, senza voce, che ha avuto bisogno delle voci delle nostre piazze. Sicuramente l’accordo passa anche attraverso queste manifestazioni.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Passiamo al voto sull’ordine del giorno.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
L’emendamento è approvato all’unanimità rispetto all’ordine del giorno.
Adesso votiamo per l’ordine del giorno.
La votazione è aperta. Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato all’unanimità.
Grazie a tutti e grazie per tutto, anche alla nostra Segretaria generale, ai dirigenti d’Aula, alla dottoressa Annarita Delgiudice per il suo lavoro, e oggi al dottor Musicco per la sostituzione.
Grazie a tutti.